Impianti sportivi della città metropolitana di Bari |
Campo degli Sports Il Campo degli Sports, chiamato informalmente Campo
degli Sport, era uno stadio di calcio della città di Bari,
sito nel quartiere Carrassi tra la
seconda metà degli anni venti e
la fine degli anni sessanta del Novecento. Era situato fra le importanti
via Vaccarella (l'attuale via Giulio Petroni) e via Carbonara (ora
corso Benedetto Croce)
e adiacente al carcere (immediatamente
a nord di esso). Fu utilizzato per gli incontri di casa delle squadre calcistiche
baresi e per i vari tornei a carattere amichevole, dal 1925,
anno in cui fu costruito e inaugurato, agli anni
sessanta. Fu impiegato anche per manifestazioni sportive diverse
dal Calcio. Nel 1967 fu demolito a scopo di pubblica utilità. Quando fu costruito era uno dei migliori e maggiormente
attrezzati stadi del Sud Italia. Nei suoi primi dieci anni di servizio ha ospitato per quattro stagioni incontri di massimo livello calcistico. La Storia L'impianto fu costruito nel 1925 nel rione Carrassi di Bari (allora una
delle zone d'espansione della città) su iniziativa del F.C. Liberty (alcuni
giornali lo chiamarono infatti "Campo sportivo del FC
Liberty") giacché la Piazza d'Armi, meglio conosciuta come
"Campo San Lorenzo" e di proprietà militare, non riusciva più a
soddisfare le esigenze crescenti dello stesso Liberty e dell'Ideale (entrambe
militanti nel massimo campionato dell'epoca, la Prima Divisione), soprattutto per il
largo seguito di pubblico che si andava sviluppando ma anche per dotare la
città di Bari (che allora contava 120000 abitanti[2]) di un campo sportivo proprio
(l'amministrazione comunale aveva
mostrato poca disponibilità a sovvenzionare una simile opera). Per la realizzazione dell'impianto il Liberty creò un'apposita
società, la "Società Anonima S.A.S.",
che acquistò il terreno e si occupò del progetto, realizzato dall'ingegner Pietro Giorgio, presidente
del Liberty (che fu anche direttore dei
lavori), e della costruzione. Fu inaugurato l'8 dicembre 1925, alla presenza delle maggiori
istituzioni politiche, militari ed ecclesiastiche cittadine
del tempo, con la gara amichevole Liberty-Anconitana,
vinta dai bianco-blu per
1-0 (goal di Costantino su rigore). Fu sottoposto a
dei primi lavori di adeguamento fra l'estate e l'autunno del 1928,
per gli incontri dei galletti in Divisione
Nazionale (durante questi lavori, i biancorossi disputarono
gli incontri di casa nuovamente al San Lorenzo). Il 4 agosto del 1929 il Campo degli
Sport ospitò il secondo
spareggio per la promozione dal Campionato
Meridionale alla Serie B,
disputato tra il Lecce ed
il Taranto e
vinto dai giallorossi 3-1.
Per effetto di tale risultato il Lecce si laureò campione della Lega Sud di
Prima Divisione. Nel 1931, viste le aumentate
esigenze soprattutto in termini di spettatori (anche per la promozione del
Bari in Serie A, per la quale lo stadio non era
regolamentare), fu indetta una licitazione
privata per adeguare l'impianto alle norme vigenti, vinta
dalla ditta Bucciero di Bari. Il progetto di modifica fu eseguito
dall'ing. Vincenzo Danisi. A seguito di questi lavori il Campo degli
Sports poté accogliere poco più di 10000 spettatori (comunque non era ancora
uno stadio abbastanza adatto a una città in espansione e poteva concorrere
poco con gli impianti coevi delle altre grandi città italiane). Benché la struttura fosse
adeguatamente progettata e costruita fu più un'opera transitoriae nel 1934 fu
sostituita dallo Stadio
della Vittoria (che aveva una capienza di spettatori circa
quattro volte maggiore). L'ultimo incontro ufficiale della prima squadra del Bari, ivi
disputato il 25 novembre 1934 fu Bari-Venezia (2-0).
Da questo momento l'impianto fu utilizzato per gli allenamenti e gli incontri
delle formazioni giovanili biancorosse, mentre nel secondo dopoguerra le
rifondate Liberty e Ideale tornarono a utilizzarlo nelle
serie dilettantistiche e fu utilizzato per diversi tornei (negli anni cinquanta e sessanta, nei giornali locali viene
chiamato anche campo di Carrassi). Nel secondo dopoguerra vi
si tennero anche gare podistiche, gimkane e ippiche. Nel 1967, per dare spazio
alla mediana di collegamento del quartiere barese San Pasquale con
la strada per Bitritto (mediana
corrispondente all'attuale via Papa Giovanni
XXIII) l'impianto fu completamente raso al suolo e ora non ne
rimane più traccia. Osservando le foto del vecchio impianto al cospetto del carcere, quest'ultimo rimasto fino ad ora immutato, si comprende abbastanza bene dov'era situato lo stadio. Struttura e architettura L'estensione dell'area acquistata per la costruzione
dell'impianto era di 24000 m² ed era chiusa da un muro in calcestruzzo. Il campo di calcio,
circondato da rete metallicaera posto al
centro della proprietà. Sul lato nord (in corrispondenza di uno dei lati
maggiori del campo, verso il centro della città) c'era la tribuna dei
distinti, con basamento in muratura tufacea e
copertura metallica sostenuta da colonne in acciaio, a sezione quadrata e
decorate. Questa struttura era dotata di 700 posti a sedere. Sui
lati est e ovest (e nel restante spazio del lato nord), privi di spalti,
trovavano invece posto i popolari (in piedi). Al di sotto della tribuna
c'erano gli spogliatoi e i ripostigli. Nel progetto iniziale era prevista,
attorno al campo, una pista ciclistica che
però non fu mai realizzata. Nel 1928 furono operate alcune ristrutturazioni e
fu aggiunta una tribunetta con tetto in tegole a ovest del settore distinti
ed una gradinata in struttura leggera (legno e metallo) per circa 2000
persone sul lato sud. I lavori del 1931, che mantenennero l'assetto originario dell'opera, furono cospicui. Il campo fu spostato di quaranta metri verso via Vaccarella e le tribune distinti (di cui quella centrale elevata a 900 posti e dotata di sedili numerati in ferro) furono prolungate e vi fu aggiunto un moncone laterale a est (tutta la tribuna nord divenne quindi un corpo unico lungo 104 m e con 10 file di posti, con basamento in tufo e completamente coperto verso l'alto). Ai lati est ed ovest del campo furono aggiunte due gradinate (tutte in legno e metallo). Questa, nell'ordine, la capienza degli spalti: tribuna nord 4400 posti; gradinate sud 2000 posti; gradinate est e ovest circa 2000 posti ciascuna. L'accesso e l'uscita agli spalti dei distinti, sopraelevati di qualche metro, era assicurato da serie di doppie scalinate simmetriche poste a intervalli regolari, verso il campo; mentre l'accesso a ognuna delle altre gradinate avveniva per mezzo di due scale laterali alle stesse e di scale sottostanti alla gradinata protette da ringhiere, che "bucavano" gli spalti. L'ingresso alle gradinate est era da via Vaccarella, quello per le tribune coperte e le altre gradinate popolari da via Carbonara. |
Palaflorio Il PalaFlorio è il principale palazzetto dello sport della città di Bari, costruito tra il 1989 e il 1991 per sopperire alle esigenze di infrastrutture ricreative della grossa area cittadina del capoluogo pugliese. È stato intitolato nel 1993 al dirigente sportivo barese Pietro Floriano Florio, presidente della FIPAV dal 1977 al 1978. Caratteristiche La struttura ha una capienza di 4.540 posti a sedere (6.000 utilizzando il parterre) che lo rendono il più grande palasport della regione, quarto impianto nel sud Italia dopo il palaPentimele di Reggio Calabria, il palaMaggiò di Caserta ed il palaDelMauro di Avellino. È utilizzato prevalentemente per eventi sportivi, concerti, fiere e congressi. Ci giocavano le squadre di basket del capoluogo, maschile e femminile, nonché quelle di altri sport. Si è spesso organizzato eventi di tipo pugilistico. Rinnovo e Ristrutturazione Chiuso nel 2003 per problemi
di staticità e manutenzione, la struttura è rimasta inattiva fino al 2008,
quando il Comune di Bari ha avviato dei lavori
di ristrutturazione per renderla agibile e omologabile secondo tutte le
disposizioni di legge in merito agli impianti sportivi (uscite di sicurezza,
sistemi antincendio). Post-Ritrutturazione La consegna e riapertura è avvenuta a maggio 2010 ed il palazzetto dello sport è stato ufficialmente inaugurato il 2 agosto durante il primo di una serie di grandi eventi di carattere cestistico. Infatti, il PalaFlorio ha ospitato tutte le quattro sfide di qualificazione all'EuroBasket 2011 della Nazionale italiana di pallacanestro allenata da Simone Pianigiani. Nonostante il grande seguito e successo che i quattro eventi casalinghi hanno generato, da settembre 2010 sino ai primi di gennaio del 2011, il palazzetto è stato utilizzato come set di un film di Ermanno Olmi dal titolo Il villaggio di cartone. Nel marzo 2011, l'impianto ritornerà ad ospitare eventi sportivi come i campionati assoluti di karate, evento valido come seconda prova dei campionati italiani di serie A1 e A2. A partire dalla stagione 2011-2012, il palazzetto è tornato ad ospitare un campionato nazionale; non si tratta però di un campionato di pallavolo come nelle stagioni precedenti, bensì è il CUS Bari Pallacanestro a disputare le gare interne della neo-nata Divisione Nazionale A, ex serie A-Dilettanti. La struttura del Palaflorio è concepita come uno spazio polifunzionale per molteplici eventi. Questo lo rende il luogo ideale per organizzare grandi appuntamenti come concerti, fiere, competizioni sportive, congressi e convention fino a 6000 persone, quanto incontri per gruppi meno numerosi in occasione di meeting, workshop, ricevimenti o cene di gala. |
Stadio San Nicola Indirizzo: Strada Torrebella, 70124
Bari BA Capienza: 58.248 Data di apertura: 3 giugno 1990 Squadra: Football Club Bari 1908 Lo stadio San Nicola è il maggiore impianto sportivo
della città di Bari e della regione Puglia. Progettato da Renzo Piano e soprannominato da lui
stesso Astronave per
via della sua caratteristica conformazione architettonica, è stato realizzato
in occasione della 14ª
Coppa del Mondo di calcio. Sorge nella zona sud-ovest della città,
nel territorio del IV municipio (nella zona dell'ex circoscrizione Carbonara-Santa Rita) in un'area di
533.000 m². Di proprietà del Comune
di Bari, è stato intitolato al santo patrono della città a seguito
di un referendum popolare abbinato alla Gazzetta
del Mezzogiorno ("Azzurro",
"Mediterraneo", "Del Levante" e "Degli Ulivi"
le alternative scartate). Ospita le partite casalinghe della società
calcistica del Bari dalla
stagione 1990-1991.
È il quarto stadio più grande d'Italia (dietro al Meazza di Milano, al San Paolo di Napoli e all'Olimpico di Roma).
Secondo i criteri
UEFA l'impianto è attualmente classificato nella categoria 3. Con Decreto del 18 maggio 2007, allo stadio San Nicola è stato riconosciuto il "particolare carattere artistico" ai sensi della L. 633/41. In particolare, le motivazioni per l'attribuzione del riconoscimento recitano: “L’opera è riconosciuta di indiscussa qualità architettonica e rappresenta un’evoluzione del tipo edilizio di pertinenza sia per lo studio della forma planimetrica e distributiva delle gradinate, delle strutture di servizio e dell’accessibilità che per le soluzioni strutturali adottate". Storia e Caratteristiche Premesse Il 19 giugno 1984 nella sede
della FIFA a Zurigo si tenne la votazione per
stabilire quale nazione avrebbe ospitato la fase finale dei campionati
mondiali di calcio del 1990. Delle nove nazioni inizialmente
candidatesi (Austria, Francia, Germania Ovest, Grecia, Inghilterra, Iran, Italia, Jugoslavia e URSS) vennero confermate in sede di
votazione soltanto la candidatura italiana e quella sovietica. Bastò una sola
votazione per decretare vincitrice l'Italia, con 11 voti contro i 5 dell'URSS. Per la seconda
volta, 56 anni dopo la prima (avvenuta nel 1934),
l'Italia avrebbe ospitato la
manifestazione calcistica più importante al mondo, tuttavia fu subito
evidente che la maggior parte delle città propostesi per diventare una delle
12 sedi degli incontri necessitasse di imponenti opere di ristrutturazione
sugli impianti sportivi già esistenti. Tra queste vi era anche Bari,
dove il vecchio Stadio
della Vittoria, ormai cinquantenne, non era più ritenuto adatto a
ospitare una manifestazione di tale importanza. La candidatura della
vicina Lecce poi, con lo stadio Via del
Mare rimesso completamente a nuovo in occasione della prima
promozione in Serie A della
squadra salentina (1985), limitava ulteriormente le
possibilità che la candidatura barese fosse accettata. Per permettere quindi al capoluogo pugliese di avere la meglio
si optò per la costruzione di un nuovo stadio, la cui progettazione venne
assegnata il 21 gennaio 1987 al famoso architetto
genovese Renzo Piano. Dal Progetto all’inaugurazione Il progetto originale,
presentato nel febbraio 1987, prevedeva uno
stadio di calcio da 45.000 posti, tutti coperti, disposti su due anelli
concentrici: l'anello inferiore posto all'interno di un avvallamento
artificiale creato appositamente; quello superiore, che s'innalza di soli 3,6
metri sul livello del terreno e nella parte più alta raggiunge i 43,84 metri
dal suolo, costruito con l'impressione di essere sospeso nel vuoto. L'idea di
suddividere la parte superiore del secondo anello in 26 "petali" fu pensata dall'architetto
per motivi di sicurezza: ogni "petalo" dista infatti 8 metri
dall'altro, ciò permette l'isolamento di gruppi di tifosi ospiti impedendo
scontri tra tifoserie. Avveniristica l'idea di diffondere l'impianto
d'illuminazione lungo tutto il perimetro della copertura, cosa che permise al
San Nicola di essere l'unico stadio al mondo privo di ombre sul campo durante
le partite in notturna. La capienza dell'impianto passò quindi agli attuali 58.270 posti
a sedere, tuttavia le file più vicine al terreno di gioco si trovano, di
fatto, prive di copertura. La scelta dell'area in cui sarebbe sorto
l'impianto avvenne durante una riunione del consiglio comunale la sera del 16
gennaio 1987; l'edificazione, ad opera del Consorzio Stadium (un'associazione
temporanea composta dalla Salvatore Matarrese S.p.A. e da altre imprese edili
locali: De Bartolomeo, Rubino, Rossi, Mazzitelli, De Gennaro), cominciò il 15
ottobre 1987 per terminare durante la
primavera del 1990. Lo stadio venne inaugurato la sera
di domenica 3 giugno 1990 dopo che
il comune di Bari negò il permesso di
disputarvi all'interno la finale di Mitropa Cup tra Bari e Genoa il
21 maggio. Per l'occasione venne disputato un incontro amichevole tra i
padroni di casa del Bari e
i campioni d'Europa del Milan,
terminata 2-0 per i biancorossi con reti di Scarafoni e Monelli. Italia ‘90 Bari, assieme a Napoli, ospitò la fase a gironi del Gruppo B di Italia '90, composto da Argentina, Camerun, Romania e URSS. La prima partita ufficiale fu disputata il pomeriggio di sabato 9 giugno 1990: un "derby" dell'est tra URSS e Romania vinto da questi ultimi con doppietta di Lăcătuș. In seguito vi si giocarono anche Camerun-Romania (2-1) e Camerun-URSS (0-4), prima partita ufficiale in notturna nell'Astronave. L'ottavo di finale tra Cecoslovacchia e Costarica (4-1) e la finale per il terzo posto tra Italia e Inghilterra (2-1) furono gli ultimi atti del mondiale barese, per un totale di cinque incontri disputati e 218.000 spettatori complessivi (una media di 43.600 a partita). L'Astronave negli anni '90:
Coppa dei Campioni e Giochi del Mediterraneo La prima partita
ufficiale disputata dai biancorossi nella loro nuova casa fu giocata il 4
settembre 1990 contro il Messina (0-0,
secondo turno della Coppa Italia
1990/91), mentre il battesimo del San Nicola in campionato avvenne
il 16 settembre con l'incontro Bari-Torino (2-1),
2ª giornata del campionato di Serie
A 1990/91. La prima rete ufficiale venne siglata dal
brasiliano Müller al
9', mentre il primo biancorosso ad andare a segno in campionato nel nuovo
stadio fu il rumeno Răducioiu al
39'. Il 16 dicembre dello stesso anno, durante l'intervallo di Bari-Sampdoria,
lo stadio viene ufficialmente dedicato al santo patrono della città. A quasi un anno dalla sua inaugurazione, il 29 maggio 1991 l'Astronave fu
teatro di un altro importante evento calcistico internazionale: la finale
della Coppa dei Campioni 1990-1991 tra Stella
Rossa e Olympique
Marsiglia, vinta ai rigori 5-3 dalla squadra di Belgrado. Bari diventò
così la terza città italiana, dopo Milano e Roma,
ad aver ospitato l'ultimo atto della più importante competizione calcistica
europea. L'11 novembre 1995, a cinque anni
da Italia
90, il "San Nicola" tornò a ospitare la Nazionale.
