A
Cattedrale di Sant'Eustachio martire La cattedrale di Sant'Eustachio
martire, edificata nel XII secolo dal
feudatario normanno Roberto Gurgulione, fu ricostruita ed ampliata intorno
alla seconda metà del Cinquecento dal conte Alberto Acquaviva d'Aragona
e conserva oggi lo stile rinascimentale.La
facciata è divisa in tre ordini: in quello centrale è possibile ammirare il
magnifico rosone a
sedici bracci riccamente decorato. Sul portale centrale
a cuspide interrotta eretto da colonne in stile
corinzio poggianti su leoni
stilofori, vi è rappresentato Dio Padre, sotto il quale trova posto la
lunetta con il bassorilievio con la scena della conversione del generale
romano Eustachio. All'interno, la basilica-cattedrale vede decorazioni
policrome marmoree eseguite nell'Ottocento da
Mons.Giandomenico Falconi. La cripta rivestita
ancora da marmi policromi e stucchi sulle volte vede tre altari: uno in marmo
dove sono conservate le reliquie di sant'Eustachio e dedicato a lui ed alla
sua famiglia, quello centrale in argento dedicato al Santissimo Sacramento, l'ultimo in argento
dedicato alla patrona Maria Ss. di Costantinopoli con
l'antichissimo dipinto bizantino. |
Piazza dei Martiri, ACQUAVIVA DELLE FONTI Orari SS
MESSA: Dal Lunedì al Sabato 9:00-18:00 Domenica 8:30-10:00-11:30-18:00-20:00 Telefono: +39 080 769742 La chiesa è dedicata a sant’Eustachio. La venerazione di sant’Eustachio martire in Acquaviva, viene
datata al XVI secolo quando la Chiesa fu dedicata al culto del
martire. Visse a Roma ai tempi dell’imperatore
Adriano. Prima di convertirsi al Cristianesimo era pagano ed il suo nome
Placido: era solito dedicarsi alla beneficenza, ma anche alla persecuzione
dei cristiani. Secondo la Leggenda Aurea un
giorno Placido stava inseguendo un cervo mentre andava a caccia, quando
questo si fermò di fronte ad un burrone e si volse a lui mostrando tra le
corna una croce luminosa sormontata dalla figura di Gesù che gli diceva:
«Placido, perché mi perseguiti? Io sono Gesù che tu onori senza sapere». Dopo essersi ripreso dallo spavento, Placido
rientrò a casa e narrò tutto alla moglie, la quale gli riferì di aver avuto
quella notte una visione nella quale uno sconosciuto le preannunciava che
l’indomani ella si sarebbe recata da lui con il marito. Placido, la moglie e
i due figli si recarono l’indomani dal vescovo, si convertirono e si fecero
battezzare. Placido ricevette il nome di Eustachio (dal
greco Eustáchios, cioè “che dà buone spighe”), la moglie quello di Teopista
(dai termini greci théos e pístos, cioè “credente in Dio”), ed i figli,
uno Teopisto e l’altro Agapio (dal greco
Agápios, cioè “colui che vive di carità”). Richiamato sotto le armi come generale
dall’imperatore Traiano, riprese servizio e si comportò con valore
combattendo contro i barbari. Invitato a Roma per ricevere i debiti onori, si
seppe che era cristiano e l’imperatore Adriano lo fece arrestare e condannare
a morte insieme alla moglie e ai figli. Fu con loro torturato e, salvatisi
misteriosamente dalla fiere del Colosseo, morirono infine, tutti martiri,
arroventati dentro un bue di bronzo. Patrono della nostra Città, il Santo viene venerato il 20 maggio. |
Parrocchia
Santa Maggiore |
Via Sannicandro, ACQUAVIVA DELLE FONTI Telefono: +39 080761243 Cellulare: +39 3315260316 E-Mail: smariamaggiore@hotmail.it Orario SS
MESSA: Ora Solare: Da fine ottobre a fine Marzo Nei giorni feriali: Lunedì-Mercoledì-Venerdì
ore 8:30 Martedì-Giovedì-Sabato ore 18:30 Nei giorni festivi: ore 8:30-10:30-18:30 Ogni mercoledì sera e giovedì mattina Sacerdoti disponibili per le confessioni e
direzione spirituale. Ogni giovedì ore 09.00 e venerdì ore 19.00 Adorazione Eucaristica e Lectio Divina. Ora legale: Da fine Marzo a fine Ottobre (Escluso Luglio
e Agosto) Nei giorni feriali: Lunedì-Mercoledì-Venerdì
ore 8:30 Martedì-Giovedì-Sabato
ore 19:00 Nei giorni festivi: ore 8:30-10:30-19:30 Ogni mercoledì sera e giovedì mattina Sacerdoti disponibili per le confessioni e
direzione spirituale. Ogni giovedì ore 09.00 e venerdì ore 19.30 Adorazione Eucaristica e Lectio Divina. Orario
Estivo: Luglio-Agosto Lunedì-Mercoledì-Venerdì ore 8:30 Martedì-Giovedì-Sabato ore 19:00 Nei giorni festivi: ore 10:00-19:30 Ogni Mercoledì sera Sacerdoti disponibili
per le confessioni e direzione spirituale. Ogni Venerdì Adorazione Eucaristica e Lectio
Divina alle 19,30 |
Orfanotrofio
di SS di Costantinopoli |
Via Roma, ACQUAVIVA DELLE FONTI Telefono: +39 080761126 |
Parrocchia San Francesco d’Assisi |
Piazza San Francesco, 6 ACQUAVIVA DELLE FONTI Telefono: +39 080762250 |
Parrocchia Sacro Cuore Il 2 giugno 1967 Mons. D’Erchia dichiarava
eretta la nuova parrocchia del Sacro Cuore. Il 2 marzo 1975 Mons. Giacomo Palombella
affida la cura della nuova parrocchia al sacerdote don Nicola Nardulli. L’11 luglio 1979 viene posta la prima pietra nell’attuale Chiesa. Il 24 gennaio 1982 la nuova chiesa viene
inaugurata da Mons. Salvatore Isgrò. |
Via Sacro Cuore, 25 ACQUAVIVA DELLE FONTI Telefono: +39 080769453 Orario SS
Messa: Orario
Solare: Da Ottobre a Marzo Dal Lunedì al Venerdì ore 18:00 Sabato 18:00 – Domenica 08:30 - 10:30 - 18:00 Ora
Legale: Da Aprile a Settembre Dal Lunedì al Sabato ore 19:00 Sabato 19:00 - Domenica 08:30 - 10:30 - 19:00 |
Cappella
S. Maria del Principio La Cappella S. Maria del Principio e il più
antico ed importante luogo di culto della comunità di Montrone. La sua
origine si confonde con quella del paese. |
ADELFIA Secondo infatti quanto si legge in una
memoria del domenicano Vincenzo Furietti, dei principi di Valenzano e signori
di Montrone, scritta il 23 settembre 1668, la Madonna del Principio mostrò la
sua particolare protezione con un miracolo nel 1656, anno in cui la peste
devastò la nostra terra. La mattina del 16 agosto di quell'anno la Vergine
apparve lacrimante ai fedeli che non seppero allora rendersi conto di quanto
avveniva. Ma la sera un grave incendio stava per distruggere i cereali
ammassati sull'aia, quando un improvvrso acquazzone a ciel sereno spense le
fiamme. |
Chiesa San
Nicola (Chiesa Madre Montrone)
|
Piazza Leone XIII, ADELFIA Telefono: +39 0804591775 ORARIO SS
MESSA: Giorni Festivi: ore 7:30-9:30-11:00-19:00
|
La Cappella di
"Santa Maria della Stella" Fu voluta da Alfonso Balbanio, signore di
Canneto, nel 1186, per la miracolosa guarigione della moglie, Stella Beatrice
Galtieri, avvenuta nella Pasqua di quell’anno. Sull’altare maggiore domina il quadro della
Madonna e sugli altari laterali ci sono due tele raffiguranti S. Antonio da
Padova e un Santo Vescovo portato in gloria. Nei locali annessi alla Cappella fu portata,
nel 1877, la sede del Comune. Ora vi funziona il pensionato per anziani “Casa
della Divina Provvidenza”. |
ADELFIA |
La Chiesa Madre
di Canneto Ricostruita su di una antica chiesetta
preesistente nel 1761 ed ampliata nel 1763, ha una forma di croce latina ed è
dedicata all’Immacolata, la cui immagine troneggia nell’abside. Gli altari laterali sono sormontati da due
grandi tele di autore ignoto, raffiguranti l’Annunciazione e la
Crocifissione, e in quello destro si conservano le reliquie del Santo
Protettore di Canneto, S. Vittoriano. La sua statua fu realizzata nel 1767 e
restaurata nel 1907, quando fu effettuata la ricognizione del Sacro Corpo,
giunto a Canneto durante la signoria dei marchesi De Nicolai, il 23 Luglio
1753, e accolto con grande gioia e fede dal popolo. La cupola riporta le immagini dei quattro
Evangelisti, i nomi delle virtù teologali e morali. In alto, sul presbiterio,
è affrescata l’Ultima Cena. |
Piazza Galtieri,
34 ADELFIA Telefono: +39 0804594746 |
Santuario Madonna
di Canneto E’ attestata fin dall'inizio del sec. IX. Ha
subito nel corso dei secoli rifacimenti ed ampliamenti vari, onde resta
impossibile individuare il nucleo primitivo ed originale: forse il portico
centrale. Dal 1968 in poi si perseguì un unico
obiettivo: portare a termine il restauro, cercando di riarmonizzare parte
nuova e vecchia della Chiesa. |
ADELFIA ORARIO SS
MESSA: ORARIO GENNAIO-MARZO (solo festivo) ORARIO APRILE (solo festivo) ORARIO MAGGIO (solo festivo) ORARIO GIUGNO ORARIO LUGLIO-SETTEMBRE (feriale) Sabato: 17.00 SS. Messe L'attuale edificio di culto conserva
scarsissime testimonianze delle epoche precedenti. La facciata risale agli
anni venti del secolo scorso, e tutto il resto del santuario è stato
completamente rifatto negli anni settanta, con una linea architettonica che ha
dato luogo a molte polemiche circa l'effetto devastante che l'insieme
rappresenta per il paesaggio. Altri interventi (abside e
trono marmoreo della Madonna) erano stati effettuati nel secondo dopoguerra.
Nel piano sotterraneo del santuario sono conservati pochi elementi
architettonici del secolo scorso, tra cui il vecchio portale di ingresso su
cui un'iscrizione tramanda la memoria del rifacimento compiuto nel 1857 per la
munificenza del re Ferdinando II di Borbone, e una discreta
collezione di ex voto. Molto più antica è la statua di legno
di tiglio,
rivestita più recentemente da un manto di seta ricamato in oro e incoronata
con una corona d'oro, anch'essa recente. Il Bambino è tenuto a sinistra.
Secondo gli studiosi la statua, che in origine aveva una postura seduta in
trono e teneva il Bambino al centro, potrebbe risalire al XII o XIII secolo
ed essere inquadrata nell'arte
medievale abruzzese. La proibizione di spostare la statua,
sancita dalla leggenda del Capo della Madonna e dell'appesantimento, e quindi
dell'espressa volontà della Vergine di non essere allontanata da Canneto, fu
interrotta nel 1948,
quando fu portata in pellegrinaggio nei paesi disastrati dagli eventi della
guerra, quasi a confortare le popolazioni. Una seconda "peregrinatio" si è
avuta nel 2000 in
occasione del Giubileo del 2000 e la terza importante
dal 27 settembre 2014 al 26 luglio 2015 quando la
Vergine Bruna ha attraversato tutte le parrocchie della Diocesi di Sora-Cassino-Aquino-Pontecorvoe
alcune parrocchie che partecipano al pellegrinaggio del 22 agosto della diocesi di Isernia-Venafro. |
Parrocchia
Immacolata |
Piazza Galtieri, 34 ADELFIA Telefono: +39 0804594746 ORARIO SS MESSA: Feriale: 18:30 Festivo: 8:00-09:30-11:00-18:30 Orario Rosario: Feriale: 17:55 Festivo: 17:55 |
Cappella di San
Rocco |
Via Marchese di Montrone, 14 ADELFIA |
Chiesa
San’Antonio Su decreto del Re, nel 1910, il Rione Monti
fu dichiarato Monumento nazionale e si proibì la costruzione di edifici
moderni che ne deturpassero l'originalità di zona a trulli. Per questo e per arginare
il diffondersi del protestantesimo tra gli abitanti, il benemerito sacerdote
alberobellese DON ANTONIO LIPPOLIS decise di edificarvi un tempio. Si era all'indomani della Proclamazione di
Cristo Re dell'Universo da parte del Papa (Dicembre 1925) e don Antonio volle
che si trattasse di uno dei primi templi nel mondo consacrati al Re
dell'Universo; sarebbe poi stata dedicata anche al Santo di Padova, a suo
tempo detto "il martello degli eretici"per le battaglie portate
avanti contro le eresie. L'obiettivo era quello di utilizzare un
gruppo di lavoro completamente alberobellese. |
Via Monte Pertica, 16 ALBEROBELLO Telefono: +39 0804324416 ORARIO SS
MESSA: Orario Estivo (da giugno a settembre) 08:30 Santissimo Sacramento - Santa Lucia 19:00 Sant'Antonio Festivi 08:00 Sant'Antonio 09:00 Santissimo Sacramento - Santa Lucia 11:00 Sant'Antonio 19:00 Sant'Antonio 20:30 Santissimo Sacramento - Santa Lucia Orario Invernale (da ottobre a maggio) 08:30 Santissimo Sacramento - Santa Lucia 18:00 Sant'Antonio Festivi 08:00 Sant'Antonio 09:00 Santissimo Sacramento - Santa Lucia 10:00 Sant'Antonio 11:00 Sant'Antonio 18:00 Sant'Antonio 19:30 Santissimo Sacramento - Santa Lucia Tre quinte, una centrale e due laterali,
abbelliscono il fronte su cui si eleva, fino a m 2 1.50, un cono a trullo
proiettato in su che, a sua volta, slancia per altri m 3.20, un lucernario a
base quadrata. L'edificio è a croce greca; i pilastri
sostengono archi a tutto sesto e quattro volte, sollevate da terra fino a m
7,60. All'interno: pregevoli le opere di Adolfo
Rollo: l'Albero della Vita murale, col maestoso Crocifisso, il dipinto di
Cristo Re, i bassorilievi di don Guanella e l'altare di Sant'Antonio con le
formelle descrittive della sua vita. Nel 1945 il Vescovo di Conversano la
trasformò in Chiesa Parrocchiale scorporandola dal territorio dei S.S. Medici
e affidandola allo stesso don Antonio che ne fu amministratore parrocchiale
fino all'arrivo, nel 1952, dei padri guanelliani. Col Marzo 2001 la Parrocchia di Sant'Antonio
cura anche una seconda Chiesa, la Rettoria del Santissimo Sacramento, detta popolarmente
di Santa Lucia, come chiesa succursale. |
Chiesa di
Sant’Agostino La chiesa di sant'Agostino è legata alla
presenza, al di fuori dell'antica cinta muraria, degli agostiniani nella
città di Altamura, un grosso borgo di grandi tradizioni storiche in provincia
di Bari. Essa sorge sul luogo di antica cappella dedicata a san Bartolomeo,
concessa nel corso del Cinquecento dalla città ai padri agostiniani. Nel 1570, come ricorda la scritta
sull'architrave d'ingresso, costruirono una nuova chiesa, dedicata dapprima a
Santa Maria del Popolo con l'annesso monastero. La presenza agostiniana finì
con le leggi soppressione napoleoniche. |
Piazza Madonna Della Sanità, 1 ALTAMURA Telefono: +39 0803143401 ORARI SS
MESSA: Feriali: 8:30-10:00-11:30 (11:00 Luglio e
Agosto) -19:00 (20:00 Luglio e Agosto) La facciata della chiesa non è stata
completata, quantunque conservi l'antico portale cinquecentesco. La struttura
complessiva esprime nel disegno architettonico stilemi barocchi, frutto dei
rifacimenti settecenteschi. L'interno a croce grec, conserva diverse lapidi
sepolcrali di famiglie nobili cittadine benefattrici dell'ordine agostiniano.
La navata è arricchita da altari settecenteschi in marmo policromo di scuola
napoletana, inquadrati da alzate in stucco che fanno da cornice ai dipinti
settecenteschi che raffigurano, nel primo altare, san Nicola da Tolentino e
la Madonna della Provvidenza. A seguire si trova la cappella di Santa Maria
della Sanità eretta dalla famiglia Filo, i cui stemmi eseguiti da maestranze
napoletane nel 1750, si ritrovano sul pavimento e ai lati dell'altare. Nella cappella
di destra è collocato un dipinto seicentesco che raffigura la Vergine e
sant'Anna che presentano Gesù Bambino a sant'Agostino. Sull'altare maggiore
fa bella mostra la tela settecentesca con sant'Agostino che versa l'acqua
della Sapienza a Santi e Padri della Chiesa. Nella nicchia a sinistra c'è una
statua in pietra policroma di San Paolo eseguita da maestranze pugliesi nel
1633. Anticamente la città era nota con il nome di
Altilia, da Alter Ilium, ovvero l'altra Troia in relazione ad una leggenda legata
alla figura di Enea. Si tramanda che nel suo viaggio verso il Lazio, un suo
amico di nome Antello si sia fermato su un colle della Murgia fondandovi la
città. Altri storici ritengono tuttavia che la fondazione della città sia da
attribuire ad Althea, regina dei Mirmidoni. Nel Medioevo la città conobbe una
certa importanza grazie all'imperatore Federico II che diede una nuova
struttura alla città. Federico II cercò di ripopolarla e infine le diede il
nome di Altamura, utilizzando un toponimo già noto fra la popolazione locale. L'imperatore ordinò la costruzione della
Cattedrale nel 1232, destinata ad avere un grande futuro come santuario
mariano pugliese. |
Chiesa di
Sant'Antonio |
Via Can. Annibale M. di Francia 25, ALTAMURA Telefono: +39 0802041320 ORARIO SS
MESSA: 8:15 |
Chiesa Santa
Chiara |
Via Santa Chiara, 2 ALTAMURA Telefono: +39 0803141386 ORARIO SS
MESSA: 18:30 La chiesa poggia sulle fondamenta di
un’antica chiesa di rito greco di Santo Stefano e si presenta con un edificio
circondato da una cortina muraria. La facciata ha tre nicchie con le statue
di san Francesco, dell'Immacolata e di S. Chiara, mentre il
campanile in stile barocco è situato sul lato destro della struttura.
All’interno dell'edificio sono presenti opere pittoriche e sculture risalenti
al XVII e al XVIII secolo. Restano ben mantenuti il refettorio, il chiostro,
il cenacolo, il parlatorio e i corridoi su cui si aprono le celle delle
monache. Viuzze del vecchio impianto circondano tutto il complesso, formando
un’isola che non ha subito manomissioni di rilievo e perciò risulta un raro
esempio di architettura cinquecentesca. |
Chiesa di San
Domenico |
Piazza Zanardelli, ALTAMURA ORARIO SS MESSA:
19:30 (20:00 Luglio e Agosto) La chiesa si erige in piazza Giuseppe Zanardelli e venne eretta tra
il Cinquecento ed
il Settecento dai monaci dell'Ordine dei domenicani intorno ad un
nucleo già esistente costituito dalla chiesa di San Rocco di
cui attualmente rista una statua, risalente al XVIII
secolo. La facciata della chiesa ha subito nel corso della storia alcuni
interventi ed ancora oggi è in parte incompiuta nella parte superiore. Il
convento nel XIX secolo è stato, prima, seminario e, poi,
convitto. Attualmente le sale del convento ospitano l'ABMC (Archivio Biblioteca Museo Civico). |
Chiesa di San
Francesco Da Paola Il prospetto principale è, del tutto,
disadorno e definita da quattro paraste con dei capitelli ionici; si sviluppa
in altezza attraverso i due campanili della chiesa che sono paralleli a
quelli della Cattedrale vicina.
L'interno della chiesa è a pianta esagonale con una navata centrale e delle
cappelle laterali. Si differenzia dalle tipologie architettoniche dell'Ordine francescano e sembra allinearsi
con lo studio di iconografie centriche e che gli architetti napoletani
stavano studiano o sin dalla dine del XVI secolo.
Gli antichi matronei hanno delle finestre a graticci esagonali in
legno. L'altare principale è intagliato in marmo e contiene il dipinto
della Vestizione di Santa
Chiara di Andrea Miglionico. Nella seconda metà del XIX
secolo la
chiesa ha subito molti interventi che ne hanno cambiato l'aspetto: gli
antichi altari delle cappelle laterali sono stati sostituiti da altari
lignei con statue del santo titolare e Sant'Anna, dello scultore di Altamura Nicola
Altieri, provenienti dalla distrutta chiesa di San Francesco dei Frati Minori. Nei
lavori di restauro dell'inizio del 2012 è stata
rinvenuta una fontana-cisterna medioevale attualmente in fase di
approfondimenti. |
Corso Federico II di Svevia 127, ALTAMURA La chiesa settecentesca di San Francesco da Paola si trova in Corso Federico II di Svevia ad Altamura ed
è annessa all'antico monastero di Santa Maria del Soccorso, è stata realizzata
agli inizi del XVIII secolo per volontà dell'arciprete
Baldassare de Lerna. La chiesa non è altro che un ampliamento di un antico
complesso religioso risalente al 1563, caratterizzato
da una semplice facciata, la quale continua con il monastero contiguo. |
Chiesa di Santa Maria della Consolazione Nel 2012, grazie alle offerte della
comunità, sono cominciati i lavori di restauro. La nuova chiesa, ripulita e
modernizzata, è stata consacrata il 2 gennaio 2013 da Angelo
Comastri. |
Piazza Zanardelli, ALTAMURA Telefono: +39 0803111937 ORARIO SS
MESSA: 9:30-11:00-18:30-20:00 9:30-20:30 Luglio Agosto e Settembre Contiene diverse opere d'arte del patrimonio
artistico altamurano: la statua di marmo di San Vito,
al cui culto la chiesa era precedentemente dedicata, scolpita a Napoli nel
1620 da Michelangelo Naccherino; la Madonna con il Bambino tra
i santi Antonio e Leonardo,
dipinto a fine Cinquecento da Francesco
Curia; San Matteo e l'Angelo del
pittore veneziano Sebastiano
Ricci che la dipinse ai primi del Settecento; Sant'Orsolae
le compagne e la Madonna della Consolazione sull'altare
maggiore, del 1634, opera del pittore Gian Donato Oppido da Matera. Opere più recenti sono la statua di S. Agostino, della Madonna della Cintura e
dei SS. Medici, la tela ottocentesca della Natività e il Crocifisso scolpito
in legno della Val Gardena. Sulla targa, apposta a destra dell'entrata
centrale, c'è scritto: « Nell'anno della fede indetto da
S.S. Papa Benedetto XVI, nel centesimo anno di
fondazione della Parrocchia di Santa Maria della Consolazione, il
parroco D. Alessandro Amapani, il suo vicario D. Francesco Granieri, e il
consiglio presbiterale parrocchiale, per dare splendore alla casa di Dio e dignità
alle azioni liturgiche, hanno restaurato questo tempio che il 2 gennaio 2013
il Card. Angelo Comastri, arciprete della Basilica di S. Pietro, alla
presenza del Vescovo diocesano Mario
Paciello, di presbiteri e numerosa assemblea, con solenne rito ha
dedicato alla SS. Trinità » |
San
Michele al Corso |
Località Alta Murgia, ALTAMURA |
San Nicola Dei
Greci Fu costruita nello stesso periodo della
Cattedrale federiciana per soddisfare le esigenze di culto dell’antica
comunità greco-ortodossa stanziatasi alla fondazione della città. A navata
unica con una facciata lineare con tetto a capanna e un rosone (ricostruito
in epoca recente). Il bel portale fu arricchito nel 1576 dalle sculture a bassorilievo
di Nicola de Gessa che raffigurano scene dell’antico e nuovo Testamento. |
Corso Federico II di Svevia, ALTAMURA Telefono: +39 0803117032 ORARIO SS
MESSA: 9:30 Di particolare interesse, all’interno, è la
rappresentazione statuaria di San Nicola di Mira, in sembianze orientali:
volto scuro, mano benedicente “alla greca”. Nell’altra nicchia si può
ammirare la bella statua della Madonna della Salette. Di notevole rilevanza
sono anche le tele seicentesche e il battistero d’età sveva. Spicca lo
straordinario soffitto di legno dipinto, con al centro un grande quadro
raffigurante San Nicola. |
Chiesa di Santa
Teresa Edificata nella prima metà del XVII secolo e
distinta dall’annesso monastero, oggi sede del Museo Etnografico, era legata
al culto della Madonna del Carmelo. La facciata, realizzata in pietra
naturale, fu completata negli ultimi anni del Seicento in stile tardo
rinascimentale. Il campanile, a pianta quadrata, risale al Settecento, mentre
la bella cupola, anch’essa settecentesca, è realizzata in tufo con elementi
decorativi in mazzaro. L’interno della chiesa, a croce latina, presenta
un’ampia navata centrale con due cappelle per lato. La prima cappella a
destra (del Carmine), presenta una bella balaustra e un altare in marmo
policromo. Rilevante, nel tabernacolo, la portella originale in bronzo dorato
e sull’altare una tela raffigurante la Madonna del Carmine, risalente al
XVIII secolo. Sul lato sinistro spicca la lastra tombale della contessa
Geronima Viti (1742). |
Via Vittorio Veneto, ALTAMURA Telefono: +39 0803146160 ORARIO SS
MESSA: 8:00-10:00-11:15-18:30 11:15-19:00 Luglio e Agosto La seconda cappella a destra (del Sacro
Cuore) presenta un altare in marmo simile a quello della cappella precedente.
Degna di nota è la statua in legno raffigurante Sant’Antonio da Padova, opera
di scuola napoletana della fine del Seicento. Di fronte è presente una statua
ottocentesca in legno raffigurante l’Immacolata. Nella seconda cappella a
sinistra (di Santa Teresa) è possibile ammirare una statua di San Francesco
d’Assisi, probabile opera dell’artista locale Giuseppe Nicola Altieri,
risalente al XVII secolo. La cappella di San Giovanni della Croce, la prima a
sinistra, offre, sulla parete sopra all’altare, la tela raffigurante San
Giovanni della Croce, risalente alla prima metà del XVIII secolo. Notevole è
la lastra marmorea (1746) che riporta lo stemma coronato delle famiglie Filo
e Colonna. Sulle pareti di fondo del transetto campeggiano due tele
settecentesche, una raffigurante la Sacra Famiglia (metà del XVIII secolo) e
l’altra l’Estasi di Santa Teresa (prima metà del XVIII secolo). |
Chiesa SS Rosario
di Pompei |
Via Pompei, ALTAMURA Telefono: +39 080311797 ORARIO SS
MESSA: 10:00-11:30-19:00 11-00 (Luglio e Agosto) |
Chiesa del Sacro
Cuore di Gesù È stata eretta il 2 ottobre 1961 e
consacrata il 2 ottobre 1971 da mons. Enrico
Nicodemo. Successivamente si sono realizzati la casa canonica e scuola
dell'infanzia, il teatro, il campo sportivo. Dal 1990 la parrocchia è proprietaria
dell'Oasi "San Giovanni"; casa per campiscuola e
ritiri. Ebbe, inoltre, prima come viceparroco e
poi come parroco,
don Domenico Cornacchia, vescovo di Molfetta-Ruvo-Giovinazzo-Terlizzi. |
Via Sacro C uore, ALTAMURA Telefono: +39 3101090 ORARIO SS MESSA:
8.30-10:00-11:30-18:30 11:00-19:30 (Luglio e Agosto) Nel 2013 grazie all'opera del parroco, Giovanni Giove, sono
cominciati i lavori di restauro. La nuova chiesa, ripulita e modernizzata, è
stata consacrata il 9 novembre 2013 da Mario
Paciello. |
SS Trinità Chiesa
della Trasfigurazione |
Via Copenaghen, ALTAMURA Telefono: + 39 3473243250 ORARIO SS
MESSA: 8:30-11:00-19:00 |
Chiesa di Santa
Lucia |
Via Santa Lucia, ALTAMURA ORARIO SS
MESSA: 6:30-11:30 |
Chiesa SS
Redentore |
Largo Giovanni Paolo II, ALTAMURA Telefono: +39 0803103880 ORARIO SS
MESSA: 10:00-11:30-19:00 11:00-20:00 (Luglio e Agosto) |
Chiesa della SS
Trinità Risale con molta probabilità al XV secolo. È
sede di una antica e prestigiosa confraternita. La facciata, frutto di un
recente rifacimento, conserva sul lato destro la cosiddetta “croce del
pellegrino”, chiamata così perché era baciata da tutti i pellegrini di
passaggio e che alloggiavano nell’Ospedale adiacente. Il bel campanile risale
al XVIII secolo ed è sormontato da una cupoletta a cipolla. L’interno
conserva l’impostazione cinquecentesca; di notevole interesse è una tela
raffigurante la SS. Trinità (XVII secolo) di autore ignoto; sullo splendido
altare maggiore (XVIII secolo), invece, campeggia una grande tela del
Cinquecento che rappresenta la Trinità, opera di Pietro Antonio De Simone di
Laterza. |
Via Palestro, ALTAMURA Telefono: +39 0803149937 ORARIO SS
MESSA: 8:30-11:00-19:00 |
Chiesa del Santo
Sepolcro |
Via Montecalvario, ALTAMURA Telefono: +39 0803115144 ORARIO SS
MESSA: 8:30-10:30-12:00-19:00 11:00-19:30 (Luglio e Agosto) |
Chiesa di
Sant’Anna |
Via Saluzzo, ALTAMURA Telefono: +39 0803117781 ORARIO SS
MESSA: 8:30-11:00-19:00 |
Chiesa di San
Giovanni Bosco Era precedentemente intitolata "San
Pietro Apostolo in Rione Montecalvario",
fatta costruire dal grande vescovo Salvatore
Rotolo, assistente al Soglio Pontificio nel
1957. |
Via Metastasio, 63 ALTAMURA Telefono: +39 0803113489 ORARIO SS
MESSA: 9:30-11:00-19:00 Istituita il 5 maggio 1957 da Mons. Salvatore
Rotolo con il titolo di "S. Pietro
Apostolo in Rione Montecalvario";
il 1 ottobre 1960 il titolo è stato modificato nell'attuale "S. Giovanni
Bosco". Il 7 settembre 1969 la chiesa è stata consacrata e dedicata
da Mons. Enrico Nicodemo. Opere di interesse artistico-religioso sono:
la Via
Crucis, di Mellini di Firenze, l'immagine di Maria Ausiliatrice dei cristiani, i mosaici
rappresentanti scene bibliche mariane, la cappella del Battistero,
il gruppo bronzeo di San
Giovanni Bosco e San Domenico Savio dello scultore Mario
Colonna e collocato sulla facciata della chiesa, le immagini di Maria Ausiliatrice, opera di Hartur Aunggldier
di Ortisei,
le sculture lignee di Gesù Crocifisso e di Sant'Antonio di Padova e un quadro su tela
di San Giovanni Bosco del 1880 di Rollini. |
Chiesa San Sabino
Fornello |
Contrada Fornello, ALTAMURA ORARIO SS
MESSA: Da Settembre a Giugno: 11:00 Luglio e Agosto: 11:00-20:00 |
Chiesa San Maria
del Carmelo |
Via Copenaghen, ALTAMURA Telefono: +39 3473243250 ORARIO SS
MESSA: 9:30-11:00-18:30 19:00 (Luglio e Agosto) |
Chiesa San
Michele Arcangelo |
Via F. Baracca, ALTAMURA Telefono: +39 0803142282 ORARIO SS
MESSA: 9:30-11:00-18:30 10:30 (Giugno, Luglio e Agosto) |
Chiesa
dell’Annunziata |
Via XX Settembre, ALTAMURA ORARIO SS
MESSA: 17:00 18:00 il Sabato |
Santa Maria del
Carmine |
Via Carmine 48, ALTAMURA ORARIO SS MESSA:
18:30 |
Chiesa della
Madonna della Croce |
Via Madonna della Croce, ALTAMURA ORARIO SS
MESSA: 17:15 17:45 il Sabato |
Santuario di Maria Santissima del
Buoncammino Nella prima metà del XVIII
secolo già esisteva una piccola edicola dedicata alla Madonna, sulla via per La Mena, che portava
verso Bari.
L'altamurano che doveva recarsi nel capoluogo si fermava con il traino
davanti all'edicola per pregare, affinché il cammino fosse sicuro. Il 9 giugno 1747 il
canonico Giambattista de Nicolai, dopo aver avuto un suolo in dono dalla
signora Selvaggi Angiola, vicino l'edicola, vi fece costruire una cappellina
a croce greca e fu dipinto un affresco con l'immagine della Madonna del
Buoncammino. Nel 1844 il
canonico Tommaso Carlucci affiancò all'antica cappella una cappella più grande,
con la volta a botte, dotata di organo e vari arredi sacri. Per soddisfare la
devozione di tutti coloro che andavano verso Bari, venne aperta
una porta laterale, con architrave e stipiti in pietra, e uno spioncino dal
quale si poteva vedere l'immagine di Maria, invocandola. Nel 1950 il
sacerdote Paolo Colonna diede alla cappella un'abside
e costruì una grande sagrestia. I padri Barnabiti,
che negli anni sessanta avevano la cura pastorale del santuario, aggiunsero
due cappelle laterali, la prima, più grande, dedicata al Sacro Cuore di Gesù, e l'altra, più piccola,
ma abbellita di marmi, che conservava l'affresco della Madonna. L'affresco,
fu poi restaurato dai pittori Silvio e Pio Eroli di Roma nel 1969, collocandolo,
poi, al centro dell'abside. La cura del santuario fu affidata nel 1995 agli
Oblati del Divino Amore di Roma, i quali
lasciarono il santuario nel 2000. Da quell'anno la cura è affidata alla Compagnia di Maria. Nel 2006 la Compagnia di Maria, ricominciò i lavori,
interrotti verso all'inizio del XXI secolo,
per una nuova costruzione, ultimata nel 2010. Questa nuova
ala liturgica polifunzionale fu inaugurata con l'apertura solenne del
primo sinodo pastorale
diocesano, il 7 settembre 2010. |
ORARIO SS
MESSA: 9:30-11:30-18:30 Il santuario ha una pianta a croce
greca. Nella chiesa sono presenti due dipinti raffiguranti la Madonna del
Buoncammino, uno a sinistra dell'entrata centrale e l'altro (storico) al
centro dell'abside. Altre opere sono varie sculture come quella raffigurante
il Sacro Cuore di Gesù, nella prima cappella a
sinistra, e la Madonna del Buoncammino, nella seconda; a destra, invece, in
una nicchia c'è una statua in legno raffigurante san
Giuseppe. Non si hanno notizie certe sull'origine
della statua portata in processione ad Agosto e
a Settembre. Essendo impossibile portare in processione
l'affresco posto al centro dell'abside, venne commissionata una statua
a Lecce.
La statua possiede la testa, le mani e i piedi di cartapesta, con strutture
portanti interne, il tutto rivestito di abiti molto ricchi e di un manto
azzurro. |
B
Basilica di SAN NICOLA La facciata costituisce l'ultima parte della
chiesa ad essere termminata e pertanto quella che più si differenzia dal
progetto originale. Serrata tra due torri, la facciata è tripartita
da lesene. In origine prevedeva un portico mai realizzato che doveva
ricoprire un unico portale a profilo centinato. Il protiro venne aggiunto
nella seconda fase costruttiva come anche i due portali laterali per dare
maggiore risalto alla parte inferiore della facciata. Il fregio esterno
dell'arco è ricoperto con un tralcio abitato, simbolo del tema eucaristico.
Negli angoli due bassi rilievi bizantineggianti raffigurano due angeli che
rivolgono no un'offerta a S. Nicola, raffigurato al centro della lunetta. Molto interessanti i rilievi degli stipiti interni,
più realistici ed ispirati a temi orientali. A temi eucaristici si ispira anche la decorazione
del protiro. Al Cristo vincitore (Sol Invictus) della sommità
dell'arco si accostano i due buoi stilofori, probabile rimando alla
figura di Cristo vittima sacrificale. I capitelli e le protomi sopra di essi sono
esempi interessanti della scuola scultorea barese della metà del XII secolo
che si caratterizza per la riscoperta della naturalezza e plasticità
classici. Ad un portale completamente circondato da una
cornice ricoperta con un tralcio abitato si sovrappone un archivolto
ricoperto con figurazioni di cavalieri armati. Intorno una cornice aggettante
ricade su due colonne sorrette da leoni stilofori. Sugli stipiti e sull'architrave figure umane ed
animali si dirigono verso un cantaro posto al centro. Le vivaci scene di battaglia dell'archivolto rimandano a quelle raffigurate sulla Porta della
Pescheria del duomo di Modena. Di grande bellezza anche se più rigide sono le
figure scolpite sotto la cornice. Rimandano, come tutto il portale, ad
influenze nord-italiane.
La cornice ricade su colonne sorrette da leoni
che aggrediscono un caprone ed un serpente, simboli del Male. |
Largo
Abate Elia, 13 BARI Telefono: +39 0805737111 E-mail: info@basilicasannicola.it Il prospetto orientale è quello visibile dal
mare, direzione dalla quale arrivava la maggioranza dei pellegrini. Pur
modificato, sono infatti sparite le torri che affiancavano la facciata Est,
il blocco del transetto costituisce un'impressionante testimonianza di
grandezza.
Anche su questo fianco si aprono due portali di
cui su quello occidentale troviamo elementi decorativi classici e orientali. APERTURA DELLA BASILICA
Domenica:
7:00 – 22:00 ORARIO DELLE SANTE MESSE ORARIO DELLE CONFESSIONI
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Cattedrale di San Sabino La Cattedrale
di San Sabino è la cattedrale di Bari, seconda per
notorietà e prestigio alla basilica di San Nicola, con la
quale condivide lo stile romanico pugliese. La
presenza della Diocesi nella Cattedrale di Bari, infatti, risale
al Vescovo Concordio, che fu presente al Concilio Romano
del 465.
L'antica chiesa episcopale è databile perlomeno al VI secolo.
Sotto la navata centrale si trovano i resti di una antica chiesa, risalente
ad un periodo precedente al primo millennio. Questa è strutturata in un ambiente
a tre navate, con pilastri quadrati, volte a crociera costruite con blocchi
di pietra posti a spina di pesce. Inoltre sono state trovate fondazioni che
indicano la presenza di un edificio absidato il cui asse doveva essere
dispostato leggermente obliquo rispetto a quello dell'attuale cattedrale. Su
uno dei mosaici pavimentali un'iscrizione in cui compare il nome del Vescovo
Andrea (758 - 761), fa pensare che si
trattasse della prima cattedrale distrutta nell'IX - X secolo.
Al posto di questa chiesa sorge la cripta della cattedrale attuale,
l'episcopio di Santa Maria, che probabilmente è l'edificio in questione.
Nella prima metà dell'XI secolol'arcivescovo di Bisanzio (1025 - 1035) fece costruire
una nuova chiesa terminata poi da Nicola I (1035 - 1061) e Andrea II (1061 - 1068), suoi
successori. Questa chiesa fu poi distrutta da Guglielmo il Malo, durante la distuzione
dell'intera città (fu risparmiata solo la Basilica di San Nicola) che egli
compì nel 1156.
L'arcivescovo Rainaldo alla fine del XII secolo iniziò
la ricostruzione dell'edificio. Nella cripta sono conservate le reliquie
di San
Sabino, vescovo di Canosa,
nell'altare maggiore. Trasportato il busto argenteo di San Sabino nell'archivio
capitolare, oggi è venerata l'icona della Madonna Odegitria secondo
la tradizione giunta dall'Oriente nel VIII
secolo, ma in realtà più tarda e dal culto molto antico. |
Piazza
dell'Odegitria, 1 BARI Telefono: +39 080 5210605 / +39 080 5210605 E-mail: cattedrale.bari@arcidiocesibaribitonto.it
Internamente
la chiesa, che è stata spogliata di tutte le strutture barocche, si presenta
nella sua nuda solennità. Le tre navate sono separate da due teorie di otto
colonne ciascuna. I finti matronei e le ampie trifore scandiscono armonicamente
lo spazio, che si chiude con il transettosopraelevato,
l'alta cupola e tre absidi, di cui maestosa è quella centrale. Nella navata
mediana il pulpito è
ricomposto con frammenti originari del XI e XIII
secolo, come lo sono pure il ciborio dell'altare
e la cattedra episcopale nel presbiterio,
cinto da plutei duecenteschi. Nell'abside sinistra esistono tracce di
affreschi del Duecento. Sotto
il transetto si estende la cripta, trasformata nel Settecento. Vi si conserva
la tavola bizantineggiante della Vergine Odegitria, patrona principale della
città insieme a san Nicola. Oltre ad accogliere le spoglie
di san
Sabino,Titolare della Cattedrale, la chiesa dà ospitalità alle reliquie
di santa Colomba, completamente restaurate nel 2005. Nel
palazzo della Curia,
adiacente la cattedrale, ha sede il Museo
Diocesano, dove si può ammirare l'Exultet, ossia
una preziosa pergamenad'ispirazione bizantina, finemente miniata,
anteriore al 1050.
Le immagini sono capovolte rispetto al testo e quindi rispetto al sacerdote
che lo leggeva. In questo modo i fedeli, quando il celebrante srotolava la
preghiera pasquale, potevano guardare i sacri disegni. Tra l'altro anche chi
non conosceva il latino poteva avere un'idea immediata del
racconto. ORARIO SS MESSA: Inverno:
Feriale ore 8:30 – 19:00 Festivo
ore 8:00 (S. Chiara) – 10:00 – 11:00 – 19:00 Estate:
Feriale ore 8:30 – 19:00 Festivo
ore 8:00 (S. Chiara) – 11:00 – 19:00 |
|
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Via
P. Romito, BARI Telefono: +39 080 2031047 E-Mail: nazareth.bari@arcidiocesibaribitonto.it ORARIO SS MESSA: Ottobre-Maggio: -
Festivo: Sabato 19:00; Domenica 8:00, Cappella S. Antonio; 10:30, parrocchia -
Feriale: Lunedì – Martedì – Mercoledì – Venerdì 19:00; Giovedì 18:30 Giugno-Settembre: -Festivo:
Sabato 19:00; Domenica 8:00, Cappella S. Antonio; 19:00, parrocchia -Feriale:
ore 19:00 dal Lunedì al Venerdì ALTRE
INFORMAZIONI Adorazione
eucaristica: Giovedì 19:15-20:15; Il
2° Giovedì del mese la comunità partecipa all’Adorazione
Eucaristica Vocazionale in Seminario. Confessioni:
Giovedì 16:30 – 18:00; Ufficio
Parrocchiale: Lunedì 16:30 – 18:00; Sabato 11:00 – 12:30. Festa
titolare: SS. Nome di Gesù 3 Gennaio Patrono
(festa estiva): S. Antonio da Padova 16 agosto. |
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Arciconfraternita di San Domenico
sotto il patrocinio del SS Rosario |
Piazza
Garibaldi 77, BARI Telefono: +39 0805235138 E-Mail: rosario.bari@arcidiocesibaribitonto.it ORARIO SS MESSA: Feriale
ore 07:30 - 09:00 - 19:00 Festivo
ore 07:30 - 09:00 - 10:30 - 12:00 – 19:00 Luglio-Agosto Feriale
ore 07:30 - 09:00 - 19:00 Festivo
ore 07:30 - 09:00 - 10:30 - 19:00 |
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San Carlo Borromeo |
Via
De Cristoforis, 7 BARI Telefono: +39 0805277567 E-Mail: sancarlo.bari@arcidiocesibaribitonto.it ORARIO SS MESSA: Inverno Feriale
ore 08:00 - 09:30 - 19:00 Festivo
ore 08:30 – 10:00 - 11:30 – 19:00 Estate Feriale
ore 08:00 - 19:00 Festivo
ore 08:30 - 10:30 - 19:00 |
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San Cataldo |
Via
Tripoli 21, BARI Telefono: +39 0805344769 E-Mail: parrochiasancataldo@libero.it |
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Chiesa San Giovanni Crisostomo In
una delle quattro Cronache della Traslazione delle reliquie di San Nicola,
precisamente nella Legenda russa di Kiev, la chiesa di San Giovanni
“Prodromos”, vicina al mare, viene indicata come primo luogo di deposizione
delle reliquie; probabilmente si tratta proprio della chiesa di San Giovanni
Crisostomo. Anche questa chiesa, come molte altre nella città vecchia, è
stata vittima di quei devastanti restauri neoromanici intorno agli anni
Sessanta del secolo scorso che ne hanno cancellato le stratificazioni del
tempo. La facciata infatti ha una veste “fredda” e artificiale che mal si
addice al suo passato antichissimo: ha perso nei restauri il colore
originario, risultato dell’impronta del tempo sui conci regolari e ben
squadrati; il portale rinascimentale è oggi inglobato in un anonimo ingresso
artificialmente ingrandito. I danni più gravi sono stati comunque prodotti
all’interno: sono scomparsi il rivestimento settecentesco della navata, le
arcate laterali, la volta a botte, gli altari in legno dorato di epoca
barocca, i quadri del XVI-XVII secolo, nonché gran parte degli arredi
liturgici. Da pochi anni sono state rilevate tracce di una fase romanica
della chiesa (XI-XII secolo), cui apparterrebbe il pluteo marmoreo con
raffigurazione dell’albero della vita fra un leone alato e un grifo che divorano
un capro e un cinghiale. Si
fa risalire la fondazione della chiesa al 1032, anno in cui il catapano Poto
Argiro la fece edificare in località “puteum Greci”, fuori dalle mura della
città. Nel 1091 venne venduta insieme alle sue pertinenze da tale Passaro
all’arcivescovo Elia (lo stesso che curò la costruzione della cripta della
basilica di San Nicola). Il Beatillo scrive che la chiesa venne donata da Ruggero II al monastero della
SS.ma Trinità di Cava dei Tirreni; in realtà tra il XV e il XVI secolo essa
risulta di proprietà della famiglia Alifio. Nel 1957 il vescovo Enrico
Nicodemo la costituì parrocchia di rito bizantino, affidandola alla comunità
greco-ortodossa locale (circa 200 cittadini baresi), che vi ha innalzato una
iconostasi lignea policroma donando alla chiesa arredi propri della liturgia
orientale. Le sei tele (Immacolata con scene di litanie di A. Bordone;
Visione di Ignazio di Loyola; Ritrovamento del corpo di San Francesco
Saverio; Morte della Vergine; Morte di San Giuseppe; Nascita di San Giovanni
Battista) sono ora custodite presso l’Università degli Studi di Bari. |
Str.
S. Chiara, 13 BARI Telefono: +39 0805432835 E-Mail: crisostomo.bari@arcidiocesibaribitonto.it ORARIO SS MESSA: Nella
chiesa di San Giovanni Crisostomo (XI secolo), in Arco San Giovanni 1, a
pochi passi dal castello normanno-svevo, ogni domenica alle 9.30 del mattino
(negli altri giorni alle ore 8.00) la liturgia cattolica viene celebrata in
rito bizantino, a testimoniare ancora una volta lo stretto legame che Bari
ancora conserva con il suo passato. L’interno
è a navata unica coperta da capriate lignee. Sulla destra sono visibili due
grandi archi che poggiano su capitelli posti alla quota dell’attuale
pavimento. Ciò fa ritenere che il livello originario dovesse trovarsi qualche
metro al di sotto dell’odierno calpestio e che i due arconi sono quanto
rimane dell’originario edificio a più navate. A sinistra della navata vi è un
ambone sul cui fronte è collocata una lastra in pietra con due grifoni che si
affrontano proveniente da un altare smembrato appartenuto alla famiglia Calò
Carducci. Un grande arco ogivale, sotto il quale è collocata una moderna
iconostasi in stile bizantino, divide l'aula ecclesiale dal presbiterio che
ha forma quadrata ed è coperto da una volta a crociera costolonata.
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San Girolamo Eretta
nel 1958 dall'Arcivescovo Nicodemo, fu aperta al culto, in una sede
provvisoria. |
Lungomare
IX Maggio, BARI Telefono: +39 0802031091 E-Mail: sangirolamo.bari@arcidiocesibaribitonto.it ORARIO SS MESSA: Inverno Feriale:
ore 18:30 Festivo:
ore 8:00-10:00-11:30 Estate Feriale:
ore 18:30 Festivo:
ore 8:00-19:00 |
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Sant’Enrico |
Via
Pola 26/A, BARI Telefono: +39 0805341361 E-Mail: santenrico.bari@acrcidiocesibaribitonto.it ORARIO SS MESSA: Inverno Feriale:
ore 18:00 Festivo:
ore 9:00-10:30 Estate Feriale:
ore 18:00 Festivo:
ore 9:00-10:30 |
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Santa Cecilia |
Via
Dante, 389 BARI Telefono: +38 0805232883 E-Mail: santa cecilia.bari@arcidiocesibaribitonto.it parrocchia-s.cecilia@libero.it
ORARIO SS MESSA: Inverno
(1°Ottobre - 30 Aprile) Feriale:
ore 8:30 – 18:30 Festivo:
ore 8:00 – 10:00 – 11:30 – 18:30 Estate
(1°Maggio - 30 Settembre) Feriale:
8:30 – 18:30 Festivo:
8:00 – 10:00 – 11:30 – 19:00 Luglio
e Agosto: ore 8:00 – 11:00 – 19:00 |
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Santa Maria del Monte Carmelo Nel
dicembre del 1953, l’Arcivescovo di Bari Enrico Nicodemo confermò all’arch.
Enrico Del Debbio di Roma l’incarico per la progettazione della nuova chiesa
parrocchiale di S. Maria del Monte Carmelo e S. Teresa di Gesù Bambino,
affidata alla cura dei Padri Carmelitani Scalzi. |
Via
Napoli 280, BARI Telefono: +39 0805741573 E-Mail: montecarmelo.bari@arcidiocesibaribitonto.it ORARIO SS MESSA: Inverno Feriale:
ore 7:30 – 9:00 – 18:30 Festivo:
ore 8:00 – 10:00 – 11:30 – 19:00 Estate Feriale:
ore 7:30 – 19:00 Festivo:
ore 8:00 – 10:30 – 19:00 |
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Santissimo Redentore |
Via
Martiri d’Otranto, 65 BARI Telefono: +39 0805749223 E-Mail: redentore.bari@arcidiocesibaribitonto.it
ORARIO SS MESSA: Feriale:
ore 7:30 – 8:30 – 19:00 Festivo:
ore 8:00 – 10:00 – 11:30 – 19:00 |
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Beata Vergine Immacolata |
Via
Abbrescia, 96 BARI Telefono: +39 0805540677 E-Mail: immacolata.bari@arcidiocesibaribitonto.it ORARIO SS MESSA: Inverno: Feriale:
ore 08:00 - 19:00 Festivo:
ore 8:30 – 10:30 – 12:00 – 19:00 Estate Feriale:
ore 08:00 – 19:00 Festivo:
ore 8:00 – 11:00 – 19:00 |
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Preziosissimo Sangue San Rocco Nel
1878, l’arcivescovo mons. Pedicini acquistò una bella casa in pietra, non
ancora ultimata, in quanto di recente costruzione e, con essa l’attiguo
terreno per la chiesa. Uno
dei sottani, coincidente con l’attuale navata destra, rispetto a chi si
colloca, dall’esterno, su via Sagarriga, di fronte al tempio, fu trasformato
rapidamente in oratorio pubblico provvisorio e fu defmito dalla voce popolare
dei primi fedeli “chiesiodd”. § 24/09/1878 : prima pietra costruzione
chiesa. § 04/08/1879 : la comunità dei Missionari
prende dimora nella casa. § Luglio 1884: mons. Pedicini consacra i sei
altari, laterali, marmorei, siti, tre per parte, nelle arcate che attualmente
separano la navata centrale dalle due laterali. Contemporaneamente, si
colloca la balaustra intorno all’altare maggiore. § Maggio 1885: consacrazione dell’altare
maggiore ad opera mons. Giuseppe Dwenger, vescovo e missionario. Problemi
economici impongono di bloccare parzialmente i lavori: il tempio, progettato
e alzato a tre navate, è completato solo per quella centrale, si chiudono le
comunicazioni fra le navate; quella di destra si adibisce a cappella, durante
i lavori, mentre quella di sinistra si utilizza come magazzino.
È
costituita da tre navate, una centrale, due laterali. Le basi delle arcate,
che separano le tre navate, sono rivestite di marmo rosso di Verona, cosi
come anche i piedritti ornati con dei capitelli, quasi come fossero delle colonne. |
Via
Sagarriga Visconti, 57 BARI Telefono: +39 0805212135 E-Mail: preziosangue.bari@arcidiocesibaribitonto.it
La
costruzione dell’edificio avvenne dal 1878 al 1883 (anno in cui venne
consacrata). Sul
lato destro vi sono le immagini, in cartapesta, di santa Rita da Cascia, una
tela di santa Maria De Mattias fondatrice delle suore adoratrici del Sangue
di Cristo, l’immagine in cartapesta di sant’Antonio di Padova e la tela
rappresentante san Rocco. Nella
navata centrale sono presenti le spoglie mortali di Francesco Pedicini,
vescovo della arcidiocesi di Bari-Bitonto, che fece erigere, a sue spese, la
chiesa e la affidò ai missionari del Preziosissimo Sangue. Ai
lati sinistro e destro del presbiterio posto nella navata centrale sono
presenti le lapidi che raccontano della costruzione della stessa. A destra la
lapide cita: “A Dio l’ottimo, il massimo in onore del san Rocco confessore,
principe un tempo dei Pessulani, il tempio è stato voluto dall’arcivescovo
barese Francesco Pedicini, perché il precedente era piccolo e povero. Don
Federico Renzullo, superiore dei Missionari del Preziosissimo Sangue,
commissionò all’impresa di A. Contegiacomo e I. Pece una grande e rinnovata
costruzione con volte decorate e rifatte. Egli curò la costruzione degli
altari minori e con vani simili dedicati al Sacratissimo Cuore di Gesù e alla
Madonna del Rosario. La stessa chiesa contiene l’altare maggiore eretto dalle
fondamenta nell’anno del recuperato benessere 1931” A
sinistra: “A Dio, nell’anno di grazia, il 1º febbraio 1934, fu fatta questa
stessa chiesa di San Rocco confessore, liberatore dalla peste, con solerte
cura dei Missionari e con gran lavoro per la ricostruzione. Quando Antonio
Velardi era Generale della Congregazione e Federico Renzullo era superiore,
Alessio S.R.E. Cardinale Ascalesi, Arcivescovo di Napoli consacrò con rito
solenne al santo e dedicò alla Pia e Santa Vergine Immacolata, nello stesso
giorno della festa della dedicazione per la chiesa romana missionaria”. Sulla
cantoria posta sopra il portone centrale è situato l’antico organo a canne
che, inizialmente funzionante a mantice, dopo i lavori di restauro avvenuti
durante l’anno 2012 a cura della ditta Consoli, è stato modificato e
ristrutturato a norma delle norme liturgiche con un sistema semielettronico.
La console, posta tra il presbiterio e la navata destra, è stata sostituita
anch’essa con un modernissimo sistema semielettronico. Nel
corso degli ultimi decenni la chiesa ha subito due ristrutturazioni rese
necessarie per la presenza di infiltrazioni nella volta, così anche il
campanile che ha visto rinnovato l’impianto sonoro per le campane. L’erezione
canonica da chiesa di San Rocco a parrocchia Preziosissimo Sangue in San
Rocco avvenne il 4 luglio 1942. Attualmente la parrocchia è guidata dai
Missionari del Preziosissimo Sangue fondati da san Gaspare del Bufalo nel
1815. ORARIO SS MESSA: Inverno Feriale:
ore 08:00 - 17.30 (Cappellina Corpus Domini) – 19:00 Festivo:
ore 08:00 – 10:00 – 11:15 – 12:15 – 19:00 Estate
(fino al 25 settembre) Feriale:
ore 08:00 – 17:30 (Cappellina Corpus Domini) – 19:00 Festivo
ore 08:00 – 11:15 – 19:00 |
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Sacro Cuore Quando,
però, i frati ritornarono in possesso della chiesa e del convento, dopo che
quest’ultimo nel 1866 era stato occupato dalle truppe garibaldine, limitarono
alla comunità religiosa del Sacro Cuore sia l’utilizzo di un solo altare
laterale per le funzioni, che l’orario delle celebrazioni. Quindi, essendo
risultata difficile la coabitazione, il parroco di quel periodo, Don Michele
Lisco, aiutato finanziariamente da un gruppo di giovani di Azione Cattolica
diretti dal giovane Sacerdote D. Michele Loiacono, decise di trasferire
la comunità in alcuni locali commerciali ubicati di fronte alla chiesa
dedicata al santo di Padova, ad angolo con via Zuppetta, in un palazzo
d’epoca a due piani. Qui
la comunità dovette adeguarsi al nuovo ambiente, ma fortunatamente iniziò ad
estendersi e a essere conosciuta nel quartiere. Nel frattempo, essendosi
liberati i locali di una Chiesa di culto anglicano, in corso Cavour, acquistati
a loro volta dal commendatore Atti, la moglie di quest’ultimo propose alla
comunità di trasferirsi qui nel 1936. E infatti il 19 giugno di quest’anno
avvenne l’inaugurazione. La Parrocchia sviluppò la propria attività
ecclesiale in detta Cappella e negli adiacenti locali, adibiti a sagrestia ed
a sala-riunioni, retta dal delegato-parroco del Capitolo Metropolitano
primaziale di Bari e successivamente dal Parroco designato dal Vescovo
diocesano; fu inoltre arricchita dalle sopravvenute donazioni di due appartamenti,
siti rispettivamente al primo piano ed al piano attico dell’edificio, adibiti
il primo a salone per le riunioni comunitarie ed assistenziali ed il secondo
a canonica del parroco. Nel
presbiterio della graziosa Chiesa fu innalzata sull’altare la statua di Gesù
offerente il Suo preziosissimo Cuore: con antistante balaustra in marmo. Ma
nel 1950-51 il proprietario e commendatore Atti decise di vendere i locali e
don M. Lisco in breve tempo cercò di racimolare un po’ di danaro,
specialmente con le offerte dei fedeli, acquistandone i locali. Inoltre,
nello stesso anno, essendo la Chiesa di Sant’Antonio divenuta parrocchia e
affidata ai frati Minori, la Vicaria curata potè possedere il proprio nome di
Sacro Cuore. |
Via
Cardassi, 15 BARI Telefono: +39 0805244014 La
vita della Parrocchia in detta Chiesetta si è sviluppata grandemente fino al
giorno 7 Giugno 2013 – festività liturgica del Sacro Cuore di Gesù: giorno in
cui la sua sede è stata trasferita, per volontà dell’Arcivescovo Mons.
Francesco Cacucci, nella nuova ed ampia Chiesa avente accesso da via Cardassi
n. 13 attraverso il portale della preesistente chiesa di S. Scolastica, in
adiacenza alla quale la nuova Chiesa è stata edificata sull’area di risulta
del vecchio Monastero delle Suore Benedettine: area oggetto di permuta,
avvenuta fra la proprietà delle Monache benedettine e le rispettive proprietà
della Parrocchia del Sacro Cuore e del Capitolo metropolitano di Bari. Questa
grande opera è stata realizzata grazie alla grande forza di don Giovanni
Paccione che fu nominato parroco nell’ottobre 1984 da Mons. Magrassi con
l’intento di far costruire la nuova Chiesa date le sue doti di valido
edificatore di chiese (non solo in senso spirituale ma anche in senso
materiale, essendo egli stato capace di costruire il centro parrocchiale di
Toritto). Oggi tale comunità è guidata da don Mimmo Falco. ORARIO SS MESSA: Inverno Feriale:
ore 7:30 – 9:00 – 19:00 Festivo:
ore 7:30 – 9:00 – 10:30 – 12:00 – 19:00 Estate Feriale
ore 7:30 – 19:00 Sabato
sera ore 19:00 Festivo
ore 7:30 – 9:00 – 10:30 – 19:30 |
|
San Ferdinando |
Via
Sparano, BARI Telefono: +39 0805214264 E-Mail: sanferdinando.bari@arcidiocesibaribitonto.it
sac.pasquale@tiscali.it
ORARIO SS MESSA: Inverno Feriale:
ore 7:30 – 8:30 – 19:00 Festivo:
ore 8:30 – 10:30 – 12:15 – 19:00 Luglio-Agosto Feriale
ore 8:30 – 19:00 Festivo
ore 8:30 - 10:30 – 19:00 |
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San Giuseppe Il
complesso parrocchiale della chiesa di S. Giuseppe occupa un'area dì circa
10.000 mq., il tempio impegna mq. 1658,20; dall'entrata al fondo dell'abside
è lunga m. 45; la navata centrale è larga m. 13; quelle laterali m. 5
ciascuna; la larghezza complessiva è di m. 23. L'altezza è di m. 24 per la
centrale, mentre quella delle navate laterali è di m. 8. Su queste poggiano i
matronei. Il transetto è lungo m. 23 e largo m. 10. Il piano della chiesa si
eleva da quello stradale di m. 1,50 ed ha scalinata di 9 gradini. La
chiesa di S. Giuseppe è sorta, abbiamo già detto, su progettazione e
direzione dell'ing. Mauro Amoruso-Manzari e con maestranze tutte baresi:
l'impresa dei fratelli Nicola e ing. Matteo Ricco fu Nicola, la ditta
Giovanni Laricchia, Menzione, Fiore, Fratelli Bollani, Michele Guglielmi,
Minghietti-Ranieri, Moffoli, Pizzirani; il prof. Mario Prayer e Gaetano
Stella. L'opera riproduce in linguaggio moderno il carattere architettonico
del romanico-pugliese del XII secolo. La grande facciata è divisa in tre
parti: quella centrale avanzata, due laterali arretrate. La centrale è
racchiusa tra due grandi pilastri e suddivisa, a sua volta, da due pilastri
centrali e due semipilastri laterali; poggiano su base attica a doppio toro,
e sono sormontati da capitelli. Tali divisioni danno luogo alle tre porte su
ciascuna delle quali vi è un piccolo timpano. Al di sopra, questi sono
divisi, da una corda, dal grande timpano che riempie la seconda parte della
facciata. Nei tre timpani inferiori sono affrescati, da sinistra verso
destra: l'Annunciazione della Vergine, lo Sposalizio di S. Giuseppe con la
vergine, la Natività di Gesù. Nel grande timpano vi è affrescato il
ritrovamento di Gesù nel tempio che disputa con i dottori». Tutti gli
affreschi sono opera del prof. Umberto Colonna. Al di sopra del grande
timpano, vi è un rosone con archivolto che poggia su mensole. Il tutto è
sormontato da cuspide terminale, con cornicione ornato da mensole e da
archetti ciechi i cui pilastrini poggiano su mensole. Nei pennacchi formati
dall'arco della porta centrale con quelli delle porte laterali sono
raffigurati gli stemmi degli arcivescovi Giulio Vaccaro e Augusto Curi che
furono i fondatori dei tempio. Le due facciate laterali, arretrate rispetto
alla centrale, hanno un'alta zoccolatura di lastre di pietra e sono divise da
corni in tre parti, Guardando quella di sinistra dal basso in alto,
osserviamo: la prima parte ha nel centro una lunga finestra arcuata, con
vetri istoriati che rappresentano la processione eucaristica di Lourdes
sostante presso gli ammalati; la seconda ha una nicchia, appena accennata,
con sovrarco che poggia su mensole; in essa è raffigurato S. Francesco
d'Assisi; la terza ha l'aspetto di un contrafforte con tre finestre di
altezza degradante dal centro verso il lato. In quella di destra si osserva,,
dal basso verso l'alto: nella prima parte vi è una lunga finestra parallela a
quella di sinistra e vi è raffigurato S.Giuseppe; nella seconda parte, nella
nicchia vi è rappresentato S.Benedetto; nella terza parte, come detto già per
quella di sinistra. Gli affreschi furono eseguiti dal prof. Colonna nel 1937.
