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Paesaggi rurali

A

Il Frantoio Ipogeo della Madonna dei Panetti si trova a nord-est dell’abitato di Acquarica del Capo, accanto all’omonima cappella dell’XI-XII secolo. Il sito fu utilizzato per un lungo arco di tempo e abbandonato agli inizi del Novecento.

Vi si accede da una rampa di scale lungo la quale si possono osservare i depositi per le olive, detti “sciave”.Da qui si entra in un grande ambiente di forma circolare, dove si trova la vasca per la molitura, in corrispondenza della quale è posto, in alto, un foro per l’aerazione. Intorno alla vasca sono ancora visibili le tracce lasciate dal mulo che azionava col suo movimento la grande pietra molare per frangere le olive. Segue l’ambiente destinato alla spremitura, dove erano un tempo collocati i tre torchi del tipo “alla calabrese”, costituiti da una grossa trave orizzontale attraversata da due viti filettate verticali, incassate in basso su blocchi  di calcare duro e in alto contro il banco roccioso.   

Il trappeto, attivo per oltre quattro secoli, è andato gradualmente in disuso verso il primo quarto del XX secolo, fino al suo completo e definitivo abbandono, a causa delle cattive condizioni igieniche alle quali erano sottoposti i lavoranti.

 

ACQUARICA DEL CAPO, PROVINCIA DI LECCE

Strada Provinciale 332 - C.da Calvaris


Telefono: +39 0833721106

 

Ticket da definire in sede di prenotazione.

 

Nella zona settentrionale di Alberobello, alle spalle della Chiesa dei Santi Medici Cosma e Damiano, il Trullo Sovrano è l’unico esempio di trullo a due piani.
 
Fu edificato nella prima metà del ‘700 per volere della famiglia del sacerdote Cataldo Perta, che lo utilizzò come propria dimora, mentre i trulli circostanti erano abitati dai suoi dipendenti. Il grande trullo fu definito “Sovrano” dallo storico Notarnicola, per evidenziarne la maestositàrispetto agli altri trulli.
 
Il trullo, che all’interno sfoggia arredi e oggetti autentici, nel 1923 è stato dichiarato Monumento Nazionalementre dal 1996 è nella lista dei siti Unesco.

Costruito nel XVIII secolo, il Trullo Sovrano è stato utilizzato come spezieria, cenobio e oratorio campestre. Nel 1785, infatti, ospitò le reliquie dei Santi Cosma e Damiano, portate dallo stesso Don Cataldo da Roma e, dal 1823 al 1837, vi tenne il proprio oratorio la Confraternita del Santissimo Sacramento.

 

ALBEROBELLO, PROVINCIA DI BARI

Piazza Sacramento 10

 

Telefono: +39 0804326030

E-Mail: info@trullosovrano.eu

 

Orario di apertura
10:00 – 13:15 / 15:30 – 18:00 (Novembre – Marzo)
10:00 – 13:15 / 15:30 – 19:00 (Aprile – Ottobre)

 

Ingresso
Biglietto: € 1,50

Trullo Sovrano è anche centro informazioni turistiche, libreria e garden tastings.

 

 

Risalente al XVIII secolo, la Masseria Macurano sorge sull'altopiano di Alessano, poco distante dal paesino di Montesardo.
 
Il nome deriva dal vicino insediamento rupestre di Macurano, un piccolo villaggio ipogeo risalente molto probabilmente all'VIII secolo e caratterizzato da grotte destinate al culto e da un interessante sistema rurale puntellato da frantoi ipogei, strade e sistemi di canalizzazione.
 
Il complesso della masseria si caratterizza per l'unione di più corpi di fabbrica intorno a una poderosa costruzione turriforme a due piani, in passato utilizzata a scopi difensivi. Tutt’intorno si dipanano gli ambienti un tempo adibiti a ricovero per gli animali e deposito per cereali e tabacco, tra cui la stalla, il forno a legna, gli ovili e un delizioso giardino mediterraneo custodito da un antichissimo muro messapico.

Alti muri di fortificazione realizzati con pietre, terra rossa e conci di tufo calcareo cingono l'intero complesso e il suo vasto podere di campagna.
 
Attualmente la masseria è stata adibita a struttura ricettiva.

 

ALESSANO, PROVINCIA DI LECCE

Via Macurano, 134

 

Telefono:  +39 0833524287 

+39 3333591461

E-Mail: info@masseriamacurano.com

 

 

Lungo il fianco settentrionale della Serra di Alessano, sulla strada che conduce al bel mare di Novaglie, s’incontra il villaggio rupestre di Macurano, insediamento unico in tutto il Salento, tra i più consistenti e popolosi, che sorge sul costone roccioso incoltivabile della serra.
 
La collocazione strategica del villaggio medievale, situato al crocevia che collega Alessano con i paesi vicini e con il mare, spiega l’importanza dell’insediamento, che fu popolato prima dai monaci bizantini in fuga durante la lotta iconoclasta.
 
I nove ambienti che compongono l’insediamento rispecchiano la tipologia abitativa più semplice degli insediamenti rupestri medievali, dove un ambiente più grande si distingue da un atrio centrale attorniato da altre cavità più piccole.
 
Secondo le fonti archivistiche, l’insediamento è stato abbandonato nel Trecento, per essere ripopolato nel pieno Cinquecento con l’aggiunta della Masseria Santa Lucia, della torre e della chiesetta di Santo Stefano. 