Nella sfida valida per le qualificazioni a Euro
96 gli azzurri batterono l'Ucraina per
3-1, rimontando un'autorete di Ferrara con due reti di Ravanelli e
una di Maldini. Si
trattò della prima sfida tra le due nazionali in uno stadio italiano. Dal 13 al 26 giugno 1997 Bari ospitò
i XIII
Giochi del Mediterraneo, dei quali il "San Nicola" fu
l'impianto principale: ospitò la cerimonia inaugurale, tutte le gare di atletica leggera (grazie alle quali
venne finalmente sfruttata la pista d'atletica, fortemente voluta dal CONI nel
progetto dello stadio), alcune gare per disabili e la finale di calcio tra le nazionali Under 23 di
Italia e Turchia (vinta dagli azzurri 5-1). Oltre alla finale di Coppa dei Campioni l'impianto
barese ha ospitato anche un incontro di Coppa UEFA: il 15 settembre 1998,
a seguito della squalifica dello stadio Artemio
Franchi di Firenze, il San Nicola ha ospitato come
campo neutro la partita tra Fiorentina e Hajduk
Spalato, valevole per i trentaduesimi di finale della Coppa UEFA
1998-1999 e vinta dai viola 2-1. Nella notte di sabato 18 dicembre 1999 l'allora diciassettenne Antonio Cassano segnò dinnanzi al suo pubblico il suo primo storico goal in Serie A, all'87' di una celebre partita tra Bari e Inter, fissando il punteggio sul 2-1 per i galletti. Anni 2000: i trofei estivi e il
ritorno della Nazionale A 10 anni dalla
sua inaugurazione lo stadio è stato sottoposto a una prima verifica decennale
delle strutture, senza riportare la necessità di interventi particolari se
non la già pianificata sostituzione della copertura in teflon (in
realtà mai avvenuta). Dal 2000 al 2004 l'Astronave di Renzo Piano ha ospitato per cinque
anni di fila il Trofeo Birra
Moretti. Nelle edizioni giocate al San Nicola vi hanno preso
parte Bari, Chelsea, Inter, Juventus, Lazio, Palermo e Sampdoria.
A partire dal 2001 una serie di campionati
di Serie B non esaltanti da parte della
squadra di casa e una lunga contestazione a oltranza da parte della tifoseria
nei confronti della presidenza di Vincenzo Matarrese portarono
il "San Nicola" in un progressivo stato di degrado e abbandono,
riscontrabile dalla mancanza di sediolini in alcuni settori perché divelti dai
tifosi, dall'assenza di manutenzione dell'impianto d'illuminazione e dalla
mancata riparazione dei tabelloni luminosi. Il 14 maggio 2006, per la squalifica dello Stadio Oreste Granillo di Reggio Calabria, l'impianto è stato scelto come campo neutro per ospitare l'incontro Reggina-Juventus, ultima giornata del campionato di Serie A 2005-2006, vinto dai bianconeri 2-0. Grazie a quella vittoria la Juventus vinse il suo 29º scudetto (titolo poi revocato, assieme a quello vinto nella stagione precedente, per lo scandalo di Calciopoli). Il 28 marzo 2007, dopo 12 anni di
attesa, la Nazionale fece
il suo ritorno a Bari per disputare
un incontro valido per le qualificazioni agli Europei
2008. Per l'occasione lo stadio ha ricevuto i primi interventi di
manutenzione straordinaria dalla sua costruzione: il Comune
di Bari ha provveduto alla sostituzione dei sediolini rotti e
mancanti nonché al ripristino dei tabelloni luminosi, con la completa
riparazione di quello monocromatico sovrastante la Curva Nord e con la
sostituzione del pannello a colori di quello della Curva Sud con uno nuovo
dell'italiana Tecnovision, più piccolo (8,8 x 5,28 m) e con una risoluzione
maggiore (640x384 pixel) rispetto al precedente. Una straordinaria e
coloratissima cornice di pubblico, lodata dai cronisti, dal CTDonadoni e dai calciatori, vide gli
azzurri battere la Scozia per
2-0 con una doppietta di Toni. Il 1º aprile 2009 gli azzurri
tornarono nuovamente al San Nicola. Stavolta la Nazionale di Marcello Lippi, impegnata in una partita
valida per le qualificazioni ai Mondiali
di Sudafrica 2010, non andò oltre l'1-1 contro l'Irlanda di Giovanni
Trapattoni. Gli azzurri, rimasti in 10 dopo soli 3 minuti per
espulsione di Pazzini,
andarono in vantaggio con Iaquinta ma
furono raggiunti allo scadere da Keane. Si tratta del 1° pareggio della
Nazionale a Bari, dove in precedenza (4 volte
al della
Vittoria e 3 al San Nicola) aveva sempre vinto. Nell'ottobre 2009 un forte vento
di maestrale danneggiò irrimediabilmente la copertura in teflon del settore
ospiti, il quale restò privo di copertura fino al 7 gennaio 2012,
quando la stessa è stata sostituita con una nuova di un materiale simile ma
più economico. Dal 2010 al 2012 il San Nicola è stato sede del Trofeo TIM, triangolare estivo disputato annualmente da Inter, Juventus e Milan. Nello stesso periodo, il 10 agosto 2011, è stato teatro dell'amichevole di lusso tra l'Italia e i campioni d'Europa e del mondo della Spagna. Ancora una volta Bari si è confermata città portafortuna degli azzurri: l'incontro è stato vinto 2-1 con reti di Montolivo, Xabi Alonso su rigore e Aquilani. In occasione del Trofeo TIM 2012numerose polemiche maturarono per via delle pessime condizioni del manto erboso, mai sostituito dal 1990, cosicché nel settembre dello stesso anno lo stadio è rimasto chiuso per lavori di stesura di un nuovo manto in Bermuda grass (costringendo la squadra locale a disputare l'incontro contro la Pro Vercelli del 25 settembre 2012 in campo neutro allo stadio Degli Ulivi di Andria). Le ultime due partite della Nazionale giocate
al San Nicola hanno segnato in entrambi i casi il debutto di un ex allenatore
del Bari sulla
panchina azzurra: il 4 settembre 2014 contro l'Olanda (vinta
per 2-0) per Antonio Conte e
il 1º settembre 2016 contro la Francia (persa
per 1-3) per Gian Piero Ventura.
Quest'ultima segna la prima sconfitta italiana a Bari,
dove l'attuale bilancio su 11 partite è di 9 vittorie, 1 pareggio e 1
sconfitta. Futuro dell’impianto La carenza di fondi per coprire le cospicue spese di
manutenzione che la struttura comporta e l'inesorabile passare del tempo
stanno portando l'Astronave in un lento processo di decadimento, il cui
elemento più rilevante è certamente la condizione della copertura in teflon,
attualmente mancante su ben 10 dei 26 petali: una bufera nella notte del 6
gennaio 2012 ha distrutto ben 4 dei 7 teloni
della Curva Sud, la quale ad oggi resta praticamente priva di copertura; lo
stesso destino è toccato a 4 dei 6 teloni della Tribuna Est (volati via
nell'aprile 2012, nel gennaio 2014,
nel febbraio 2016 e il 7 marzo 2017) e a 2 in
Curva Nord (nel 2013 e il 30 gennaio 2015).
Anche i tabelloni luminosi sono nuovamente guasti, la pista d'atletica è
inutilizzabile perché mai sottoposta a manutenzione e alcune strutture
interne, come la sala stampa, non hanno mai ricevuto interventi di
ammodernamento dai mondiali di Italia '90. Il Comune di Bari ha più volte ribadito nel corso degli anni l'intenzione di voler cedere la gestione dello stadio a privati; lo stesso Renzo Piano è stato interpellato nel 2013 per la realizzazione di un progetto di ammodernamento della struttura, il quale prevede l'avvicinamento dell'anello inferiore al terreno di gioco per 6,5 m con l'eliminazione della pista d'atletica, del fossato e delle barriere che separano il rettangolo di gioco dagli spalti, una riduzione della capienza complessiva a circa 44.000 posti e l'utilizzo degli spazi ricavati (50.000m²) per la realizzazione di attività commerciali, ludiche e sportive. Il 30 maggio 2017 il presidente del Bari Cosmo Antonio Giancaspro ha presentato al Comune un progetto di riqualificazione dello stadio e dei terreni circostanti fedele a quanto realizzato da Renzo Piano pochi anni addietro, da realizzarsi a seguito di una concessione pluriennale dei terreni per un periodo di 99 anni, i cui costi di realizzazione (pari a circa 150 milioni di euro) verranno avallati da partner commerciali quali Siemens e Osram. La proposta è ora al vaglio delle autorità competenti, le quali dovranno esprimersi entro fine giugno dello stesso anno. |
Stadio della Vittoria Lo stadio della Vittoria (anche Arena della
Vittoria) è uno storico impianto sportivo della
città di Bari, sito nel quartiere
Marconi (zona Fiera del Levante). Storia e Descrizione Un monumento alla Vittoria per la
città Fin dalla promozione della squadra locale nella Divisione
Nazionale nel 1928, Bari sentiva
la necessità di uno stadio degno di poter ospitare le più blasonate squadre
del calcio italiano: il "Campo degli Sports",
seppur di recente costruzione, era ritenuto insufficiente per le crescenti
ambizioni calcistiche dei baresi. Il 28 luglio 1928 il
quotidiano La
Gazzetta del Mezzogiorno dedicava mezza pagina del giornale
alla tanto attesa notizia: l'allora podestà della
città di Bari Araldo di Crollalanza aveva
presieduto una riunione nella quale si era stabilita la costruzione dello
stadio della Vittoria che sarebbe sorto nella zona di Marisabella su un'area
di 70.000 m2. Nell'articolo si evinceva la motivazione alla scelta del nome:
"...per ricordare alle future generazioni non solamente il sacrifizio
dei Caduti, ma altresì la grandezza della Vittoria conseguita
dalle nostre Armi e valorizzata dal Fascismo". Elemento peculiare della
struttura sarebbe dovuta essere la parte monumentale, dedicata ai caduti di
guerra. Al bando di concorso ufficiale, pubblicato il 15 settembre 1928,
venivano presentati nel 1929 quattro
progetti (denominati "Romanus", "San Nicola",
"Indeficienter" e "Stadium"), ma vennero tutti scartati.
Tuttavia nel giugno 1932, a seguito del
ritorno della Bari nella
massima serie, si rese nuovamente urgente la realizzazione dell'impianto.
Venne così sposato il progetto presentato dall'ingegnere Angelo Guazzaroni e dall'architettoVincenzo Fasolo, mentre la gara
d'appalto, svoltasi il 15 gennaio 1933 (esattamente
25 anni dopo la fondazione del Football Club
Bari), veniva vinta dall'impresa di costruzioni Romolo Vaselli di Roma,
alla quale si affiancò la Ferrobeton. I lavori, guidati dall'ing.
Uva, videro coinvolti circa 600 operai e, partendo durante l'estate del 1933,
ebbero una durata complessiva di 14 mesi. Il costo dell'opera fu di quasi
2 000 000 di lire, di cui 1 800 000 versate
volontariamente dai cittadini baresi. "Il nuovo tempio della
giovinezza e della forza" Fiore all'occhiello del calcio del mezzogiorno per l'imponenza e
la modernità del progetto, nelle settimane precedenti la sua inaugurazione le
testate giornalistiche locali e nazionali davano risalto al nuovo stadio
barese, definendolo "Nuovo tempio della giovinezza e della forza" e
"Un miracolo di architettura e di tecnica" per le sue
caratteristiche: una struttura ad anello unico in pianta ellittica lievemente
schiacciata, la copertura della tribuna centrale (tra i primi stadi al mondo
ad avere una pensilina non sostenuta da colonne) e la torre di Maratona,
composta da una torre mediana alta 42 metri affiancata da altre quattro torri
laterali, di cui due di 26 metri e due di 21, nella quale sarebbe stata creata
la Sala della Vittoria con all'interno due stele commemorative per
i caduti di guerra. Le gradinate avrebbero avvolto la struttura senza
interruzioni, neanche nella parte monumentale. All'interno della struttura vi
avrebbero trovato spazio due palestre (entrambe delle dimensioni di 29x14 m)
e sale dedicate al medico sportivo, ai massaggiatori, alle docce, alla
ristorazione, alle riunioni e ad altri sport individuali (scherma, lotta,
pesi, pugilato...). Attorno al terreno di gioco, collegato agli spogliatoi mediante
un tunnel sotterraneo, sarebbe stata collocata anche una pista d'atletica a 6
corsie, la quale avrebbe permesso allo stadio di poter essere utilizzato già
in occasione dei Campionati Nazionali dei Giovani Fascisti, che si sarebbero
tenuti a Bari dal 2 al 6 settembre 1934.
Per permettere il drenaggio del campo sarebbero state ricavate delle
condutture a spina di pesce che avrebbero fatto scorrere l'acqua fino a
quattro pozzi assorbenti, sistemati ai quattro angoli del campo. Giovedì 6
settembre 1934, alla presenza del duce Benito Mussolini, veniva ufficialmente
inaugurato il nuovo impianto sportivo, nonostante la sua edificazione non
fosse ancora stata del tutto completata per mancanza di fondi (in modo
particolare svettava sull'ingresso monumentale quello che in realtà era solo
lo scheletro della torre di Maratona). Il debutto della Bari nel suo tanto agognato nuovo
stadio avvenne il 16 dicembre 1934,
in occasione della partita di campionato Bari-Comense, terminata con il risultato di
3-1 per i padroni di casa. Lo stadio devastato dalla guerra Nei primi anni
di vita il "della Vittoria" era costantemente teatro, oltre che di
varie stagioni in Serie A del Bari, anche di numerosi eventi sportivi
per balilla, avanguardisti e giovani fascisti. Inoltre la capienza
notevolmente maggiore rispetto al Campo degli Sports permise
alla società di poter ridurre il prezzo dei biglietti, evento che favoriva la
costante presenza di un gran numero di tifosi sugli spalti. Tuttavia gli anni
della seconda guerra
mondiale ebbero ripercussioni negative anche sull'impianto
barese: nel 1940 molti tifosi dovettero partire
per il fronte, lasciando lo stadio spesso vuoto per oltre la metà; nello
stesso periodo un reggimento di fanteria dotato di numerosi muli vi alloggiò
all'interno in attesa di essere imbarcato per la Grecia. Una notte la paglia utilizzata
per i muli prese fuoco: l'incendio divampato distrusse tutti i locali
all'interno della struttura, le porte e lo steccato in legno utilizzato come
recinzione provvisoria dal 1934. Ma era solo
l'inizio: durante il tragico bombardamento di
Bari del 2 dicembre 1943 due
bombe caddero sullo stadio, una colpì la pensilina della tribuna, forandola,
l'altra cadde sul terreno di gioco. Requisito dai militari delle truppe
alleate fino al termine del conflitto bellico, venne adibito agli usi più
impensati: il terreno di gioco veniva utilizzato come parcheggio di automezzi
e carri armati; tutta l'attrezzatura all'interno dello stadio venne
distrutta, i locali interni tramutati in cucine e gli spalti in accampamenti,
perfino il tunnel degli spogliatoi venne murato e riempito di cemento.