Le pareti laterali esterne hanno, come la facciata, zoccolatura di pietra ma
elevazione in tufo, scandita da lesene con capitelli dorici e da finestre ad
arco. Il campanile sorge come continuazione del lato destro della chiesa,
addossato all'abside e al lato ovest dei transetto. E di forma quadrata. Fino
al 1955 era formato da due piani con cuspide. Di fronte alla concorrenza in
altezza dei nuovi palazzi che occultavano chiesa e campanile, fu costruito il
terzo piano con cuspide; ma fu una concorrenza inutile. Il primo piano, per
ogni lato, ha una bifora; gli altri due sono forniti di trifore. |
Largo
Monsignor Augusto Curi, 17 BARI Telefono: +39 0805531201 E-Mail: sangiuseppe.bari@arcidiocesibaribitonto.it
E'
di noce massiccio. Fu costruita e donata dalla Reale Scuola Industriale
«Umberto I», come «espressione del progresso artistico di quella scuola» . E'
divisa in quattro parti e suddivisa, poi, in 36 pannelli uguali di forma
convessa. Ogni pannello è racchiuso in cornice intagliata; finemente
intagliato, richiama svariati motivi scultori dell'arte medioevale pugliese.
La porta fu costruita su disegno dell'ing. Amoruso, direttore della R. Scuola
e sotto la vigilanza dei maestro De Donno, capo officina falegnami della
stessa Scuola. Sono
egualmente intagliate come la porta centrale, con 36 formelle rettangolari
incavate per ciascuna porta, e riproducono veri motivi simbolici: uva, fiori,
foglie, agnelli sormontati da croce, ippogrifi. Le borchie sono di bronzo. E'
a croce latina e a tre navate, divise da pilastri sulle cui facce sono
addossate semicolonne che, nell'insieme, danno l'impressione di essere
colonne a croce lobata. ORARIO SS MESSA: Inverno Feriale:
ore 8:30 – 19:00 (il Lunedì solo alle ore 08:30) Festivo:
ore 8:30 – 10:00 – 12:00 – 19:00 Luglio-Agosto Feriale
ore 19:00 (il Lunedì alle 08:30) Festivo
ore 8:30 - 10:00 – 19:30 |
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Santuario Sant’Antonio |
Piazzetta
S.Antonio 5, BARI Telefono: +39 0805541070 E-Mail: santantonio.bari@arcidiocesibaribitonto.it
ORARIO SS MESSA: Inverno Feriale:
ore 7:30 – 09:30 (Solo il Martedì) – 18:30 Festivo:
ore 8:00 – 10:30 – 12:00 – 18:30 – 20:00 Estate Feriale
ore 07:30 – 09:30 (Solo il Martedì) – 18:30 Festivo
ore 8:00 - 12:00 – 18:30 – 20:00 |
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Santa Croce |
Piazzetta
Frati Cappuccini, 2 BARI Telefono: +39 0805235024 E-Mail: santacroce.bari@arcidiocesibaribitonto.it
ORARIO SS MESSA: Inverno Feriale:
ore 7:30 – 09:00 – 18:30 – 12:15 – 19:00 Festivo:
ore 07:00 – 09:00 – 10:30 - 12:00 – 19:00 Luglio
e Agosto Feriale
ore 07:30 – 09:00 – 19:00 Festivo
ore 07:30 - 09:00 – 10:30 – 19:00 Cappella
S. Cristoforo (Stazione Ferroviaria Centrale) Festivo:
ore 17:00 (Inverno); ore 17:30 (Estate) Chiesa
S. Giuseppe (Carmelitane Scalze): ore 8:00 (Inverno ed Estate) Cappella
Universitaria Ateneo: ore 8:00 – 12:30 (dal Lunedì al Venerdì, tranne
Luglio-Agosto). |
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San Michele Arcangelo |
Piazza
Don Demetrio Magrini, BARI-PALESE Telefono: +39 0805303452 E-Mail: sanmichele.palese@arcidiocesibaribitonto.it
ORARIO SS MESSA: Inverno Feriale:
ore 9:00 – 18:30 Festivo:
ore 7:30 – 10:00 – 11:30 – 18:30 Estate Feriale:
ore 9:00 – 19:00 Festivo:
ore 7:30 – 10:00 – 11:30 – 19:00 |
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Sant’Alberto |
Via
Napoli, 408 BARI-PALESE Telefono: +39 3314333317 E-Mail: santalberto.palese@arcidiocesibaribitonto.it
ORARIO SS MESSA: Inverno
(Metà Settembre-Fine Maggio) Feriale:
ore 19:00 (Giovedì-Venerdì) Festivo:
Sabato ore 19:00; Domenica ore 11:00 Estate
(Inizio Giugno-Metà Settembre) Feriale:
ore 19:00 (Giovedì-Venerdì) Festivo:
Sabato ore 19:00; Domenica ore 19:00 |
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Stella Maris |
II
traversa Via Vittorio Veneto, BARI-PALESE Telefono: +39 0805306846 E-Mail: stellamaris.palese@arcidiocesibaribitonto.it
ORARIO SS MESSA: Inverno Feriale:
ore 18:30 Festivo:
ore 09:00 – 11:00 – 18:30 Estate Feriale:
ore 19:00 Festivo:
ore 09:00 – 19:00 |
|
|
Via
Napoli, 103 BARI-SANTO SPIRITO Telefono: +39 0805336131 E-Mail: spirito santo.sspirito@arcidiocesibaribitonto.it ORARIO SS MESSA: Inverno Feriale:
ore 8:00 – 18:00 Festivo:
ore 8:00 – 10:00 – 11:30 – 18:00 Estate Feriale:
ore 8:00 – 19:00 Festivo:
ore 8:00 – 10:00 – 11:30 – 19:00 (Luglio-Agosto ore 20:00) |
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San Nicola |
Piazza
Mariano Magrassi, 1 (Zona Catino), BARI Telefono: +39 0805335072 E-Mail: sannicola.sspirito@arcidiocesibaribitonto.it
ORARIO SS MESSA: Inverno Feriale:
ore 19:00 Festivo:
ore 10:00 – 11:30 – 19:00 Estate Feriale:
ore 19:00 Festivo:
ore 19:00 |
|
Natività di Nostro Signore |
Via
Catino, 48 BARI-SANTO SPIRITO Telefono: +39 0805338036 / +393703558133 E-Mail: nativita.sspirito@arcidiocesibaribitonto.it
ORARIO SS MESSA: Inverno Feriale:
ore 18:30 Festivo:
ore 10:30 Estate Feriale:
ore 18:30 Festivo:
ore 19:30 |
|
Annunciazione |
Via
Luccarelli, 130 BARI Telefono: +39 0805042381 E-Mail: annunciazione.bari@arcidiocesibaribitonto.it ORARIO SS MESSA: Inverno Feriale:
ore 19:00 Festivo:
ore 19:00 (Sabato e Domenica) Estate Festivo:
ore 19:00 (Sabato) - ore 8:30 (Domenica) |
|
Cuore Immacolato di Maria |
Piazza
Giulio Cesare 13/A, BARI Telefono: +39 0805427580 E-Mail: cuoreimmacolato.bari@arcidiocesibaribitonto.it ORARIO SS MESSA: Inverno Feriale:
ore 19:00 Festivo:
ore 19:00 (Sabato e Domenica) Estate Festivo:
ore 19:00 (Sabato) - ore 8:30 (Domenica) |
|
Maria Santissima Addolorata |
Via
Giulio Petroni, 125 BARI Telefono: +39 0805648760 E-Mail: addolorata.bari@arcidiocesibaribitonto.it ORARIO SS MESSA: Inverno Feriale:
ore 18:30 Festivo:
ore 08:00-10:00-11:30-18:30 Estate Feriale:
ore 19:30 Festivo:
ore 08:00-10:00-11:30-19:30 |
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|
Piazzale
Mater Ecclesiae, BARI Telefono: +39 0805045450 E-Mail: materecclesiae.bari@arcidiocesibaribitonto.it ORARIO SS MESSA: Tutto
l’anno Feriale:
ore 08:30 – 19:00 Festivo:
ore 08:15 – 10:00 – 11:30 – 19:00 |
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San Francesco Da Paola |
Via
Lecce, 35 BARI Telefono: +39 0805569124 E-Mail: fdapaola.bari@arcidiocesibaribitonto.it ORARIO SS MESSA: Inverno Feriale:
08:00 – 18:30 Festivo:
08:30 – 10:30 – 12:00 – 18:30 Estate Feriale:
08:00 – 19:00 |
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San Giovanni Battista |
Via
Arcidiacono Giovanni, 53 BARI Telefono: +39 0805613445 E-Mail: giobattista.bari@arcidiocesibaribitonto.it ORARIO SS MESSA: Inverno Feriale:
ore 7:45 – 18:30 (il Sabato, ore 19:00) Festivo:
ore 8:30 – 10:00 – 11:30 – 19:00 Giugno-Luglio-Agosto Feriale:
ore 07:45 – 19:00 Festivo:
ore 08:30 – 10:00 – 19:00 |
|
Santa Fara Antico ingresso di Via Bitritto Via Bitritto Ad
un anno di distanza, il 7 dicembre 1939, a cura dello stesso prof. Di Cagno
Sessa, era già costruita la futura sacrestia della chiesa con alcuni locali
annessi. Detta sacrestia che ora funziona da cappella sin al compimento del
tempio, fu arricchita di paramenti sacri e di una preziosa reliquia di
S. Fara (parte di osso frontale), donata dal monastero di Faremoutiers.
La pala dell'altare maggiore rappresenta S. Fara dell'immagine di Sciacca,
opera pregevole del prof. Lanave di Bari. |
Via
Generale Bellomo, 94 BARI Telefono: +39 0805618236 E-Mail: santafara.bari@arcidiocesibaribitonto.it ORARIO SS MESSA: Tutto
l’anno Feriale:
ore 7:30 – 19:00 Festivo:
ore 8:30 – 10:00 – 11:30 – 19:00 |
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Santa Maria Maddalena |
Via
Grimoaldo degli Alfaraniti, 1 BARI Telefono: +39 0805041295 E-Mail: maddalena.bari@arcidiocesibaribitonto.it ORARIO SS MESSA: Inverno Feriale:
ore 19:00 Festivo:
ore 8:30 – 10:30 – 19:00 Estate Feriale:
ore 19:00 Festivo:
ore 8:30 – 10:30 |
|
Vicaria Perpetua San Vincenzo de' Paoli e Santa Luisa de'
Marillac |
Piazza
G. Cesare, 11 BARI Telefono: +39 0805592513 E-Mail: vincenzodepaoli.bari@arcidiocesibaribitonto.it ORARIO SS MESSA: Feriale:
ore 07:30 Festivo:
ore 08:00 – 10:-00 |
|
|
Viale
Enaudi 2/A, BARI Telefono: +39 0805019628 E-Mail: buonpastore.bari@arcidiocesibaribitonto.it ORARIO SS MESSA: Inverno Feriale:
ore 08:30 – 19:00 Festivo:
ore 09:00 – 11:00 – 19:00 Estate Feriale:
ore 19:00 Festivo:
ore 09:00 – 11:00 – 19:00 In
agosto la messa della 11:00 è soppressa |
|
San Ciro |
Piazza
G.A. Pugliese (Mungivacca) Telefono: +39 0805481234 E-Mail: sanciro.bari@arcidiocesibaribitonto.it ORARIO SS MESSA: Inverno
(1° Domenica di Ottobre - Ultima di Giugno) Feriale:
ore 19:00 Festivo:
ore 10:00 – 11:30 – 19:00 Estate
(1° Domenica di Luglio - Ultima di Settembre) Feriale:
ore 19:00 Festivo:
ore 09:00 – 11:00 – 19:00 |
|
San Marcello |
Via
Re David, 202 BARI Telefono: +39 080
5575519 +39
080 5561024 E-Mail: sanmarcello.bari@arcidiocesibaribitonto.it ORARIO SS MESSA: Inverno Feriale:
ore 09:00 – 19:00 Festivo:
ore 08:00 – 10:00 – 11:30 – 19:00 Estate Feriale:
ore 19:00 Festivo:
ore 08:00 – 10:30 – 19:30 |
|
San Pasquale |
Via
Pisacane, 56 BARI Telefono: +39 080
5424176 E-Mail: sanpasquale.bari@arcidiocesibaribitonto.it ORARIO SS MESSA: Inverno Feriale:
ore 7:30 – 8:30 – 19:00 Festivo:
ore 7:00 – 8:30 – 10:00 – 12:00 – 19:00 Estate Feriale:
ore 7:30 – 8:30 – 19:00 Festivo:
ore 7:00 – 8:30 – 11:00 – 19:00 |
|
Sant’Andrea |
Via
Bissolati, 1 BARI Telefono: +39 080
5019377 +39
0805021930 E-Mail: santandrea.bari@arcidiocesibaribitonto.it ORARIO SS MESSA: Inverno Feriale:
ore 7:15 – 18:30 Festivo:
ore 7:30 – 9:00 – 10:30 – 12:00 – 18:30 Estate Feriale:
ore 19:00 Festivo:
ore 7:30 – 9:00 – 19:00 |
|
Santa Maria delle Vittorie Il
24 giugno 1956 l'arcivescovo Marcello Mininni, per assicurare le cure
pastorali agli abitanti del Rione Carrassi in forte sviluppo edilizio e
demografico, eresse una nuova parrocchia che ebbe sede nella chiesa dei
Carmelitani dell'Antica Osservanza da cui il titolo si Santa Maria delle
vittorie. Poiché,
col tempo, la chiesa non era più sufficiente alle esigenze pastorali dei
numerosi fedeli che la frequentavano, il 1o marzo 1980 fu
posta la prima pietra per un nuovo complesso parrocchiale. La nuova chiesa fu
consacrata il 9 luglio 1982 dall'arcivescovo Mariano Magrassi. Il Complesso
parrocchiale è dotato di aule catechistiche, di un'aula magna, di campetto
sportivo. |
Corso
Croce Benedetto, 180 BARI Telefono: +39 0805425149 +39
0805424484 E-Mail: smvittore.bari@arcidiocesibaribitonto.it
ORARIO SS MESSA: Inverno Feriale:
ore 07:30 – 09:00 – 19:00 Festivo:
ore 08:00 – 09:30 – 11:30 – 19:00 Estate
(17 Luglio - Metà Settembre) Feriale:
ore 19:00 (Compreso il Sabato) Festivo:
ore 08:00 – 20:00 (Solo Domenica) |
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Santissimo Sac |
Via
Pasubio, 85 BARI Telefono: +39 0805425512 E-Mail: sacramento.bari@arcidiocesibaribitonto.it ORARIO SS MESSA: Inverno Feriale:
ore 9:00 – 18:30 Festivo:
ore 8:00 – 10:00 – 11:30 – 18:30 Estate Feriale:
ore 09:00 – 19:00 Festivo:
ore 08:00 – 10:30 – 19:00 |
|
Madre della Divina Provvidenza |
Piazzetta
Padre Giovanni Semeria, 2 BARI Telefono: +39 0805376072 +39
0805270113 E-Mail: divinaprovvidenza.bari@arcidiocesibaribitonto.it divinaprovvidenza@fastwebnet.it ORARIO SS MESSA: Inverno Feriale:
ore 10:00 – 18:00 Festivo:
ore 08:00 – 10:00 – 11:30 – 18:00 Estate Feriale:
ore 19:00 Festivo:
ore 8:00 – 11:00 – 19:00 |
|
|
Via
Carlo Massa 2/A, BARI Telefono: +39 0805372711 E-Mail: sangabriele.bari@arcidiocesibaribitonto.it
ORARIO SS MESSA: Inverno Feriale:
ore 18:00 Festivo:
ore 07:30 – 10:00 – 11:30 – 18:00 Estate Feriale:
ore 19:00 Festivo:
ore 07:30 – 10:30 – 19:00 |
|
San Giovanni Bosco |
Via
Giulio Cozzoli, 2 BARI Telefono: +39 0805371482 E-Mail: giobosco.bari@arcidiocesibaribitonto.it
ORARIO SS MESSA: Inverno Feriale:
ore 18:00 Festivo:
ore 8:00 – 10:30 Estate Feriale:
ore 19:00 Festivo:
ore 8:00 – 10:30 |
|
|
Piazza
Romita, BARI Telefono: +39 0805371063 E-Mail: sanpaolo.bari@arcidiocesibaribitonto.it ORARIO SS MESSA: Inverno Feriale:
ore 18:30 Festivo:
ore 08:00 – 10:30 Estate Feriale:
ore 19:00 Festivo:
ore 08:00 – 19:00 |
|
San Pio X |
Via
B. Buozzi, 28/C BARI Telefono: +39 0805740490 +39
0805759214 E-Mail: sanpiox.bari@arcidiocesibaribitonto.it ORARIO SS MESSA: Inverno Feriale
ore 19.00 Festivo
ore 8.00 - 10.00 - 19.00 Estate Feriale
ore 19.00 Festivo
ore 8.00 - 19.00 |
|
Santa Famiglia |
Via
Martin Lutero, 13 BARI Telefono: +39 0805621352 E-Mail: sfamiglia.bari@arcidiocesibaribitonto.it parrocchiafamiglia@libero.it ORARIO SS MESSA: Inverno Feriale:
ore 19:00 Festivo:
ore 10:00 – 12:00 Estate Feriale:
ore 19:00 Festivo:
ore 10:00 |
|
Resurrezione |
Via
Caldarola, 30 BARI Telefono: +39 080 5549759 E-Mail: resurrezione.bari@arcidiocesibaribitonto.it ORARIO SS MESSA: Feriale:
ore 19:00 (Tranne il Lunedì) Festivo:
ore 08:00 – 11:00 – 19:00 Estate
(Luglio e Agosto) Feriale:
ore 19:00 (Tranne il Lunedì) Festivo:
ore 08:00 – 19:00 |
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San Francesco d'Assisi |
Piazza
S. Francesco d'Assisi, 5 BARI Telefono: +39 080 5534856 +39
080 5501444 E-Mail: francescoassisi.bari@arcidiocesibaribitonto.it ORARIO SS MESSA: Inverno Feriale:
ore 08:00 - 18:30 Festivo:
ore 08:00 – 10:00 – 11:30 – 18:30 Estate Feriale:
ore 08:00 – 19:00 Festivo:
ore 08:00 – 11:00 – 19:00 Inverno
/ Estate (Feriale/Festivo): ore 6:45 (Cappella Suore Beata C. Merloni) |
|
San Luca |
Via
Guglielmo Appulo, 4 BARI Telefono: +39 080 5546391 E-Mail: ORARIO SS MESSA: Inverno Feriale:
ore 18:30 Festivo:
ore 08:00 – 11:00 – 18:30 Estate Feriale:
ore 19:00 Festivo:
ore 08:00 – 11:00 – 19:00 |
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Via
Caldarola, 50 BARI Telefono: +39 080 5545301 E-Mail: sanmarco.bari@arcidiocesibaribitonto.it ORARIO SS MESSA: Inverno Feriale:
ore 08:00 - 19:00 Festivo:
ore 08:00 – 09:30 – 11:00 – 12:15 – 19:00 Estate Feriale:
ore 19:30 Festivo:
ore 08:00 – 10:00 – 19:30 |
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Viale
Caduti del 28 luglio 1943, 5 BARI Telefono: +39 080 5588183 E-Mail: ansabino.bari@arcidiocesibaribitonto.it ORARIO SS MESSA: Inverno Feriale:
ore 18:30 Festivo:
ore 10:30 – 11:30 – 18:30 Estate Feriale:
ore 19:00 Festivo:
ore 10:00 – 19:00 |
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San Benedetto |
Via
Madonna della Stella, 56 BARI-SAN GIORGIO Telefono: +39 080 5493067 E-Mail: sanbenedetto.bari@arcidiocesibaribitonto.it ORARIO SS MESSA: Inverno Feriale:
ore 19:00 Festivo:
ore 10:00 – 12:00 Estate Feriale:
ore 19:00 Festivo:
ore 09:00 – 19:00 |
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San Nicola |
Via
Monte Grappa, 19 BARI-TORRE A MARE Telefono: +39 080 5430044 E-Mail: sannicola.tor@arcidiocesibaribitonto.it ORARIO SS MESSA: Inverno Feriale:
ore 18:00 Festivo:
ore 08:00 – 10:30 – 18:30 Estate Feriale:
ore 19:00 Festivo:
ore 10:00 – 20:00 |
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Chiesa Salvatore |
Via
R. Perrone, 2 BARI-LOSETO Telefono: +39 080 5002244 E-Mail: salvatore.loseto@arcidiocesibaribitonto.it ORARIO SS MESSA: Inverno Feriale:
ore 18:30 Festivo:
ore 09:30 – 18:00 Estate Feriale:
ore 19:00 Festivo:
ore 19:30 |
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Piazza
De Ruggiero BARI-LOSETO Telefono: +39 080 5001079 E-Mail: sgiorgio.loseto@arcidiocesibaribitonto.it ORARIO SS MESSA: Inverno Feriale:
ore 08:00 Festivo:
ore 11:00 – 19:00 Estate Feriale:
ore 08:00 Festivo:
ore 10:00 |
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Madonna di Pompei · X Vicaria |
Via
Vittorio Veneto, 124 BARI-CARBONARA Telefono: +39 080 5035220 E-Mail: madonnapompei@arcidiocesibaribitonto.it ORARIO SS MESSA: Feriale:
ore 19:00 (Tranne il Lunedì) Festivo:
ore 08:00 – 11:00 Estate
(Luglio e Agosto) Feriale:
ore 19:00 (Tranne il Lunedì) Festivo:
ore 08:00 |
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Beata Vergine del Santissimo Rosario
in San Nicola |
Via
Manzoni, 15 BARI-CARBONARA Telefono: +39 080 5650576 +39
335 461283 E-Mail: rosariosnicola.carbonara@arcidiocesibaribitonto.it ORARIO SS MESSA: Inverno Feriale:
ore 19:30 Festivo:
ore 07:30 – 11:00 Estate
Feriale:
ore 19:30 Festivo:
ore 07:30 |
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Sant'Antonio da Padova |
Via
Giulio Petroni BARI-CARBONARA Telefono: +39 080 5655007 E-Mail: santonio.carbonara@arcidiocesibaribitonto.it ORARIO SS MESSA: Inverno Feriale:
ore 19:00 Festivo:
ore 08:30 – 11:00 – 19:00 Estate
Feriale:
ore 19:30 Festivo:
ore 09:00 – 19:30 |
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Santa Maria del Fonte |
Piazza
Santa Maria del Fonte BARI-CARBONARA Telefono: +39 080 5650198 E-Mail: mariafonte.carbonara@arcidiocesibaribitonto.it ORARIO SS MESSA: Inverno Feriale:
ore 07:30 – 19:00 Festivo:
ore 07:30 – 09:30 – 11:00 – 19:00 Estate
Feriale:
ore 07:30 – 19:00 Festivo:
ore 09:00 – 10:00 - 19:00 |
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Santa Maria del Campo e della Pietà |
Piazza
Santa Maria del Campo BARI-CEGLIE DEL CAMPO Telefono: +39 080 5650419 +39
080 5650350 E-Mail: mariadelcampo.ceglie@arcidiocesibaribitonto.it ORARIO SS MESSA: Inverno Feriale S.
Maria del Campo: ore 18.30 S.
Maria della Pietà: ore 08.00 (Sabato ore 17.30) Festivo S.
Maria del Campo: ore 10.00 - 18.30 S.
Maria della Pietà: ore 08.00 - 11.00 Estate Feriale S.
Maria del Campo: ore 19.00 S.
Maria della Pietà: ore 8.00 (Sabato ore 18.00) Festivo S.
Maria del Campo: ore 10.30 - 19.00 S.
Maria della Pietà: ore 8.00 Ospedale Di Venere Feriale
Sabato:
ore 18.30 (Inverno ed Estate) Festivo:
ore 10.30 (Inverno ed Estate) |
|
Santa Rita |
Via
dello Scoglio BARI-CEGLIE DEL CAMPO Telefono: +39 080 5038133 E-Mail: srita.ceglie@arcidiocesibaribitonto.it ORARIO SS MESSA: Inverno Feriale:
ore 18:00 Festivo:
ore 08:00– 10:00 – 18:30 Estate
Feriale:
ore 19:00 Festivo:
ore 08:30 - 19:00 |
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Chiesa di San Nicola |
Via
Grumo, 15 BINETTO |
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Chiesa di Santa Maria Assunta Edificata
tra il 1198 e il 1203, presenta una spoglia facciata a capanna munita di tre portali
con archi a tutto sesto e un semplice oculo, sormontato
da una monofora in
corrispondenza del portale centrale. Nelle nicchie lungo la fiancata sinistra
sono collocate alcune statue in pietra. L'interno,
a tre navate absidate, è
scandito da pilastri in conci di pietra che reggono la volta
a crociera della navata centrale. L'originaria pianta rettangolare è
stata alterata da manomissioni tarde, quali la costruzione di alcune cappelle
laterali e la riedificazione del presbiterio nel Settecento. Vi sono
custoditi un fonte battesimale cinquecentesco, un'acquasantiera e alcuni
affreschi databili tra il XIV e il XVII secolo. |
Largo
Chiesa, 1 BINETTO Telefono: (+39)
080 7839444 |
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Cattedrale di San Michele Arcangelo Di
particolare interesse artistico vi segnaliamo la pregevole statua in argento
che raffigura l’Arcangelo Guerriero che trionfa sul drago demone; realizzata
a Napoli nel 1719. Mente sull’altare maggiore in marmi policromi, posizionato
nell’ampio coro è possibile ammirare la seicentesca tela dipinta dal pittore
Carlo Rosa e che raffigura la Vergine Assunta e l’Arcangelo Gabriele. Una
bellissima tela ottocentesca raffigurante l’ultima cena si trova invece
nell’altare centrale della settecentesca cappella del Santissimo Sacramento. |
Piazza
del popolo, BITETTO Telefono: +39 0809921028 E-Mail: info@parrocchiabitetto.it
ORARIO SS MESSA: Festivi: 08:00
– 09:30 – 11:00- 19:00 Feriali e Prefestivi: 09:00 – 18:00 (ora solare) 19:00 (ora legale); Battesimi |
|
Chiesa di San Domenico Situata in piazza Umberto I, la Chiesa di San
Domenico risale al 1598, quando nella zona presbiteriale della nuova fabbrica
fu inglobata l'antica cappella di Santa Maria e San Giovanni Battista dell'XI
secolo. Ben poco è rimasto dell'edificio originale, la chiesa infatti ha
subito, nel corso del tempo, notevoli rimaneggiamenti |
Piazza
Umberto I, BITETTO |
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Chiesa di Santa Maria la Veterana |
Piazzetta
Santa Maria, BITETTO Telefono: (+39) 080 990609 |
|
Il Convento del Beato Giacomo Il
Convento fondato nel 1432, per circa due secoli è stato abitato dai frati
minori osservanti e ceduto nel 1625 ai frati minori Riformati. Oggi si
presenta come un notevole complesso architettonico costituito: dalla bellissima
chiesa seicentesca, un piccolo scrigno d'arte con il suo stupendo altare in
legno dorato opera del frate fr Giuseppe da Soleto; dal chiostro con i suoi
affreschi; dal convento che ha subito notevoli rifacimenti dal 1400 al 1800;
da un ampio parco verde all'interno del quale è presente la Via Crucis, la
grotta della Madonna, la cappella dell'estasi e la cascata con la statua di
san Francesco. La
devozione popolare ha coinvolto, soprattutto nel passato, anche due alberi,
che sarebbero stati piantati dal Beato. Il primo può essere osservato dal
giardinetto accanto all’ingresso del santuario. Era un ginepro. Che sarebbe
cresciuto dal bastone di fra Giacomo. Mentre coltivava il giardino. Le sue
coccole, abbrustolite e polverizzate, erano somministrate come pozioni
miracolose alle gestanti e ai malati gravi. Seccò il secolo scorso. Il
secondo albero si trova nel chiostro. Era un arancio selvatico che il Beato
piantò il 1485, come si rivela dall’iscrizione latina che corre intorno
sull’epistilio. Nel 1750, come si dice nella stessa iscrizione fu costruita
l’elegante struttura ottagonale, scandita dai pilastrini con le basi scolpite
a disegni diversi. L’albero fornì i suoi frutti, che venivano distribuiti ai
devoti, fino al 1930 circa, quando seccò per colpa di una improvvida
potatura. |
SP1,
BITETTO Telefono: +39 0809921063 E-Mail: info@beatogiacomo.it
ORARIO SS MESSA: Apertura santuario nei giorni feriali: 06:30
- 12:30; 16:00 - 21:30 Apertura santuario nei giorni festivi 07:30
- 13:00; 16:00 - 21:30 Celebrazioni Eucaristiche Festivi: ore 8:00;
10:00; 11:30; 18:00; 20:00 Feriali: ore 7:00;
19:00 Dal
lunedì al sabato Ore
6:45 Invocazione dello Spirito Santo Silenzio
e Meditazione della Parola di Dio Ore
7:00 Celebrazione eucaristica Ore
7:30 Lodi mattutine Ore
16:00 Ufficio delle Letture Ore
19:45 Vespro e meditazione Domenica Ore
9:00 Lodi mattutine Appuntamenti
mensili Ogni
11 del mese, ore 19:00 Fiaccolata mariana Ogni
27 del mese, ore 19:00 Celebrazione eucaristica in onore del Beato Giacomo Ogni
3° giovedì del mese, ore 20:00 Adorazione eucaristica comunitaria Ogni
3° venerdì del mese, ore 19:00 Celebrazione eucaristica con
l’associazione Figli in
Paradiso. |
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Chiesa di San Marco,
ormai distrutta |
BITETTO |
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Chiesa di San Rocco |
Via
Beato Giacomo, 14 BITETTO tel.
080 9921028 |
|
Chiesa di San Rocco vecchio, abbandonata nel XVIII
secolo |
BITETTO |
|
Chiesa di Santa Maria Mater Domini |
BITETTO |
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Chiesa e monastero di Santa Chiara, soppresso agli inizi
del XIX
secolo a causa dello scarso numero di monache. |
BITETTO |
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Chiesa della Vergine Benedetta |
BITETTO |
|
Chiesa di Maria Maddalena La
fondazione della chiesa dovrebbe risalire alla seconda metà del XIII secolo,
quando gli Angioini divulgarono anche in queste contrade il culto provenzale
della Maddalena. L'edificio attuale fu costruito invece nel 1870. da
aggiungere che la chiesetta è chiusa dal 1980, in seguito alle gravi lesioni
provocate dal sisma del 23 novembre di quello stesso anno. Dopo lavori di
consolidamento effettuati nel 1990 ancora oggi dopo 20 anni e ancora chiusa
ed abbandonata. |
Via
Annunziata, 39 BITETTO Telefono: +39 0809921028 |
|
Chiesa di San Giuseppe
|
Via
San Giuseppe, BITETTO |
|
Cappella della Madonna delle Grazie |
Via
Madonna delle Grazie, BITETTO |
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Chiesa del Monte di Pietà |
Via
Vescovado, BITETTO Telefono: +39 080
9921028 |
|
Chiesa San Michele Arcangelo |
Piazza
del Popolo, BITETTO Telefono: +39 080
9921028 |
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Cattedrale di Bitonto
L’interno,
con pianta a croce latina è diviso in tre navate ciascuna terminante con
un’abside semicircolare. Come molte chiese pugliesi, anche la cattedrale di
Bitonto è stata rivestita nel XVIII secolo da stucchi e decori barocchi, ma l’aspetto
originario venne ripristinato nel corso dei restauri ottocenteschi. Ai lati
dell’abside centrale, più grande di quelle laterali, si notano due pilastri
che avrebbero dovuto sostenere una cupola mai costruita. La navata centrale e
il transetto sono coperti da un soffitto a capriate lignee con decorazione
policroma, mentre le navate laterali, sormontate da matronei, sono coperte
con volte a vela. La navata centrale è separata dalle altre con sei colonne a
capitello corinzio su cui poggiano sei archi falcati. Sopra i sei archi sono
presenti sei trifore che decorano i matronei. Sotto la seconda arcata destra
si trova la monolitica vasca battesimale. Essa è ricamata con arcatine che
presentano motivi vegetali ed è sostenuta da una colonna decorata con arcatine
a motivi vegetali diversi dalla vasca. Di particolare pregio è il capitello
nella fila di sinistra, raffigurante l’ascesa e la discesa di Alessandro Magno sul
carro trainato da due grifoni. Il pulpito in marmo è la ricostruzione
settecentesca di pezzi erratici dell’ambone e del ciborio di Gualtiero da
Foggia (1240). Si presenta come una cassa rettangolare sostenuta da quattro
colonne. La facciata anteriore è composto da frammenti scultorei di grande
qualità e presenta motivi geometrici e vegetali e vetri colorati. Un pezzo
importante è l’ambone scolpito e decorato con intagli e trafori di grande
qualità. |
Piazza Cattedrale, 19
BITONTO +39 080 3752100
La cripta ORARIO SS MESSA: INVERNO Lunedì
– Sabato: ore 9:00 – 18:30 ESTATE Lunedì
- Domenica ore 9:00 - 19:00 Confessioni: Martedì
- Venerdì ore 10:30 – 12:00 – 17:00 – 18:30 Visite del Succorpo: Lunedì
– Sabato ore 10:00 – 12:30 – 15:30 – 18:00 Giovedì
CHIUSO (previa prenotazione) Domenica
ore 12:00 – 13:00 – 15:30 – 18:00 |
|
Chiesa di San Francesco d’Assisi Sorse
nell’ambito di Piazza della Minerva ove esisteva una cappella romanica
dedicata a S. Maria Mater Domini, la quale fu demolita nel 1306 per far posto
alla nuova costruzione. La
costruzione ebbe inizio nel 1283 sotto la direzione di Sergio Bove e con il
beneplacito di Carlo d'Angiò e venne consacrata nel1284 dal vescovo Leucio.
A lui forse appartiene la lastra sepolcrale con
l'effigie di vescovo che oggi funge da architrave della
finestra absidale.
Il tempio venne affidato ai frati francescani che vi costruirono subito un
convento. Di questo è rimasto soltanto il chiostro del XV secoloche
oggi si trova inglobato nel palazzo del seminario vescovile. La
chiesa venne originariamente costruita con una navata unica,
e con il tetto costituito da capriate in legno. Nei
secoli seguenti vennero poi costruite delle cappelle sui due lati della
chiesa ed oggi esistono altari e tombe risalenti al XVI secolo e
al rinascimento. L'adiacente
convento nel 1734 fu
utilizzato come ospedale durante la battaglia di Bitonto e venne chiuso in
seguito al decreto di Gioacchino
Muratnel 1809.
Nel 1842 la
chiesa subì notevoli lavori di ristrutturazione e consolidamento e
l'originaria copertura dell'abside venne sostituita da una cupola. Fu
restaurata nel 1993,
recuperando la pavimentazione, l'altare e alcuni dipinti. Oggi è sede di
attività musicali ed a breve sarà dotata di un museo diocesano di grande
interesse storico ed artistico. |
Piazza Minerva, BITONTO La
facciata, in stile tardo romanico, è la parte più antica della chiesa ed è
anche quella meglio conservata. Essa si trova al sommo di una scalinata che
ne mette in rilievo la struttura imponente. Ad
essa sono affiancati due strutture innalzate in epoche differenti, ma facenti
sempre parte dell'edificio religioso: sulla sinistra un grande cappellone
cinquecentesco a forma cubica sulla quale spicca una cupola addossata alla
facciata stessa. Sulla destra il campanile di epoca
seicentesca. Sul
registro superiore della facciata, in direzione del portale si trova una
elegante trifora che
conferisce un segno di levità al complesso massiccio della facciata. Essa è
sorretta da colonnine ed è racchiusa in un grande arco a sesto acuto di
chiara influenza francese (gotico tolosano). Più in alto ancora, sempre in
direzione del portale è possibile notare una finestra del XV secolo che andò
a sostituire l'antico occhio strombato. Il
campanile è diviso in tre sezioni e termina con una cupola piramidale a
bulbo. All'ingresso della struttura è incisa la frase: SANCTUS
IMMORTALIS, SANCTUS DEUS FORTIS, MISERERE NOBIS. Le tre sezioni sovrapposte
del campanile sono di notevoli dimensioni e di pianta rettangolare. Il primo
cappellone a destra è arricchito con alcuni affreschi che ritraggono la
Vergine col bambino e San Francesco. Altri stanno tornando alla
luce grazie ai restauri. Probabilmente fanno parte dell'antica chiesetta
di Santa Maria Maddalena oggi tutt'uno
con l'attuale. La
chiesa presenta alcuni altari del cinquecento nei quali erano inserite opere
di Gaspar Hovich e Carlo Rosa, oggi esposte presso la
pinacoteca vescovile. Il presbiterio contiene
alcune sculture risalenti al tardo medioevo e
verosimilmente risalenti ai tempi di costruzione della chiesa. La sacrestia è
costituita da due ambienti risalenti al XVIII
secolo ed è arredata con mobilio dell'epoca. |
|
Chiesa di San Gaetano La
severa facciata in bugnato è preannunciata da un'ampia scalinata e divisa
in due ordini da una cornice marcapiano e sormontata da un
grande timpano. Il primo dei due, più ampio,
presenta il portale, sormontato da un timpano spezzato da una piccola
nicchia. Nel secondo piano si erge un grande finestrone centrale sormontato
da un timpano e decorato con una lineare balaustra posta
a livello della cornice marcapiano che non ne va ad alterare la funzione ma
anzi la arricchisce. La facciata del primo piano è divisa da sei lesene, di cui
le quattro centrali continuano nel second'ordine dell'edificio. Alcune nicchie prive
di decorazione scultorea attestano l'incompiutezza dell'edificio. Più in alto
si nota lo stemma dei
Teatini. |
Piazza
Cavour, BITONTO A
fine Luglio 2017 dopo ben 10 anni di lunghi restauri,
l’edificio è stato riportato al suo antico splendore. La
chiesa è composta da un'unica navata terminante
in tre absidi tra
cui quello centrale, più grande. L'aula interna è delineata da quattro arcate per
lato in cui si aprono altrettante cappelle.
Notevole è la prima cappella sulla destra, già di patronato della famiglia
Sylos-Sersale, dove spicca un altare barocco riccamente
decorato realizzato nel 1696 in pietra
leccese.Al
centro del prezioso altare vi è una tela raffigurante
la nascita della Vergine di incerta attribuzione (Nicola
Gliri oppure Andrea Miglionico). Sulla
controfacciata e sulle alte pareti della navata sono affrescati molti Santi
fra cui san Patrizio e san
Gregorio. Sul soffitto ligneo, dipinto dal pittore bitontino Carlo Rosa, sono illustrate alcune scene
della vita di san Nicola di Bari, san
Gaetano e sant'Andrea Avellino. La
navata è illuminata dal finestrone centrale della controfacciata e da otto
finestre, quattro per lato. Sulle pareti del lato destro ove si affacciano le
quattro finestre vi sono affreschi raffiguranti: san Giovanni Crisostomo, san
Girolamo, san Martino, sant'Arsenio, san Cipriano, san Crescenzio, san
Mariano, san Luca. Negli spazi tra l'arco
trionfale, sopra lo stemma dei Teatini, e il soffitto sono affrescate le
figure di san Paolo e san Pietro mentre sulle pareti sinistre sono affrescati
alla stessa maniera delle pareti destre: san Giacomo apostolo, san Policarpo,
sant'Ignazio, sant'Urbano, san Silvestro, san Basilio, sant'Ambrogio e sant'Agostino. |
|
Chiesa del Crocifis Fu costruita a partire dal 1664 a est del
centro abitato su commissione del vescovo Alessandro Crescenzi. Il disegno
architettonico è dell'artista bitontino Carlo Rosa, che insieme ai suoi allievi
realizzò anche gli affreschi interni. La
chiesa fu edificata sul luogo dove vi era l'antica edicola con l'affresco
della Crocifissione, opera del Rapestingo. L'affresco era ritenuto
miracoloso, come testimoniano i numerosi ex voto che ancora oggi si vedono
sull'antico muro che sporge nella Cappella della Vergine dei Sette dolori. Il
luogo era stato donato con il testamento del 20 maggio 1529 da un
certo Vincenzo de Riccis al Capitolo della cattedrale di Bitonto insieme
all'annesso podere, a condizione che fosse incrementata la devozione
dell'immagine sacra del santissimo Crocifisso. A seguito dell'aumento di
devozione nei confronti dell'immagine sacra, l'edificio originario era
divenuto insufficiente alle esigenze di culto. Nel 2014 la
parrocchia di San Silvestro, che da 40 anni ha come sede la Chiesa del
Crocifisso mentre precedentemente era situata nel centro storico della città,
ha festeggiato 9 secoli, 30 anni dall'inizio del sacerdozio dell'attuale
parroco e il 350º anniversario dalla consacrazione della stessa Chiesa del
Crocifisso, benedetta dal vescovo Tommaso Acquaviva, nel 1664. Inoltre, in
occasione dell'evento, sono state presentate anche tre nuove opere pittoriche
che il maestro Vito Cotugno ha donato alla comunità parrocchiale e che si
aggiungono al numeroso patrimonio pittorico della seicentesca Chiesa. |
Via
Vecchia Cappuccini, BITONTO La
chiesa presenta un'originale pianta a croce
greca con cupole in asse ricoperte di chianchette secondo modelli
architettonici usuali nelle chiese rurali pugliesi. Delle tre porte previste
dal progetto originario, quelle in corrispondenza del transetto sono state
chiuse poco tempo dopo la consacrazione della chiesa (1671). Il
registro inferiore della facciata riecheggia i modelli classici, con lesene doriche
e cornice a metope e triglifi che
inquadrano un portale con timpano a volute. Il registro superiore presenta
uno stile più vicino all'architettura barocca: su una cornice
spezzata su si innestano colonne ioniche che reggono un timpano curvilineo;
lo spazio è scandito dalla finestra centrale con timpano triangolare. L'interno,
interamente affrescato, presenta volte a botte che si intersecano in
corrispondenza della cupola. La
decorazione pittorica è opera di Carlo Rosa e degli allievi Nicola
Gliri, Giuseppe Luce e Vitantonio de Filippis, che dopo la sua morte ne
completarono il progetto. I
ciclo di dipinti presenta immagini dell'Antico Testamento (il sacrificio di
Abramo, Agar nel deserto, il martirio di Isaia, Giona rigettato
sulla spiaggia di Ninive, la visione di Giacobbe,
alcune scene della vita di Mosè) e
dei Vangeli (la lavanda dei piedi, l'ingresso di Gesù a Gerusalemme,
il Getsemani, la Flagellazione) e i ritratti degli imperatori Elena e Costantino. Nei transetti vi sono due
altari dedicati a san Martino e san
Filippo Neri. Sull'altare principale è raffigurata infine la Deposizione
dalla Croce. Nel
capocroce è situato il presbiterio e,
oltre il muro di fondo, l'ampia sacrestia pure
decorata. |
|
Chiesa del Purgatorio Purgatorio fu realizzata nel 1670 su
di un'antica struttura medievale dall'architetto
Michelangelo Costantino e consacrata nel1688 dal Vescovo
Massarenghi. Il classico prospetto, ripartito in due ordini,
è decorato da una lugubre decorazione con teschi incoronati, scheletri umani,
angeli e anime purganti, con chiari riferimenti alla morte. Il teschio dello
scheletro a sinistra poggia su di un orologio privo di lancette e mostra l'iscrizione
'NIL INCERTIUS', 'niente è più incerto'. Lo stesso scheletro regge un
cartiglio che recita 'QUA ORA NON PUTATIS', 'in quale ora non sapete'. Lo
scheletro posto sul lato destro reca un altro cartiglio che completa il
concetto relativo alla morte con l'iscrizione 'VENIAM ET METAM','verrò e
mieterò'. |
Via
Domenica Cimarosa, BITONTO La struttura
interna è caratterizzata da un'unica aula ed altari
inseriti in cappelle laterali. Queste ultime ospitano decorazioni e dipinti di Nicola Gliro, Gennaro
Somma, Raffaele Armenise e Anna Rolli, oltre un'effige della Madonna di
Francesco Antonio Altobelli e un Cuore di Gesù di Gaetano Spinelli. La chiesa
durante il periodo pasquale diventa lo scenario di partenza della
famosa processione del Venerdì Santo, che si snoda dal
pomeriggio fino a tarda notte. Per le strade del centro antico sfilano le
immagini ivi custodite: il Cristo deposto nella cosiddetta 'nache', ovvero
l'artistica e pregevole culla in oro zecchino ad intaglio dell'800; la statua
dell'Addolorata; una stauroteca (croce reliquiario) d'argento che custodisce
due frammenti di legno che la tradizione riconosce quali parti della Croce di
Cristo. |
|
Chiesa di San Domenico
|
Via
San Domenico BITONTO |
|
Chiesa di Santa Maria del Popolo |
Piazzetta
Santa Maria, BITONTO La facciata è tipicamente medievale, povera
di decori. Il portale mostra le sue linee classiche mentre la finestra, più
in alto del portale, ha il timpano curvilineo. L'interno si
distingue per la grande quantità di stucchi, marmi, cornici e festoni. Le
tele originarie sono ora collocate nel museo diocesano. Ne
rimangono però alcune che insieme ad un Cristo ligneo arricchiscono l’interno
dell’edificio. Il monastero adiacente si presenta severo
nelle linee architettoniche ed è preceduto da una imponente scalinata. Il
ricco portale d’ingresso del monastero costituisce, insieme al portale del
vestibolo, un contrasto con la struttura molto severa nelle sue linee
architettoniche. |
|
Abbazia di San Leone |
Viale
Giovanni XXIII, 121 BITONTO E-Mail: sanleone.bitonto@arcidiocesibaribitonto.it
ORARI SS MESSA: Inverno Feriale:
ore 7:30 – 19:00 Festivo:
ore 7:30 – 10:00 – 11:30 – 19:00 Estate Feriale:
ore 7:30 – 19:00 Festivo:
ore 7:30 – 9:30 – 19:00 |
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Basilica dei Santi Medici Fu
edificato nella seconda metà del XX secolo. Il
13 febbraio 1975 la
chiesa venne elevata a basilica
minore da papa Paolo VI. Vi
sono contenute le reliquie dei santi
Medici Cosma e Damiano, attestate a Bitonto sin dal XVI secolo e
in precedenza ospitate presso la chiesa di San Giorgio, nel centro storico,
ormai insufficiente ad accogliere i numerosi fedeli che si riversavano nella
città. Il culto bitontino dei santi Medici è infatti tra le più importanti
realtà del turismo religioso dell'Italia Meridionale La
chiesa, con pianta a croce latina è costituita da un'unica navata
lunga 60 metri, mentre il transetto misura 20 metri. Al centro dell'abside è
presente una cattedra di granito rosso e una struttura in cristallo che
accoglia le statue dei santi Medici. In una nicchia sull'altare sono invece
situate le reliquie delle braccia e le mani dei santi. Sulla
parete sinistra, un mosaico di grandi dimensioni rappresenta l'apparizione
dell'Immacolata Concezione al generale
Montemar nel corso della battaglia di Bitonto (1734). La chiesa
infatti è stata eretta su piazza XXVI Maggio 1734, dove è situato
l'obelisco Carolino. Durante
la festa patronale dell'Immacolata, presso la chiesa termina la processione
che parte dalla cattedrale. Sulla cantoria in controfacciata,
si trova il grande organo a canne, costruito nel 1971 dalla ditta organaria padovana Fratelli
Ruffatti. Lo
strumento, a trasmissione elettrica con
consolle a piano della navata, ha 60 registri su tre manuali e pedale. |
Piazza
26 Maggio 1734, BITONTO Telefono: +39 080 3751236 E-Mail: santi medici.bitonto@arcidiocesibaribitonto.it
ORARIO SS MESSA: Feriale:
(Dal 1 Ottobre al 31 Maggio): ore 08:30 – 10:00 – 18:30 Festivo:
(Dal 1 Ottobre al 30 Giugno): ore 07:00 – 08:30 – 10:00 – 11:30 – 17:00 –
19:00 Feriale:
(Dal 1 Giugno al 30 Settembre): ore 08:30 – 10:00 – 19:00 Festivo:
(Dal 1 Luglio al 30 Settembre): ore 07:00 – 09:00 – 11:00 – 18:00 – 19:30 |
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Santa Caterina Vergine e Martire |
Piazza
Aldo Moro, BITONTO Telefono: +39 080 3751359 E-Mail: santacaterina.bitonto@arcidiocesibaribitonto.it ORARI SS MESSA: Inverno Feriale:
ore 09:00 (Tranne il Lunedì) – 18:30 Festivo:
ore 08:00 – 10:30 – 19:00 Estate Feriale:
ore 09:00 (Tranne il Lunedì) – 19:00 Festivo:
ore 08:00 – 10:30 – 19:00 |
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San Silvestro Papa |
Via
Vecchia Cappuccini, BITONTO Telefono: +39 080 3715268 E-Mail: sansilvestro.bitonto@arcidiocesibaribitonto.it ORARI SS MESSA: Inverno Feriale:
ore 8:00 Festivo:
ore 8:00 – 10:30 – 19:00 Estate Feriale:
ore 8:00 Festivo:
ore 8:00 – 9:45 – 11:00 – 19:00 |
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San Leucio |
Via
Raffaele Tauro, 37 BITONTO Telefono: +39 080 3751197 E-Mail: sanleucio.bitonto@arcidiocesibaribitonto.it ORARI SS MESSA: Inverno Feriale:
ore 18:00 Festivo:
ore 10:30 – 19:00 Estate Feriale:
ore 19:00 Festivo:
ore 10:30 – 19:00 |
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San Giovanni Evangelista |
Via
F. Ambruosi, 16 BITONTO Telefono: +39 080 3753417 E-Mail: sangiovanni.bitonto@arcidiocesibaribitonto.it ORARI SS MESSA: Inverno
(ora solare) Feriale:
Martedì e Giovedì ore 7.30; ore 18:30 (Solo il Giovedì) Festivo:
ore 18.30 (Solo il Sabato) Estate
(Ora Legale) Feriale:
Martedì e Giovedì ore 7:30; ore 19:00 (Solo il Giovedì) Festivo:
ore 19:00 (Solo il Sabato) |
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Sant’Andrea Apostolo |
Piazza
Caduta del Terrorismo, BITONTO Telefono: +39 080 3749750 E-Mail: santandrea.bitonto@arcidiocesibaribitonto.it ORARI SS MESSA: Inverno Feriale:
ore 19:00 Festivo:
ore 8:00 – 10:30 – 19:00 Estate Feriale:
ore 19:00 Festivo:
ore 8:00 – 19:00 |
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San Giorgio Martire A
poca distanza dalle mura, verso la parte occidentale del centro antico, sorge
l’antica chiesa di S. Giorgio, già parrocchia fino al 1984 quando fu chiusa
al culto per un riorganizzazione dei rioni parrocchiali del centro antico. Le
statue dei SS. Medici, venerati da tempo in quella chiesa, erano state
già trasferite fin dal 1963 nella nuova Basilica fatta erigere dal vescovo
Aurelio Marena. L’antica
chiesa di S. Giorgio, le cui notizie risalgono al secolo XI, è citata nei
libri dei censi pontifici del 1092. Essa era formata da tre navate poggianti
su quattro pilastri, la nave centrale terminava a croce latina con abside
centrale e due absidiole, in conformità alle altre chiese medioevali coeve e
tutte risalenti alla stessa epoca. Dal 1386 al 1397 fu retta da Tommaso
Labini che poi divenne arcivescovo di Acerenza. Nel
1472 era rettore il presbitero Pietro Paolo Barone. |
BITONTO La
chiesa fu ampliata nella seconda metà dell’Ottocento dal parroco Domenico
Damascelli ma, per dare spazio ai fedeli che affollavano il sacro
edificio ormai trasformato in santuario, si intervenne di nuovo nel 1914 con
il vescovo Pasquale Berardi. L’edificio
sacro è scandito da quattro cappelle laterali, sia a destra che a sinistra,
fornite di statue. Notevole l’altare dedicato a S. Giorgio. Titolare della ex
parrocchia, quello di S. Lorenzo, della Madonna del Carmine, di S. Teresa, di
S. Vito venerato da una società di devoti, che a piedi, fino a qualche anno
addietro, si recavano a S. Vito di Polignano. |
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Monastero Santa Maria delle Vergini Le vicende storiche che accompagnarono il
cammino di fede della Comunità furono varie, complesse e spesso
difficili. La vita cristiana è incarnata nel vissuto anche se
lo sublima con il suo sguardo rivolto al cielo. Oggi siamo nove religioso che cercano di
vivere la regola di S. Benedetto e di testimoniare così il vangelo nella
semplicità di una vita nascosta e orante nel silenzio della fede, nella
carità fraterna e nella speranza che si fa attesa vigilante del Signore Gesù. |
Via
Porta Robustina, 33 BITONTO Telefono: +39 0803751245 E-Mail: benedettine.bitonto@libero.it
LA LORO GIORNATA: Giorni Feriali: Ore 05:15
SVEGLIA Ore 05:45
UFFICIO DI LETTURA Ore 07:00
LODI Ore 07:30
MEDITAZIONE E ORA TERZA Ore 08:00
S. MESSA Ore 09:00
LAVORO Ore 11:45
LECTIO DIVINA E ORA SESTA Ore 15:00
LECTIO DIVINA E ORA NONA Ore 15:30
LAVORO Ore 17:30
ROSARIO – VESPRI – ADORAZIONE EUCARISTICA Ore 20:30
COMPIETA Domenica e giorni Festivi come feriali tranne: Ore 5:00
SVEGLIA Ore 5:30
UFFICIO DI LETTURA Ore 12:00
ORA SESTA Ore 16:30
ORA NONA – ROSARIO – ADORAZIONE - VESPRI |
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Sant’Egidio Abate |
Via
Raffaele Pasculli, 46 BITONTO Telefono: +39 0803751274 E-Mail: santedigio.bitonto@libero.it |
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San Pietro de Castro Essa
fu edificata sulle rovine del Tempio pagano dedicato alla Dea Minerva, per la
quale i bitontini avevano una particolare predilezione di culto. Il
De Simone e il Vacca Torelli argomentano che questa chiesa dovette sorgere in
seguito al passaggio dalla città del Principe degli Apostoli, il quale con la
predicazione conquistò la popolazione alla nuova fede: il Tempio pagano fu
abbattuto e su quelle rovine eretta la chiesa cristiana, che fu dedicata al
nome dell’Apostolo. Indubbiamente
l’edificio esistente ha perduto il carattere originario per le varie
manomissioni subite nei secoli della sua lunga storia. |
Piazza
Minerva, 15 BITONTO |
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Parrocchia Cristo Re Universale La
Chiesa, a due navate, una delle quali termina con l’abside poligonale, sorge
in contrada Chinisa, sul luogo della preesistente chiesetta di Santa
Maria de Stabilinis e della Cappella dei Santi Innocenti. La consuetudine
feudale di commissionare chiese e conventi per testimoniare, oltre alla
propria fede, la propria grandezza stimola il potente Giovanni Antonio Orsini
del Balzo a commissionare l’opera, come documentano alcuni contratti, e
nobilitare la propria casata: il suo stemma è ben visibile sulla facciata. La
costruzione della chiesa, iniziata nel 1353, si protrasse per tutto il
Quattrocento, con l’opera dei maestri lapicidi Giovanni di maestro
Antonio da Trani, Azzo Bartolomeo di Nicola Indello da Andria e Bartolomeo di
Nardo di Bitonto. In corso d’opera costoro aggiunsero alla navata
originaria absidata, già realizzata, una seconda navata. La facciata, che
ripropone il modello degli edifici religiosi di stile romanico, ha forma a
capanna con il portale architravato sul quale è ben visibile una statua in
pietra raffigurante la “Madonna col Bambino”, due monofore centinate ed un
piccolo rosone in asse in cui è inserito lo stemma francescano. A fianco del
portale vi è un grande affresco di “S. Cristoforo”, protettore dei viandanti
e dei pellegrini. La navata più antica, che si conclude con l’abside in cui
si può vedere il venerato Crocifisso ligneo ha volta a crociera ed è composta
da tre campate uguali scandite da archi ogivali sui quali poggiano le
crociere costolonate. |
Via
Santono, 66 BITONTO Telefono/Fax: +39 0803751531 E-Mail: info@cristoreuniversale.it
L’interno
è impreziosito da pregevoli opere di valenti artisti come lo scultore Stefano
da Putignano, autore dell’altare degli Innocenti, del Presepe in pietra da
taglio, della statua lignea di “S. Francesco da Paola” (sec. XVI,
terzo altare a destra), il pittore Pandus e la sua bottega che affrescarono
mirabilmente le pareti. Cinquecenteschi sono gli altari con opere di intaglio
ligneo decorate in oro zecchino e le pregevoli pale del pittore fiammingo
Hovic. Il secondo altare a destra, autentico capolavoro del Rinascimento,
oltre ad una ricca decorazione ha scolpito sul basamento delle colonne le immagini
di “S. Francesco e S. Bonaventura”. Il convento era parte integrante
della fabbrica ed ospitava circa 20 frati; ad esso fu aggregata
l’infiermeria, costruita dalla famiglia Scaraggi, che funzionò anche come
ospizio per viandanti e pellegrini. Nel 1717 fu istituita dai frati
dell’antico convento la confraternita di S. Pasquale Baylon,
la cui statua è collocata sul primo altare a sinistra. Con
il Decreto episcopale di erezione del 24 dicembre 1963 ebbe inizio la storia
della Chiesa di Santa Maria della Chinina di Bitonto. L’inizio delle
attività pastorali il 1 gennaio 1964. Il 12 gennaio 1964 ci fu l’immissione
canonica del primo parroco don Antonio Mattia da parte
del Vescovo Mons. Aurelio Marena. Fu l’inizio di una lunga storia spirituale e comunitaria che
vive ancora oggi. |
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Chiesa del Santissimo Sacramento La
parrocchia Santissimo Sacramento di Bitonto, eretta il 19 luglio 1986
da Mons. Mariano Magrassi, ha iniziato le attività pastorali in un salone
in via Larovere n. 15 in attesa che fosse costruita l’attuale chiesa che è
stata aperta al culto il 26 marzo 1994 e consacrata da Mons.
Francesco Cacucci il 2 dicembre 2001. |
Via
Generale Francesco Planelli, BITONTO Telefono/Fax: +39 0803748025 E-Mail: sacramento.bitonto@arcidiocesibaribitonto.it
Giorni Feriali: 18:30 (19:00 ora legale) |
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Cappella di San Matteo Nel
1523 il beneficio era di un reddito molto consistente, ma Cornelio Musso nel
1549 la trova in condizione statiche precarie. L'ambiente
interno rispecchia la forma planimetrica dell’esagono irregolare, coperto con
volta a botte. Sul fondo dell'abside è visibile una monofora strombata. Sul
muro di fondo è l'altare alquanto manomesso negli elementi originali; mentre
l'ambiente essenzialmente costruttivo della sala denota una severa nobiltà. “SERGIUS
HOC TEMPLUM BOS - STRUXIT HONORE MATHEI - SANCTI QUEM FACIAT UT
SIT - IN EDE DEI - ANNO DOMINI MILLESIMO DUECENTESIMO SEPTUAGESIMO - REGNANTE
DOMINO NOSTRO KAROLO SICILIE REGE - INCLITO XIII INDICTIONE.” Innanzi
all'altare è la lastra tombale di Angelo Bove, nipote del fondatore, la cui
figura a bassorilievo è supina con le mani giunte. La testa è coperta dal
cappuccio della tunica il cui modellato disegna il corpo sino alle ginocchia.
La cintura termina con la testa di bue, come nell'emblema di famiglia,
ripetuta nei cantonali superiori della lastra; tra cui si legge: “HIC IACET
ANGELUS DOMINI SERGII BOVIS DE BOTONTO”. |
BITONTO La
singolare costruzione dette origine a un rito religioso che si perde nei
secoli, il cui significato mistico era molto sentito dai partecipanti in gran
numero con a capo il vescovo, mentre dal lettorino un sacerdote leggeva il
Vangelo di S. Matteo. Restaurata
nel 1831 a cura di Marina D’Amely vedova Bovio, subì pesanti modifiche sulla facciata;
l'attuale assetto esterno appartiene al restauro eseguito dai germani
Eustachio e Luigi Bove nel 1882, come rilevasi da una lapide all'interno
della chiesa, quando per la sistemazione della nuova estramurale, che evitava
l'attraversamento del centro antico ai veicoli, la chiesa fu tagliata nella
parte anteriore e fu ricostruita una facciata di gusto neogotico pur
rispecchiando la fisionomia originaria: dal campanile a vela con fornice
ogivale e loggetta con lettorino, al portale con le monofore laterali del
prospetto. |
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BITONTO
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Chiesa Madre di Santa Maria di
Costantinopoli La
Chiesa Madre di Santa Maria di Costantinopoli è uno dei luoghi di interesse
di Bitritto. L’edificio sorge dove un tempo si trovava una chiesa dedicata
alla Madonna di Costantinopoli, ed è datata 1530 circa. Nel 1774, date le
precarie condizioni in cui versava, fu ricostruita. La facciata è in stile
tardo-barocco ed è realizzata in pietra rustica. Lo spazio interno è
organizzato in una navata unica, con una copertura a botte ribassata,
decorata con finti marmi e stucchi secondo lo stile barocco. La cupola,
suddivisa in otto vele, è impreziosita da dipinti di angeli e si imposta su
quattro pennacchi in cui sono raffigurati i quattro evangelisti. In due
lunette ai lati del presbiterio sono dipinti San Pietro e San Paolo.