ALESSANO, PROVINCIA DI LECCE

Contrada Macurano

 

Telefono:  +39 08331821155 

+39 3779904071

A circa 6 chilometri dalla città, è uno squarcio nell’orizzonte, il celebre Pulo di Altamura, senza dubbio il fenomeno carsico più imponente dell’Alta Murgia enorme dolina che sprofonda da una superficie di 477 metri di altitudine e raggiunge i 92 metri di profondità.
 
Solcato da due lame e da pareti verticali ricche di grotte abitate dall’uomo almeno da 5.000 anni, il Pulo si presenta come un anfiteatro naturale, silenzioso e arcaico. Sul versante nord è attraversato da un importante sistema rupicolo caratterizzato da una flora e una fauna di notevole interesse.
 
La dolina risulta frequentata dall’uomo fino a tutto il medioevo e l’età moderna, luogo magico dove praticare culti, risorsa naturale da sfruttare per le economie di prelievo e di produzione, come testimoniano i ritrovamenti di resti umani e di ciottoli incisi e il prezioso fossile della conchiglia di Cyprea.  
 
Lungo le pareti del versante nord, a netta pendenza verticale, si aprono anfratti e grotte, tra cui le cavità principali, la Grotta I e la Grotta II, frequentate dagli ominidi che, con il procedere dell’evoluzione naturale, avrebbero dato vita a quella specie che è stata definita poi come Uomo di Altamura, precedente all’Uomo di Neanderthal.  

 

ALTAMURA, PROVINCIA DI BARI

Strada Provinciale, 157 Contrada Pulo

 

Telefono:  +39 0803143930

Antica azienda agricola risalente al XVI secolo, la Masseria Jesce di Altamura si erige in prossimità dell’antica via Appia.
 
Costituita da un unico corpo di fabbrica con tracce di fortificazione nelle garitte pensili, presenta oggi ambienti articolati su due piani principali. Le superfici del piano terra, destinate a stalle e a deposito degli attrezzi agricoli, sono dislocate su diversi livelli di quota in funzione dei notevoli dislivelli del terreno, mentre gli ambienti del piano nobile, destinati a uso abitativo, presentano ampi locali tra cui un salone con volta lunettata.

In prossimità della masseria si può ammirare un insediamento rupestre con grotte disposte ad anfiteatro, tra cui una cripta affrescata. Dedicata a San Michele Arcangelo, presenta affreschi riferibili alla metà del XIV secolo, tra cui una deesis attribuibile a Giovanni da Taranto, e una serie di riquadri parietali raffiguranti episodi del ciclo mariano, realizzati da Didaco de Simone nel XVII secolo.

 

 

ALTAMURA, PROVINCIA DI BARI

Via Appia Antica

 

Telefono: +39 0803141019

Masseria Bosco, in agro di Avetrana, è un'antica azienda agricola del Seicento, caratterizzata dall’unione di più corpi di fabbrica intorno a un nucleo centrale, la casa padronale.
 
Tutt'intorno si snocciolano gli ambienti un tempo destinati ad alloggio dei coloni ed alle stalle, tra cui lo jazzo, il cuore più antico dell'intero complesso.

Nel corso dei secoli, i successivi ampliamenti hanno portato alla nascita di nuovi ambienti come la stalla con grande camino, la cappella, i magazzini deposito per i prodotti caseari, risalenti al XVII secolo, e il piano nobile destinato ad abitazione del massaro, del XVIII secolo.
 
Riconducono all'originaria vocazione agricolo-pastorale della masseria, il trullo salentino a gradoni ubicato nell'area un tempo destinata alla conta delle pecore, l’antica mulattiera e la zona dell’aia destinata alla lavorazione del grano mediante la pisara, la grossa pietra trainata da un mulo.
 
La masseria è oggi una struttura ricettiva.

 

AVETRANA, PROVINCIA DI TARANTO

Via Piace, Km 1

 

Telefono: +39 0999704099

 

 

B

 

L’Ecomuseo urbano di Botrugno è una struttura dinamica, dove il territorio si scopre attraverso i sensi e l’esperienzadiretta. Per la gente del luogo, custodire le bellezze naturali e artistiche significa prima di tutto conoscere e far conoscere la propria terra.
 
Tra i beni culturali più importanti, la Chiesa di San Solomo è un affascinante esempio di edilizia rurale, situato sulla Strada Provinciale 63 Botrugno-Sanarica, ai margini del piccolo centro salentino.
 
Da questo luogo simbolico prendono vita le iniziative a cura del Leb (Laboratorio ecomuseale diBotrugno) che coinvolgono la comunità: dalla schedatura di piante officinali ed erbe aromatiche alle escursioni naturalistiche, cui si aggiungono i laboratori per la valorizzazione della tradizione culinaria salentina, con la preparazione di piatti tipici locali secondo antiche ricette.

 

BOTRUGNO, PROVINCIA DI LECCE

Piazza Indipendenza, 4

 

Telefono: +39 3489884701 

+39 3803523027

+ 39 0836992213

E-Mailecomuseo.botrugno@gmail.com 

 

 

Periodo invernale su prenotazione.
Periodo estivo su prenotazione.

C

Da Cursi provengono gran parte delle pietre che hanno dato forma alle architetture barocche più belle del Salento. Il piccolo centro poco distante da Maglie rappresenta uno dei maggiori siti di estrazione della pietra leccese.
 
Un ruolo importante, che l’ecomuseo della pietra di Cursi rinsalda mantenendone viva la memoria e valorizzando la cultura della pietra: tecniche estrattive e di lavorazione, metodologie d’impiego, anche attraverso attività di laboratori didattici.
 