Durante gli anni dell'occupazione vennero disputati al suo interno alcuni
eventi sportivi organizzati dai soldati, tra i quali il 23 novembre 1944 il Bambino
Bowl, considerato il primo incontro di football americano-touch football in territorio
italiano di cui si abbia notizia (la Technical School s'impose sui Playboys
con il risultato di 13-0). Concessone finalmente l'utilizzo da parte dei
soldati, la Bari tornò
nel suo stadio (ridotto a un rudere) il 4 marzo 1945,
battendo il Lecce per
2-1. Nel 1946, per merito del
comm. Tommaso Annoscia,
lo stadio tornò in sesto dopo la guerra: fece riparare a sue spese la
pensilina squarciata dalla bomba, rimettere le poltrone in tribuna,
risistemare il prato e ornare di gerani e rampicanti le reti di recinzione
attorno al campo. Ulteriori interventi furono fatti in occasione del debutto
della Nazionale a
Bari il 14 dicembre 1947: le porte
d'ingresso, le attrezzature, gli impianti e i servizi furono tutti rifatti,
anche il retro della tribuna coperta venne murato (era rimasto scoperto, come
buona parte dei muri perimetrali, fin dall'inaugurazione). Negli ultimi anni
quaranta il Giro d'Italia fece
più volte tappa all'interno dello stadio. L'abbattimento della torre di
Maratona e gli interventi di manutenzione Nonostante fosse uno degli stadi principali del sud Italia, il "della Vittoria"
patì più volte gravi mancanze in termini di manutenzione. Durante l'estate
del 1955 la torre di Maratona, mai
ultimata e divenuta col tempo pericolante, venne murata; successivamente,
nell'autunno 1963, fu definitivamente abbattuta. Nel
maggio 1967 venne installato il primo
impianto d'illuminazione artificiale per permettere lo svolgimento di eventi
in notturna, costato circa 80.000.000 di Lire. Nel 1978 la famiglia Matarrese, divenuta da poco proprietaria
della Bari, effettuò
lavori di ripristino della struttura per un valore di oltre 300.000.000
di Lire: i
lavori riguardarono il rifacimento del terreno di gioco e degli spogliatoi,
la ristrutturazione e la suddivisione in settori degli spalti, con
l'installazione di nuove poltroncine nella tribuna numerata, l'apertura di
nuove porte d'ingresso alla struttura, lo spostamento della tribuna stampa e
la fornitura di nuove apparecchiature mediche. L'impianto d'illuminazione,
fuori uso dalla metà degli anni settanta e successivamente smantellato, venne
sostituito nel 1982 dalla ditta Dispoto di Bari:
si tratta dell'impianto ancora oggi presente e funzionante. Durante la metà degli anni ottanta lo stadio ricevette gli ultimi interventi di ristrutturazione della sua attività ufficiale. Nel 1983 venne considerata l'ipotesi di un ampliamento della struttura, usufruendo di un progetto ideato nel 1963 dall'arch. Domenico Di Bari e dagli ingg. Fano e Baldassarre, ma non se ne fece niente. Durante l'estate 1984, in vista anche della possibilità che Barifosse scelta come sede per i mondiali di Italia '90, i settori laterali posti ai fianchi della tribuna coperta vennero dotati di panche di legno, furono create le poltrone (circa 400 sediolini di colore giallo-ocra posti al centro della tribuna coperta, serviti da bar e bagni riservati), sistemati gli spazi dedicati a radio e televisioni, montate nuove inferriate per delimitare i settori e installato un nuovo impianto d'irrigazione computerizzato per il terreno di gioco. Nel 1985, complice il ritorno della Bari in Serie A dopo 15 anni di assenza, il "della Vittoria" venne ritenuto insufficiente in termini di capienza e struttura dai tifosi, spesso costretti a dover rinunciare a seguire la squadra per mancanza di posti e sicurezza sugli spalti. Nell'estate 1986 numerosi interventi improntati alla sicurezza (nuovi ingressi e nuove scale, nuove reti e ringhiere di protezione e nuovi servizi igienici, anche per portatori di handicap), permisero all'impianto di ottenere un'omologazione per 35.000 spettatori. Infine, nel settembre 1989 lo stadio venne dotato di un impianto di videosorveglianza. Dalla "pensione" ad oggi:
l'Arena della Vittoria Dopo 56 turbolenti anni di attività, lo
stadio venne mandato ufficialmente in pensione nell'estate 1990 quando,
in occasione dei mondiali di calcio di Italia '90, venne inaugurato in città il
nuovo stadio San Nicola. Ma i guai per il
"della Vittoria" non erano ancora finiti: durante l'agosto 1991 lo
stadio divenne teatro di uno dei momenti più drammatici della storia delle
immigrazioni clandestine in Italia, quando gli oltre 20.000
profughi albanesi giunti
a bordo della nave Vlora vennero
provvisoriamente sistemati per una settimana al suo interno, distruggendo
qualunque cosa. Lasciato tristemente in stato di degrado e abbandono negli
anni successivi, l'impianto ha visto nuova luce grazie a un finanziamento di
11 miliardi di Lire in
occasione dei XIII
Giochi del Mediterraneo, tenutisi a Bari nel 1997:
ridefinizione e intonacamento della facciata, riedificazione degli interni,
adeguamento della struttura agli standard di sicurezza correnti, restauro dei
danni subiti durante il periodo di occupazione dei profughi albanesi, ma
soprattutto il completamento delle parti rimaste incompiute negli anni trenta
hanno donato nuova vita a quella che divenne l'Arena della Vittoria. Oggi lo stadio ospita le partite casalinghe delle squadre locali
di rugby (la Tigri Rugby Bari 1980) e football americano (i Navy
Seals Bari, ex Patriots Bari), è sede di tornei speciali e concerti ed è
anche adibito ad uso teatrale, museale ed espositivo, ospita l'istituto di
Medicina dello Sport, la sede regionale del CONI e una biblioteca per
ragazzi. Il Bari al della Vittoria Dal momento in
cui lasciarono il Campo degli Sports nel 1934 e
fino all'inaugurazione del San Nicola nel 1990,
in 56 anni i galletti vi
hanno disputato 945 partite ufficiali (fra Serie A, Serie B, Serie C e IV Serie) divise in 528 vittorie, 272
pareggi e 145 sconfitte, con 1316 reti fatte e 656 subite. Sommate alle partite di coppa e
alle numerosissime amichevoli ivi disputate si arriva ad un totale di circa
1200 gare. L'ultimo incontro ufficiale disputatosi nell'impianto è datato 21
maggio 1990, finale di Mitropa Cup tra Bari e Genoa vinta
dai padroni di casa per 1-0. Curiosamente si tratta dell'unico trofeo
internazionale vinto dal Bari. Curiosità ·
L'inaugurazione dell'impianto
avvenne nel 1934, 14 mesi dopo l'inizio della sua
edificazione; il completamento della struttura fu però ultimato solamente
nel 1997. ·
Durante
il campionato 1949-50,
a fronte di alcuni negativi risultati conseguiti tra le mura amiche, i tifosi
biancorossi adottarono delle contromisure alla sfortuna (che ritenevano affliggere
il campo). Inizialmente, ogni domenica, un mago locale
presenziava dietro la porta avversaria per
"stregare" l'estremo difensore.
Successivamente, in un paio di occasioni, fu proposto ai dirigenti della
società di avere rapporti sessuali dentro
le porte, sotto le reti: fu quindi invitata una donna da una casa di tolleranza che,
all'imbrunire, esercitava la professione. Il 1º gennaio 1950,
per festeggiare il Capodanno, un
gruppo di universitari (guidati da Vito Nerini) battezzò il campo per
combattere il malocchio; il
centravanti Carlo Stradella venne
persino allontanato, avendo subìto due retrocessioni con Alessandria e Livorno.
Dal punto di vista sportivo, il Bari entrò in
un periodo di grave crisi: in tre stagioni scese dalla A in quarta serie. La sequenza di eventi portò
i tifosi a ribattezzare l'impianto "stadio della sconfitta". ·
Bari-Cremonese del
22 aprile 1990 (penultima giornata di campionato)
avrebbe dovuto essere l'ultima gara da disputarsi nello stadio: per la finale
di Coppa Mitropa era
prevista l'inaugurazione del nuovo San Nicola,
ma le incomprensioni tra la famiglia Matarrese e il Comune di Bari
portarono al rinvio dell'apertura. L'impianto fu dunque teatro di una finale
europea, trasmessa in diretta dalla Rai. ·
Viene considerato dai tifosi la
"vera casa" del Bari, tanto che sono state avanzate più proposte
alla società per adeguare la struttura alle vigenti norme di sicurezza e
riportarvi la squadra. · Nel 2018 per la prima volta nella storia, la nazionale italiana di rugby Under 20 disputa una partita nel sud Italia. |
Impianti sportivi di Molfetta |
Il PalaPoli è un palazzetto dello sport di Molfetta. La superficie è in parquet, ma viene ricoperta da un tappeto
in gomma durante le partite di pallavolo. Ospita gli incontri casalinghi della Pallacanestro
Molfetta, squadra di pallacanestro di divisione
nazionale C, della Pallavolo Molfetta,
squadra di pallavolo partecipante alla Serie A1,
e del Real Molfetta, squadra di calcio a 5. È dotato di circa 1,600 posti
a sedere. Inoltre, è sede di gare di campionato giovanili e locali di
pallacanestro, pallavolo e calcio a 5. Nel 2005 ha ospitato il
XXI European Junior Top 12 di tennistavolo. A luglio 2009 è
stata la sede di un quadrangolare di pallacanestro maschile per le nazionali
under 20 di Italia, Russia, Croazia e Israele. Nel 2013 la promozione
dell'Exprivia Pallavolo Molfetta in serie A1, portò la necessità di ampliare
la capienza del palazzetto ad un minimo di 2.000 spettatori nel rispetto dei
paramenti imposti dalla federazione volley nazionale. Adesso si presenta con
molti più posti multicolore, collocati al posto delle due curve e di una
tribuna. Inoltre ospita manifestazioni scolastiche. Ospita anche manifestazioni non sportive come spettacoli, fiere ed altri eventi. |
Stadio Paolo Poli Lo stadio comunale Paolo Poli è un impianto sportivo di Molfetta. Lo stadio è costruito sul suolo donato dalla famiglia Poli al Comune di Molfetta con l'obbligo di costruire un impianto sportivo al servizio della città. L'impianto, completato nel 1923 sul suolo della vetreria del padre di Paolo Poli; la struttura è intitolata al figlio Paolo Poli, eroicamente scomparso durante il primo conflitto mondiale. Per informazioni sulla storia dello stadio e della famiglia Poli
si prega di consultare l'Archivio
Poli, Archivio dichiarato di grande interesse nazionale da parte
del Ministero e della Soprintendenza Archivistica. Storia Nel 1950 fu realizzata
e inaugurata la tribuna dello stadio con solenne celebrazione di monsignor
Achille Salvucci e di Giosuè Poli, fratello di Paolo. Nell'estate del 1994 fu anche realizzato
un nuovo e moderno impianto di illuminazione (inaugurato in un incontro con
l'andriese Fidelis Andria)
che diede lustro allo storico stadio. Struttura L'impianto, di forma ovoidale in quanto comprende, all'esterno del campo di calcio vero e proprio, una pista di atletica, è munito di una grossa gradinata, del settore dedicato ai tifosi delle squadre ospiti e di un'ampia tribuna. |
Il PalaColombo è un'arena coperta di Ruvo di Puglia. Ospita gli incontri casalinghi del Ruvo di Puglia
Basket, squadra di pallacanestro di Serie
C Regionale, del Ruvo
Calcio a 5, che partecipa alla Serie C1 e
dell'ASD
S.Rocco militante in Serie B (calcio a
5). È dotato di circa 1 750 posti a sedere.
|
Il PalaGrotte è il palazzetto
dello sport più
importante di Castellana Grotte nella città
metropolitana di Bari, costruito per ospitare le partite interne
di pallavolo della New Mater
Volley e del Basket Castellana. Fino a qualche anno fa
ha ospitato le gare interne dell'AS
Florens. Può ospitare circa 2000 spettatori. Inizialmente è nato con una sola tribuna, poi in seguito a diverse necessità, è stata costruita una seconda tribuna frontale a quella già esistente raddoppiando così il numero di posti a sedere. Probabilmente nei prossimi anni verrà ampliato maggiormente. Le tribune sono a pochissimi metri dal campo di gioco e ciò rende migliore lo spettacolo. |
Il PalaPansini è il principale palazzo dello sport di Giovinazzo in provincia di Bari. Il palasport è intitolato alla memoria del dott. Antonio Pansini. |
Il Palasport Gioia del Colle, noto anche come PalaCapurso è il palazzetto
dello sport più importante di Gioia del Colle, costruito per ospitare
le partite interne del Gioia del Volley. È stato intitolato alla memoria di Pinuccio Capurso, fondatore e
primo presidente della locale squadra di Pallavolo ASPC Gioia del Colle, ora Gioia del
Volley. Il PalaCapurso ospitata regolarmente le partite interne
del Gioia del Volley,
in particolare nelle stagioni 2003-2004 e 2004-2005 in
cui la squadra di pallavolo ha militato nella serie A1
maschile fino allo scioglimento del 2010. Anche la A.S.D. New Volley Gioia gioca le
partite interne del campionato
italiano di pallavolo femminile al PalaCapurso, nella
stagione 2011-2012 la squadra milita nella serie C. Dalla stagione 2014-2015 è sede delle gare interne della New
Real Volley Gioia, militante nel campionato nazionale di serie B
maschile e dalla stagione 2017 in A2. Per quanto riguarda la pallavolo internazionale, il PalaCapurso
ha ospitato le qualificazioni al campionato europeo di pallavolo
maschile 2011[2](giocato in Austria e Repubblica Ceca dal 10 al 18
settembre 2011), che vide la nazionale
italiana maschile vincere tutte le gare del girone,
contro Turchia, Bielorussia e Romania. Ha, inoltre, ospitato la finale della Coppa Italia di Serie A2 di pallavolo maschile
2002-2003. Estemporaneamente, il palazzetto ospita eventi di pallacanestro e musicali. |
Lo stadio Azzurri
d'Italia sorge in un quartiere della periferia di Castellana Grotte ed
è il principale impianto polisportivo della città, dotato anche di un
campetto di calcio a 6 nel retro. È conosciuto soprattutto dal punto di vista
calcistico, essendo sede delle partite interne del Castellana e del settore giovanile
del Calciomania Castellana. Dal 2014 ospita gli allenamenti e le partite interne del Martina Franca settore
giovanile del Campionato
nazionale Dante Berretti Lo stadio dispone di 2 tribune con posti a sedere una opposta
all'altra; gli spogliatoi sono molto originali all'esterno, costituiti da 4
torri triangolari con i 3 colori della bandiera italiana e una con il colore
della maglia della nazionale italiana, ovvero l'azzurro. Il campo viene frequentato da oltre 80 anni, e ha visto
disputarvi diversi campionati del Castellana tra Promozione, Eccellenza, Serie D e anche Serie C. Nel 2003 lo stadio mise a disposizione un maxischermo per poter vedere la finale di Champions League tra Milan e Juventus. |
Lo stadio Vito Simone
Veneziani è lo stadio comunale della Città di Monopoli,
situato nella zona nord del centro cittadino. Ospita le partite ufficiali del campionato di calcio italiano
di Lega Pro (girone C) della Società
Sportiva Monopoli 1966. È inoltre utilizzato per disputare
triangolari di calcio a scopo benefico, ed è a disposizione di alcune società
sportive della città che usufruiscono della pista di atletica per
allenarsi quotidianamente. Storia L'impianto è intitolato ad un imprenditore monopolitano deceduto
nel 1946 in un incidente stradale,
all'epoca vicepresidente della locale squadra di calcio U.S. Audace. Fino agli anni inizi degli anni 2000 ha ospitato concerti di
celebri cantanti. Struttura Lo stadio, che si compone di manto
erboso naturale con lunghezza di 105 metri e larghezza di 63 metri
segnato con polvere di gesso, è stato dotato anche di un impianto di
illuminazione inaugurato con un triangolare di beneficenza il 30 marzo 2006,
che consente di ospitare partite notturne, di una pista d'atletica, di un
campo di allenamento adiacente in terra battuta (campo C), nonché di infermeria, di spogliatoi e di una
palestra. I gruppi organizzati del tifo monopolitano si posizionano nella
curva nord, costruita negli anni ottanta all'epoca della promozione del
Monopoli in serie C1. Gli
altri settori disponibili per i tifosi di casa sono i distinti laterali nord,
i distinti centrali o gradinata, e la tribuna coperta, mentre i distinti
laterali sud, che possono ospitare fino a 880 persone, sono riservati al
pubblico ospite. La sua attuale capienza è di 6.880 posti a sedere. |
Impianti Sportivi della Provincia di Barletta-Andria-Trani |
Impianti Sportivi di Barletta |
Il PalaDisfida "Mario
Borgia" è il principale palazzetto dello sport della città di Barletta. È stato inaugurato il 9 giugno 2004.