Sull’altare maggiore si può ammirare una splendida pala di Michele Montrone,
realizzata nel 1865 e raffigurante Maria Assunta. Gli altari laterali sono
dedicati a San Michele Arcangelo, di cui è presente una scultura, ed alla
Madonna di Costantinopoli, con una splendida immagine della Madonna col
Bambino. Di interesse artistico, all’interno della chiesa, si menzionano la
pala raffigurante San Sebastiano, ed un tondo in pietra policroma in cui sono
rappresentati la Madonna, il Bambino ed angeli. |
Via
Notar Giuseppe Loconte, BITRITTO Telefono: (+39)
080 631237 ORARIO SS MESSA: Dal
Lunedì al Venerdì ore 07:30 – ore 19:00 Domenica
ore 08:00 – ore 19:30
Ore
08:00 – ore 10:00 – ore 11:00 – ore 19:00 |
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Chiesa di Sant'Antonio da Padova nel
centro storico ("la terr") |
Bitritto |
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Chiesa di Santa Caterina nel rione
"borgo" |
Bitritto |
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Cappella della Madonna di Loreto |
Bitritto |
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Cappella San Pietro in via Carlo Alberto già via Pagano che si
collegava alla mulis vectabilis via per Peucetios citata da Strabone |
Bitritto |
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Cappelle rurali del '600 sulla via di Sannicandro Madonna
del Piano e del Deserto |
Bitritto |
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Rettorie del '900 dedicate a San Luigi Gonzaga e San Rocco |
Bitritto |
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C
Basilica
Santa Maria del Pozzo Santuario/Basilica La facciata della chiesa, leggermente
avanzata sul resto dell’edificio, si eleva poderosa su due enormi pilastri
che si prolungano nella seconda campata, per reggere il composito cornicione,
sul quale poggia un timpano di gusto barocco. Sulla porta centrale, si apre un finestrone,
che, crea un certo movimento di masse. Tra la porta e il grande finestrone,
che dà luce all’interno trova posto un’elegante nicchia nella quale è stata
collocata una statuina della Madonna, scolpita in pietra dal mastro cegliese
Giuseppe Vitulli nel 1769. Dietro le basse volute del timpano si
affaccia, modesto e snello, il campanile sormontato da una cupoletta di
richiamo moresco. Pozzo Un prete di Capurso, don Domenico Tanzella,
versava in gravissime condizioni e sembrava ormai spacciato, avendo i medici
diagnosticato un male inguaribile. Una notte imprecisata di quell’anno, il
Tanzella ebbe una visione. Gli apparve la Madonna e gli disse: «Domenico, tu camperesti da siffatto
pericolo, e riavresti tosto vita e sanità primiera, se beveresti dell’acqua
del Pozzo detto di S. Maria, e qualora prometteresti erigere a mio culto una
Cappella; però interinamente, cioè fin a tanto che tu non erigeresti un
Convento del rigido Istituto di S. Pietro d’Alcantara». Pur spossato fisicamente, il moribondo
promise di eseguire quanto gli era stato comandato. Il nome deriva dalle «molte piscine d’acque
antiche», lì «v’era un Pozzo, il quale dicevasi di S. Maria; l’acqua del
quale era così salutevole, che gli infermi spediti da medici, con un sol
sorso di quella subito, subito miraculosamente si vedevano restituiti alla
loro pristina bramata salute». Secondo la tradizione popolare, nella
difficoltà della discesa le candele, che gli improvvisati esploratori avevano
tra le mani, caddero in una conca d’acqua laterale e continuarono
tranquillamente ad ardere e a far luce. Spronati ed incuriositi maggiormente
dalla novità del prodigio, camminando sulle pietre che ingombravano parte del
fondo, i quattro cominciarono a perlustrare la parete e videro sull’intonaco,
dalla parte di mezzogiorno, una bellissima immagine della Madonna, di stile
bizantino, che li guardava sorridente. L’immagine conservava, nonostante il luogo
umido, i colori ancora vivaci e non mostrava crepe né lesioni. Il prete e i
suoi compagni caddero in ginocchio, estasiati, a quella vista che era anche
una visione, e contemplarono a lungo l’icona, rischiarata dalla tremolante ed
incerta luce delle candele che continuavano ad ardere nell’acqua. Quando il Tanzella ebbe finito di
contemplarla e di pregare, intimamente riconoscente per la fortunata
scoperta, decise di farla distaccare dal muro. per esporla alla venerazione
dei fedeli. |
Via Madonna del Pozzo, 29 CAPURSO Telefono: +39 0804554102 BASILICA/SANTUARIO APERTURA CONFESSIONI E SALA ACCOGLIENZA Feriali: 17,00/19,00 SACRAMENTI in BASILICA è possibile celebrare: UNZIONE DEGLI INFERMI; ESEQUIE (o funerale) DA OTTOBRE A GIUGNO PREGHIERE Adorazione eucaristica da ottobre a giugno,
ogni secondo Giovedi del Mese: 16,00/20,00 OGNI 20 DEL MESE Ogni 20 del mese, in ricordo
dell’Incoronazione dell’Icona di Santa Maria del Pozzo, OGNI PRIMO VENERDI DEL MESE Coroncina alla Divina Misericordia: 18,00
(da Ottobre a Giugno) OGNI SABATO Ore 20,00 PREGHIERA Mariana del Santo
Rosario secondo le intenzioni dei devoti e dei pellegrini. Da Maggio a Settembre, segue FIACCOLATA con
la Statina della Madonna all’esterno della Basilica. OGNI ULTIMA DOMENICA DEL MESE Ore 11,30 e ore 19 a conclusione della
Celebrazione Eucaristica, BENEDIZIONE DEI BAMBINI e Atto di
affidamento alla Madonna del Pozzo. OGNI 30 DEL MESE* INCONTRO GRUPPO "FIGLI IN PARADISO" Ore 19,00 Celebrazione Eucaristica per tutti
i papà e le mamme che hanno perso prematuramente un figlio/a. Ricordo nella
preghiera dei nomi dei loro Angeli. * mese di febbraio, giorno 28 (stessa ora) CHIESA DEL POZZO APERTURA Mattino: 8 – 12,30 (13 festivo) SABATO SOLENNI IN ONORE DELLA MADONNA DEL POZZO dal 1° sabato di MAGGIO alla festa del mese di AGOSTO Pellegrinaggio comunitario dalla Basilica
alla Cappella del Pozzo: 6,30 SANTA MESSA IN CAPPELLA DAL 3° SABATO DI SETTEMBRE AD APRILE Preghiera del Santo Rosario: 8,00 OFFERTE PER SANTE MESSE Per una santa Messa: offerta libera o in onore della Madonna del Pozzo per
grazia ricevuta, € 450 |
Santissimo
Salvatore |
Via Carone, 2 CAPURSO Telefono: +39 0804551511 E-Mail: salvatore.capurso@arcidiocesibaribitonto.it
ORARIO SS
MESSA: Inverno Feriale: ore 8:00 – 19:00 Festivo: ore 8:00 – 9:30 – 11:00 – 19:00 Estate Feriale ore 8:00 – 19:00 Festivo: ore 8:00 – 11:00 – 19:00 |
San
Francesco da Paola |
Largo San Francesco da Paola, CAPURSO Telefono: +39 0804551438 E-Mail: francescadapaola.capurso@arcidiocesibaribitonto.it ORARIO SS
MESSA: Settembre-Giugno Feriale: ore 19:00 Festivo: ore 8:30 – 10:00 – 11:30 Luglio-Agosto Feriale: ore 19:30 Festivo: ore 10:00 – 19:30 |
CAPURSO
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Chiesa del
Purgatorio Il monumento religioso più importante,
insieme alla chiesa Matrice, del comune di Casamassima (BA) è la chiesa del
Purgatorio, situata nella stessa piazza, la Aldo Moro, che ospita la Torre
dell’Orologio e il monumento alla Vittoria. Questo edificio di culto fu
costruito in un periodo compreso tra il 1722 e il 1758 ed è caratterizzato da
uno stile tardo barocco. Esternamente la chiesa si presenta sopraelevata
rispetto al piano stradale e possiede un ampio sagrato raggiungibile per
mezzo di una scalinata semicircolare. Il campanile è un chiaro esempio di
stile barocco, caratterizzato da un doppio ordine di monofore e da una
copertura a forma piramidale esagonale. All’interno la chiesa si presenta ad
unica navata con ai lati diverse cappelle. |
Piazza Aldo Moro, CASAMASSIMA ORARI SS
MESSA: Si celebra la Messa tutti i mercoledì, dalle
ore 18:00 (Da Novembre a Giugno) e dalle ore 19:00 (Da Luglio a Ottobre),
escluso periodo di Quaresima e Novena di Natale. Celebrazioni per le
Quarantore (7 e 8 Marzo) e il Giovedì Santo (Sapolcri). |
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Chiesa del
Rosario |
Via Rosario, 8 CASAMASSIMA ORARI SS
MESSA: Celebrazioni per le Quarantore, per la
Processione dell'Addolorata, per la Festa dei SS. Medici (26 Settembre), e
per la Festa della Madonna di Pompei (8 Maggio). |
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Chiesa di
Santa Croce |
Piazza Santa Croce, 3 CASAMASSIMA Telefono: +39 080 675090 |
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Chiesa di
Santa Maria delle Grazie La Parrocchia Santa Maria delle Grazie è
Stata costituita il 02/02/1967, ed il suo primo parroco fu Don Pietro
MONTORO. La Chiesa di Santa Maria delle Grazie di
Casamassima è stata costruita dal Barone Antonio Acquaviva nel 1595 sulle
rovine di una chiesetta di proprietà dello stesso. Da precisare che il
complesso, comprendente il convento e la Chiesa, sorse “extra moenia” ossia
fuori delle mura del paese, quando Casamassima aveva 580 famiglie o “fuochi”,
come si diceva allora. L’interno della Chiesa è a navata unica, con
il pavimento ricoperto da lastre di pietra locale, bianca, liscia,
resistente, levigata dal tempo. Queste lastre, comunemente chiamate
“cianche”, danno l’idea dell’antichità e della povertà, giacchè si trovano in
una Chiesa Francescana, che non deve conoscere il lusso e la magnificenza, ma
la semplicità e l’ordinarietà. Dalla Chiesa si scende per dodici gradini e
si arriva nella Cripta. Questa non nacque con la Chiesa, ma molto tempo dopo,
nel 1836. Allora fu prolungata la Chiesa, divenuta ormai insufficiente per
accogliere i fedeli della zona che si era ormai popolata. In quell’occasione
fu creato l’attuale presbiterio e, sotto, la Cripta. La Chiesa è anche soprannominata il Pàntheon
di Casamassima perchè in essa venivano seppelliti anche uomini illustri di
Casamassima, ed infatti vi sono sepolti Caterina CARACCIOLO, figlia del Duca
di Vietri, Didaco AMENDUNI, ricco nobile di Casamassima, Francesco MANZARI,
pio e illustre Giurista casamassimese ed inoltre vi è il cenotafio di
Don Bonaventura PESCE, Sacerdote. |
Corso Vittorio Emanuele, 85 CASAMASSIMA Telefono e
Fax: +39 080671752 E-Mail: santamariadellegrazie@hotmail.it Ie ‘nghiane chisse tre gradine sànde: iùne pe amòre, nu uàlde pe delòre, nu uàlde angore pe recèvere nostro Signore. Nella parete absidale è collocato il dipinto
della Madonna delle Grazie, dal quale la Chiesa ha preso titolo, e che viene
festeggiata il 2 Luglio. ORARIO SS
MESSA: Estate Dall’Ultima Domenica di Marzo alla Seconda
Domenica di Giugno: Domenicale e Festivo: 09:30 – 11:00 –
19:00; Feriale: 19:00 Dalla Terza Domenica di Giugno all’ultima
Domenica di Settembre: Domenicale e Festivo: 10:30 – 19:00; Feriale: 19:00 Dalla Prima domenica di Ottobre alla
Penultima Domenica di Ottobre: Domenicale e Festivo: 09:30 – 11:00 –
19:00; Feriale: 19:00 Inverno Dall’Ultima Domenica di Ottobre fino alla
Penultima Domenica di Marzo Domenicale e Festivo: 09:30 – 11:00 –
18:00; Feriale: 18:00 |
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Chiesa di
Santo Stefano |
Via Santo Stefano, CASAMASSIMA ORARI SS
MESSA: Celebrazioni per la festa di Sant'Antonio
Abate (17 gennaio), le Quarantore (21 e 22 febbraio), i Sepolcri (Giovedì Santo) e Santo Stefano (26 dicembre). |
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Santuario
Santa Maria degli Angeli Nel 1250 circa, a seguito di triplice
visione rivelatrice ad un pio sacerdote cassanese, avviene la scoperta
dell'immagine della "Madonna degli Angeli", affrescata su
una parete della grotta naturale posta sulla Murgia di Cassano. L'Immagine
Sacra era stata nascosta nella grotta plurimillenaria a seguito delle
persecuzioni (717-741) di Leone III detto l'Iconoclasta. La scoperta aveva
sùbito fatto accorrere sul colle, non soltanto la popolazione cassanese ma
anche una grande massa di pellegrini da ogni dove provenienti. Fu eretta una Chiesetta e alcune cellette
che ospitarono i primi assistenti del sacro luogo: i Francescani Minori
dell'Osservanza. Nel 1598 furono sostituiti dagli "Alcantarini". La Grotta
della Madonna degli Angeli Trascorsi oltre due secoli dal
ritrovamento, fu costruito il nuovo Convento, autorizzato con Bolla
di SS. Papa Paolo II in data 29 maggio 1469, grazie alle donazioni dei
cassanesi Bartolomeo Cimbrone e Sac. Don Domenico De Consulibus e le
elargizioni del feudatario di Cassano, Giulio Antonio Orsini-Acquaviva, Duca
d'Atri. La festività della "Vergine degli Angeli" era stata
stabilita il 2 agosto di ogni anno, e si solennizzava sul
Convento, a cui si aggiunse una fiera di 8 giorni accordata da Carlo VIII, Re
di Francia, con regolare Diploma del 25 Aprile 1495. Col tempo la grotta fu
man mano abbandonata, fino a diventare cisterna d'acqua, dimenticandosi
dell'esistenza dell'affresco ivi riprodotto, tanto da far credere ad una
storia immaginaria e di favola. Il simulacro della "Madonna degli
Angeli", che all'epoca si venerava, era costituito da una piccola statua
di legno, oggi posta in cima all'Altare del Crocifisso. La nuova statua,
tuttora venerata, fu realizzata nel 1829, scendendo dal colle per la prima
processione in paese del 2 agosto 1830, dietro permesso di S.E. l'Arcivescovo
Mons. Michele Basilio Clary e dell'allora Sindaco Avv. Domenico Angelo Miani.
Successivamente, la processione in paese fu definitivamente autorizzata con
Bolla Arcivescovile del 16 Ottobre 1830. Il secondo rinvenimento
dell'Immagine Sacra, abbandonata nella grotta-cisterna, avvenne il 19 maggio
1855 dopo che la "Vergine degli Angeli" era apparsa in sogno,
distintamente a due donne e ad un altro sacerdote, tutti cassanesi. In
ricordo della seconda Apparizione, ogni Terza Domenica di Maggio si festeggia
la cosiddetta "Madonn' d' Basce".Nel 1866, a seguito
dell'espropriazione dei beni ecclesiastici da parte dello Stato, il complesso
Conventuale divenne bene demaniale e, con successive leggi, patrimonio del
Comune di Cassano Murge. Con tale soppressione, seguì naturalmente la
partenza dei padri Religiosi Francescani rimasti. Così, il Santuario ed il
Convento caddero in un profondo declino, anche se la devozione alla Madonna
degli Angeli non è mai venuta meno. Il 2 Agosto del 1924, i festeggiamenti in
onore della Santa Protettrice dei cassanesi si arricchirono del suggestivo
Rito della simbolica "Consegna delle Chiavi d'Argento della Città"
alla Vergine ss. da parte del Sindaco, previa benedizione impartita dal
Parroco della Chiesa Matrice. Il 21 Luglio 1935 i Padri
Agostiniani, tra l'immensa gioia dei cassanesi, entrarono a condurre il
Convento, ridando luce e vita all'antico Santuario. Nel corso della memorabile suggestiva
manifestazione, il Podestà Marchese Ernesto Carignani (nipote dello storico
Armando Perotti), si compiacque di donare ai nuovi custodi del Convento, la
preziosa Bolla originale di Papa Paolo II, datata 29 maggio 1469, di erezione
del Santuario, tutt'ora gelosamente conservata negli archivi della Comunità
Agostiniana. Viene, così, attuata subito la costruzione dell'Istituto che
fiancheggia il Convento, che diventa un Centro Studi Teologici e,
successivamente, un importante Centro di Spiritualità. |
P.le De
Consulibus, 1 CASSANO DELLE MURGE Telefono: +39 080763221 Esterno del santuario La
facciata settecentesca, cuspidata, è aperta al centro da una finestra
centinata. Il portale è sormontato da un arco a sesto acuto nella cui lunetta
è collocato un bassorilievo della Vergine degli Angeli. Addossata
alla fiancata sinistra si erge la costruzione del Cappellone del Crocifisso
nella cui parete è incastonato un bassorilievo in pietra raffigurante
l'Eterno benedicente, che regge con la sinistra il globo. Sulla
destra l'accesso al Convento, cui si giunge attraverso il
caratteristico Chiostro quattro-cinquecentesco. Sempre sulla
destra, affiancata al Convento, la grande mole del complesso costruito nel
1937 dai Religiosi Agostiniani, per opere sociali. Interno La
navata centrale: è' come un corridoio (m. 23,20 x 5,25) con volta a botte e
pareti nude. Sulla sinistra un quasi corridoio forma la navata laterale con
in fondo il Presepe e poi il vano del Cappellone del Crocifisso. A fianco del
Presbiterio le rampe di accesso alla Grotta cui si arriva attraverso un
Sacrario di pregevoli marmi, in ricordo dei Caduti in guerra di Cassano. Navata
laterale: corridoio (m. 10,00 x 3,10) con volta bassa ed archi. Sullo sfondo:
il Presepe; sul lato sinistro: altari di S. Rita e S. Agostino (di recente
fattura marmorea) e ingresso al Cappellone del Crocifisso. Cappellone
del Crocifisso: è un vano quadrato (m. 9, 1 5 x 8,70), formato da
4 arconi con cornicione su cui è impostata la volta a padiglione. La
Chiesa e il Convento di Cassano, per la ricchezza delle opere d'arte di cui
sono dotati, costituiscono veramente un piccolo scrigno. Si deve senz'altro
allo zelo e alla operosità dei Figli di Francesco l'abbondanza di opere che
man mano hanno arricchito il Santuario. Operosità che mentre ha arricchito il
"sacro luogo", ha lasciato nella povertà dell'anonimato quasi tutti
i rispettivi autori. Sono opere di pregevole fattura che da sole esprimono la
bravura degli autori, anche se sui loro nomi si ripetono le espressioni
"autore ignoto" o "è attribuito". Crocifisso
ligneo:
del XIV - XV sec. Sette
piccole sculture in legno: raffiguranti rispettivamente la Madonna col
Bambino, quattro busti di Santi Martiri e due Ostensori, tutte collocate
nelle nicchie della "macchina lignea" del Crocifisso ed
attribuite ad ignoto intagliatore del '500. Artistico
tabernacolo in legno: opera di Fra Giuseppe da Soleto, della
prima metà del XVII sec. Tela di
"Sant'Antonio da Padova": opera di Fra Francesco da
Martina Franca, dei primi decenni del '600. Tela
"dell'Immacolata: opera del detto Fra Francesco da Martina
Franca, in collaborazione con Fra Giacomo da San Vito dei
Normanni. Pala di
San Francesco: dipinto a tempera della seconda metà del XV sec. Dipinto
con 3 Santi: Zenone, Lorenzo e Nicola di Bari. Madonna
del Silenzio: opera del XVII sec., attribuita a Fra
Giacomo da San Vito dei Normanni. Polittico
di sei scomparti: su tavola con Madonna delle Grazie ed altri
cinque Santi (custodito presso la Pinacoteca Provinciale di Bari), fine '400
inizio '500, attribuito a Cristoforo da Lendinara o ad un pittore pugliese
denominato ZT; Presepe in
fondo alla navata laterale. Opera realizzata tra la fine del '400 e l'inizio
del '500, attribuita a Paolo da Cassano; Dipinto
della Vergine degli Angeli. ORARIO SS MESSA: Feriali: 18:00 Domenica e Festivi: 9:00 - 10:30 - 12:00 - 18:00 |
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Chiesa
Santa Maria Assunta |
Piazza
Aldo Moro, CASSANO DELLE MURGE Telefono: +39 080763469 E-Mail: smassunta.cassano@arcidiocesibaribitonto.it
ORARIO SS MESSA: Feriali: 18:00 Domenica e Festivi: 8:00 - 10:00 -
11:30 - 18:30 |
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Santa Maria delle Grazie
L’idea
di rivalutare la vecchia chiesa nacque nel 1979 al rev. Don Angelo Centrullo
(Cassano 1916-1990) allorchè due coniugi si recarono da Mons. Magrassi e
donarono una somma di denaro per adempiere un ex voto, da destinare alla
realizzazione di una istituzione ecclesiastica. L’arcivescovo e il vicario
Mons. F. Colucci approvarono la costruzione di un istituto da destinare ai
sacerdoti della diocesi, da erigersi sul suolo del beneficio di S. Maria
delle Grazie di Cassano, la casa di spiritualità sacerdotale Betania.
L’istituto per la sua stessa natura, richiedeva la presenza di una chiesa.
L’enorme espansione di Cassano, l’insediamento di un ospedale e gli stessi
orientamenti futuri del Piano Regolatore indussero a progettare una chiesa
capace di porsi come entità parrocchiale. |
Via
Madonna delle Grazie, CASSANO DELLE
MURGE Telefono: +39 080764841 Telefono Santuario: +39 080
763221 E-Mail: smgrazie.cassno@arcidiocesibaribitonto.it Primo
parroco venne nominato il sac. don Oronzo Valerio che già operava dal momento
dell’inaugurazione e rimasto in carica fino all’ottobre 2002 quando con
solenne cerimonia gli è succeduto il nuovo parroco attuale don Nicola
Boccuzzi, coadiuvato prima dal vice-parroco don Valentino Campanella fino al
2007 e poi da don Mimmo Frappampina. ORARIO SS MESSA: Feriali 18:00*: (Dal Lunedì al Venerdì)
- 18:30* (Sabato) Domenica e Festivi: 8:30* - 10:30 -
18:30* (* mezz'ora prima della Messa, il Santo Rosario) |
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Chiesa del
Crocifisso |
Via del Crocifisso, CASSANO DELLE MURGE |
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Chiesa di
San Giuseppe La Chiesa di San Giuseppe,
edificata verso la fine del 1600 dalla famiglia Rossani, si affaccia sul
borgo medievale di Cassano
delle Murge. La facciata è arricchita da un portale in
pietra affiancato da un bellissimo campanile. All’interno la Chiesa
di San Giuseppe presenta un’ampia ed alta navata completata con
degli archi a crociera, un altare maggiore centrale con una splendida tela
raffigurante San Giuseppe che porge il Bambino Gesù alla Madre Celeste e due
altari minori laterali, il destro dedicato al Martirio di San Pietro e il
sinistro che ospita una copia della tela della Madonna degli Angeli del 1250.
Recentemente la Chiesa di San Giuseppe è stata donata alla Chiesa Madre
"Santa Maria Assunta". |
Via Cassano Vecchia, 56 CASSANO DELLE MURGE |
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Chiesa di
San Nicola |
Piazza Aldo Moro, CASSANO DELLE MURGE |
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Chiesa di
San Rocco Edificata intorno alla prima metà del
seicento, la Chiesa di San Rocco è una dei luoghi di culto
più antichi presenti nel centro storico della città di Cassano
delle Murge. Sede della Confraternita di San
Rocco dal 1867, si presenta con una facciata cuspidata. Il suo
esterno è completato da un bel portale sormontato da una nicchia con annessa
cornice curvilinea, che racchiudeva , prima della trafugazione, una statua in
pietra di San Rocco. Presente nella parte superiore della facciata un
cornicione affiancato da una finestra forata a forma di cuore e un campanile
a vela. L'interno della Chiesa di San Rocco si
presenta a navata unica, con tre arcate sia sul lato sinistro che sul lato
destro, dove sono posti dei medaglioni raffiguranti la vita di San Rocco.
Considerevole l’altare di marmo, sulla cui parte superiore è deposta la statua
lignea di San Rocco coperto da un manto rosso. Meravigliose le decorazioni
presenti all’interno della chiesa, completate da un dipinto in cui sono
raffigurati voli di angeli. |
Via Chimienti, 76 CASSANO DELLE MURGE |
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Cattedrale
San Leone Magno Subiamo un effetto di mistero che rievoca
antichi scenari e non possiamo che essere rapiti ed impressionati da quanto
la storia abbia infuso in questi piccoli centri testimonianze importanti che
crediamo erroneamente appartenere solamente alle grandi capitali. Con questo occhio dobbiamo visitare la
Chiesa Matrice, dedicata al grande pontefice San Leone, è la più
antica della città. Venne dedicata al Pontefice romano che fermò
Attila, San Leone Magno. La chiesa è risalente all’età angioina, come
ci dice l'iscrizione incisa sull'architrave di una apertura ormai tamponata,
sulla facciata principale. I lavori dunque cominciarono nel 1383. Nella chiesa angioina fu inglobata una torre
normanna di difesa che in seguito divenne torre campanaria. In questa torre i curiosi possono trovare un
pregevole affresco, di stile tardo gotico, raffigurante l'Annunciazione. La facciata, un rettangolo senza uno stile
preciso ha la statua di San Leone e un rosone. E' però suggestivo il bugnato del grande
muro che il passare dei secoli ha reso di un colore neutro. Il San
Leone della facciata potrebbe essere opera di Sannazzaro Panza di
Alessandro. L'interno è un ambiente sufficientemente
vasto e funzionale, con una grandiosa volta a botte unghiata che sovrasta e
quasi comprime poderose e tozze colonne sormontate da archi a tutto sesto, di
chiaro stile neoclassico. |
Largo San Leone Magno, 37 CASTELLANA GROTTE Telefono: +39 0804965291 E-Mail: sanleonemagno@alice.it ORARI SS
MESSA: Dal Lunedì alla Domenica: Ore 7:30 - 9:30 -
10:30 - 17:00 - 18:00 |
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Santuario
Maria SS della Vetrana
Durante il periodo della chiusura del
convento la presenza francescana viene assicurata dalla rinascita del
francescanesimo con il Terz'Ordine Francescano (ora Ordine Francescano
Secolare) intorno al 1870. Questa realta' ecclesiale ha tenuto viva la
spiritualita' francescana unitamente alla devozione per la Madonna della
Vetrana, nonostante la crudele legge dello Stato laico avesse allontanato
fisicamente la presenza dei Frati in Castellana. Ora all'Ordine Francescano
Secolare si affianca la Gifra (Gioventu' Francescana) e il Gruppo Araldini,
come vivace presenza nella vita religiosa castellanese, gravitante intorno a
tutte le manifestazioni e liturgie del santuario, ma anche come supporto alle
opere parrocchiali della cittadina. |
Strada Comunale Convento, 40 CASTELLANA GROTTE Telefono: +39 0804965071 E-Mail: info@vetranaterrasanta.it
Il 21 marzo 1931 chiesa e convento vengono
ceduti ai frati in enfiteusi perpetua. Subito sede di Chiericato prima e
Collegio Serafico dopo.Continui e radicali restauri hanno reso piu' abitabile
tutto il fabbricato (tutte le coperture, pavimenti, impianti elettrici), e
più funzionale la chiesa. I restauri hanno reso possibile l'ospitalita' per
gruppi di studio, Convegni, settimane di esercizi, ritiri spirituali. |
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Chiesa di
San Francesco d’Assisi |
Via Guglielmo Marconi, 7 CASTELLANA GROTTE Telefono: +39 0804965393 E-Mail: s.francesco.parr@libero.it |
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Chiesa
Santa Maria del Caroseno |
Via Conversano, 1 CASTELLANA GROTTE Telefono: +39 0804966051 E-Mail: caroseno@libero.it ORARIO SS
MESSA: Dal Lunedì al Venerdi: 7:30 – 18:00 Domenica: 8:00 – 10:00 – 11:15 – 18:00 |
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Chiesa del
Purgatorio
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Via Trento, 3 CASTELLANA GROTTE Telefono: +39 0804965291 E-Mail: sanleonemagno@alice.it La facciata della chiesa, in pietra locale
lavorata a bugnato, è scandita da doppie lesene decorative poste ai lati del
portale ed è tagliata da una cornice marcapiano nella quale è collocata, in
posizione centrale, una finestra cieca. Al di sopra della trabeazione le
volute raccordano la facciata a un timpano spezzato. |
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Chiesa di
San Nicola di Genna
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Contrada Genna (3 km dal centro abitato), CASTELLANA GROTTE Chiesa generalmente chiusa. Possibilità di
visita l'ultima domenica di Agosto in occasione della processione e
della festa campestre di S. Nicola di Genna |
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Chiesa di
Sant’Onofrio |
Via S. Onofrio, 20 CASTELLANA GROTTE |
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Chiesa di
San Leonardo |
Via San Leonardo, 36 CASTELLANA GROTTE |
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Chiesa del Salvatore |
Via della Resistenza, 77 CASTELLANA GROTTE Telefono: +39 0801967691 E-Mail: chiesailsalvatore@libero.it ORARIO SS
MESSA:
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L'attuale chiesa è costruita sul suolo di
un'altra antica chiesa dedicata anch'essa all'Annunziata. L'Ughelli dice che la chiesa fu edificata
dalle fondamenta dall'arcivescovo Rainaldo (1171 - 1188). In epoche
successive, probabilmente intorno al XV secolo, la chiesa composta di unica
navata con asse di orientamento Nord - Sud, dava il suo ingresso verso la via
di Capurso (attuale Corso Roma) in corrispondenza dell'arco di accesso alla
Porta della Città, nelle nuove mura. Dobbiamo attendere gli anni tra il '600 e il
'700 per vedere rinnovata ed ingrandita la Chiesa Matrice, con la rotazione
dell'asse di orientamento da Nord-Sud a Est-Ovest. La nuova chiesa fu
costruita nel 1854 sotto l'arcivescovo di Bari Michele Basilio Clary e
l'arciprete Raffaele Morena, come si rileva dall'epigrafe posta sotto
l'architrave della porta maggiore. La pianta è ad una navata con tre cappelle
per lato. La parrocchia possiede un pregevole dipinto su tavola raffigurante
lo "Sposalizio di S. Caterina". Il dipinto è attribuito alla scuola
fiorentina del secolo XII. Sulla parete di fondo del presbiterio, tra quattro
colonne, vi è il dipinto dell'Annunziata, di epoca recente. Attribuita al
pittore Michele Montrone, la tela è stata restaurata nel Marzo 1997 dal
Maestro Giovanni Borraccesi. Nella cappella dedicata al SS. Sacramento vi
è un altare in pietra, opera pregiata del '700; esso è dotato di paliotto con
scudo al centro, contornato da volute e fogliame in rilievo. In una piccola
nicchia è, inoltre, conservata la custodia in cui è racchiusa la reliquia di
S. Amatore, protettore del paese, sacerdote spagnolo martirizzato nella
persecuzione musulmana.Sullo stesso piano della facciata della parrocchia si
eleva la Torre Campanaria costituita da grossi conci di pietra e divisa in
due ordini. La bifora del lato nord è stata ridotta a
monofora, con asportazione della colonnina, per collocare le due nuove
campane, acquistate nel 1934 dall'arciprete Francesco Ingellis. Su base
squadrata, con plinti nei quattro angoli, è posata la piramide mozzata,
aperta da oculi e con terminale a cipolla. Esistono in Cellamare due confraternite
laicali: una per gli uomini, sotto il titolo del SS. Sacramento, e l'altra
per le donne, sotto la protezione di Maria SS. Addolorata. |
Piazza Don Bosco, CELLAMARE Telefono: +39 0804656037 E-Mail: annunziata.cellamare@arcidiocesibaribitonto.it ORARI SS
MESSA: Inverno Feriale: ore 18:30 Festivo: ore 08:00 – 10:00 – 11:30 – 18:30 Estate Feriale: ore 19:00 Festivo: ore 08:00 – 10:00 – 19:00 |
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Cattedrale di
Conversano La basilica cattedrale di Santa Maria Assunta è
il principale luogo di culto cattolico di Conversano,
nella città metropolitana di Bari, cattedrale della diocesi di Conversano-Monopoli. In stile romanico, l'edificio venne iniziato
tra l'XI e
il XII
secolo, fu rinnovato nel 1358-1379 mantenendo
le forme originali e poi restaurato pesantemente prima nel XVIII
secolo e poi nel 1911, a seguito di un incendio. Nel giugno del 1997 papa Giovanni Paolo II l'ha elevata
alla dignità di basilica
minore. Le origini dell'edificio attuale sono
databili presumibilmente alla fine dell'XI secolo,
quando si avviò la riedificazione della cattedrale sullo stesso luogo dove
sorgeva una chiesa precedente, probabile riadattamento di un edificio di
culto precristiano. Nel corso dei secoli, la cattedrale fu
oggetto di ripetuti interventi di restauro. Nel 1359 il vescovo
Antonio d'Itri promosse il completamento dell'arredo scultoreo, in
particolare intervenendo sulla facciata. Nel periodo barocco, gli
interni della chiesa furono radicalmente trasformati secondo il gusto
dell'epoca: le pareti interne furono coperte di stucchi, il soffitto fu
ribassato e dipinto con immagini sacre e motivi ad arabeschi, ulteriori
altari alterarono la scansione degli spazi nelle navate laterali. |
Via Porta Antica, Conversano Telefono: (+39) 080 4951123 (+39) 080 4951123 E-Mail:basilicaconversano@libero.it Dedicata a santa Maria Assunta, sorge sull'acropoli
cittadina, ben all'interno delle antiche mura megalitiche, e presenta i suoi
quattro lati completamente isolati dalle costruzioni circostanti. Lo stile architettonico attuale segue i
canoni del romanico pugliese, con una pianta a croce
patibulata, ossia a T, e le absidi rivolte a oriente. La facciata a capanna, con un accenno a salienti e archetti
pensili nella cornice, è tripartita da lesene e
caratterizzata nella parte superiore da un rosone quattrocentesco a
dodici raggi e doppia cornice, e ai lati di questo, da due oculi più
piccoli. Lungo la facciata si aprono tre portali:
quello centrale presenta una ricca decorazione scultorea con due leoni
stilofori che reggono idealmente un protiro a timpano. All'interno, le tre navate, munite
di matronei,
corrispondono alle tre absidi semicircolari del presbiterio. Un affresco quattrocentesco
di scuola pisana ricopre
l'intera abside sinistra. Ai lati delle navate si aprono degli archi ciechi
dove hanno sede, tra gli altri decori, i due più importanti arredi scampati
alle distruzioni dell'incendio del 1911: un crocifisso
ligneo del XV secolo e l'icona della Maria Santissima della Fonte,
protettrice della città. Tra le tante stranezze presenti
nell'urbanistica di Conversano e nella locazione dei suoi edifici, spicca la
posizione dell'ingresso della cattedrale; esso infatti, contrariamente alla
tradizione, non è posto sulla piazza principale ma in un largo a parte, di
fronte a Corte Altavilla, antica sede dei conti di Conversano. Tale disposizione fu dettata
dal fatto che la cattedrale dovesse essere rivolta a ovest, ma il castello
attorno al quale è locata la piazza principale non aveva lo stesso
orientamento. Sul lato della cattedrale che dà sulla piazza è presente un
solco che serviva da unità di misura per il mercato locale. Altra
particolarità è il campanile: quello originale fu bloccato a metà
costruzione con un atto notarile da parte delle badesse del
monastero di San Benedetto, quello che ora è considerato
il campanile vero e proprio è di costruzione successiva; l'orologio ivi
presente non era lì in origine e fu aggiunto successivamente, una volta
ottenuto il consenso e le autorizzazioni necessarie. |
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Monastero
di San Benedetto Il monastero di San Benedetto,
dedicato al santo di Norcia, è un complesso
conventuale situato a Conversano, la cui costruzione iniziò a partire
dal VI secolo.
Secondo una tradizione non attestata da fonti, il primo insediamento di monaci benedettini a Conversano risalirebbe
al VI
secolo. Di sicuro esso nel X secolo godeva
di un certo benessere, rafforzato nel 1098 dal
primo conte di Conversano Goffredo che concesse al monastero i
diritti fiscali sul vicino centro di Castellana. Nel 1110, papa
Pasquale I dispose che il convento sarebbe stato direttamente
soggetto alla Santa Sede e concesse ai monaci il diritto di
eleggere autonomamente il proprio abate. Veniva così
sciolto il vincolo tra il monastero e il vescovo locale. Una bolla di papa Alessandro IV del 1256 conferì
all'abate conversanese anche la giurisdizione ordinaria sul
clero di Castellana. Solo pochi anni dopo i benedettini
abbandonarono Conversano, forse per essersi opposti al re
di Sicilia Manfredi.
Nel 1266 papa
Clemente IV affidò il monastero ad un gruppo di monache cistercensi
esuli dalla Grecia guidate
da Dameta Paleologa, probabilmente imparentata con la famiglia imperiale
di Costantinopoli. Nonostante fosse ora occupato da un
ordine religioso femminile, San Benedetto non perse le antiche prerogative e
anzi papa Gregorio X permise alla badessa di
poter indossare la mitra e impugnare il pastorale, che erano insegne vescovili, e le
confermò la piena giurisdizione sul clero di Castellana. La straordinaria situazione,
pressoché unica nella cristianità occidentale, fece coniare per il monastero
di San Benedetto la dizione di Monstrum Apuliae ("stupore di
Puglia"). La madre superiora aveva pure l'eccezionale privilegio (per
una donna) del baciamano, seduta sul trono badessale, da parte del clero
maschile. Il convento godette, inoltre, di notevole prosperità economica. Contemporaneamente alla crescita del
prestigio e del potere delle badesse - molte delle quali nei secoli
successivi sarebbero appartenute alla famiglia comitale Acquaviva d'Aragona - crebbero però
anche le occasioni di attrito con il vescovo della cittadina e il clero castellanese. Già nel 1274 si
registrarono le prime controversie giurisdizionali. Particolarmente vivaci
furono quelle tra il 1659 e il 1665. Gli attriti
perdurarono sino ai primi anni dell'Ottocento, quando i decreti murattiani di
abolizione dei diritti feudali e di scioglimento degli ordini religiosi
posero fine alla storia del monastero. |
Via S. Benedetto, Conversano Il complesso monastico occupa una vasta
porzione del centro storico all'interno delle mura megalitiche, delle quali
ingloba ampi tratti, in parte visibili. La chiesa conserva una parte della
cinta muraria dell'XI secolo. Il monumentale ingresso laterale, del 1658, presenta una
coppia di leoni su cui si innestano due colonne corinzie e un protiro
riccamente decorato. In corrispondenza dell'ingresso laterale si erge un
campanile barocco la cui sommità è ricoperta di maioliche bicrome. Le stesse
maioliche rivestono la cupola che si apre sulla navata centrale. L'interno a
tre navate è rappresentato da un'aula di forma rettangolare impreziosita da
decorazioni barocche: l'abside fu eliminata nel XVI secolo per
favorire la costruzione di un grande altare centrale. Tra gli altari
laterali, quelli di San Benedetto e San Biagio conservano
due tele di Paolo Finoglio. Altre opere sono attribuite
a Carlo Rosa e Nicola
Gliri. Sotto la chiesa si apre una cripta dell'XI secolo,
dedicata a san Mauro, con due navate e archi a sesto tondo. Il
campanile Il campanile di San Benedetto è molto più
alto di quello della cattedrale, proprio per volontà delle badesse. Volevano
dimostrare alla comunità la loro superiorità e il loro potere. In Conversano da
tempo si combatteva una vera e propria battaglia tra il vescovo e le badesse.
Come di consueto all'epoca il campanile della cattedrale doveva svettare
sopra la città, sia come monito della superiorità della chiesa, sia come
simbolo del potere ecclesiastico e vescovile. Le badesse fermarono la
costruzione del campanile del duomo mediante un atto notarile. Fatto ciò
poterono proseguire la costruzione della loro torre campanaria senza
impedimenti per affermare a Conversano la
netta superiorità nei confronti del vescovo. |
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Chiesa del
Carmine Gioiello barocco risalente al XVII |
Via Michelangelo Buonarroti, 1 Conversano |
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Chiesa di
Santa Caterina d'Alessandria In assenza di documenti che ne attestino la
data di edificazione, la datazione del monumento è problematica e potrebbe
essere fatta risalire ad un periodo compreso tra l'XI e il primo XIV secolo.
L'adozione di una pianta così poco diffusa nell'ambito dell'architettura
religiosa occidentale svelerebbe degli influssi bizantini. Essa è stata
infatti messa in relazione con altri edifici religiosi realizzati nell'area
tra Venosa e Canosa. Per tale ragione la chiesa di Santa Caterina
d'Alessandria è stata riconosciuta monumento nazionale. Recentissime ricerche e studi dimostrano
invece che è stato accertato che Santa Caterina d'Alessandria, era molto
venerata dai Cavalieri Templari, tanto che fra i toponimi più ricorrenti,
scelti dai Cavalieri del Tempio per le intitolazioni delle costruzioni ex
novo da essi realizzate, vi è spesso Santa Caterina d'Alessandria. La Chiesa
rappresenta la postazione in cui i templari ricevevano la benedizione prima
di imbarcarsi per mare verso la Terra Santa. Questo lo si è potuto decifrare
anche grazie alla simbologia (quadrato, l'ottagono, il cerchio) emersa grazie
ai recenti restauri (2011) prima di imbarcarsi per mare verso la Terra Santa.
Questa importante testimonianza oggi viene dimostrata dalle visite
soprattutto di turisti del Nord Europa, dove numerosi sono i studiosi dei
cavalieri templari e che vengono a visitarla. |
Via Santa Rita Conversano La costruzione risale forse al XII secolo La
principale caratteristica della chiesa è la sua pianta quadrilobata con una
cupola centrale internamente emisferica racchiusa in un tiburio ottagonale,
sul quale insiste un lanternino. Gli interni, in passato affrescati, si
presentano ora spogli da ogni decorazione e permettono di cogliere meglio
l'armoniosità dei volumi. |
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Chiesa dei
Santi Cosma e Damiano Negli anni trenta del Seicento il
conte Giangirolamo II Acquaviva
d'Aragona (Il Guercio di Puglia) e la consorte Isabella Filomarino commissionarono
il rinnovamento dell'antica chiesa romanica di San Matteo, intitolando il nuovo complesso ai Santi
Medici Cosma e Damiano, a cui i conti erano particolarmente devoti, avendone
ricevuto una grazia. L'edificio preesistente fu sottoposto ad un
totale rifacimento secondo lo stile barocco, e l'incarico dell'integrale
riprogettazione dell'apparato decorativo interno, fu affidato al pittore
napoletano Paolo Finoglio.
Egli, morto prematuramente nel 1645, non vide mai compiuta l'opera,
proseguita dai suoi allievi; la chiesa fu poi consacrata nel 1660 dal vescovo
Giuseppe Palermo. |
Notevole è il contrasto tra la semplicità
delle facciate esterne e il fastoso spettacolo all'interno della chiesa,
autentico trionfo del barocco napoletano; a partire dalla volta, infatti, un
susseguirsi di stucchi e dorature fanno da cornice agli splendidi affreschi
della volta e ai grandi dipinti degli altari, realizzati in gran parte dallo
stesso Finoglio. Nei quattro angoli della volta campeggia lo stemma degli
Acquaviva con al centro lo scudo Filomarino. La perfezione delle cornici e
l'abile gioco di luce ideato per la volta, hanno fatto supporre l'intervento
dell'architetto Cosimo Fanzago, creatore di opere simili a Napoli, tra tutte
la chiesa di S. Chiara. Gli affreschi della volta raffigurano in
dieci scomparti alcune scene del martirio e alcuni miracoli dei Santi Medici
e nell'undicesimo i santi taumaturghi che ascendono al cielo in compagnia di
S. Francesco, S. Antonio e S. Chiara. Sarebbero stati eseguiti dal Finoglio e
dopo il 1645, anno della sua morte, completati dai suoi allievi (tra questi, il
pittore di Giovinazzo Carlo Rosa). I lavori si sarebbero poi conclusi nel
1650, come attesta un'iscrizione nel riquadro della volta posto in direzione
del portale d'ingresso. Secondo il giudizio degli studiosi, i tre affreschi
centrali, in asse tra loro, raffiguranti i Santi Medici dinanzi alla SS.
Trinità, i Santi gettati dalla rupe e i Santi salvati
dall'angelo, sarebbero, invece, opere complete del Finoglio. Interessante
anche il riquadro che rappresenta La carità di S. Elisabetta d'Ungheria,
la regina terziaria patrona delle Terziarie che abitarono il monastero per
quasi due secoli. |
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Santa
Maria dell’Isola Poco fuori dall’abitato, a circa 1
chilometro da Conversano, inoltrandosi nella campagna seguendo la strada
per Rutigliano, si ritrova l’elegante Convento di Santa Maria
dell’Isola, di origine medievale. |
Conversano, Via Bari 1 Conversano Telefono: +39 080 4954924 |
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Chiesa e
convento dei Paolotti L'antica chiesetta di S. Michele Arcangelo,
fondata dalla famiglia Tarsia, fu donata nel 1619 ai frati Minimi
Francescani, detti Paolotti perché seguaci di S. Francesco da Paola. Essa
divenne la prima sede dei Paolotti, che intorno alla metà del secolo
diciassettesimo costruirono una nuova chiesa ed un grande convento
rispondente alle proprie esigenze |
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Chiesa San
Rocco In età medioevale numerose erano le
chiesette di fondazione privata, esistenti subito al di fuori delle mura
cittadine e collocate in prossimità di strade che dalla città partivano in
direzioni diverse. Nel 1370 esistevano già alcuni "ricoveri" detti
di S. Rocco, destinati ad accogliere persone colpite da morbi contagiosi
(appestati). Non sappiamo se contemporaneamente fosse stata edificata anche
la chiesetta di S. Rocco. |
Largo San Rocco, 6 Conversano Restauri e interventi di varia natura si
sono susseguiti nei secoli, interessando sia l'edificio che l'arredo interno.
Semplice è la struttura architettonica, ad aula unica rettangolare coperta de
volta a botte che mostra all'esterno un tetto a doppio spiovente e campanile
a vela. |
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Chiesa di
Santa Maria Maggiore La Chiesa Matrice di Corato,
risalente al 1139, conserva poche tracce dell’originaria struttura a
causa di interventi di restauro seguiti al sisma del 1627, ed una serie di
rimaneggiamenti realizzati nel 1863. La facciata conserva ancora elementi
riconducibili al periodo medioevale, come il portale a sesto acuto,
che presenta un ricco cornicione decorato nella cui lunetta vi è un
altorilievo raffigurante il Cristo benedicente, la Vergine e un Santo.
Il campanile, costruito su modello della Cattedrale di
Trani, si eleva su tre livelli, aperti da una bifora nel secondo
livello e una trifora nel terzo. Anche l’arredo interno ha subito notevoli
modifiche verso la fine dell’Ottocento, tali da cancellare quasi
completamente le tracce dell’aspetto medioevale della chiesa. E’ comunque
possibile risalire all’aspetto che gli interni potevano avere nel XVI secolo,
grazie a una copia dell’Inventarium majoris Ecclesiae Corati del 1559:
secondo il documento, vi erano ben 14 cappelle, disposte lateralmente e
decorate con affreschi. Solo nel 1957, venne scoperto uno di questi
affreschi, che raffigura la Madonna di Costantinopoli con Bambino; ai
lati, sono presenti due figure di Santi e nella lunetta superiore, vi è la
scena della crocifissione con la colomba dello Spirito Santo. Di fianco
alla croce, appaiono S. Pietro e S. Paolo. L’affresco è
firmato semplicemente con le iniziali dell’artista, ZT, le cui opere sono
presenti anche nelle chiese di Ruvo e
nella Chiesa Matrice di Modugno. |
Via Gentile, 1 CORATO Telefono: +39 0808721701 |
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Santa Maria Greca La chiesa sorse nel 1664 per volere del
sacerdote a cui apparve la Madonna, don Francesco Loiodice. Nel 1891,
subì importanti lavori di rifacimento, assumendo la sua attuale struttura che
si presenta con una facciata molto semplice, scandita da paraste
con capitelli ionici che sostengono un timpano spezzato. Il portale
segue le linee della facciata, definito anch’esso da paraste e coronato da
fregio e timpano. L’interno è sviluppato su pianta a croce
greca suddivisa in tre navate. Di notevole valore artistico la cantoria
lignea disposta nella controfacciata; nei pannelli, meravigliosamente incisi
e dipinti, sono raffigurati S. Carlo Borromeo, S. Cristoforo,
laMadonna Greca, S. Cataldo e don Francesco Loiodice. L’altare
maggiore, in marmo bianco venato, è sormontato da un crocifisso ligneo del
XVIII secolo. Scendendo nella cripta della chiesa, è possibile ammirare
l’icona miracolosa della Madonna Greca. |
Corso Garibaldi, 55 CORATO Telefono: +39 0808721389 |
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Chiesa Maria
Santissima del Monte Carmelo Su via Carmine prospetta la facciata della
chiesa di Santa Maria del Carmine, che attualmente ospita l'omonima
confraternita. Nel paramento murario, a bugnato rustico, si apre un semplice portale
architravato, mentre la parte alta della facciata, terminata in tempi più
recenti, ha un coronamento a timpano. L'edificio, realizzato nella seconda
metà del XVIII secolo, ha subito rifacimenti negli anni Trenta del Novecento,
come conferma la data del 1936 rilevabile sul portale secondario che si
affaccia su via Filangieri. L'interno, di non grandi dimensioni, ha
conservato l'aspetto originario, anche se la coloritura degli intonaci è di
fine '900. La chiesa, a navata unica, coperta a botte unghiata, è movimentata
dalla presenza di tre cappelle per lato, sotto arconi poco profondi. Termina
con un'ampia abside all'interno della quale si aprono due simmetrici portali.
Grazie alla presenza di paraste e di un marcato cornicione soprastante che
segnano tutto l'invaso della navata e dell'abside, la struttura presenta una
notevole unità visiva dello spazio architettonico. La decorazione a stucco è
semplice ma raffinata, comprende i capitelli d'acanto delle paraste.
Nell'ancona del presbiterio è conservata una bella statua settecentesca
raffigurante la Madonna del Carmine. La Chiesa al suo interno ospita un pregevole
organo realizzato nel 1760 dall'organaro barese Pietro De Simone. Esso è
collocato sulla cantoria posta sulla controfacciata e sovrastante l'ingresso
dell'edificio. L'organo è completamente racchiuso in una cassa lignea di
risonanza finemente decorata. Pregevoli decorazioni, realizzate in legno
intagliato e dorato, arricchiscono la zona superiore delle campate, seguendo
l'andamento decrescente verso i lati dei vari gruppi di canne. Non è noto con
certezza chi abbia commissionato l'opera ma si può supporre che venne
richiesta dalla confraternita della "Madonna del Monte Carmelo",
che aveva sede nell'omonima chiesa. |
Via Carmine, CORATO |
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La Chiesa dei Cappuccini è cara al popolo di
Corato, per il culto a Santa Rita da Cascia e per quello alla Beata Vergine
Maria, venerata sotto il titolo di Madonna del Pozzo e per la devozione a San
Pio da Pietrelcina. La chiesa custodisce una tela del pittore
fiammingo Gaspar Hovic, della fine del XVI secolo, e una pala di altare,
raffigurante la deposizione di Cristo dalla croce. Stupenda, la volta affrescata di quella che,
un tempo, era la sacrestia della Chiesa e che, da alcuni decenni, è stata
destinata a studio rettoriale. Vi sono raffigurati, con affreschi del 1700,
la Vergine Maria, con il capo coronato di dodici stelle, e i quattro
evangelisti. La statua, raffigurante la Madonna del
Pozzo, che in origine rappresentava soltanto la Vergine con il Bambino tra le
braccia, risale con molta probabilità al 1919. Si tratta di una pregiata
statua in cartapesta, di sicura fattura leccese, attribuibile, in
considerazione dello stile, dei tratti del volto di Maria e del Bambino,
nonché del raffinato panneggio, al maestro Raffaele Caretta. Nel 2009 alla
statua sono state poste due corone quattrocentesche (una sul capo del Bambino
Gesù e l’altra su quello della Vergine), in argento e oro. |
Piazza Venezuela, 11 CORATO Telefono: +39 08052881111 |
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Chiesa Santa
Maria Maggiore |
Via Principe Amedeo, GIOIA DEL COLLE Telefono: +39 0803430057 ORARI SS
MESSA: Inverno Feriale: Dal Lunedì al Sabato ore 07:15 –
18:00 Festivo: Dal Lunedì al Sabato ore 10:30 –
18:00 Estate Feriale: Dal Lunedì al Sabato ore *07:00 –
08:00 – 09:00 * la
celebrazione avviene presso le rettorie ore 7,00: S.
Angelo. ore 7,30 S. Rocco ore 8,00: S.
Domenico- ore 9,00: S.
Andrea. - Il primo giovedi
di ogni mese alle ore 19,30: Adorazione Eucaristica comunitaria. - Ogni Giovedi
alle ore 16,30: Adorazione Eucaristica a cura dell'Ass. Eucar.
Riparatrice - Ogni giorno
dalle ore 17,00 alle ore 19,00: Confessioni. |
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Nel giugno del 1954, la ditta Paolo Brescia
inizia i lavori di sopraelevazione del campanile e della chiesetta che sarà
ultimata a fine ottobre dell’anno successivo.Il campanile dello stesso stile
romanico pugliese della chiesa, alto 41 metri , costruito in pietra e tufo
carpano di Gioia, all’ultimo piano della cella campanaria, ospita tre campane
in fusione di bronzo, costruite dalla fonderia Carmine Capezzuto di
Napoli.Don giovanni ha fatto costruire un asilo materno che si trova nel
giardino affianco la chiesa che fu acquistato dal prete nel 52. Dopo il
pensionamento e la morte del compianto Don Giovanni la chiea è in mane del
gioiese Don Carlo Lattarulo. |
Via Giuseppe Mazzini, GIOIA DEL COLLE Telefono: +39 0803430068 ORARI SS
MESSA: Feriale: Dal Lunedì al Sabato ore 08:00 –
18:00 Festivo: Dal Lunedì al Sabato ore 08:00 –
09:30 – 11:00 – 18:00 * Solo in presenza di altri preti che
prestano servizio Sant’Antonio Feriali: Dal Lunedì al Sabato / Festivi: *08:00 *Alle ore 9.00 di ogni lunedi: Recita del
Santo Rosario per tutti gli ammalati |
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Sacro Cuore
Attualmente è parroco Don Mario Natalini,
membro della sopracitata “FAMIGLIA DEI DISCEPOLI”. Nell'anno in cui era Parroco Don Vito Zotti
fu realizzato il Cinema Parrocchiale, mentre durante il mandato del Parroco
Don Giovanni Paccione, la Chiesa fu restaurata e adeguata alle nuove esigenze
liturgiche. |
Via Giuseppe di Vittore, 86 GIOIA DEL COLLE Telefono: +39 0803481237 ORARI SS
MESSA: Feriale: Dal Lunedì al Sabato ore 18:30 Festivo: Dal Lunedì al Sabato ore *09:30 –
11:00 – 19:00 * la celebrazione avviene nella Cappella
dell'Istituto "P.Semeria" |
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San Vito Martire
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Via Folgore, 43 GIOIA DEL COLLE Telefono: +39 0803430642 ORARI SS
MESSA: Feriale: Dal Lunedì al Venerdì ore 18:00 Sabato: 18:00 Festivo: Dal Lunedì al Venerdì ore 08:00 –
10:00 – 18:00 |
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Santa
Lucia La chiesa di Santa Lucia è
situata nella centrale via Roma, a poca distanza da piazza Plebiscito e dalla
stazione ferroviaria. Nel 1885 fu distrutta dal terremoto e
l'immagine della Santa fu portata nella cappella della famiglia Buttiglione,
allora chiamata dell'Addolorata, all'inizio di via Bartolomeo Paoli. L'attuale chiesa in stile neogotico fu
iniziata nel 1903, su progetto dell'architetto Cristoforo Pinto, che ne
diresse anche i lavori e terminata nel 1919. |
Via Roma, GIOIA DEL COLLE Telefono: +39 0803433718 ORARI SS
MESSA: Inverno Feriale: Dal Lunedì al Sabato ore 08:30 –
18:30 Festivo: Dal Lunedì al Sabato ore 07:30 –
09:00 11:00 – 18:30 Estate Feriale: Dal Lunedì al Sabato ore 08:30 –
19:00 * La Messa delle ore 10.00 viene
sospesa nei mesi di luglio e agosto San Francesco Domenica e Festivi: 08:30 |
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Chiesa
Evangelica Battista |
Via U. Bassi, 27 GIOIA DEL COLLE E-Mail: gioa.del.colle@chiesabattista.it
ATTIVITA’: Scuola domenicale: domenica ore 9,30 Evangelizzazione: domenica ore 9,30 Culto: domenica ore 10,30 Nei mesi di Luglio e Agosto il culto è
di Sabato alle ore 18,30 |
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Concattedrale
di Santa Maria Assunta
la cappella del ss. Sacramento, ricca di
marmi policromi pregiati, edificata nel 1768. Esecutore della fona
dell’altare e delle belle sculture fu Crescenzo Tronchese. Nella seconda metà del ‘600 il vescovo
Agnello Alfieri rifece l’abside ricoprendola di tele del giovinazzese Carlo
Rosa, raffiguranti Maria assunta ed altri santi venerati dal devoto popolo.
Mons. Paolo de’ Mercurio completò l’opera di trasformazione in stile barocco
dell’intera cattedrale, nella parte interna del tempio. Con grande emozione e
sorpresa, rimuovendosi il pavimento ottocentesco nel coro, durante i lavori
di restauro del 1990, sono venuti alla luce preziosi frammenti di mosaico,
con raffigurazioni umane e bei motivi ornamentali di fattura locale, forse
della seconda metà del XII secolo. Il vescovo Pasquale Corrado, sul finire
del secolo scorso, sotto la direzione dell’architetto Ettore Bernich,
promosse lavori di restauro, che comportarono il rifacimento delle bifore e
del rosone del fianco meridionale, detti lavori furono portati a termine
dall’ing. Giuseppe Lanari di Molfetta. Sugli altari si possono ammirare buoni
dipinti settecenteschi dei giovinazzesi Giuseppe e Saverio de Musso. |
Piazza Duomo, 2 GIOVINAZZO Telefono: +39 0803942623 +39 3450173741 Altare maggiore L’accesso è situato all’esterno del tempio,
in p.za Duomo, accanto alla rampa destra di accesso al tempio; l’altro,
interno a tempio e poco praticabile, è situato all’estremità della navata di
sinistra. Gli antichi la denominarono ‘il Purgatorio’. ORARIO SS
MESSA: Orario apertura Parrocchia e Centro di
Ascolto Lunedì, Mercoledì e Sabato dalle 10:00 alle
12:00 Orari Funzioni Orario Estivo (Luglio -
Agosto*) ora legale Dal Lunedì al Sabato ore 18:30 ROSARIO – ore
19:00 MESSA Domenica ore 10:00 – 19:00 – 21:00 MESSA * per il periodo di nomena fate riferimento
alla voce "i nostri apputamenti" Maggio Dal Lunedì al Sabato ore 18:30 ROSARIO – ore
19:00 MESSA Domenica: ore 10:00 – 11:30 – 18:00 MESSA Orario Invernale (Settembre -
Giugno) Ora Solare: Dal Lunedì al Sabato ore 17:30 ROSARIO – ore
18:00 MESSA Domenica: ore 10:00 – 11:30 – 18:00 MESSA |
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Chiesa del
Carmine La Chiesa Santa Maria del Carmine è
uno dei tanti gioielli della città di Giovinazzo, situata
nel centro storico a ridosso del mare. All’interno della chiesa sono custodite
numerose opere d’arte, come la pala del de Musso posta sull’altare maggiore,
sulla quale è sovrapposta una piccola tela della Vergine con Bambino del ‘500. I lati dell’unica navata sono impreziositi
da un dipinto sempre opera del de Musso, raffigurante S. Biagio,
e un’opera di Alonso de Corduba che raffigura il martirio di San Lorenzo.
L’organo dei primi del Settecento è purtroppo andato perduto, ma ne rimane in
controfacciata la splendida orchestra lignea con decori
dorati a motivi floreali. |
GIOVINAZZO |
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La Chiesa di San Francesco e il relativo
convento sorgevano anticamente in riva al mare in località “Tre colonne”. Gli storici locali ricordano la chiesa
poiché in questa si rifugiarono i nobili giovinazzesi per scampare alla
rivolta popolare del 13 novembre 1395. Nello stesso luogo fu poi stipulato
l’accordo tra le due parti. Distrutta nel 1529, risorse nel 1537, per il
fervore religioso di fra’ Bonaventura, in via Piano in seguito a una permuta
di suoli avvenuta tra i francescani e la famiglia Venturieri. Il 7 agosto 1809
la chiesa, che il popolo chiamava Sant’Antonio, unitamente al convento veniva
soppressa da Gioacchino Murat e l’intero complesso passò in proprietà alla
famiglia Sagarriga. Oggi della chiesa, una volta dotata di altare maggiore e
di sette cappelle appartenenti a nobili famiglie, restano una sola campata e
due epigrafi sepolcrali, mentre il convento è solo un rudere in completo
abbandono. |
GIOVINAZZO |
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Chiesa di
San Lorenzo Questa piccola e graziosa chiesa sorge ad
angolo tra la omonima strada e via Gelso, un tempo detta “strada majore de la
città”. |
Via Gelso, GIOVINAZZO |
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Chiesa dello
Spirito Santo Chiesa edificata nel 1394 dal prelato Pavone
Griffi, che era stato legato di Bonifacio IX (Papa Tomacelli) in Ungheria e
poi Vescovo di Tropea. Rientrato a Giovinazzo gli fu concesso dal Pontefice
di costruirsi una chiesa “prelatura
nullius”. Interessante il sistema di copertura della
chiesa, le tre calotte interne sono esternamente contenute dai tamburi
coperti a loro volta da strutture piramidali realizzate a chiancarelle.