La sede dell’ecomuseo ospita una galleria di manufatti in pietra progettati da architetti di fama o aziende locali che si dipana anche nel sottostante frantoio ipogeo. Oltre alle visite guidate presso le cave e il centro storico del paese, la struttura propone un video descrittivo del territorio sulle origini, gli aspetti geologici e geomorfologici del paesaggio. 

CURSI, PROVINCIA DI LECCE

Piazza Pio XII

 

Telefono: +39 3384890171

 

 

 G

 

 

 

 

 

HABITAT RUPESTRE

È un abbraccio di pietra che cinge tutto il centro storico di Ginosa, l’affascinante gravina che segue il percorso di un antico corso d’acqua, nel cuore di un paesaggio naturale aspro e selvatico, dove la mano della natura si fonde con quella dell’uomo, fin dalla preistoria.
 
A sud dell’abitato, sul versante occidentale della gravina, il villaggio della Rivolta, abitato sino al tardo medioevo, è un insieme di case-grotta interamente scavate nella roccia e disposte su cinque piani sovrapposti.
 
Si tratta di un complesso sistema urbanistico in rupe caratterizzato da numerosi ambienti ipogei, cisterne, strade, scalinate e ancora jazzi e giardini pensili. Alcune delle abitazioni primitive conservano anche nicchie, anelli, mangiatoie e abbeveratoi.
 
Il versante opposto era invece riservato al culto, come dimostrano gli insediamenti di Santa Sofia e Santa Barbara, questa risalente al Duecento e caratterizzata da un vestibolo e tracce di affreschi sulle pareti. Tra i luoghi di culto ci sono anche le chiese di San Bartolomeo, Mater Domini, San Marco, San Vito Vecchio, San Pietro, San Felice, San Giovanni da Matera e la cripta di Eliseo.

 

GINOSA, PROVINCIA DI TARANTO

Via Matrice

 

Telefono: +39 0998290111 

+39 3400841244

 

 

 

Secondo la tradizione,  Giuggianello i trappeti erano numerosi, anche lo stesso Comune ne possedeva uno. Con il passare degli anni, tutti sono stati distrutti, l’unico attualmente fruibile si trova su di un'antica strada esterna al centro abitato, ubicata a levante del paese, denominata "Serravecchia", all'angolo con Via Leopardi.

L’antica struttura si estende per una superficie di circa 850 mq, si trova ad una profondità di circa 3 metri, alla quale si accede attraverso 15 scalini.

 

GIUGGIANELLO, PROVINCIA DI LECCE

Via Leopardi

 

Telefono: +39 0836444920

 

 

Il Trappitello del Duca, risalente al XVI secolo, è ubicato al di fuori del centro antico di Giurdignano, in via Borgo, al di sotto di una masseria, ed è interamente scavato nel banco roccioso.

Vi si accede da una scala coperta da volta a botte che immette in un grande ambiente ipogeo. Qui era ubicata la vasca per la molitura, di cui è visibile la grande base che accoglieva la macina in pietra. Tutto intorno vi sono gli ambienti destinati ad accogliere le olive, detti “sciave”, depositi, zone per il riposo dei “trappetari” e la stalla per il mulo.

Sono visibili inoltre ricostruzioni di torchi, sia “alla calabrese” che “alla genovese”.

Il trappeto è stato attivo per oltre quattro secoli, cessando il suo ciclo produttivo intorno al 1940, quando venne abbandonato ed utilizzato come ovile e pollaio della soprastante masseria.

 

GIURDIGNANO, PROVINCIA DI LECCE

 

Habitat rupestre di Gravina

Un consistente nucleo abitativo rupestre, collegato al fitto sistema di ipogei dei quartieri cittadini Piaggio e Fondovico, caratterizza una porzione della città di Gravina di Puglia, centro che si estende in parte sul ciglio di un baratro, la gravina.
 
Sebbene le cavità ipogee del nucleo abitato abbiano mutato destinazione d’uso nel corso dei secoli, diventando cantine e stalle, il vasto sistema di grotte presente lungo la vicina gravina conserva ancora oggi le importanti testimonianze riconducibili al complesso fenomeno della civiltà rupestre.
 
Testimoni del tempo sono le numerose case-grotta articolate su livelli sovrapposti e collegate tra loro da scalinate esterne, le decine di chiese affrescate, strade, tombe, muri e giardini.

 

GRAVINA IN PUGLIA, PROVINCIA DI BARI

Via Matteotti, 17

 

Telefono: +39 0803269065

Nel sottosuolo della città di Gravina in Puglia si sviluppa un percorso di cunicoli, tortuosi meandri e cantine scavate a mano, dove per secoli l'uomo ha lasciato fermentare il vino e conservato il grano.

La Gravina Sotterranea si può visitare scegliendo i diversi percorsi proposti, che conducono il visitatore alla scoperta di un mondo nascosto dove il tempo sembra essersi fermato. Il reticolo di gallerie e meandri è grande due volte l'attuale centro storico e comprende anche pozzi, acquedotti maestosi e torrioni medievali, tutti scavati interamente nella roccia.

Estremamente suggestiva è, al di sotto del Palazzo Ducale, un tempo appartenente alla famiglia Orsini, la cantina monumentale profonda 20 metri. Sui muri è riconoscibile la rosa, simbolo della nobile famiglia.

