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Aree marine

MANFREDONIA, PROVINCIA DI FOGGIA
S.p. 141 delle saline km 7,200

OASI LAGO SALSO

Il Lago Salso è una zona umida costiera del golfo di Manfredonia, che rientra nel Parco Nazionale del Gargano, costituita da ampie casse di espansione e vasche di colmata realizzate durante le bonifiche della Riforma Fondiaria del Tavoliere.

L'Oasi si trova all'interno di un Sito d'Importanza Comunitaria (SIC IT9110005) nel Comune di Manfredonia (FG). È anche una Zona di protezione Speciale (ZPS IT9110038). L'area, di 1.040 ettari, fa parte di una delle zone umide più importanti dell'Italia meridionale: il sistema delle zone umide di Capitanata. Nell'Oasi si alternano canneti e specchi d'acqua che accolgono, sia nei mesi invernali che in quelli estivi, moltissime specie di uccelli.

Prima della bonifica, nella stessa area occupata oggi dalla palude, vi era il cosiddetto Pantano Salso. Il Pantano era formato dalla commistione e dallo spandimento delle acque dei torrenti Candelaro, Cervaro e altri piccoli corsi d'acqua. Nonostante le bonifiche, attuate fin 1813 dai francesi, abbiano modificato l'aspetto naturale, l'area ha conservato aspetti naturalistici di grande pregio. Infatti per molti anni la palude fu utilizzata come azienda faunistica venatoria, denominata “Daunia Risi”, ma proprio grazie al WWF fu fra le prime aziende venatorie d'Italia a stipulare accordi per la conservazione dell'oca selvatica.

Nell'Oasi sono in atto progetti LIFE+ Natura. In virtù delle azioni di conservazione svolte in questi anni, l'area è soggetta ad una letterale "contro-bonifica". Infatti i terreni prima paludosi e convertiti in aridi terreni agricoli durante la riforma fondiaria dell'agricoltura, oggi hanno riacquistato il loro antico splendore di aree umide temporanee e recuperato l’aspetto raccontato nei trattati storici di Federico II.

Flora

L’acqua all’interno si è dolcificata nel tempo (rispetto allo stato originario di palude costiera) e questo ha determinato lo sviluppo di un canneto costituito quasi unicamente da cannuccia di palude. Oltre alla cannuccia si può riscontrare la presenza di tifa, che crea diversi raggruppamenti fra i chiari della palude, e sul fusto di queste specie si può notare facilmente la presenza della rampicante soldanella, con bellissimi fiori bianchi. Nel mese di maggio, inoltre, è riconoscibile l’aggraziata infiorescenza del giaggiolo acquatico o iris giallo.

Alcuni naturalisti hanno segnalato anche la presenza della rarissima Utricularia australis, una piccolissima pianta acquatica carnivora visibile solo nella fase di infiorescenza (giugno-agosto). Grazie ai recenti progetti della Regione Puglia e della Comunità Europea, la parte agricola dell'Oasi è stata convertita in pascolo e prati allagati: qui, a causa della leggera salinità del terreno, si possono incontrare piante tipiche di ambienti più salmastri quali la salicornia e altre specie alofile.

Fauna

Le zone umide sono già di per sé molto ricche di biodiversità. Il mosaico di ambienti presenti nell’Oasi Lago Salso (palude permanente con canneto, pascolo, prati allagati temporanei) aumenta ulteriormente il numero delle specie presenti, rappresentando un’area di rifugio per la fauna, soprattutto per gli uccelli acquatici. Nel corso degli anni i ricercatori dell'Oasi anno osservato 242 specie di uccelli, delle quali almeno 60 nidificanti.

Le anatre, di tutte le forme e i colori, sono presenti con centinaia e, a volte, migliaia di esemplari tra fischioni, alzavole, mestoloni, germani, codoni, canapiglie e moriglioni che, soprattutto in inverno, affollano le vasche della valle insieme alle folaghe. Più facili da sentire che da osservare, sono invece i piccoli uccelli di palude come le cannaiole, i cannareccioni, i pendolini, i forapaglie castagnoli, i simpatici basettini, rari altrove e qui presenti con la popolazione italiana più numerosa.

Nell’area è facile scorgere anche molte specie di rapaci, dai grossi falconi come il lanario e il falco pellegrino, al falco di palude, al falco pescatore, alle diverse specie di albanelle. Spettacolare è in primavera l'arrivo dei falchi cuculo e dei grillai che investono tutta l’area posta ai piedi del Gargano. Sono inoltre visibili tutte le specie di aironi europei e, da marzo ad agosto, le cicogne bianche che qui nidificano con il nucleo più importante dell’Italia centro-meridionale.