Particolarmente preziosa all’interno l’icona della Madonna del Buon Soccorso. |
Via Pavone Griffi, GIOVINAZZO |
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Chiesa di
Santa Maria di Costantinopoli In un primo momento intitolata a San
Rocco, a seguito del restauro avvenuto nel 1598 assunse l’attuale
intitolazione. La facciata principale è caratterizzata da un bel portale che
presenta nella lunetta una scultura in pietra, della prima metà del XVII
secolo, raffigurante la Madonna con Bambino sormontata da una
statua del Cristo Redentore. Al di sopra, un magnifico rosone a ricorsi
concentrici e sull’edificio, svetta il bel campanile a bulbo. Sul lato
sinistro dell’edificio, in una nicchia è custodita la statua settecentesca
di San Cristoforo, opera dello scultore Antonio Altieri. L’interno è impreziosito da magnifiche opere
d’arte, come il dipinto del 1600 raffigurante S. Michele, realizzato
dall’artista giovinazzese Carlo Rosa, dipinti settecenteschi
dei fratelli de Musso e l’altare maggiore con il quadro
della Vergine dell’Odegitria. Ad arricchire ulteriormente la chiesa, le
splendide statue dei SS. Medici, opera di cartapestai
leccesi del 1884. |
Via Cattedrale, GIOVINAZZO |
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Chiesa
Santa Maria degli Angeli Questa chiesa, coeva della Cattedrale, fu
costruita a ridosso delle mura normanne e, per questa vicinanza, fu detta
“Santa Maria de lo muro “. |
Via S. Maria degli Angeli, GIOVINAZZO |
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Convento
dei Padri Domenicani La costruzione del complesso
(oggi Istituto Vittorio Emanuele II), al cui interno sorgerà
la Chiesa di San Domenico, prese il via nel 1704, sotto la guida
del Vescovo Mons. Gaetano Giacinto Chiurlia, nella zona dirimpetto al
porticciolo, oltre le mura della città medievale, sulla strada per Bari, alla
biforcazione tra Bitonto e Terlizzi, dando il via allo sviluppo di una nuova
parte della città, a forma di ventaglio, tra i due lungomari di Levante e di
Ponente. I lavori, il cui progetto fu affidato all’architetto e
artista fra Ludovico Vittorio Jacchini, converso domenicano,
richiamarono la costruzione di un palazzo regio, al fine di magnificare
l’Ordine Domenicano e il suo fondatore. Il convento fu completato nel 1745,
fatta eccezione per la facciata, in stile neoromanico, ultimata, su
progetto dell’ingegner Chiaia, nel 1883, dopo l’esproprio di tutti
i beni appartenenti agli ordini monastici soppressi nel 1809 con il
relativo decreto borbonico, che decretò il passaggio del convento nelle
proprietà statali. La Chiesa di San Domenico, invece, fu
ultimata a metà del XVIII secolo. Essa
divenne Parrocchia il 9 luglio del 1813, dopo il trasferimento
dalla Chiesa di San Felice. Lo scorso anno ne è, infatti, ricorso
il bicentenario. Nello stesso anno il convento divenne Ospizio di
beneficenza per gli orfani. A seguito di un nuovo mutamento della
destinazione del complesso (divenuto ricovero di beneficenza) la comunità parrocchiale
emigrò nella Chiesa di San Felice. Ritornerà nella Chiesa di San Domenico
nel 1878, a seguito degli ingenti danni che colpiranno l’antica Chiesa. Per i lavori sulla facciata, la Parrocchia
venne trasferita nuovamente nella Chiesa degli ex Padri
Cappuccini e solo nel 1890 venne concesso l’uso
temporaneo della Chiesa di San Domenico per l’esercizio dei riti
religiosi. La Chiesa di San Domenico acquisì personalità giuridica, divenendo
proprietà dell’Ente Parrocchia, con d.m. del Ministero degli Interni
del 23 dicembre 1986. Il 6 luglio 2014 è stata celebrata
la messa di inaugurazione della Chiesa di san Domenico a seguito
dell’ingente restauro architettonico e artistico che ha interessato
la stessa Chiesa tra il 2012 e il 2014. Esso ha riguardato gli interni e la
facciata della Chiesa, il consolidamento del Campanile, il restauro
delle maggiori opere artistiche ivi presenti e la collocazione
del nuovo Altare. |
GIOVINAZZO ORARIO SS
MESSA: Orario Sante messe da ottobre a marzo Dal Lunedì al Sabato: 18:30 Domenica: 08:00 – 10:00 – 11:30 – 18:30 Orario Sante messe da aprile a settembre Dal Lunedì al Sabato: *19:00 Domenica: 08:00 – *10:00 – 11:30 – *19:00 *(Soppressa nei Mesi di Luglio e Agosto) *(Nei Mesi di Luglio e Agosto ore 19.30) |
||
Chiesa di
Sant’Agostino I Padri Agostiniani sono stati protagonisti
delle vicende di questa chiesa.
|
Via Alcide de Gasperi, 3 GIOVINAZZO Telefono: +39 0803942325 E-Mail: santagostino.70054@libero.it
ORARIO SS
MESSA: Periodo Invernale
(30-10 / 25-03) Feriale: ore 07:30
– 18:00 Prefestivo: ore
07:30 – 18:00 Festivo: ore 08:30
– 10:00 – 11:15 – 18:30 Periodo Estivo
(26-03 / 28-10) Feriale: ore 07:30
– 19:00 Prefestivo: ore
07:30 – 19:00 Festivo: ore 08:30
– 10:00 – 19:30 |
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Chiesa del
SS Crocifisso
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GIOVINAZZO Funzione del convento: Casa di accoglienza vocazionale, Casa
per ferie “Fra Camillo Campanella”, Segretariato Missioni Estere Cappuccine
(da luglio 2012), Museo etnografico Africa – Mozambico (in allestimento). |
||
Maria SS
Immacolata La nostra Comunità parrocchiale è intitolata
alla Beata Vergine Maria Immacolata. Nasce il 18 aprile 1971 in una sede
provvisoria: una piccola e graziosa chiesa francescana del XV sec.,
intitolata a S. Francesco d’Assisi. La strettezza del luogo sacro, lo sviluppo
del piano edilizio e la carenza delle strutture, rendono urgente
l’edificazione del nuovo tempio e del nuovo complesso parrocchiale. Il 14 luglio 1984 fu Sua Ecc. Mons. Tonino
Bello a posare e benedire la prima pietra, dando così la partenza alla
prosecuzione dei lavori di costruzione. L’8 dicembre del 1986, la Comunità si
trasferisce nella nuova sede parrocchiale. La forma architettonica della
nuova chiesa è quella semplice della tenda. Le linee
dell’edificio, infatti, sono quelle essenziali e sobrie di una casa, quale
ambiente ideale dell’incontro tra Dio e la sua gente. L’abside, a forma triangolare, è illuminato
dalla luce del sole attraverso un lucernario, collocato in alto nella parte
più a punta, con lo scopo di favorire, in chi entra, una naturale tensione
del cuore verso l’alto, verso Dio. Il 29 giugno 1991 la comunità vive un
avvenimento straordinario: l’ordinazione sacerdotale dei suoi primi
sacerdoti, Don Gianni Fiorentino e Don Beppe de Ruvo. Don Gianni “figlio
naturale” e Don Beppe “figlio adottato”. Il 29 luglio 1993 a conclusione della
edificazione della parrocchia viene inaugurato l’Auditorium “Don Tonino
Bello”, una grande sala luminosa e accogliente, allestita anche per
manifestazioni teatrali. Il 18 aprile 1996, in onore del suo XXV
anniversario della fondazione, la parrocchia riceve la benedizione da Sua
Santità Giovanni Paolo II. |
Viale Aldo Moro, GIOVINAZZO ORARIO SS
MESSA: Feriale: Ora Solare: Dal Lunedì alla Domenica ore
*08:30 – 18:30 Ora Legale: Dal Lunedì alla Domenica ore
*08:30 - 19:00 Luglio e Agosto Dal Lunedì alla Domenica
ore 19:30 *La messa del
mattino è celebrata solo nei mesi di: novembre, dicembre, maggio e in
quaresima. Festivi: Ora Solare: Dal Lunedì alla Domenica ore 08:30 – 10:30 – 18:30 Ora Legale: Dal Lunedì alla Domenica ore
08:30 - 10:30 – 19:00 Luglio e Agosto Dal Lunedì alla Domenica ore
08:30 - 10:30 – 19:30 |
||
Nel centro storico di Giovinazzo si trova
una chiesetta sconsacrata, divenuta oggi centro di attività culturali,
costruita su un tempio pagano dedicato alla dea Venere. La Chiesa riedificata nel 938, fu la
prima cattedrale di Giovinazzo fino al mille. Nel XVII secolo un incendio la distrusse e
andarono perduti tutti i documenti conservati nell’archivio della parrocchia
e il trittico eseguito da Lorenzo Lotto, di cui si salvò solo il dipinto
centrale raffigurante S. Felice, ora custodito nella chiesa di San Domenico. Fu più volte ritoccata e ingrandita, finchè
non fu venduta al Comune che la adibì, all’inizio del secolo scorso, a
mercato ortofrutticolo. |
GIOVINAZZO |
||
Chiesa di
San Carlo L’antica chiesa di San Carlo, in origine
dedicata a S. Andrea fu edificata a Giovinazzo prima dell’anno Mille su Via
Cattedrale. Fino al 1571 fu una delle quattro parrocchie esistenti a
Giovinazzo, oggi invece si nasconde bene tra le abitazioni della città e tra
le tante chiese presenti. All’interno, sull’altare maggiore si trovano
un dipinto con la Madonna della Purificazione e degli affreschi dei SS. Cosma
e Damiano. Si possono ammirare anche le tele del de
Musso con l’Annunciazione e S. Carlo, le statue della Vergine
Addolorata, S. Pietro e S. Antonio, uno stupendo affresco della lunetta del
portale d’ingresso. Il campanile che completa la Chiesa è
racchiuso da fornici binati. |
GIOVINAZZO |
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Chiesa del
Carminiello Un atto notarile conservato nell’archivio
capitolare della Cattedrale dice testualmente: “Nella cocevola di Via Bari,
nel luogo detto lo palmento di Poriello accanto ad una precedente cappella
eretta nei mesi scorsi dallo stesso Giovanni Nicola Raniero e dedicata a
Santa Maria del Carmine, fu stabilito di erigere una nuova cappella più ampia
e più idonea ad accogliere i fedeli, da dedicarsi a Santa Maria del Carmine e
ai SS. Giusto martire, Filippo Neri e Carlo Borromeo dotandola con 140 ducati
e donandola al capitolo della Cattedrale con l’obbligo di celebrarvi una
Messa ogni domenica”. La Chiesa fu completata nel 1641 grazie alla
religiosità di mastro Giovanni Cola Raniero morto il 1° ottobre del 1644
senza figli e dimenticato da tutti. Ancora oggi l’intera località prende il
nome da questa Chiesetta detta dal popolo “La cappella” e tristemente nota
nei secoli XVII e successivi, perché poco distante venivano eseguite le pene
capitali mediante impiccagione. I condannati a morte ricevevano il Sacramento
dell’estrema unzione nella stessa Chiesetta dove poi venivano sepolti. |
Via Giovanni XXIII, GIOVINAZZO Iscrizioni: Sull’intera fascia che
interrompe il bugnato della facciata è incisa la seguente iscrizione: AEDEM
HANC SACRAM IN BEATAE VIRGINIS MARIAE DE MONTE CARMELO AC SANCTI IUSTI
MARTYRI SANCTI PHILIPPI NERI SANCTIQUE CAROLI BORROMEI GLORIAM IOANNES
NICOLAUS RAN(erius) IUVENACENSIS EIUSDEM BEATAE VIRGINIS OBLATUS CUI SE
SUAQUE OMNIA PRAESENTIA ET FUTURA SOLEMNI RITI CUM LAURA ALCHERIO UXORE IN
PERPETUUM OBTULIT EX SUIS A FUNDAMENTIS EXCITAVIT EXTRUXIT EREXIT ANNO DOMINI
1641. La suddetta iscrizione tradotta dal Rucci
dice: Questa Chiesa a gloria della Beata Vergine Maria del monte Carmelo e di
San Giusto martire, di San Filippo Neri e di San Carlo Borromeo, Giovanni
Nicola Raniero, giovinazzese, devoto della medesima Beata Vergine, cui egli
consacrò in perpetuo sé e tutti i suoi beni presenti e futuri con rito
solenne, insieme con la moglie Laura Alcherio con i suoi mezzi innalzò dalle
fondamenta, costruì ed eresse nell’anno del Signore 1641. |
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Chiesa di
San Giovanni Battista La si trova citata, però, in un testamento
del 1110. Una bolla del 1184 del metropolita Rainaldo riporta invece il nome
del fondatore del monastero, il nobile giovinazzese Maggiore Sasso. Secondo il Lupis la chiesa di Santa Maria
cambiò il suo nome in San Giovanni e Paolo perché un gentiluomo di nome
Kutizzo le donò le reliquie dei suddetti Santi. Comunque, il primo documento
che cita la “Ecclesia Sancti Joannis et Pauli” senza accennare alla sua
primitiva denominazione è del 6 giugno 1203. Nel corso dei secoli la chiesa
fu sottoposta a numerosi restauri che finirono col modificare il suo aspetto
originario. Fu determinante quello operato nel 1553 da Monsignor Briziano che
annesse a questa tanto la chiesa di San Giovanni Battista quanto il
convento delle Benedettine. Le ricche ornamentazioni di un tempo, i marmi
pregiati, le colonne, il soffitto a cassettoni dorati restano solo nelle
descrizioni del Paglia e del Marziani poiché nel restauro del 1849 furono
eliminati. Attualmente la chiesa è dedicata a San Giovanni Battista, ma il
popolo la chiama “San Francesco” per la Congrega in essa allogata. |
GIOVINAZZO La campana, attualmente la più antica di
Giovinazzo, presenta due iscrizioni: quella sull’orlo inferiore
“+XPS-REX-GLE-VEIT-IN-PACE+ DS-HO-FACTVS-E+ M-ANGLS-BARTLI-DE-ATRIA-ME-F+”
(Cristo Re di gloria viene nella pace il Signore si è fatto uomo + mi ha
costruita maestro Angelo figlio di Bartolo di Adria+) e quella sull’orlo
superiore “+A-D-MCCCCCI METEM-SCAM-SPOTAEAM-H-D-7-P-L+” (nell’anno del
Signore 1501+ (Agata ebbe) mente sana, spontanea (diede) onore a Dio e
liberazione alla Patria). |
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La Cattedrale di Gravina in Puglia sovrasta
i due antichi rioni Piaggio
e Fondovico. Si trova quasi a ridosso del burrone la Gravina, in Piazza
Benedetto XIII, a fianco al Palazzo Vescovile e al Monastero di Santa Maria
delle Suore Domenicane. Il piazzale adiacente al prospetto ovest della
Cattedrale permette l’accesso a un balcone che si affaccia sui due rioni e
sulla Gravina. In prospettiva, il ponte-acquedotto e il campanile della chiesa rupestre della Madonna della Stella delimitano il
confine oltre il quale inizia Petra Magna. La
Cattedrale di Santa Maria Assunta è stata costruita nel XI secolo d. C.
dai Normanni a fianco al Castello – crollato durante il violento terremoto
del 1456. È la quarta Cattedrale della Diocesi di Gravina in Puglia, le tre
che l’hanno preceduta sono, in ordine cronologico, la chiesa grotta a cinque
navate di San Michele, le chiese di San Marco e di San Giovanni Battista. Gli incendi del 1447 e il terremoto del 5
dicembre 1456 lasciarono in piedi ben poco della primitiva chiesa madre
normanna. Così, il Vescovo Monsignor Matteo D’Aquino – sostenuto dai
cittadini e finanziato in parte dal Duca Francesco Orsini di Gravina in
Puglia – ne commissionò la ricostruzione. Nei secoli, vescovi e nobili hanno
completato e impreziosito la Cattedrale con rifiniture e pregiati elementi
d’arredo. Anche il Cardinale Fra Vincenzo Maria Orsini, che divenne Papa
Benedetto XIII nel 1724, contribuì alla ricostruzione della Cattedrale di
Gravina in Puglia. Non si sa chi sia stato l’architetto incaricato
a progettare la ricostruzione della Cattedrale. In quel periodo era a Roma il
celebre Bramante, e quasi tutti i paesi del Regno di Napoli colpiti dal
terremoto lo chiamavano per ottenere da lui consigli o progetti per opere di
rifacimento o restauro. Bramante era a quell’epoca uno dei maggiori
conoscitori dell’architettura antica, che cercò con successo, attraverso i
suoi studi, di tramandarne il fascino e la bellezza alle future generazioni. La nuova Cattedrale presenta molti tratti
dello stile architettonico del Bramante: la dedizione nel preservare tutto
ciò che era rimasto in piedi, il modello delle finestre interne che ricorda
un’altra sua creazione, gli archi più slanciati e molti altri elementi hanno
fatto avanzare l’ipotesi che il Bramante abbia partecipato alla costruzione
della nuova Cattedrale con consigli o progetti di sua mano. La nuova Cattedrale è stata edificata
sulle fondazioni della prima, si è lasciato l’orientamento da est a ovest e
la sua superficie è rimasta invariata: la lunghezza è quasi il doppio della
larghezza e la pianta è divisa in tre navate longitudinali. La primitiva Cattedrale normanna aveva molti
elementi in comune con quasi tutte quelle costruite durante i secoli XI e XII
negli altri paesi della Puglia, in particolare con la Cattedrale di San
Nicola di Bari: i feudatari delle due città erano legati da rapporti di
parentela, perciò si presume che le maestranze di Bari abbiano lavorato anche
a Gravina. Il portale ovest è affiancato da due porte
più piccole incorniciate da due pilastri in stile ionico, realizzati con
pietra di Bitonto e sormontati da archi decorati. Sui due architravi ci sono
due statue: su quello sinistro Cristo Risorto, su quello destro Cristo legato
alla colonna. L’ingresso ovest è sovrastato da un rosone a
trafori gotici e romanici; le due porte laterali, invece, da finestre
circolari. La facciata è ricca di elementi decorativi dorici, ionici e
corinzi. L’interno della chiesa di Santa Maria
Assunta raccoglie stili diversi, fusi nei secoli da menti sapienti, in grado
di comporre melodie di linee, di sviluppare un carattere autentico. Due ordini di quattordici colonne (sette per
lato) dividono le tre navate. Le colonne, dalla base fino quasi alla
metà della loro altezza totale, sono della Cattedrale antica; le parti
superiori sono state completate con del nuovo materiale e culminano in
capitelli in stile dorico e ionico scolpiti nel mazzaro (una pietra dura locale). Il soffitto della navata centrale è in stile
barocco. È ricoperto da un soffitto in legno intagliato e dorato e accoglie
cinque dipinti realizzati negli ultimi anni del 1600: il primo rappresenta
diciannove santi, il secondo l’apparizione del tetto della Chiesa della
Vallicella di Roma a San Filippo Neri, il terzo l’Assunzione di Maria Vergine
al Cielo, il quarto San Michele Arcangelo contro Lucifero e gli Angeli
ribelli, il quinto un gruppo di Santi protettori del Regno di Napoli, di Bari
e secondari di Gravina in Puglia. Sotto l’arco di trionfo pende, sorretto
dagli angeli, un ricco festone in stucco di colore azzurro. Intorno al
soffitto sono collocati vari stemmi dei Duchi e Vescovi che hanno
attraversato la storia di Gravina. Finestre bifore, cieche, decorate in stile
bramantesco, sovrastano gli archi a tutto sesto della navata centrale. Altre
finestre arcate condividono l’asse delle bifore in posizione perpendicolare e
sono sovrastate da un cornicione a ricco fregio intagliato. Nella navata centrale la luce penetra dalle
dodici finestre bislunghe, disposte sei per lato, che sovrastano le bifore.
Ogni navata laterale è illuminata da dodici monofore, larghe 33
centimetri e alte 315 centimetri. Nelle navate laterali sono collocati altri
altari di pregevole fattura. |
Gli altari dello Spirito Santo e di San
Filippo Neri – compatrono della città – precedono quello di San Michele, sul
quale è collocata una statua del Santo in mazzaro, scolpita e dipinta con
perizia nel 1538. L’altare della consolazione (o degli
afflitti) è collocato nella Cappella secentesca, voluta da Monsignor Cennini.
Sul paliotto è scolpito in rilievo Gesù Morto e deposto dalla Croce. Nella
nicchia, in alto, c’è una statua in legno della Madonna della Consolazione. L’altare della Vergine nel Cenacolo di
Pentecoste è sovrastato da una tela del XVIII secolo realizzata da Francesco
Santulli. Il dipinto ritrae nel piano inferiore la Madonna circondata
dagli apostoli, in quello superiore lo Spirito Santo. L’altare di Santa Maria del Piede è dedicato
a un’immagine del XII secolo ritrovata durante gli scavi per la costruzione
delle fondazioni della prima Cattedrale. L’immagine raffigura una Madonna con
Bambino affrescata su pietra. Nel momento in cui fu rinvenuta si stava
per porre “il piede” del Duomo. L’altare in marmo di SS. Maria di
Costantinopoli (o dell’Odegitria) è stato realizzato nel 1700 da G.
Cimafonte. Sull’altare si trova un rilievo policromo della Vergine con
Bambino collocato in una tela del XVII secolo. Sopra il rilievo c’è un
dipinto con Cristo in Croce e, ai suoi lati, San Francesco e San Domenico. L’altare della Croce racchiude nella grande
nicchia centrale un dipinto con al centro una Croce affiancata da Sant’Elena
e Costantino. L’opera è di ignoto artista napoletano del XIV secolo. L’altare di San Francesco di Paola è
dedicato alla secolare devozione dei gravinesi al Santo fondatore dei Minimi,
raffigurato nella tela secentesca collocata sull’altare. La sagrestia è stata costruita verso la fine
del XVI secolo su parte delle fondazioni del castello normanno. La sua
superficie è di circa duecento metri quadrati. La volta è in tufo, a lunette,
e cadenzata da fasce e costoloni. Ingloba quattro stemmi: a partire dall’altare,
il primo si riferisce all’Università di Gravina, il secondo agli Orsini, il
terzo a Monsignor Manzolio, il quarto al Capitolo. A sud della sagrestia si trova un bancone in
noce intarsiato del XVI secolo, sovrastato da uno stemma realizzato da Angelo
e Gennaro Ricciardelli. Sulla parete nord c’è un altare del XVIII secolo con
una statua lignea policroma di San Michele. Sulle altre due pareti sono
appese due tele che raffigurano Benedetto XIII e Monsignor Cennini. Sopra la
porta di comunicazione tra la sagrestia e la Chiesa c’è un dipinto che
raffigura il principe normanno Unfrido. Infine, due grandi armadi del 1714
ospitano i più preziosi paramenti e arredi sacri della Cattedrale.
L’antico campanile della Cattedrale di
Gravina in Puglia ha subito tre crolli durante i secoli precedenti (1456,
1563, 1727), ma è sempre stato ricostruito. A causa del terremoto del 1563
crollarono le volte dell’episcopio e del presbiterio della chiesa, che
danneggiarono il coro di noce massiccio intagliato, restaurato poi dai
vescovi e feudatari ai quali si riferiscono gli stemmi posti in cima ai
sedili. Il campanile, a pianta quadrata, è scandito
da quattro ordini distinti da cornicioni, e culmina in una cupola barocca a
pera sulla quale è collocata una croce in ferro. La scalinata in tufo è divisa anche in tre
tratti: i primi dodici scalini portano alla campana grande; il secondo
tratto, di tredici scalini, termina alla loggia scoperta; gli ultimi sedici
scalini raggiungono la loggia con le campane più piccole. Il Succorpo La Chiesa inferiore (o succorpo) è collocata
sotto il pavimento della Cattedrale di Gravina in Puglia e ne occupa tutta la
superficie. È anch’essa divisa in tre navate che terminano con tre altari,
quello centrale è dedicato al Crocifisso. Ai lati dell’altare maggiore ci sono quattro
statue a tutto tondo che raffigurano Sant’Anna, San Gioacchino, San Domenico
e Sant’Antonio Abate. L’altare a destra, del primo settecento, è
sovrastato da una tela de l’Assunta. A destra dell’ingresso c’è un monumento
funerario del cinquecento. Il succorpo è servito come luogo di
sepoltura fino al 1875: sulle pareti delle navate laterali si trovano le
lapidi di cittadini e prelati. |
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Chiesa
Rupestre della Madonna della Stella Ai piedi della collina di Botromagno e
del sito archeologico “Padre Eterno“, la chiesa rupestre Madonna
della Stella, cosi chiamata perché al suo interno fu ritrovato un
affresco di Madonna con bambino con una stella sulla fronte. La chiesa è ad
aula unica. Un complesso probabilmente da sempre
dedicato al culto pagano ancestrale della fertilità, a cui si
sarebbe sovrapposto poi il culto mariano della Chiesa
cristiana. Che il culto cristiano sia rimasto legato a quello pagano
della fertilità lo dimostra la leggenda, sopravvissuta per secoli,
secondo la quale a chi non dovesse riuscire a rimanere gravida, bastasse una
visita al santuario di Santa Maria della Stella per ricevere il
miracolo. Il fatto che, in realtà, alla buona riuscita del
miracolo contribuissero i riti orgiastici ivi praticati, chiara
riproposizione di quelli eleusini in onore di Demetra,
lo conferma l’abolizione degli stessi da parte di Monsignor
Cavalieri il quale, nel 1693, ingiunge che “tutte
le chiese siano chiuse al calar della notte, e soprattutto quella che,
detta della Stella, è consacrata a nostra Signora Vergine Madre di Dio,
nel giorno proprio della sua festa, affinché l’accesso sia precluso agli
abusi antichi ma non sufficientemente superati, poiché uomini e donne
promiscuamente vi si recano in ore notturne in una baldoria di suoni e
canti ritmati” (Archivio diocesano di Gravina, Sinodo, 1693) Altra variante ai canti eleusini, e
ulteriore legame al culto della fertilità, l’usanza, in voga fino alla metà
del Novecento, di celebrare, nei così detti “bilanci”, il buon
esito del raccolto, attraverso copiose libagioni svolte sul pianoro che
sovrasta la chiesa. Traccia evidente di questi riti propiziatori, il
ritrovamento di brocche da vino in ceramica dei sec. XVII-XX, nella
cisterna all’interno della grotta. |
Via Madonna della Stella, GRAVINA IN PUGLIA Telefono: +39 0803269065 +39 080338567817 |
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E' situata sotto la strada che porta al
ponte viadotto della fontana la stella. Ha un accesso difficile, perché è
ricavata nella parte scoscesa della "Gravina". E' una piccola, ma
graziosa chiesa , abbastanza completa dal punto di vista architettonico. Ha tre
navate, è divisa da tre pilastri terminanti in tre absidi. Il presbiterio è
sopraelevato e delimitato da iconostasi, ha al centro il plinto dell'altare.
L'abside centrale conserva tracce ancora visibili di un affresco che
riproduce il Cristo Pantocratore benedicente. L'abside di destra conserva tre
croci di tipo greco. Nei pilastri e nei muri laterali ci sono varie nicchie
per le lucerne. A sinistra dell'ingresso vi è una piccola cisterna. Detta
anche chiesa del sepolcreto per le diverse tombe ivi presenti. Lungo le
pareti sono visibili tracce di sedili. E' unica chiesa rupestre ad aver
conservato nell'abside centrale l'ara che veniva utilizzata per la
distribuzione dell'Eucarestia ai fedeli. Nell'abside centrale sono appena
visibili residui di affreschi. Probabilmente fu realizzata tra il VIII ed il
IX secolo. |
Via Fontana la Stella, GRAVINA IN PUGLIA Telefono: +39 0803269065 +39 0803498836541 |
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Chiesa Rupestre di Sant’Andrea Apostolo La chiesa-grotta di S. Andrea Apostolo si
trova a ridosso della cinta muraria, prospiciente la vallata della
"Gravina”. E' situata nell'omonimo cavato, facente parte dell'antico
rione Casal Nuovo o dei Greci. Fu parte integrante del monastero benedettino
abitato da monaci e monache. E' formata da 3 navate, scandite da 10 colonne.
Sul lato sinistro aveva una fonte per acqua benedetta. L'altare maggiore
aveva l'icona della SS.Vergine con Bambino in seno, dipinta sulla parete con
a destra S. Pietro apostolo e a sinistra S. Andrea apostolo. C'erano altri 3
altari, nudi di ogni decoro e suppellettile. La fondazione della chiesa e
monastero è stata attribuita a San Guglielmo da Vercelli (1085-1142),
l'austero eremita, che fondò il monastero di S. Salvatore del Goleto nel 1133
e molti altri monasteri benedettini. Fin dal 1182 la chiesa di S. Andrea
risultava dipendente dal monastero del Goleto (Bolla di papa Lucio III). Da
un documento angioino del 1301 sappiamo che la badessa pro tempore denunciò
al Giustiziere di Terra di Bari che Giovanni Monforte, conte di Gravina,
aveva usurpato al monastero "seu grangia" di S. Andrea
"cuiusdam lenimenti terrarum" in Gravina. Nel 1324 fra le decime
riscosse dai pontefici sono annoverate anche quelle del "priorato"
di Sant’Andrea di Gravina, dipendente dal monastero di S. Salvatore del
Goleto. Il 1567 la chiesa, il beneficio e i beni di S. Andrea furono
assegnati all'Ospedale dei Poveri dell'Annunziata di Napoli. Nel 1569 la
struttura monastica non esisteva più. Il cardinale Fra Vincenzo Maria Orsini,
visitatore apostolico, nel 1714, constatando le sconcezze della chiesa, la
sconsacrò e ordinò la costruzione di una nuova chiesa nell'area soprastante.
Il 1723-24 finì la storia della chiesa di S. Andrea come luogo di culto e
iniziò quella di una grotta da fittare a privati per uso di stalla e
deposito. Le ultime vicende sono legate a possessi-proprietà di gravmesi,
ultima quella del signor Nicola Loglisci. Quest'ultimo possessore l'ha
concessa in comodato all'Associazione Amici della Fondazione "E.
Pomarici Santomasi". |
GRAVINA IN
PUGLIA |
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San
Michele delle Grotte Situata nell’antico rione Fondovico o
Fondovito, l’8 Maggio di ogni anno è luogo delle celebrazione della Festa
di San Michele delle Grotte a ricordo della leggendaria apparizione
di San Michele in una grotta di Monte Sant’Angelo. In questa occasione gli
abitanti del quartiere addobbano le vie con i cosiddetti “balloni”. |
Via Giacomo Leopardi, GRAVINA IN PUGLIA |
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Chiesa
Santa Maria del Suffragio |
Piazza Domenico Notar, 4 GRAVINA IN PUGLIA |
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La Chiesa,
Convento e Chiostro di San Sebastiano fu eretta nel 1474, col convento dei frati
Minori Osservanti con l’aiuto del Duca Ferdinando II di Orsini, sui resti di una badia
benedettina e di una vicina chiesa dedicata a S. Maria della Pace, dalla
quale prese inizialmente il nome poi cambiato col nome
di San Sebastiano nel
1483, quando il popolo attribuì al santo la salvezza dalle peste appena
occorsa. L’interno della chiesa è a tre navate. Tra le opere più interessanti, la tela di
San Sebastiano, firmata Fra Giuseppe da Gravina. Il Chiostro è caratterizzato da archi e colonne su cui si
regge il porticato del convento e le fabbriche del primo piano, con al
centro l’antico pozzo. Pregevole il ciclo di affreschi seicenteschi
di Fra Giuseppe da Gravina. Celebre la cosiddetta “Fèst’ d’ Crist“, seconda
“festa” religiosa della città, celebrata nell’ultima domenica di
maggio o nella prima domenica di giugno, con una processione che ricorda
quelle antiche devote al raccolto e alla prossima mietitura. |
Via San Sebastiano, GRAVINA IN PUGLIA |
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Chiesa
Santa Maria delle Domenicane
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Piazza Benedetto XIII, GRAVINA IN PUGLIA |
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Chiesa
Santa Teresa
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Vico S.Matteo, 1 GRAVINA IN PUGLIA |
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Chiesa, Convento e Chiostro di Santa Sofia
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Via Donato Cristiani, 43 GRAVINA IN PUGLIA |
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Chiesa San
Francesco d’Assisi Chiuso con la Soppressione francese (1809)
il convento fu adibito a caserma e poi a carcere (attualmente vi è il
Municipio) con Decreto Reale di Gioacchino Napoleone (25-04-1813) e la Chiesa
fu affidata al clero locale, fino al 1931, anno in cui ritornarono i
Conventuali. Fu Mons. Giovanni Sanna (1922-1956)
che, dopo l’impossibilità manifestata dai Conventuali di Napoli, si rivolse
ai marchigiani, i quali accettarono e dal 06-01-1931 officiarono nella Chiesa
San Francesco. Vi arrivarono P. Luigi Gugliemi (Guardiano
dei SS. Apostoli a Roma) e P. Francesco Tranfo (Rettore del Collegio di Faenza)
accompagnati dal Ministro Provinciale delle Marche, P. Alfredo Cesari,
i quali alloggeranno nell’Episcopio (la chiesa pericolante verrà riaperta il
05-04-1931 e il campanile, devastato da un fulmine il 05-12-1929, verrà
completato il 13-06-1931). La parrocchia, intitolata a S. Francesco (in
sostituzione della precedente intitolata a S. Matteo, e trasferita presso la
chiesa di S. Teresa) venne eretta con Rescritto della S. Congregazione del
Concilio n. 7663 del 31 ottobre 1931, e il P. Luigi Guglielmi ne
prendeva possesso il 6 gennaio 1932. Nel maggio del 1932 il Comune cederà due
ali del convento più un locale a pian terreno. Dal 10-1932 al 11-1937, i
marchigiani aprivano un Collegio per probandi (Rettore P. Giuseppe
Menghi), ed essi rimasero a Gravina fino al 12 ottobre 1937 quando, per
Decreto (12-10-1937) del Rev.mo Padre Beda Hess, Generale
dell'Ordine, il convento passò alla giurisdizione della Provincia Napoletana,
il cui Ministro Provinciale, P. Alfonso Palatucci, ne prendeva
possesso il 5 novembre 1937. Primo Parroco fu P. Bonaventura Popolizio. |
Lg. S. Francesco, 6 GRAVINA IN PUGLIA Telefono: +39 0803269163 Chiesa e convento hanno subito
trasformazioni e abbellimenti in questi ultimi tempi. Tra i principali: nel
10-1948 è riparato il tetto della chiesa; nel 07-1950 si scrostano le colonne
della chiesa; dal 10-1951 al 01-1952 è restaurata la navata sinistra della
chiesa; nel 1958 è costruita la nuova scalinata di accesso al convento e
restaurato il salone; nel 05-1965 è restaurata l’abside, rifatto il pavimento
e demoliti gli altari laterali. |
||
Chiesa di
San Nicola La chiesa di San Nicola, è situata
nell’omonima piazzetta, la sua fondazione risale al XII secoo, benchè di
quest’epoca non restino tracce riconoscibili. Le succesivi costruzioni si
estendono nel tempo dal XV secolo al 1704. A tale periodo si
riferiscono infatti glli elementi quattro-cinquecenteschi nei monumenti
sepolcrali della navata di destra, o i pregevoli altari rinasciementali e
barocchi sistemati nelle navate laterali. Interessanti sono alcune tele
collocate sugli altari medesimi e l’originale tavola cinquecentesca
raffigurante San Nicola. |
Via San Nicola, 1 GRAVINA IN PUGLIA |
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Chiesa
Santa Lucia La chiesa di Santa Lucia è situata nella
parte più bassa del Piaggio. Chiesa piccola e antica, la sua sagrestia è
cavata nel tufo. Le sue dimensioni sono rimaste sempre le stesse nel tempo, e
senza subire ampliamento alcuno. La sua volta è a botte, ha un solo altare in
tufo con nicchia racchiudente la statua di S. Lucia. Quella attuale, in
legno, è stata realizzata nel 1976 dallo scultore Giuseppe Stuflesser di
Ortisei, mentre la precedente, sempre in legno, è stata restaurata dal prof.
Angelo Amodio e si trova nella Pinacoteca episcopale. |
Via Santa Lucia, GRAVINA IN PUGLIA |
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Chiesa di
San Bartolomeo Quasi difronte alla chiesa-cripta di San
Michele, è situata la chiesa di S. Bartolomeo. |
Via Fondovico, 71 GRAVINA IN PUGLIA |
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Chiesa di
San Felice
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Gli affreschi della Cripta di San
Vito Vecchio sono databili alla fine del XIII sec. e
decoravano le pareti dell’omonima chiesa rupestre a Gravina, nel
rione Fornaci. La cripta originale era stata dapprima abbandonata,
poi ridotta a deposito di rifiuti ed infine usata come pozzo di acqua
piovana. Gli affreschi erano da tempo conosciuti e nel 1956 furono
acquistati dallo Stato Italiano che provvide a staccarli dalle pareti
umide per provvedere al restauro conservativo. Le operazioni di stacco
dalle pareti furono effettuati, nel 1956, dai tecnici della Soprintendenza
di Bari in collaborazione quelli dell’Istituto Centrale del
Restauro di Roma. Furono depositati in seguito nella Chiesa
sconsacrata di San Francesco della Scarpa di Lecce sino al 1967 e
poi ritornarono finalmente a Gravina nel 1967, presso la Fondazione
Pomarici Santomasi, ed esposti dal 1968. Gli Affreschi sono stati attribuiti sia
da Michele D’Elia che da Clara Gelao a maestranze
locali attive a cavallo tra il XIII ed il XIV secolo, tra Puglia e
Basilicata, maestranze che fecero proprie le tecniche dell’arte bizantina. |
Via San Vito Vecchio, GRAVINA IN PUGLIA Il complesso è nettamente dominato,
nell’abside della cripta che appare come una grossa mandorla retta da quattro
Angeli, dalla maestosa figura del Cristo Pantocratore seduto
in trono. Il Cristo con la mano destra benedice alla maniera greca mentre con
la mano sinistra regge un “Libro” aperto su cui si legge: EGO SU(M)/ LUX
MUNDI/ Q(UI) SE/ QUITUR ME NON/ A(M)BULAT IN TE/ NEBRIS/ SE(D HABE)BIT/
(LUMEN) VIT(AE)/ D(OMI)N(U)S (Giovanni, VIII, 12). (Io sono la Luce del mondo
chi mi segue non camminerà nelle tenebre ma avrà la Luce della vita) Signore. |
||
La chiesa-grotta "Deesis o Padre
Eterno" si trova a ridosso della vallata della "Gravina", ad
ovest del ponte viadotto-acquedotto, nel bei mezzo della necropoli ai piedi
di "Pietramagna". Essa non fu completata: prevedeva uno schema a
due navate. Oggi risulta completa la parte esterna con bell'ingresso
laterale. Sono visibili tre arcate con colonne spezzate, che immettevano
nella navata incompleta di sinistra, priva di abside, con traccia di sedili. |
GRAVINA IN
PUGLIA |
||
|
Via Angelo Raffaele Corrado, GRAVINA IN PUGLIA |
||
GRAVINA IN
PUGLIA ·
Chiesa di
S. Agostino (XVI sec.); ·
Chiesa di
S. Domenico (XVII sec.); ·
Chiesa dei
Santi Nicola e Cecilia (XVI sec.); ·
Chiesa
dell'Annunciazione (XVI sec.); ·
Chiesa
Lamia dei Morti, soccorpo della Cattedrale (XV sec.); ·
Chiesa di
San Giorgio (XIII sec.); ·
Chiesa
Mater Gratiae; ·
Chiesa di
S. Donato della Selva; ·
Chiesa del
Gesù (XVI sec.); ·
Cripta di
S. Marco; ·
Cripta
Tota; ·
Cripta di
Santa Maria della Neve; ·
Cripta di
Santo Stefano. |
|||
Chiesa di Santa Maria Assunta L’interno originariamente a pianta a croce
greca riprendendo quello che era lo stile classico delle chiese
rinascimentali, purtroppo le successive modifiche hanno modificato tale
struttura. Oggi al suo interno conserva un fonte battesimale del XIV secolo
proveniente dalla vicina Chiesa di San Rocco e una cappella gentilizia del
‘700. |
Piazza Pio X, 3 GRUMO APPULA Telefono: +39 080622048 |
||
Chiesa Madonna delle Grazie
Nel testo di P. Michele Scippa (Notizie
prese dal centro storico e statistico sul Comune di Grumo Appula, 1883)
infatti si legge: “Dal Reverendo P. Paolo Marino Scippa fu
sborsato Ducati 50 al Rever. Capitolo di Grumo, al fine di mantenere dal
frutto di essi la Cappella di S. Primiano – come da testamento in data 4
marzo 1701 ed aperto dal notare Leonardo Antonio De Chiara nel 1° settembre
1701”. Una nota del solito registro parrocchiale
accenna ad un Arco di San Primiano. In seguito, su questo complesso unificato e
riquadrato, fu costruito un campanile a vela. Sulla facciata della sagrestia
sono appese cinque croci. Il portale della Chiesa è sormontato da un arco a
tutto sesto nel quale sono rappresentate il vescovo San Cipriano con la
Vergine. |
Via Madonna delle Grazie, GRUMO APPULA |
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Santuario
Maria SS delle Grazie di Mellitto Conosciuto anche con il nome di “Madonna
di Mellitto” il santuario è ubicato in località Mellitto a nove
chilometri da Grumo. Non si conosce la data esatta della sua edificazione non
essendo citato nelle fonti documentarie del XVI secolo. L’Arcivescovo G. Vaccaro concesse nel 1908,
cento giorni di Indulgenza a chi recita tre preghiere a Maria Santissima una
volta al giorno. La statua della Madonna viene portata in
processione, in occasione della sua festa, da donne in età da marito che si
alternavano quattro per volta, per propiziare il matrimonio entro l’anno. |
GRUMO APPULA |
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Chiesa di San Rocco La venerazione del culto di San Rocco, santo
di origini francesi, diffusa presso gli Angioini allora sovrani delle Puglie,
trovò immediata risposta negli abitanti di Grumo. La popolazione, infatti,
sotto la protezione del feudo dei Tolomei, verso la fine del Quattrocento,
gli dedicarono una cappella costruita in pietra locale, fuori le mura della
città. Nel 1578 non
vi erano raffigurazioni di San Rocco nella chiesa, ragione per cui
l'arcivescovo Puteo incitò l'arciprete e l'Università ad accollarsi tale
spesa. In epoca medioevale la festa di San Rocco
era legata ad una tradizione civile: per otto giorni, in coincidenza con la
festa patronale, nel paese veniva sospesa ogni attività giuridica del
feudatario o del governatore, e l’Università eleggeva un Mastromercato, in
generale il Sindaco in carica, che in questi otto giorni amministrava la
giustizia. La facciata della chiesa appare a capanna
monocuspidata: sul timpano del portale si vede una statua di pietra di San
Rocco, forse anticamente collocata sulla Porta del Ringo e messa in salvo,
con molte precauzioni, quando fu deciso di abbattere l'antica porta del
Comune nel 1844. La
statua, costruita nel medioevo a custodia della città, poiché eccessivamente
ingombrante rischiava di essere demolita per ordine del Sindaco V. Lupis
insieme al Decurionato. |
GRUMO APPULA La Chiesa di San Rocco è fra le più antiche
del paese e offre alla piazza V.
Veneto il suo scenografico prospetto laterale che, con le sue due torri
campanarie gemelli dalla terminazione a cipolla e la cupola ad alto tamburo e
rivestimento a maioliche, somiglia più ad un elegante facciata (1400).
Pregevole poi la cona lignea dorata settecentesca dell'altare maggiore. Tra
colonne e fogliame, tre nicchie ospitano San Vito a sinistra, San Rocco e San
Donato a destra; notevole nel fastigio la tela della Madonna della
Misericordia. L'altare è un ammodernamento ottocentesco in marmo, con tardi echi
barocchi del paliottom, inoltre quella che alle origini era una cappella, fu
provvista nel 1793 dalla
Confraternita di un organo e in seguito di due antichi altari in pietra (più
altri due in marmo più recenti e di modesta fattura). Di notevole importanza è la statua del
cosiddetto San Rocco Bruciato posta in una nicchia nella sacrestia.
In questo caso i confini tra leggenda e realtà sono alquanto labili: la
tradizione vuole che la scultura lignea, opera di un anonimo veneziano, fosse
stata saccheggiata dai Saraceni che, giunti alle porte del paese, avrebbero
deciso di abbandonarla a causa del peso eccessivo. E qui l'evento: la statua,
nonostante le fiamme ardenti, si sarebbe soltanto annerita! |
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Chiesa di
San Nicolò A navata unica e con la cupola che illumina
il presbiterio, la Chiesa di San
Nicolò presenta una facciata molto semplice a coronamento
lineare, delimitata lateralmente da due pilastri. Il portale con trabeazione
decorata con festoni e volute è sovrastato dal timpano contenente la statua
di San Francesco da Paola, collocata al centro dell'altare maggiore.
Interessanti anche le immagini lignee di San Nicolò e di San Giacomo Minore,
tutte settecentesche e conservate nella sagrestia. Entrando in chiesa, sulla sinistra, si può
ammirare un dipinto ottocentesco ritraente la Deposizione di Cristo adagiato
sulle ginocchia della Vergine, circondato da molti santi domenicani afflitti
dal dolore. Non solo, la cappella ospita la confraternita di San Francesco da
Paola, anch'essa di antica costituzione ma che ricevette il regio assenso
solo nel 1793. In zona, precisamente percorrendo l'antica
via che dal centro di Grumo porta ad Altamura, Matera e poi Gravina, si
incontrano cappelle e antiche icone che si susseguono ad una distanza quasi
regolare, a testimonianza di una fede antica tributata ai Santi e alla
Madonna. A volte si tratta di immagini scolorite o icone trafugate di cui non
rimane null'altro se non l'edificio di muratura e rappresentano solo una
parte minore dell'insieme di cappelle e chiese che sorsero tra il Cinquecento
e il Seicento, un lasso di tempo contraddistinto da calamità naturali ed
epidemie di peste. |
GRUMO
APPULA |
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Chiesa del
SS Rosario La chiesa della Madonna del Rosario è una
delle più belle chiese situate nel centro storico di Grumo Appula, (Ba)
anticamente intitolata a Santa Maria Annunziata, e fu edificata sul finire
del XV secolo. Nel 1584 presumibilmente fu istituita la confraternita da come
si deduce da una annotazione storica di sepoltura di un confratello nella
chiesa del "Rosario". La chiesa subì lavori di ammodernamento nel
1638 e, nel 1716, risulta dotata di cinque altari e due sepolcri
confraternali sotterranei in sacrestia. Intorno al 1750 fu ristrutturata e
dotata di tre nuovi altari (eseguiti da Giuseppe de Grecis di Bari), di
cantoria (opera di Donato e Andrea Nicolò) e di organo (realizzato da Pietro
De Simone) quest'ultimi ancora visibili in controfacciata. Fu oggetto di
ulteriori lavori tra la fine dell'ottocento e gli inizi del secolo successivo
in particolare le decorazioni a tempera che impreziosiscono l'interno della
chiesa , questa presenta un prospetto ottocentesco, con tetto a due falde e
rivestimento a fasce orizzontali intonacate. |
Via dei Gentili, GRUMO APPULA Il prospetto è decorato da due lesene
laterali con capitelli ionici che inquadrano il portale di ingresso coronato
da un timpano mistilineo, in asse un'ampia finestra ad arco ribassato e più
su un oculo circolare sottolineato da un archetto pensile. L'interno, ad
aula, è diviso in due spazi da un arcone poggiante su due pilastri incassati
nelle pareti laterali, decorati da coppie di Isene con capitelli corinzi
dorati. La zona prospicente la porta d'ingresso, riservata ai fedeli, è
coperta da una cupola ribassata dipinta a grottesche e figure angeliche fine
XIX secolo e ospita due degli altari realizzati dal de Grecis dedicati
all'Annunciazione e all'Addolorata con pregevoli icone in stucco di gusto
rococò, caratterizzate da volute sulle quali poggiano due pire o acroteri,
elementi derivati dalla decorazione plastica partenopea del XVIII secolo. La
zona presbiterale, è coperta da una volta a botte, al centro della quale è
dipinta " la Cacciata dal paradiso terrestre" ed ospita l'altare
maggiore dedicato alla Madonna del Rosario, la cui effige si trova sulla tela
sulla parete di fondo, firmata da Domenico Carella XVIII secolo. Completano
l'apparato decorativo del presbitero una grande corona in legno dorato posta
sotto la finestra circolare che si apre sulla parte di fondo e quindici tele
ovali raffiguranti i misteri del Rosario, attribuite a Gaetano Quercia,
pittore attivo nel XVIII secolo. |
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Chiesa di
Maria SS di Monteverde |
Via Monteverde, 97 GRUMO APPULA Telefono: +39 0807835055 +39 0807839435 E-Mail: monteverde.grumo@arcidiocesibaribitonto.it ORARIO SS
MESSA: Inverno Feriale: ore 18:00 Festivo: ore 7:30 – 9:30 – 11:15 – 18:30 Estate Feriale: ore 18:30 Festivo: ore 7:30 – 10:00 – 19:00 |
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Chiesa
Sant’Antonio da Padova |
Via Manzoni, 33 GRUMO APPULA |
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GRUMO
APPULA ·
Chiesa di
San Lorenzo (XV secolo) ·
Chiesa di
Sant’Anna ·
Chiesa
dell’Immacolata Concezione ·
Chiesa di
San Giuseppe |
L
La Chiesa Madre è dedicata a San Giorgio,
patrono della città. L'attuale edificio fu iniziato nel 1790 e concluso nel
1825 sulla stessa area dove in passato erano state edificate altre due chiese
intitolate allo stesso santo. La prima nel XII secolo, e ne dà conferma un
documento del 1195 che fa riferimento ad un luogo rotondo con una chiesa di
San Giorgio. La seconda ricostruzione risale alla seconda metà del XVI
secolo, e anche in questo caso una lapide dice che la chiesa fu terminata nel
1579. |
Piazza Fra Giuseppe Andrea Rodio, LOCOROTONDO Telefono: +39 0804311236 |
È la chiesa più antica di Locorotondo
edificata due volte. Il primo edificio risalirebbe al VII-VIII sec., mentre
quello attuale è del XV secolo. Quest'ultimo fu fatto costruire nel 1480 su
commissione di Pirro Orsini del Balzo, principe di Taranto, in visita a
Locorotondo. Si decise di edificarlo sul sito dove già esisteva una grotta con
un'immagine della Madonna e ancora oggi si intravede traccia della primitiva
struttura inglobata in quella quattrocentesca. |
Largo Madonna della Greca, LOCOROTONDO |
Nel corso dei secoli Locorotondo ha avuto
due chiese dedicate al Santo di Montpellier; la prima databile nel XVI secolo
e la seconda, quella attuale, risalente al XIX secolo. La presenza storica di
questa chiesa dimostra la forte devozione degli abitanti nei confronti di San
Rocco meritevole di aver salvato di abitanti della città dal flagello della
peste che imperterrito si abbatte sulla vicina Fasano fra il 1690 e il 1691.
Da allora San Rocco fu eletto protettore della città, distinguendolo dal santo
patrono (san Giorgio) e tributandogli ugualmente grandi onori e
festeggiamenti. |
Largo San Rocco, LOCOROTONDO |
La chiesa nasce a ridosso della cinta
muraria che un tempo circondava tutto il borgo antico, anzi secondo gli
storici, il sito, attualmente occupato dalla chiesa, nell'Ottocento era
occupato dall'antico castello, che veniva usato più che altro come prigione e
luogo di tortura. Nel 1855 l'antica dimora fu fatta abbattere da un sacerdote
che per dimenticare le atrocità che vi erano state perpetrate, impose di
costruire la Chiesa dell'Addolorata per cancellare il triste passato. |
Corso XX Settembre, LOCOROTONDO La chiesa è sempre aperta, per entrare
occorre varcare pochi gradini. |
Chiesa di
Santa Maria Annunziata La piccola chiesetta si trova a ridosso
della chiesa Madre dedicata a san Giorgio. La sua costruzione è coeva alla
chiesa del santo Patrono di Locorotondo, quindi viene datata nel XIX secolo.
Fu eretta sul sito dove in precedenza esisteva un omonimo oratorio risalente
al 1633. La struttura attuale aggrega nella parte retrostante il presbiterio
un ambiente basso voltato a botte che un tempo faceva parte dell'antico
Ospedale edificato nella seconda metà del XVI secolo. Oltretutto limitrofa a
questo edificio un tempo vi era la vecchia chiesa dell' Addolorata, prima che
fosse rifatta ex-novo in Corso XX Settembre. Infatti, non è un caso che la
stradine che costeggia alle spalle l’attuale chiesa dell’Annunziata si chiama
chiesa vecchia dell’Addolorata. La chiesa ha dimensioni alquanto modeste. La
facciata non presenta nessun tratto evidente, è semplicemente marcata da
cornici verticali e orizzontali e leggermente traforata da finestre monofore
molto lunghe. Oltremodo il colore bianco della facciata si discosta di molto
dal colore caldo della pietra della chiesa di san Giorgio, ma si integra di
molto con il biancore del latte di calce delle abitazioni limitrofe. |
LOCOROTONDO |
Chiesa
dello Spirito Santo Quasi strozzata dagli edifici che si
affacciano lungo il Corso XX Settembre si nota la chiesetta dello Spirito
Santo. E’ una chiesetta dalle discrete dimensioni. Fu fatta costruire nel
1683 dall’arciprete don Giuseppe Antonio Nardelli il quale reputò opportuno
fornire anche alcuni beni. La facciata molto semplice è coronata in alto da
un campanile a vela con un solo fornice. Sulla facciata si evidenzia un
piccolo rosone e una edicola lunetata sulla trabeazione del portale di
ingresso. L’intestazione della chiesa e il suo anno di fondazione è inciso
proprio sulla trabeazione. Infatti l’iscrizione epigrafica recita così
<ECCLESIA SPIRITUS SANCTI. 1683>. La copertura è quella tipica di
Locorotondo, realizzata con le chiancarelle disposte in maniera spiovente. La
struttura ha subito un leggero ampliamento nella parte retrostante,
arretrando, anche se di poco, l’altare maggiore. L’interno quindi si presenta
in maniera rettangolare con un altare maggiore in pietra locale addossato al
muro. Sopra si può ammirare un’antica tela, forse si tratta del ritaglio di
una tela più grande, riproducente la Discesa dello Spirito Santo sugli
Apostoli. L’opera è attribuita ad uno sconosciuto pittore di ambito locale
del periodo tardo-secentesco di nome Bruno. Sulla sinistra della parete
dell’altare, nelle nicchie incassate nel muro, trovano collocazione la statua
vestita di nero dell’Addolorata e quella in cartapesta della Madonna con
Bambino. |
LOCOROTONDO La chiesa quasi sempre è chiusa. |
Chiesa di
San Nicola In Via dottor Oliva, non distante dalla
chiesa Madre di San Giorgio, nella città vecchia di Locorotondo si
può visitare la chiesa di San Nicola, un piccolo splendore artistico
restituito alla fruizione pubblica dopo i recenti restauri. Per secoli
trascurata, la chiesa in degrado si confondeva con le abitazioni, solo un
piccolo rosone nel timpano dava l’indizio di un luogo sacro. Il
tempietto risale alla seconda metà del ‘600 e fu edificato, intra
moenia, sul luogo di preesistenti cappelle dedicate al Santo di Myra il
cui culto è antico a Locorotondo. Nel Basso Medioevo, infatti, esisteva
un’altra chiesa dedicata a San Nicola, extra moenia, con annesso
monastero nella zona urbana dell’attuale Corso XX Settembre, poi demolita. |
M
Il Santuario rupestre della Madonna
della Grotta è sito a circa tre chilometri da Modugno sulla strada
provinciale per Carbonara su una sponda della lama Lamasinata. Realizzato
all’interno di una cavità naturale, ha origini antiche anche se non è possibile
datare con precisione il primo insediamento a carattere religioso. |
St. Madonna della Grotta, 3 MODUGNO Il santuario ha anche una serie di
interessanti testimonianze storiche tra le quali va innanzitutto ricordata
l’icona della Vergine della Deposizione, affresco di tipico stilema
basiliano ma risalente al periodo benedettino e, quindi, databile tra il 1260
e il 1310. Di data anteriore, invece, e quasi certamente di epoca basiliana,
sono i resti di un volto di rara bellezza, un palinsesto raffigurante forse
il volto di Cristo. |
Chiesa di
Maria Santissima Annunziata La chiesa di Maria Santissima Annunziata
(chiesa Matrice) è il principale luogo di culto di Modugno. Fra le diverse opere d'arte che la chiesa
custodisce è da ricordare in modo particolare l'Annunciazione di Bartolomeo
Vivarini. Sia all'esterno che all'interno della chiesa
si nota la coesistenza di diversi stili architettonici, dal romanico fino al
barocco. La facciata, preceduta da un vasto sagrato,
è suddivisa da cornicioni e lesene. L'ingresso, di forma rettangolare, è
contornato da modanature. Notiamo infine la presenza di due statue a
tutto tondo, una rappresentante l'Annunziata e l'altra raffigurante
l'Arcangelo Gabriele, nell'atto dell'annunciazione. Sotto l'architrave appare un cartiglio
riportante la scritta "AVE MARIA GRATIA PLENA". Il portale è
sormontato da un bassorilievo che rappresenta lo Spirito Santo sotto forma di
colomba. Il vasto timpano triangolare, fiancheggiato da due acroteri e in cui
si apre un oculo ovale, conclude il prospetto. 1.17) La navata è divisa da grandi colonne in
pietra con capitelli di varie forme. Sulla vetrata a fuoco della finestra
centrale della cupola è rappresentata la figura del Cristo benedicente che
domina dall'alto l'interno della chiesa. L'altare maggiore, in stile barocco, risale al 1666, ed è realizzato con marmi giallo e verdi. Nel soffitto, dipinto alla fine del Seicento
dal sacerdote modugnese Domenico Scura, possiamo ammirare tre scene,
circondate da decorazioni con finte architetture, ghirlande e putti: la
prima, quella più vicina all'ingresso, rappresenta il Trionfo della Croce; la
seconda raffigura l'Annunciazione; infine, nel quadro più vicino al
presbiterio, è rappresentata l'Adorazione del Santissimo Sacramento. |
Piazza del Popolo, MODUGNO Telefono: +39 0805328403 E-Mail: annunziata.modugno@arcidiocesibaribitonto.it
E’ presente un luminoso dipinto, di scuola
napoletana, che mostra la Chiesa trionfante con la Vergine tra una gloria di
santi ed Angeli. Le tele dei tre lunettoni sono attribuite a
Carlo Rosa. In quello di sinistra è rappresentato Lazzaro e il ricco Epulone,
nel centrale il Passaggio del Mar Rosso, a destra, possiamo ammirare due
personaggi biblici: La Regina Ester e il re Assuero. La parete destra è occupata da una cantoria
in legno scolpito e dorato, mentre su quella di sinistra si trovano la statua
lignea del Cristo morto e una tela raffigurante l'Ultima cena. L'altare comprende un ciborio d'argento
sbalzato con scene dell'Ultima Cena e un tronetto di marmo. Ai lati, sono presenti due statue di legno,
con i santi Basileo e Castore. Alle spalle fa mostra di sé un grande
reliquiario seicentesco dorato, in stile barocco, a forma di croce latina,
costituito da 28 caselle numerate che custodiscono 57 reliquie di santi e
martiri Nel IX secolo il borgo che sorgeva intorno a
tale chiesa venne distrutto durante le frequenti incursioni che i Saraceni
compivano in Terra di Bari. La popolazione, per sfuggire ai saccheggi,
si rifugiò nella Motta, un piccolo castello, presidiato dalle truppe
bizantine, che sorgeva su di un'altura. Nel frattempo le esigenze della popolazione
erano divenute tali per cui non era più sufficiente la chiesa di Santa Maria
di Modugno. Perciò, venne edificata una nuova chiesa, e venne dedicata
all'Annunziata. Nel 1347, Bartolomeo Carafa, arcivescovo di
Bari e feudatario di Modugno, temendo la discesa in Italia dell'esercito
ungherese, fece fortificare la città di Modugno. Nello stesso anno fece
restaurare la chiesa dedicata all'Annunziata, che era in stato di semi
abbandono. Per i lavori venne chiamato come architetto Bartolomeo Amendola il
quale si occupò di fondere l’antecedente costruzione con la nuova e di
realizzare il campanile. ORARIO SS
MESSA: Inverno Feriale: ore 8:00 – 9:00 – 18:30 Festivo: ore 8:00 – 10:00 – 11:30 – 18:30 Estate Feriale: ore 8:00 – 9:00 – 19:00
(Luglio-Agosto ore 19:30) Festivo: ore 8:00 – 10:00 – 11:30 – 19:00 Luglio-Agosto: ore 8:00 – 10:30 – 19:30 |
Chiesa di
Sant’Agostino La chiesa di Sant'Agostino è prodotto del
restauro di una cappella gentilizia del XVI secolo,
dedicata a Santa Maria delle Grazie e appartenuta alla famiglia Faenza.
Questa cappella era situata fuori dalle mura cittadine, nella zona detta
della "porta staccata". Il 17 marzo 1591 il terreno
vicino alla cappella venne donato da Maria Faenza ai Padri
Agostiniani, che si trasferirono a Modugno il 14 ottobre del 1593.
L'arrivo degli Agostiniani a Modugno fu voluto dalle famiglie nobili che si
trasferirono dalla Lombardia al seguito di Isabella d'Aragona e di Bona
Sforza.
Infatti, l'ordine religioso legato alla regola di Sant'Agostino era
particolarmente diffuso in Nord Italia, ma meno al Sud. Gli Agostiniani
sostituirono nella vita religiosa modugnese i Domenicani e
il segno più evidente di questo cambiamento fu la sostituzione del Santo
patrono di Modugno da San Pietro Martire che visse come frate
domenicano al frate agostiniano San Nicola da Tolentino. Il 18 marzo 1618 venne
consacrata dal vescovo di Mileto Pietro
Pitar la nuova chiesa, sempre dedicata a Santa Maria delle Grazie, che
inglobava la vecchia cappella gentilizia ed era annessa al convento
agostiniano. Dal 13 febbraio 1807, come
conseguenza della legge eversiva emanata
dal re di Napoli Giuseppe Bonaparte, la cappella e il convento
passarono al demanio regio e poi al Comune di Modugno il quale, nel 1820 li affidò
all'opera pia Sacro Monte di Pietà con lo scopo di realizzare un ospedale. La
chiesa venne lasciata progressivamente al degrado. Nella metà del XX secolo,
l'Arcivescovo Marcello Mimmi volle creare una nuova parrocchia a
Modugno, la seconda dopo quella della Chiesa Matrice. A questo scopo, un primo
tentativo di chiedere la concessione della chiesa all'opera pia Sacro Monte
di Pietà venne effettuato nel 1941 dall'Arciprete
di Modugno Alvigini, ma senza risultati. Nel 1950 il
complesso, in stato di abbandono, venne ceduto al Capitolo Arcivescovile che
provvide a restaurarlo e a creare la Parrocchia di Sant'Agostino. La
parrocchia di Sant'Agostino venne creata il 2 dicembre 1950: il primo
parroco fu Don Biagio Trentadue. I lavori che proseguirono fino al 1967 modificarono
sia la facciata che l'interno della struttura con sostituzione degli arredi
interni e la trasformazione della cappella della Madonna delle Grazie
in sagrestia. Fino alla ristrutturazione degli anni
cinquanta, all'interno di questa chiesa, e specialmente nella seconda cappella,
erano presenti una serie di nicchie che custodivano le statue che sfilavano
per le vie del paese in occasione della processione dei
misteri del venerdì santo. La processione partiva proprio da
questa chiesa, dove aveva sede la Confraternita del Sacro Monte di Pietà. Dal
nome di questa confraternita, trae origine il nome che i cittadini modugnesi
tradizionalmente danno alla processione del venerdì santo: "du
monde" (processione del monte) . |
Via Monte Pertica, 2 MODUGNO Telefono: +39 0805328380 E-Mail: santagostino.modugno@arcidiocesibaribitonto.it info@parrocchiasantagostino.org Nel prospetto, il portale rettangolare è in
legno e riporta la data del 1858. Questo portale è sormontato da un timpano triangolare
che comprende un bassorilievo della Madonna delle Grazie con
Bambino e la data 1609. Nell'architrave sono riportati gli stemmi del Comune di
Modugno e della famiglia Faenza, un bassorilievo di Sant'Agostino e
l'iscrizione in latino: “AUGUSTINUS LUX DOCTORUM – FIRMAMENTUM
ECCLESIE” (Traduzione italiana:
Agostino luce dei Dottori – colonna della chiesa). Sormonta tutta questa
architettura, il busto rappresentante l'Ecce Homo in
una piccola nicchia con volta a conchiglia. Completa la facciata una vasta finestra
rettangolare con cornice riccamente decorata con fasce di fogliame sia
all'esterno che nel lato interno. I fregi che ornano la facciata della chiesa
sono opera degli artigiani modugnesi Giovanni Colella e Tonno de Attolico e
degli altamurani Stefano
de Piscioia e Scipione Cagnazzi. Sul lato sinistro dell'edificio di erge un
campanile a vela con doppio fornice. A sinistra dell'ingresso della chiesa, è
possibile vedere il chiostro dell'ex-convento. L'interno della chiesa è a navata unica
con volta a botte lunettata. Presenta, sul
lato destro, quattro cappelle gentilizie e, sul lato sinistro, quattro grandi
archi. Tutto l'interno è riccamente decorato da stucchi, che riportano
diversi motivi vegetali e angelici, realizzati nel 1721 dall'artista
napoletano Maurizio D'Alesio. Sempre risalente al XVIII
secolo e la struttura della cantoria e l'organo. La prima cappella era di patronato
della famiglia Stella. Questa cappella è dedicata
a San Nicola da Tolentino e custodisce
una statua lignea realizzata nel 1785 dallo
scultore andriese Arcangelo
Spirdicchio, spostata dal 1963 per un periodo nella chiesa di Santa Lucia. L'altare
di questa cappella è in stile barocco
leccese è stato fatto realizzare nel 1716 da
Giuseppe Stella (fratello di Rocco e Gian Battista) dall'artista leccese Pasquale Simone. Esso è
riccamente decorato con colonne
tortili e putti. La seconda cappella apparteneva alla famiglia
Scarli ed era dedicata alla Natività di Gesù. Dalla
ristrutturazione della chiesa degli anni
cinquanta, questa cappella è dedicata alla Madonna di Lourdes ed ospita una grotta
con piccola statua della Madonna di Lourdes, creata da Fedele Marrano
di Giovinazzo nel 1954. La terza cappella era di patronato
della famiglia Scura ed era dedicata alla Pietà.