 

GRAVINA IN PUGLIA, PROVINCIA DI BARI

Via Meucci, 10

 

Telefono:  +39 3285415379

+39  368577726

E-Mail: info@gravinasotterranea.it

 

 

Giorni e Orario Apertura:

La mattina alle 10.00 (ove possibile e nei giorni festivi si effettuano turni anche in orari diversi), il pomeriggio alle 16.00 nel periodo estivo e alle 15.30 nel periodo invernale. I in settimana solo su prenotazione, comunque si consiglia sempre la prenotazione.

 

Ingresso:

Percorso A – durata 15' circa - € 2,50 Percorso B – durata 45' circa -  € 5,00 Percorso C – durata 1h e 20' circa - € 7,00 Percorso D – durata 2h circa - € 10,00

Lo jazzo Pantano, sito in prossimità del bosco Pellicciari, in agro di Gravina in Puglia, è collocato in pendenza, come la maggior parte di queste costruzioni, per favorire la ventilazione e il deflusso delle acque e dei liquami. Orientato in modo da garantire il riparo dai freddi venti settentrionali, presenta una struttura costituita da un recinto principale in blocchi di tufo alti quasi tre metri, suddiviso al suo interno in altri cinque recinti da muri più bassi, costruiti in pietra a secco. Questa configurazione probabilmente era legata alla necessità di conferire maggior flessibilità allo spazio interno, dove i muri a secco possono all’occorrenza essere smontati e rimontati a seconda delle necessità.
 
L’unico accesso al recinto principale avveniva attraverso un lamione dotato di un’alta canna fumaria, a ridosso del muro meridionale. Attualmente l’accesso risulta murato. Sul lato opposto all’ingresso, nella parte più alta del complesso, sono collocati due lunghi lamioni di forma rettangolare, a spiovente singolo e inclinato verso la parete posteriore. Costituiti da muri ciechi su tre lati, presentano invece sul lato esposto a sud una sequenza di finestrelle quadrate, poste a coronamento dell’edificio, e tre porte d’accesso. I lamioni sono suddivisi al loro interno in diversi altri ambienti destinati alla produzione casearia e alla residenza dei pastori, che da qui potevano controllare agevolmente le proprie greggi.
 
All’esterno dello jazzo e troviamo altri recintiprobabilmente utilizzati per funzioni particolari e come zona d’attesa per le greggi. Il recinto più prossimo a quello principale è un "mungituro" costruito in pietra a secco. Gli altri sono più distanti e di più recente fattura, come testimonia la qualità e lo stato dei muri di cinta realizzati in conci di tufo squadrati.

 

GRAVINA IN PUGLIA, PROVINCIA DI BARI

Strada Provinciale, 137

 


Lungo il versante occidentale della gravina, il Complesso delle Sette Camere di Gravina è un originale habitat rupestre, scavato nell’Alto Medioevo interamente nel banco roccioso, e prende il nome dalla presenza di sette ambienti intercomunicanti tra loro, su tre livelli, collegati tramite scalini.
 
Completamente al di sotto del piano stradale, il complesso è accessibile percorrendo un sentiero impervio nella gravina, nel cuore di un paesaggio selvatico di notevole fascino, a strapiombo sul burrone e sulla sponda opposta a quella della chiesa rupestre di San Michele delle Grotte.
 
Delle sette stanze comunicanti, una conserva ancora il profilo di una profonda cisterna, mentre la cavità esterna al complesso custodisce una croce latina, ultimo resto di una probabile chiesetta rupestre. 

 

GRAVINA IN PUGLIA, PROVINCIA DI BARI

Via Madonna della Stella

 

Telefono:  +39 0803269065 

+39 3498836541

Il Pulicchio di Gravina è una dolina carsica situata in territorio di Gravina in Puglia, a circa 10 km a nord della città. Si trova ad un'altitudine di 535 metri, in prossimità della strada provinciale per Corato. È una delle più grandi cavità carsiche della Puglia dopo il Pulo di Altamura, e si differenzia da quest'ultimo per la ripidità più lieve delle pareti e per l'assenza di grotte e caverne.
 
La pendenza del terreno è minore nella parte più alta e più bassa della conca, e maggiore nella parte centrale. Il fianco orientale, nella sezione rocciosa, presenta pendii talvolta verticali, con un'altezza che supera anche i dieci metri.
 
Ha forma ovoidale, con l'asse maggiore di 400 metri, e raggiunge una profondità di quasi 90 metri. Negli anni cinquanta al suo interno è stata eseguita un'opera di rimboschimento.

 

GRAVINA IN PUGLIA, PROVINCIA DI BARI

Strada Provinciale, 238

 

Telefono:  +39 0803269065

Frantoio Ipogeo di Grottaglie

L'economia di Grottaglie, fondata principalmente sulla coltivazione di olivo e vite, ha dettato al territorio la nascita di numerosi trappeti, alcune volte utilizzati anche come “paramenti” per la lavorazione dell’uva e quindi per l’estrazione del vino.

Collocati sotto il livello del manto stradale per consentire di lavorare a temperature migliori rispetto a quelle di superficie, i trappeti di Grottaglie si trovano principalmente in corrispondenza del centro storico, in particolare nel quartiere dei Paolotti e nel quartiere delle Ceramiche.

Da non perdere, appena fuori dal centro storico, la chiesa e il convento di San Francesco di Paola del XVI secolo con annesso un interessante sistema di grotte naturali e artificiali tra cui un antico frantoio e alcune cisterne per l’approvvigionamento idrico.