È dotato di 4 tribune che hanno una capienza complessiva di 3.105 posti a
sedere. La struttura è facilmente raggiungibile sia in auto che con i
mezzi pubblici. Venendo da Bari, in auto, basta scegliere l'uscita
Patalini-Stadio della S.S. 16: il palazzetto è a due passi, basta seguire le
indicazioni. Venendo dall'interno, invece, è preferibile scegliere il
percorso da Andria e proseguire in direzione "stadio". Per quel che
riguarda il mezzo pubblico, la stazione delle FS e
quella della Nord
Barese sono a dieci minuti di cammino. Attualmente il PalaDisfida è utilizzato per le gare interne
della locale squadra di basket, la Cestistica
Barletta, che milita nel campionato di Serie D regionale e
di quelle di Calcio a 5, l’A.S.D. Barletta Calcio a 5 che
milita in Serie A2, la Futsal
Bat e l’Eraclio
Calcio a 5 che militano in Serie C1. Inoltre è sede di numerosi eventi e concerti (vi si sono esibiti
artisti come Renato Zero, Giorgia, Biagio Antonacci, Tiziano Ferro, Laura Pausini...): durante un concerto
di Renato Zero nel 2006 il
parquet del campo di gioco, già di bassa qualità, viene gravemente
danneggiato dalla folla e questo rende impossibile l'utilizzo del palazzetto
per ben due anni, finché nel 2008 non si completa la ristrutturazione. Ha quindi ospitato, insieme al PalaMarchiselli[1]., le Finali Nazionali di
Pallacanestro Maschile Under 17 nel 2008 e
nel 2009, portando a Barletta le migliori
formazioni Under 17 d'Italia come Montepaschi Siena, Benetton Treviso, Virtus
Bologna, Scavolini
Pesaro, Virtus Roma, Reyer Venezia, ecc.. Le due edizioni sono
state vinte rispettivamente dalla Virtus Bologna e dalla Scavolini Pesaro;
entrambe vittoriose in finale contro il Montepaschi Siena.
All'inizio della stagione
2008/2009 ospita le partite casalinghe della Cestistica San
Severo, formazione di Serie A Dilettanti,
a causa della squalifica per nove giornate del PalaFalcone-Borsellino avuta
durante la finale play-off di Serie B Dilettanti 2008/2009
contro la Moncada Agrigento. Nella primavera 2010 ha ospitato gli europei di Taekwondo. Il 5 ottobre del 2010 ha ospitato la gara amichevole di pallacanestro tra Pepsi Caserta e Maccabi Tel Aviv, valevole per il "Trofeo della Disfida". La gara è terminata con il punteggio di 69-80, con i parziali di 12-16, 30-35, 47-55. Il Maccabi si è così aggiudicato il "Trofeo della Disfida". |
Lo stadio Cosimo Puttilli è il maggiore impianto sportivo della città di Barletta ed è situato nella zona a
est della città, nel quartiere Borgovilla-Patalini. Di proprietà del Comune di Barletta, agli albori del XXI secolo è stato intitolato
a Cosimo Puttilli,
marciatore due volte campione italiano negli anni trenta e anni quaranta, mentre fino a quel momento aveva assunto la semplice
denominazione di stadio comunale. viene essenzialmente utilizzato per le
partite di calcio casalinghe
della S.S.
Barletta Calcio, club di Lega Pro che possiede la concessione
d'uso. La
realizzazione dell'impianto era stata resa necessaria al fine di sostituire
il vecchio impianto in terra battuta (stadio Lello
Simeone), ormai vetusto, soprattutto per soddisfare le ambizioni
della città che aspirava a maggiori traguardi sportivi, rispetto a quelli
fino ad allora ottenuti. Cosa che in seguito puntualmente avvenne, visto che
nel 1987 la principale squadra di
calcio, il Barletta riuscì
ad approdare in Serie B. Nella stagione 2008-2009 è stato utilizzato occasionalmente per le partite casalinghe dell'A.S.D. Real Barletta, club di Promozione, mentre fino al momento in cui ha militato in Serie B (primavera 2007) è stato spesso utilizzato anche dall'A.C.F. Barletta, club femminile che ora milita in Serie C. Oltre che per dei saltuari incontri di calcio per beneficenza, l'impianto annualmente viene utilizzato per un meeting di atletica leggera ed inoltre quotidianamente per gli allenamenti sulla pista e sul campo di varie associazioni sportive. In passato è stato utilizzato anche da altre squadre di calcio cittadine minori (ad esempio dalla Libertas Barletta nella stagione 1998-1999), per concerti di musica leggera, giuramenti delle reclute dell'Esercito Italiano, per le rievocazioni della disfida di Barletta e per gare di Tiro con l'arco. Storia e Caratteristiche Fu costruito alla fine degli anni sessanta e fu inaugurato
nel 1970. L'impianto, fornito di manto da
gioco in erba naturale e di una pista d'atletica regolamentare a più corsie,
è stato negli anni varie volte sottoposto a lavori di adeguamento. Dotato sin
dalle origini di tribuna coperta, tribuna laterale, gradinata, curve nord e
sud (queste ultime scoperte), nel tempo alcuni di questi settori hanno
modificato la loro fisionomia a seguito dei vari lavori eseguiti. Il terreno
di gioco attualmente occupa una distesa di 105x65 m. Gli spalti inizialmente avevano una capacità di 17.000 posti non
a sedere mentre, dopo l'ampliamento
avvenuto nel 1987 a seguito della promozione
in Serie B della locale squadra di
calcio, i posti sono rimasti 17.000, molti dei quali a sedere. Negli anni novanta l'impianto ha avuto
molti problemi per il logorio della struttura, e spesso alcuni settori dello
stadio sono stati chiusi perché non conformi alle norme in vigore. Questa
situazione è rimasta anche dopo che nel 1997 sono
stati ospitati alcune gare di Calcio valevoli per i Giochi
del Mediterraneo. A causa della
parziale chiusura del settore dei Distinti (Gradinata) e della riduzione
della capienza di entrambe le curve, lo stadio poteva ospitare 5.000 posti a
sedere circa, ma per adeguarsi alle normative richieste dalla Lega Pro per la
Seconda Divisione (categoria in cui militava la principale squadra di calcio
locale), dall'autunno 2009 c'è stata
un'ulteriore riduzione della capienza che è stata portata intorno alla soglia
dei 4.000 spettatori (4.018 per l'esattezza). Il Restyling Nel 2011 sono stati
effettuati interventi di adeguamento dell'impianto di videosorveglianza, la
realizzazione di una sala regia e il rinnovamento dell'impianto di
illuminazione, consentendo di disputare partite in notturna. Il 1º agosto 2011 è stato
presentato il "Progetto di adeguamento e potenziamento dello stadio
comunale Puttilli" elaborato dal CONI (Comitato
Olimpico Nazionale Italiano). I termini dell'intervento proposto sono i
seguenti: avvicinamento degli spalti al terreno di gioco; rimodulazione degli assetti ricettivi dello
stadio con innalzamenti dai 10 ai 20 metri (la parte più bassa sarà
caratterizzata da un parapetto di 1,20m in luogo delle attuali barriere di
2,50m in doppia battuta); riduzione degli spazi vuoti lungo la pista
d'atletica; adeguamento di curve e gradinate. La tribuna verrà demolita e
sarà incrementata la disponibilità di seggiolini (da 1000 attuali a 1700),
attraverso l'allineamento della pendenza, la rimozione delle vetrate e
l'allestimento di Skybox. Dai 3998 spettatori della capienza attuale,
l'impianto arriverebbe ad 8000 posti a sedere, con possibilità di ulteriori
ampliamenti futuri. I costi dell'intervento sono ammontati a circa 3 milioni
di euro totali. I lavori sono iniziati nel luglio 2015 e non sono ancora
terminati. |
Lo stadio velodromo Lello Simeone è
uno degli impianti sportivi della città di Barletta ed è situato nella zona a
ovest della città, nel quartiere Santa Maria. Di proprietà del Comune di Barletta, inizialmente era denominato
"Littorio"
e in seguito "degli Sports", ma dagli anni '50 assume la
denominazione definitiva "Lello Simeone", dedicata ad un medico
barlettano che aveva dedicato tanto allo sport locale, ma prematuramente
scomparso nel 1949. È un impianto sportivo polifunzionale con un campo regolamentare
in terra battuta, una tribuna tubolare in grado di ospitare un centinaio di
spettatori e soprattutto un velodromo per il ciclismo in cemento armato. Il
velodromo è l'unico omologato nell'intera regione Puglia e ha una lunghezza
regolamentare di 333,33 metri. Nell'impianto ha
corso anche Fausto Coppi. È stato usato dall'Unione Sportiva Fascista Barletta e
dalla Società
Sportiva Barletta Calcio fino alla metà della stagione 1970-71,
allorquando fu inaugurato lo stadio Cosimo
Puttilli, più moderno, dotato di pista d'atletica e soprattutto
con superficie in erba. In seguito il Lello Simeone fu usato dalle altre formazioni
calcistiche della città e soprattutto dall'A.C.F. Barletta, quando militava in Serie B. Attualmente è utilizzato da formazioni locali di calcio (Vigor Barletta), football americano (Green Hawks Barletta, trasformatisi in Mad Bulls BT dal settembre 2012), rugby (Draghi BAT) e da tutte le società ciclistiche pugliesi per l'attività su pista. |
Impianti Sportivi Bisceglie Il Paladolmen è il palazzetto dello sport di Bisceglie costruito nel 1997 in occasione dei Giochi del Mediterraneo disputati a Bari. Il Paladolmen che dispone di un campo da gioco in parquet, ha una capienza massima di 2500 posti tutti a sedere, nonché di un ampio parcheggio antistante. Oltre alle discipline maggiori quali calcio a 5, basket e pallavolo, ospita anche diverse manifestazione sportive di carattere nazionale e non solo, quali Judo, Boxe, ginnastica artistica. Il PalaDolmen è facilmente raggiungibile in auto, in quanto è situato a ridosso dell'uscita della S.S. 16 Bisceglie-Ruvo. ·
1997 - Giochi del
Mediterraneo ·
2006 - Final Eight Coppa Italia
serie A2 calcio a 5 · 2009 - Terza fase della Coppa Italia di serie B di basket |
Lo stadio Gustavo
Ventura è un impianto sportivo di Bisceglie. Storia Lo stadio è intitolato a don Gustavo Ventura, ex
presidente-allenatore della Diaz e della Biscegliese poi diventata A.S.
Bisceglie. Fu costruito negli anni '70 disponendo soltanto di una
gradinata. Successivamente è stato ristrutturato e dotato di una tribuna, una
pista di atletica e un impianto di illuminazione. Nel 1978 è ambientata una scena del film La
liceale nella classe dei ripetenti. Tra l'8 giugno e il 25 giugno 1997 si sono svolte alcune partite
della competizione di calcio dei XIII
Giochi del Mediterraneo. Nel 2015 ospita una partita valida per la fase eliminatoria del
torneo "Viareggio Cup 2015" tra Atalanta e Club Bruges. Struttura La capienza attuale dello stadio è di circa 5000 posti, le dimensioni
del terreno di gioco sono 105 x 70 m. Può ospitare gare di atletica leggera. |
Lo stadio comunale è la
principale struttura calcistica di Trani. Ospita le partite casalinghe della A.S.D. Vigor Trani, squadra militante
in Eccellenza pugliese. Più volte è stata avanzata l'ipotesi di denominare l'intera
struttura in onore di Giacomo Cosmano, che con le sue 101 reti
è stato l'attaccante più prolifico del calcio locale; la decisione è stata
però rinviata, applicando la normativa che prevede una decorrenza di dieci
anni dalla morte. Settori Lo stadio è suddiviso in tre settori: Gradinata: 6260 posti È il settore destinato ai gruppi di tifoseria organizzata, dal
momento che non vi è una curva per i locali. Fu edificata nel 1964,
in occasione del primo campionato di Serie B disputato dalla Polisportiva
Trani. Il 5 ottobre 2013 è stata riverniciata a tinte biancoazzurre. Tribuna: 1541 posti Progettata dall'architetto genovese Renzo Piano, è situata esattamente di
fronte alla gradinata. Al vertice della stessa vi è la zona stampa, con
postazioni apposite dedicate agli operatori televisivi. Sebbene ideata nel
lontano 1990, è stata inaugurata soltanto
nel 2009, in occasione di Fortis
Trani-Terlizzi (1-1), ed ha rimpiazzato una vecchia tribuna in tubi Innocenti.
In particolar modo, la capienza dei due settori di tribuna suddivisa in
tribuna superiore (688 posti) e tribuna inferiore (853 posti). Curva sud: 600 posti È lo spicchio di stadio dedicato ai tifosi ospiti, anche se in
passato ha più volte ospitato la tifoseria locale. Eventi Ospitati Destinato quasi esclusivamente alle attività calcistiche, lo
stadio ha ospitato fino agli anni novanta anche eventi musicali
tra cui si citano i concerti dei Pooh,
di Gianna Nannini,
di Edoardo Bennato,
di Pino Daniele,
di Lucio Dalla e
di Renato Zero. Il 17 novembre 2011 l'impianto ha
ospitato la partita della nazionale
di calcio femminile dell'Italia contro la Grecia, incontro
valido per la qualificazione agli Europei
del 2013. Per l'occasione fu sostituita parte della recinzione
della gradinata. L'ultima partita professionistica qui giocata è stata Trani-Viterbese (0-7), del 19 maggio 1996. |
Lo stadio degli Ulivi è il
maggior impianto sportivo della città di Andria e dell'intera Provincia
di Barletta-Andria-Trani. L'impianto sportivo ha una capienza di
circa 15 000 posti, dalla stagione 2013-2014 fino
all'attuale corrente stagione 2016-2017 i
posti a sedere sono stati ridotti a 9 140 per l'inagibilità del
settore distinti, in attesa dei lavori di messa in sicurezza. Sorge nella
parte nord-est della città, all'interno della Villa
Comunale Giuseppe Marano, in un'area di 24.000 m². Di proprietà del Comune di Andria, ospita dal 1949 le
partite della principale squadra di calcio della città, la Fidelis Andria. Storia Progetto e Inaugurazione Lo stadio si trova ubicato all'interno della Villa comunale Giuseppe Marano di Andria dove nel 1931 fu inaugurato dall'Onorevole Consalvo Ceci un ippodromo. Questo ippodromo con gli anni è sparito lasciando il posto allo stadio ed alla villa. Progettato durante la Seconda guerra
mondiale fu ultimato nel 1949.