Se è vero che gli uccelli sono l’attrazione principale, aguzzando un po’ la vista si noteranno, soprattutto nella bella stagione, molte specie di anfibi. Tra queste, la rana verde, la piccola raganella, dotata di ventose sulle dita delle zampe che le permettono di arrampicarsi su alberi, canne e foglie, e dell’anfibio meglio adattato alle aree pianeggianti, rospo smeraldino, e di rettili, tra cui diverse specie di serpenti (cervone, biacco, biscia dal collare, natrice tassellata), lucertole, ramarri e anche la rara testuggine palustre.

Nei chiari e nei canali del canneto vivono varie specie di pesci, quasi tutti introdotti dall’uomo, tra cui la carpa e la piccola gambusia che si nutre quasi esclusivamente di larve di zanzara. Anche per quanto riguarda i mammiferi infine, vi è un notevole numero di specie, soprattutto tra i chirotteri qui presenti con circa 10 specie, da quelle più comuni come il pipistrello nano, alle più rare come il molosso di Cestoni.

Oltre ai chirotteri, il mosaico di ambienti, favorisce la presenza di altre specie come il riccio la volpe, il tasso, la lepre europea (qui presente con una popolazione florida), nonché di micro mammiferi come il mustiolo (il mammifero più piccolo d’Europa e fra i più piccoli a livello mondiale) e il topo selvatico.

Strutture e Percorsi

L'Oasi è dotata di numerosi sentieri, di durata variabile da 30 minuti a 4 ore, percorribili a piedi, in bicicletta o a cavallo.

Nell'Oasi sono inoltre presenti un centro visite del Parco, aule didattiche per le visite delle scolaresche e un'area picnic. Nel centro visite è possibile anche noleggiare binocoli, guide per il birdwatching e biciclette (compatibilmente con la percorribilità dei sentieri). All'interno dell'Oasi sono in corso numerosi progetti e ricerche finalizzati alla conservazione di habitat e specie. L'ingresso all'Oasi consente anche la visita alle strutture dedicate a questi progetti.

I percorsi intorno alle strutture dell'Oasi sono percorribili anche da persone su sedia a rotelle, mentre la percorribilità dei sentieri natura è agevole solo se il terreno è completamente asciutto; alcuni percorsi sono con brecciolino.

Visite Guidate

È possibile prenotare una visita guidata, anche al di fuori dei giorni e degli orari di apertura (compatibilmente con le condizioni atmosferiche) al costo di 80 euro (comprensivo del biglietto d'ingresso) ogni 25 persone o frazione. Eccezionalmente può essere aggiunto al gruppo un numero massimo di 5 persone ogni 25 partecipanti, pagando solo il costo del biglietto di ingresso per le persone aggiunte. La visita guidata dura due ore circa.

È inoltre possibile aderire alle visite guidate già programmate, pagando solo il biglietto d'ingresso individuale. Le visite guidate programmate si tengono la prima domenica di ogni mese. Per prenotarsi occorre inviare un'email con nome e numero telefonico di un referente del gruppo e numero dei partecipanti; successivamente verrà inviata un'email di conferma con l'orario di partenza.

 

È prevista in futuro anche l'apertura di un percorso in barca nella palude, su prenotazione.

Nell'Oasi sono in atto progetti LIFE+ Natura. In virtù delle azioni di conservazione svolte in questi anni, l'area è soggetta ad una letterale "contro-bonifica". Infatti i terreni prima paludosi e convertiti in aridi terreni agricoli durante la riforma fondiaria dell'agricoltura, oggi hanno riacquistato il loro antico splendore di aree umide temporanee e recuperato l’aspetto raccontato nei trattati storici di Federico II.

L'Oasi per le scuole

Le scuole possono prenotare una visita guidata dedicata, in qualsiasi periodo dell'anno, anche al di fuori degli orari di apertura (compatibilmente con le condizioni atmosferiche), al costo di 80 euro (comprensivo del biglietto d'ingresso) ogni 25 persone o frazione. La visita guidata dura due ore circa.

L'Oasi per i fotografi

Abbiamo in programma di attrezzare l'oasi con strutture e servizi dedicati ai fotografi naturalisti.

Dintorni

Per chi ama la natura, si consigliano come tappe la riserva naturale dello Stato “Frattarolo”, la zona umida delle Saline di Margherita di Savoia e la vicinissima spiaggia di Siponto.

Per un turismo culturale Manfredonia e Monte Sant'Angelo offrono centri storici di notevole interesse. In prossimità dell'Oasi si consiglia di visitare le chiese di San Leonardo e Santa Maria di Siponto e l’omonimo parco archeologico.