 

GROTTAGLIE, PROVINCIA DI TARANTO

Via XXV Luglio

 

Telefono: +39 0995623866

 

 

La Bottega Carriero è uno dei numerosi ed antichi laboratori che producono e vendono la tipica ceramica grottagliese. È ubicata, infatti, nel caratteristico quartiere di Grottaglie che si estende lungo la gravina di San Giorgio, ai piedi del Castello Episcopio.

Ciò che rende unico questo rione è il fatto che le numerose botteghe artigiane sono state ricavate in grotte ipogee scavate nella roccia, utilizzate in passato come frantoi per la lavorazione delle olive. Alcune di queste botteghe conservano ancora le antiche fornaci, gli ambienti anneriti dal fumo, il tornio seminterrato, il deposito dell’argilla.

Nella Bottega Carriero si possono osservare i segni dell’antico forno di cottura della ceramica, purtroppo ad oggi rimosso. Al suo interno è possibile inoltre assistere alle varie fasi della lavorazione con cui i maestri ceramisti realizzano i preziosi oggetti di artigianato artistico.

 

GROTTAGLIE, PROVINCIA DI TARANTO

Via Crispi, 24

 

Telefono: +39 0995666651 

+39 3466074650

A sud della Gravina di Riggio, in agro di Grottaglie, la gravina di Fantiano si adagia tra la pineta e la macchia mediterranea, un tempo splendida cornice naturale di un importante insediamento rupestre medievale, tra i centri più popolosi della comunità.
 
Frequentato fin dal Neolitico, l’habitat rupestre era caratterizzato da ampi terrazzamenti, sui quali si ritrovano numerosi ambienti, tra cui uno dotato di cisterna, accessibile attraverso una scalinata nella roccia. Da qui si passa a un giardino ricavato in un terrazzamento, sul quale si aprono alcune grotte e numerosi incassi per arnie.
 
La gravina è compresa in due proprietà, la prima comunale, utilizzata per manifestazioni ed eventi culturali, la seconda privata, più selvaggia, dove si trovano tre aggrottamenti, Grotta della Fovea, Grottone dei Fossili e Ipogeo delle Arnie.

 

GROTTAGLIE, PROVINCIA DI TARANTO

Strada per Fantiano

 

Telefono: +39 0995623866

 +39 800545333

Il Frantoio Ipogeo Bottega Dormiente di Grottaglie si rivela al visitatore dopo aver percorso una scalinata. L'ambiente, anche se molto rimaneggiato, è di origine naturale, come si nota dal soffitto e dal cunicolo in fondo a sinistra, adibito a deposito degli scarti di lavorazione della ceramica.

La grotta, una delle tante che si trovano nel Quartiere delle ceramiche, e che fino agli anni Cinquanta si presentava ancora come gravina di San Giorgio, ha attraversato tre fasi storiche: uno stadio rupestre medievale, un periodo moderno, durante il quale è stata utilizzata come frantoio, e uno contemporaneo, che ha visto l’insediamento della bottega di ceramiche.

A raccontare ancora oggi i diversi utilizzi della grotta, è la presenza di varie testimonianze come fornaci e torchi.

 

 

GROTTAGLIE, PROVINCIA DI TARANTO

Via Crispi

 

Telefono: +39 0995623866

A ovest del centro urbano di Grottaglie, ai piedi del Monte Fellone, sorge la Lama del Fullonese, una gravina lunga quasi un chilometro e profonda fino a 40 metri, ricca di grotte scavate nella roccia, cuore di un insediamento rupestre abitato almeno fino al Duecento.  
 
La gravina è ricca di vegetazione, profuma di macchia mediterranea, grazie al timo, alla malva e ai cardi ed è attraversata da filari di alberi da frutto, querce e ulivi. In questo incantevole scenario, l’uomo fa la sua comparsa a partire dall’Età del Ferro, come testimoniano i fori di palificazione delle capanne, le tombe e un muro di fortificazione, che costituivano un villaggio capannicolo.
 
L’insediamento includeva grotte-abitazioni disposte su più livelli e almeno tre chiese rupestri, oltre al Cisternone del Fullonese, parte di un complesso sistema idraulico per la raccolta e la conservazione dell'acqua.

 

GROTTAGLIE, PROVINCIA DI TARANTO

Via XXV Luglio

 

Telefono:  +39 0995623866

+39 800545333

Habitat rupestre della Gravina di Riggio

A pochi chilometri da Grottaglie, nei pressi della Gravina di Fantiano, la Gravina di Riggio è un profondo vallone che si adagia tra una cascata, un laghetto e un piccolo torrente, caratterizzato da una ricca biodiversità naturale e da numerose testimonianze legate al fenomeno del vivere in grotta.
 
Lungo il ciglio destro della gravina, sorge la chiesa di San Nicola, con tracce di affreschi intorno alle absidi mentre sul fianco sinistro si trovano la chiesa grande e il Cenobio, un sistema di nove grotte articolato su due livelli, riconducibile a un primitivo insediamento monastico medievale.
 
È particolarmente affascinante il Caggione, una voragine circolare in prossimità della cascata sulle cui pareti a strapiombo è ben visibile un villaggio cavernicoloarticolato su tre livelli sovrapposti di grotte.
 
Ascrivibili al periodo greco e romano sono le vestigia di un muro di fortificazione, alcuni graffiti e frammenti di ceramiche, mentre risalgono al Medio Evo le sepolture a fossa e i resti del villaggio con cisterne e un granaio. 