Lo stadio di progettazione fascista, ha come ingresso per le tribune
una grande M che identificava Mussolini. Successivamente nel 1984, la Fidelis
Andria guidata dalla famiglia Asseliti, dopo un vittorioso
campionato di Serie
D, permise il raggiungimento della prima storica annata nel calcio
professionistico con la Serie C2. Il "Comunale" non aveva né curve,
né manto erboso e tantomeno l'impianto di illuminazione per gare in notturna.
Aveva solo quattro spezzoni di gradinata: due lato tribuna e due lato
distinti. L'Amministrazione Comunale dell'epoca, decise un primo
ammodernamento dello stadio cittadino con la realizzazione della copertura
della tribuna attraverso un bando d'appalto dei lavori. L'impianto fu munito
di tribuna coperta e sala stampa e più tardi furono costruite le attuali
curve. Nel 1997 ospitò alcune
gare di calcio della XIII edizione dei Giochi
del Mediterraneo. Con i lavori di ristrutturazione e
risistemazione dello stadio per i Giochi,
si crearono dei parterre alle 2 curve allargando di fatto la capienza e fu
installato un tabellone elettronico, che attualmente non viene usufruito. Nel mese di
ottobre 2009 è stata ultimata
l'installazione dei tornelli in
tutti i settori dello stadio, che sono entrati ufficialmente in funzione il
30 maggio 2010, in occasione della gara di ritorno dei play-out contro il Giulianova,
vinta dai padroni di casa per 1-0. In seguito verrà di lì a poco creata anche una zona
prefiltraggio, rendendo lo stadio a norma con tutte le regole di sicurezza
attuali, motivo per cui molto spesso viene scelto questo impianto come test
per alcune gare campione, cioè gare ad alto rischio ma senza il divieto di
trasferta, in cui le tifoserie sono osservate speciali. Lo stadio degli Ulivi, è dotato di impianto di illuminazione
perfettamente funzionante che consente anche l'organizzazione di eventi in
notturna. Da "Comunale" a
"Degli Ulivi" Il nome
"degli Ulivi" fu scelto quando la Fidelis
Andria gareggiava nel campionato di Serie B 1994-1995,
attraverso un referendum "Un nome per lo stadio" votato da
cittadini e appassionati di Andria,
e organizzato dal periodico sportivo "Fidelissimo" (il giornale che
per anni ha raccontato le vicende della Fidelis
Andria), in collaborazione con la Pienne e con il patrocinio
dell'Assessorato allo sport del Comune. Il concorso si svolse in due fasi. La
prima durante tutto il girone di andata: i cittadini votarono vari nomi e
alla fine passarono il turno solo in tre. Precisamente: "della
Pineta", "degli Ulivi" e "Svevo". Il primo riferito
alla zona che ospitava lo stadio; il secondo all'albero tipico del territorio
andriese; il terzo al legame con Federico II di
Svevia. Le tre indicazioni avevano superato sia nomi si andriesi
illustri o di adozione (Marchegiani, Allegrezza, Colasanto, Piombarolo,
Volpi, Marano, Iori) sia storici (S. Riccardo, Federico II)
sia geografici (Castel del Monte,
della Murgia, Borgo antico) sia, infine, di
fantasia (della Pace, dei Leoni, Azzurro). La seconda fase del referendum, invece, si svolse durante tutto
l'arco del girone di ritorno. E fra i tre finalisti l'ha spuntò il
"degli Ulivi". Questi i voti della fase finale (tra parantesi i voti conseguiti
durante la prima parte del referendum): "degli Ulivi" voti 512 (298) "della Pineta" voti 402 (308) "Svevo" voti 286 (256). Partite di calcio disputate in campo
neutro Il 28 maggio 2005 fu giocata la partita tra Bari e Pescara valevole
per il campionato di Serie B 2004-2005,
Il match terminò con il risultato di 1-1. La gara fu spostata dal San Nicola al
Degli ulivi in concomitantza della visita del Papa nella
città di Bari. Il 25 settembre 2012 lo stadio
degli Ulivi, 7 anni dopo quel match, torna ad ospitare un incontro di Serie B, la sfida fra Bari e Pro Vercelli valida
per la sesta giornata del campionato 2012-2013,
a causa dell'indisponibilità dello stadio San Nicola per
il rifacimento del manto erboso. Il risultato sarà di 2-1 in favore del Bari. Nel 2015 l'impianto ha ospitato una gara
del Torneo di Viareggio. Capienza e Caratteristiche Capienza dello stadio "Degli
Ulivi" Negli anni in cui la Fidelis Andria militava nei campionati
di Serie B lo stadio aveva una capienza
di circa 15 000 spettatori. Le attuali norme di sicurezza e
gestione dei biglietti impongono norme più restrittive quindi attualmente il
Degli Ulivi ha una capienza di 9 140 posti così suddivisi: ·
3 000 posti a sedere
nel settore curva nord (settore che ospita la tifoseria organizzata
della squadra di casa), ·
3 000 posti a sedere
nel settore curva sud (di cui circa 1000 per il settore ospiti), ·
3 000 posti a sedere
nel settore tribuna coperta. · 3 000 posti a sedere nel settore distinti (settore attualmente inagibile). |
Impianti sportivi della provincia di
Brindisi |
Lo stadio Franco Fanuzzi è
lo stadio comunale di Brindisi. Storia Lo stadio è intitolato a uno storico presidente del Brindisi,
nonché imprenditore edile della stessa città, che presa la squadra in serie D nel 1966 la
portò in Serie B nel 1972 (campionato
in cui la squadra ha militato sino al 1976). Morì l'8 maggio 1974, restando nei cuori
dei suoi concittadini tanto da spingere l'amministrazione comunale ad
intitolare alla sua memoria l'impianto sportivo. il 18 gennaio 2000 il consiglio
comunale di Brindisi, presieduto dal dott. Giampiero Pennetta ed alla
presenza del Sindaco di allora Giovanni Antonino, decideva di intitolare
l'impianto sportivo di via Benedetto Brin, che fin dalla caduta del fascismo non aveva avuto un nome che
sostituisse quello originale di Campo Sportivo del Littorio risalente
al 1929 al commendatore Franco Fanuzzi
eletto “benemerito della città”. Il 3 gennaio 2003, la curva sud,
occupata dagli ultras locali,
viene intitolata con una lapide a Michele
Stasi, un ultras brindisino deceduto in seguito ad un incidente sul lavoro il
16 ottobre 2001 a soli 36 anni. Dalla stagione 2017-2018,
l'impianto cittadino viene utilizzato dalla Virtus
Francavilla (militante in Serie C e unica rappresentante del
calcio brindisino nei professionisti) che usufruisce del Fanuzzi per
l'inagibilità del Giovanni Paolo II di Francavilla Fontana. Caratteristiche Il Fanuzzi è composto da una ampia tribuna centrale coperta con tutti posti a sedere, una gradinata opposta alla tribuna, la curva sud Michele Stasi e la curva nord (settore ospiti). Lo stadio conta 7 622 posti a sedere. |
Il PalaPentassuglia è un
palazzetto dello sport di Brindisi. Campo di gioco ufficiale della New Basket
Brindisi, è intitolato ad Elio Pentassuglia:
storico allenatore degli anni ottanta della compagine
adriatica. Storia La struttura fu realizzata nel 1981 dopo
la promozione in serie A della Pallacanestro
Brindisi e fu voluta fortemente dall'allora presidente della
squadra. Il palasport fu progettato e costruito in pochi mesi. Inizialmente
la copertura doveva essere in legno o cemento, ma per i ristretti tempi di
consegna ed omologazione (faceva fede l'inizio del torneo di serie A 1981/1982)
i tecnici e gli ingegneri sono stati costretti a rivedere il piano. Così fu
disposta una copertura tensostatica che ha sempre causato negli anni problemi
di condensa sul parquet. La tenso-copertura durò sino al 2007.
Attualmente la capienza è di 3534 spettatori, è composto da due curve ed
il parterre e i due settori centrali sono completamente a sedere. Ristrutturazioni Nel 2007 è stata
completamente rifatta la copertura, realizzata in legno, mentre nel 2008 sono
stati approntati i primi lavori di ampliamento (la capienza è passata da 2390
a 2502 posti) e di rifacimento delle strutture dei canestri e delle
delimitazioni tra gli spalti ed il campo; con questi lavori sono stati
modificati anche gli spogliatoi, resi più grandi, oltre che ricavare una
nuova sala stampa, una palestra e un'infermeria. Manifestazioni All'interno della struttura si sono esibite le rappresentative nazionali di basket (1994: Italia - Lettonia 100-70) e di pallavolo (World League 1998: Italia - Australia 3-0). Ma ci sono stati anche altri eventi di carattere sportivo, ricreativo e religioso. Si ricorda l'incontro di pugilato tra Silvio Branco e Agostino Cardamone valido per il titolo WBU (18 dicembre 1998). Poi ancora i campionati nazionali di scherma (2004) e recentemente i campionato nazionali di ginnastica artistica con la speciale partecipazione di Igor Cassina. |
Lo stadio Giovanni Paolo
II è un impianto calcistico di Francavilla
Fontana. Ospita gli
incontri casalinghi del Virtus Francavilla Calcio. Storia Dopo la promozione della Virtus
Francavilla Calcio in Lega Pro, la giunta comunale ha dato il
via libera ad una serie di lavori mirati a migliorare l'impianto e adeguarlo
al campionato professionistico che il club doveva disputare. Questa serie di
interventi consistono in: Aumento della capienza fino a 2 000 posti attraverso la
costruzione di una nuova tribuna coperta. Aumento della capienza del settore ospiti fino a 500 posti. Nuove porte, panchine, spogliatoi, infermeria e parcheggi. Rifacimento del terreno di gioco, potenziamento dell'impianto di
illuminazione e videosorveglianza. Inoltre, la
giunta comunale ha dato in gestione l'impianto alla Virtus
Francavilla Calcio, che ha contribuito a livello economico per
questi lavori. Nel luglio 2016 sono iniziati i lavori di costruzione della
tribuna. Per la stagione 2017-2018 la squadra biancazzurra si trasferisce momentaneamente allo Stadio Franco Fanuzzi di Brindisi. Caratteristiche Tecniche Posti totali: 2 000 Settore ospiti: 500 Manto erboso: Erba sintetica |
Impianti sportivi della provincia di Foggia |
Lo stadio comunale Miramare è un impianto sportivo di Manfredonia (FG). Nato come Campo Sportivo del Littorio nel 1931, nel dopoguerra assunse l'attuale nome, vista la vicinanza al mare. Storia (Origini) Manfredonia nei primi del Novecento ha sempre avuto molti
spazi vuoti, non ultimi gli arenili, ma il luogo preferito dove giocare a
calcio era piazza Duomo (ora piazza Giovanni XXIII). Quella piazza non si
prestava ad essere circondata da tribune per gli spettatori in quanto era
adiacente alla Cattedrale, e poi di lì a poco vi doveva sorgere una fontana
monumentale per volere del PNF.
Inoltre, c'era la necessità di un vero e proprio stadio comunale, dove si
potevano sviluppare e dare spettacolo di giuochi ginnici e calcistici. Anche
perché il "Regime Fascista" lo voleva (legge 21.6.1928, n.1580). La
volontà governativa non poteva essere disattesa, per cui si hanno precise
circolari, ed in particolare quella dell'Ente Sportivo Provinciale Fascista
di Capitanata, che imponeva a tutti i Comuni del promontorio di prevedere nei
propri bilanci apposito stanziamento per la costruzione dei campi sportivi.
Intanto un gruppo di giovani aveva iniziato a praticare incontri sportivi
nella cava "Salzano", posta in riva al mare, provvedendo, quando
era necessario, anche ad eliminare ("bonificare") gli acquitrini
che ivi si formavano, per la conformazione accidentata del fondo. Anni ‘30 Il 5 ottobre 1931 il locale
segretario del Fascio comunicava al Podestà di
Manfredonia che il progetto del Campo Sportivo del Littorio era
stato redatto dall'ing. Di Staso e confidava che iniziassero al più presto i
lavori, anche per alleviare la "crescente disoccupazione
invernale". I lavori iniziarono nel 1933,
in seguito ad una delibera (n. 87 del 31 marzo) nella quale si determinò la
recinzione del campo con rete metallica. In questa delibera venne fatto
notare che negli ultimi tempi era nata un'associazione sportiva che a proprie
spese aveva provveduto al risanamento di una plaga malarica riducendola in un
campo sportivo, dove si svolgevano competizioni calcistiche. Tale
associazione, tuttavia, non era ben vista dal Regime in quanto ospitava solo
incontri calcistici e non anche di altri sport. Insomma, quel campo non
serviva a nulla; e si pensava già di ubicare un vero e proprio stadio con
annessi piscine, canali per canottaggio, piste per il ciclismo e motociclismo
presso la zona "Acqua di Cristo". L'8 aprile 1935 l'ingegnere
capo del Comune determinò che la costruzione del nuovo campo sportivo sarebbe
avvenuta in località un po' a levante del Viale "Miramare". I
lavori vennero affidati all'impresa Giuseppe Brigida (contratto n. 25,
dell'8.7.1935), ma non vennero mai portati al termine per cause ancora
incerte. Anni ’40 e i Primi anni ‘50 Nel 1943 vi fu l'occupazione alleata, il
campo "Miramare", per le continue manomissioni e spoliazioni
(asporto del legname e dei tufi anche da parte degli stessi
"alleati"), si ridusse in condizioni miserevoli. E pure in queste
condizioni vi si disputarono partite di calcio con relativi incidenti.
Vittima di uno di questi fu proprio un ufficiale inglese, sottoposto, con la
sua squadra e con quella americana, ad una fitta sassaiola da parte dei
tifosi sipontini, per la mancata partita della squadra locale. Nel 1944 si ricostituì
la nuova Associazione Sportiva ed iniziarono alcuni incontri amichevoli. Si
pose urgente il problema della ricostruzione del "Miramare".
Intanto dal 27 aprile 1945, nacque la polemica
tra l'Associazione Sportiva ed il Comune in merito ai tufi del campo, prima
requisiti dagli alleati, poi abbandonati ed infine presi in possesso
dall'Ente locale per fini di pubblica utilità. Se pur lentamente, però, i
lavori di riadattamento del "Miramare" si effettuarono. Metà anni 50 ad oggi Dal 1954 altri
inconvenienti incombevano sulla vita del "Miramare", tenuti
nascosti sia ai tifosi che alla cittadinanza. Alcune parti del terreno di
gioco, infatti, appartenevano al Demanio marittimo e alla Mensa
arcivescovile. E proprio in quell'anno l'Arcivescovo Andrea Cesarano manifestava la
volontà di costruire una chiesa sul quel suolo. Con l'Arcivescovo si arrivò
ad un compromesso, con la cessione di alcuni immobili comunali in cambio del
terreno. L'idea di creare ex novo un altro campo sportivo, in località
"Acqua di Cristo", non abbandonava i programmi politici dell'epoca,
ma si andava avanti a rilento, con i cantieri di lavoro per disoccupati.