L'Area Marina Protetta (A.M.P.) Porto Cesareo, istituita con Decreto del Ministero dell'Ambiente del 12/12/97, è una Riserva Marina dello Stato, affidata ad un Consorzio di Gestione costituito dai due comuni di Porto Cesareo e di Nardò, nel cui territorio ricade la Riserva, e dalla Provincia di Lecce. L'AMP è suddivisa in: 2 Zone A, due Zone B, una Zona C. L'A.M.P. Porto Cesareo è l'unica Riserva Marina Statale del Salento.

L'AMP Porto Cesareo si estende per 16.654 ettari e 32 Km di costa ed Interessa il litorale dei comuni di Porto Cesareo e di Nardò, entrambi della provincia di Lecce, nella parte orientale del Golfo di Taranto, che costituisce la zona più settentrionale del Mar Ionio.

L'AMP Porto Cesareo è stata inserita nel 2011 nella lista delle Aree Specialmente Protette di Importanza Mediterranea (ASPIM) con il codice IT08.

La costa dell'area marina protetta è limitata a Nord da Punta Prosciutto e a Sud da Torre Inserraglio, con tratti di costa sabbiosa alternati a tratti di litorale basso e roccioso, ricco di isolotti e scogli affioranti.

Questa AMP è una delle poche a poter vantare, nonostante le sue notevoli dimensioni, la mappatura dei fondali, realizzata con metodologie e tecnologie (sistemi geoacustici e ROV) che forniscono informazioni reali su tipologia, distribuzione ed estensione degli habitat. Il risultato di tale mappatura corrisponde al rilevamento di oltre 15 habitat differenti sui fondali dell'AMP, con un elevatissimo grado di rappresentatività dei popolamenti sommersi del Mediterraneo. Ci preme sottolineare, tra tutti, la notevole percentuale di copertura rilevata a Posidonia oceanica, (confermata dalla presenza all'interno dell'AMP di ben tre siti SIC), a Coralligeno, e Grotte Sommerse, tre habitat sommersi di sicuro pregio ambientale e meritevoli di tutela, inseriti negli Allegati della Direttiva CEE, nonché nel Protocollo ASPIM.

 

L'AMP è suddivisa in tre zone a differente grado di tutela, cui corrispondono diversi gradi di fruibilità.


La Zona A (Zona di Riserva Integrale), è il cuore della Riserva, in cui è vietata qualunque tipo di attività ad eccezione della ricerca scientifica.

La Zona B (Zona di Riserva Parziale), è una porzione di A.M.P. in cui è consentita la pesca professionale con attrezzi selettivi previa autorizzazione da parte del soggetto gestore. In Zona B, inoltre, sono permesse la balneazione, le attività subacquee compatibili con la tutela dell'ambiente naturale, l'accesso e la navigazione delle imbarcazioni autorizzate ad una velocità inferiore ai 10 nodi.

La Zona C (Zona di Riserva Generale) funge da "cuscinetto" tra l'area soggetta a vincoli e l'area esterna all'AMP. In Zona C sono consentite tutte le attività permesse in Zona B, ed in più l'ancoraggio ad apposite strutture, e la pesca sportiva, con l' eccezione della pesca subacquea in apnea.

È, quindi, all'interno delle zone "B" e "C", che peraltro costituiscono la quasi totalità della Riserva, che il mare tutelato assume le caratteristiche di una risorsa ampiamente fruibile, pur nel rispetto di un progetto complessivo di sviluppo sostenibile.

 

 

CONSORZIO DI GESTIONE AREA MARINA PROTETTA PORTO CESAREO

Sede amministrativa: Via Manzoni angolo Via Leopardi
Telefono: 0833560144

E-Mail: segreteria@ampportocesareo.it

Gli Habitat

I popolamenti bentonici presenti lungo i fondali dell'A.M.P. di Porto Cesareo sono stati descritti nell'ambito di un dettagliato studio di mappatura effettuato tra Torre Lapillo e Torre Squillace, promosso da un accordo di programma tra Università di Lecce e Comune di Porto Cesareo. Questo studio ha almeno 10 tipologie di habitat differenti lungo il tratto di mare antistante la riserva. Tra di essi degni di nota sono gli habitat che includono la Posidonia oceanica, il Coralligeno e gli ambienti di Grotta.