 

GROTTAGLIE, PROVINCIA DI TARANTO

Strada Comunale esterna Belvedere

 

Telefono: +39 0995623866

 +39 800545333

Frantoio Ipogeo e grotte “Pinca”

Numerosi sono stati i frantoi o trappeti ipogei rinvenuti nella città di Grottaglie, presenti in tutto il tessuto urbano ed in particolare quelli di Via Ennio, scomparsi del tutto, nel Rione dei Paolotti, e quelli del quartiere delle ceramiche alla fine di Via Crispi.

Proprio quest’ultima via, cuore del quartiere di produzione delle ceramiche, era l’antica Gravina di San Giorgio e raccoglieva le acque di scolo della parte superiore della città, che servivano per la produzione dell’olio e la lavorazione delle pelli.

All’inizio della via è possibile visitare un trappeto ipogeo Pinca, nel quale è ancora ben conservata l’antica struttura, oggi parte decorativa di una bottega artigiana. Nei pressi sono visitabili anche due grotte ricavate nella roccia, attualmente adibite a botteghe atte alla lavorazione ed alla vendita di prodotti ceramici.

 

GROTTAGLIE, PROVINCIA DI TARANTO

Via Crispi 56/63

 

Telefono:  +39 0995661056

 +39 3388348387

Ipogeo dei Paolotti

Scavato nella roccia, l’Ipogeo dei Paolotti dei Grottagliepresenta una macina di pietra, mangiatoie e pozzetti per la raccolta dell’olio. Questo complesso produttivo si trova all'interno del monastero dei Paolotti che, ancora oggi, conserva un bellissimo chiostro affrescato, uno dei pochi integri di Puglia.
 
I primi ipogei comprendevano anche tombe presenti nella chiesa, delle cisterne e un sistema di grotte, alle spalle della chiesa, formato da varie cavità, alcune di notevoli dimensioni, anticamente usate come botteghe di ceramiche, di conciapelli, un frantoio ed una neviera.
 
Nelle grotte retrostanti la chiesa, attualmente visitabili, vi era una conceria che utilizzava le vasche per mettere a bagno le pelli e trattarle. All’interno degli ambienti rupestri sono conservate le mangiatoie che servivano per gli animali, in prevalenza maiali, che dovevano essere poi macellati.

GROTTAGLIE, PROVINCIA DI TARANTO

Via XXV Luglio

 

Telefono: +39 0995623866

F

Parco Rupestre “Lama D’Antico, San Giovanni e San Lorenzo”

Tra il giallo dei campi di grano e i filari d’ulivi, nelle campagne di Fasano, si dirada il Parco Lama d’Antico, San Giovanni e San Lorenzo, uno dei più estesi e interessanti insediamenti rupestri di Puglia, composto da grotte collegate da sentieri e scalette intagliate nella roccia.
 
Utilizzato probabilmente dall’età preistorica fino all’inizio dell’età moderna, il villaggio si compone di due ambienti, il primo intorno alle chiese di San Giovanni e San Lorenzoe il secondo dove si conserva l’habitat rupestre, con stalle, luoghi produttivi e spazi comunitari.
 
Il fulcro del villaggio è rappresentato dalla cripta di Lama d’Antico, tra le più grandi in tutta la Puglia, una vera e proprio cattedrale scavata nel tufo alla fine dell’anno Mille e in origine interamente affrescata, scandita da una serie di archetti. Qui sono stati ritrovati reperti risalenti all’Età del Bronzo e sepolture.  
 
Oltre alla storia, è il variopinto paesaggio agrario a offrire un vero e proprio spettacolo naturale, tra macchia mediterranea, cascate dorate di capperi e ulivi pluricentenari, lungo muretti di pietra a secco e impressionanti lame. 

FASANO, PROVINCIA DI BRINDISI

Strada Provinciale Fasano Savelletri

 

Telefono: +39 3283597517

 +39 3388175123

E-Mail: info@lamadantico.it

 

ORARI VISITE DAL 1/10 AL 15/5 
Apertura su prenotazione
Aperture straordinarie: ogni domenica mattina del mese. 

ORARI VISITE ESTIVE DAL 16/5 AL 30/9

h 9.30-13.30
h 16.00-20.00

Il Parco dispone di Centro Visite con bar, servizi igienici, area pic-nic e ampia zona parcheggio.

E’ possibile visitare il Parco rupestre anche al di fuori degli orari di apertura mediante il servizio “Prenota la tua visita”.

BIGLIETTERIA
▪ Biglietto intero: 6 €
▪ Biglietto ridotto: 4 € (under 18, gruppi superiori a 20, residenti a Fasano, visita solo chiesa e insediamento Lama d'Antico)
▪ Biglietto scuole: Visita guidata tematica con l'accompagnamento di archeologi e naturalisti per scoprire come il paesaggio rurale sia la stratificazione di processi storici di cui è possibile riconoscere i segni attraverso le testimonianze storico-archeologiche (le grotte e gli ambienti di lavorazione del villaggio) e ambientali (habitat naturale e coltivazioni tradizionali).

Durata: 3 h circa

Indicato per scuole inferiori e secondarie di I e II grado. 

Costo: 5€/pax, gratuità per docenti e accompagnatori.
▪ Gratuito: bambini fino a 10 anni accompagnati dai genitori, giornalisti autorizzati.
Servizio guida disponibile mediante costo aggiuntivo e solo su prenotazione. 

 

Masseria Torre Coccaro

Situata nell’omonima contrada, a pochi chilometri dall’affascinante litorale che corre tra Fasano e Ostuni, Masseria Torre Coccaro è il risultato dell’unione di più corpi di fabbrica nati intorno ad un nucleo fortificato originario risalente al XVI secolo.