Le pareti sono affrescate con dipinti rappresentanti San Francesco da Paola, realizzati
nel 1707 per
iniziativa della famiglia Risotti. La quarta cappella era dedicata alla Madonna
delle Grazie e costituiva la prima cappella del Cinquecento appartenente
alla famiglia Faenza. Nel rifacimento degli anni cinquanta, questa cappella
venne trasformata in sagrestia. Nel lato sinistro, quattro arconi
conservano, in ordine: il primo, un crocifisso ligneo;
il secondo, lo stemma della famiglia Grandi e un dipinto su tela del XVIII
secolo con stile bizantineggiante e rappresentante la Madonna del
Carmine; il terzo, lo stemma della famiglia Scura, un altare in legno dorato
dedicato al Sacro Cuore, un dipinto del XVI secolo rappresentante
Sant'Agostino, dipinto del Sacro
Cuore; il quarto, un dipinto su tela del XVII
secolo di San Carlo Borromeo. Il presbiterio è
incorniciato da un grande arco riccamente decorato ad opera dello
stuccatore napoletano Maurizio
D'Alesio. Nella parte superiore del presbiterio, è custodita la molto
pregevole cantoria in legno dipinto in verde e dorato, caratterizzata da
teste di putti ed angeli e una balaustra con colonnine su cui è apposto il
grande stemma di un'aquila bicipite con i simboli dell'Ordine di
Sant'Agostino: il cuore trafitto da una freccia e un libro. La chiesa custodiva la statua della Madonna
Addolorata, successivamente spostata nella chiesa di Santa Lucia. ORARIO SS
MESSA: Inverno Feriale: ore 7:30 – 19:00 Festivo: ore 8:00 – 9:45 – 11:00 – 19:00 Estate Feriale: ore 7:30 – 19:00 Festivo: ore 8:00 – 10:00 – 19:30 |
Cappella
di Sant’Anna Si ricorda il nome del rettore di questa
cappella nel 1774:
don Luigi de Rossi. Il suo portale è squadrato ed è contornato
da stipiti scanalati e ornati da bassorilievi di fiori. Esso è sormontato da
un timpano triangolare spezzato con al centro uno stemma, il cui disegno però
non ci è pervenuto integro. Forse è stato cancellato. L'interno della cappella presenta
una volta a crociera adornata da bassorilievi.
Conserva l'altare di Sant'Anna con un pregevole dipinto secentesco che
raffigura la Santa e Maria e una statua in cartapesta di Cristo deposto. |
Via Conte Rocco Stella, MODUGNO |
Chiesa di
Sant’Antonio La chiesa presenta la classica struttura
della chiesa bizantina, con ingresso orientato ad est. La costruzione è
posizionata in maniera simmetrica rispetto alla chiesetta di San Giovanni
Battista. Forse era al di fuori delle mura trecentesche. La chiesa è
contraddistinta da un piccolo campanile a vela del Seicento.
L'interno è un'unica stanza con volta
a botte e conserva poco dell'aspetto originario. |
Via Corsica, MODUGNO |
Chiesa
dell’Assunta Originariamente era una piccola cappella dedicata
a san Sebastiano, situata al di fuori delle mura
cittadine, di proprietà del Capitolo Arcivescovile di Bari. Nel 1505 venne
ceduta al Capitolo di Modugno, in cambio di 50 libbre di cera lavorata
da pagare annualmente in occasione della festa dell'Assunta (altre fonti
datano questo passaggio al 1507, con lettera dell'arcivescovo Giovanni Giacomo
Castiglione). In questa chiesa, l'arciprete Gian Battista Stella aveva l'abitudine
di incontrare gli altri sacerdoti modugnesi due volte alla settimana, il
mercoledì e il sabato, per dedicarsia alle letture sacre, alla preghiera e
alla discussione di casi di coscienza. Nel 1707 grazie
all'interessamento dell'arciprete Stella vennero aggiunte due cappelle
dedicate a San Filippo Neri e alla Sacra
Famiglia. Una pietra posta sul lato esterno della chiesa, in
corrispondenza della cappella di San Filippo Neri, riporta la data 1706. La devozione
per san Filippo Neri era molto sentita a Modugno e questa chiesa venne chiama
col nome del santo fino al 1797, quando venne definitivamente dedicata all'Assunta
ospitando l'omonima confraternita. La Confraternita dell'Assunta venne
istituita dal gestuita padre Domenico Bruno nel 1721, il quale
promosse fortemente il culto
mariano facendosi artefice dell'istituzione di molte confraternite e
congregazioni nel Sud Italia. Le norme di questa confraternita ebbero
l'approvazione regia da Ferdinando IV di Borbone, il 24
luglio 1797.
La chiesa dell'Assunta aveva sempre svolto una funzione di sostegno ai poveri
e agli ammalati, la confraternita ereditò questo compito. La divisa della
Confraternita è costituita da camice bianco con mantella celeste bordata in
oro, scarpe bianche, cintura celeste, scapolare nero
con medaglione dell'Assunta. La facciata della
chiesa risale al Seicento. Al portale rettangolare
si accede tramite tre gradini, su uno dei quali si legge l'iscrizione:
TEMP(ORE) E PESTIS A.D. 1535 Questa iscrizione probabilmente fa riferimento
al fatto che sotto il sagrato sono state sepolte le vittime della pestilenza che
ha colpito Modugno in quell'anno. La trabeazione che
sormonta il portale è molto riccamente decorata con bassorilievi di pitti e
conchiglie; riporta il monogramma di Maria Assunta (MA). È poi possibile
leggere la scritta “Indulgenza Plenaria” con riferimento alla concessione
di Papa Pio VII al cardinale prefetto della
Congregazione dell'Assunta (nel 1807). La facciata, nella sua sommità è
impreziosita da un campanile
a vela risalente al Settecento.
Questo campanile in stile Barocco
spagnolo si erge su due livelli entrambi riccamente decorati: il
primo presenta due fornici con ringhiera in ferro battuto; il secondo con
un fornice più piccolo circondato da una balaustra. Questa struttura presenta
in apice un acroterio sorretto da angeli. |
Via Cairoli, MODUGNO L'interno della chiesa è composto da
tre navate:
quella centrale corrisponde alla struttura originaria della chiesa; le due
navate laterali risalgono all'ampliamento settecentesco voluto da Gian
Battista Stella. La navata centrale è formata da due campate con volte
a crociera; mentre le due cappelle laterali hanno volta
a vela. Quattro finestre ovali illuminano la chiesa, ne sono presenti due
in ogni navata laterale. Complessivamente, la chiesa misura 12,60 metri di
lunghezza e 10,70 nel suo punto più largo. Su lato dell'ingresso è presente una
cantoria in legno con balaustra ed un organo del 1815. Al di sopra dell'altare principale è
presente una nicchia dal contorno dorato che custodisce una statua lignea
della Madonna Assunta. Questa statua risale al 1797 e fu commissionata ad
artigiani di Venezia dalla Confraternita dell'Assunta, in seguito
al rincoscimento ottenuto da Ferdinando IV di Borbone. Una leggenda locale
narra che la nave che trasportava la statua da Venezia, naufragò nei pressi
di Molfetta in
seguito ad una tempesta. La cassa che custodiva il manufatto arrivò nel
tratto di costa denominato Cala di San Iacobo vicino alla Basilica della Madonna dei Martiri, che era di proprietà
di Efrem Filioli. La Madonna le sarebbe apparsa in sogno per due notti per
avvisarla dell'accaduto. La signora Efrem Filioli, recandosi sulla spiaggia,
trovo la cassa contenente la statua dell'Assunta galleggiare fra gli scogli.
La notizia del ritrovamento viaggiò rapidamente fra i paesi vicini fino a
Modugno da dove la Confraternita partì per prendere possesso dell'opera
d'arte, dopo averne dimostrato la proprietà. La statua entrò a Modugno, dopo
un lungo e avventuroso viaggio, il 10 agosto 1797. Nella cappella di sinistra, in origine
dedicata alla Sacra Famiglia, sono presenti una statua di San Sebastiano e un
dipinto dell'Assunta. La cappella di destra conserva una statua e un quadro
rappresentanti San Filippo Neri. Alla sinistra dell'ingresso si erge un
altare circondato da ringhiera in ferro, dedicato alla Madonna Addolorata. All'interno della chiesa è
presente inoltre una statua rappresentante la Madonna Addolorata,
testimonianza della presenza in questa chiesa del Terz'Ordine dell'Addolorata
istituita nel 1888 da
Fra' Pietro Maria Testa. Nel 1851 venne
istituita, all'interno della chiesa, la Via crucis.
ciò è testimoniato dalla presenza di diversi quadri rappresentanti le diverse
stazioni. |
Chiesa della Vergine Maria del Carmine In questa chiesa opera la Confraternita del
Carmine, in origine formata da medi e piccoli proprietari terrieri, con lo
scopo di venerare la Madonna del Carmelo. La confraternita è stata creata il
24 maggio 1791 con
decreto di Ferdinando IV di Borbone e il 14
febbraio 1860 divenne
arciconfraternita. Nel 1866 divenne opera pia utilizzando le proprie rendite per
aprire un ospizio di mendicità che rimase operante fino al 1941, nei locali
dell'ex convento dei frati
cappuccini. |
Via Carmine, MODUGNO |
Ex
Convento dei Domenicani Nel 1451 Antonio de
Risotto cede all'allora arcivescovo di Bari Francesco d'Ajello un terreno
dove sorgeva la chiesetta di S. Pietro martire. In questo terreno che si
trovava al di fuori delle mura cittadine sorse il monastero domenicano,
intorno alla chiesetta che, secondo diverse fonti, aveva un elevato valore
artistico e ospitava sculture marmoree create da Ludovico Fiorentino.
Nel 1807 il
monastero fu soppresso per ordine di Giuseppe Bonaparte. Il terreno, di proprietà
demaniale, venne ceduto nel 1830 al francese Pietro
Ravanas che vi creò un frantoio che adoperava un innovativo sistema
idraulico di molitura. La chiesetta, già in condizioni fatiscenti, andò in
rovina. L'iniziativa del francese non ebbe molto successo e il terreno,
espropriato dal demanio, venne venduto a Giovanni Romita, poi a Traversa e
infine a Salvatore Pellicciari di Gravina nel 1880. Quest'ultimo
istituì un orfanotrofio femminile affidato alla gestione delle Suore
Stimmatine. Sulle fondamenta della precedente, venne costruita una nuova
chiesa. Nel 1903 la
struttura dell'ex convento passò a Cav. Oronzo Lenti di Noci marito
della Baronessa Giustina Bacile di Castiglione di Spongano,
cugino di Salvatore Pellicciari, che diede il proprio nome all'orfanotrofio.
Nel 1936 le
figlie del Cav. Oronzo Lenti donarono il complesso dell'orfanotrofio alle
Suore Stimmatine che realizzarono un asilo e nel 1968 edificarono
un nuovo stabile accanto al precedente. La vecchia costruzione, restaurata, è
oggi adibita a Casa di Riposo delle Suore Stimatine. La nobildonna Laura
Lenti, una delle figlie del Cav. Oronzo, fu anche fondatrice e benefattrice
del famoso" Monastero Benedettino" Madonna della Scala di Noci (Ba)". L'ordine dei Domenicani fu il primo a
insediarsi a Modugno agli inizi del XV secolo.
I Domenicani introdussero
e diffusero il culto di San Pietro Martire nella comunità
modugnese divenendone il primo Santo Patrono. Si ha notizia di un altro
convento, presente nel centro modugnese, dedicato a San Pietro apostolo, che probabilmente
sorgeva nei pressi della Chiesa di S. Michele. La loro
presenza diede un forte impulso alla crescita culturale della popolazione ma,
nel XVIII secolo si trovavano in crisi per la
gestione dissoluta dei terreni annessi al convento e il Decurionato modugnese
rifiutò loro un prestito. |
Via Roma, MODUGNO All'interno si trova la chiesa di San Domenico. |
Chiesa di
San Giovanni Battista Essa comprende i locali di un antico ospedale cittadino e si
trova nel centro di Modugno, nei pressi della Motta. In origine era posizionala al di fuori
delle antiche mura trecentesche. La sua pianta e la sua struttura hanno
indotto alcuni studiosi a ritenerla di origine bizantina,
ma recenti studi di documenti inediti e la presenza di elementi
architettonici non propriamente bizantini mostrano che la Chiesa ha origine
trecentesca, sorta su un preesistente ospizio per i pellegrini, e apparteneva
alla famiglia greca degli Johannaci. Il portale rettangolare è sormontato da
un grande arco a tutto sesto: si possono vedere i bassorilievi dei simboli
dei pellegrini (la conchiglia di San Giacomo e la zucca che fungeva da
borraccia per l'acqua). La struttura è sormontata da un piccolo
campanile a vela. Nel 1756 la chiesa, ormai in rovina, veniva restaurata a
proprie spese dal Rettore dell'ospedale Domenico Del Zotti. Accanto alla
chiesetta, sorge il locale originariamente destinato a ospedale. La funzione
di ospedale che aveva la chiesa sembra essere confermata anche dalla
presenza, all'interno della struttura, di un affresco rappresentante San Giovanni Battista. |
Via Guarino Cazzano, 47 MODUGNO |
Chiesa di
San Giuseppe delle Monacelle È sorta dall'ampliamento dalla preesistente
Chiesa di Sant'Eligio costruita nel 1518, quando Modugno
era ducato retto dalla regina Bona
Sforza, su terreno donato da Bisanzio Pilolli (vedi Palazzo Pilolli (Modugno)). Nel 1519 viene
costruito, accanto alla chiesa di Sant'Eligio un ospedale per i poveri,
successivamente trasformato in educandato per le fanciulle: il Conservatorio
di Sant'Eligio. Nel 1640, le educande si trasferirono nel Monastero di S. Croce e
nel 1673,
grazie al notabile modugnese Giampietro Maranta (vedi Palazzo Maranta (Modugno)) si trasformò
nel Convento delle Clarisse, con il nome di Santa Maria della Purità.
Nel 1681 vi
presero i voti le 24 novizie e venne stabilita la clausura. Mentre il
Monastero di S. Maria della Croce era detto delle “Monache Grandi” perché vi
prendevano il velo le figlie delle famiglie più importanti, qui prendevano il
velo le figlie delle famiglie meno abbienti; pertanto venne definito
popolarmente Convento delle Monacelle. La chiesa di Sant'Eligio venne ampliata
nel 1689 e
dedicata a San Giuseppe; la consacrazione avvenne il 7
giugno 1765 in
presenza del vescovo di Ruvo,
Pietro Ruggero. Il Convento venne soppresso nel 1866, ma venne
concesso ad uso delle monache sino al 1909 quando
morì l'ultima di esse: Francesca Grillo. Da quel momento, di proprietà
demaniale, venne lasciato al degrado. Tra il 1913 e il 1918 ospitò la
Confraternita di San Francesco Saverio, che nel 1918 prese il nome di
Confraternita del Preziosissimo Sangue. Durante la Prima guerra mondiale, ospitò delle truppe.
Dopo di che, per le sue condizioni di fatiscenza che minacciavano la
salubrità del quartiere circostante, la struttura del monastero venne
abbattuta nel 1941,
su disposizione del podestà Nicola Vernola datata 28
dicembre 1940.
Nel 1964 vennero
rimosse tutte le strutture superstiti del monastero per lasciare spazio a un
mercato ittico. Al contrario dell'annesso monastero, la Chiesa di San
Giuseppe non venne abbattuta ma la sua struttura venne molto danneggiata, nel
corso del tempo, dall'abbandono e dalle infiltrazioni d'acqua. |
Piazza Romita Vescovo, MODUGNO La facciata si innalza su tre livelli e il
portone ligneo intagliato risale al 1703. Il portone e
sormontato da una trabeazione e da un timpano triangolare spezzato
che comprende una nicchia con la statuetta di S. Giuseppe che regge in una
mano Gesù e nell'altra dei gigli; la nicchia è sormontata da un altro piccolo
timpano. Nella trabeazione vi è l'iscrizione: VIRGINIS HIC SP_SUS C_ IESUS
VIRGU RETEX_T – VIRGINEIS SERTS LILIA FRAGA R_SAS – 1689 (traduzione
italiana: Qui il casto sposo della vergine reintrecciò con Gesù, in virginei
serti, gigli, fragole e rose – 1689). Diverse finestre si aprono nella
facciata e nelle pareti laterali. Sul lato sinistro si innalza l'elegante
campanile barocco a due ordini. L'interno, a navata unica, misura
12,20 metri di
lunghezza e 9,410 di larghezza. è molto riccamente decorata con inserti
marmorei e con affreschi. Ha volta
a botte con lunette. Molto bello è il pavimento maiolicato. Le preziose
tele che erano custodite nella chiesa e nel monastero, in parte sono andate
disperse, in parte sono state trasferite nella Chiesa Maria Santissima
Annunziata; queste tele appartengono alla scuola barocca di Corrado Giaquinto. L'altare maggiore marmoreo risale alla
seconda metà dell'Ottocento, ad opera dell'ingegner Carella, ed è in
stile rinascimentale. Esso venne consacrato dall'arcivescovo Clary ed ha
sostituito il precedente altare ligneo, in stile barocco, che venne portato
nella Chiesa di Santa Maria di Modugno e,
quando questa subì un crollo, venne depositato nella Chiesa Matrice. |
Chiesa di
Santa Maria Immacolata È stata costruita, insieme al convento
dei Frati Cappuccini (Padri Zoccolanti dell'ordine Serafico di San Francesco d'Assisi, detti
comunemente Cappuccini),
tra il 1589 e
il 1591 quando
Nicola de Russis, espresse, come volontà testamentaria, il desiderio di
lasciare i propri averi per la realizzazione di questo convento. L'ultima
erede, Atonia Miletto, adempì a questo desiderio contribuendo, con l'Università di
Modugno, alla sua costruzione. Nel 1591, il monastero
ospitava una decina di frati. La struttura subì un ampliamento nel 1629 e un
restauro nel 1765. Il convento fu abolito durante il periodo di
governo di Gioacchino Murat e nel 1866 venne
occupate dalle truppe italo-prussiane in guerra contro l'Austria. I frati
vennero ospitati da Michele Loiacono in Santa Maria della Grotta. Nel 1869 la
struttura venne ceduta al comune di Modugno che la divise in favore delle
opere pie del Carmine e del Purgatorio. Nel 1875, l'utilizzo
della chiesa venne chiesto al Comune di Modugno, sia dal Padre Cappuccino
Vito Maria da Rutigliano che voleva proseguire la tradizione francescana, sia
da un gruppo di 12 modugnesi che avevano intenzione di fondare una
confraternita dedicata all'Immacolata; entrambe queste richieste non vennero
accettate. Nel 1878 fu
sede della Confraternita della Natività; nel 1894 tornò
all'opera pia del Purgatorio che vi creò un orfanotrofio gestito dalle Suore
Stimmatine. Nel 1907 la chiesa
dell'Immacolata venne restaurata per l'interessamento del sacerdote Don Alberto Romita. Dal 26
aprile 1969 venne
ceduta dal Comune di Modugno alla curia arcivescovile di Bari che nel 1974 vi istituì
una Parrocchia,
per iniziativa dell'Arcivescovo Anastasio Alberto Ballestrero. Il
20 ottobre 1974 prese possesso della nuova parrocchia il suo primo parroco,
Don Rocco Di Ciaula. Nel luglio dell'anno successivo, le Suore Stimatine
lasciarono i locali dell'ex convento dei Cappuccini, i quali furono adibiti
ad uso scolastico. La chiesa dell'Immacolata e il convento dei
Cappuccini sorgevano in un rione fuori delle mura cittadine detto "la
fontana", dove c'era un pozzo pubblico, costruito dopo la peste
del 1522. Il
pozzo di via de' Cappuccini era scavato nella roccia per una profondità di
250 palmi (circa 66 metri). Almeno
fino a metà del XVIII secolo, era l'unica fonte di acqua sorgiva
esistente nel territorio comunale. Essa si trovava distante dal centro
abitato e al di fuori delle mura cittadine, ma fungeva da preziosa riserva
idrica nei periodi di siccità (in
quanto attingeva direttamente da una falda
acquifera), allorquando le cisterne cittadine che raccoglievano le acque
piovane non erano sufficienti. Il pozzo venne chiuso nel 1960 durante i
lavori di allargamento della strada. Le acque di questo pozzo contenevano cloruro
di sodio, cloruro di magnesio, carbonato di calcio, solfato di magnesio e forse anche solfato di soda. Ad esse
erano attribuite virtù diuretiche e leggermente lassative; pertanto erano
utilizzate per terapie in soggetti afflitti da calcolosi. |
Via X Marzo, MODUGNO La chiesa si trova in un piazzale dove son
presenti diversi pini. Tutta la facciata della chiesa è coperta da un bugnato poco
aggettante in pietra calcarea. Il portale è rettangolare sormontato da
lunetta che comprende dei bassorilievi che raffigurano calice, ostia e
angeli. Al di sopra del portale c'è lo stemma dei Cappuccini e da un ampio ed
elegante finestrone di stile barocco. Nella parte sinistra della struttura si
innalza un piccolo campanile
a vela rettangolare. In questa parte, corrispondente alla navata
laterale dove ci sono le cappelle, è possibile intravedere la precedente
esistenza di un altro ingresso. Di questo ingresso rimane solo una finestra
che riporta in architrave la seguente iscrizione: "In anno 1589 - P.
Totum 91"; questa data conferma la data di costruzione della chiesa. Al
di sopra di questa iscrizione è presente il simbolo di San Bernardino da Siena: il
monogramma JHS nel
sole raggiante. L'ex convento si erge a destra della chiesa
ed è di forma quadrangolare. L'ingresso, nascosto da un cortile esterno,
conduce in un ambiente che funge da anticamera per il chiostro porticato,
lastricato di pietra, con sei archi a tutto sesto che conserva un antico
pozzo. Dal chiostro si accede ad un corridoio che comunica con gli ambienti
prima destinati a cucina e refettorio. Nel piano superiore ci sono le 26 piccole
celle dei frati, voltate a botte. Ci sono anche altre stanze che si
affacciano all'esterno e nel cortile interno, l'unica delle quali ha un
balcone era la biblioteca dei Cappuccini. Il giardino del cotile interno
dell'ex convento dei cappuccini ospita, in occasione del periodo natalizio,
un allestimento del presepe vivente. La pianta della chiesa dedicata all'Immacolata Concezione è quella
caratteristica dell'Ordine francescano: navata unica affiancata ad un lato da
una serie di cappelle intercomunicanti. L'interno della chiesa presenta una navata
principale (misurante 13,50 metri di lunghezza e 6 di larghezza) ed un'annessa a
sinistra (larga 4,90 metri), costituita da tre cappelle comunicanti tramite
archi. Sulla parte destra, sono presenti quattro grandi archi a tutto sesto
che in origine ospitavano degli altari laterali, ma ora accolgono dei quadri.
Questi archi sono sormontati da teste angeliche. La volta
a botte della navata principale è ornata da dipinti, il principale
dei quali rappresenta Francesco d'Assisi inginocchiato davanti al Crocifisso.
Le pareti e le volte sono affrescate con decorazioni floreali e di finti
marmi policromi, frutto del restauro del 1909 commissionato
dall'arciprete Romita. Anche il pavimento risale all'inizio del secolo. Le tre cappelle laterali sono dedicate
rispettivamente a San Pasquale Baylon, al Sacro
Cuore e Sant'Antonio. L'altare maggiore (modificato nel 1858) è in marmo
bianco. Presenta 4 colonne
tortili in cemento che nel 1964 hanno
sostituito quelle preesistenti in legno che si erano rovinate. Questo altare
custodisce la statua dell'Immacolata in legno dipinto, probabilmente opera
dell'artista napoletano Francesco Verzella e quattro nicchie di Santi
francescani, attribuite a Francesco Picano. A sinistra dell'altare maggiore
si trovava l'antico coro, che ora è adibito a sagrestia; un tempo, questo
ambiente era separato da una grata in modo da consentire ai fedeli l'ascolto
dell'Ufficio dei monaci. Da questa stanza si accede all'antica sagrestia, di
forma ottagonale, ora utilizzata come ufficio parrocchiale. |
Parrocchia
dell’Immacolata |
Viale della Repubblica, MODUGNO Telefono: +39 0805329350 E-Mail: segreteria@parrocchiaimmacolatamodugno.it
ORARIO SS
MESSA: Feriale: 08:15 – 19:00 Domenica: 08:00 (Chiesa dei Cappuccini)
10:00 – 11:30 – 19:00 |
Chiesa di
Santa Lucia Nella chiesa furono seppellite alcune delle
vittime della pestilenza che colpì Modugno nel 1656. Il nome originario della chiesa era di Santa
Filomena. In origine la chiesa custodiva una statua raffigurante Santa
Filomena, ma con la diffusione nella contrada del culto di Santa
Lucia, la chiesa cambiò nome. La venerazione di santa Lucia, a Modugno,
era in origine legata all'immagine sacra dipinta nella cappella sinistra di
questa chiesa, ma con la realizzazione nel 1935 di
una statua in cartapesta, venne creata una festa esterna alla chiesa
con processione. La chiesa di Santa Lucia, essendo di proprietà privata, col
tempo perse di importanza ed ora viene aperta solo in occasione della festa
della Santa. |
Nel trivio, tra via Santa Lucia, via Le
Lamie e via Tagliamento, MODUGNO La chiesa è composta da due cappelle
affiancate, una delle quali risale al XV secolo.
Ci sono due ingressi di dimensioni diverse che conducono nelle due cappelle.
L'ingresso più grande è sormontato da una piccola finestra e da un campanile
a vela che richiama gli stilemi dell'architettura barocca; il secondo ingresso ha
sul suo architrave una lunetta ed è sormontato da una finestra rettangolare.
All'interno, le due cappelle con volta
a botte sono comunicanti tramite grandi archi a tutto sesto,
poggianti su di un pilastro centrale. Nella cappella di sinistra, nella
grande lunetta posteriore
all'altare, è presente un dipinto che rappresenta Santa Lucia con tunica nera
e manto bordeaux, con nella mano un vassoio con due occhi e nella mano destra
la palma del martirio. La santa è affiancata da due figure di Santi. Nella cappella di destra, l'altare è sormontato da una nicchia: un tempo custodiva la statua di Santa Filomena, che dava il nome alla chiesa, mentre ora vi si conserva una statua della Madonna Addolorata, ivi condotta dalla chiesa di Sant'Agostino. Dalla stessa chiesa proveniva anche un'altra statua lignea (qui spostata nel 1963 per un certo periodo), raffigurante San Nicola da Tolentino, realizzata nel 1785 dallo scultore andriese Arcangelo Sprdicchio. |
Chiesa di San Michele |
Via Carmine, MODUGNO |
Chiesa di
Santa Maria Il complesso della chiesa, per molto tempo
in stato di incuria ed abbandono, conserva i muri perimetrali e resti di
affreschi sulle pareti. Diverse campagne di scavi archeologici hanno portato
alla luce i resti di un esteso sepolcreto medioevale e di antiche cappelle
sulle quali è stata fondata la chiesa. Accanto alla struttura della chiesa è
visibile una casa colonica fatta costruire nel 1748 dall'arciprete
Flora. Sino ai primi decenni del Novecento era
meta di processioni che si svolgevano il 25 aprile e il 15 agosto e si
concludevano con messa solenne in onore dell'Assunta. Nel 1938 la volta
della navata centrale crollò e la chiesa venne abbandonata. La casa colonica
settecentesca venne utilizzata come fabbrica di scale fino agli anni
settanta, in quanto disponeva di un pozzo esterno.Dal 1990 è sede
dell'Archeoclub di Modugno. |
Via Paradiso, MODUGNO |
Chiesa di
Santa Maria della Croce Nella chiesa opera la Confraternita del
Terzo ordine agostiniano sotto il titolo di san Nicola da Tolentino. Essa è
stata fondata nel 1866 nella chiesa Maria SS.ma
Annunziata, ma si trasferì nella chiesa di S. Maria della Croce allo
scioglimento dell'ordine benedettino delle Olivetane, su concessione
dell'Amministrazione del Comune. La divisa utilizzata nelle manifestazioni
pubbliche dalla confraternita consiste in un saio nero con cinta nera e da un
medaglione d'argento con stella a sei punte, caratteristica dell'ordine
agostiniano. |
Via , MODUGNO La facciata mostra un gusto per il barocco,
maggiormente evidente nell'interno. Il portale ligneo riccamente decorato
del 1639 è
sormontato da una trabeazione, sottostante un timpano triangolare
spezzato. Nel timpano è ricavata una nicchia con abside a conchiglia che
accoglie una statua di San
Benedetto. Questa struttura è completata da un piccolo timpano
triangolare con bassorilievo di una testa alata. La facciata di tufo
presenta, sino all'altezza del portale un bugnato e
prosegue con un prospetto liscio dove si inseriscono due finestre. La
facciata è sormontata da un timpano triangolare con apertura rettangolare al
centro che serviva a dare luce alla tettoia a spioventi presente fino
al 1954.
Nell'angolo destro della facciata c'è uno stemma del cardo selvatico
risalente all'epoca borbonica (1639). Sul lato destro della chiesa c'è un ingresso secondario
e quattro monofore. All'interno, la chiesa presenta
un'unica navata di
dimensioni 18 metri di
lunghezza e 9 di larghezza. Il pavimento è formato da mattonelle maiolicate. Sui lati sono presenti quattro arcate a
tutto sesto, separati da lesene con capitelli di ordine
dorico e sormontate da cori con grata rigonfia. La parte interna
dell'ingresso è sormontata dalla cantoria con grata simile a quella dei cori
laterali. Abbondano le decorazioni a stucco presenti sulla volta a vele
incrociate e sulle pareti; l'altare maggiore, in marmo dipinto, è dedicato a
S. Maria della croce. Nella chiesa sono conservate diverse tele e statue
realizzate nel Seicento da artisti locali. |
Chiesa di
Santa Maria del Suffragio La chiesa viene comunemente detta del
Purgatorio dalla confraternita che ne è proprietaria e che vi opera. Fondata
nel 1632 dall'arcivescovo
Ascanio Gesualdo e insediata nella chiesa dal 1651. La Pia
Associazione sotto il titolo di Purgatorio di Modugno fu munita di Regio
assenso di Ferdinando IV di Borbone il 7
aprile 1761.
Il 3 marzo 1879 venne
rifondata, col regio assenso di Re Umberto I di Savoia, trasformandosi in Opera
Pia dedita al sostentamento e all'educazione delle ragazze orfane. La Pia
Associazione Purgatorio di Modugno, è tuttora in piena attività ed è formata
dai componenti delle famiglie
Pieschi, Capitaneo,Alberotanza,Ventura,Majone,Longo de Bellis, Longo
Crispo, Zaccaro ecc. Il numero dei componenti è stabilito in 24 secondo
l'antica consuetudine secentesca. La Confraternita Pia Associazione
Purgatorio di Modugno è stata riformata nel 2012 con nuovo statuto e ha avuto
l'assenso da parte della Regione Puglia. La facciata in tufo è preceduta da un pronao
in pietra levigata di stile neoclassico. La parte destra della chiesa è collegata
alle abitazioni vicine tramite archi, sulla parte sinistra sono presenti
cinque monofore e un ingresso secondario, sormontato da un bassorilievo,
rappresentanti le anime del purgatorio e un teschio, e dall'iscrizione
in latino: “QUOD SIM VIDE” (Traduzione italiana:
Guarda ciò che sono). Nella parete posteriore ci sono due monofore
tra le quali è situato un bassorilievo di Madonna col Bambino e anime del
Purgatorio. Esso sovrasta l'epigrafe che ricorda un restauro eseguito
nel 1745 ad
opera della Confraternita del Purgatorio. In origine era presente un tetto spiovente
che fu abbattuto nel 1948 in quanto pericolante: rimane il timpano triangolare
con una finestrella rettangolare. È presente un piccolo campanile
a vela. L'interno, a navata unica di dimensioni di
23 metri di
lunghezza e 9 di larghezza, conserva il pavimento del presbiterio maiolicato,
del 1720.
La struttura interna è data da cinque grandi archi sormontati da matronei comunicanti
tra loro e parapetto in pietra tufacea. Il soffitto è composto da volte a
botte con lunettoni in
corrispondenza dei matronei. Il presbiterio è diviso da una balaustra di
marmo dipinto e intarsiato. Si contano 46 dipinti appartenenti alla scuola
napoletana seicentesca, una trentina dei quali sono attribuiti al
bitontino Carlo Rosa. Altra opera di pregio è una cantoria
seicentesca in legno dorato e intarsiato, impreziosita dalla tela della
Madonna del Suffragio e da due piccoli organi simmetrici del Settecento. Ci
sono sue altari laterali con statue lignee e un pulpito di legno dorato e
intarsiato. |
Via Trento, 13 MODUGNO Telefono: +39 0804965014 Il pronao in stile neoclassico risale al 1846. Questo portico
è delimitato da un grande cancello in ferro battuto reca effigi di teschi,
simbolo controriformistico del Purgatorio.
Venne costruito in sostituzione del precedente portico andato distrutto il 12
agosto 1842 a
causa dell'imperizia di un funambolo che
collegò con una fune il timpano della chiesa ad una vicina costruzione.
L'utilizzo di una fune non adeguata, causò il crollo del timpano e del
portico sottostante e la morte di alcuni ragazzi presenti nel pubblico
accorso per vedere lo spettacolo. Questo episodio e la ricostruzione del
pronao sono ricordati in una lapide: Latino « PORTICUM HANC - MURO AEDIUM
CONTIGNATIONI IUCTO RUENTE OB ALICUIUS INSCITIAM - QUI ILLI NEQUAQUAM AD VIM
TANTAM SATIS - FUNEM IN SCHOENBATICIS ALLIGARI IUSSIT - PRIDIE IDUS SEXT.
1842 COLLAPSAM - ALIQUOT PUERULIS PONDERE OPPRESSIS - QUUM POPULUS AD LUDOS
SPECTANDOS FREQUENS CONVENIRET - HUIUS PATRICIORUM SODALITATIS DEIPARAE
CULTUS INSIGNIS - GABRIEL MAFFEI PRO TEMPORE RECTOR - SACRAE EIUSDEM AEDIS
EERE - IN NOVAM MELIOREMQUE FORMAM R.C. - EBOC. » Italiano « Per il crollo del muro congiunto alla
travatura della chiesa causato dall'imperizia di chi nei giuochi acrobatici
non dispose che ad esso fosse legata una fune proporzionata alla forza
vibrativa, questo portico, mentre il popolo era accorso allo spettacolo, andò
in rovina rimanendo per il peso schiacciati alcuni ragazzi, il 12 agosto
1842. Maffei Gabriele, rettore del tempo di questo sodalizio di nobili
dedicato alla Vergine (la Confraternita del Purgatorio n.d.t.), a spese della
chiesa ricostruì in nuova più artistica forma nel 1846. » Il portale ligneo
a due battenti è realizzato con 28 pannelli decorativi sbalzati che
rappresentano anime purganti, mascheroni, rosoni e cherubini; è opera di un
artista modugnese del Seicento. Sulla trabeazione è
presente la scritta in latino:
“QUI PIUS EST CULTOR PIETATIS GERMINA METET – SEMINA ET QUIS NAM SIC SUA
MESSIS ERIT 1641” (Traduzione italiana:
Chi coltiva la pietà ne raccoglierà i frutti – infatti, come uno semina,
così sarà la sua messe). È presente uno stemma in pietra, sorretto da due
sculture di angeli, che comprende il bassorilievo della Madonna del
Suffragio.Ai lati del portale nel pronao sono presenti alcuni reperti
lapidei. Uno stemma seicentesco recante la scritta"MEMENTO MORI" e
una chiave di volta recante un teschio con la data A.D.1653 e altra croce
greca con la data 1639. I primi due reperti sicuramente appartenevano
all'antico portico crollato. |
Chiesa di Santa Maria dello Spasimo (Chiesa dei Martiri) Italiano Questo edificio
sacro è stato intitolato alla Vergine dello Spasimo nel periodo della peste.
Anno del Signore 1656). In questa chiesa ha sede la Confraternita
della Natività di Maria, creata nel 1721 dal gesuita Padre
Domenico Bruno, originariamente formata da rappresentanti dei braccianti
agricoli. Il 7 luglio 1800 ebbe la regia approvazione da Ferdinando IV. |
Via Fiume, MODUGNO La facciata è in pietra liscia e presenta un
portale rettangolare introdotto da scalini. La trabeazione è
molto decorata ed è sormontata da un timpano triangolare che ospita una
statua della Vergine con Bambino. Al centro della facciata è presente una
piccola finestra circolare. La facciata culmina con una doppia cornice
sormontata da un campanile a vela. L'interno della chiesa è formato da una
unica navata che misura 9,52 metri di
lunghezza e 6,53 di larghezza. L'interno è illuminate da due finestre ad arco
poste sulle pareti laterali ed ha una volta
a crociera dalla cui chiave ornata da rosetta parte un lampadario di
bronzo. L'interno della chiesa era affrescato con
finte architetture, ma un restauro del 1998 ha fatto
riaffiorire le pareti di pietra. Sul lato destro si trova l'altare dedicato
alla Madonna di Loreto, mentre al di sopra
della porta si trova la cantoria che conserva un piccolo organo
settecentesco. In diverse nicchie sono custodite rappresentazioni di Santi. L'altare principale è in marmo e poggia su
una parete affrescata con finte architetture marmoree. |
Cappella Valerio-Longo Estintasi la famiglia Valerio, la chiesa
passò alla famiglia Longo che ne venne in
possesso nel 1787,
con l'acquisto del Palazzo annesso alla cappella. La chiesa, di proprietà privata, attualmente
appartiene alla famiglia Longo de Bellis di Rutigliano. L’immagine
della Madonna Addolorata e l’apparizione del X Marzo In questa Chiesa era custodita una immagine
della Madonna
Addolorata. Questa immagine non è più presente in chiesa in quanto,
durante gli accadimenti del 10 marzo 1799, il Padre gesuita Paolo
Piccirillo da Putignano istitutore ed educatore di Nicola
Longo e dimorante in casa Longo, nel vedere la famiglia costernata e
affranta per una prevedibile sciagura per il popolo modugnese, raccolse i
Longo a pregare intorno quella immagine. In seguito l'immagine fu portata dal
Piccirillo nel vicino Convento delle Monacelle,
le cui suore pregarono anch'esse intorno quell'immagine. Infine una di loro,
Suor Colomba Maria Centola da Bitonto montò
sul campanile e affidando al vento quell'immagine esclamò: "A te
Maria affido questo popolo, tu sei la madre di tutti noi".
L'invocato patrocinio non venne meno ed entro sera il nemico sanfedista fu
sconfitto. Rimpianto da tutto il popolo modugnese, nel seguente anno il
giorno 4 marzo 1800,
Padre Piccirillo spirava improvvisamente in casa Longo e veniva sepolto nella
in questa cappella. |
Via Conte Rocco Stella, MODUGNO La piccola porta della cappella è sormontata
da un timpano triangolare spezzato che riporta l'iscrizione in latino: 1705
– AD VIRGINIS LAUDEM EREXIT DE MONTE SACELLUM – VALERIIS QUORUM PROSPERET
OMNE DEUS Italiano «In lode della Vergine la famiglia de Monte
eresse questa cappella nel 1705 per uso della Famiglia Valerio». Sotto l'iscrizione, sull'architrave del
portale sostituito alla fine del Settecento, è riportato lo stemma gentilizio
dei Longo, mentre all'interno della chiesa si trova quello dei Valerio. In
mezzo al timpano spezzato è presente una nicchia dove fino ai primi anni
del Novecento figurava
una statuetta di San Francesco da Paola di
inizio Settecento, ora conservata dalla famiglia Longo. La chiesa conserva l'altare in marmo
policromo dei primi del Settecento e il monumento funebre marmoreo del 1877 dedicato
al medico Nicola Longo. Nella cripta, oltre il suddetto Nicola
sono sepolti diversi membri delle Famiglie Longo, Cesena di Varese Ligure, del
Giudice di Vinchiaturo, Risotti e Fortunato Di Giffoni. |
Chiesa di
San Vito Fu edificata a metà del XVII
secolo. Dal 1670 al 1813 divenne
cappella dell'annesso ospedale, che in origine era gestito da ecclesiastici e
poi passò alla Confraternita della Pietà, ereditando la funzione del
Conservatorio di Sant'Eligio. Dal XVIII
secolo ospitò le statue della processione del Venerdì Santo e
all'inizio del XX secolo è ricordata come una delle chiese più
fastose di Modugno. L'edificio cadde in rovina con la II Guerra Mondiale; fino al 2004 era riaperta
solo il 15 giugno, in occasione della festa di San Vito, poi venne definitivamente chiusa. Nonostante l'avanzato stato di degrado si
possono ancora osservare alcuni elementi della facciata
originale in stile barocco. Sul lato inferiore, fino all'altezza
del portale, sono presenti elementi di bugnato e
la parte superiore è liscia ed ospita una finestra rettangolare ornata da una
cornice tortile. I lati della facciata sono ornati da lesene decorate. L'interno, formato da un ambiente unico,
presenta alcune decorazioni in stucco. Ha volta
a botte con lunettoni. La chiesa conserva un altare in legno del Seicento e
una tela seicentesca di Giovanni De Candia, rappresentante
la Deposizione con Vergine e Santi. |
Piazza Romito Vescovo, MODUGNO Ora chiuso al culto per le sue condizioni
precarie. |
Chiesa
Matrice San Nicola
I lavori di ricostruzione della Chiesa
furono diretti dal dàlmata Francesco da Sebenìco, ed eseguiti da suo figlio
Giovanni e dal Maestro Giovanni da Corfù. Dai documenti dell'Archivio
Capitolare risulta anche che il maestro Francesco da Sebenìco assolse con
tanta esattezza il suo lavoro che il Capitolo, considerato che egli aveva
lavorato in ore straordinarie per ben sei anni, il 13 Febbraio 1564 deliberò
di offrirgli spese di viaggio, ferri da lavoro ed altro a titolo di
gratifica. Le notizie certe che si hanno della Chiesa,
derivate da documenti autentici o copie coève tuttora conservate
nell'Archivio Capitolare, risalgono alla metà del secolo XVI quando essa fu
sostanzialmente ricostruita. Nel 1599, probabilmente, venne trasformata
la Cappella di San Sebastiano nell'attuale Cappellone del Santissimo, con
cùpola centrale, mentre nel 1625 furono eseguiti ulteriori lavori di restauro
in quanto, afferma il De Santis: "su una colonna a sinistra della navata
mediana si legge al di sopra di quella data il nome di Magister
Susanna". |
Via Duomo, MOLA DI BARI Telefono: +39 0804741023 +39 0804744992 E-Mail: sannicola.mola@arcidiocesibaribitonto.it Nel 1715 venne costruito sulla parte interna
del muro di prospetto un grande organo che determinò la chiusura delle
originali finestrelle rettangolari. Nel 1732 venne restaurata ancora una
volta la copertura della Chiesa, probabilmente realizzato il plafòne (poi
rimosso durante i lavori di restauro del 1952) e sopraelevato il campanile. Per quanto costruita dal 1545 al 1564 da tre
maestri di origine levantina, la Chiesa Matrice di Mola non si differenzia
molto, all'esterno e come concezione generale, da altre simili dell'epoca.
Ciò è dovuto a quello stesso carattere dominante della "contaminatio di
un romanico ritardatario, di un eccletismo stilistico spontaneo, che è
caratterizzazione assoluta del Rinascimento pugliese, non dimentico di quella
intensa vitalità di forme e di pensiero vissuta trecento anni prima fra i
secoli XI e XIII". ORARIO SS
MESSA: Inverno Feriale: ore 18:30 Festivo: ore 8:00 (chiesa di S. Antonio) –
9:00 (chiesa della Maddalena) – 10:00 – 11:30 – 17:30 – 19:00 Estate Feriale: ore 19:00 Festivo: ore 8:00 (chiesa di S. Antonio) –
9:00 (chiesa della Maddalena) – 10:00 – 11:30 – 18:30 – 20:00 |
Chiesa di
Santa Maria del Passo in Sant’Antonio di Padova Fu edificata nel 1503 col titolo
di Santa Maria del Passo alle porte della città lungo la via che
conduceva a Bari,
in luogo di un'antica cappella preesistente. Dalle origini sino al XIX secolo fu
parte integrante di un convento di Frati Minori Osservanti. La natura
mendicante dell'ordine fece sì che la chiesa divenisse patronato di diverse
famiglie notabili del luogo (i baroni Noya e i Roberti) che contribuirono
alla costituzione di un ricco arredo scultoreo e iconografico. Oggi spiccano
l'antico gruppo scultoreo della Pietà (XV secolo),
il pulpito ligneo del 1712 e l'organo settecentesco di
Pietro de' Simone. |
Via Mariani d’Italia, MOLA DI BARI |
Chiesa del
Santissimo Rosario in San Domenico |
Piazza degli Eroi, 3 MOLA DI BARI Telefono: +39 0804741108 E-Mail: rosariodomenico.mola@arcidiocesibaribitonto.it ORARIO SS
MESSA: Inverno Feriale: ore 8:00 – 18:30 Festivo: ore 8:00 – 9:30 – 11:00 – 18:30 Estate Feriale: ore 19:30 Festivo: ore 8:00 – 11:00 – 19:30 |
Santa
Maria di Loreto |
Corso Giuseppe di Vagno, 201 MOLA DI BARI Telefono: +39 08047411113 +39 0804734041 E-Mail: mariadiloreto.mola@arcidiocesibaribitonto.it |
Chiesa
della Maddalena Entrando, sulla destra incontriamo la prima
delle sei cappelle laterali, tutte voltate a botte, dedicata a San Francesco
da Paola. L'altare è costituito da una parte inferiore in marmo policromo e
da una parte superiore in legno decorato a motivi vegetali e floreali in
foglia d'oro. Al centro si apre la nicchia che ospita la statua del santo
calabrese, rappresentato mentre eleva al cielo la sua preghiera ed
identificato iconograficamente dall'ostia sul saio. Lateralmente due tele
raffigurano Sant'Agata e San Lorenzo diacono, entrambi martiri dei primi
secoli del cristianesimo. Ai piedi della statua di San Francesco troviamo un
tabernacolo sulla cui portella è raffigurato Cristo risorto con la croce,
simbolo della vittoria sulla morte. Proseguendo incontriamo la cappella dedicata
a San Gaetano, fondatore dei chierici regolari detti Teatini. L'altare è in
marmo policromo e datato 1756. Superiormente nella nicchia la statua del
santo è in legno dipinto; è rappresentato con in mano una croce e il libro
della regola da lui istituita. La terza cappella è dedicata a Sant'Anna e
l'altare è del 1747, sempre in marmo con intarsi policromi di pregevole
fattura. La decorazione della parte superiore incornicia una pala raffigurante
Sant'Anna e la Vergine illuminate dalla luce dello Spirito Santo sottoforma
di colomba. Sul presbiterio ci sono due altari: uno
rispondeva ai canoni del Concilio di Trento, quando la celebrazione
eucaristica avveniva dando le spalle ai fedeli; l'altro rispetta i dettami
del Concilio Vaticano II che inverte il rapporto con l'assemblea liturgica
rendendola partecipe del rito. Guardando l'altare più antico notiamo subito
al centro, in una nicchia aperta nel corso dei restauri del 1823, la statua
della Madonna Addolorata, patrona di Mola di Bari, sotto la scritta 'Stabat
Mater Dolorosa'. Sulla parete superiore del presbiterio, sopra la nicchia
dell'Addolorata, vi è una tela ad olio del XVII secolo raffigurante una
giovane donna, Maria Maddalena, titolare della chiesa, riconoscibile dal
segno iconografico dell'ampolla, contenitore di profumi e unguenti, con cui
viene generalmente rappresentata. La duplice dedicazione della chiesa trova
spiegazione nel fatto che nel 1725 la chiesa fu ceduta dal Capitolo alla
Confraternita di Maria S.S. Addolorata che ancor oggi vi mantiene il culto.
Sulle pareti laterali dell'altare ci sono due tele del 1930, eseguite ad olio
dal pittore fasanese E. Schiavone su commissione della Confraternita: La
crocifissione e La visita di Cristo alla Madonna. Lo stesso artista
nell'occasione ritoccò i decori a bassorilievo che ornano la chiesa. Nei
pennacchi dell'altare rilievi scultorei raffigurano i simboli dei quattro
evangelisti: il toro per S.Luca, l'angelo per S.Matteo, l'aquila per
S.Giovanni e il leone per S.Marco. Alzando la sguardo troviamo la cupola sulla
cui superficie nel corso dei restauri del 1965 fu affrescata L'incoronazione
della Vergine fra angeli e santi, locali e della chiesa universale, opera del
prof. Umberto Colonna di Bari. Il tema svolto è compreso nel quinto mistero
glorioso del S.S. Rosario, in cui si contempla come Maria Vergine fu
incoronata dal suo figlio divino Regina del cielo e della terra; l'opera è
molto articolata e ricca di personaggi: nel vertice della cupola è dipinta la
colomba, simbolo dello Spirito Santo, con le ali spiegate e circondata da una
moltitudine di angeli e di putti danzanti; al centro domina l'immagine della
Beata Vergine che, sostenuta da angeli e rapita in estasi volge in alto lo
sguardo verso Dio, che leva la destra benedicente, mentre Gesù Cristo le pone
sul capo la corona. |
Piazza XX Settembre, 34 MOLA DI BARI Vicino a Maria si distinguono, in atto di
profonda venerazione, S. Giuseppe, il suo casto sposo, S. Giovanni Battista,
precursore del Messia, l'Angelo del Getsemani, che presenta a Gesù
agonizzante il calice dei dolori, i flagelli, la corona di spine, la croce,
il sacro volto impresso sul lino della Veronica, i chiodi, la lancia e altri
simboli della passione; angeli e santi cantano la gloria del Redentore. Ai
piedi della Vergine troviamo il protettore di Mola, S. Michele Arcangelo, che
sguaina la spada per cacciare all'inferno Lucifero e gli altri angeli
ribelli; ai fianchi di S. Michele si distinguono due Padri della Chiesa
primitiva, cioè S. Agostino e S. Girolamo, seguito da Maria Maddalena
penitente. Sommi pontefici e santi completano la composizione. Anche il
soffitto è affrescato per tutta la sua lunghezza: al centro di un motivo a
cassettoni spicca L'assunzione della Vergine sostenuta da angeli con
ghirlande di fiori, opera del prof. A. Lizzi di Bari, risalente ai lavori di
ristutturazione del 1905, che interessarono tutta la decorazione interna. Una
lapide murata nel presbiterio ricorda l'evento. Proseguendo nella nostra visita incontriamo,
alla sinistra del presbiterio, la cappella dedicata al S.S. Crocifisso dove
si venera un crocifisso ligneo del XVIII secolo. Dal 1825 la famiglia
Spinelli esercita il diritto di patronato su questa cappella, segno di riconoscenza
che la Confraternità rivolse alla benefattrice Margherita Spinelli, prodiga
nella fase di restauro del 1823. Accanto si trova la cappella della Madonna
dell'Assunta: questa cappella, fra le più antiche, risale al 1634 per volere
della Confraternita dell'Assunta. Sopra l'altare marmoreo, in una nicchia, è
collocata la statua dell'Assunta che regge tra le mani un giglio e uno
scapolare. Risultando questa cappella insufficiente per le necessità della
Confraternita, venne costruito, accanto alla chiesa, l'oratorio dell'Assunta,
consacrato nel 1662. L'ultima cappella è dedicata alla Madonna
del Carmelo: sull'altare troviamo una tela seicentesca, La Madonna col
bambino consegna lo scapolare a S. Simone Stok, in cui la Vergine viene
rappresentata nel momento in cui ufficializza l'investitura al fondatore
dell'ordine dei carmelitani; ai loro piedi una visione del purgatorio con le
anime che aspettano la redenzione. Originariamente esistevano altre due
cappelle, ai lati dell'ingresso, dedicate a S. Egidio e a S. Lorenzo: furono
soppresse in seguito alla costruzione della cantoria. L'avvenuta
consacrazione della chiesa è testimoniata dalle dodici croci in marmo poste
sui pilastri, a rappresentare i dodici Apostoli di Cristo. La chiesa è a pianta longitudinale ad una
sola navata con cappelle laterali lungo tutto il perimetro. In corrispondenza
dell'altare maggiore è impostata una cupola di medie dimensioni. Al
visitatore la chiesa si presenta in una duplice veste: alla sobrietà della
facciata, di stile composito ma fondamentalmente classica, si contrappone lo
sfarzo dell'interno, di gusto spiccatamente barocco, ricco di stucchi, marmi
e oro. La facciata odierna è in pietra di Carovigno, eseguita durante la
campagna di restauri del 1905 da maestri ostunesi, su progetto dell'ing.
Pietro Clemente in sostituzione della decorazione a stucco precedente, troppo
delicata e deteriorabile. Il volume pieno e massiccio della facciata è
ingentilito dal delicato rosone che si apre in alto per dar luce all'interno;
sul timpano classico di coronamento è collocato un moderno orologio; la
classicità viene preservata dalle quattro lesene che scandiscono
verticalmente la facciata, interrotte orizzontalmente a mezza altezza da un
marcapiano che ne differenzia gli ordini architettonici: corinzio in basso,
dorico in alto. Il portale è incorniciato da due lesene composite e
sormontato da un arco spezzato con al centro uno stemma raffigurante un cuore
fiammeggiante. Nel 1935, in ricordo della consacrazione della città al Sacro
Cuore di Gesù, fu murata sulla facciata una lapide commemorativa: A
N.S. GESU' CRISTO RE DEI SECOLI E DELLE GENTI MOLA DEVOTAMENTE SI CONSACRA IL 12 MAGGIO 1935 CORONANDO LE MISSIONI PAOLINE |
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Chiesa di
San Giovanni De Fore
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Via Mantovana, MOLA DI BARI Telefono: +39 0805242244 |
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Chiesa
rupestre di San Giovanni Battista cappella fortificata nei pressi di una lama,
costituita da una chiesa superiore ed una ipogea, probabile sede di
romitaggio nel XII secolo, nella quale si intravvedono lacerti di decorazioni
pittoriche. |
MOLA DI
BARI |
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Duomo di
San Corrado La chiesa venne costruita fra il 1150 e la fine
del Duecento e dedicata a Santa Maria Assunta; fino al 1671 fu sede
dell'unica parrocchia di Molfetta. Antica cattedrale della diocesi di Molfetta,
nel 1785 la
cattedra venne spostata nella chiesa del collegio dei
Gesuiti insieme alla dedica. La ex cattedrale assunse quindi il nome
di san Corrado, patrono di Molfetta. La chiesa di San Corrado costituisce un
singolare esempio dell'architettura romanico-pugliese. Essa è infatti la maggiore
delle chiese romaniche con la navata centrale coperta a cupole in asse (tre,
nel caso specifico) impostate su tamburo a
pianta esagonale, rispetto alle altre (comprese le quattro Basiliche Palatine) aventi la copertura del
tipo a capriate e tegole sovrapposte. La costruzione, a pianta basilicale
asimmetrica, è divisa in tre navate da pilastri cruciformi con colonne
addossate e la navata centrale presenta una copertura a tre cupole in asse,
come già riportato, di altezza variabile (quella centrale è considerevolmente
più alta delle due di estremità), mentre le navate laterali sono coperte con
tetti spioventi, a una falda ciascuna, con tegole costituite da chiancarelle della
stessa tipologia della copertura dei famosi trulli della
valle d'Itria. Stesso tipo di chiancarelle,
assemblate a punta di diamante con sei falde convergenti al centro verso
l'alto per ciascuna cupola (allo scopo di assecondare la pianta esagonale dei
tamburi di base), ricopre le tre cupole centrali. La facciata rivolta a occidente, che oggi
appare quella principale, è spoglia, a differenza di quella di mezzogiorno,
che presenta tre finestre tardo rinascimentali, stemmi di alti prelati, un'immagine
di papa Innocenzo VIII e le statue di san Corrado e san Nicola. Ciò si spiega col fatto che
all'epoca della costruzione e fino al 1882 quella
facciata, così come tutto il prospetto occidentale della città vecchia erano
a picco sul mare, così come testimoniato dalle rare fotografie antecedenti
alla costruzione della banchina Seminario, in coincidenza con la costituzione
della prima tranche del
nuovo porto, cioè quello attuale (2007), conclusasi intorno al 1882, appunto. |
Via Chiesa Vecchia, MOLFETTA Telefono: +39 0803971971 Il complesso strutturale è serrato tra due
torri campanarie. Queste (quella di mezzogiorno detta campanaria perché sede
fisica del campanile, l'altra, più prossima al lato mare, di vedetta perché
utilizzata a tale scopo per il preventivo avvistamento di eventuali
incursioni saracene) sono gemelle, di base quadrata, a tre ripiani, alte 39
metri, aperte sui quattro lati da finestre bifore e monofore. Nell'interno il corredo artistico è scarno
ma essenziale; un fonte battesimale del 1518, un prezioso
paliotto con bassorilievo del XIV secolo,
un pluteo in pietra del XII secolo che
rappresenta una cerimonia pontificale e il Redentore del XIII
secolo. Caratteristica è l'acquasantiera del XII secolo,
la quale raffigurante un uomo, probabilmente saraceno, che regge un bacile in
cui nuota un pesce, simbolo ricorrente nell'iconografia religiosa. L'altare
maggiore è in stile
barocco ed è collocato nell'abside semicircolare. ORARIO SS
MESSA: Dal Lunedì al Sabato ore 18:30 Domenica ore 11:00 – 18:30 |
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Cattedrale
di SS Maria Assunta
Per circa un secolo la chiesa non conobbe
interventi di tipo cantieristico. Nel 1845 il presbiterio fu dotato
dell’attuale pavimento (restaurato nel 1942) in marmi policromi a fasce e
tasselli dal rigoroso geometrismo, che, su toni grigi e gialli, inglobano al
centro del vano lo stemma del capitolo. |
Corso Dante Alighieri, MOLFETTA Oltre all’ingresso principale in via dante
ed a quello in piazzetta giovene, un terzo ingresso timpanato è a ponente,
lungo la stradina che collega il borgo a largo s. Angelo. All’inizio la
stradina non sboccava sul borgo, ma collegava il collegio dei gesuiti coi
giardini di loro pertinenza e con largo s. Angelo. In un secondo momento fu
abbattuta la rimessa di legnami (“l’entica”), di tale vito minervino, sia per
ampliare l’erigenda cappella del sacramento, sia per fornire la strada un
accesso al borgo. All’entrata ed all’uscita di tale raccordo si vedono gli
stemmi episcopali del vescovo antonucci, come segno tangibile della proprietà
del luogo attribuibile al capitolo della cattedrale. Nella stessa strada c’è
il campanile, innalzato nel 1790, quando furono tompagnate le due sottostanti
aperture ad arco per motivi di stabilità statica richiesta dal sovraccarico
murario. A metà ottocento (1847), la cella campanaria fu dotata di nuove
campane, a rimpiazzare le precedenti, divenute ormai sorde. L’ingresso su piazzetta giovene è
essenziale, con una muratura a bugne. Il portale, a triglifi, piatte metope e
timpano spezzato, mostra l’immagine dell’eucaristia, emblema dei gesuiti. ORARIO SS
MESSA: Orario Invernale (dal 1° Ottobre al 31
Marzo) Dal Lunedì al Venerdì ore 09:00 – 18:00 Sabato e Prefestivi ore 09:00 – 19:00 Domenica e Festivi ore 08:00 – 10:00 – 12:00
– 19:00 Orario Estivo (dal 1° Aprile al 31 Maggio) Dal Lunedì al Sabato e Prefestivi ore 09:00
– 19:00 Domenica e Festivi ore 08:00 – 10:00 – 12:00
– 19:00 Orario Mese di Giugno Dal
Lunedì al Sabato e Prefestivi ore 09:00 – 19:00 Domenica e Festivi ore 08:00 – 10:00 – 12:00
– 20:00 Orario Mese di Luglio e Agosto Dal Lunedì al Sabato e Prefestivi ore 19:00 Domenica e Festivi ore 08:00 – 10:00 – 20:00 |
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Basilica
Madonna dei Martiri Il primitivo tempio sorse per volere di
GUGLIELMO I re di Sicilia nell'ampio cortile antistante l'Ospedaletto, in
sostituzione della primitiva cappella. La posa della prima pietra del nuovo
tempio, su una sola navata sormontata da 2 cupole identiche, fu benedetta dal
Vescovo di Ruvo URSO. Una di queste due cupole è tuttora sovrastante l'abside
dell'attuale chiesa. L'arrivo dei Frati Minori portò alla costruzione del
convento e della nuova chiesa neoclassica, interrotta dalla soppressione
degli ordini religiosi nel 1866. Nel 1700 fu aggiunta una nuova cupola dietro
l'altare maggiore, ove attualmente è posto l'ottocentesco coro in masso di
noce. Il periodo Paleocristiano Il periodo romanico |
Piazza Basilica, 1 MOLFETTA Telefono: +39 0803381369 E-Mail: info@madonnadeimartiri.it Salvo aggiunte di scarso rilievo, di poco
cambiò la fisionomia e la destinazione della Chiesa fino al secolo XIII,
anche se la presenza del quadro bizantino della Vergine favorisse il
pellegrinaggio specie per la presenza di Crociati diretti in Terra Santa. Dai
manoscritti si vede che l'altare della Vergine era in mezzo alla Chiesa, e
ciò dimostra la preesistenza della Cappella della Vergine al muro perimetrale
della Chiesa del XII secolo. Nel periodo rinascimentale, ad opera del Vescovo
Nicola Maiorano, fu fondata la Confraternita della Vergine del Rosario e si
provvide alla costruzione dell'Altare del Rosario e relativo arredo sacro. Di
fronte all'altare del Rosario c'era l'Altare dell'Annunziata con relativa
Cappella ornata dalla famiglia dei Maiorano, che fu distrutto nel XIX secolo.
Alla Chiesa romanica appartiene la piccola acquasantiera, l'Altare della
Risurrezione e l'Altare del Soccorso. ORARIO SS
MESSA: Feriali: 08:00 Messa - 16:00 Rosario - 18:30
Rosario - 19:00 Messa - 19:30 Vespro Domeniche e Festivi: 08:00 Messa - 10:00
Messa - 11:30 Messa - 16:00 Rosario - 18:30 Rosario - 19:00 Messa Feriali Museo: Su richiesta Domeniche e Festivi Museo: 10:00 – 12:00 Feriali Basilica: 07:00 - 12:00 - 15:30 -
21:00 - (22:00 estivo) Domeniche e Festivi Basilica: 07:00 - 12:15 Ultimo Sabato: ore 18:00 Liturgia
penitenziale a cui segue S.Messa e fiaccolata Eucaristica 3° Giovedì:
Ogni giorno 8: 16:30 Celebrazione
eucaristica per tutti i devoti alla Madonna dei Martiri INFO Il Santuario dispone di una sala per
conferenze e ritiri (circa 180 posti), di un ampio chiostro. Coloro che vogliono inviare offerte al
Santuario possono servirsi del ccp n. 16972705 intestato a Santuario Madonna
dei Martiri - 70056 Molfetta (BA) |
||
Chiesa del
Purgatorio
|
Via Dante Alighieri, MOLFETTA L’interno era originariamente impostato su
pianta greca, la quale è stata poi trasformata in latina. Originariamente la
chiesa impostata su pianta a Croce greca, possedeva 3 altari, di cui il
centrale dedicato a Santa Maria consolatrice degli Afflitti, l'altare
sinistro dedicato a San Giuseppe e l'altare destro dedicato agli Angeli
Custodi. All'interno del tempio sono custodite tele di Bernardo Cavallino
(XVII secolo) e di Corrado Giaquinto oltre che la statua dell'Addolorata (che
viene recata in processione il venerdì di Passione) e le sei statue in
cartapesta, tutte opere dello scultore cittadino Giulio Cozzoli, culminanti
nello struggente gruppo della cosiddetta Pietà, che vanno in processione il
Sabato Santo. Il fascino di questa Chiesa è dovuto
sicuramente al culto particolarmente partecipato che ispira la presenza delle
statue dell'Addolorata e soprattutto della Pietà (ispirata da quella più
famosa del Michelangelo) che è il fulcro della processione in cui culminano,
il Sabato Santo, le celebrazioni della Settimana Santa, prima della Veglia
Pasquale. Il 20/2/1763 viene riconosciuta
l'Arciconfraternita di S. Maria del Pianto detta della Morte, dal Sacco Nero.