Praterie di P. Oceanica

A partire dai 10-12 metri di profondità, nei fondali sabbiosi del sublitorale (zona al di sotto del livello di marea) di Porto Cesareo si estendono le praterie di Posidonia oceanica, fanerogama (pianta superiore costituita da rizoma, foglie, fiori e frutti) marina che, tra la fine dell'estate e l'autunno, produce dei singolari fiori e dei frutti simili ad olive. La P. oceanica è una pianta marina endemica (presente esclusivamente in Mediterraneo) del Mediterraneo, le cui praterie costituiscono uno degli ecosistemi più produttivi del Mediterraneo. Le praterie di P. oceanica svolgono diverse funzioni importanti nell'ecosistema marino:

      ·  producono, mediante l'attività fotosintetica, un'elevata quantità di ossigeno;

      ·  proteggono la costa dai fenomeni erosivi, frenando il moto ondoso con le folte fronde;

      ·  le radici della pianta, crescendo sia in orizzontale che in verticale, ed intrecciandosi fittamente, intrappolano il sedimento in strutture dette mattes, (alte anche diversi decimetri), fissandolo sul fondo ed impedendone la risospensione;

      ·  le foglie morte spiaggiate formano le cosiddette banquettes, che proteggono il litorale dall'erosione provocata dal moto ondoso;

      ·  l'intricata struttura delle praterie crea una serie di microhabitat che sono al tempo stesso fonte di cibo, zone di rifugio e di nursery (zona di crescita degli avannotti) per numerose specie animali anche d'importanza commerciale.

Le praterie di P. oceanica, nel fondale dell'AMP di Poto Cesareo, colonizzano principalmente i substrati sabbiosi ricadenti nella Zona B a Sud della riserva, intorno ai 20 metri di profondità.

Le praterie di Posidonia oceanica sono sottoposte a tutela daille seguenti Convenzioni internazionali sulla tutela della biodiversità in Mediterraneo:

      ·   Convenzione di Berna – Annesso I: specie rigorosamente protette

      ·   Protocollo delle Aree Specialmente Protette della Convenzione di Barcellona – Annesso II: specie minacciate;

      ·   Convenzione di Barcellona - Piano d'Azione per la conservazione della vegetazione marina in Mediterraneo;

      ·   Direttiva 92/43/CEE del 21 maggio 1992 - Allegato I : "Tipi di habitat naturali di interesse comunitario la cui conservazione richiede la designazione di aree speciali di Conservazione>"

            

Coralligeno

Il Coralligeno è un habitat che si sviluppa in ambienti profondi e in condizioni di luce attenuata. Esso viene definito "un substrato biogeno", ossia costruito da organismi viventi ed in particolare dall'insieme di concrezioni calcaree formate principalmente da alghe rosse a tallo (il "corpo" dell'alga) calcareo ed altri organismi costruttori (briozoi, serpulidi e antozoi).

Il coralligeno è una formazione che si sviluppa, generalmente, ad una profondità compresa fra i 50 e 140 metri. Nell'AMP di Porto Cesareo banchi di Coralligeno si formano, eccezionalmente, a partire dalla batimetrica di circa 15 metri e si presentano sotto forma di panettoni di roccia, intervallati da chiazze di sabbia.

Tra gli antozoi biocostruttori vi è la Cladocora caespitosa, unica grande madrepora coloniale presente nel Mediterraneo. Essa è distribuita in maniera abbondante in tutta l'AMP di Porto Cesareo ed in alcune zone, soprattutto nei fondi rocciosi antistanti Torre dell'Inserraglio, ricopre vasti tratti di fondale a partire dai 15 metri di profondità. Sulla superficie dei panettoni sono presenti numerosi esemplari della spugna arborescente Axinella sp, di colore giallo-arancio.

 

Ambienti di Grotta

La presenza di grotte sommerse è molto frequente lungo le coste salentine a causa della natura carsica della regione; attualmente sono state segnalate e descritte più di 50 grotte sommerse che, peraltro, rappresentano solo una parte delle cavità presenti lungo le coste del Salento.

Moltissime sono le grotte sommerse presenti all'interno dell'Area Marina Protetta, la maggior parte delle quali situate nel tratto di mare antistante il litorale di Torre Lapillo, e molte altre sono le cavità presenti in prossimità della riserva.

L'ambiente delle grotte marine è molto particolare. In esse si mescolano aspetti propri delle acque superficiali (temperatura media e pressione) e caratteristiche tipiche degli ambienti profondi (luminosità scarsa o nulla). Per la mescolanza di elementi tipici di ambienti diversi, si vengono a creare condizioni adatte ad ospitare una fauna (i vegetali sono scarsi, data la carenza di luce!) varia e diversificata: oltre alle numerosissime spugne e ai coralli, in grotta, sono stati pescati per la prima volta vivi ed in buono stato alcuni pesci, crostacei e invertebrati di acque profonde.

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