Sorta a difesa delle campagne dalle incursioni saracene provenienti dal mare, la torre-masseria, coronata da una cornice con beccatelli, conserva ancora antiche caditoie e feritoie, e un ponte in muratura utilizzato in passato come ponte levatoio.
 
Degni di nota sono il portale, un tempo unico accesso attraverso l’alto muro di cinta, e la piccola chiesa risalente al 1730 con facciata tardo barocca, utilizzata in passato dalle genti del vicino borgo di pescatori di Savelletri e tuttora consacrata.
 
Attualmente la masseria ospita una esclusiva struttura ricettiva e dispone di un campo da golf a nove buche, con un green ricavato tra mandorli e ulivi secolari.

 

FASANO, PROVINCIA DI BRINDISI

Contrada Coccaro, 8

 

Telefono: +39 0804829310 

+39 0804827992

Il sottosuolo del centro storico della città di Foggianasconde un gran numero di ambienti sotterranei, che si aprono soprattutto nella zona del centro storico e dei quartieri settecenteschi. Si tratta di ipogei e cantine che lasciano pensare ad una città che ha molto da raccontare sul suo passato.

La storia degli Ipogei Urbani, cavità che si sovrappongono mescolando epoche e funzioni, si intreccia infatti con quella dell’antico Palatium di Federico II. Secondo gli studi effettuati, molto probabilmente il Palazzo Reale si estendeva proprio in quella zona, sotto Piazza Purgatorio, come dimostrerebbero la presenza di pozzi per la raccolta del grano e le tecniche costruttive delle mura, datate al periodo medioevale.

L’ipogeo più importante e più studiato è quello di via San Domenico, poco distante dalla Chiesa del Purgatorio, reso attualmente visitabile grazie al lavoro di studio e valorizzazione dell’Associazione Ipogei di Foggia.

Ticket da definire in relazione al percorso.

FOGGIA, PROVINCIA DI FOGGIA

Via San Domenico, 25

 

Telefono:  +39 0881756300 

+39 3203724578

L

 

Gravina di Laterza

Nel cuore del distretto delle gravine si trova l’habitat rupestre di Laterza, con un sistema geomorfologico formatosi tra 60 e 1.000.000 di anni fa, in cui la frequentazione umana è attestata dai numerosi ritrovamenti archeologici.
 
Laterza è il cuore del Parco Naturale Regionale Terra delle Gravine, a circa 50 km da Taranto, incastonata tra le Murge di Santeramo e Altamura e gli antri rocciosi di Massafra e Mottola.
 
Nel paradiso selvaggio che fu culla della civiltà appenninica nell’XI secolo, l’habitat rupestre racchiude chiese ed altri ambienti scavati nella roccia e nel tufo, per un totale di circa 30 unità ancora in parte inesplorate.
 
Le chiese rupestri si affacciano principalmente lungo le diverse lame che confluiscono su via Concerie, oggi divenute strade a ridosso della profonda Gravina. Tra queste si segnalano la Chiesa rupestre di San Giorgio, la Cripta rupestre Cantina Spagnola e la Chiesa rupestre di Cristo Giudice. 

 

LATERZA, PROVINCIA DI TARANTO

Via Concerie

 

Telefono: +39 0998297942

 

 

Appartenente alla tipologia architettonica delle masseria di pecore, dette Poste, la Masseria Posta di Torrebianca sorge in terra di Lucera e documenta ancora oggi l'antica vocazione agropastorale del Tavoliere pugliese.


Sorta nel XV secolo a seguito dell’istituzione regia della Dogana delle Pecore e caratterizzata da una organizzazione razionale degli spazi funzionale alla pratica dell’allevamento ovino, la struttura è presenta una serie di unità architettoniche utili alle diverse attività produttive tuttora praticate.
 
Il nucleo principale è costituito dalla palazzina del signore e dalla piccola chiesa, a navata unica e facciata coronata da una cornice curvilinea. Del complesso fanno parte anche altre strutture produttive tra cui il mungitore, il casone delle pecore e lo scariazzo, utilizzato ancora oggi per il ricovero delle greggi.
 
Attualmente la masseria ospita una struttura ricettiva.

LUCERA, PROVINCIA DI FOGGIA

Strada Statale, 549

 

Telefono:  +39 0881542910

 +39 3683464443

 

M

Il frantoio ipogeo di via Foggiari ha sede nel nucleo storico della città di Maglie, all'interno di una caratteristica piazza chiusa, elemento singolare dell’ambiente costruito del Salento. Un luogo di modeste dimensioni, dove le quinte architettoniche di alcuni corpi di fabbrica gli conferiscono un aspetto urbano, tanto da farlo assimilare ad una tipica corte che pullulava di gente grazie alla presenza del trappeto ipogeo, attivo giorno e notte.

Tra il 1876-1880, quando Maglie apparteneva alla Terra d’Otranto e al Circondario di Gallipoli, erano presenti circa ventuno frantoi. L'ipogeo, ubicato nel nucleo antico di Maglie, può essere datato tra la fine del secolo XVI e la prima metà del secolo XVII, ed era destinato alla produzione di olio lampante.

 

MAGLIE, PROVINCIA DI LECCE

Via Foggiari, 2

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Il frantoio semipogeo di Martignano, che fa parte del complesso del Parco Turistico Culturale “Palmieri”, è situato nel seminterrato di Palazzo Palmieri, completamente restaurato e reso fruibile anche per eventi culturali, mostre d’arte, esposizioni ed eventi musicali.