Sorta il 26 aprile 1613 opera presso la chiesa del Purgatorio in Molfetta,
corso Dante, Chiesa di Santa Maria Consolatrice degli Afflitti vulgo
"Purgatorio". |
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Chiesa
della Santissima Trinità La Chiesa extra moenia della SS.
Trinità è situata in Corso Dante Alighieri al civico 67, di fronte alla
porta di ingresso della Città Vecchia (Arco della Terra) e confina a destra
con la Chiesa di S. Stefano e a sinistra con un locale che anticamente era la
Chiesa di S. Marco. La Chiesa della SS. Trinità è più comunemente
conosciuta in Molfetta come Chiesa di S. Anna, a motivo del culto alla Santa
Madre di Maria SS. che in essa attrae numerose gestanti per tutto il tempo
della gravidanza. Pur non conoscendosi la data esatta di
fondazione, dai documenti si desume che la Chiesa della SS. Trinità esisteva
già nel 1154; infatti in un documento risalente a quell'anno, si legge della
donazione di un palazzo posto a Molfetta e "confinante con la
cocibolina Ecclesiae Sanctae Trinitatis Venusini cenovii". Quindi già
nel 1154 questa chiesa esisteva ed apparteneva ai Padri Benedettini del
Monastero della Trinità di Venosa. Nel 1297 la chiesa diventò proprietà degli
Ospedalieri di S. Giovanni di Gerusalemme; infatti il Papa Bonifacio VIII
emanò una bolla nella quale esprimeva un giudizio molto severo sulla
amministrazione della Abbazia Venosina e concedeva al predetto Ordine
Ospedaliero il monastero della SS. Trinità di Venosa con tutti i possedimenti
e privilegi. La chiesetta è citata nel testamento del 1402 del nobile Angelo
Vito de Aron. Dal 1446 la chiesa fu alle dipendenze dei Padri Celestini,
Ordine Benedettino soppresso tra il 1768 e il 1776. Come si apprende dalla
visita pastorale di Mons. Sarnelli e dall'atto notarile del Notaio Giulio De
Leone del 1612, i Padri celestini, costretti ad abbandonare la chiesa, la
cedettero alla Confraternita di S. Carlo per un "moggio di
oliveto", ricevuto dal confratello Nicola De Gioia. A causa della
estinzione di detta confraternita la Chiesa della SS. Trinità è attualmente
di proprietà della Diocesi. |
Via Dante Alighieri, 67 MOLFETTA Alla Chiesa della SS. Trinità si accede
scendendo due gradini. L'interno della chiesa è costituito da
un'unica navata a forma rettangolare, lunga metri 17,00 e larga mediamente
metri 6,50; è diviso in tre campate coperte da altrettante volte a crociera
che si scaricano su pilastri in vista lungo le pareti della navata. Sulla parete di fondo vi è l'unico altare,
in pietra locale e di modesta fattura. A destra dell'altare vi è una
porticina attraverso la quale si accede alla sagrestia. |
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Chiesa del
Sacro Cuore di Gesù Il sig. Domenico Gagliardi, morendo,
stabiliva che un appezzamento di m 33,60 x m 37,60 e circoscritto dalle
strade Corso Umberto I, via De Luca, via G. Salepico, via Q. Sella e sito di
fronte alla sua casa-villino, fosse devoluto per la costruzione di una chiesa
da intitolarsi al Sacro Cuore. 4 gennaio 1916 Mons. Pasquale Picone decretò la
costruzione di una parrocchia ecclesiastica da intitolarsi al
Sacro Cuore di Gesù. 20 maggio 1916 La grande tettoia, adibita a scuderia e che
era stata fittata per sei anni a cinque vetturini dall'Opera Pia, venne, per
opera del rev. Giambattista Bartoli, liberata dal vincolo
contrattuale, consegnando 418 Lire ai suddetti affittuari, per destinarla ad
uso chiesa. 1 giugno 1916, Solennità dell'Ascensione S.E. Mons. Pasquale Picone alle ore
8:00 benediceva la piccola chiesa in via Q. Sella e celebrava la Prima Messa. 31 dicembre 1916 Con Decreto Vescovile mons.
Picone approva la Costituzione Canonica della nuova parrocchia
intitolata al Sacro Cuore di Gesù. 21 luglio 1925 L'opera pia "Monte di Pietà"
cedeva il suolo per la costruzione della chiesa. Molteplici le difficoltà che
si interponevano per la erigenda chiesa. 8 settembre 1925, Solennità della Madonna
dei Martiri Durante le celebrazioni della Compatrona di
Molfetta, mons.
Gioia annuncia al popolo la prima volontà di far sorgere un tempio
votivo al Sacro Cuore. 13 aprile 1926 A seguito della stipula del passaggio legale
dell'area, l'antica cappella che funzionava da parrocchia sospende il suo
esercizio pastorale per essere demolita. Da quel giorno e per tutto l'anno in
corso, la vita parrocchiale si svolge presso la chiesa di Santa Teresa. |
Corso Umberto I, MOLFETTA Telefono: +39 0803345410 E-Mail: info@sacrocuoremolfetta.it
11 giugno 1926, giorno di posa della prima
pietra Mons.
Gioia così scrisse: "Il voto si compie. La pergamena gettata nelle fondamenta con la
prima pietra, scritta dal can. Donato Carabellese, tradotta da latino
così diceva: "Perché nell'area lasciata da Domenico
Gagliardi
19 marzo 1927 Egli potrà dire in quell'occasione: "Il voto più ardente del nostro cuore
si è compiuto 30 giugno 1931 Posa della prima pietra del campanile. Giugno 1932, Giorno della Benedizione e
Consacrazione della nuova Chiesa Primo concerto delle campane. Nel 1942 la Parrocchia riceve il
riconoscimento civile. ORARIO SS
MESSA: Feriale: 08:00 – 19:00 Festivo: ore 08:00 – 10:30 – 19:00 La Santa messa delle ore 12:00 sarà
celebrata nelle solennità |
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Chiesa di
San Domenico La "Platea" del convento (Archivio
Diocesano di Molfetta) attesta che la data della posa della prima pietra deve
essere fatta risalire al 25 agosto dell'anno 1636. In pari data l'Università
eleggeva S. Domenico Protettore della città. Altri saggi datano la la posa
della prima pietra al 1637. Una lapide posta sotto la nicchia del Sacro
Cuore di Gesù, all'interno della chiesa, conferma la data di fondazione
nell'anno 1636 e di consacrazione della chiesa nel 1699. Altri studi
riportano invece la data di consacrazione al 1679. Il progetto originario lo si deve al
reverendo D. Giovanni Battista Russi che progettò la porta ed il cornicione
interno ed esterno alla chiesa. La realizzazione delle basi, dei pilastri
delle cappelle e dell'altare maggiore fu affidata ai maestri Giovanni Angelo
Romano, Paolo Natale di maestro Andrea Parisio di Pariso; si alternarono
successivamente i mastri Paolo e Andrea di Corato, Giovanni Angelo Romano,
giovanni Cervone e Angelo Santo di Bitonto. L'esterno della chiesa è fabbricato con
pietra calcarea locale a filari di conci rettangolari. Nella parte nord
si colloca l'ingresso principale preceduto dal sagrato e da un vestibolo
porticato a tre archi sorretti da pilastri. Il portico è scandito in cinque
campate da altrettante volte a crociera di cui quella centrale decorata da
serti floreali a mò di costoloni al cui incrocio è scolpita l'immagine del
volto di S. Domenico; le due campate laterali sono oggi isolate dal resto del
portico da due muri simmetrici in cui si aprono due porticine. Ai lati delle
tre arcate sono presenti due nicchie rettangolari che, sormontate da cornici
triangolari, ospitano le statue di Santa Maria Maddalena (a sinistra) e Santa
Caterina d'Alessandria (a destra). Le statue in legno di queste due Sante
sono poste all'interno sull'altare maggiore, in quanto, le loro immagini sono
spesso oggetto di culto nelle chiese domenicane. L'intera facciata si completa con uno spazio
superiore scandito da cinque finestre rettangolari sormontate da timpani
curvi e triangolari alternati. Tra una finestra e l'altra, sopra volute
nastriformi, coppie di putti affrontati, ciascuna delle quali regge un
cartiglio. Superiormente ad esse, una seconda teoria di finestre, più piccole
e semplici, sormontate da un fregio conclude il secondo piano della facciata.
Essa viene completata da un timpano triangolare raccordato al resto della
struttura da sottili volute. L'interno della chiesa si compone di
un'unica aula rettangolare di mtr. 25,50 x 10,50 divisa in navata e zona
presbiterale da una balaustra in marmo di Carrara realizzata in stile
settecentesco con inserti marmorei di vario colore. La navata è affiancata da
quattro ampi archi, due per parte, che formano altrettante cappelle
realizzare nel 1645 dai maestri Raffaele del Russo, Leonardo Damiano di
Bitonto, Parisio di Pariso. Nel decennio di governo francese, a causa di
una legge sulla soppressione dei conventi, la chiesa passò ad essere di
proprietà comunale. Il 24 aprile 1914 l'allora vescovo mons. Pasquale Picone
rivolse al Commissario prefettizio al Comune di Molfetta un'istanza per la
concessione in perpetuo della chiesa. Con delibera del 5 aprile del 1914 il
commissario concesse la chiesa ad uso economico spirituale dei rioni San
Benedetto e Madonna dei Martiri. Il 4 dicembre dello stesso anno il nuovo
Consiglio comunale ritenne nulla la precedente delibera ed inoltrò la
richiesta di annullamento al re d'Italia Vittorio Emanuele III. Il vescovo,
ritenendo invece valida la cessione, con bolla vescovile del' 8 dicembre 1914
istituì dal 1° gennaio 1915 la nuova parrocchia. Il 22 dicembre 1914 il sindaco Graziano Poli
inviò il delegato di pubblica sicurezza a vietare l'inaugurazione
dell'insediamento dell'economo spirituale. Seguirono parecchi tentativi per
tentare un accordo definitivo sulla questione ed intanto la parrocchia
continuò a svolgere il suo compito pastorale. Il 27 aprile del 1915 don Ilarione Giovine
fu nominato economo e curato. Egli si adoperò per poter ottenere
l'ufficialità civile della parrocchia che giunse con il Regio Decreto del 20
dicembre 1923 ed a seguito del quale l'11 febbraio del 1923 potè essere
nominato 1° parroco della parrocchia. |
Via San Domenico, MOLFETTA Telefono: +39 0803355000 L'apparato decorativo interno doveva essere
probabilmente già completo sin dai primi anni di vita della chiesa. E' quasi
certo che solo una delle quattro tele delle cappelle laterali, quella situata
nella prima cappella entrando a sinistra, raffigurante "L'apparizione
della Vergine a San Giacinto" risale all'epoca della fondazione. L'opera
è da attribuire ad Andrea Vaccaro (Napoli 1604-1670). L'artista lavorò
principalmente su commissione ecclesiastica: il suo modo di dipingere santi e
martiri in atteggiamenti di particolare devozione e particolare espressività
lo rese uno degli artisti più celebri e più richiesti dalla Chiesa durante il
periodo della controriforma. La tela, nel soggetto, rievoca sia il nome del
vescovo fondatore che quello di uno dei primi seguaci di San Domenico. Due grandi tele, la Caduta della manna nel
deserto e il Serpente di Bronzo, furono eseguite da Nicola Porta
(Molfetta 1710-1784) probabilmente tra il 1745-52, nel presbiterio della
Chiesa di S. Domenico in Molfetta. Il Salvemini ci assicura che il Pittore
"a causa di esse acquistò non poca rinomanza", perchè ritenute
"opere pregevolissime". Figure giacenti In primo piano e sullo
sfondo si muovono dolorosamente, con grande varietà di atteggiamenti,
promuovendo contrasti di contenuto con le serene figure di gentildonne. I
protagonisti sono tutti giaquinteschi, lo sfondo è arioso per quell'ampio
paesaggio di colline racchiuso tra le tende, le nubi e frondosi alberi di
sinistra. Anche per il colore Porta tenta di accostarsi al Giaquinto con quei
toni misurati e soffusi di rosato, celestino, ocra, avorio e giallo paglia. Pregevolissima opera è la tela raffigurante
la "Madonna del Rosario"eseguita da Corrado Giaquinto (Molfetta
1710 - Napoli 1765). Di meritoria attenzione si presta il pulpito
realizzato nel XVII secolo in legno intagliato e decorato. In quest'opera si
fondono in perfetta armonia barocco e rinascimento. Sul fronte è ben visibile
lo stemma del suo benefattore attorniato, sui pannelli della cassa, da
immagini policrome di San Giovanni Battista, San Domenico, La Madonna del
Rosario, San Tommaso e Santa Maria Maddalena, tutte scolpite entro nicchie
dorate delimitate da colonne. All'interno del pulpito è posta la tela, di
autore ignoto, raffigurante San Tommaso. Subito sopra il portale d'ingresso è situata
la cantoria con annesso organo risalenti entrambi al XVII secolo. La cantoria,
tutta in legno è fregiata, come l'organo, di cornici dorate. Entrambe le
opere sono state restaurante nel 2005. L'organo originale, anch'esso
risalente al XVII secolo, fu trasferito nel 1816 nella nuova cattedrale in
cambio dell'attuale appartenuto ai Gesuiti e costruito da Petrus de Simone. |
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Chiesa
dell’Immacolata Alla metà del 1800 Molfetta era tra le venti
città più popolose del Mezzogiorno con una popolazione che si aggirava
intorno ai 26 mila abitanti e, mentre il territorio abitato si espandeva
sempre più oltre le due porte urbane di piscina Comune e di piscina Nuova, in
città vi erano tre parrocchie: S. Corrado, Cattedrale, S. Gennaro.
Quest’ultima contava già una popolazione di oltre 10 mila anime per cui il
vescovo della diocesi, mons. Giovanni Costantini, nel 1845, inviò una
petizione al Ministero degli Affari Ecclesiastici del Regno borbonico con la
richiesta dell’autorizzazione a poter costruire una nuova chiesa, onde
alleggerire il carico di lavoro pastorale della parrocchia di S. Gennaro.
Intanto già dal 1700 la città, rispetto al centro antico, si era sviluppata
verso ponente con uno schema viario irregolare composto da viuzze strette ed
abitazioni piccole e malsane, spesso causa di epidemie come il colera, il
vaiolo, ecc. Il Comune allora, nel 1870, diede l’incarico all’architetto
molfettese Corrado de Judicibus del primo Piano Regolatore della città con
nuove costruzioni edilizie, nel quartiere denominato Sedelle o Casale
dell’Annunziata, ispirate a criteri di soleggiamento, di luminosità, di
larghezza stradale e con la costruzione di marciapiedi. Il nuovo contesto urbano
andava delineandosi con schema a scacchiera nella nuova periferia tutta a
vocazione agricola ed infatti si progettò di far sorgere una chiesa, detta
appunto Nuova, sul fondo del sig. Cappelluti Mauro Sergio, a sinistra di uno
slargo (piazza Immacolata), la cui forma triangolare costituiva proprio
l’elemento di raccordo tra lo schema irregolare delle preesistenti aree
urbane settecentesche e il nuovo tessuto a scacchiera. Fin qui il lavoro di
progettazione della Chiesa Nuova. |
Piazza Immacolata, MOLFETTA Telefono: +39 0803348256 E-Mail: immacolatamolfetta@gmail.com Purtroppo la costruzione di essa subì
diverse battute d’arresto a causa di vicende politiche ed economiche sia
nazionali che locali: i moti rivoluzionari del 1848, gli eventi che portarono
alla fine del Regno di Napoli e all’Unità d’Italia, la mancanza di fondi e
non ultima la morte dei vescovi della diocesi. Si dovette giungere quindi
all’agosto del 1874 per l’apertura delle tracce e l’8 dicembre dello stesso
anno avvenne la posa della prima pietra alla presenza del vescovo mons.
Gaetano Rossini, succeduto frattanto a mons. Nicola Maria Guida che a sua
volta era succeduto a mons. Giovanni Costantini. La direzione dei lavori fu
affidata allo stesso ing. de Judicibus con la facoltà di scegliere i maestri
costruttori: Benedetto Pansini fu Nicola e Vincenzo Cappelluti di Francesco i
quali, tenuto conto della precarietà finanziaria, non stipularono alcun
contratto ma si impegnarono ad eseguire i lavori in base alle disponibilità
economiche. Naturalmente, finiti i soldi, i lavori si arrestarono nel 1886 e
della chiesa non se ne parlò per lungo tempo anche a causa degli eventi della
politica italiana che nel 1887 fece precipitare la situazione: i 2/3 degli
stabilimenti industriali chiusero, ci fu una rovina generale e la crisi
coinvolse la totalità delle famiglie molfettesi. Finalmente dopo 21 anni
dalla posa della prima pietra, la nuova chiesa potè essere aperta al culto il
29 settembre 1892 ad opera del vescovo Pasquale Corrado (succeduto a Gaetano
Rossini) il quale però moriva nel 1894 e fu il nuovo vescovo Pasquale Picone
a consacrarla il 29 settembre del 1896. In quell’occasione nell’altare
maggiore si deposero le reliquie dei santi Fruttuoso e Gaudenzio, di S.
Paolo, S. Teresa e S. Corrado. C’erano voluti ben cinquant’anni e 5 vescovi
per vedere finalmente eretta la Chiesa Nuova. |
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Chiesa di
San Gennaro La costruzione della chiesa, iniziata
nel 1788, fu
ultimata nel 1820 e
la sua consacrazione avvenne il 17 giugno del successivo anno (1821). Fu la
prima chiesa eretta extra moenia, cioè fuori della cinta muraria della
città vecchia. Essa porta il nome del suo fondatore, Monsignor Gennaro
Antonucci, che nel 1785 la elevò a parrocchia. Presenta una pianta a croce latina ed è comunemente
denominata "la Parrocchia". |
Via S. Pasini, 32 MOLFETTA Telefono: +39 0803971771 ORARIO SS
MESSA: Da Ottobre a Marzo: Dal Lunedì al Sabato ore 18:30 Domenica ore 08:15 – 10:30 – 18:30 Da Aprile a Settembre: Dal Lunedì al Sabato ore 19:00 Domenica ore 08:15 – 10:30 – 19:00 |
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Chiesa di
Santo Stefano
Inoltre al suo interno sono conservati un
quadro della Madonna dei Martiri del pittore molfettese Nicola Porta, la
statua dell’ex patrono di Molfetta S.
Liborio, una statua di S. Michele Arcangelo, del XVI secolo, e una statua di
S. Stefano in cartapesta. |
Corso Dante Alighieri, 71 MOLFETTA |
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Chiesa di
San Bernardino da Siena
La data di inizio della costruzione della
chiesa è documentata da una lapide apposta sul terzo pilastro a sinistra
della navata centrale in occasione della sua consacrazione, avvenuta il 25
ottobre 1699 sotto il pontificato di Innocenzo XII, mentre era vescovo di
Molfetta mons. Belisario de Bellis da Casamassima, vicegerente di Roma, e suo
vicario visitatore mons. Pompeo Samelli, vescovo di Bisceglie. Inciso sulla
lapide (collocata dopo due secoli e mezzo), si legge: “D.O.M. |
Via Tattoli, 7 MOLFETTA Telefono: +39 0803974047 La chiesa e il convento degli Osservanti
sorsero fuori delle antiche mura della città, a sud-est del largo Porticella.
Sulla facciata della chiesa, orientata verso ponente, sopra il portale è
scolpita l’immagine di S. Bemardino che regge sulle mani il monogramma IHS. ORARIO SS
MESSA: Inverno (29 Ottobre – 30 Giugno) Dal Lunedì al Venerdì ore 08:00 – 18:30 Sabato ore 08:00 – 19:00 Domenica ore 09:00 – 10:15 – 11:30 – 19:00 Adorazione Eucaristica: Primo Venerdì del
mese ore 19:00 Estate (1 Luglio – 29 Ottobre) Dal Lunedì al Venerdì ore 08:00 – 19:00 Sabato ore 08:00 – 19:30 Domenica ore 09:00 – 10:15 – 19:30 Adorazione Eucaristica: Primo Venerdì del
mese ore 18:00 |
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Chiesa di
Sant’Andrea Apostolo
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Via Piazza, MOLFETTA |
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Chiesa di
San Pietro L'antichissima Chiesa di San Pietro Apostolo
risale a epoca anteriore al 1174. Situata nella città vecchia, nel 1571 fu
riedificata e ampliata con l'edificazione dell'annesso monastero di monache,
"Re mene'ce'ddere". Via San Pietro - La corte. Ricordiamo
in via San Pietro anche il palazzo Michielli del XVII secolo. Nella Chiesa di San Pietro Apostolo è
venerata anche la Beata Vergine Regina della Palestina (Patrona di Terra
Santa. |
Via San Pietro, MOLFETTA |
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Chiesa del
SS Crocifisso o dei Padri Cappuccini La chiesa, situata nell'attuale Piazza
Margherita di Savoia, ha al suo interno, sull'altare maggiore, un crocifisso
in legno di scuola veneziana donato nel 1682 dal sacerdote don Francesco
Antonio Cucumazzo (o Cucomazzo). Il Crocefisso ha per sfondo una pala
d'altare rappresentante il Calvario. Alla base della tela, realizzata nel
medesimo anno 1682 dal chierico-pittore bitontino Nicola Gliri (1634-1687),
si trovano due stemmi gentilizi. |
Piazza Margherita di Savoia, MOLFETTA Nella chiesa si conserva una statua lignea
di S. Francesco, in origine appartenuta al convento dei Conventuali, poi
donata ai Padri Cappuccini nel 1816. Oltre agli Osservanti e ai Cappuccini, a
Molfetta fino al 1809 furono presenti, a Molfetta, anche i
Conventuali. Nel secolo XVI una corrente degli Osservanti guidata da fra
Matteo da Bascio costituì la famiglia dei Cappuccini. Essi ottennero il
riconoscimento ufficiale nel 1528 da Papa Clemente VII. Ricordiamo anche la realizzazione del Cristo
Morto per l’Altare maggiore della chiesa S. Margherita, Molfetta ad
opera del Prof. Mauro Antonio Mezzina di Molfetta. Ricordiamo nelle vicinanze anche il rione
Effrem - Orto Cappuccini. |
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Basilica
Concatterale di Maria Santissima della Madia Nell'ottobre del 1921 papa Benedetto XV la elevò al rango
di basilica minore. Il luogo su cui sorge la basilica cattedrale
della Madonna della Madia in Monopoli si è rivelato, grazie agli scavi
archeologici avviati in loco nel 1986, zona di antiche e
complesse stratificazioni temporali che, partendo dal 4500 a.C. circa
giungono fino ai nostri giorni. Il luogo su cui sorge la basilica cattedrale
della Madonna della Madia in Monopoli presenta tracce di frequentazione umana
fin dall'età del Bronzo, come testimoniano i fori di
palificazione scavati nella roccia sottostante il pavimento dell'antica cripta della
cattedrale romanica, edificata a partire dal 1107 probabilmente
sui resti di un antico tempio pagano dedicato al culto delle divinità
mediterranee Maia e Mercurio. Sotto la suddetta cripta sono state
del resto ritrovate testimonianze di frequentazione messapica della
zona come una sepoltura di cui è visibile la controfossa, all'interno della
quale - esemplare unico nel suo genere - è stata ritrovata una trozzella in
materiale bronzeo e
non di terracotta, come invece per gli altri ritrovamenti dello
stesso genere. Ancora, sono stati rintracciate numerose tombe a camera di età
messapica e corridoi sotterranei utilizzati forse come vie per giungere al tempio
di Mercurio/Ermes. Seconda e terza Fase: Epoca Ellenistica e
secoli VII – XI La seconda stratificazione temporale
visibile al di sotto della cripta è determinata dalla presenza di alcune
fosse votive, di Epoca ellenistica, di cui particolare è risultata la
presenza di uno scheletro completo di infante con orecchini circolari in filo
d'argento e una sepoltura d'adulto con corredo in vasellame. La successiva
stratificazione rivela un sepolcreto di età alto
medioevale e dunque sepolture cristiane: le fosse, scavate nella
roccia e orientate in direzione ovest - est (con il capo rivolto verso il
sole nascente, simbolo di rinascita - Risurrezione),
presentano una parte inferiore slargata e un rialzo nella parte superiore, dove
probabilmente appoggiava il capo il defunto, a mo' di cuscino di roccia. Cattedrale
Romanica Cappella di San
Michele, della famiglia Galderisi Cappella di San
Giacomo, della famiglia Borrassa Cappella del Santissimo Sacramento, della Confraternita
del S.s Sacramento: presentava una cupola alta 13 m. e
una Pietà in pietra. Cappella della Concezione Cappella di Maria Santissima della Madia (al
centro, dietro l'altare di pietra) Cappella di Sant'Anna Cappella della Circoncisione con
monumento funebre del vescovo Antonio Pignatelli Cappella di San
Giacomo Cappella di San
Lorenzo. In seguito, poiché la cappella sopraelevata
della Madonna della Madia era giudicata di dimensioni ridotte in quanto
limitata dall'abside romanica, tra il 1642 ed
il 1643 fu
abbattuta l'intera zona dietro l'altare maggiore per costruire una nuova
struttura che consentiva nella parte superiore la realizzazione di una più
ampia cappella e nella zona sottostante la sacrestia.
A questa struttura, della quale ad oggi si possono notare solo le imponenti
fondazioni a livello della cripta romanica, nel 1693 fu
addossato un nuovo campanile, in stile barocco in sostituzione di quello
romanico crollato in seguito a un fulmine. Cattedrale
Barocca Nel Settecento l'intero
edificio romanico e le strutture successive, eccetto il campanile, da poco
ultimato, furono demolite per costruire la nuova cattedrale in stile barocco, opera
iniziata nel 1742e
portata a termine nel 1772. Le motivazioni che portarono i canonici del capitolo a
volere una nuova chiesa furono molteplici: in primo luogo l'esigenza di un
tempio sacro che rispondesse alle esigenze di una popolazione in costante
aumento; in secondo luogo la volontà di seguire la moda barocca del tempo e
di eliminare una cattedrale ormai fatiscente e che comunque avrebbe richiesto
l'impiego di ingentissime risorse per un lavoro di rattoppamento di
cui i canonici non vollero prendersi carico. Si decise così a favore della
distruzione totale dell'antico tempio romanico: per l'erigenda cattedrale
barocca furono chiamati due maestri muratori e ingegneri, Michele Colangiuli
di Acquaviva delle Fonti e Pietro
Magarelli di Molfetta che costruirono una chiesa perfettamente
aderente ai dettami del Capitolo: ampia, spaziosa, in cui troneggiasse
l'Icona della Beata Vergine della Madia. Nel 1786, tredici anni
dopo la consacrazione, per proteggere il sagrato dal forte vento proveniente
dal mare, fu edificato sul lato destro della facciata un muro alto trentatré
metri, comunemente definito muraglione, ad opera di Giuseppe
Palmieri, dove trovarono posto 10 delle 12 statue dell'antico retablo
cinquecentesco (come San
Francesco, San Domenico, Isaia, Geremia, Ezechiele)
probabilmente opera di Ludovico Fiorentino, attivo nel XVI secolo.
Alcune statue presentano deformazioni causate da un fulmine che cadde il
giorno di Natale del 1519 sull'altare maggiore. Agli inizi del 1800 fu
edificata la Cappella dei Martiri e nel 1850 venne completata la cappella
superiore; alla fine del XIX secolo l'abate Domenico Capitanio realizzò a sue spese
il pavimento marmoreo del presbiterio. Agli inizi del '900 venne
realizzato il pavimento in marmo delle navate, venne dipinto il soffitto
della navata centrale e della cupola, furono decorati i pilastri con marmo e
fu inserito il nuovo organo che sostituì quello settecentesco. Nel 1959 fu
realizzato il sottopassaggio che unisce piazza Manzoni al sagrato della
cattedrale. |
Largo Cattedrale, MONOPOLI Telefono: +39 080742253 E-Mail: cattedralemonopoli@libero.it
Esterno La facciata, sopraelevata rispetto al piano
stradale di sette gradini, ricca di elementi barocchi, è divisa orizzontalmente
in due parti: nella parte inferiore vi sono i tre portali d'entrata: al di
sopra di quello centrale vi è un timpano, sorretto da colonne ad ordine
composito, che rappresenta un elemento di divisione dalla parte superiore,
dove si apre una grande finestra al posto del rosone e
un frontone semicircolare
in cui è inserito un cartiglio con il monogramma della Madonna. Ai lati del
portale principale vi sono una serie di paraste ioniche ornate da ghirlande
che lo separano dagli ingressi laterali, anch'essi sovrastati da timpani
ornanti di anfore. Tipicamente barocche le volute a ghirlanda, i pinnacoli,
gli ovali a decorazione delle finestre laterali. Al fianco sinistro della
zona absidale si trova il campanile a sei ordini, costruito tra il 1688 ed
il 1693:
l'antica cattedrale romanica aveva tre campanili, che andarono distrutti uno
dopo l'altro. Interno L'impianto interno è a croce
latina a tre navate suddivise da pilastri, con doppio transetto,
volta lunettata in quella centrale ed otto cappelle laterali, quattro per
navata. Altre quattro cappelle sono collocate agli estremi dei due transetti,
il secondo sopraelevato di tre gradini rispetto al piano basilicale. La
navata centrale e quelle laterali sono separate da una serie di pilastri
cruciformi a tarsia marmorea. All'intersezione tra la navata centrale il
primo "braccio" della croce latina, detto transetto, sorretta da
quattro grandi pilastri, si erge una cupola alta 31 m con un diametro di
circa 9 m Ai margini della cupola vi sono gli affreschi raffiguranti
i quattro Evangelisti. Le
Cappelle Partendo dalla navata destra, dal portale,
si incontrano: Cappella di San Michele Arcangelo: sull'altare è
visibile la tela di Iacopo Palma il Giovane, del 1675, dal titolo S.
Michele e il demonio. Cappella dell'Immacolata: nella nicchia, sull'altare, è
visibile una statua di marmo dell'Immacolata, un tempo posta nell'omonima
cappella della cattedrale romanica. Cappella di San Giacomo
di Compostela: Sull'altare si erge l'opera di Carlo Rosa, La
battaglia di Clavijo, datata 1650 - 1678. San Giacomo vi è raffigurato,
chiome al vento, annientatore feroce delle schiere musulmane: raffigurazione
evidentemente suggerita dal clima controriformistico. Cappella del Santissimo Sacramento: la cappella,
ricostruita nel XVIII secolo, presenta al centro, sulla parete di fondo, una
grande tela di Francesco de Mura (1696 - 1782) con una
bellissima rappresentazione della Cena di Emmaus e e due tele di
minor dimensioni raffiguranti a sinistra il Sacrificio di Isacco e a destra il
parallelo tra il sacrificio dell'Antico Testamento e quello, rinnovato,
del Nuovo Testamento. Cappella dei Martiri: ultima per
costruzione, presenta ai lati dell'altare una grandissima quantità di
reliquie incassate e visibili nelle urne sul muro. Presente la tela di Palma
il Giovane Madonna in gloria con San Rocco e
Sebastiano. Più in alto presente una tela raffigurante la Circoncisione di
Cristo, opera del 1570 circa di Marco Pino. Cappella di Sant'Anna:
nei due ovali che sormontano l'altare sono raffigurati S.Elisabetta e
S.Zaccaria. Di scuola napoletana S.Anna sull'altare. Cappella della Madonna del Rosario: sulla pala d'altare sono
raffigurati la Vergine con i santi Domenico e San Francesco da Paola, Vincenzo
Ferrer e Santa Caterina. Intorno è presenta una cornice di ovali
con i quindici misteri del Rosario. Cappella del Redentore: presente una
tela raffigurante l'episodio del Vangelo di Matteo Gesù e i Figli di
Zebedeo di Giovanni Bernardo Lama e Silvestro Buono. Cappella del Crocifisso: la cappella
contiene un Crocifisso attribuito a un artista locale del XVI secolo: il
materiale utilizzato è una misteriosa mistura di gesso e legno. Cappella di S. Francesco da Paola: vi è
la sostituzione della pala d'altare con un grande tabernacolo in legno dorato
su cui è raffigurato il santo protettore della città, curvo come un vecchio
contadino. Cappella del Fonte Battesimale:
presente un dipinto raffigurante Giovanni Battista in preghiera. Sullo
sfondo il battesimo di Cristo in ambiente boschivo che fa pensare a una
impronta manieristica pugliese. Tramite due rampe di scale simmetriche, si
accede alla cappella della Madonna della Madia, sopraelevata di metri 6,5
rispetto al piano di calpestio del presbiterio:
essa affaccia direttamente sull'altare maggiore. Cappella
della Madonna della Madia ORARIO SS
MESSA: Dal 30 Ottobre al 25 Marzo Feriale: ore 08:30 – 18:30 Domenica e Giorni Festivi: 07:30 – 10:00 –
11:30 – 18:00 Dal 26 Marzo al 27 Ottobre Feriale: ore 08:30 – 19:00 Domenica e Giorni Festivi: 07:30 – 10:00 –
11:30 – 19:00 |
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Chiesa e
Convento di San Martino Attigua all’omonimo palazzo religioso, ex
convento di suore benedettine e oggi gestito dalla Curia, la chiesa di San
Martino fu benedetta nel 1606, mentre l’autorizzazione del Papa Paolo V
giunse nel 1618. La facciata presenta uno sgretolamento della calcarenite,
dovuto all’azione degli agenti atmosferici. All’interno è conservato un
organo risalente alla prima metà dell’ottocento: si tratta di un interessante
esemplare di Scuola meridionale del primo Ottocento, caratterizzato
dall’atipica presenza di due campate maggiori di canne ai lati e di una
minore al centro per dare particolare risalto all’ornamento ligneo di
facciata (notizie sull’organo fornite dal prof. Domenico Morgante).
Il campanile a vela risale, invece, al XVIII sec. L’annesso convento, ex
Monastero delle Benedettine, pare fosse stato costruito per ospitare novizie
provenienti dai ceti meno abbienti, che non potevano permettersi di accedere
al più prestigioso e ricco Convento delle benedettine nere di San Leonardo,
riservato alle nobili facoltose. In ogni caso non è escluso che, anche presso
il Convento di San Martino, avessero fatto il loro ingresso elementi della
nobiltà cittadina, anche in considerazione del fatto che il convento delle
“monacelle”, vale a dire quelle “più povere”, era quello adiacente alla
chiesa di San Giuseppe e Anna. Il Monastero di San Martino fu inaugurato nel
1620: il primo gruppo di quindici giovani e di due educande fu guidato dalla
badessa Donna Felice Indelli, proveniente dal monastero di S. Leonardo.
Esternamente sono da notare le caditoie poste all’altezza della terrazza che
consentivano alle suore di clausura di guardare in basso senza correre il
rischio di essere riconosciute. Dalla chiesa di San Martino proviene la tela,
oggi custodita nel Museo Diocesano, raffigurante la Vergine col bambino tra
San Martino e il povero e San Benedetto (ritroviamo la figura di San
Benedetto anche nella chiesa di San Leonardo). |
MONOPOLI |
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Chiesa di
San Francesco d’Assisi La costruzione della prima chiesa e convento
di San Francesco, situati appena fuori della
cinta urbana, risale al 1275. Nella primavera del 1529, nel corso dei
preparativi di difesa per l'incombente arrivo delle armate spagnole, convento
e chiesa, giudicati dal doge veneziano Andrea
Gritti pericolosi per la loro vicinanza alle mura, vennero
abbattuti. L'imperatore spagnolo Carlo V, verso la fine del XVI secolo, li fece
ricostruire all'interno delle mura della città nella loro posizione attuale.
Nel 1740 la
chiesa subì un totale rifacimento e Michele Colangiuli di Acquaviva ne fu
l'architetto. La chiesa si presenta con una grande navata e sei cappelle
laterali e custodisce un organo del Settecento, proveniente dalla
locale chiesa di Cristo delle zolle e
alcune opere di notevole valore artistico, fra cui alcuni dipinti di Domenico
Carella, di Vincenzo Fato, ed un crocifisso ligneo con le
statue della Vergine e di San Giovanni, opera di Antonio Brudaglio. Nel XIX
secolo la chiesa è stata privata della parte conventuale, divenuta sede del
Comune di Monopoli. |
Largo Plebiscito, 15 MONOPOLI Telefono: +39 0809303059 |
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Chiesa e
Convento San Francesco da Paola |
Piazza S. Francesco da Paola, 11/B MONOPOLI Telefono: +39 080777012 Delle nicchie che si aprono sull'ampia
facciata, soltanto due conservano ancora le statue provenienti dal trionfo
della cattedrale romanica: le altre furono invece collocate sul muraglione
della stessa chiesa. All'interno dell'unica navata è
custodita la statua del Santo, insieme ad altre opere recentemente restituite
alla loro chiesa di destinazione, dopo aver peregrinato per altre parrocchie
monopolitane. Nel chiostro del convento si trovano gli affreschi di cui sopra,
rimaneggiati da Bernardino Greco. Sicuramente più interessante è il chiostro,
in pianta quadrata che si sviluppa in dodici arcate a tutto sesto, con volte
a crociera. Le lunette in cui sono rappresentati gli affreschi sono venti,
cinque per ogni ala del chiostro: sono tutte leggibili tranne due,
caratterizzate da ampie e gravi lacune. Ogni riquadro, di chiara impronta barocca e
ricco di scene naturalistiche, è caratterizzato tuttavia da senso di
semplicità, chiarezza, attenzione all'umile sguardo del fedele che doveva
capire, al primo sguardo, l'atto misericordioso o miracoloso del santo
di Paola. Ogni riquadro è accompagnato da alcuni
versi, dipinti al di sotto, probabilmente di Fulvio Frugoni. L'autore
dei riquadri potrebbe essere Bernardino Greco, di Copertino,
autore di un ciclo di dipinti sulla vita del santo nel convento di Grottaglie,
o un suo omonimo, visto che comunque sotto le lunette vi è
scritto: Bernardinus Graecus Cupertiniense pingebat. |
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Chiesa e
Convento di San Felice, detta dei Cappuccini La chiesa di San Felice, detta dei
Cappuccini, annessa all'ex convento, fu edificata nel 1577 con il
contributo dell'Università di Monopoli e di alcuni benefattori;
ristrutturata nel XVIII secolo, ricca di decorazioni a stucco e pittoriche,
conserva numerose opere d'arte. Attualmente l'ex convento, caratterizzato da
un bel cortile e da graziose celle ben conservate, ospita la Casa
di Riposo Vitantonio Romanelli ed è gestita dall'Associazione
per i Servizi alla Persona (ASP) Romanelli Palmieri di
Monopoli. Dal gennaio 2015 entra a far parte del Fondo Edifici di Culto del Ministero dell'interno insieme alla chiesa
di San Domenico e a quella di San Martino. |
MONOPOLI |
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Chiesa e
Convento di San Domenico La presenza dei frati domenicani nella città
di Monopoli si fa risalire al 1270 e risulta tra le prime in Puglia. Essi
fondarono fuori dalle mura, nell'area di Cala Fontanelle, la chiesa di Santa
Maria Nova, che anche nel nome ricorda la chiesa, dello stesso ordine, sorta
a Firenze. |
Via San Domenico, 49 MONOPOLI |
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Nel 1585 alcuni
fedeli acquistarono varie case nel vecchio abitato e trasformarono il tutto
in un'istituzione religiosa denominata "Conservatorio della Casa
Santa". Successivamente, sotto il vescovado di Antonio Porzio, nel
secolo XVII, si costruì l'attuale edificio destinato a convento di clausura,
con concessione dell'uso dell'abito regolare della Beata Vergine della Presentazione a
tutte le povere fanciulle orfane che avessero manifestato la volontà di farsi
religiose. Nel 1715,
su disegno dell'ingegnere Vito Valentino, si pose la prima pietra della
chiesa attuale, sotto il provincialato di Padre Ilarione di San Giuseppe,
napoletano. L'edificazione fu iniziata effettivamente nel 1716 dai Padri Carmelitani Scalzi, sotto il Regno
di Carlo VI d'Austria e il Papato di Clemente
XI. La sua costruzione si protrasse fino al 1735, sotto il Regno
di Carlo, Infante di Spagna, figlio di Filippo, e il Papato di Clemente
XII; finalmente, l'8 novembre 1735 la Chiesa
fu consacrata dal Vescovo di Monopoli Giulio Antonio Sacchi col titolo
di San Giovanni Battista ed Anna. I padri Carmelitani Scalzi abitarono
in Santa Teresa per circa un secolo, poi succedettero loro i Signori della Missione e infine
le Suore di Clausura Vescovile di Casa Santa col
"conservatorio". Il convento attualmente appartiene all'A.S.P. (già
I.P.R.A.B) Romanelli Palmieri di Monopoli mentre la chiesa è
rimasta di proprietà della curia di Conversano Monopoli ed
è sede della Parrocchia di San Pietro. |
Via Santa Teresa, MONOPOLI Telefono: +39 080742682 |
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Dopo aver varcato idealmente la “Porta
Nuova” di Monopoli (siamo all’altezza della Farmacia Gentile) e subito dopo
aver superato la chiesa di San Francesco d’Assisi, giriamo sulla destra e,
proprio all’ingresso di via San Domenico, ci troviamo di fronte ad una chiesa
con una vetusta porta d’ingresso. La chiesa, quasi sistematicamente chiusa al
pubblico, salvo qualche sporadico evento riservato a pochi, rappresenta un
vero e proprio gioiello storico artistico per la nostra città, anche per lo
straordinario pavimento in maiolica napoletana custodito al suo interno (nel
presbiterio per la precisione) nel quale spicca la figura del pellicano che
si squarcia il petto per nutrire i suoi figli, simbologia del Cristo che si
sacrifica sulla croce per salvare gli uomini. La struttura, oltre alla
chiesa, comprende anche il convento: correva l’anno 1665 quando il vescovo
Giuseppe Cavalieri firmò il decreto con il quale veniva riconosciuto il
monastero di San Giuseppe e Anna. Il monastero accettò la regola di Santa
Chiara e di San Benedetto e, sebbene le monache siano passate alla storia
come le “monacelle”, perché più “povere” rispetto alle consorelle di altri
monasteri monopolitani, doveva poter contare su una buona posizione economica
legata alle donazioni di masserie e uliveti, case, botteghe, magazzini e
vigne. Le risorse economiche consentirono alle “monacelle” di promuovere
anche lavori di ampliamento del monastero, entrando in competizione anche con
il vicino convento di San Domenico.Tra le maestranze che operarono in San
Giuseppe e Anna tra il 1732 e il 1752 ricordiamo il leccese Pasquale Simone e
Piero Magarelli, uno dei costruttori dell’attuale cattedrale. I documenti
narrano anche di una diatriba legale tra le clarisse di San Giuseppe e Anna e
le consorelle benedettine del vicino convento di San Martino, disputa che si
concentrò soprattutto sull’edificazione dell’attuale campanile sul quale
spicca la statua di San Giuseppe con il bambino fra le braccia, restaurato
nel 1791. Chiesa e convento hanno seguito destini diversi: il convento è
stato utilizzato in più occasioni con finalità scolastiche sopravvivendo
all’incuria, la chiesa, invece, dopo aver seriamente rischiato il crollo, è
stata oggetto di ristrutturazione e tuttavia resta inspiegabilmente chiusa al
pubblico nonostante le sue indubbie potenzialità turisti stico-culturali. |
Via San Domenico, MONOPOLI |
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Chiesa e Convento di San Leonardo |
MONOPOLI Confiscato dallo Stato dopo l'Unità
d'Italia, è stato sede di alcune scuole ed attualmente non ha destinazioni
d'uso. |
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Chiesa e
Convento di Sant’Antonio da Padova A causa di una prodigiosa fuga della
statuetta del Santo di Padova, la chiesa della Madonna delle Grazie, la cui
primitiva e iniziale costruzione risale alla fine del ‘400, fu ribattezzata
col nome di S. Antonio.Con lo scopo di distribuire in maniera piu’ equa le
chiese concentrate già nel numero di cinque nel vecchio abitato, in una
Monopoli in continua espansione, Mons. Nicola Monterisi, Vescovo della Diocesi,
nel 1919, su concessione di un decreto reale dello stesso anno, trasferì il
titolo della Parocchia del SS. Salvatore nella chiesa di S. Antonio. Si
tratta dell’ex chiesa conventuale dei minori Osservanti che, dopo la cacciata
dei frati, nel 1853, fu consegnata dal Demanio al Comune con il largo del
Convento, in passato utilizzato come piazza d’armi per le esercitazioni
militari; oggi è stato trasformato in giardino pubblico, dove si trova
un cippo in ricordo del celebre musicista monopolitano Orazio Fiume
(1908-1976). |
Piazza S. Antonio, 32 MONOPOLI L’interno della chiesa è ad unica navata con
cappelle laterali al cui corredo concorsero le più facoltose famiglie
monopolitane che costruirono altari, commissionarono dipinti, eressero
sepolcri marmorei. La prima a destra è conosciuta come Cappella Piccigalli;
segue la Cappella Cortes, famiglia d’origini spagnole, in successione la
Cappella Palmieri. In essa è conservata la tela di “S. Antonio”, opera di
Costantino da Monopoli ed una statua processionale. La quarta Cappella è
dedicata a S. Pasquale Baylon , ricordato da una statua lignea di Nicola
Antonio Brudaglio. L’ ultima è denominata Cappella Sforza. Sull’altro lato vi
sono le Cappelle Ghezzi, la Cappella della Passione che accoglie una scultura
di legno del 500, la Cappella Taveri, la Cappella Isplues, altra famiglia
originaria della Spagna. Nel presbiterio si trova un dipinto cinquecentesco
di scuola veneziana raffigurante la “ Madonna delle Grazie” alla quale la
chiesa era dedicata in origine e due tele raffiguranti l’Adorazione dei Magi
e la Visitazione di Maria a Santa Elisabetta. Nella chiesa, di notevole importanza è
certamente la tela, raffigurante S. Antonio, di Costantino da Monopoli.
Durante la prima guerra mondiale, in seguito ad un bombardamento da parte di
una nave austriaca, il campanile fu in parte distrutto, ma ancora oggi fa
bella mostra di sé grazie all’ opera di riedificazione voluta dal parroco
dell’epoca, Don Vito Bini. |
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Chiesa di
San Pietro
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Via S. Teresa, MONOPOLI |
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Chiesa di
Santa Maria Amalfitana
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Vico Amalfitana, MONOPOLI Telefono: +39
0809303059 La chiesa ha tre navate. Dalla navata destra
si scende nella grotta basiliana, forse la stessa che fu il santuario
primitivo degli Amalfitani, ridotto poi a sepolcreto e fossa comune in tempi
di pestilenze e di mortalità diffusa. Dalla navata sinistra , in fondo si
esce nel cortile delle absidi . |
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Chiesa di San Salvatore |
Largo S. Salvatore, MONOPOLI |
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Chiesa di
Santa Maria del Suffragio o Della Natività di Maria |
Via Argento, MONOPOLI La chiesa ha forma di croce latina con
cinque altari di cui quello maggiore in stile barocco classico, in pietra
leccese. Nel giardinetto della sacrestia una scalinata conduce ad una cripta,
un sepolcreto sotterraneo, pertinenza della chiese ed in cui erano seppelliti
i confratelli ed i loro parenti più stretti. All’ interno, in alcune teche,
sono conservati scheletri di confratelli deceduti nel XVIII e XIX secolo.
Sull’altare maggiore è conservata la tela del napoletano Paolo De Matteis,
raffigurante la Madonna del Carmine. |
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Chiesa e
Convento di San Nicola in Pinna
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MONOPOLI La Chiesa quindi, era sicuramente parte di
un cenobio basiliano: consta di un’unica navata con abside e cupola
centrale. Si può notare, inoltre, l’ambiente cisterna, ricavato dalle mura
preesistenti e la porta ad arco. La facciata esterna sinistra, parzialmente
visibile dalla zona di arrivo della scala centrale del castello, conserva la
traccia dei beccatelli romanici originali. La tipologia sembra appartenere a quella
delle chiese rurali del XI - XII secolo. |
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Chiesa di
Sant’Angelo in Francisto o Frangesto E’ quanto resta di un monastero benedettino fondato dalla badessa
Agnese e del circostante abitato. Gli scavi hanno individuato in aderenza
all'attuale chiesa, nella zona nord-est una piccola necropoli,
le fondazioni di un ambiente altomedievale con resti di raffinata
pavimentazione e di un'abside trilobata, nella zona sud-ovest fondazioni della
parte abitativa dell'antico monastero, in corrispondenza della facciata è
stata scoperta l'imboccatura ottagonale di un ambiente sotterraneo pieno di
detriti lapidei. |
Contrada Impalata, MONOPOLI Telefono: +39 0809309038 La struttura, gli spazi interni e la
decorazione avvicinano questa chiesa a quelle dell'Ordine Benedettinodell'XI secolo. La
chiesa risale all'XI secolo, è a tre navate,
tre absidi e
tre cupole in
asse, gravemente danneggiata con il saccheggio del 1042, fu parzialmente
riedificata nella prima metà del XII secolo,
con la ricostruzione della cupola di ingresso, con la realizzazione di
due tombe ad arcosolio sulla
facciata interna, la ricostruzione della volta della navata laterale destra e
la realizzazione di affreschi.
Nel XVIII secolo fu affrescata l'abside centrale
con la rappresentazione della Madonna della Madia tra S.Nicola e S.Vito. Alla
fine del XVIII secolo, tra il 1777-1779, la Chiesa esisteva ancora, come
attestato dalla "Cronaca Indelliana" capo VI, capitolo 18: "la
Chiesa di S.Angelo di Francesto, e propriamente deve dirsi Frangestro, come
si è testé notato, esiste già...". Alla fine del XIX secolo il
sacro edificio era però abbandonato e in cattive condizioni; il Cap. Pietro
Capitanio, proprietario della Chiesa e dei terreni circostanti, eseguì alcuni
restauri e riaprì la Chiesa al culto. In quell'occasione furono modificate le
pendenze delle coperture, aggiunto un piccolo campanile a
vela e sostituito il portale d'ingresso. |
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Chiesa di
Cristo delle Zolle Secondo la settecentesca Istoria
di Monopoli di Giuseppe Indelli, la chiesa esisteva, come chiesa
rupestre già nel Cinquecento,
con il titolo Sant'Angelo "del Pagliarolo" o "de
Pagliarolis". Il luogo sacro era inserito in una grotta e si trovava in
stato di abbandono. Nel 1651 avvenne il ritrovamento ritenuto miracoloso di
un Crocifisso,
a seguito del quale venne eretta a partire dal 1652 una chiesa
dedicata al Crocefisso del Pagliarolo o del Pagliarulo. Venne inoltre
istituito un mercato che si teneva nei giorni dal 2 al 4 di maggio. Nel 1727 i
documenti della visita pastorale di Mons. Della Gatta ne riportano l'aspetto:
la chiesa presentava una cupola, sorretta da quattro archi e altari sulle pareti. Il
giorno festivo era il 3 maggio. Fino alla metà del secolo scorso, la chiesa
era ancora utilizzata settimanalmente per la Messa e qualche modesta funzione
religiosa. Successivamente fu completamente abbandonata, invasa dalle piante
anche sul tetto e divenuta tana per serpenti, ramarri e persino un gufo reale.
La cripta e la chiesa, poi, venivano periodicamente allagate da un vicino
torrente, la cupola cominciava a cedere e l'intera chiesa era a rischio
crollo. |
MONOPOLI Di forme
monumentali, sorge in aperta campagna, a circa due chilometri dal centro
cittadino. Abbandonata per anni, oggi è usata per lo più per spettacoli
teatrali. Tra il 2004 e il 2005 Francesco Pertosa,
proprietario del complesso monumentale, realizzò a proprie spese la messa in
sicurezza e un restauro di massima della chiesa. Nell'agosto del 2009 il Comune di Monopoli, con finanziamenti della Regione
Puglia, progetto e Direzione Lavori dell'Arch. Domenico Capitanio,
completò il restauro e realizzò il riuso del complesso monumentale, come
spazio teatrale a "geometria variabile". L'interno è servito da un
palcoscenico idraulico incassato nel pavimento, al centro sotto la cupola,
che nel sollevarsi trascina una piattaforma di raccordo, incernierata alla
retrostante e sopraelevata zona absidale. Questa soluzione permette
l'utilizzo dello spazio interno, sia come teatro ottocentesco (attori nella
zona absidale più alta con pubblico di fronte) che come teatro d'avanguardia
(attori sulla piattaforma centrale collegata all'abside, con la possibilità
di altezze variabili, col pubblico tutto intorno). La zona esterna è
concepita come un teatro romano classico con gli attori che escono dalla
porta della chiesa, la cui facciata costituisce la "scena" del
teatro e il pubblico è posto di fronte a semicerchio. |
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Cripta di Romualdo (cripta urbana), ultimo
resto della Cattedrale romanica del 1117, situata sotto
l'attuale Cattedrale barocca del 1742. |
MONOPOLI |
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Chiesa
Rupestre di San Matteo all’Arena
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Via Luigi Cadorna, MONOPOLI Telefono: +39 0804140264 L’interno è a due navate, di cui la più
larga si trova in corrispondenza dell’abside, spartite da pilastri. Due
gradini sollevano il bema – la parte dedicata al clero – rispetto alle
navate. L’altare è collocato nell’abside ed era costituito da un
parallelepipedo in pietra. Il soffitto è piano e reca incisa una croce. |
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Chiesa
Rupestre Santa Maria della Stella In periferia di Monopoli lungo la strada che
porta ad Alberobello, in una proprietà privata e in un contesto rurale ricco
di coltivazioni, sorge la chiesa rupestre di Santa Maria della Stella,
una chiesa scavata nella roccia a unico vano rettangolare, divisa a metà da
un pilastro e provvista di un’abside. La chiesa nel tempo ha subito
rimaneggiamenti, pertanto sono presenti altari, oltre a quello centrale, non
coevi ma più recenti rispetto al periodo di frequentazione medievale della
chiesa. |
MONOPOLI La chiesa è aperta tutti i sabato dell'anno,
e nel mese di maggio anche i giovedì. |
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Chiesa
Anonima della Masseria Iacovella Una caratteristica curiosa è la sua
costruzione: una parete scavata in rupe, è preceduta da un’altra in muratura
di tufo locale. |
MONOPOLI |
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Torre San
Giorgio e Chiesa Rupestre
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MONOPOLI |
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Chiesa e
Casale rupestre dei SS Andrea e Procopio
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Contrada S. Procopio, MONOPOLI Telefono: +39 0804140264 |
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La cripta dello Spirito Santo, una vera e
propria chiesa ipogeica, è situata a Sud-Ovest della città, nei pressi del
Cimitero. I suoi pilastri, dotati ciascuno di un
capitello differente, a motivi vegetali ed umani, articolano uno pseudo
soffitto a crociera e conferiscono alla cripta un aspetto "a
Basilica". |
Contrada Santo Spirito, MONOPOLI |
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Chiesa
della Sacra Famiglia |
Contrada Sicarico, MONOPOLI Telefono: +39 080803351 Caso unico in quel di Monopoli, la chiesa ha
anche un Battistero ottagonale, ispirato alle forme delle
strutture simili nella città di Parma. All'interno
notevole la collezione di reliquie, un tempo visibili sotto l'altare e oggi,
dopo i recenti restauri e ristrutturazioni, chiuse da una pietra marmorea
sempre nello stesso luogo. Presente un quadro della Sacra Famiglia, ispirato
direttamente al quadro Due
Trinità di Bartolomé Esteban Murillo. L'attuale
parroco è il sacerdote Don Pasquale Vasta. |
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Chiesa di
Cristo Re
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Contrada Cristo Re, MONOPOLI Telefono: +39 080803351 ORARIO SS
MESSA: Domenica ore 18:00 |
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Chiesa di
Maria S. Addolorata La chiesa datata 1869 costituiva parte
integrante della “Masseria Argento”, che aveva origine dal nome del religioso
cui apparteneva e che celebrava le funzioni religiose, l’Abate Argento. Fu
proprio da quest’ultimo che la chiesa passò nelle mani dei fratelli Nicola e
Michele Buscicchio che erano partiti in America in cerca di fortuna. |
Contrada Impalata, MONOPOLI Tornati nella terra natìa acquistarono
masseria Argento che era in vendita insieme ai terreni circostanti.
Purtroppo, però, i loro risparmi non furono sufficienti e così ripartirono
per il continente americano. Grazie all’iniziativa del signor Modesto
Caleprico, che propose di vendere la chiesa a tutta la popolazione della
contrada, ebbe inizio una raccolta di fondi, al termine della quale per la modesta
somma di 1200£ la chiesetta divenne proprietà di tutta la popolazione. |
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Chiesa
Maria SS Assunta
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Contrada l’Assunta, MONOPOLI Telefono: +39 080742253 |
||
Dedicata a Maria SS. Immacolata, la
chiesa di Gorgofreddo fu costruita nei primi anni venti, grazie
all’iniziativa e all’impegno degli abitanti del posto. |
Contrada Gorgofreddo, MONOPOLI |
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Chiesa di
San Gerardo
|
Contrada San Gerardo, MONOPOLI Telefono: +39 080803598 ORARIO SS
MESSA: Domenica ore 11:00 |
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Chiesa di
San Marco
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Contrada Zingarello, MONOPOLI ORARIO SS
MESSA: Domenica ore 08:30 |
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Chiesa di
San Michele in Frangesto
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Contrada Impalata, MONOPOLI Telefono: +39 0809309038 |
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Chiesa di
Santa Lucia
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Contrada Santa Lucia, MONOPOLI Telefono: +39 080742858 |
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Santuario
di Maria Santissima Regina del Mondo La prima chiesa, costruita nel 1911
con mezzi di fortuna, era piuttosto insicura. |
Contrada Antonelli, MONOPOLI Telefono: +39 080690122 |
||
Altre chiese dell'agro non risultano aperte
al culto in quanto cappelle private, di solito dedicate alla Madonna della Madia. Altre chiese rurali sono
parte di masserie: alcune risultano distrutte, altre dismesse. MONOPOLI |
N
Chiesa di Santa Maria di Barsento È una importante testimonianza
dell'architettura romanica rupestre (secoli XI-XII).
La chiesa attesta l’applicazione originale della pratica tradizionale delle
costruzioni in pietra a secco alle forme dell'architettura religiosa. La chiesa sorge in un territorio le cui
testimonianze risalgono all'età del bronzo. L'abbazia fu edificata in
posizione strategica, sulla sommità di una collina che domina un'ampia
vallata, segnata dalle vie di comunicazione che ponevano in collegamento
l’area adriatica con quella ionica, lungo quelle "vie istmiche" che
congiungono lo Ionio con l'Adriatico,
dalle terre di Taranto a quelle di Bari e Monopoli. Qui vi si era sviluppato in origine un
abitato capannicolo preistorico, dal quale a seguito di indagini archeologiche è
emersa ceramica di imapasto. Sono stati riscontrati
inoltre frammenti di intonaco di capanna, frammenti di anfore, terra
sigillata e ceramica invetriata. Il luogo è stato quindi abitato da
popolazioni messapiche, come suggerisce l'origine linguistica del toponimo (derivato
del composto tra "barza", alto, ed "entum", che è,
letteralmente "luogo che si trova in alto"). In una dolina nei
dintorni sono stati rinvenuti resti di una fattoria
romana (III secolo a.C.-I secolo),
mentre nella Grotta della Madonna sono state rivenute, stando a fonti orali,
monete romane. Nel medioevo la
chiesa ha ospitato una comunità monastica (clerici barsentani in un documento medievale) attorno
alla quale si è sviluppata una consistente comunità rurale sin dall'XI secolo riunita
nell'omonimo casale. Un
vasto sepolcreto medievale è venuto alla luce alle spalle della chiesa, dal
quale sono emersi i resti di maschi adulti e bambini, ma anche donne, sui
quali sono stati riscontrati segni di interventi chirurgici (probabile
indizio della pratica della farmacopea presso
la comunità monastica). Varie sepolture sono state ritrovate anche
all'interno della chiesa. La vita della comunità si snodava lungo i
collegamenti precedentemente accennati costituiti da una via tarantina, che partendo da
Taranto giungeva a Monopoli passando per Barsento, e da una via barsentana, che da Bari giungeva
a Taranto passando per Norba e
Barsento, di cui si ha attestazione in un documento del 1115. |
NOCI La chiesa abbaziale di Barsento fu fatta
costruire secondo la storiografia locale da un ordine di sant'Equizio abate su volere della madre
di papa Gregorio
Magno, Santa Silvia, nel 591. La presenza di un elemento autoctono pre-romanico,
ossia l'architettura dei trulli e la copertura a chiancarelle, ha fatto supporre
allo studioso Franscesco D'Andria che l'origine della chiesa fosse da far
risalire alla dominazione longobarda (fine VIII-inizi IX secolo). Altri
studiosi confermano questa tesi, mentre Gioia Bertelli, la cui tesi è la
comunemente più accettata, rinvenendo nella chiesa elementi del periodo
romanico, ha dilatato l'epoca di edificazione ai secoli XI-XII (sottolineando
che il monumento non presenta alcuna caratteristica architettonica tale da
farlo ritenere una costruzione realizzata nell'alto
Medioevo). La chiesa non sarebbe stata costruita in epoca longobarda
e l’ampliamento a tre navate dovrebbe essere avvenuto nell'XI-XII secolo. Gli affreschi alle spalle dell'altare,
databili anch'essi attorno all'XI-XII secolo (con aggiunte anche successive),
confermano la datazione suggerita da Bertelli e le testimonianze
archeologiche. Nell'abside centrale si trova una raffigurazione di
una Deesis,
mentre in quella di destra vi è rappresentato un Cristo pantocratore. I tre absidi del lato
nord-est presentano esternamente una copertura semiconica realizzata
anch'essa a chiancarelle. L'attuale conformazione, derivata da un
innalzamento delle volte e dalla sostituzione dell'originale tetto a capriate lignee
in coperture a spioventi, risale ai lavori di consolidamento settecenteschi. |
Convento
dei Cappuccini Il Convento dei Cappuccini sorse
una decina d’anni dopo quello domenicano, nella parte opposta del paese.
La chiesa e il convento furono edificati nel 1588 grazie all’impegno del
cappuccino Padre Cherubino. Per la sua costruzione si impiegarono
reperti archeologici e materiale calcareo provenienti dall’antico casale
di Casaboli. Il convento fu soppresso nel 1866 e il suo fabbricato insieme
alla chiesa, il giardino e gli arredi sacri, furono concessi e consegnati
al Comune di Noci. La chiesa, ora dedicata al Santissimo
Nome di Gesù, nonostante i numerosi rifacimenti (in particolare quello degli
anni ‘50), ha conservato la sua struttura originaria di una navata centrale
con una laterale destra molto bassa e comunicante con la principale
attraverso un ordine di tre archi. Nel catino dell'abside è collocato un
mosaico, realizzato su disegno del pittore Enrico Gaudenti, raffigurante
il Bambino Gesù con due angeli ai lati. In fondo alla piccola
navata laterale è collocata la singolare cappella “grotta” dedicata
alla Madonna di Lourdes, ricavata dai locali della vecchia sacrestia e
costruita nel 1946 con pietra locale e autentiche stalattiti provenienti
dalle grotte di Gemmabella e impreziosita dai graffiti murali del pittore
Ciotti. |
Via Cappuccini, 2 NOCI Telefono: +39 0804977069 E-Mail: santissimonome.noci@gmail.com A partire dal 2007, i locali dell'ex
convento ospitano la Biblioteca Comunale intitolata
a Monsignor Anastasio Amatulli, già parroco della chiesa del Santissimo
Nome di Gesù. |
Chiesa S.
