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Francesco Racanelli

Il Dott. Racanelli è stato un medico davvero singolare in quanto essendo dotato di facoltà pranoterapeutiche, ha dovuto scientemente unire la sua professionalità di medico curante con le proprie capacità bioradianti, allo scopo di effettuare una vera e propria “medicina integrata” con la quale operare sul paziente non solo sul corpo fisico ma anche, e soprattutto, su quello psichico e spirituale.

Leggendo infatti quanto egli scrive a riguardo dei suoi metodi di cura si evince quale è stato il suo impegno per unire fattivamente e positivamente le sue inusuali doti di medico e guaritore.

Francesco RACANELLI , nacque a Sannicandro di Bari, in provincia di Bari, il 27 gennaio 1904. Morì a Firenze nel 1978 ed è sepolto all’Isola del Giglio.

Uomo di vasta e varia cultura e profondamente religioso, è stato un medico-guaritore e scrittore, autore di una terapia medica non convenzionale che chiamò “Medicina Bioradiante”. Visse a Firenze in Via Carnasecchi, 17, dove un giorno per settimana ricevette gratuitamente i malati.

Nacque da famiglia di contadini e, seppure impegnato nei lavori agricoli, riuscì, alternando il lavoro nei campi con gli studi spesso autodidattici, a conseguire la licenza tecnica a Bari, la liceale a Molfetta e successivamente, iscrittosi all’Istituto di Scienze Sociali “Cesare Alfieri” a Firenze, e poi alla Facoltà di Giurisprudenza, la relativa Laurea nel 1927. Fin da ragazzo soffriva nel vedere il dolore e la stanchezza degli animali. Prese ad accarezzare buoi e cavalli. E si accorse che le proprie mani trasmettevano un calore e una forza. Gli animali guarivano. Quando vide che i suoi amici e i suoi vicini si ammalavano e soffrivano, prese a toccarli come aveva fatto con gli animali che amava tanto. Le sue mani guarivano anche gli uomini. Fu così che, sparsa la voce di queste sue facoltà terapeutiche, cominciò, senza mai chiedere nulla in cambio, ad applicare le sue doti, con risultati assai positivi, in centinaia e centinaia di casi. Questa sua attività però non sfuggì all’Ordine dei Medici che, con l’accusa di esercizio abusivo della professione medica, lo portò a subire ben cinque processi, dai quali, anche grazie ai suoi studi di giurisprudenza, ne uscì sempre con piena assoluzione grazie anche alle testimonianze di chi effettivamente ebbe giovamento dalle sue cure.

Questi processi lo convinsero ad iscriversi alla Facoltà di Medicina e, laureatosi in Medicina e Chirurgia nel 1934, nel febbraio del 1935, venne iscritto all’Ordine dei Medici di Firenze, potendo perciò operare finalmente in piena libertà e lottare più validamente a sostegno di altri guaritori.

Trasferitosi a Firenze aprì una sua clinica dove teneva le sue terapie di gruppo, con anche un ambulatorio, dove il medico-guaritore riceveva, e c'era una stanza d'aspetto. Tutto molto modesto, semplice ma pulito. Alle pareti della sala d'attesa, erano appesi dei cartelli recanti frasi del Vangelo, di Padre Pio, o tratte da antiche saggezze esoteriche, sempre in chiave cristiana. Quando il paziente si presentava da lui, Racanelli lo ascoltava, nel suo studio nudo, lo faceva spogliare, lo adagiava su un lettino e lo avvolgeva in un lenzuolo di lino, il tessuto della protezione magica e sacerdotale. Poi si avvicinava alla finestra, chiudeva gli occhi, alzava le mani, puntando le palme al sole, la grande fonte di energia. Restava immobile alcuni minuti, poi si avvicinava al paziente e passava le mani sul suo corpo, soprattutto sul plesso solare e sulla fronte. Il paziente sentiva un gran calore e una specie di corrente magnetica scorrergli nelle vene, qualcosa che lo rilassava, ma che non capiva. Le sedute erano più di una e, nei casi più gravi, Racanelli apriva le porte della sua clinica a chi ne aveva bisogno: non chiedeva se uno era povero o ricco, se era cattolico o ateo.

Dovette sempre lottare contro i baroni della medicina, gli speculatori dell'industria farmaceutica, i cinici ufficiali del dolore e contro quelli di contrabbando, i ciarlatani, gli speculatori, anche oggi tanto in auge, grazie soprattutto alla faciloneria della televisione e il sensazionalismo di certa stampa.

Ha creato nella sua casa una comunità terapeutica integrale, “L’Aquario”, nella quale, con la sua azione “bioradiante” e con la sua presenza fisica curava le malattie e disordini psichici e psicosomatici, convivendo con i suoi pazienti i una specie di communitas affectionis, e con lusinghieri risultati.

Egli non cercava le ragioni delle sue doti nei grandi misteri, nei miracoli, ma sempre e solo nella terra e nell'uomo. Ormai vecchio, viveva con poco, francescanamente, e non si faceva pagare. Pensava ai poveri e se qualche volta veniva un cliente ricco, lo pregava di pensare agli altri, ai poveri che affollavano il grande stanzone della sua clinica. Dormiva in una stanza da carcerato. Un letto bianchissimo, un crocefisso al muro e due sole immagini: San Francesco e Padre Pio da Pietrelcina.

Ritiratosi, morì alla Lampara dell'Isola del Giglio, sulla sua terra, come un contadino, come lui aveva desiderato, facendo in modo che neppure gli amici più intimi, lo venissero a sapere.

La Pro Loco di Sannicandro lo ricorda citando e presentando uno dei suoi libri "IL DOLORE E LA SUA MEDICINA", ove Racanelli si pone quale esempio di rettitudine, di sapienza, di esperienza e di rigore spirituale ed intellettuale in un suo preciso posto nell'ambito parapsicologico, come valido e valoroso esponente della medicina bio-radiante o "medicina dell'ultima frontiera" che mira a curare l'uomo, "questo sconosciuto" , nella sua totale dimensione.



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