Amministrazioni Comunali sono passate, volti, campioni, ma il
"Catino" (come veniva chiamato) no, anzi nel 2000incominciarono
i lavori di ristrutturazione per la realizzazione di una tribuna con sala
stampa, un bar e il manto in erba sintetica. La capienza fu portata a
circa 2.900 posti. Nel 2005, con la promozione
del Manfredonia Calcio in serie C1, lo stadio è stato ampliato
ulteriormente con la costruzione di una nuova gradinata, arrivando
all'attuale numero di 4.076 posti. Un vero e proprio gioiello nella città per
la sua particolare struttura con una gigantesca copertura in legno come si
può notare dalla fotografia. Inaugurato il 9 settembre 2001,
il nuovo stadio "Miramare" di Manfredonia ha segnato una svolta nel
panorama calcistico nazionale, in quanto per la prima volta in assoluto si
disputò una partita di calcio su un campo in erba sintetica. Il "Miramare" è a norma con il Decreto
Pisanu: parcheggi custoditi, vie di fuga adeguate, zona di prefiltraggio,
posti numerati in tribuna, illuminazione esterna, i requisiti che fanno
dell'impianto manfredoniano uno dei più attrezzati del sud Italia. Questo stadio, in quasi 80 anni di vita, ha visto squadre come le compagini locali avversarie e squadre blasonate come il Napoli, il Lecce, l'Avellino, il Foggia, il Perugia, il Catanzaro, il Pisa, il Verona, la Cremonese, il Padova, il Novara, il Taranto ed altre. |
Il palasport comunale Falcone e
Borsellino è un palazzetto
dello sport di San Severo, dove gioca le partite casalinghe la Cestistica San
Severo. Il palasport è di proprietà comunale e sorge nella zona periferica a sud-ovest della città. La sua capienza è di 4000 posti, ma in alcune occasioni particolari, come in occasione dei play-off disputati in Serie B Dilettanti nella stagione 2008-09 e in Serie A Dilettanti nella stagione 2009-10 dalla Cestistica, è riuscito a contenere comodamente 4500 spettatori. |
Lo stadio Domenico
Monterisi già denominato Campo Littorio, è lo stadio della città
di Cerignola. Vi disputa le partite interne la squadra di calcio dell'Audace Cerignola. Il notevole progresso della città tra la fine degli anni venti e gli inizi degli anni trenta, richiedeva la costruzione di
un campo sportivo,
dotato di tutti i comfort, quali tribuna coperta, gradinata, prato, pista
ciclabile e atletica, spogliatoio e muro di cinta. L'Amministrazione
Comunale decise di eseguire gradualmente opere sportive per risolvere il
vasto problema dell'educazione fisica giovanile, concentrandole in una sola
zona, la villa dei Duchi de La
Rochefoucauld, compresa tra le vie Napoli, Foggia, Tomba dei Galli
ed extramurale. Il progetto fu redatto dagli ingegneri Luigi e Tobia Reitani, su disegno di Federico Antonellis, assistente tecnico del medesimo ufficio, e depositato il 15 luglio 1929. Il 27 luglio il podestà dott. Alfredo Ribaldi, deliberò di dare esecuzione allo stesso, assumendo l'onere di 260.800 lire. Il 9 ottobre 1930 sui quotidiani Il Popolo d'Italia, La Sera e L'Ambrosiano, fu pubblicato il primo avviso d'asta per la costruzione in cemento armato delle tribune e cabine di segnalazione nel campo polisportivo del Littorio. Il 23 dicembre 1930, alle ore dodici ebbe finalmente luogo la terza asta dopo che le due precedenti erano andate deserte, il podestà dichiarò definitivamente aggiudicato l'appalto dei lavori ai signori Carmine Ladogana ed Ettore Vietri. Tutti i lavori furono eseguiti e ultimati il 30 settembre 1932 con venti giorni di anticipo sul termine assegnato. L'inaugurazione del Campo Sportivo del Littorio, prevista per il
28 ottobre 1930, fu rinviata a data da destinarsi.
In quella data, nonostante i lavori non fossero ultimati, fu autorizzato lo
svolgimento della partita Napoli-Bari.
La partita di inaugurazione fu Foggia-Bari. Dopo la caduta del fascismo,
avvenuta il 25 luglio 1943, fu cambiata la
denominazione del campo ed eliminati tutti i simboli fascisti che lo
ornavano. Il campo sportivo fu intitolato al calciatore
gialloazzurro Domenico Monterisi,
nato a Cerignolail 5
dicembre 1920. Diventato giovinotto si impegnò
come dattilografo, ma nel 1940 partì in
guerra e indossò per la prima volta la divisa militare in una caserma umbra.
Giocò per pochi mesi nella squadra del Perugia per poi partire per il
fronte greco-albanese nel gennaio del 1941.
Il 24 febbraio, dopo appena un mese, fu colpito a morte per salvare la vita
di un commilitone. Per il suo sacrificio, fu decorato con Croce al valor Militare. Lo Stadio negli anni Duemila Lo Stadio è stato recentemente oggetto di restauri, nell'estate del 2016, con la posa in opera di manto erboso sintetico. Nel corso della stagione 2016-2017 lo stadio viene dotato di un impianto di illuminazione che ha consentito l'utilizzo in notturna dell'impianto. Si prevedono lavori di ampliamento della struttura , in vista della promozione della squadra in serie D. |
Lo stadio Pino Zaccheria è
lo stadio comunale di Foggia. Dal 1946 è intitolato
alla memoria di Pino Zaccheria,
valoroso sottotenente e atleta foggiano, pioniere della pallacanestro locale, che il 4
aprile 1941 perse la vita in combattimento
sul fronte greco a Tirana. Le caratteristiche dello stadio rispettano i criteri di classificazione
UEFA per essere considerato di 3ª categoria. Storia Lo stadio, Inaugurato il 22 novembre 1925,
sorge nelle vicinanze della Chiesa del Carmine, al Borgo Serpente, sul lato
sinistro del Tiro a Segno Nazionale. Successivamente, vennero costruiti un
muro di cinta e una tribunetta in legno su via Ascoli e il 6 aprile 1928 l'amministrazione
podestarile decreta l'istituzione del Campo Sportivo del Littorio. Il 18 marzo 1931, la tribuna in
legno venne sostituita da una tribuna coperta in cemento armato di circa
1.500 posti, progettata dall'Ing. Piero Marchini, e inaugurata il 28
ottobre 1932. Sei anni dopo, nel 1937 iniziarono
i lavori di sostituzione della tribuna in legno con una struttura in cemento
armato e grazie alla legge per il rifacimento dei danni di guerra vennero
costruite anche le due curve con seguente inaugurazione della pista
d'atletica il 30 aprile 1938. All'inizio degli anni 1950, dopo la realizzazione del sottopassaggio, vennero avviati i lavori per la sistemazione dei nuovi spogliatoi e delle docce con conseguente ampliamento della capienza delle tribune e sostituzione del manto erboso un anno dopo. Nel 1964, con il debutto in
Serie A della squadra rossonera, viene ampliata la capienza complessiva
superando i 20.000 posti a sedere ed eliminando la pista di atletica, poi,
l'anno successivo, il terreno di gioco in sansa venne sostituito da quello in
erba naturale. Dieci anni dopo, nel 1974 venne
costruita la nuova Tribuna Est, che poteva contenere 7.121 posti con
successiva realizzazione di due nuove curve in cemento armato, nel 1980,
capienti 5.871 posti (curva sud) e 5.846 (curva nord). Verso la fine degli anni 1980, dopo aver rifatto il manto erboso
e realizzato il nuovo impianto di illuminazione, il 22 settembre 1991 venne
inaugurata la nuova Tribuna Ovest coperta (autorità, stampa, centralissima,
centrale superiore, centrale inferiore, laterale superiore, laterale
inferiore), capace di ospitare 6.247 posti a sedere seguito dall'installazione
di seggiolini nel 1998. A partire dagli anni 2010,
dopo la conclusione della prima parte dei lavori di messa in sicurezza con i
tornelli, abilitando lo stadio per una capienza di soli 7.500 posti, il 19
aprile 2012, la curva nord dello stadio venne
intitolata a Francesco
Mancini, ex portiere del Foggia di Zeman, scomparso il 30 marzo dello stesso
anno. Nell'ottobre 2015, poi, vennero colorati tutti i settori dello stadio con il rosso e nero tratti dallo stemma societario. Nell'estate 2017 dopo la promozione in Serie B del Foggia, lo stadio viene rimodernato, con i seggiolini rossi e neri che vengono aggiunti nel primo anello della Curva Sud, Gradinata e Curva Nord. Inoltre, è stato installato un nuovo tabellone elettronico nello spazio "cuscinetto" tra il Settore Ospiti e la Curva Nord, un nuovo impianto di illuminazione, un nuovo manto erboso e dei vetri nuovi per migliorare la visione del campo. |
Impianti sportivi della provincia di Lecce |
Lo stadio comunale "Antonio Bianco" è un
impianto sportivo di Gallipoli (LE). Storia Lo stadio Antonio Bianco è una struttura situata vicino al mare,
costruita nel 1969 per ospitare le partite della
squadra cittadina, il Gallipoli Calcio, che in quella stagione
militava nei campionati di Prima Categoria. All'epoca l'impianto sportivo nacque come stadio Lido
San Giovanni per la sua vicinanza allo stabilimento balneare
che aveva il suo nome. Nel 1979 l'impianto
venne ristrutturato e rimodernato con la costruzione delle curve e
l'ampliamento della gradinata di fronte alla tribuna centrale, che aumentò la
capienza dell'impianto a circa 5.000 spettatori per renderlo agibile per
ospitare le gare del campionato di Lega Pro
Seconda Divisione. Lo stadio venne più volte chiuso per inagibilità e infine
abbandonato. L'ultima ristrutturazione risale al 1994,
anno in cui l'impianto fu intitolato alla memoria di Antonio Bianco,
trentatreenne gallipolino scomparso tragicamente in un incidente stradale
occorsogli nel tragitto tra la costa algerina e l'albergo in cui
risiedeva nel 1990. Nel luglio 2003 iniziarono i
lavori di ammodernamento, terminati nell'ottobre 2004. Il primo cambiamento interessò il terreno di gioco: vennero
realizzati un impianto di illuminazione e acustico e un manto erboso di terza
generazione in erba sintetica. Le vecchie reti di recinzioni furono
rimpiazzate da più moderni pannelli di vetro e vennero ridisegnati anche gli
spogliatoi. Nel 2005 la curva Nord venne sostituita con una gradinata in
ferro capace di ospitare 300 persone, la tribuna Est fu suddivisa in settore
ospiti (capienza di 1.000 spettatori) e in Gradinata Prato (capienza di 1.000
spettatori). Stante la non idoneità dello stadio Antonio Bianco per la
disputa di partite di Serie B, il
Gallipoli nella stagione 2009-2010 è stato costretto a giocare le gare
interne del torneo cadetto allo stadio Via del
Mare di Lecce. Con la retrocessione e il conseguente fallimento, il Gallipoli
torna a disputare le proprie gare casalinghe del campionato di Promozione
nello stadio cittadino. Vi sono alcuni progetti in cantiere per la ristrutturazione (già
avviata) dell'impianto su modello di stadio "all'inglese", senza
barriere tra spalti e terreno di gioco ed eco-compatibile. Spettacoli e Concerti Vasco Rossi and Steve Rogers Band (18 agosto 1983) |
Lo stadio comunale Giuseppe
Capozza è un impianto sportivo di Casarano (LE). Storia Lo stadio è intitolato a Giuseppe
Capozza, un noto personaggio cittadino che visse nel Novecento. Struttura Inizialmente il campo sportivo presentava la curva sud, la tribuna ovest coperta e la gradinata est. Nel 1987 il Capozza fu
completamente ristrutturato: fu innalzato il settore dei distinti est e fu
costruita la curva nord. Da una capienza di 5.000 posti si passò ai 6.200
posti totali (fra seduti ed in piedi). È stato utilizzato dalla nazionale
italiana Under-21 come unico campo su territorio italiano in
cui far disputare le partite valide per la qualificazione al campionato europeo di calcio Under-21 2013. Record Quando ancora non era stato ristrutturato, nella stagione 1983-1984,
in occasione di Casarano-Bari,
nonostante la capienza ridotta, l'impianto registrò il record di presenze
(6.500). Dopo la ristrutturazione la partita che vide il maggior numero di
spettatori fu il derby Casarano-Lecce dell'8 ottobre 1995,
con circa 7.900 persone presenti allo stadio. Curiosità Il 15 novembre 2011, lo stadio Capozza
ha ospitato la partita Italia-Ungheria Under-21,
gara valevole per le qualificazioni al Campionato europeo di calcio 2013. La
nazionale italiana si è imposta sulla compagine ungherese per 2 reti a 0 con
marcature di Gabbiadini e Paloschi. Il 6 settembre 2012 allo stadio
Capozza la nazionale Under-21 ha sfidato, sempre per le qualificazioni al
campionato europeo 2013, la nazionale del Liechtenstein vincendo la gara con
il punteggio record di 7-0. Al Giuseppe Capozza si è allenata la squadra Juventus FC in
attesa della partita (Lecce-Juve) nella stagione 2011/2012 Ha giocato più volte l'italia U21 contro l'Ungheria, il Liechtenstein, e l'Irlanda (le ultime 2 per la qualificazione agli europei). |
Lo stadio comunale Giovanni
Paolo II è un impianto sportivo di Nardò in Puglia. Il campo di gioco è 105 x 65 metri, mentre i posti a sedere sono 5.000. Lo stadio fu costruito tra il 1957 e il 1960 con il nome di stadio Granata. Fece da sfondo al Grande Nardò degli anni '60 e '70 che conquistò la Serie C. Fu ammodernato nel 1998 e prese il nome di stadio comunale; la capienza salì agli attuali 5.000 posti. Negli ultimi anni è stato molto frequentato dai tifosi per via della promozione della squadra in Serie D. Infine dopo la morte del pontefice Giovanni Paolo II, la città di Nardò ha voluto dedicargli l'impianto sportivo. ·
Tribuna centrale (3.500 posti) · Gradinata (1000 posti, settore
ospiti) · Curva Sud (500 posti) |
Lo stadio Carlo Pranzo era un impianto sportivo della città di Lecce. Ospitava gli incontri interni calcistici del Lecce. L'impianto sportivo venne inaugurato nel 1924 come Campo
XXVIII Ottobre o Campo Achille Starace su volere del regime fascista. Terminato il
periodo fascista, l'impianto venne dedicato a Carlo Pranzo ex calciatore
della squadra salentina, venuto a mancare durante la seconda guerra
mondiale. Nel 1966 il Lecce si
trasferì nel nuovo stadio Via del
Mare, quindi il Carlo Pranzo venne abbandonato ed in seguito
demolito nel 1985. Oggi al suo posto, sorge un parcheggio. L'impianto aveva una capienza di 12 000 posti, aveva le tribune in legno e il terreno di gioco era in terra battuta. |
Lo Stadio Comunale Antonio
Tamborino Frisari è un impianto sportivo di Maglie che ospita gli incontri interni
della Toma Maglie. Storia Lo stadio, intitolato al figlio del senatore Vincenzo Tamborino,
sorge su un terreno donato dal parlamentare al comune di Maglie nel 1934. Negli anni cinquanta lo stadio fece da cornice ad una pagina
importante della Toma Maglie: la vittoria del campionato di Serie C girone D
1951-1952 e i successivi spareggi con il Cagliari, il Piacenza e
il Vigevano per
l'ammissione al campionato di Serie B. Originariamente lo stadio era sprovvisto di pista di atletica,
era dotato di due gradinate (ovest ed est) e di due curve (nord e sud) e
poteva ospitare più di 10.000 spettatori. Nel periodo d'oro l'impianto
registrò più volte il tutto esaurito, come accadde il 30 marzo 1952 nel derby
con l'Arsenaltaranto o il 1º giugno 1952
contro il Cagliari in
una gara valevole per la fase finale per la qualificazione in Serie B. Nel 1969 l'impianto fu ampliato (venne abbattuta anche la torre
centrale presente in gradinata est) e nel 2007 fu sottoposto a
lavori di riqualificazione che riguardarono la sistemazione delle
tribune, delle gradinate (la gradinata est fu in seguito ricostruita e
ridotta) e degli ambienti presenti. Diversi, nel corso degli anni, gli
interventi di rifacimento del manto erboso. Attualmente lo stadio ha una capienza ridotta (circa 2.500
posti) rispetto a quella originaria; è dotato di una pista di atletica e di
un impianto di illuminazione. Eventi Nel corso della sua storia lo stadio ha ospitato squadre
di Serie A e di Serie B. Di seguito, alcuni dei
principali eventi. Il 4 settembre 1949 la formazione del Bari di Sarosi disputò
una partita precampionato che si concluse con la vittoria della compagine
barese grazie a un gol di Sentimenti V. Il 24 gennaio 1954, in
seguito alla sospensione del campionato per l'impegno della Nazionale,
si disputò un incontro amichevole con la Lazio di Mario Sperone. Il 31 gennaio 1971 la formazione del Bari di Lauro Toneatto disputò, a distanza
di vent'anni dall'ultimo derby con la squadra magliese, una partita
amichevole. Il 6 settembre 1974 fu ospitato il Taranto di Guido Mazzetti. Il 25 agosto del 1993 fu ospitato il Lecce di Nedo Sonetti. Nel giugno del 2007 si disputarono alcune partite della fase
finale del Campionato
Nazionale Allievi Professionisti. Parteciparono: Genova, Brescia, Chievo
Verona, Sorrento ed Empoli. Il 18 agosto 2011 fu ospitato il Lecce di Di Francesco nella
sua prima uscita stagionale nel Salento. Il 30 maggio 2013 lo stadio ha ospitato la seconda tappa della
fase finale provinciale dei Giochi della Gioventù.