Maria della Natività Dell’antica chiesa, realizzata in stile
gotico, resta solo un frammento nella Cappella della Trinità; quella che
oggi appare ai visitatori è una chiesa madre completamente diversa. Nel corso
dei secoli, infatti, l’edificio è stato sottoposto a una serie di interventi
promossi dalle nobili famiglie che gradualmente hanno esercitato il loro
potere sul feudo. Sulla facciata, rifatta nel XIX secolo,
quello che emerge è sicuramente il portale che rimanda a esempi abruzzesi:
sull’architrave si legge ancora la data 1470 e i nomi dei due illustri
committenti, il Conte Acquaviva D’Aragona e sua moglie Caterina del Balzo Orsini.
Il rosone fu presumibilmente realizzato dallo stesso artista, mentre
l’attuale campanile risale al 1758. L’interno della chiesa è a tre navate. Di
particolare interesse artistico è la Cappella della Trinità, dove è stato
riportato alla luce un ciclo pittorico, e una pala d’altare del XVI
secolo, attribuita allo scultore pugliese Nuzzo Barba, che presenta la
Madonna in trono che adora il Bambino nel riquadro centrale e nelle nicchie
laterali gli otto Santi, tra cui San Rocco, protettore di Noci. La Cappella della Vergine
di Loreto, conserva la Madonna in trono col Bambino del 1505, opera di
Stefano da Putignano. |
Piazza Plebiscito, 16 NOCI Telefono: +39 0804977441 |
Abbazia
Madonna della Scala L’abbazia, che appartiene alla congregazione
sublacense, è l’unico monastero benedettino maschile in Puglia. Fu fondata
nel 1930 dall’abate Emanuele Caronti il quale poté edificare l’intero
complesso sui terreni donati dalla contessa Laura Lenti, una benefattrice che
aveva ereditato dal papà Oronzo l’intera proprietà, compresa una grande villa
con annesso giardino. Quella amena collina a 500 metri di
altitudine, distante quasi 5 chilometri da Noci, risulta indicata già
dall’antica cartografia con la denominazione “Madonna della Scala”. Lì,
infatti, da secoli sorgeva una chiesina romanica, oggi inglobata nella nuova
grande abbazia, i cui lavori cominciarono nel 1952 e terminarono due anni
dopo. Per quella chiesina il pittore fiorentino Ernesto Bellandi, su commissione
di Oronzo Lenti, dipinse nel 1900 una tela su cui riprodusse l’effigie
della Madonna, collocata ai piedi di una scala che sale verso il cielo, con
in braccio Gesù Bambino nell’atto di farle una carezza. Un’opera d’arte che
ora si trova nella cappella interna del monastero, mentre nella chiesa
abbaziale esiste un mosaico che riproduce la tela con alcune
varianti. L’immagine indica il ruolo che ha Maria nel farsi “scala”
verso il Paradiso per chi si affida a lei. |
Via Zona B, 58 NOCI La portineria è aperta secondo i seguenti
orari Dal lunedì al Venerdì: 8:15 - 12:00; 16:45 -
18:15; 19:15 - 19:45 Sabato: 8:15 - 11:45; 16:45 - 19:30 Domenica: 8:15 - 10:45; 18:00 - 19:30 E risponde ai seguenti numeri telefonici 0804975839 (anche fax); 0804975838; 3460235123;
3460223452 La chiesa è aperta dalle 8 alle 13 e
dalle 16 alle 20. Messe: domenica e festivi alle 9, 11 e 18.30. Feriali:
18.30. Il monastero non è visitabile dai turisti. Si può accedere all’interno
solo per fruire della biblioteca. |
Santuario
della Madonna della Croce |
Strada Provinciale 116 per Castellaneta, NOCI Aperta tutti i giorni dalle 9:00 alle 20:00.
Accessibile anche per i diversamente abili. Il 3 maggio grande festa
campestre con processione devozionale. |
Chiesa di
Santa Maria della Pace La Chiesa Madre dedicata a Santa Maria della
Pace. Tra gli elementi esterni della struttura, in stile romanico-pugliese,
degni di nota sono i due splendidi portali centinati, racchiusi da cornici
scolpite, che arricchiscono la facciata, e l’imponente torre campanaria sul
lato sinistro di ben 33 metri di altezza. Nel bellissimo interno a tre navate
invece sono contenute molte opere d’arte sacra di grande valore, tra cui si ricordano: l’altare maggiore in
marmo, impreziosito dall’immagine della Madonna della Pace, realizzata
dall’artista Umberto Colonna; il pregevole Crocifisso in legno policromo,
opera risalente al Quattrocento; l’affresco in stile bizantino di San |
Via Madre Chiesa NOICATTARO Telefono: (+39) 080 4782196 E-Mail: santamariadellapace@libero.it smpace.noicattaro@arcidiocesibaribitonto.it ORARIO SS
MESSA: Inverno Feriale ore 07:00 Festivo ore 07:30 – 09:30 – 11:00 – 18:00 Estate Feriale ore 07:00 |
Chiesa di
Santa Maria del Carmine Ubicata in fondo alla strada omonima,
all'esterno delle mura che delimitavano il borgo antico, fu edificata in
stile barocco fra
il 1587 e il 1636 insieme all'annesso ex convento dei Carmelitani. Il porticato si apre con la facciata costituita
da quattro paratie. Ai lati del finestrone centrale ci sono due nicchie che
accolgono due santi carmelitani. Il portale d'ingresso è sovrastato da una
lunetta su cui è affrescata la Madonna del Carmine. Entrando si ammira subito
l'architettura sfarzosa del barocco. Sull'altare centrale settecentesco vi è
il quadro della Madonna del Carmine attribuito all'artista fiammingo Dirck Hendricksz Centen, noto
come Teodoro d'Errico. Esso è sovrastato da un'altra
tela raffigurante la Sacra Famiglia su cui i pareri critici oscillano tra una
restituzione a Fabrizio Santafede e una a Decio
Tramontano. Da apprezzare anche gli affreschi e le tele delle cappelle
laterali, e i due dipinti a fresco rinvenuti nel 2005 in due grandi nicchie
sulla parete di fondo della sagrestia, raffiguranti San Donato vescovo e San Pietro apostolo. |
Via Carmine 99, NOICATTARO Telefono: (+39) 080 4782240 E-Mail: La sera del 5 giugno 1910 venne
danneggiato da un potente fulmine e successivamente i due tronconi superiori
non furono mai più restaurati e vennero abbattuti; sino ad allora fu "a
ceim' d' Nào" (la cima di Noicàttaro), cioè la più alta costruzione del
paese. Oggi resta solo il primo troncone della costruzione originaria. ORARIO SS
MESSA: Inverno Feriale ore 07:30 – 18:30 Festivo ore 08:00 – 09:30 – 11:00 – 18:30 Estate Feriale ore 07:30 – 19:00 |
Chiesa
della Madonna della Lama La chiesa fu costruita nel 1611 fuori
dell'abitato, all'estrema periferia del paese, sul ciglio del letto torrentizio
della Lama San Giorgio. Nel 1845 alla chiesa fu
affiancato il cimitero comunale utilizzato sino ai primi del Novecento e poi
abbattuto nel 1940 per far posto ai Padri Agostiniani che vi hanno
costruito accanto un loro convento. La struttura contiene attualmente un
Istituto Psico- medico-pedagogico, intitolato alla memoria di Marisa e Franco
Divella. La facciata e' divisa in tre scomparti da lesene, su quella laterale
destra e' incisa la data -1611- della costruzione, sulla base di una molto
piu' antica cappella rurale. La chiesa è nota non solo per essere sede
del convento Agostiniano ma è anche fulcro dei riti della
Settimana Santa; qui infatti sono custoditi i 10 simulacri in cartapesta
leccese di fine Ottocento raffiguranti i vari momenti della Passione di Gesù
Cristo. |
NOICATTARO Ha tre navate con pilastri congiunti da
archi a tutto sesto, ornati da ricche decorazioni in gesso. La volta a botte
e' solcata da vele che formano lunette nelle quali si aprono finestre
sagomate in stile barocco. Nelle due navate laterali, li' dove sorgono gli
altari, sono conservati i dipinti su tela del pittore nojano Giuseppe De
Mattia che opero' nell'ambiente tra gli anni 1829 ed il 186 Questa chiesa che ospita la Congrega della
"Morte e Passione di Cristo" e' custode e continuatrice dei riti
che da tempo, non storicamente accertato, ma sicuramente molto lontano,
vengono celebrati con profonda devozione dal popolo nojano in occasione della
Settimana Santa. Di qui, attraversando il ponte, che sovrasta la lama e
separa dal centro abitato, partono le peregrinazioni dei
"crociferi". Sono gli incappucciati flagellanti, che in
atto penitenziale, col volto coperto, scalzi e trascinando alla caviglia il
flagello di una catena di ferro, portano il peso di una croce durante la
visita "ai santi sepolcri" e le meste processioni. Il loro anonimo
sacrificio crea profonde suggestioni, specialmente di notte ed attesta una
religiosita' popolare, forse un po' primordiale, ma di sicuro sentita nel
rispetto di ataviche tradizioni. |
Chiesa dei
Cappuccini La Chiesa dei Cappuccini sorse intorno al
1589, insieme all’attiguo ex convento, su una collinetta a circa 200 metri
dal paese, in piena campagna. Il luogo eretto dai frati Cappuccini, la cui
Protettrice è la Madonna della Consolazione, viene dedicato inizialmente
a S. Francesco e strutturato secondo la costumanza francescana. La Chiesa,
quindi, venne costruita con materiale povero e nella sua essenzialità era
costituita da un piccolo portico, un chiostro col pozzo, un refettorio, un
minuscolo giardino e un campanile. La chiesa si divide in tre cappelle e nelle
nicchie di ognuna adesso ci sono le statue di San Francesco, Sant’Antonio ed
il Cuore di Gesù. L’altare maggiore in stile barocco, rifatto
secondo le esigenze delle celebrazioni dopo il Concilio Vaticano II, è di
legno. È caratterizzato da quattro colonne con capitelli e cornici, e su
di esso vi è un grande quadro raffigurante l’immagine della Madonna della
Consolazione dipinta su tela. Nel 1661 i Carafa, duchi di Noja, nel
sottosuolo della navata centrale impiantarono e realizzarono il sepolcro
privilegiato della loro famiglia; nel transetto destro si trova invece
il sepolcro della famiglia Positano. |
NOICATTARO Molta gente, in particolare i più poveri, si
recavano ai Cappuccini per avere conforto spirituale e materiale. Infatti, la
presenza dei frati Cappuccini fu di fondamentale importanza per tutto il
popolo nojano. Essi furono determinanti nell’assistere in povertà e
carità tutti i bisognosi, trasformarono il loro convento divenne un luogo di
isolamento per tutti i malati di peste e non risparmiarono le loro stesse
vite per assistere agli infermi. Nel 1866 i Cappuccini furono costretti ad
abbandonare il convento che divenne patrimonio comunale. Successivamente,
susseguirono una serie di ampliamenti, di demolizioni, apportando profonde
trasformazioni strutturali alla fabbrica originale, come ad
esempio l’Asilo e l’Ospedale Civile. Nel 1905 arrivarono le Apostole del
Sacro Cuore di Madre Clelia Merloni, una benedizione ormai più che secolare
per Noicattaro. Vivendo nel convento cappuccino, le suore si dedicarono ai
laboratori di ricamo ed all’ospizio. In questi anni si contraddistinse per la sua
ineffabile carità e bontà suor Cecilia Penasa. Lei si occupò lungamente
dei vecchi poveri del paese. Le Apostole lavorarono anche come infermiere
nell’Ospedale Civile, sfruttando i locali del primo piano dell’edificio come
camerate di degenza e sale operatorie. |
Chiesa di
Maria Santissima Immacolata La facciata è in stile barocco e l’interno,
riccamente decorato da stucchi e marmi policromi, presenta un notevole altare
maggiore, anch’esso in stile barocco, con la nicchia della Vergine
Immacolata. |
Piazza Umberto I, NOICATTARO L’interno e a un’unica navata con la volta a
botte impreziosita dagli affreschi raffiguranti scene di vita di San Rocco
(bisognosi di restauri). Destano particolare ammirazione le cappelle laterali
rispettivamente di San Rocco, della Madonna di Pompei, di San Nicola. La
chiesa conserva anche i simulacri dei Santi Medici e di San Lorenzo. |
La chiesa
di Maria SS.ma Annunziata è sita sulla strada che porta al Convento dei
Cappuccini e tutt’oggi non si hanno notizie sul suo possibile anno di
erezione. Inizialmente era dedicata a Sant’Antonio Abate, divenne poi
dell’Annunziata. La facciata è di modesta fattura, ma ciò che
stupisce è l’interno, decorato con stucchi e marmi. L’altare maggiore è
impreziosito dal dipinto dell’Annunciazione del pittore nojano Giuseppe
Demattia. Sulla parete di destra è possibile ammirare un dipinto raffigurante
Sant’Elena e il simulacro di Santa Filomena. Invece, sulla parete di sinistra
si può ammirare un dipinto di San Nicola e il simulacro di San Giuseppe. A sinistra dell’altare maggiore è presente
una nicchia dove è deposto il gruppo statuario in legno dell’Annunciazione,
datato 1803; sempre a sinistra si trova il coro ligneo, mentre a destra c’è
il simulacro in cartapesta di San Francesco da Paola. In un angolo nascosto del cappellone di
destra è riposto un vecchio organo a canne in disuso, smantellato qualche
decennio fa, risalente al XVII secolo. La chiesa, a causa del degrado temporale,
negli anni 1973-74 fu sottoposta a demolizione e rifacimento delle volte, e
ad una pulitura e ristrutturazione interna generale. Un tempo la Confraternita dell’Annunziata
era detta degli artigiani, in quanto gestiva, con una incredibile affluenza
di forestieri, la festa del “U passa pass”, ovvero la benedizione dei
fanciulli, nella terza domenica di Maggio. |
NOICATTARO “U passa
pass” Il rito del “passa passa”, detto anche
“passata”, tempo fa era considerato, per la sua peculiarità, la festa più
importante del paese dopo quella del Carmine. Il rito assumeva particolare
significato per i piccoli erniosi. Quello del “passa pass” è un tipo di rituale
molto diffuso in Europa ed in Italia meridionale, legato ad una più
ampia categoria di cerimoniali fondati sulla magia del “passaggio stretto”,
cioè la consuetudine di far passare il malato attraverso
una strettoia, costituita tanto da una fenditura o un arco arboreo
quanto dalla fessura naturale di una roccia. In molti centri della Puglia e della
Basilicata, il rito della “passata”, per la cura dell’ernia, coincideva
proprio con il culto dell’Annunziata. A Noicattaro, invece bimbi ed adolescenti
venivano presentati all’altare su richiesta della loro famiglia da uno
sconosciuto che invocava la protezione della Vergine, diventando così
“compare del passa passa”. Negli anni questa festa ha assunto
molteplici significati. Fino agli anni '60 era denominata “festa dei
fiocchi”, in quanto il segno visibile del rito avvenuto era costituito da una
vistosa coccarda legata sull’avambraccio di entrambi i due contraenti il
nuovo legame. Col tempo il significato diventò anche quello dell’amicizia,
un’amicizia fino alla morte. Due coetanei per benedire il sentimento che li
legava, si presentavano all’altare, disponendovi una sorta di giuramento di
rispetto e devozione. Successivamente ebbe il significato di
richiesta e di accettazione ufficiale tra figlioccio e padrino della futura
Cresima. |
Chiesa di
Santa Lucia Ubicata su via San Tommaso ed
originariamente intitolata a San Tommaso da Villanova, fu edificata
nel 1640. Di modesta fattura, presenta una piccola
aula sormontata da una volta a botte. Sull'unico altare vi è
la statua della Santa in legno policromo. |
NOICATTARO Via S.Tommaso,146 Noicattaro |
Chiesa -
Santuario Santa Maria di Loreto Sorge a 3 chilometri da Noicattaro
sull’antica contrada Torre Pelosa e nota anche con l’appellativo
di Santa Maria di Loreto. Del 1600 è l’edificio più vecchio, come è
riportato da un’iscrizione sopra il portale della chiesa, composto da una
piccola chiesa a pianta quadrata con annessi ambienti di una casa colonica. |
NOICATTARO Non molto distante, nel 1920, venne
costruita una chiesa più grande a navata unica con facciata neo-romanica.
Oggetto del culto e devozione popolare è l’affresco del XVI-XVII secolo,
raffigurante la Vergine a mezzo busto col Bambino. È inoltre presente la
statua processionale in cartapesta eseguita nel 1918 da maestri leccesi. I festeggiamenti della Madonna del
Rito si svolgono l’ultima domenica di settembre, con il trasferimento
della statua della Vergine dal santuario alla chiesa di Noicattaro. |
Chiesa di
Santa Maria Del Soccorso Questa chiesa è l'ultima in termini di
costruzione, infatti è stata inaugurata l'11 dicembre del 2000. La si
intravede subito giungendo a Noicàttaro dalla provinciale per Torre a Mare.
Lo stile architettonico è di concezione globalista, ma richiama la struttura
a trullo grazie
alle due semicupole. |
Viale Luigi Einaudi, 7 NOICATTARO Telefono: (+39) 080 4781125 E-Mail: smsoccorso.noicattaro@arcidiocesibaribitonto.it ORARIO SS
MESSA: Invernale Feriale ore 07:30 Festivo ore 08:00 – 09:30 – 11:15 – 18:30 Estivo Feriale ore 07:30 Festivo ore 08:00 – 09:30 – 19:30 |
Chiesa
Santa Maria di Lourdes A causa della grande espansione edilizia nei
diversi complessi residenziali (Città Giardino, Parchitello, ecc.) sorti a
circa 5 km dall'abitato a partire dagli anni 1970, l'arcivescovo di Bari
monsignor Andrea Mariano Magrassi istituisce
la vicaria curata di Nostra Signora di Lourdes, elevata a
parrocchia nel 1986. |
Viale Madonna di Lourdes - Zona Parchitello NOICATTARO Telefono: (+39) 080 5431999 E-Mail: mlourdes.noicattaro@arcidiocesibaribitonto.it p.madonnalourdes@libero.it ORARIO SS
MESSA: Invernale Feriale ore 19:00 Festivo ore 10:00 – 11:30 – 19:00 Estivo (Luglio – Agosto – Metà Settembre) Feriale ore 19:30 Festivo ore 09:00 – 19:30 |
Chiesa
Santa Maria Incoronata Sulla contrada omonima spicca subito alla
vista con il suo candore la chiesa dell'Incoronata, a croce
latina. L'altare è in marmi policromi con l'effigie della Madonna col
Bambino. Sulla sinistra dell'altare è riposta una teca contenente la Vergine
in trono con Bambino benedicente in legno policromo. È antica tradizione
recarsi alla caratteristica chiesetta rurale il martedì di Pasqua per la
consueta "pasquetta nojana". |
NOICATTARO |
Cappella
di Sant'Angelo Dista dall'abitato circa 4 km in
contrada san Vincenzo a pochi passi da Lama
Giotta. Risulta essere già eretta intorno all'anno mille e subisce un
intervento nel XVII secolo. La sua struttura architettonica riprende la
tipologia della cosiddetta "cummersa" (con tetto a spioventi
costruito con pietre a secco, dette chiancarelle). Alle spalle dell'edificio
vi è l'eremo costruito interamente "a secco". |
NOICATTARO |
P
Non si conosce di preciso la data della
edificazione della chiesa. Il Vinaccia la ritiene del secolo XII poiché di
quell'epoca è l'architettura soprattutto della facciata principale e del
transetto. Dovette essere restaurata nel 1531, data incisa sulla lesena del
lato sinistro della facciata sotto lo stemma del Comune. 1 lavori dovettero
proseguire anche negli anni successivi, come farebbe arguire la data
"1588" incisa anche questa sullo stemma del Comune posto sul
pilastro sinistro presso il presbiterio. Testimonianza dei lavori di questo
periodo sarebbero i portali di stile rinascimentale. La presenza degli stemmi del comune
(paladino con lancia nella destra e fodero nella sinistra su tre piccoli
colli) in vari siti della chiesa farebbe pensare che questa sia stata
costruita o per lo meno restaurata dall'Università, che ne ha sempre
rivendicato il patronato. La prima menzione esplicita della chiesa si
trova in una bolla di Gregorio XIII del 27 maggio 1583, che dichiarava
privilegiato l'altare della Madonna della Libera per i sacerdoti di Palo,
bolla riportata su una lapide collocata nel transetto. La chiesa era certamente consacrata poiché
sulle pareti vi erano le croci che si appongono nel relativo rito, croci che
andarono distrutte negli ultimi lavori di restauro. La costruzione è di stile romanico-pugliese,
ma ha subìto nel passato notevoli deturpamenti per il falso gusto del tempo,
specialmente nel lavori di ampliamento eseguiti dal 1874 al 1892: il sagrato
della chiesa fu prolungato di circa cinque metri, contornandolo di una
cancellata di ferro, sostenuta da un colonnato; le bifore laterali della
facciata furono murate; alle fiancate furono aggiunte delle cappelle aprendo
ampi archi nel muri delle navate laterali, onde la chiesa divenne di cinque
navate; al prospetto del transetto nel 1878 fu addossata la torre
dell'orologio pubblico e tutta la base del campanile venne occultata da una
costruzione civile a più piani. Scempio maggiore fu compiuto nell'interno
facendo scomparire completamente lo stile architettonico romanico: il
soffitto di travi della navata centrale fu occultato da volta a botte fatta
di canne e stucco, che, abbassata all'altezza dell'esaforato, occultò così le
belle monofore superiori; anche nelle navate laterali furono create delle
volte simulate e abbassate per dare luce alle finestre rettangolari in cui
furono trasformate le trifore del matroneo, che così scomparve completamente
con rovina degli archetti e dei capitelli delle colonnine; le colonne della
navata e i capitelli furono impiastricciati con intonachi ed imbianchimento
di calcina. Il PRESBITERIO perdette ancor più la sua
fisionomia romanica: abbattuta la volta a capriate di tutto il transetto,
venne elevata una cupola, furono murate le bifore del ballatoio che si
affacciavano sul transetto ed intonacate le pareti, decorandole con pitture e
dipinti vari eseguiti da Nicola Colonna nel 1920. La chiesa venne in buona parte riportata
allo stile primitivo con lavori di restauro eseguiti dalla Sovrintendenza ai
Monumenti di Bari dal 1955 al 1967 per vivo interessamento all'arciprete
Giuseppe Cutrone All'esterno, rimossa la cancellata di ferro,
il sagrato fu ridato alle primitive proporzioni; furono abbattute le cappelle
laterali e ripristinati i muri delle fiancate; venne demolita la torre
dell'orologio insieme all'edificio occultante la base del campanile. Nell'interno furono abbattute le volte
simulate in cannucciate e riportate in vista le capriate, portando così alla
luce le belle monofore della navata centrale e quelle delle navate laterali.
Fu ripristinato il ballatoio pensile riscoprendo le trifore e aprendo anche
le due bifore in fondo alle navate laterali; le colonne vennero scrostate
degli strati d'intonaco e ripuliti i capitelli. Anche il pavimento fu rifatto
con nuove basole ben levigate. Solo il presbiterio è rimasto nelle condizioni
preesistenti, soprattutto per la difficoltà della presenza della cupola. Così il tempio è tornato quasi completamente
al suo originario stile romanico‑pugliese. Interno La pianta è a tre navate con absidi (mt.
35,70x15,50). Le navate sono divise da colonne e da due
pilastri centrali, eretti su basi con tori recanti agli angoli foglie o facce
d'angeli o zampe, e coronati da capitelli corinzi, sui cui abachi sono
impostati gli archi a tutto sesto. Su questi è profilata una trabeazione
modiglionata e ornata da dentelli nella parte frontale e da rosette
nell'intradosso. Sulla trabeazione ricorre il matroneo con
sei bifore su entrambi i lati, i cui archi sono sostenuti da colonnine con
capitelli a stampella. Sugli esaforati si aprono belle monofore a strombatura
con stipiti cordonati. Le coperture sono a capriate a vista. Le pareti delle navate laterali sono
scandite da lesene e da monofore aperte in arcate cieche. Pregevoli le stazioni della Via Crucis,
dipinte nel 1785 da loakim Quercia. L'arco trionfale ‑ del presbiterio è
impostato su due pilastri con lesene interne addossate, sui cui capitelli
sono incisi gli stemmi del Comune con la data 1588. Simmetrici all'arco
trionfale gli altri archi su cui è impostata la base circolare con ringhiera,
che sorregge , il tamburo ottagonale con sovrastante calotta. |
Piazza Minerva,14 PALO DEL COLLE Telefono: +39 080 625050 Esterno Tutta la costruzione ha paramento di bozze
di pietra a corsi regolari. La FACCIATA, tripartita da lesene, è
cuspidata al centro e a spioventi ai lati. I portali sono di stile
rinascimentale, fiancheggiati da colonne scanalate con capitelli corinzi,
posate su alti plinti con base attica. I due laterali sono architravati,
sormontati da trabeazione il cui fregio è scandito da triglifi e metope a
rosette con coronamento di timpano cuspidato Il centrale è archivoltato, con
due figure umane affiancanti le colonne e sormontato da trabeazione con
fregio ornato a motivo di fogliame e timpano triangolare spezzato,
racchiudente tra le branche la statua in pietra della Madonna della Porta tra
due angeli. Il PROSPETTO è aperto da quattro bifore, su
due piani, ad arco trilobato, le cui colonnine e le mostre degli stipiti
posano sul davanzale. Al centro del prospetto, su mascherone, una
cariatide regge un leone sul capo. Sovrasta la grande ruota di S. Caterina,
affiancata da due telamoni che sorreggono l'archivolto del rosone, sormontato
a sua volta dalla statua di Giuditta con la spada nella mano sinistra e la
testa di Oloferne nella destra. Il timpano terminale è coronato da cornice
aggettante con i risvolti alle imposte posati sulle lesene; il campo tra i
due spioventi è illeggiadrito da un oculo transennato. Le FIANCATE in pietra levigata sono scandite
da lesene e da monofore a sguancio e terminate da cornice a duplice profilo.
Arretrata si eleva la parete della navata centrale, scandita anch'essa da
leggiadre lesene e da belle monofore arcate. La testata nord del TRANSETTO è
monocuspidata con rosone centrale a raggiera tra due bifore e sormontato da
archivolto al sommo del quale si affaccia un'aquila. Annesso al transetto si eleva lo snello
CAMPANILE, alto mt. 49, tra i più imponenti e maestosi di Puglia, in puro
stile romanico‑pugliese, molto simile a quello anteriore di Bari e a quello
posteriore di Modugno,. E’ di bellezza singolare per la fine ed elegante
decorazione delle finestre e dei cornicioni. Ha forma quadrilatera, partito
in quattro piani in cui le finestre si allargano man mano che si sale a
quelli superiori, con arcate sostenute da colonnine ornate da eleganti
capitelli che sostengono archetti lunati, costituenti bifore, trifore e
quadrifore. Caratteristico il fregio a denti di sega. Della fila di mensole,
le quattro degli angoli esprimono facce umane. E’ indicato dai Palesi con il
nomignolo u Spiàune ("lo Spione"). La cornice di coronamento è architravata.
Dall'attico, con parapetto traforato, si erge il torrino con bifora,
coronata da guglia piramidale. Di grande effetto il motivo degli archetti su
mensolette, proprio dello stile romanico‑pugliese, soprattutto sotto il cornicione
principale. Intorno alla base piramidale è incisa sui quattro lati
l'iscrizione "Deus et homo ‑ factus est - Christus rex ‑ venit in
pace". La parete absidale esterna ed il prospetto
sud del transetto sono purtroppo completamente occultati da costruzioni
civili che nel passato sono state addossate al sacro edificio. La Cripta Per due scale al lato del presbiterio si
scende nella cripta la cui volta è sorretta da colonne con capitelli. Pregevole l'altare maggiore dedicato al
SS.mo Sacramento, ricoperto di lamine d'argento cesellato. "Il paliotto
è diviso in tre riquadri da pilastrini sbalzati a bassorilievo con motivo di
pampini e di grappoli d'uva. Nel riquadro centrale è raffigurato a sbalzo il
trasporto dell'Arca. Precede il corteo dei musici tra cui è Davide coronato
che suona la lira; seguono quattro sacerdoti con mitra lunata che portano
sulle spalle l'Arca su cui siedono due angeli, mentre due figure in ginocchio
alzano le braccia imploranti. Dall'alto l'Eterno benedicente. In alto
tendaggio cesellato ravvolto ai lati intorno a voluta. ORARIO SS
MESSA: Inverno Feriale: ore 8:30 Festivo: ore 9:30 – 11:00 – 18:30 Chiesa del Purgatorio ore 17:00 (Sabato) Chiesa S. Domenico: ore 8:00 (Domenica) Chiesa Ss. Crocifisso di Auricarro: ore 11:30
(Domenica) Luglio-Agosto Feriale: ore 19:00 Festivo: ore 10:30 - 20:00 Chiesa del Purgatorio: ore 18:00 (Sabato) Chiesa Ss.Crocifisso di Auricarro: ore 11:30
(Domenica) |
Chiesa
della Madonna della Stella Da fonti storiche, si attesta che nel 1613,
in quel luogo, esisteva una chiesa dedicata a santa Maria dei Votani, eretta
grazie all'elemosina di preti. I votani erano grosse cisterne naturali, nelle
quali si raccoglieva acqua piovana e sulle quali il comune, nel 1700, fece
costruire una grossa cisterna pubblica per i bisogni della popolazione,
denominata successivamente "pescara della Madonna della Stella ".
La chiesa in stato di degrado, tra il 1820 e il 1822, fu ricostruita,
utilizzando il materiale lapideo della vecchia chiesa e di porta Madonna (una
delle porte d'ingresso di Palo), abbattuta in quegli anni. Fu intitolata
alla Madonna della Stella, in quanto
durante la ricostruzione, fu trovato un quadro della Vergine che sul petto,
portava un pendente d'argento a forma di Stella. |
Via Madonna della Stella, PALO DEL COLLE |
Chiesa
della Madonna delle Grazie |
Via Madonna delle Grazie, PALO DEL COLLE |
Chiesa
della Madonna di Juso La chiesa, ubicata nei pressi della strada
provinciale che conduce a Binetto, venne edificata nel XIV secolo. La
facciata semplice, con unica porta d'ingresso è sormontata da un piccolo
campanile a vela. L'edificio di pianta rettangolare è diviso in due ambienti,
comunicanti tra loro tramite due archi a tutto sesto. Nella chiesa si
conservano dipinti, raffiguranti schiere di santi e immagini della Vergine
Maria. Alcuni dipinti di pregevole fattura sono attribuibili al pittore
quattrocentesco Giovanni di Francia. La chiesa è cinta da alte mura a secco,
con unico cancello d'accesso, sormontato da un campanile a vela, che
originariamente era ubicato presso la chiesa di S. Giovanni, nella terra
vecchia di Palo, demolita negli anni cinquanta del Novecento. |
Via Binetto, PALO DEL COLLE |
Chiesa del
Purgatorio La Chiesa del Purgatorio, eretta nel
Diciassettesimo secolo, si affaccia su Piazza Santa
Croce ed è espressione dello stile Barocco. La facciata si divide
orizzontalmente in due: nella parte inferiore troviamo il portale centrale e
le due porte laterali, mentre nella parte superiore sono collocate, nelle
rispettive nicchie, la statua dell’Immacolata, in posizione centrale e, su
entrambi i lati, quella di San Rocco e quella di San
Pellegrino, tutte e tre realizzate nel 1772dall’artista Carlo Altieri di
Giovinazzo. L’interno è a tre navate con l’altare
principale, diviso da colonne binate di marmo, al cui centro si eleva
il Tamburo. Nella parte centrale del soffitto si può ammirare un dipinto
di olio su tela risalente al 1700 che rappresenta la Gloria di Cristo. Il
dipinto dell’Immacolata è collocato nell’abside, mentre nelle due navate
laterali e nella sacrestia si trovano diversi dipinti a olio su tela sempre
del diciottesimo secolo, opera di Giuseppe Porta. |
Piazza Santa Croce, PALO DEL COLLE |
Chiesa
dello Spirito Santo |
Viale Europa, 1 PALO DEL COLLE Telefono: +39 080628263 E-Mail: spirito santo.palo@arcidiocesibaribitonto.it
ORARIO SS
MESSA: Inverno Feriale: ore 08:45 Festivo: ore 09:30 – 11:00 – 18:30 Luglio-Agosto Feriale: ore 08:45 (Escluso il Sabato) Festivo: ore 09:30 – 19:00 |
Chiesa di
San Domenico La Chiesa di San Domenico di Palo
del Colle, eretta nel diciottesimo secolo, sorge su Via Umberto I, nello
stesso complesso che ospita gli uffici comunali. La facciata si divide in due
parti, in quella inferiore si apre il portale al quale si accede attraverso
alcuni gradini. Nella parte superiore si apre, invece, una finestra.
L’edificio è stato oggetto di un recente restauro. |
Via Umberto I, PALO DEL COLLE |
Chiesa
della Madonna del Carmine e San Francesco da Paola Dal catasto onciario di Palo del 1633, si
apprende dell'esistenza di una cappella dedicata alla Madonna del Carmine,
che venne demolita nel 1883, perché pericolante. Era ubicata nell'attuale via
Ruggiero, anticamente chiamata Giro del Carmine. La nuova chiesa venne
edificata nel 1893, alle spalle della chiesa madre e nelle vicinanze della
vecchia cappella. Dedicata a Maria Santissima del Monte Carmelo e San
Francesco da Paola, è sede dell'omonima confraternita e custodisce i
simulacri dei due santi. |
PALO DEL
COLLE |
Nel 1836 l'assemblea
degli affiliati alla pia associazione Congrega di San Giuseppe e di San
Vincenzo de' Paoli (istituita a Palo il 14 giugno 1789 nella
preesistente cappella di San Nicola), deliberò di edificare una nuova chiesa
dedicata al culto di San Giuseppe. Su proposta del Comune fu deciso, con
deliberazione decurionale del 20 marzo 1836, di costruire
l'edificio su un terreno demaniale situato a valle del centro abitato,
nell'odierna Piazza Diaz, denominata Lago (in realtà uno stagno,
creatosi per la particolare conformazione urbanistica della cittadina: era
una zona dove confluivano, ristagnando pericolosamente, le acque meteoriche
provenienti dalla cima del colle. L'accumularsi di detriti, immondizie
e crisiale – residui delle saponerie esistenti all'epoca -, rendevano
questo luogo particolarmente malsano. In questo contesto, dunque, si
giustifica la proposta dell'amministrazione comunale: la costruzione del
tempio avrebbe comportato lavori di bonifica risolvendo, prevenendoli, gravi
problemi di natura sanitaria e di igiene pubblica). A tal proposito il Comune
cedette un'area, pari a ordini tre e passi 13 dell'antica misura
napoletana, alla Congrega con l'esplicita dichiarazione che il suolo doveva
servire «per erigere il nuovo tempio, con due sottanini adiacenti per uso di
sagrestia e di deposito» e «il prospetto della chiesa doveva fronteggiare la
strada detta del lago» (l'odierno Corso Garibaldi). Su progetto
dell'architetto Domenico Fallacara di Bari, assistito dal figlio Vincenzo, i
lavori, eseguiti dall'imprenditore edile Giuseppe Conte e dal figlio Gaetano,
iniziarono il 25 luglio 1837 con la posa solenne della prima pietra da parte del
direttore spirituale della Congrega – don Domenico Andriola – e ultimati
nel 1841. Il
5 settembre dello stesso anno fu benedetta e inaugurata dal medesimo
sacerdote. |
Piazza Armando Diaz, 14 PALO DEL COLLE Telefono: +39 080626069 E-Mail: sangiuseppe.palo@arcidiocesibaribitonto.it I costi sostenuti risultarono tuttavia
maggiori rispetto ai fondi raccolti e disponibili attraverso oblazioni e
donazioni varie dei fedeli e il disavanzo fu ripianato da don Giuseppe Frasca
Santeramo prima e alla morte di questi dalla di lui vedova donna Domenica
Valentini, la quale si dimostrò, nel tempo, vera benefattrice nei riguardi
sia della Congrega, sia della fabbrica della chiesa. Infatti il 19
febbraio 1851,
donò un capitale censo di 120 ducati all'associazione e nel 1853 fece
costruire, a sue spese, il campanile (direttore tecnico dei lavori
l'ingegnere don Vincenzo Danisi), dotandolo di campana (realizzata a Palo dal
Ripandelli). Nel 1855, sempre a proprio carico, fu pavimentata la chiesa e
nel 1857 realizzato
l'altare maggiore in marmo. Dotò inoltre il nuovo tempio di innumerevoli
arredi sacri risultando, alla fine, notevole il pio apporto della nobildonna,
tanto da indurre la Congrega, in segno di ringraziamento e riconoscenza
perpetue, a dichiarare, con delibera del 26 luglio 1857, la chiesa di
San Giuseppe di patronato della suddetta benefattrice. Sull'architrave del
timpano del prospetto principale, è incisa un'iscrizione in latino che
tramanda e testimonia ai posteri la volontà espressa nella delibera
suindicata. Tra le opere d'arte che arricchiscono la chiesa di San Giuseppe,
si segnalano il quadro del Crocifisso (collocato sull'omonimo
altare) donato da Giovanni Nardi e la tela della Fuga in Egitto, opera
della pittrice Anna Rolli (1816-1851). ORARIO SS
MESSA: Inverno Feriale: ore 08:00 (Da Lunedì a Mercoledì) –
18:30 (Da Giovedì a Sabato) Festivo: ore 09:30 – 11:00 – 18:30 Chiesa Madonna delle Grazie: ore 17:00 (il Mercoledì) Chiesa Madonna di Juso: ore 17:00 (Ultimo
Mercoledì del Mese) Estate: (III Domenica di Giugno - Ultima
Domenica di Agosto) Feriale: ore 08:00 (Da Lunedì a Mercoledì) –
19:00 (Da Giovedì a Sabato) Festivo: ore 08:00 – 19:00 |
Chiesa di
San Rocco Costruita intorno alla metà del Cinquecento,
la Chiesa di San Rocco ha mantenuto di originale solo la facciata
di levante a causa dei numerosi rifacimenti nel corso degli anni che le hanno
conferito l’immagine attuale. Il suo interno custodisce numerose opere
d’arte, tra cui la statua in legno raffigurante San Rocco,
realizzata nel 1797; le statue di San Michele Arcangelo e di San Luigi, dello
stesso periodo; gli affreschi di San Rocco pellegrino e
la Madonna di La Salette; una statua settecentesca raffigurante la
medesima Madonna. Di notevole interesse anche il dipinto del 1937
di Santa Teresa del Bambino Gesù del Colonna e le due tele
dell’Ottocento, collocate nella sagrestia: la prima raffigura l’apparizione
dell’Arcangelo Gabriele a Tobia e la seconda il Sacro Presepio. |
PALO DEL
COLLE Via A.Volta,1 |
La chiesa è stata edificata, grazie al
generoso contributo di Francesco Muscatiello, che per grazia ricevuta, volle
fortemente la costruzione di un edificio sacro in onore del Santo. La chiesa
fu consacrata nel 1921 e divenne parrocchia nel 1931. L'edificio a forma
rettangolare è diviso in tre navate ed ha un catino absidale che reca un bel
mosaico del Cristo Redentore. La facciata della chiesa, ha una zona centrale
cuspidata, rifinita con un susseguirsi di colonnine con al culmine, una
nicchia contenente l'immagine della Vergine. Due ali spioventi più basse,
concludono la facciata. Sulla medesima ci sono ben tre rosoni, di cui quello
più grande è posto al centro della facciata. Si accede alla chiesa tramite un
portone centrale, dove due colonne con capitelli, sorreggono un timpano
triangolare. La facciata è impreziosita da un mosaico di San Vito martire che
riporta la seguente iscrizione: «IN. HONOREM. S. VITY
MARTYRIS. FRANCISCO. MUSCATIELLO. D. A.D. MCMXXI». Sul lato destro della chiesa si erge un
campanile a tre piani e nel mezzo, orologi scandiscono il tempo dell'omonimo
quartiere. A Palo del Colle, il 15 giugno di ogni anno, si festeggia San Vito
martire, portando in processione il simulacro del Santo. |
Via Caracciolo, 10 PALO DEL COLLE Telefono: +39 080626019 E-Mail: sanvito.palo@arcidiocesibaribitonto.it ORARIO SS
MESSA: Inverno Feriale: ore 08:00 – 18:30 Festivo: ore 08:00 – 10:00 – 18:30 Estate (Ora Legale) Feriale: ore 08:00 (Soppressa a Luglio) –
19:00 Festivo: ore 08:00 – 10:00 – 19:00 |
Chiesa di
Santa Maria Assunta in San Sebastiano |
Via XX Settembre, PALO DEL COLLE Telefono: +39 080627621 E-Mail: assunta.palo@arcidiocesibaribitonto.it
ORARIO SS
MESSA: Inverno (Ora Solare) Feriale: ore 18:30 Festivo: ore 10:00 – 11:30 Estate (Ora Legale) Feriale: ore 19:00 Festivo: ore 10:00 – 11:30 Luglio-Agosto Feriale: ore 19:00 Festivo: ore 20:00 (Sabato e Domenica) |
Chiesa di
Maria Madre Addolorata La Chiesa "Maria SS.
Addolorata" fu costruita subito dopo il terremoto e consacrata nel
1988. All’interno si conserva un pulpito ligneo realizzato da Vito Tritto di
Acquaviva. Nella navata di sinistra è collocata la pregevole Deposizione
settecentesca di Leonardo Antonio Olivieri. |
Piazza Addolorata, POGGIORSINI |
Chiesa di
Maria Santissima Addolorata Fu costruita subito dopo il terremoto e consacrata
nel 1988. All’interno si conserva un pulpito ligneo realizzato da Vito Tritto
di Acquaviva. Nella navata di sinistra è collocata la pregevole Deposizione
settecentesca di Leonardo Antonio Olivieri. |
Via Montegrappa, 2 POGGIORSINI |
Chiesa
Matrice Santa Maria Assunta |
Piazza Vittorio Emanuele II, 21 POLIGNANO A MARE Telefono: +39 0804240124 |
Chiesa di
Sant'Antonio La Chiesa di Sant’Antonio a Polignano a Mare
è uno dei luoghi da vedere nella splendida cittadina sulla costa Adriatica.
L’edificio religioso risale alla fine del XVI secolo e inizialmente fu
dedicata a Santa Maria di Costantinopoli. Per un lungo periodo fece parte di
un complesso monastico dei frati minori, di cui oggi possiamo ammirare il
chiostro. La facciata è semplice e lineare, con caratteristiche dello stile
romanico. Di interesse artistico è la vetrata, la cui forma rimanda allo
stile gotico, che rappresenta Sant’Antonio con il Giglio. L’interno della
chiesa è suddiviso in tre navate da grossi pilastri. Degno di menzione è il
coro ligneo che adorna l’abside, datato 1768. |
Via San Antonio, 1 POLIGNANO A MARE Telefono: +39 0804240360 |
Chiesa di
San Cosma e Damiano La chiesa dei SS. Martiri Cosma e Damiano è
stata edificata alla fine del XIX secolo dai Rodolovich, sulle spoglie di una
precedente chiesetta risalente al XVII secolo. |
Via Martiri di Dogali, POLIGNANO A MARE Telefono: +39 0804240143 |
Abbazia di
San Vito Ha pianta quadrangolare irregolare, con un
enorme portico sulla facciata principale, scandita a logge con arcate a tutto
sesto. Il transetto è sormontato da una piccola cupola circolare. Il
campanile è una torre finemente lavorata in barocco leccese. Il portico della
facciata all'interno si affaccia in un piccolo chiostro con il pozzo. |
POLIGNANO
A MARE Località San Vito Telefono: 080 4252336 |
Chiesa
della Natività Costruita al posto di un torrione circolare,
la chiesa e' conosciuta anche come Madonna di Grottole perchè nel mese di
maggio viene portata in processione la statua della Vergine fino alla
localita' di Grottole. All'interno, da ammirare, la statua della Madonna
del Carmine che a luglio viene esposta su un altare in via Roma. |
Piazza Garibaldi, POLIGNANO A MARE Telefono: +39 0804240124 |
Chiesa
della Trinità La Chiesa Trinità, è stata costruita accanto
a un oratorio risalente al XVII secolo. |
Piazza Trinità, POLIGNANO A MARE |
Chiesa del
Purgatorio La facciata è concavo/ convessa suddivisa in
due ordini con un portale, sul cui architrave, si notano in bassorilievo:
teschi, ossa e clessidra. |
Via Mulini, 4 POLIGNANO A MARE |
Chiesa di
San Pietro Apostolo La Chiesa Madre di Putignano dedicata
a San Pietro Apostolo, è uno splendido e maestoso edificio religioso in
stile romanico pugliese, che si erge in Piazza
Plebiscito, nel centro storico della città. L’interno è costituito da una navata unica,
che presenta una sontuosa decorazione barocca con stucchi, dipinti
e arredi sacri in legno dorato. Pregevoli il pulpito e
l’acquasantiera del XVIII Secolo, così come maestosi appaiono
l’organo e la cantoria posta sulla controfacciata,
incorniciati perfettamente dalle ricche decorazioni in tardo barocco. I
due imponenti altari principali sono sovrapposti e collegati fra loro da due
scalinate laterali in pietra. L’altare di San Pietro Apostolo è ornato dalla
statua del santo, risalente al 1502 opera di Stefano da Putignano. |
Piazza Plebiscito, PUTIGNANO |
|
Viale della Repubblica, 29 PUTIGNANO Telefono: +39 0804911644 ORARIO SS
MESSA: Festivi: Da ottobre ad aprile 07:30 - 9:45 - 11:00 -
18:30 Da maggio a giugno 7:30 - 9:45 - 11:00 -
19:00 Da luglio a settembre 7:30 - 10:00 - 19:00 Feriali: Da ottobre ad aprile 7:30 - 18:30 Da maggio a settembre 7:30 - 19:00 Confessioni: Tutti i giorni dalle 08:00 alle 12:00 dalle
16:00 alle 20:00 Adorazione Eucaristica: Da ottobre a giugno ogni Venerdì, dalle 8:00
alle 21:00 interrottamente, con colloqui e confessioni Struttura settimanale delle celebrazioni: Lunedi ore 18:00 preghiera, testimonianze e
S. Messa alle Anime del Purgatorio Giovedi ore 18:00 rosario e S. Messa per le
vocazioni Venerdi ore 18:00 S. Rosario, S. Messa e Coroncina
del Preziosissimo Sangue con intenzioni per ammalati e viventi con situazioni
particolari. |
Chiesa di
Santa Maria La Greca e di San Stefano |
Via Santa Maria, PUTIGNANO |
Chiesa e
Convento delle Carmelitane Scalze |
PUTIGNANO |
Un tempo attigua alle mura. Ora a ridosso
dell’estramurale sorge la chiesetta di san Lorenzo, nel centro storico di
Putignano. L’esterno conserva, seppur rimaneggiato nei secoli, la semplice
struttura di chiesa medievale interrotta solo, sul fianco sinistro, dal
semplice portale d’accesso che riecheggia un sobrio stile rinascimentale,
mentre l’antico portale è stato in passato murato. La chiesa al suo
interno è decorata su tutte le pareti da elementi tardo-barocchi. I
graziosi altari sono stati di recente ripuliti dagli stucchi che coprivano i
decori in pietra, ora visibili e da ammirare. L’ambiente è a navata
unica con volta a vela. Spicca l’altare maggiore, avanzato rispetto
all’abside, dove si accede da ambo i lati dell’altare. Sull’altare è esposta
una fra le tante opere pittoriche di Vincenzo Fato, l’artista castellanese
che nel XVIII secolo produsse notevoli opere pittoriche in Puglia e Campania.
Il dipinto raffigura la Visitazione di Maria, la cui fattura stilistica
rimanda allo stile del Solimena. Graziose anche le pitture
settecentesche inserite in sei quadretti che ornano le pareti, opera di un
pittore locale. Sull’altare laterale destro è esposta una tela che
raffigura san Lorenzomartire, mentre su quello sinistro una tela che
raffigura una bella Madonna del Pozzo fra Santi. La chiesa è la
sede dell’Oratorio della Confraternita della Visitazione che raggruppa
lavoratori e artigiani che operano nell’edilizia. Il sito è aperta al
culto il 31 maggio perché si festeggia la Visitazione mentre il 10
agosto l’apertura è dedicata ai festeggiamenti in onore del Santo titolare
della chiesa, san Lorenzo. |
Via San Lorenzo, 53 PUTIGNANO |
Cappella
del Purgatorio |
PUTIGNANO |
Chiesa del
Carmine |
Corso Umberto I, PUTIGNANO Telefono: +39 0804911143 E-Mail: parrocchia@chiesacarmine.it
ORARIO SS
MESSA: Feriale: ore 08:30 – 19:00 Pre-Festivi: ore 08:30 – 19:00 Festivi: ore 07:30 – 08:30 – 10:30 – 19:00
|
|
Piazza San Domenico, 17 PUTIGNANO Telefono: +39 0804913519 E-Mail: info@parrocchiasandomenicoputignano.it ORARIO SS
MESSA: Feriali: ore 19:00 Prefestivi: ore 19:00 Festivi: ore 08:30 - 11:00 - 19:00 Rosario: Giorni Feriali / prefestivi /
festivi ore 18:00 Ufficio Parrocchiale Parroco dalle ore 17:30 alle ore 18:45 Segreteria parrocchiale |
Grotta di
San Michele in Monte Laureto Nel Cammino dell’Angelo, un viaggio a
piedi di 2859 km tra l’Italia e la Francia, che congiunge
la Puglia alla Normandia nei siti europei dedicati al
culto di San Michele Arcangelo, tra le mete più importanti e suggestive
vi è senza dubbio il Santuario rupestre di San Michele in Monte
Laureto a Putignano. Sorge su una collina distante circa tre
chilometri dall’abitato e dal 912 al 1045, ha ospitato
inizialmente monaci culniacensi, a cui successero i frati
Benedettini. In seguito, i Cavalieri di Malta nel 1506 affidarono
il feudo di Putignano ai frati Carmelitani che provvidero a
impreziosire di decorazioni il sito. Si accede al luogo sacro percorrendo una
scenografica scalinata che conduce nella grotta, ai lati della
quale sono collocate due acquasantiere in pietra, di produzione locale,
risalenti al XVII secolo. Discendendo i gradini, è possibile ammirare
una statua della Vergine con Bambino collocata in una nicchia,
opera attribuibile alla bottega di Stefano da Putignano. La chiesa
rupestre si presenta come un ambiente scavato nella roccia dall’acqua,
che ancora trasuda e continua la sua opera di erosione attraverso lo
stillicidio che riecheggia in sottofondo. Sempre allo scultore Stefano da
Putignano sono attribuite le due edicole ai lati dell’altare, che
custodiscono una statua policroma di Michele Arcangelonell’una,
nell’altra un affresco cinquecentesco che raffigura la Madonna
con Bambino. L’altare centrale è decorato con un affresco del XV
secolo che rappresenta scene della Crocifissione. |
Strada Comunale Larussa, 2 PUTIGNANO Telefono: +39
3389987334 |
Chiesa di
Santo Stefano Piccolo Costruita nel 1402, la chiesa presenta una
facciata in pietra, sulla quale si apre una piccola finestra, e un portone
d'ingresso sormontato da una lunetta ad arco acuto, all'interno della quale è
affrescata l'immagine di Santo Stefano. L'interno è, invece, a croce greca,
con tre altari. Degno di nota il tetto con copertura in
"chiancarelle", tipica dei trulli. |
Via Forno Santo Stefano, PUTIGNANO |
Chiesa Rupestre
della Madonna delle Grazie La piccola chiesa
rupestre intitolata alla Madonna delle Grazie si trova al di
fuori del centro di Putignano, in contrada Mastricale. È uno dei
migliori esempi di santuario rupestre della murgia barese: immerso nel
verde della campagna locale, il santuario sembra quasi emergere dai boschi ed
essere un tutt’uno con la natura circostante. Quello che colpisce a primo impatto,
infatti, è proprio la sua posizione: scavato nella roccia, il
santuario è un vero e proprio sito sotterraneo che raccoglie,
nonostante le dimensioni ridotte, un gran numero di fedeli. Essi aumentano soprattutto nel corso di
una celebrazione sacra che, come da tradizione secolare, si
tiene a maggio: la festa campestre dedicata proprio alla Madonna
delle Grazie. |
Strada Comunale Mastricale, 39 PUTIGNANO |
Monastero
e Chiesa di Santa Chiara |
R
Chiesa
collegiata di Santa Maria della Colonna e San Nicola |
Piazza Umberto I, RUTIGLIANO Telefono: +39 0804761088 |
|
Chiesa di
Sant'Andrea (o di Santa Chiara) Edificata agli inizi dell’Ottocento in
parallelo alla antica Chiesa dedicata a sant’Andrea, dalla quale sono ancora
visibili le facciata rivolta a levante , le mura perimetrali (i due chioschi
conventuali) e la torre campanaria, munita ancora di campana originaria della
fondazione dell’annesso convento (fu fatta dal barese Petrus nel 1522) la
nuoca chiesa ospita oltre alla tela del lama, un austero coro ligneo con
organo seicentesco posto sul transetto. Il convento fu fondato nel 1519, il
15 settembre con bolla del pontefice leone x in seguito alla donazione da
parte della congrega di sant’Andrea dell’omonima chiesa e delle fabbriche
annesse su consiglio di padre Sebastiano de Jacomino, la cui sorella
Nicoletta fu poi nominata prima abbadessa del nascente convento benedettino
dell’ annunciazione di maria di gesù. Nel 1910 alle suore benedettine
subentrarono le suore Crocifisse adoratrici. |
RUTIGLIANO Manierista è l‘ artista che dipinge in santa
Chiara il quadro rappresentate l incontro dei due Ordini. A metà figura è la
Madonna col Bambino tra due angeli reggi-corona. In primo piano San Francesco
e San Domenico si abbracciano fraternamente, fautori entrambi dei rispettivi
ordini: il francescano e il domenicano. Accanto le fondatrici dei due ordini
femminili monastici S. Chiara, con la croce e l’ostensorio e S.
Caterina col giglio e il libro nella mano. L’opera fu commissionata da una
nobile famiglia così come da insegna araldico ivi disegnato a destra. Giovan
Battista ,Lama: 1673 napoli quella di Rutigliano è la prima tela che giunge
in Puglia del Lama la cui produzione maggiore è napoletana Immacolati e santi1708. Firmata al centro da
lui e datata. In alto è raffigurato il Padre Eterno disteso sulle nuvole. Al
centro l’Immacolata a mani giunte e capo rivolto verso l’alto. Inginocchiati
e oranti sono: a destra S. Nicola di Bari con la destra posata sul petto e la
sinistra reggente il pastorale. A sinistra Sant’Andrea con il libro tra le
mani. La rappresentazione di quest’ultimo Santo non è a casa, considerata che
la precedente chiesa era a lui dedicata. |
|
Chiesa di
San Vincenzo |
Vico I S. Vincenzo, 6 RUTIGLIANO |
|
Chiesa
di San
Gregorio Magno (o del Purgatorio Vecchio) Edificata nel XVII
secolo, entro il nucleo più antico del borgo fortificato. Ospita l'archivio-biblioteca
capitolare della Collegiata di Santa Maria della Colonna. |
RUTIGLIANO |
|
Chiesa
dell'Immacolata (o del Purgatorio Nuovo) Edificata nel XVIII
secolo, annessa al castello medievale, all'epoca della costruzioni
facente funzioni di palazzo baronale. La presenza di una finestra interna
consentiva l'affaccio diretto del castellano dalle sale baronali del
complesso castellare. |
Via Sotto il Castello, RUTIGLIANO |
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Chiesa di
San Giovanni Battista (o San Domenico) |
RUTIGLIANO |
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Chiesa di
Maria Ss. Addolorata |
Via Turi, 1 RUTIGLIANO Telefono: +39 0804761187 E-Mail: chiesa.addolorata@libero.it
|
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Chiesa del
Cuore Immacolato di Maria |
Via Giuseppe Persia, RUTIGLIANO Telefono: +39 0804767491 E-Mail: parr.cuoreimmmaria@libero.it |
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Chiesa di
Maria SS del Carmine |
Via Vitale, RUTIGLIANO |
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RUTIGLIANO |
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Chiesa e
Convento dei Padri Cappuccini Sorti nel XVII
secolo in luogo della più antica chiesa di San Michele, sulla via per Montrone.
Ospita un'esigua fraternità francescana preposta alla reggenza del culto
sorto intorno al Santissimo Crocifisso, scultura
lignea del XVII secolo ivi conservata. Nel 1989 la chiesa
conventuale fu eretta canonicamente a Santuario del
Ss. Crocifisso, manufatto ligneo raffigurante il Cristo in croce, attribuito
all'artista gallipolino Vespasiano Genuino e datato al 1630. Al pregevole
crocifisso secentesco è associata un'antica leggenda (riportata
dal cronista ottocentesco Lorenzo Cardassi) che narra del suo approdo
miracoloso a Rutigliano, oltre a svariati miracoli legati alla cessazione di
periodi di terribile siccità occorsi fra XVIII e XIX secolo.
Al miracoloso Crocifisso venerato presso il convento dei Cappuccini, la
cittadinanza rutiglianese dedica solenni festeggiamenti nei giorni 13,14 e 15
settembre. A partire dalla prima metà del secolo scorso la festa del
Crocifisso ha assunto sempre più lo spessore di "maggiore
festa", superando per importanza e fervore devozionale il culto e i
festeggiamenti tributati al principale patrono San Nicola (II domenica di maggio) ed
alla compatrona Ss. Maria del Carmine (16
luglio). |
Via S. Francesco D’Assisi, 196 RUTIGLIANO |
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Chiesa di
San Nicola de Criptis Ricostruita nel 1903 in luogo
di un più antico edificio di culto dedicato al santo di Myra e
menzionato a partire dal XIV secolo,
posto poco fuori il borgo medievale, sull'antica via per Gioia e Casamassima.
Le strutture della chiesa subdiale insistono tuttora su di un complesso di grotte di
epoca medievale (donde deriva il toponimo de criptis), in origine
direttamente affacciate sull'alveo della depressione carsica che attraversa
l'abitato, nota come Lama della Corte (canale di deflusso tributario
della Lama San Giorgio). Attualmente è di proprietà
privata e vi si officia il culto soltanto il 6 dicembre di
ogni anno, giorno della memoria liturgica di San Nicola di Bari. |
Via Montevergine, 9 RUTIGLIANO |
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Chiesa di
Maria SS Annunziata L'edificio sacro domina una porzione di Lama
San Giorgio abitata sin dalla preistoria, puntellata oggi da campi coltivati
e muretti a secco. La mano dell'uomo però non ha intaccato alcune zone dove
cresce la vegetazione spontanea e caratterizzate per la serie di grotte scavate millenni fa sul dirupo occidentale
della lama. Il complesso è composto da due ambienti: la
chiesa vera e propria e la sagrestia, che però non è stata interessata dalle
opere di recupero. L'esterno della chiesa è completamente intonacato, eccetto
la facciata che lo è per metà. Su di essa spicca infatti la parte inferiore
rivestita in pietra, con l'ingresso principale sormontato da un timpano
spezzato. |
Strada Comunale Annunziata, RUTIGLIANO
Ma la
storia della chiesetta non è fatta solo di sottrazioni e trascuratezza, anzi
è legata a un singolare rito, quello del "passa pass", diffuso fino
all'800 in diversi paesi dell'Italia meridionale. Qui i malati di ernia
venivano fatti passare tra i rami di un lentisco, una pianta che secondo
antiche credenze popolari rutiglianesi era in grado di curare questa
patologia. Ciò avveniva il 25 marzo, festa dell'Annunziata, ritenuta protettrice
dall'ernia. Notizia pubblicata sul portale barinedita.it e di sua proprietà. |
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Chiesa
della Madonna delle Grazie |
Via Vecchia per Mola o Via Madonna delle
Grazie, RUTIGLIANO |
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Chiesa di
San Michele Arcangelo |
Via Noicattero, RUTIGLIANO |
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Chiesa di
Sant'Antonio Abate Edificata nel XV secolo,
sulla via per Bari e Noicattaro. |
RUTIGLIANO |
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Chiesa
della Madonna della Stella Al centro dell’altare affrescato
tra San Pietro, San Paolo, Santa
Lucia e Sant’Apollonia un tempo trovava posto una tela
raffigurante la Madonna della Stella nostro malgrado derubata negli anni '80.
Ma la forte devozione mai decaduta per questa espressione di Maria ha voluto
che quell’altare non rimanesse sguarnito. Nello scorso anno alcuni devoti
hanno commissionato un quadro raffigurante il volto della Madonna della
Stella che ben si incunea in quelli che sono gli antichi affreschi
presenti sulla navata centrale. Il quadro è stato realizzato
dalla pittrice rutiglianese Grazia Dibattista che sapientemente dopo
accurate ricerche ha saputo ricreare con armonia ciò che in passato è
stato derubato. |
RUTIGLIANO Domenica 4 agosto 2013 la chiesa rurale
dedicata alla Madonna della Stella ha riaperto i battenti. Come impone la
tradizione nella prima domenica di agosto la comunità rurale di C.
da Madonna della Stella si raccoglie in preghiera assistendo alle
celebrazioni eucaristiche, una mattutina l’altra serale, officiate
all’interno della suddetta chiesa. |
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Chiesa di
Maria SS Materdomini |
SP179, RUTIGLIANO |
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Chiesa di
San Lorenzo |
RUTIGLIANO |
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Chiesa
della Madonna del Palazzo ed annesso ex Convento dei Frati
Minori Conventuali |
RUTIGLIANO |
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Ruderi
della Chiesa di Sant'Apollinare Per i pellegrini che nel Medioevo
percorrevano la Via Francigena verso la Terra Santa, Sant'Apollinare
doveva rappresentare una delle tante ben visibili e agognate tappe di ristoro
fisico e spirituale sul cammino della vecchia via Appia Traiana. A noi
moderni invece la chiesa appare alquanto occultata e più difficilmente
raggiungibile. Dobbiamo infatti percorrere la Strada provinciale
122 che da Rutigliano porta a Turi per circa 5 km e prendere a sinistra
una stradina che si snoda tra alcuni poderi per scorgerla dopo 700 metri,
desolata in un campo non coltivato. La
chiesetta è a pianta quadrata con una struttura muraria che viene datata al
X-XI secolo, anche se si tratta del consolidamento ricostruttivo
dell’originario edificio altomedievale. Quel che possiamo ammirare oggi
è però solo il suo scheletro, vista l’assenza del portale e delle originarie
cupole ad asse, costruite cioè con conci posati a secco come i tipici trulli
pugliesi. Inoltre una grossa breccia sull'abside “permette” che lo sguardo
del visitatore l'attraversi da parte a parte. Infine il muro a sud, a causa
di una profonda e minacciosa lesione, si mostra ancora puntellato in seguito
all'ultimo intervento di messa in sicurezza che risale al 2014. |
Contrada Bigetti, RUTIGLIANO Purtroppo però queste poche ma ancora significative
e antiche pietre rischiano di crollare definitivamente. I puntellamenti
potranno infatti servire a ben poco, ci sarebbe invece bisogno di un
importante e costoso restauro, di cui nessuno sembra volersi fare carico.