Come arrivare La struttura è situata nella periferia nord della città ed è facilmente raggiungibile trovandosi in prossimità della Strada Statale 16 Adriatica Lecce-Maglie. |
Stadio Via del Mare Lo stadio Ettore Giardiniero -
Via del Mare, noto come Via del Mare, è un impianto sportivo di Lecce. Ospita le partite casalinghe dell'Unione Sportiva
Lecce e prende il nome dalla via dove è situato, la strada
statale 543 per San Cataldo. È
uno degli stadi più capienti d'Italia, avendo 40.670
posti a sedere, di cui 20.373 attualmente omologati. Nel 2009-2010 è stato sede, in via eccezionale, anche delle
partite del Gallipoli - che quell'anno militava
in serie B - per l'inagibilità
dello stadio Antonio Bianco della città ionica. Storia Primi Impianti Sostituì
lo stadio Carlo
Pranzo, antico impianto intitolato alla memoria di un giovane
leccese caduto nel 1942 in Africa all'età di 31 anni durante la seconda guerra
mondiale (dal libro "Lecce Cento" di Enzo Bianco e
Antonio Corcella). Nei primi anni della società salentina, dal 1924 al 1943,
l'impianto sportivo si chiamava "Achille Starace", gerarca fascista. Costruzione e Inaugurazione Lo stadio fu inaugurato l'11 settembre 1966 in occasione di
un'amichevole tra Lecce e Spartak
Mosca, terminata con il punteggio di 1-1 e seguita da 13.000
spettatori. La capienza iniziale era di 16.000 spettatori. Il 2 ottobre dello
stesso anno ospitò la prima partita tra squadre italiane, il derby pugliese tra Lecce e Taranto (1-0),
di fronte a 25.000 spettatori. Il 24 giugno del 1967 il Via del Mare ospitò
un'altra prestigiosa amichevole tra il Lecce e il Santos di Pelé. La partita terminò 5-1 per i
brasiliani con tripletta di Pelé e gol della bandiera salentino di Mammì. Nel 1976, grazie ad un intervento di ampliamento, si arrivò a
20.500 posti. Ristrutturazione Con la prima storica promozione del Lecce in Serie A nel 1985 lo
stadio fu quasi completamente ricostruito e ammodernato dall'impresa edile di
proprietà del costruttore e presidente dell'Ascoli Costantino Rozzi. In meno di tre mesi la
capienza arrivò a ben 55.000 posti realizzando un anello superiore per i
tre quarti delle tribune. Furono rifatte le due curve, sedi del tifo
organizzato: la Nord (oggi sede degli Ultrà Lecce) e la Sud (oggi sede
della Gioventù). Inoltre furono ricostruite la Tribuna Centrale e
Laterale e furono creati i settori Distinti e Tribuna Est (con il cosiddetto
"Crescent"), la quale rimase invariata. Si trattava del quinto
stadio italiano per capienza, dopo Napoli, Milano, Roma e Torino e sarebbe
rimasto il quinto stadio più grande d'Italia fino al campionato
mondiale di calcio 1990. In seguito, per far sì che tutti i posti
a sedere fossero numerati, la capienza fu ridotta a 40.670 posti. Le poltroncine sono di colore rosso e giallo (i colori sociali della squadra) e compongono sulla Tribuna Est la scritta "U.S. Lecce". Dopo la sua quasi totale ristrutturazione, lo stadio di Lecce, insieme allo stadio Friuli di Udine, era l'unico stadio pronto per il Mondiale di Italia 1990. Ciononostante l'assegnazione delle partite del campionato mondiale nella regione Puglia andò allo stadio San Nicola di Bari, fatto che causò alcune polemiche. Nel 1987 il Via
del Mare ospitò, con il tutto esaurito, due partite ufficiali del Milan di Sacchi: il 30 settembre contro lo Sporting Gijón per
il ritorno dei trentaduesimi di finale di Coppa UEFA (3-0
per i rossoneri) e il 21 ottobre contro l'Espanyol per
il ritorno dei sedicesimi di finale dello stesso torneo (2-0 per gli
spagnoli). Si giocò a Lecce a causa dell'indisponibilità di San Siro,
squalificato dalla UEFA dopo i
disordini di Milan-Waregem 1-2,
ritorno degli ottavi di finale della Coppa UEFA
1985-1986. Nel 1994 lo stadio ospitò la messa celebrata da papa Giovanni
Paolo II. Con delibera del Consiglio comunale, nel gennaio 2002 lo stadio
fu intitolato al sindaco Ettore
Giardiniero, che diede il via libera alla sua ricostruzione. Durante la prima giornata del campionato di Serie B 2007-2008 la
sala stampa dello stadio fu intitolata al giornalista leccese Sergio
Vantaggiato, scomparso tragicamente a Parigi nell'agosto 2007. Il 1º novembre 2007, durante una fase di allenamento della squadra locale nello stadio, un fulmine ha colpito il magazziniere dell'U.S. Lecce Antonio De Giorgi, uccidendolo sul colpo. Sono rimasti illesi l'allenatore Giuseppe Papadopulo, il direttore sportivo Guido Angelozzi e il calciatore Elvis Abbruscato. Anni Recenti Lo stadio leccese ospitò per una stagione in Serie B (2009-2010)
le partite interne dell'allora esordiente Gallipoli. Dopo la fine del campionato,
culminato con la retrocessione, il fallimento e la conseguente iscrizione
in Promozione
Pugliese, la squadra gallipolina tornò a disputare le partite
casalinghe nello stadio Antonio
Bianco della città ionica. Dal 14 al 17 luglio 2011 lo stadio fu sede dell'edizione 2011 del festival musicale Italia Wave, che vide salire sul palco, tra gli altri, artisti di fama internazionale come Lou Reed, Paolo Nutini e i Kaiser Chiefs. A causa
dell'aumento del numero di casi di violenze negli stadi, per motivi di
sicurezza una parte della Curva Sud (quella che confina con il settore
ospiti) fu chiusa e il numero dei posti omologati è ridotto a 36.827. Il 31
gennaio 2013, con la caduta del Lecce in Lega
Pro, la Curva Sud fu chiusa per motivi economici e la capienza
divenne di 14.287 posti. Il 26 luglio 2014 l'impianto ospitò un concerto del gruppo
salentino dei Negramaro. Durante
l'esibizione della band il terreno di gioco fu danneggiato: furono lasciati
dei solchi sulla linea di gioco e l'area di rigore di fronte alla Curva Sud
subì seri danni. Visto l'impegno in Coppa Italia contro
il Foligno,
l'amministrazione comunale del capoluogo salentino si assunse l'onere di
provvedere alla riparazione del campo, ma il Lecce si presentò al primo
impegno ufficiale davanti ai propri tifosi su un terreno ai limiti del
giocabile. Prima della compilazione dei calendari il club chiese di poter
iniziare la stagione in trasferta per via della problematica situazione del
terreno di gioco dello stadio, ancora irrisolta. Perciò i salentini, come
richiesto, iniziarono il loro campionato a Aprilia in casa della Lupa Roma il 31 agosto 2014. La
società, con una nota ufficiale del 23 agosto, rese noto che per effettuare i
lavori di ripristino del terreno di gioco del Via del Mare non fu versata
alcuna somma di denaro da parte del comune. Il 25 agosto il
presidente Savino Tesoro confermò
che la prima gara casalinga di campionato contro il Barletta si sarebbe giocata
regolarmente al Via del Mare. Con l'arrivo della nuova proprietà guidata dall'imprenditore
Enrico Tundo lo stadio è stato ribattezzato, nella campagna abbonamenti
2015-2016, La Tana dei Lupi. Per la sola sfida casalinga contro il Foggia di Lega Pro,
il 17 febbraio 2016 la capienza fu portata da 14.287 a 17.983 posti a sedere. Il 1º aprile la capienza fu
amentata a 19.202 posti, in maniera permanente, prima della gara interna
contro il Matera. Il 29 aprile 2016 il Comune di Lecce mise in vendita l'impianto sportivo assieme al tribunale, valutando il primo 18 milioni e 900 mila euro. |
Impianti sportivi della provincia di Taranto |
Il PalaWojtyla è il principale
impianto sportivo di Martina Franca. Concepito principalmente per la pratica della pallavolo, esso può essere utilizzato
all'occorrenza anche per le competizioni di calcio a 5 e di basket. Inaugurato nel 2004,
comprende anche un parcheggio con 250 posti auto. |
Lo stadio Giuseppe Domenico
Tursi è un impianto sportivo di Martina Franca. Utilizzato a partire dal 1945,
divenne comunale nel 1947 e
successivamente ampliato in più riprese sino ad arrivare alla conformazione
attuale. Dal 1986 è intitolato alla memoria di
Giuseppe Domenico Tursi, pioniere del calcio Martinese. Lo stadio ha una capienza stimata di 4.900 posti ed ospita le
partite casalinghe dell'A.S.
Martina Franca 1947. Storia Il terreno di gioco su cui oggi insiste lo stadio di Martina Franca era di proprietà
della famiglia Aquaro che lo donò al Comune su richiesta di Tursi Giuseppe
Domenico il quale con pochi fondi realizzò il campo di gioco in tutto e
pertutto nel 1946; il campo di gioco era utilizzato
già dall'immediato dopoguerra da due compagini locali (i Galletti e
l'U.S.A.M.) che nel 1948 si fusero con
l'Associazione
Sportiva Martina, sorta nel 1946.
L'inaugurazione dell'impianto, dotato semplicemente di una tribuna naturale,
avvenne nel settembre del 1947 alla presenza dell'allora sindaco della
cittadina pugliese, Alberico Motolese. In quegli anni Giuseppe Domenico Tursi
fu giocatore, allenatore, magazziniere e massaggiatore del Martina, oltre che
custode dello stadio e per questo il comune, nel novembre 1986,
decise di intitolargli l'impianto. Nel 1964 fu costruita
la prima tribuna in metallo per 800 spettatori, ricostruita in cemento armato
nel 1986 in occasione della prima
promozione in Serie C1 della
compagine biancoazzurra. La curva nord, in metallo, fu costruita nel 2001 poco
prima della seconda promozione in C1 mentre il settore ospiti ha assunto
l'attuale conformazione con l'ultimo ampliamento del 2004. Descrizione Lo stadio è situato alla periferia sudorientale della città. Sul lato ovest è situata la tribuna distinti che si sviluppa su due livelli, la cui parte centrale e superiore è coperta da un tetto in acciaio. La curva nord è in tubolari metallici e ospita il tifo casalingo del Martina, mentre la gradinata laterale est si presenta con i gradoni in cemento prefabbricato a sbalzo sulla strada retrostante (via dello Stadio) ed è riservata ai tifosi ospiti. Sul lato sud sono presenti solo gli spogliatoi e l'ingresso in campo delle squadre. |
Lo stadio "Erasmo
Iacovone" di Taranto, ex stadio "Salinella" dal nome del quartiere
cittadino nel quale è situato, è lo stadio di calcio della città. Con i suoi 30 000 posti circa è il quarto impianto più capiente
della regione, nonché uno dei più grandi del Sud Italia. Attualmente la sua capienza è ridotta a 12.154 posti. Storia Lo stadio in muratura Negli anni ’50
del secolo scorso il Comune di Taranto approvò il progetto per realizzare un
nuovo stadio in muratura, alla Salinella, della capienza di 35 mila
spettatori, che prendesse il posto del vecchio stadio
"Valentino Mazzola", divenuto strutturalmente inadeguato
alle ambizioni dell'Associazione
Sportiva Taranto, la società di calcio maschile più
rappresentativa dell'epoca. L'Amministrazione chiese un finanziamento al
Credito Sportivo che venne concesso e nel 1960 si avviò la costruzione del
nuovo stadio, con la posa della prima pietra. I lavori tuttavia si fermarono
due anni dopo e la struttura abbandonata per un anno, nel 1963 l’Istituto di
Credito sportivo sollecitò il Comune a riprendere i lavori ed inoltrare
richiesta formale per la concessione del secondo finanziamento per il
prosieguo dei lavori. Le opere già eseguite riguardavano la recinzione esterna dello
stadio, lo scavo del fossato di guardia, il drenaggio della pista d’atletica
e del campo di gioco sul quale era stato già steso il terreno “vegetale” atto
alla creazione del tappeto verde, la costruzione della palizzata sotto i
pilastri a sostegno della struttura. Dopo il sollecito del Credito sportivo
il Comune inoltrò richiesta e nel 1964 ottenne un finanziamento di 125
milioni per i lavori riguardanti il 2º lotto del nuovo stadio. Lo stadio Salinella Mentre l'iter burocratico proseguiva, l'allora Presidente del
Taranto, Michele
Di Maggio, nel mese di luglio del 1965 avanzò al Comune la
richiesta di poter costruire un nuovo stadio in un posto diverso da quello
dove già era in costruzione l'impianto voluto dall'Amministrazione comunale:
il posto individuato da Di Maggio era a poche centinaia di metri da quello in
costruzione! I dubbi su tale scelta non erano pochi in quanto la zona prescelta si presentava con una forte depressione del suolo, di natura melmosa e priva di qualsiasi infrastruttura accessoria ma la volontà di andare avanti era forte e l’accordo con il Comune venne raggiunto. Il 30 agosto iniziarono i lavori di sbancamento e proseguirono a
marce forzate con turni di lavoro continui, giorno e notte, utilizzando un impianto
volante di illuminazione. "Un grande stadio per una grande squadra"
fu lo slogan che si coniò per l'occasione. Fu costruito in 100 giorni, ma non
mancarono gli intoppi e i problemi ingegneristici da superare: innanzitutto
per pareggiare la depressione naturale vennero immessi 90.000 metri cubi di
pietrisco e terreno fertile, successivamente si dovette fronteggiare un
problema burocratico in quanto alcuni pali di una linea di alta tensione che
alimentava gli impianti dell’Arsenale militare impedivano di costruire
tribune e gradinate, il problema fu superato grazie alla collaborazione della
Marina Militare e a settembre iniziarono ad essere innalzate le gradinate. In
totale furono utilizzati 130 chilometri di tubi innocenti, tonnellate di
morsetti e 900 metri cubi di tavoloni mentre per palificazioni, rete di
recinzione e le 24 porte di accesso disseminate lungo il muro di recinzione
vennero impiegati 5.000 quintali di ferro lavorato. In muratura erano soltanto gli spogliatoi e i servizi igienici. La capienza collaudata fu per 22.610 spettatori, mentre quella
massima fu di circa 25.000. Il settore di tribuna coperta fu inoltre dotato
di seggiolini in ferro semovibili, utilizzati molto spesso dai suoi
frequentatori per creare un vero e proprio clima da bolgia infernale,
sbattendole all'unisono durante gli incontri calcistici per fare rumore. Il
nuovo stadio fu chiamato Stadio Salinella. L'8
dicembre 1965 il nuovo impianto fu inaugurato con
una partita amichevole, Taranto-Foggia,
conclusa 0 a 0, mentre la prima partita ufficiale, Taranto–Sambenedettese,
valida per il campionato di serie C, fu giocata il 19 dicembre 1965 e
conclusasi con il risultato di 1-0 per gli ospiti. Lo stadio mai nato Nel frattempo
l’erba ed i rovi ricoprirono a poco a poco le strutture già iniziate del
“nuovo stadio” voluto dall'Amministrazione comunale, un'impresa costata già
svariate decine di milioni. Proprio questo problema suscitò l’attenzione
della Gazzetta del
Mezzogiorno che pose alcuni interrogativi rispetto al
coinvolgimento economico del Comune, sulla proprietà dello stadio e sui costi
dell’intera operazione. La risposta venne dallo stesso Di Maggio che riprese
la delibera del Comune in merito rivendicando la correttezza dei lavori e
senza entrare nel merito del costo complessivo ribadì che tale aspetto
riguardava esclusivamente l’AS Taranto poiché struttura privata. La polemica
si riaccese in pieno Consiglio comunale quando, con all’ordine del giorno la
costruzione delle strade attorno allo stadio, dopo la relazione
dell’assessore Leggieri in alcuni interventi l’opposizione mise in dubbio
l’ortodossia della procedura adottata dal Comune che aveva affidato all’AS
Taranto l’incarico di appaltare i lavori per la costruzione dello stadio. Qualche mese dopo al Comune giunse l’autorizzazione a contrarre
un mutuo di 125 milioni per completare i lavori dello stadio in muratura: una
situazione imbarazzante e al limite del ridicolo poiché Taranto avrebbe
potuto ritrovarsi con due stadi da 30.000 spettatori a distanza di qualche
centinaio di metri l’uno dall’altro! Per sbrogliare
la matassa la Giunta comunale, all’inizio del 1967, adottò una delibera con
la quale decise di riscattare dall’AS Taranto lo stadio con tutte le sue
strutture, dando mandato agli uffici competenti di stimare i costi, tuttavia
l'iter per il completamento dello stadio in muratura continuò: mentre il
Taranto giocava ormai stabilmente al “Salinella”, la Giunta deliberò il 2º
lotto dei lavori di costruzione del nuovo stadio alla Salinella, utilizzando
i 125 milioni del mutuo concesso. In seguito venne annunciato che tali lavori
non si sarebbero fatti più e che i soldi disponibili sarebbero serviti per
completare soltanto un impianto ridotto con solo una tribunetta e tutte le
strutture sportive (campo da gioco, pista per atletica, ecc.). Ma a questo
annuncio non seguirono ulteriori atti e la questione venne abbandonata. Il 15 aprile 1970 il Consiglio comunale approvò il provvedimento
con il quale il Comune rilevò, per 540 milioni, lo stadio “Salinella”. Si chiuse così, definitivamente, la strana storia dello stadio
in muratura: le sue strutture già costruite fanno ancora mostra di se mentre
rovi e arbusti li hanno in parte ricoperti. La nuova intitolazione a Erasmo
Iacovone e il riammodernamento deli anni '80 Il 6 febbraio 1978, nel corso di uno
dei campionati di Serie B più
memorabili nei ricordi dei tarantini, morì per un incidente stradale il
centravanti Erasmo Iacovone.
I funerali si svolsero il giorno seguente; alle esequie religiose fece
seguito una commemorazione all'interno dello Stadio "Salinella",
alla presenza dei dirigenti e di decine di migliaia di tifosi del Taranto. Lo
shock per la perdita del campione fu tale che in suo ricordo l'allora
presidente Giovanni
Fico dichiarò: "In questo momento esprimo l’impegno a
far intitolare al tuo nome questo stadio. Addio, Erasmo", appena
due giorni dopo la sua morte, lo stadio "Salinella" fu rinominato
stadio "Erasmo Iacovone" mentre,
più recentemente, il 20 ottobre 2002, fu inaugurata una statua nella piazza
prospiciente l'impianto sportivo, realizzata dallo scultore Francesco
Trani. Nel 1985 la nuova
normativa in materia di sicurezza rese di fatto la struttura inagibile. Lo
stadio venne allora sottoposto ad un cambiamento profondo, costringendo
squadra e tifosi a migrare negli stadi delle località limitrofe. I tubi
Innocenti ed i gradoni in legno furono sostituiti da 2.500 metri cubi di
calcestruzzo e da 1000 quintali di acciaio, fu costruito un profondo fossato
tra il terreno di gioco e gli spalti, fu innalzato un secondo anello per ogni
settore ed installato un moderno impianto di illuminazione. Furono inoltre
spostati gli spogliatoi sotto il settore di Tribuna, ristrutturati i servizi
igienici, rimodernata la sala stampa e ristrutturato il campo B situato alle
spalle del settore di Gradinata. Al termine dei lavori, appaltati e
realizzati in diverse fasi nel corso degli anni successivi, la capienza
risulterà pari a 27.584 posti. Il 26 aprile 1989 lo stadio
ospitò per la prima volta la Nazionale
italiana in una partita amichevole contro l'Ungheria, e vinse per 4-0 (reti di Berti, Carnevale, Ferri e Vialli). In occasione dei XIII Giochi
del Mediterraneo del 1997,
lo stadio è stato dotato di un tabellone luminoso. La capienza dell'impianto fu ridotta per la prima volta nel 2005
a 15450 posti. A settembre 2006 vi fu poi un'ulteriore restrizione a 9.900 per
eludere l'applicazione delle disposizioni previste dal decreto Pisanu,
obbligatorie per gli stadi con capienza non inferiore ai 10000 posti. Nella
primavera del 2007, proprio allo scopo di delimitare la capienza, si provvide
alla chiusura degli anelli inferiori di gradinata e tribuna. Durante la stagione 2007-2008 fu
necessaria, sempre per aggirare la normativa antiviolenza, la riduzione a
7499 posti. In seguito agli incidenti di Taranto-Massese concomitanti e
collegati agli avvenimenti che portarono all'omicidio del tifoso laziale
Gabriele Sandri, lo stadio Iacovone fu squalificato per 4 giornate dal
giudice sportivo mentre la curva Nord fu chiusa per 10 giornate. Durante
le gare con la Nord chiusa, la capienza massima risultava di soli 3861 posti. Dai play-off 2007-2008 è
stato agibile solo l'anello superiore, infatti in seguito alle verifiche dei
tecnici comunali furono riscontrate crepe in quello inferiore, meno recente,
che dunque venne chiuso perché bisognoso di una completa ristrutturazione che
però a causa delle difficoltà economiche dell'Amministrazione comunale non fu
possibile realizzare. L'impianto tuttavia rimase nuovamente chiuso all'inizio della
stagione 2008-2009 perché
non ancora a norma (mancavano la zona prefiltraggio, i tornelli e il sistema
di videosorveglianza) e per tutto il girone d'andata e oltre, il Taranto
fu costretto a giocare senza tifosi. Lo stadio fu ufficialmente riaperto al
pubblico solo l'8 febbraio del 2009 nella gara casalinga con il Real
Marcianise, con agibilità limitata ai soli anelli superiori dei vari settori. I problemi economici del Comune non hanno permesso di realizzare
i lavori per l'anello inferiore fino al 2012, quando sono stati appaltati i
lavori per il settore curva Nord, il cui cantiere è stato aperto l'8
maggio e dopo il rifacimento ex-novo della struttura, finalmente
riaperto al pubblico il 1º settembre 2013. L'impianto è attualmente a norma secondo le leggi vigenti in
materia di sicurezza, ha un'area di prefiltraggio, tornelli elettronici,
videosorveglianza e un posto di polizia e la Commissione di vigilanza ha
autorizzato la nuova capienza a 12.154 spettatori. Nella stagione 2014-2015 ha
ospitato alcune partite interne della seconda squadra di calcio cittadina,
l'Hellas Taranto, militante nel campionato di Eccellenza
Puglia 2014-2015. L'impianto è dotato di un secondo campo di gioco adiacente la
gradinata, lo "Iacovone B", in erba naturale e sul quale si allena
la prima squadra e giocano le formazioni giovanili. Inoltre è il terreno di
gioco della compagine cittadina dell'Amatori Rugby Taranto. Nella stagione 2015-2016, il 6 gennaio 2016 è stato benedetto il terreno di gioco dello stadio grazie all'Acqua Santa del fiume Giordano donato dal tifoso fuorisede Pietro Gioia. |
Il palazzetto dello sport
Valentino Mazzola, detto anche PalaMazzola, è un'arena coperta situata
nella città di Taranto. Inaugurato nel 2004, l'impianto
polifunzionale ospita le gare interne delle locali squadre di pallavolo
maschile e di basket femminile. Il palazzetto conserva ancora oggi la facciata principale di
quello che prima era l'ingresso principale dello storico stadio Mazzola.
Oltre all'ingresso principale, che si trova in via Cesare Battisti di fronte
alla strada che porta al ponte Punta
Penna Pizzone, ha un altro ingresso dal lato opposto del
palazzetto, ovvero in via Venezia. Ha una capienza di 5000 spettatori ed è occasionalmente sede di
concerti. La struttura si trova nel luogo in cui sorgeva lo storico stadio
Valentino Mazzola che, inaugurato nel 1923, poteva contenere
fino a 15000 spettatori e fino al 1950 era servito dalla rete
tranviaria cittadina. Dapprima prese il nome di stadio
"Corvisea" dal nome del quartiere ove era ubicato; nel 1949 fu
intitolato a Valentino Mazzola,
campione del Grande Torino tragicamente
scomparso con i suoi compagni a Superga. Nel corso degli anni '60 fu ritenuto strutturalmente inadeguato
alle ambizioni della Associazione
Sportiva Taranto; fu quindi decisa la costruzione di un nuovo
impianto, il Salinella, poi ribattezzato stadio Erasmo
Iacovone, inaugurato l'8 dicembre 1965. Il Mazzola continuò a ospitare incontri di categorie giovanili e
molteplici eventi musicali per tutti gli anni '70 e i primi anni '80: alcuni
concerti dei Pooh che, nei primi anni '70, si
esibivano quasi ogni anno a Taranto al teatro "Alfieri" e
in'un'occasione anche al "Mazzola" per un evento organizzato
dall'emittente radiofonica Radio City One. Il 29 maggio 1980 si esibirono i
Rockets. La struttura
cadde in disuso dalla seconda metà degli anni '80, nel 1986 l'Amministrazione
Comunale approvò il progetto preliminare per la realizzazione di nuovo
impianto, un palazzetto polifunzionale che ancora mancava alla città e che
potesse ospitare le società sportive di pallacanestro e pallavolo da sempre
costrette a girovagare per palestre scolastiche e impianti privati. I lavori
si bloccarono negli anni '90 in stato avanzato con entrambe le tribune già
innalzate e ripresero solamente nei primi anni del nuovo millennio fino al
completamento del palazzetto. Fu inaugurato il 18 settembre 2004 alla
presenza delle autorità cittadine con una decisiva partita di pallacanestro
femminile tra la nazionale italiana e la nazionale lituana, valida per le
qualificazioni agli Europei del
2005. Per essere sicure di qualificarsi seconde e sperare nel
ripescaggio le azzurre avrebbero dovuto chiudere il match con almeno 9 punti
di vantaggio; il risultato finale invece fu di 70 a 55 per le ex sovietiche. Il 29 maggio 2010 la città di Taranto alla presenza del sindaco di Taranto Ippazio Stefàno e delle massime cariche istituzionali riceve in dono, da Elio Dalto fondatore dei Giochi della Magna Grecia Olimpica, una statua raffigurante il Discobolo di Mirone. La statua è posizionata all'ingresso del PalaMazzola. |
Lo stadio Valentino
Mazzola era un impianto sportivo di Taranto, ubicato in Via Cesare Battisti, dove attualmente sorge il PalaMazzola. Nello
stadio furono disputati gli incontri interni calcistici di Taranto, Pro Italia, Audace ed S.S.
Pietro Resta. Nei primi decenni dalla sua diffusione in città il calcio
tarantino non ebbe mai una dimora fissa, le partite interne delle squadre
cittadine si disputavano su campi senza spalti, talvolta in città come il
Monte delle Vacche, dove sorge attualmente il nosocomio SS. Annunziata, o sul
Campo Allievi Operai del Regio Arsenale, ex Piazza D'Armi. Lo stadio fu voluto e realizzato grazie al contributo di alcuni
tra i più importanti sostenitori della Pro Italia (Carano,
D'Erasmo, Racugno, Calderazzo e Guardone) e per dotare la città di un
impianto moderno e polifunzionale. La struttura fu concepita dall’Ing. Geremia D’Erasmo ed era
costituita da un campo di calcio in terra battuta di 100 x 50 m, una pista
podistica intorno a esso, più esternamente una pista in cemento recintata che
permetteva altissime velocità alle motociclette soprattutto grazie alle due
curve inclinate, due comode ed eleganti tribune, di cui una coperta per le
autorità, un servizio di smaltimento delle acque pluviali, eleganti locali
per gli spogliatoi, un pronto soccorso, docce, bouvettes per le
tribune e per il prato, servizi igienici per gli uomini e per le donne, gli
uffici della Direzione, le biglietterie, i locali per la guardiania, la
palestra all’aperto, un campo da tennis, una zona dedicata al tiro al volo ed
infine luoghi per il gioco delle bocce. La capienza fu inizialmente di
seimila spettatori. Tutto questo faceva del motovelodromo un modello di
campo polisportivo che lo poneva fra i più moderni ed efficienti del Regno
d’Italia, un vanto dell’intera città e sopratutto per la Pro Italia. L'impianto venne inaugurato il 14 ottobre 1923 col nome
di Motovelodromo Corvisea e per l'occasione fu organizzata una
sfarzosa cerimonia di apertura che vide la partecipazione delle più alte
cariche civili e militari dell’epoca. Madrina della Cerimonia fu la Contessa
Laura Carducci Artenisio Maccaroni. La cerimonia fu caratterizzata da
manifestazioni ciclistiche (alle ore 14:40 inseguimento ciclistico
professionistico a coppie con 2 batterie da 6 giri), podistiche (ore 15:00
gara di marcia), motoristiche (ore 15:15 eliminatorie gara di motociclette) e
a terminare ginniche svolte dalla società di ginnastica Angiulli di Bari. Per
la giornata inaugurale fu istituito un servizio tramviario continuo e
speciale a tariffa unica al costo di L. 0,60 con partenza da Corso Due Mari
ed arrivo allo Stadio. I prezzi per assistere alla cerimonia inaugurale
furono: Tribuna: L. 8, Soci L. 5,80; Prato: L. 4, Soci L. 2,40; militari
bassa forza e ragazzi: L. 2; Per le Signore ingresso al Prato L. 2, alle
Tribune L. 4. Dati Tecnici Lo stadio, come detto, in origine era di proprietà della Pro
Italia, poi passò all'Audace e
infine divenne di proprietà del comune di Taranto. Nel periodo fascista, cioè dal novembre 1928 al 1943,
l'impianto fu denominato Stadio del Littorio. Durante la seconda guerra
mondiale l'impianto fu usato come deposito militare; finita
la guerra, nel 1950, fu rinominato Stadio Valentino Mazzola in
onore dell'omonimo calciatore,
capitano del grande Torino morto
nella strage di Superga.
Dal 16 febbraio 1922 e fino al 1950
fu servito dalla Linea 2 della rete
tranviaria cittadina che aveva il capolinea periferico posto
in via Cesare Battisti, adiacente all'ingresso dello stadio. Il 5 dicembre 1965, il Taranto giocò la sua ultima partita nell'ormai vetusto impianto contro il Trapani vincendo per 1-0 di fronte a 9.000 spettatori, dopodiché i rossoblù si trasferirono nel nuovo Salinella (poi rinominato stadio Erasmo Iacovone). dove da allora disputano le proprie gare interne. Oggi del vecchio impianto è rimasto soltanto l'ingresso monumentale, al suo posto sorge il PalaMazzola inaugurato il 18 settembre 2004. L'attuale impianto che ha sostituito il vecchio stadio è una
struttura polifunzionale che ospita le gare interne delle locali squadre di
pallavolo e di basket ed è spesso sede di concerti e fiere. Oltre all'ingresso principale, che si trova in via Cesare
Battisti di fronte alla strada che porta al ponte Punta
Penna Pizzone, ha un altro ingresso dal lato opposto del
palazzetto, ovvero in via Venezia. Ha una capienza di 5000 spettatori. |