Abbiamo provato a contattare Paolo Piccinno, “portavoce” della famiglia
Didonna, proprietaria del terreno su cui sorge l’edificio, ma l’imprenditore
impegnato spesso all'estero per lavoro ha rimandato l'incontro a lungo e non
ci ha più risposto.Notizia pubblicata sul portale barinedita.it e di sua
proprietà. |
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Convento
Suore Crocifisse Adoratrici dell'Eucarestia Fu edificato agli inizi dell’Ottocento in
parallelo alla antica Chiesa dedicata a sant’Andrea, di cui sono ancora
visibili le facciate, le mura perimetrali e la torre campanaria, munita
ancora di campana originaria. La nuova chiesa ospita un austero coro
ligneo con organo seicentesco posto sul transetto. Il convento fu fondato nel
1519 per volere del pontefice Leone X in seguito alla donazione da parte
della congrega di sant’Andrea dell’omonima chiesa e su consiglio di padre
Sebastiano de Jacomino, la cui sorella Nicoletta fu poi nominata prima
abbadessa del nascente convento benedettino dell’ annunciazione di Maria di
Gesù. Fu riscattato, nel 1909, dall’arciprete di
Rutigliano, mons. Nicola Antonelli che, con la benedizione del vescovo di
Conversano, mons. Antonio Lamberti, lo donò alla Superiora delle Suore
Crocifisse Adoratrici di Gesù Sacramentato, suor Maria Pia Notari della
Croce, affinché vi aprisse una scuola. Nell’ottobre 1909, Maria Pia andò personalmente
a vedere la casa e a trattare le condizioni della donazione che fu ben
contenta di accettare, anche per l’impegno di mons. Antonelli di contribuire
alle spese dei restauri necessari per la nuova destinazione dell’immobile. |
Via Porta Di Bari, 10 Rutigliano Telefono: (+39) 080 4761198 Il card. Casimiro Gennari, protettore
dell’Istituto delle suore crocifisse, espresse a Maria Pia il vivo
compiacimento per l’apertura della nuova casa, con l’esortazione di aver cura
della chiesa che era stata da lui consacrata. |
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Concattedrale
Santa Maria Assunta La Cattedrale, dedicata all’Assunta, nella
sua forma attuale, è il frutto di lunghe e travagliate sessioni costruttive
iniziate nel XII e conclusesi verso la metà del XIII secolo. In mancanza di documenti cartacei che
fissino nel tempo la nascita e la paternità dell’edificio, è possibile
risalire all’epoca della sua costruzione, leggendo tutto il palinsesto che è
di fronte a noi. Seguendo un’antica tradizione e ricordando quanto scrive
l’Ughelli nella sua Italia Sacra e interpretando
una lapide conservata in cattedrale nella cappella del
Santissimo (un tempo coro di notte), è stata formulata un’ipotesi abbastanza
plausibile. In seguito alla distruzione completa della città ruvese e della
sua prima cattedrale a causa di eventi bellici della metà del XII secolo, il
Conte di Loretello e Conversano, nonché Signore di Ruvo, Roberto II di
Bassaville insieme al vescovo Daniele, si impegnarono nella edificazione
della nuova Cattedrale: quella che è giunta sino a noi. La conclusione di lavori si ebbe all’inizio
del XIII secolo, come dimostra il fatto che alla morte del vescovo Daniele,
dopo il 1183, la sua salma venne deposta nella chiesa della SS. Trinità, sita
vicino la Cattedrale, non essendo stata questa ancora ultimata. La Cattedrale subisce importanti
trasformazioni e cambiamenti anche in Età Moderna. Le indagini e gli studi condotti sul
monumento si basano sul confronto tra fabbrica e fonti documentarie: fra
queste assumono un ruolo importante le relationes ad Limina
Apostolorum. In particolar modo dalle prime quattro relazioni delle
visite ad Limina compilate dal Vescovo minorita Fra Gaspare Pasquali, si
deduce che nel 1589 la Cattedrale contava oltre all’altare maggiore,
ben dodici altari laterali che successivamente vennero aumentati a
quattordici. I dodici altari potevano essere collocati contro i muri d’ambito
delle navatelle, in corrispondenza dei cinque fornici delle rispettive
campate e delle due absidiole; a questi si aggiunsero altri due altari, forse
collocati simmetricamente sulle due pareti del transetto a nord e a sud. Come
si può evincere, la chiesa segue l’andamento di una pianta basilicale a croce
latina a cui si aggiungeva la sagrestia, attestata lungo la parete
settentrionale del transetto. Pur esistendo la sagrestia e l’adiacente
episcopio, di cui si ha notizia sin dal 1452, alla fine del XVI secolo alla
Cattedrale non era stata aggregata alcuna cappella; tuttavia sin dal 1593, si
ha notizia di una confraternita del Santissimo Sacramento che assiste gli
infermi associati a tale sodalizio; della edificazione di una cappella
dedicata al Santissimo Sacramento si avrà notizia solo nel 1640 durante
l’episcopato di Cristoforo Memmolo, nominato vescovo nel 1621. Da quanto
ricostruibile dai segni lasciati sulla fabbrica e confrontati con le scarne
informazioni delle fonti, è probabile che sino al 1640 la Cattedrale di Ruvo
fosse affiancata sul lato della navatella sinistra, dalla sagrestia e dalle
cappelle di S. Biagio e del SS. Sacramento, mentre alla navatella destra non
era ancora stato aggiunto alcun corpo. La facciata della cattedrale doveva
presentarsi più stretta dell’attuale, rimanendo definita dagli allineamenti
originari dei muri perimetrali delle navate laterali. I successori di Cristoforo Memmolo si
trovarono a fronteggiare un periodo difficile, minato dalle frequenti
tensioni con il potere laico: in Cattedrale fu demolito l’altare maggiore e
sostituito con il trono di Ettore Carafa, duca di Andria e signore di Ruvo.
Fortunatamente nel 1697 si dotò la Cattedrale di un nuovo e sfarzoso altare.
Nel 1725 il vescovo Bartolomeo Gambadoro fece demolire l’antico Episcopio che
fu ricostruito dalle fondamenta, ampliato e dotato di maggiori possibilità di
alloggio. Tale edificio fu poi sostituito dall’attuale palazzo vescovile,
realizzato nel 1925 su progetto dell’ing. L. Sylos. In facciata, in corrispondenza degli
archetti pensili del saliente di destra vi è una lapide che ricorda la
realizzazione dei lavori per l’ampliamento della fabbrica, voluto dal vescovo
Giulio de Turris nel 1749. Egli nella sua “visita ad limina” del 1744
poté ben dire che “la Chiesa Cattedrale dedicata alla Vergine Assunta, una
volta di mediocre struttura, sotto il mio presulato è ormai splendente in
forme più eleganti”, riferendosi naturalmente alla costruzione di nuove
cappelle e al restauro di quelle già esistenti, tra cui quella di S. Biagio e
del SS. Sacramento, collocate lungo la navata sinistra. L’edificazione di
nuove cappelle comportò non solo uno sforzo finanziario da parte del vescovo,
ma anche la soluzione di un problema di immagine. Le nuove cappelle, infatti,
non avrebbero potuto che collocarsi lungo il fianco destro della fabbrica,
rimasto privo di aggregazioni. La realizzazione delle nuove cappelle
richiedeva una soluzione anche per le aggiunte sul lato sinistro. Lo
spazio disordinato, occupato fino allora dalla Cattedrale e dalle sue
aggiunte doveva diventare una piazza conclusa dall’edificio più significativo
per la collettività, nel 1744 la facciata fu quindi allungata di 2,40 metri
per lato. I lavori di ampliamento della chiesa,
conclusi poco prima della morte di Mons. De Turris (1759), consegnarono al
popolo ruvestino una Cattedrale caratterizzata da numerose aggregazioni:
lungo la navata sinistra vi erano il coro di notte, la Cappella del
Crocifisso, di S. Biagio, del SS. Sacramento (detto “Cappellone”) e di S.
Lorenzo; lungo la navata destra a partire dall’ingresso vi erano le cappelle
dedicate all’Addolorata, ai SS. Medici, alla Madonna di Costantinopoli,
a S. Michele e alla Madonna di Pompei. Attualmente, nell’intercapedine da cui
si accede all’ipogeo, si leggono ancora le tracce superstiti della
decorazione delle cinque cappelle del fianco destro. Inoltre al 1749 risalgono il controsoffitto
ligneo decorato e tre tele di Luca Alvese. I lavori condotti durante il
presulato di Mons. De Turris diedero alla Cattedrale una nuova facies in
linea con quella corrente tardo barocca che nella seconda metà del XVIII
secolo informò di sé l’interno di molti edifici medievali pugliesi. Tra i vari interventi succedutisi nel tempo,
quello eseguito nel 1935, durante il quale si ebbe la demolizione della
Cappella del SS. Sacramento, comportò l’abbassamento della quota di calpestio
del transetto e delle navate. Questi ultimi furono pavimentati con “quadrelle
di pietra di 0,35 cm per lato”, per le navatelle si reimpiegarono le lastre
preesistenti che vennero quindi disposte perpendicolarmente all’asse
longitudinale delle singole navate laterali. Nonostante la rinnovata pavimentazione, il
piano di calpestio risultava molto umido e quasi bagnato; comparivano ampie
chiazze umide discontinue che, per la posizione in cui erano dislocate e per
l’intensità, non potevano che essere determinate da una differente densità
della massa sottostante. Le varie indagini preliminari condotte sulla
topografia e la stratigrafia della città tra il dicembre 1974 e il giugno
1975 davano adito a delle ipotesi suggestive sull’impianto della Cattedrale.
Era necessario riesaminare la successione degli strati e dei relativi
livelli, proponendo dei saggi per documentare l’esistenza di una eventuale
cripta - di cui erano venute alla luce due monofore dopo i lavori di
sistemazione del 1925 - o di altre preesistenze. L’intervento nel sottosuolo ha rivelato che
la Cattedrale venne costruita sulle macerie di un’area frequentata sin dalla
protostoria e che, nascoste dal pavimento moderno, giacevano numerose
testimonianze del periodo peuceta, della città romana e medievale,
intercettate e rese spesso illeggibili dai grandi contenitori di pietra che
servirono per la sepoltura degli affiliati alle Confraternite a partire
dall’età della Controriforma e fino al XX secolo. |
RUVO DI
PUGLIA
Di grande pregio è il portale centrale,
fiancheggiato da due colonnine sormontate da grifi e rette da leoni
stilofori, a loro volta sostenuti da telamoni, la cui plasticità si riscontra
anche nei personaggi religiosi che affollano l’arco più esterno del portale
centrale. In particolar modo al centro dell’arco troviamo Gesù affiancato
prima da due pellegrini, provvisti di ramoscelli d’ulivo e poi dalla Madonna
e da S. Giovanni Battista, verso di loro convergono sia le creature
angeliche, sia i dodici apostoli collocati nel sottarco. Nel secondo arco del
portale troneggia l’effige dell’agnello dell’Apocalisse, fiancheggiata dai
simboli dei quattro Evangelisti: a sinistra troviamo prima l’Angelo (S.
Matteo), poi il Leone (S. Marco), mentre a destra troviamo prima l’Aquila (S.
Giovanni), poi il Toro Alato (S. Luca). Al centro del terzo arco interno, in
corrispondenza dell’Agnello, due pavoni affrontati , sono rappresentati
nell’atto di beccare un grappolo d’uva. Tale tema iconografico simboleggia l’Eucarestia.
L’enigmatica figura del "sedente"
rappresenta il finanziatore della chiesa. Il sedente ha un elmetto tondo che
gli copre a guscio la testa e indossa una tunica ampia, stretta in vita con
una cintura; è seduto su di un seggio e regge sulle ginocchia un elemento
orizzontale, ormai frammentario, una sorta di supporto sul quale doveva
essere fissato un ipotetico modellino del duomo, nell’atto di essere offerto
alla comunità ruvese. Il sedente potrebbe essere una autorità civile o
militare: varie circostanze fanno pensare che si tratti di Roberto II di
Bassavilla, Conte di Conversano e Loretello e Signore di Ruvo, figlio di
Roberto I di Bassavilla e cugino del re normanno Guglielmo I il Malo. La facciata culmina con la statua di Gesù
Risorto che regge una bandiera segna vento. Interno La chiesa, impostata su pianta a croce
latina, presenta un corpo longitudinale articolato in tre navate, terminanti
con tre absidi collocate nella zona del transetto. Mentre la navata
centrale e il transetto sono caratterizzati da una copertura a
capriate, costituita cioè da travi lignee, le due navatelle hanno una
copertura con volta a crociera. La navata centrale risulta separata dalle
navate laterali da un sistema di pilastri cruciformi. Si può notare come i
pilastri della navata destra, sebbene cruciformi, risultino più
rotondeggianti e quindi di maggiore livello artistico rispetto ai pilastri di
sinistra, aventi forme più squadrate. Ciò indica che la chiesa è stata
edificata in due fasi. La qualità artistica dei pilastri di destra
è accentuata da capitelli di ottima fattura, caratterizzati dalla
rappresentazione di scene tratte non solo dall’iconografia o dalla simbologia
cristiana, ma anche dalla mitologia medievale. Pietra e scalpello si fanno
così narratori di strane storie, i cui protagonisti sono animali, creature
mostruose, ma anche figure umane. In particolar modo il capitello del
penultimo pilastro presenta due personaggi che stanno festeggiando
simbolicamente la fondazione della cattedrale. I capitelli della parte
sinistra, invece, vedono il dispiegarsi e l’intrecciarsi di motivi floreali e
astratti. I pilastri che circoscrivono lo spazio della
navata centrale sono sormontati da una sorta di cornicione, denominato
ballatoio, sostenuto da una infinita varietà di minuscole mensole aventi
sembianze umane, zoomorfe e fitomorfe. La luce esterna, filtrando attraverso le
bifore e le trifore valorizza la plasticità scultorea dei capitelli e delle
mensole del ballatoio. La semplicità e l’austerità della struttura
e degli arredi sacri mettono in evidenza l’impianto romanico–gotico della
chiesa. Addossate alle pareti, vi sono inoltre delle
lastre in pietra raffiguranti alcuni personaggi del vescovado ruvese. Tali
lastre costituivano le coperture tombali di alcune camere sepolcrali presenti
nel vano sotterraneo della chiesa. ORARIO SS
MESSA: Feriale: ore 09:00 – 19:00 Festivo: ore 08:00 – 10:30 – 12:00 – 19:00 Chiesa del Carmine Martedì – Giovedì – Sabato ore 18:00 Festivo: 09:15 Chiesa del Purgatorio Lunedì – Mercoledì – Venerdì ore 18:00 Festivo: ore 18:00 INFO ORARI
PER LE VISITE TURISTICHE 08:00 – 12:00 – 16:00 – 20:00 Eccetto durante le celebrazioni liturgiche Su richiesta è possibile visitare l’ipogeo Per informazioni telefonare al numero: +39 0803611160 oppure +39 346755318 |
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Chiesa di
san Domenico L’impianto della Chiesa si presenta a
navata unica, con cappella e cupola nella campata antistante l’altare
maggiore, così come i canoni architettonici controriformistici prevedevano.
L’interno è organizzato secondo un linguaggio architettonico di impronta
tardo-barocca e neoclassica, con ampie cappelle laterali (due per lato) e due
“cappelloni” nell’area del transetto. |
Piazza Giovanni Bovio, RUVO DI PUGLIA Telefono: +39 0803613730 E-Mail: sandomenico.ruvo@gmail.com ORARIO SS
MESSA: Dal Lunedì al Sabato ore 08:00 – 19:00 Domenica ore 08:00 – 10:00 – 11:00 – 19:00 |
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Chiesa di
San Michele Arcangelo Secondo la tradizione san Francesco d'Assisi, di ritorno
dal Gargano,
sostò a Ruvo esortando il popolo a fondare una nuova chiesa sui resti di un
tempio abbandonato di rito
greco cristiano, appartenuto ai monaci
basiliani. La nuova chiesa fu così costruita e intitolata a san Michele Arcangeloe vi si insediò l'Ordine dei frati minori osservanti nel
convento adiacente. Tuttavia le prime notizie dell'esistenza di questo luogo
di culto risalgono soltanto al XV secolo quando
il feudatario di Ruvo, Gabriele Del
Balzo-Orsini, inviò la richiesta di autorizzazione al papa Niccolò V di ristrutturare e riedificare
la chiesa ed il convento a spese dei cittadini. A distanza di poco tempo però
la chiesa crollò e tra il 1744 e il 1775 fu
riedificata l'intera struttura. |
Corso Piave, RUVO DI PUGLIA Telefono: +39 0803611465 E-Mail: parrsmichelearcangelo@gmail.com
La facciata appere in stile tardo
barocco, il portale è sormontato da un architrave che
fa da base ad una nicchia in cui è collocata la statua di san Michele
scolpita in pietra locale. La facciata è divisa in due ordini e nel superiore
spicca il finestrone racchiuso tra le lesene. Il
prospetto termina con le volute, culmine delle ali laterali, che terminano
con un acroterio per parte. L'interno in stile barocco è costituito da
un'unica navata e da una lunga serie di cappelle private, espressione della
potenza delle antiche famiglie nobili ruvestine. Nella chiesa è di notevole
interesse il crocifisso ligneo della cappella Cotugno, una
pregevole statua dell'Immacolata, il sontuoso altare barocco e i
dipinti del coro. Innanzi all'altare è inoltre sepolto il frate minorita beato
Bernardino da Ruvo, morto nel 1522 in
concetto di santità. Ma i pezzi più notevoli dell'arredo di questo edificio
sacro sono i capolavori del pittore fiammingo Gaspar
Hovich, L'adorazione dei magi del 1613 e La
Madonna degli Angeli fra i santi Francesco e Giovanni Battista del 1598. Altre opere
d'arte di rilievo sono la tela del Gliri raffigurante il santo Salvatore da Horta e il quadro di
san Michele Arcangelo di Leonardo Antonio Olivieri. Il convento invece presenta nel chiostro un
ciclo di affreschi relativi alla vita di san Francesco ed è attualmente
adibito a casa di riposo e sala conferenze. |
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Chiesa del
Santissimo Redentore Nonostante la chiesa sia stata consacrata
già nel 1902 i
lavori di completamento della facciata e del campanile sono terminati
soltanto nel 1955.
Il tempio è attualmente sede di un esteso territorio parrocchiale tanto da
godere di quattro rettorie, quali la chiesa dell'Annunziata, la chiesa di San Rocco, la
chiesa di Santa Caterina d'Alessandria e la chiesa di San Giacomo al Corso.
La chiesa è intitolata al Santissimo Redentore ed
è vicaria della parrocchia Cattedrale. |
Vicolo Giovanni Iatta, 8 RUVO DI PUGLIA Esterno Il prospetto è diviso in due ordini;
l'ordine inferiore è costituito da un sagrato ripartito
in tre arcate con i pennacchi intervallati da dei
medaglioni. Le arcate poggiano su delle colonne binate di ordine
ionico che danno vita ad un porticato precedente
all'ingresso. L'ordine superiore è composto da un finestrone architravato inserito
tra due nicchie imperniate in sistema architettonico che richiama l'arco
di trionfo. Chiude la facciata il semplice timpano sovrastato dalla statua del
Cristo Redentore. Le paraste disposte
sui muri laterali interni delineano quattro cappelle per
parte in cui sono rispettivamente contenute delle nicchie. Sul lato destro è
inoltre presente un piccolo pulpito scolpito.
La trabeazione, che poggia sulle paraste di ordine
corinzio, fa da base alla volta
a botte della chiesa. La decorazione delle bianche pareti è scarna e
il compito di suggestionare e colpire il fedele e il visitatore è affidato al
catino absidale ampiamente decorato dal grande mosaico e alle nicchie ricche
di statue raffiguranti santi quali Giovanna d'Arco, Santa Rita, San
Francesco di Paola, la Madonna del Rosario, San Pio da Pietrelcina, San
Giuseppe, San Giovanni Bosco, Sant'Anna, San Ciro, Santa Filomena, Santa
Maria Goretti, Santa Barbara e la statua del Sacro Cuore di Gesù.
1°e 3° venerdì del mese dalle ore 17 alle 19 |
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Chiesa del
Carmine Nasce come
Chiesa di S. Vito,
divenne la Chiesa della Madonna del Carmelo nel 1613. Non si conosce il progettista di S. Vito, ma
ci sono progetti di ampliamento dell’ingegnere Pomodoro. La chiesa fu commissionata dall’ Arciconfraternita
del Carmine e realizzata tra il 1500 – 1570 circa ( rimaneggiata in seguito
nel 1880 ) Ha murature in conci di pietra e volte in
mattoni. Nell’ex chiesa si S. Vito la chiesa
presentava tre navate; oggi la pianta appare contratta e con un’unica
navata; il campanile fu progettato dall’ing. Pomodoro e costruito tra il 1881
e il 1885 Le volte sono a botte di mattoni
parzialmente affrescate, con semicupola sull’abside. |
Via Cattedrale, RUVO DI PUGLIA Telefono: +39 0803611169 Esterno Esternamente la chiesa non presenta
particolari decorazioni: troviamo uno stemma all’interno di un timpano
curvilineo, il portale d’ingresso modanato con lesene, sul lato Nord è
presente un bassorilievo raffigurante una Madonna del 1700 ( in gesso ). Interno Sulla destra dell’ingresso principale si
trova una lapide del 18° secolo del notaio Barese, una tela con “S. Vito tra
S. Modesto e S. Crescenza” ( 1621 ) del veronese Alessandro Fracanzano; la
tela rappresentante “la Madonna del Carmine” del romano Andrea Bordone; il
dipinto del “compianto su Cristo morto” (anteriore al 1624 ) di un anonimo
pittore napoletano; sempre del 1624 la tela della “Natività” di un certo
Abate Claudio; statue lignee del XVIII secolo raffiguranti vari momenti della
passione di Cristo attribuiti allo scultore altamurano Filippo Altieri; la
volta è parzialmente affrescata con le immagini della “Esaltazione della
Croce” e della “Madonna del Carmelo”. Le strutture che si possono vedere nei
progetti per l’ampliamento della chiesa, potrebbero appartenere alle
fondamenta della chiesa di S. Vito; purtroppo non sono visitabili perché
l’unico ingresso, sul retro della chiesa, è murato |
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Santuario
dei Santi Medici |
Via Monache, 8 RUVO DI PUGLIA Telefono: +39
0803629379 Il prospetto presenta un portale d'ingresso
architravato e sovrastato da un timpano su cui poggia una finestra
delimitata dalle paraste. La facciata rettangolare culmina con un timpano
più grande. All'interno della chiesa è conservato, oltre
al gruppo scultoreo già citato dei Santi Medici, un busto di Fabrizio Caputi
e un mausoleo lapideo
delle famiglie Mazzacane e Caputi. Nell'unica navata sono
inoltre affisse due tele raffiguranti la Madonna del Rosario, il Sacro Cuore di Gesù, sant'Antonio da
Padova e san Giuseppe dell'artista Giuseppina Pansini.
In due teche sono invece custodite tre piccole statue in cartapesta
raffiguranti santa Rita da Cascia, Gesù al Calvario e il Santissimo
Salvatore, ispirato all'immagine miracolosa di Andria. |
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Chiesa di
san Rocco La chiesetta di San Rocco,
sita in piazza Matteotti accanto al palazzo di città, fu edificata
nel 1503 come
segno di ringraziamento e devozione da parte del popolo ruvese per aver
liberato la città della peste nel 1502. Nel 1576 vi fu
fondata la Confraternita di San Rocco,
sciolta e rifondata nel 1781 e tuttora operante. In questa chiesa i tredici
francesi, prima della partenza per la disfida di Barletta, parteciparono alla Santa
Messa. Nel 1645 il
tempietto fu riedificato. |
Piazza Giacomo Matteotti, RUVO DI PUGLIA L'edificio religioso è caratterizzato da
un bugnato liscio
ed ha pianta rettangolare. La facciata presenta un ingresso architravato sul
quale è incisa una iscrizione che testimonia l'esistenza della confraternita.
Sull'architrave poggia una nicchia contenente la statua in tufo di San
Rocco. Sulla destra è presente un oblò semicircolare.
In cima alla struttura è posto il campanile a
forma di tempio, culminante con una statuetta lapidea di San Rocco. L'interno della chiesa, stuccato, esalta
la grande nicchia rettangolare
nella quale è conservato il gruppo scultoreo in cartapesta degli Otto
Santi, portato in processione la notte tra il Mercoledì e
il Giovedì Santo. È inoltre conservato in una teca il
dipinto ad olio raffigurante la Madonna del Buon Consiglio mentre
l'altare in pietra è sovrastato dalla statua in legno policromo di San Rocco.
Sono inoltre conservate le statue dell'Addolorata e
del Sacro Cuore di Gesù. |
|
Chiesa del
Purgatorio La chiesa del Purgatorio, sede della
Confraternita del Purgatorio, non sempre ha avuto l’aspetto
e le strutture architettoniche attuali. Fino alla metà del 600 era
chiamata chiesa di San Cleto ed era costituita da una sola navata
eretta sulla cisterna romana comunemente chiamata “grotta di San Cleto”. “tre camere… bassi, cellari, pozzi e altri
membri [...] confinanti con la chiesa del nostro glorioso protettore San
Cleto [...] sita avanti la Porta Nuova per andare a Molfetta, acciò destrutte
quel sito si convertisse in una chiesa ò oratorio a suffragio dei pij
defunti”. Nello stesso anno 1643, il Vescovo di Ruvo
mons. Cristoforo Memmoli affidò ai sacerdoti don Sante di Gioia, don Giovanni
Rubini e don Pantaleo Di Terlizzi l’iniziativa per la costruzione della
chiesa. Questi aggregarono altre due case pericolanti confinanti con quelle
donate dalla nobildonna e fecero costruire a ridosso della più piccola chiesa
di San Cleto una seconda navata di forma asimmetrica. Secondo quanto riportato da Antonio
Marinelli e Giuseppe Villani nel volume “La Confraternita del
Purgatorio” (Terlizzi, Centro Stampa, 2008), interpretando la platea del
1696 e il manoscritto d’inventario del 1729 si potrebbe dedurre che la chiesa
di San Cleto non venne dotata di una nuova navata ma, invece,
venne “demolita fino al suolo” affinché si potesse “poi
edificare una chiesa da dedicarsi alle alme del Purgatorio”. La nuova chiesa a due navate fu benedetta
dall’Arciprete don Marco Mode |
Via Cattedrale, 103 RUVO DI PUGLIA Telefono: +39 0803611442 E-Mail: info@confraternitapurgatorio.it La facciata della chiesa è divisa in due
ordini da un cornicione, l'ordine inferiore presenta i due portoni
d'ingresso mentre sull'ordine superiore sono disposti due finestroni. La
muratura della facciata inoltre presenta la tecnica del bugnato rustico.
Sul tetto della navata settentrionale è installato il campanile a forma
di parallelepipedo rettangolo i cui lati
terminano in volute. Il campanile è sormontato da un grande acroterio a
forma di vaso circolare e risale al 1753. L'interno presenta le due navate con volta
a botte e sul soffitto della navata meridionale sono presenti
quattro affreschi relativi alla vita di San Cleto, mentre nell'altra navata
il soffitto è ugualmente ma gli affreschi raffigurano alcuni temi sacri,
quali il Santissimo Sacramento, San Giovanni Bosco, l'Ultima
cena e Santa Cecilia. Nel tempio è venerata la statua in
cartapesta di fine Ottocento rappresentante la Pietà, opera del leccese
Giuseppe Manzo, la tela della Madonna del Suffragio e preziosi lavori di
argenteria e oreficeria del XVIII
secolo. È inoltre presente un altare per navata, in quella meridionale l'altare è in
pietra, risale al Settecento e proviene dalla macchina barocca
dell'altare maggiore della Concattedrale, mentre sul lato settentrionale è
presente un altare marmoreo del XIX secolo. ORARIO SS
MESSA: Lunedì – Mercoledì – Venerdì ore 18:00 Festivo: ore 18:00 Mese di Novembre: ogni sera, Santo
Rosario e Celebrazione liturgica |
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Chiesa dei
Cappuccini L'edificazione della chiesa, ribattezzata
volgarmente "dei Cappuccini" per via del convento adiacente
costruito nel 1583 in
cui vi trovarono posto, risale al 1607 ma fu
consacrata soltanto settant'anni dopo quando il vescovo Domenico Galesio la
intitolò a Maria Maddalena. Nel 1809 l'Ordine
dei frati minori cappuccini fu espulso e il convento chiuso
nel 1811 per poi
essere riaperto nel 1816 e
definitivamente abbandonato nel 1861. Nel 1925 la chiesa fu trasformata in parrocchia e dedicata a
santa Filomena e a santa Lucia. Tuttavia poiché negli anni sessanta il papa Giovanni XIII decise di revisionare la
vita di alcuni santi, tra cui Santa Filomena, e di cancellarne la ricorrenza
dal calendario romano per mancanza di notizie
riguardo ai miracoli effettuati, la parrocchia fu intitolata soltanto alla
santa siracusana.
Dal 1999 la
chiesa viene aperta solo la domenica mattina per la santa Messa e in
occasioni particolari, poiché nello stesso anno fu consacrata la nuova chiesa
di Santa Lucia, di cui la chiesa dei Cappuccini costituisce una rettoria. |
Via Don Minzoni, RUVO DI PUGLIA L'ampia facciata rettangolare
appare umilmente decorata, bianca per l'intonaco e
dotata di un ingresso architravato al quale si giunge tramite uno scalone. L'interno è dotato di due navate e delle due
quella dotata di ingresso è la più spaziosa. Sulla controfacciata è
installato una tela ad olio raffigurante Mosé e il
serpente di bronzo del 1790. Ai lati dell'ingresso laterale sono invece affissi due
dipinti ad olio del XVIII secolo rappresentanti San Cleto e San
Biagio, santi patroni di Ruvo. Varie sono le cappelle e le statue conservate
tra cui quella dell'Addolorata, del Cristo Risorto e di Santa Lucia, opera
dello scultore Nicola Antonio Brudaglio del XVIII
secolo e ora conservata nella nuova chiesa. Sull'altare troneggia il
gigantesco crocifisso ligneo. |
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Chiesa di
San Giacomo al Corso Il tempio ha fatto parte dei possedimenti
della commenda gerosolomitana ruvese. La chiesa fu riedificata e consacrata il 24
ottobre 1869 e
venne intitolata a san Giacomo e all'Immacolata Concezione. L'edificio fu
rinominato in chiesa di San Giacomo al Corso nei primi anni del 2000 quando
fu costruita nei pressi della zona industriale la nuova chiesa e parrocchia
di San Giacomo apostolo. La chiesa è una rettoria della parrocchia dell'Immacolata. |
Corso Ettore Carafa, RUVO DI PUGLIA La facciata a cuspide, neoclassica,
richiama la struttura vera e propria di un tempio greco. L'interno ospita numerosi affreschi del pittore Mario Prayer, tra cui una tela di San Giacomo del 1938; sul catino absidale si trova l'affresco del Cristo Redentore seduto su un monticello in ambiente bucolico sul cui sfondo si staglia la sagoma della concattedrale di Ruvo di Puglia; nel transetto, sempre di Prayer, sono raffigurate due scene riguardanti l'istituzione della festa dell'Ottavario da parte del conte Carafa; la volta a botte è inoltre affrescata dallo stesso pittore e sono rappresentati san Giacomo e l'Assunzione di Maria. È inoltre conservata una statua di san Francesco d'Assisi del cartapestaio leccese De Pascalis del 1888. |
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Santuario
di Santa Maria di Calendano La chiesa dedicata a Santa Maria sorse presso la contrada
Calentano, oggi frazione di Ruvo a 8 km di
distanza, in cui numerosi erano i casali e gli abitanti, in pieno Medioevo. La
prima attestazione della chiesa risale al 1174: in un atto di compravendita è
citata una «terra cum olivis ecclesie sancte Marie Calentani». Il tempio fu
restaurato nel 1433 e
completamente ricostruito nel XVIII
secolo. La sacrestia, così come per il santuario della Madonna delle
Grazie, probabilmente costituiva il luogo di culto originario. All'interno
della chiesa si custodiscono varie lapidi gotiche ed è particolarmente
venerato l'affresco quattrocentesco,
parzialmente visibile della Madonna col Bambino tra san Leonardo, gli angeli e sant'Antonio Abate. È inoltre conservato un
gruppo in cartapesta rappresentante l'Annunciazione del Signore a Maria,
portato in processione il Lunedì di Pasqua. |
RUVO DI
PUGLIA Per via di alcune croci
patenti rinvenute all'interno e all'esterno del santuario e di un particolare
affresco, il luogo è considerato dallo studioso di storia templare Fulvio
Bramato e dallo storico locale Vincenzo Pellegrini una domus templare.
Tuttavia gli studi presentati nel settembre 2010 durante il
Convegno di Ricerche Templari ad Anghiari da
Vito Ricci ed Elisabetta Serafino hanno portato a ritenere infondato il
legame tra la chiesa di Calentano e i Templari presenti a Ruvo dal 1204 al 1308. |
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Santuario
della Madonna delle Grazie |
RUVO DI
PUGLIA La facciata a capanna è divisa in due ordini
e delimitata dalle paraste: l'ordine superiore presenta una finestra a timpano spezzato mentre nell'ordine
inferiore è inserito il portale d'ingresso con trabeazione su
mensole a volute,
sovrastato da un rilievo lapideo raffigurante la tela della Madonna ivi
venerata. L'interno presenta un'unica navata con volta
a botte dotata di vari archi in cui sono venerate alcune tele quali
la flagellazione di Gesù del XVI secolo e
l'assunzione di Maria del XVIII
secolo. Emerge la luminosità dell'altare centrale sul cui sfondo
del presbiterio è posto il quadro della Vergine delle
Grazie, nell'atto di porgere il seno al figlio, all'interno di una cappella
barocca realizzata con la tecnica del trompe-l'oeil. |
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Chiesa
dell'Annunziata Fu costruita sul finire del XIV secolo quando
gli abitanti del casale di Calentano si ritirarono a Ruvo. Sulla controfacciata della
chiesa è presente una seconda iscrizione che ricorda il restauro del 1758, durante il
quale fu costruito il nuovo e odierno ingresso, decorato con motivi floreali.
Nel sottano della struttura dal canonico don Giacomo Ursi, furono ritrovati
nel 1793 un alluce in bronzo e la
lapide di Gordiano III ora collocata sulla torre
dell'Orologio in piazza Menotti Garibaldi: la chiesa infatti sarebbe
sorta sul luogo che un tempo ospitava il foro
romano dell'antica Rubi. Il tempio passò prima sotto il patronato
della nobile famiglia dei Mondelli e nel '900 sotto
la giurisdizione della chiesa del Redentore.
Negli anni
cinquanta fu ricostruito il campanile
a vela mentre negli anni
settanta si dette inizio ai lavori di restauro. Dopo un periodo di
abbandono negli anni ottanta fu sede dell'archivio diocesano sotto
l'episcopato di don Tonino Bello per poi diventare sede di
mostre e incontri negli ultimi decenni. |
Largo Annunziata, RUVO DI PUGLIA La chiesa presenta una facciata a capanna con un portale barocco
sovrastato da una finestra circolare inserita tra due nicchie vuote. L'interno, costituito da un'unica navata, è
scarno di decorazioni tuttavia sull'altare del XVIII
secolo, realizzato in pietra locale, troneggia la tela del XVII
secolo dell'Annunciazione, opera di un anonimo pittore pugliese.
Fino a qualche decennio fa, nel transetto erano collocate due statue in
pietra di Santa Lucia e San
Leonardo. Oggi, nei pressi dell'ingresso è visibile una recente statua
in cartapesta di Sant'Antonio di Padova. |
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Grotta di
San Cleto Ben presto però questo luogo divenne rifugio
per perseguitati e per i primi cristiani ruvestini, come dimostrato
dall'esistenza di numerosissimi cunicoli utili per la fuga. La tradizione
infatti vuole che san Pietro, avendo la necessità di costituire un
nucleo cristiano stabile a Ruvo, creò vescovo san Cleto,
futuro terzo papa.
Il primo vescovo di Ruvo dunque avrebbe riunito i suoi fedeli all'interno di
questa grotta per svolgere le varie celebrazioni sacre. Tuttavia
non è certo che san Cleto sia stato il primo vescovo di Ruvo, poiché è
storicamente accertato che la diocesi di
Ruvo sia stata fondata nell'XI secolo ed il primo vescovo sia stato Gioacchino
de Zonicis, eletto nel 1090. La diffusione della leggenda di un san Cleto fondatore
della diocesi ruvestina deriverebbe dalla volontà del papato in età normanna di
ricondurre all'ortodossia le chiese greche del sud, stabilendo un
diretto e antico legame con la chiesa romana. In seguito nel XVI secolo fu
costruita la chiesa della Madonna del Suffragio al di sopra della cisterna e
nello stesso periodo sorse la confraternita di san Cleto con sede nel
suddetto tempio. Nel Seicento fu poi costruita anche la chiesa di san Michele Arcangelo (ma dedicata al
culto delle anime del Purgatorio) accanto a quella dedicata alla Madonna del
Suffragio. Le due chiese furono poi unite in due sole navate, dando
vita alla chiesa del Purgatorio. |
Situata nell'ipogeo della chiesa del Purgatorio, RUVO DI PUGLIA La cisterna è stata scavata nella pietra e
nel tufo e
si giunge ad essa scendendo ventinove gradini, ai quali si accede da una
porta presente sulla facciata posteriore della chiesa del Purgatorio. La
cripta è lunga 20.50 m, larga 4.40 m ed alta 3.30 m e presenta una pianta
rettangolare e longitudinale, scandita da cinque pilastri in
pietra e tufo dei quali l'ultimo è stato demolito in epoca remota anche se
sono ancora evidenti i solchi lasciati nel soffitto. L'area di culto si
identifica con l'ultimo ambiente della cisterna nel quale sono presenti
due fonti battesimali e una statua di san
Cleto, seduto e vestito da pontefice, scolpita direttamente nella pietra del secondo
pilastro. Su una parete della grotta è possibile leggere il graffito a carattere gotico: “Non
temete cittadini di Ruvo/sono Cleto primo vescovo/e terzo dopo san Pietro/che
prega per voi.” In seguito al terremoto di San Giuliano di Puglia del
2002, la navata dedicata a san Cleto della chiesa del Purgatorio riportò
danni rilevanti, conseguendo lo stato di inagibilità. I lavori di restauro
della chiesa furono iniziati nel 2003 e durante
le operazioni di ripristino furono scoperti alcuni ambienti sotterranei
comunicanti con la grotta di san Cleto. Conclusi nel 2006 i lavori
di restauro della chiesa, le opere continuarono nel sottosuolo riportando
alla luce tre camere funerarie appartenenti alla confraternita del Purgatorio
e chiuse in seguito all'editto di Saint Cloud del 1804. Nelle
operazioni di scavo furono scoperte altre stanze di epoca
romana che componevano l'impianto termale che si serviva della
suddetta cisterna, poi divenuta luogo di culto. L'ipogeo e la grotta di san
Cleto sono stati riaperti al pubblico il 26 aprile 2011, a conclusione
dei lavori di restauro. |
S
Dedicata a Sant’Erasmo, fu costruita nel
1729 su una antica cappella preesistente dedicata a Santa Maria della Lama. È
a tre navate con grandi pilastri in finto marmo (1860). L’interno conserva
diverse opere di rilevante valore artistico: una “croce processionale” in
argento (XV secolo), un bassorilievo della Madonna Odegitria, attribuita a
Francesco Laurana (1471-1474), alcuni bassorilievi utilizzati come pilastrini
presso l’altare maggiore provenienti da un monumento funebre del XV secolo,
una tela di autore napoletano (1849) raffigurante “L’ultima cena” nella
cappella laterale destra del Santissimo. L’altare maggiore ospita una tela
ottocentesca raffigurante Sant’Erasmo e sulle pareti laterali tre tele
raffiguranti rispettivamente Sant’Efrem, Il Diluvio universale e Mosè, del
pittore Hero Paradiso (1912-1994). Nella nicchia della facciata è collocata
una statua in pietra di Sant’Erasmo (1865) attribuita a Vito Calabrese.
L’alto campanile è stato terminato nel 1923 su progetto dell’ingegner Carano.
Nel ricco archivio parrocchiale sono conservate pergamene e registri di
interesse storico che vanno dal 1200 ad oggi. |
Piazza Garibaldi, SANTERAMO IN COLLE La chiesa ha tre navate con grandi
pilastri trattati a stucco lucido imitazione marmo (1860). Nelle navate
laterali vi sono altari ricchi di marmi policromi. Il campanile è
di epoca più recente (1923). La chiesa, di stile prevalentemente barocco,
conserva al suo interno il bassorilievo del Laurana della Madonna col bambino. |
Chiesa del
Sacro Cuore Fu costruita nel 1891 da Vito
Calabrese con il titolo dell'Addolorata e
donata il 1º settembre 1893, insieme al suolo e ai locali annessi, ai missionari
del Preziosissimo
Sangue. Il 24 giugno 1940 l'Arcivescovo Marcello
Mimmi vi eresse la parrocchia sotto il titolo del Sacro Cuore. I primi lavori di restauro
furono eseguiti nel 1949. Altri lavori di rinnovamento furono eseguiti dai parroci
successivi. |
Via Bengasi, SANTERAMO IN COLLE |
Chiesa
parrocchiale del Santissimo Crocifisso con annesso Monastero
Francescano |
Via Matera, 1 SANTERAMO IN COLLE Telefono: +39 0803036061 La facciata della chiesa è in stile
neoclassico con l'emblema francescano, sul portale centrale. La chiesa è
composta da una navata principale con volte a botte e cinque cappelle
monastiche sul lato destro. Sul lato sinistro sono presenti quattro altari in
pietra. Sopra l'altare maggiore, costruito nel 1748, c'è il Crocifisso,
opera in legno intagliato, di frate Angelo da Pietrafitta (CS) del 1698. |
Situata nel borgo antico del paese, fino al
1741 era intitolata al protettore sant’Erasmo e pertanto costituiva la chiesa
madre, mentre ora è dedicata alla Madonna del Carmelo. Nel corso dei secoli è
stata oggetto di vari rifacimenti (1614 – 1954) che hanno interessato i
portali di ingresso, l’orientamento dell’edificio, l’altare maggiore e il
campanile. Un rifacimento è attestato da una data (1587) incisa sul portale.
All’interno, degni di nota sono, oltre a una volta della cappella originaria
affrescata con immagini dei quattro Evangelisti, una statua in pietra
policroma raffigurante la Madonna di Costantinopoli. |
SANTERAMO
IN COLLE |
Chiesa di
sant'Eligio Vescovo |
SANTERAMO
IN COLLE |
Chiesa di
san Giuseppe |
Via Roma, 77 SANTERAMO IN COLLE |
SANTERAMO
IN COLLE Chiesa di
Maria Santissima Annunziata Chiesa
di santa
Lucia Vergine e Martire Chiesa
di san Domenico di Guzmàn Chiesa
di Maria Santissima della Pietà (Addolorata) Chiesa
di Maria Santissima del Rosario di Pompei (Monfortani) Chiesa
di Maria Santissima di Fatima in località Jazzitiello |
|
Chiesa
della Maddalena Costruita tra il 1615 ed il 1632 sul sito di
un'antica cappella medioevale ha una pianta a tre navate, divise in tre
campate di cui le laterali con volte a vela e la centrale con volta a botte.
Al primo pilastro viene a risalto l'acquasantiera scolpita in pietra; sempre
davanti a quest'ultimo è collocato un antico battistero arrecante la data
"1620 SM". Partendo dalla navata sinistra si ergono due altari, uno
contenente la statua lignea di San Michele Arcangelo risalente al XVII
secolo, mentre il secondo contenente la statua dell'Addolorata ed ai lati sono
collocate due statue in pietra dipinta rappresentanti la Madonna e San
Giuseppe. L'altare maggiore è in pietra con ricco paliotto; dietro di esso si
eleva un vasto postergale di legno dipinto, mentre nello spazio centrale è
raffigurata su tela la Madonna con Bambino tra le bracci. A sinistra del
presbiterio è rappresentata una natività del Gesù; a destra vi è un grande
affresco raffigurante la natività di Maria con Sant'Anna nel letto e le
levatrici che accudiscono la Santa Bambina: queste ed altre opere tutte risalenti
al 1600 sono di autore ignoto. |
Via della Maddalena, SAMMICHELE DI BARI |
Chiesa
Matrice di Santa Maria del Carmine Di stile neoclassico, viene costruita tra il
1844 ed il 1871. La facciata con paramento di conci in pietra levigati a
corsi regolari è divisa orizzontalmente in due ordini da una trabeazione. Il
portale è sormontato da un timpano curvilineo contenente nella lunetta un
affresco della Madonna del Carmine. Su entrambi i lati posteriori incorporati
per metà nel corpo di fabbrica della chiesa, si ergono due campanili: quello
di sinistra fu completato nel 1888 e si eleva isolato dall'altezza della
chiesa di un piano; quello di destra invece risulta incompleto e avrebbe
contenuto l'orologio pubblico. L'interno della chiesa è a croce romana con
copertura in volta a botte e abbellite da decorazioni in stucco dorato. Le 3
navate sono suddivise da 2 ordini di colonne con capitelli ionici. |
Piazza Vittorio Veneto, 2 SAMMICHELE DI BARI Telefono: +39 0808917207 |
Chiesa del
Purgatorio La chiesa risalente al XIX secolo,
conosciuta sotto il nome di "Chiesa di S.Francesco", nome riferito
a S.Francesco da Paola, è a cupola con un solo altare, ai cui lati sono posti
la sagrestia e l'obitorio. Alle spalle della chiesa ci sono le bocche di 15
sepolcri con intorno i gentilizi, di cui due utilizzati per l'epidemia di
colera del 1865-66.Il cimitero è stato usato fino al 1910, quando venne
costruito il nuovo cimitero, per inumazione. |
T
Chiesa di
S. Maria delle Grazie Periferica rispetto al centro della città,
conserva con i suoi quattro altari i tratti discreti del fascino francescano,
offrendo un clima di grande serenità. L'interno presenta un colpo d'occhio
che svela un panorama artistico di grande attrazione. Da notare sull'altare
maggiore un elegante tabernacolo finemente lavorato in noce. |
Terlizzi |
Concattedrale
di S. Michele Arcangelo Costruita a cavallo del XVIII e XIX secolo
secondo canoni neoclassici sulle fondamenta dell'antico duomo romanico (XIII
sec). Conserva preziose tele e una buona raccolta di statue lignee. Il culto
dell'Arcangelo è stato inaugurato a Terlizzi dai Normanni (XI sec.), che
vollero anche l'edificazione della prima chiesa entro le mura della città, il
cui nome si è conservato nel corso dei secoli. |
Via Don Tonino Bello Terlizzi Telefono: (+39) 080 3516164 |
Chiesa del
Purgatorio |
Terlizzi |
Chiesa di
S. Maria la Nova Di notevole interesse artistico. La storia
di questa chiesa, costruita ai primi del '500, si intreccia da un lato con
quella dei Frati Minori Osservanti, dall'altro con
il locale patriziato che la elevo' a proprio panteon, erigendovi lussuose
cappelle gentilizie quasi a consacrare un dichiarato bisogno di eternità. Ha
pianta basilicale a tre navate. Restaurata nel 1619 conserva
iscrizioni lapidarie, stemmi e pregevole pulpito ligneo del 1714 e due
altari settecenteschi dedicati all'Immacolata e al SS. Rosario. |
Terlizzi |
Chiesa di
S. Maria di Cesano |
Terlizzi |
Chiesa Matrice
di San Nicola I documenti narrano che la chiesa fu
ampliata nel 1662: la costruzione di una nuova navata fu dettata
dall’esigenza di poter contenere tutta la popolazione del paese, che allora contava
420 abitanti. Ma negli anni successivi altri lavori furono necessari,
soprattutto a seguito di un grave incendio che interessò la chiesa nel 1808.
Il campanile, invece, è stato rifatto nel 1662 con l'ampliamento della chiesa
stessa. Di particolare rilievo artistico sono i due
quadri posti ai lati dell’abside che contiene, tra l’altro, un quadro
raffigurante appunto San Nicola da Bari, santo patrono di Toritto. Quello raffigurante l’ultima
cena risale alla fine del ‘500 e venne parzialmente distrutto nell’incendio
del 1808. L’opera è dell’autore fiammingo Kasparovich. L’altro, invece,
risale all’800 e rappresenta San Nicola in gloria. L'autore è
sconosciuto, ma si racconta che il parroco abbia voluto far realizzare una
copia perfetta del quadro presente nel Museo di Capodimonte a
Napoli. Dal 1986 la chiesa ospita anche
il centro parrocchiale-oratorio San Nicola. Mentre nel 2006 è stata
nuovamente restaurata. |
Piazza Giovanni Paolo II, TORITTO Telefono: +39 080602780 E-Mail: snicola.toritto@arcidiocesibaribitonto.it parrocchia@sannicolatoritto.it
ORARIO SS
MESSA: Inverno Feriale: ore 7:30 (nelle Rettorie a turno) –
18:30 (Chiesa Madre) Festivo Chiesa Madre: ore 8:00 – 9:30 – 11:00 –
18:30 Chiesa S. Vincenzo: ore 9:00 Quasano: ore 10:30 Estate Feriale: ore 9:00 (Quasano) – 19:00 (Chiesa
Madre) Festivo Chiesa Madre: ore 8:00 – 10:30 – 19:00 Chiesa S. Vincenzo: ore 9:00 Quasano: ore 9:00 – 19.30 |
Chiesa
della Madonna delle Grazie |
Piazza Aldo Moro, TORITTO |
Chiesa
della Madonna della Stella |
Largo Stella, TORITTO |
Chiesa di
San Giuseppe
|
Via G. A. Pugliese, TORITTO |
Chiesa
della Madonna del Carmine |
Via Alcide de Gasperi, TORITTO |
TORITTO Chiesa
della Resurrezione, presso il cimitero comunale. Chiesa di
San Vincenzo, all'interno della casa della carità San Vincenzo de Paoli. |
|
Chiesa
Santa Maria Veterana La costruzione del nuovo sacro edificio è
avvenuta grazie alla creazione di una sorta di consorzio · il Capitolo provvide alle cappelle di
Maria SS. Di Costantinopoli e del Carmine; · le confraternite facenti capo alla chiesa
ebbero finalmente le loro due cappelle; · don Pascarello D'Alojso costruì la cappella
di Santa Maria de la Gratia. |
Via Caracciolo, 70 TRIGGIANO Telefono: +39 0804686543 +39 0804624679 E-Mail: veterana.triggiano@arcidiocesibaribitonto.it Fu costruita, inoltre, una cappella
sotterranea, scavata sotto l'abside della chiesa medievale. Quasi certamente
questa cappella con volte a crociera fu consacrata a Santa Maria Veterana,
per mantenere il culto della chiesa antica. Dopo il 1600, la chiesa di Santa
Maria Veterana fu inglobata all'interno della nuova cinta muraria, unitamente
a quello che fu definito pomarium, ma che invece era la zona sepolcrale della
chiesa medievale. Danneggiata gravemente da un nubifragio del
1681, fu restaurata sotto la direzione di fra Filino da Molfetta. Nel 1746 fu
affidato a Nicolò De Filippis il compito di arricchire iconograficamente la
chiesa. Nicolò De Filippis fu allievo del maestro napoletano Paolo De Matteis.
Il ciclo triggianese è da considerarsi sicuramente l'opera più completa del
De Filippis, il quale mostra nell'interpretazione dei soggetti e nelle scelte
coloristiche tutta la sua reminiscenza napoletana. Il ciclo iconograficamente
spazia da temi biblici ad altri più peculiarmente agiografici. Particolare
attenzione viene posta a soggetti riguardanti la vita della Vergine: ad
esempio sulla volta della navata centrale possiamo notare la
"Presentazione al tempio", la "Natività della Vergine",
l' "Incoronazione" e lo "Sposalizio della Vergine con San
Giuseppe". Un primo ampliamento della struttura fu
realizzato nel 1832, con la costruzione di una grande cappella. Altre opere
furono effettuate tra il 1907 e il 1913 durante il periodo di arcipretura di
mons. Di Zonno. Tale opera di restauro comportò il totale disfacimento
dell'originaria facciata cinquecentesca, della quale fu recuperato unicamente
il rosone, poi giustapposto. Gli interni furono decorati in stile Liberty. Nel 1982, si intrapresero i lavori di sondaggio
e scavo del piano di calpestio della chiesa: sorprendente è stato il
ritrovamento dell'antica chiesa medievale. ORARIO SS
MESSA: Feriale: ore 7:30 – 18:30 (Il Sabato ore
8.00 - 18.30) Festivo: ore 8:00 – 10:00 – 11:30 – 18:30 Luglio-Agosto Feriale: ore 7:30 – 19:30 (Il Sabato ore
8:00 – 19:30) Festivo: ore 8:00 – 10:30 – 19:30 |
Chiesa di
Santa Maria della Croce La Chiesa di Santa Maria della Croce sorge
su un'antica edicola posta sul crocivio fuori dalle antiche mura di
Triggiano, nei pressi dell'odierna piazza. L'immagine conservata nell'edicola
raffigura una Madonna con Bambino, la cui iconografia rimanda alla tradizione
bizantina. La Madonna della Croce è stata elevata a patronale avvocata del
Comune per via di una leggenda che narra la storia di un forestiero leccese
malato, diretto verso Napoli per un consulto medico. Ma giunto all'altezza di
Triggiano perse l'orientamento a causa di una burrascosa tempesta, fu salvato
dalla luce proveniente dall'edicola della Vergine del Crocivio. Il viandante
così passò la notte all'ombra dell'edicola , pregando. La mattina dopo, al
risveglio si ritrovò guarito dal suo male. Non appena la notizia fu giunta al
paese si gridò al miracolo, e per particolare devozione, oltre a dichiarare
la Madonna della Croce Patrona e Protettrice del Comune di Triggiano, fu
costruita una chiesa laddove c'era l'edicola.
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Via Carroccio, 70 TRIGGIANO La costruzione è in stile barocco, ad
impianto longitudinale con un' unica navata, presenta cinque altari di cui
quello maggiore è completamente in marmo. Nel 1909, D. Vito Giannelli fece
restaurare la chiesa. Nel 1923, poi, fu innalzato il campanile a quattro
archi, coperto da una cupoletta e contenente due grosse campane. |
Chiesa
della Madonna degli Angeli e Convento dei Cappuccini
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Via San Francesco, 12 TRIGGIANO |
Chiesa
Santa Maria Assunta |
Piazza Chiesa, 1 TURI |
La chiesa di San Rocco a Turi per la sua
particolarità strutturale è stata a ragione dichiarata monumento nazionale.
Essa rientra nelle chiese a due cupole pugliesi, perlopiù medievali. Il corpo
di fabbrica è costituito da due ambienti coperti all'interno con volte a
calotte emisferiche, di cui sono visibili all'esterno le eleganti coperture a
piramidi, con croci terminali, raccordate al resto della fabbrica dai tiburi
con cornici a denti di sega. Le stesse cornici ornano parte della struttura.
Una particolarità del tetto è la copertura con le chiancarelle, tipica di
tutta la Puglia di pietra, dove primeggiano i trulli. La semplice e lineare
architettura è ingentilita da un bel portale rinascimentale terminante con un
fine timpano. Ma è sul lato lungo che si conserva parte della vecchia
entrata, dove su un architrave si legge la data 1507. Del portale rimane un
protiro pensile con timpano con arco a sesto acuto. Qui forse c'era un
dipinto o un bassorilievo. Sulla facciata svetta un tipico campanile a vela
cuspidato a un fornice, aggiunto tra il XII e il XIII secolo mentre nel XVI
secolo il portale fu spostato da ovest ad est. il dato interessante è che una
struttura sacra medievale con due cupole in asse è concentrata nel
comprensorio intorno a Turi. la dedicazione a san Rocco è successiva alla
costruzione della chiesa, forse risale al XV secolo, considerando che il
Santo insieme ad Oronzo, protettore della città era un taumaturgo a cui molti
devoti rivolgevano leproprie suppliche. Il 25 aprile, la Chiesetta è al
centro di una particolare processione detta del "passa
passa". |
TURI |
Convento e
Chiesa di Santa Chiara |
Via Sedile, 48 TURI |
Chiesa e convento
di San Giovanni Battista La chiesa e il convento di san Giovanni
Battista nascono intorno al 1580 fuori dalle mura di Turi per volere dei
nuovi feudatari Moles. Questi essendo devoti dell'Ordine francescano
speravano di far giungere i frati nel convento. Infatti il convento fu
edificato accanto ad una cappella già esistente dove gli abitanti del paese
veneravano una |
Via Giuseppe Massari, 1 TURI Telefono: +39 0808916452 |
Chiesa
della Madonna delle Grazie Edificata a partire dal 1522 dai frati
Gerolamini, presenta una semplice facciata arricchita da un magnifico
portale, proveniente dall’antica chiesa della congregazione, che fu
distrutta dalle demolizioni effettuate per la spianata veneta di Borgo Pile.
Il portale in pietra, decorato secondo il gusto lombardo della seconda metà
del XV secolo, conserva i battenti in legno realizzati dal cremonese Filippo
Morari, datati 1490. |
TURI |
Chiesa di
San Domenico La chiesa di San Domenico è stata costruita
nel 1644. |
Via XX Settembre, 11/A TURI |
Chiesa di
Sant'Oronzo detta Cappellone La chiesa di Sant'Oronzo a Turi è stata
costruita nel 1727 su una preesistente chiesa-grotta dedicata allo stesso
santo. La tradizione vuole che Oronzo, nel 1658 quando la peste seminò lutti
in “Terra di Bari”, sia apparso a una verginella indicandole la grotta dove i
turesi avrebbero potuto venerarlo. Così fu e presto la grotta divenne un
luogo sacro frequentato. Meno di un secolo dopo fu necessario costruire una
nuova chiesa in grado di accogliere il gran numero di fedeli. Fu allora che
la chiesa-grotta divenne la cripta del nuovo luogo sacro e l'accesso a essa
fu garantito da una monumentale scala d'ingresso con cui si scende fino a 12
metri. La chiesa settecentesca, conosciuta anche come Cappellone di
Sant'Oronzo, ha una forma quadrangolare con croce greca inscritta. Le navate
sono coperte da volte a vela e a botte, mentre una calotta sferica copre il
centro dell'edificio. Morbide linnee alleggeriscono la classica tripartizione
della facciata: dal timpano arcuato si passa a linee concave sui corpi laterali
che, per questo, assumono, con un po' di fantasia, la forma di simboliche
ali. I recenti restauri hanno ripulito gli altari restituendo loro le linee e
i decori barocchi. L'altare Maggiore, in pietra policromata, doveva un tempo
fare mostra di un gruppo scultoreo litico, Sant'Oronzo fra due
Angeli(1760), di artista locale che oggi invece si può ammirare sull'altare
settecentesco in pietra della chiesa-grotta. Proprio dinanzi all'altare della
cripta vi è un pavimento maiolicato, anch'esso settecentesco, con
raffigurazioni di piante, fiori, animali, paesaggi e immagini umane, come il
pellegrino. Sempre nella grotta fu trovato un coevo Crocifisso ligneo. Esso
era malridotto per l'umidità e collocato nella cappella del Crocifisso in una
nicchia. Oggi, restaurato, si può ammirare e venerare all'ingresso della
grotta. |
SP 122, TURI |
Edicola
votiva del Crocifisso Originariamente ruotata di novanta gradi
rispetto alla posizione attuale, è strutturata a tempietto, a sesto acuto con
pilastri laterali, sormontato da lanternini ciechi alla sommità, è di gusto
neogotico ottocentesco. Chiusa da una vetrata, a cui è anteposto preceduto da
un cancelletto tipico in ferro battuto. All'interno vi è posta una croce in
pietra. Venne restaurata negli anni =Ottanta del secolo scorso dal
restauratore rutiglianese Lorenzo Gassi su progetto dell'architetto turese
Giuseppe Giannini. A loro si devono, oltre quelli già descritti, gli
interventi di protezione con muretto a secco, delle tegole marsigliesi
soprastanti. |
TURI |
Grotta di
Sant’Oronzo in turinese “De Sande Ronze” |
V
Chiesa di
Ognissanti di Cuti
Tra i possedimenti della Basilica di S.
Nicola, il monastero benedettino di Ognissanti di Cuti nella campagna di
Valenzano (Bari), è stato certamente tra i più interessanti. |
Via Garibaldi, VALENZANO E’ una chiesa meravigliosa, nonostante le
piccole dimensioni (mt 18,45 x 12,65). Essa appartiene alla categoria degli
edifici a cupole in asse, i cui migliori esemplari in Puglia sono S.
Benedetto di Conversano, S. Corrado di Molfetta e S. Francesco a Trani.
Sintesi di romanico pugliese e di reminiscenze bizantine la chiesa di
Ognissanti è un piccolo capolavoro nel suo genere. Già guardando la facciata
principale ci si rende conto di stare dinanzi ad un monumento dell’XI secolo.
Sia la fascia che corre lungo il portone centrale che l’ornamentazione dei
rosoni è caratterizzata da un filare di palle a grani di rosario, che
richiama ad esempio il portale di S. Marco dei Veneziani a Bari. Sempre sulla
facciata si possono ammirare i resti del porticato a tre fornici (integro è
però solo quello a destra, coperto a botte). |
Chiesa
Parrocchia di San Rocco e dell'Addolorata La chiesa di San Rocco patrono della città,
chiesa matrice di Valenzano, si trova ai confini del centro storico del
borgo. Edificata verso la fine del Cinquecento accanto
ad una cappella minore, dalla quale prese il nome, si presenta con una
struttura tipicamente romanica, con un tetto a due spioventi e un
ampio rosone sulla facciata frontale. La pianta dell'edificio misura 35,20 x 12,20
metri, con quattro cappelle che si aprono a destra ed altrettante a sinistra.
Oggi la configurazione interna dell'edificio è diversa da quella originaria a
causa di numerosi restauri effettuati tra l'Ottocento e
il Novecento,
con la costruzione del presbiterio,
dell'altare maggiore
e della torre campanaria, che non segue lo stile
architettonico della chiesa. Accanto alla facciata, è posta la torre civica.
E sede delle due confraternite di Valenzano. quella di San Rocco e quella
dell'Addolorata. Inoltre conserva la reliquia di San Rocco e la reliquia
della Croce di Gesù e il Crocifisso delle Missioni. Amministra anche la lunghissima processione
dei misteri con 49 statue. |
VALENZANO |
Convento
Parrocchia di Santa Maria di San Luca La chiesa di Santa Maria di San Luca,
appartenente ai frati minori della Provincia Francescana di Puglia e Molise,
è oggi la seconda chiesa cittadina per numero di frequentatori, dopo la
chiesa matrice di San Rocco. Costruita, secondo la leggenda, sui resti di
un'antica cappella peuceta per volere del fondatore Valentiniano, le vicende
storiche della chiesa s'intrecciano con quelle di un'icona dipinta
da san Luca, ad oggi presente all'interno della
chiesa. La struttura, esempio di romanico pugliese, comprende una delle torri
campanarie più alte della provincia (~70m). Nella piazza antistante a tale chiesa si
trova il Monumento all'emigrante che ricorda l'emigrazione dei valenzanesi
nelle Americhe fra
Ottocento e Novecento. Si conserva il simulacro di Gesù Morto donato da una famiglia valenzanese che esce nella processione dei misteri nel Venerdì Santo. |
Largo S. Francesco, 54 VALENZANO E-Mail: mariasanluca.valenzano@arcidiocesibaribitonto |