Il frantoio venne realizzato nel XVII secolo ed ampliato a partire dal XVIII secolo per il miglioramento della tecnica della spremitura delle olive.  Sviluppato in un unico ambiente, conserva ancora la vasca per la molitura con due macine, circondata da tre incavi che un tempo ospitavano i torchi “alla calabrese”.

Sono presenti inoltre le mangiatoie per gli animali e due sciave per il deposito delle olive, i torchi di tipo “genovese”, con le attigue vasche di raccolta, e l’argano ligneo verticale utilizzato per aumentare la forza della pressione della vite del torchio.

 

MARTIGNANO, PROVINCIA DI LECCE

Piazza Palmieri

 

Telefono: +390832821827 

+393923309993

 

Habitat Rupestre di Massafra

È come una caccia al tesoro lungo il declivio delle gravinedi San Marco e della Madonna della Scala, la scoperta dell’habitat rupestre di Massafra, centro monastico per eccellenza, per la miriade di eremi in grotta nascosti nella natura.
 
L’habitat è un affascinante complesso di villaggi, grotte e chiese, adagiate lungo le gravine, dove si conservano imponenti testimonianze della frequentazione umana, estesa per un lunghissimo arco di tempo, che arriva fino al Seicento.
 
Il villaggio rupestre sembra essere stato abbandonato nel Quattrocento, per ragioni sconosciute, ma gli inquilini migrarono nella vicina gravina della Madonna della Scala in un agglomerato meno popoloso, chiamato Galitro, abitato fino al Settecento.
 
Nei villaggi sono ben evidenti i segni di una primitiva organizzazione urbana fatta di percorsi, sentieri, rampe di scale, depositi di sementi, sistemi di canalizzazione e raccolte dell'acqua piovana, strutture produttive quali frantoi e trappeti.
 
Nella gravina di San Marco si trovano tre chiese di grande rilievo: Santa Marina, San Marco e la più nota cripta della Candelora, con soffitto articolato in fantasiose coperture; nella più scenografica gravina della Scala si ricordano, invece, il mistico santuario della Madonna della Scala, la chiesa rupestre Madonna della Buona Nuova, la cripta rupestre Farmacia del mago Greguro e le misteriosa grotta del Ciclope.

MASSAFRA, PROVINCIA DI TARANTO

Via Lungovalle

 

Telefono:  +39 0998804695 

+39 3385659601

Prezioso esempio di architettura in stile barocco, la Masseria Ciura di Massafra è coccolata da maestosi ulivi secolari.
 
La denominazione del complesso richiama l'omonima famiglia del posto che, dal Seicento, utilizzò la struttura come fattoria. Originariamente la tenuta era composta da cortile, case per garzoni e per paglia, suppenne per bovi, una grotta sotterranea, un giardino parietato di frutti comuni, un pozzo sorgivo e due palmenti coperti con cannizzo.
 
Intorno si dipanano dodici tomoli con 87 olivi, oltre a un altro mezzo tomolo con un pozzo sotto il giardino.  L'attuale disposizione della casa sostituì i vecchi edifici rustici nel 1797, come riferito da una lapide commemorativa affissa sul suo frontespizio.
 
Oggi la masseria ospita una struttura ricettiva.

 

MASSAFRA, PROVINCIA DI TARANTO

 

Telefono: +39 0998801160 

+39 3427020686

Ubicato in agro di Martina Franca, nel cuore della Valle d'Itria, la Masseria Lella - La bianca d'Itria di Martina Franca è un articolato complesso costituito da una serie di fabbriche risalenti a epoche differenti.
 
Nato per l’allevamento di cavalli, bovini e ovini, funzione testimoniata da numerose mangiatoie ricavate lungo le pareti in pietra a secco,  la struttura è stata utilizzata anche per la coltivazione e per la produzione di vino all’interno di cantine sotterranee, con ampi spazi destinati a seminativo.
 
Il complesso, risalente al XVII secolo, si è sviluppato secondo la tipologia della masseria di pecore e da campo, con trulli a distribuzione lineare e un corpo di fabbrica a torre della prima metà del Settecento. Questo, trasformato successivamente in palazzo residenza, si presenta a blocco compatto con pinnacoli terminali e, all’interno, una successione di ambienti voltati.
 
La masseria ospita oggi una struttura ricettiva.

 

MARTINA FRANCA, PROVINCIA DI TARANTO

Via Locorotondo 119/a

 

Telefono:  +39 0804301290

Frantoio Ipogeo di Melpignano

Bell’esempio di frantoio ipogeo risalente al XVII secolo, chiamato in gergo salentino “trappeto”, destinato alla produzione e alla conservazione dell’olio di oliva, ricavato nella pietra locale e sito nel centro della graziosa cittadina di Melpignano, luogo di cave di estrazione della pietra leccese che ne hanno rafforzato la fiorente economia.

Il frantoio, interamente scavato nella roccia, è accessibile mediante una scalinata con volta a botte che immette nel vano principale, destinato alle operazioni della macinazione e spremitura delle olive.

 

MELPIGNANO, PROVINCIA DI LECCE

Via Roma

 

Telefono: +08 36332161

 

Frantoio semi-ipogeo

Al di sotto del Palazzo dei Gaza, tipico esempio di architettura nobiliare del barocco salentino, attualmente sede di uffici comunali, è possibile visitare uno dei numerosi esempi di frantoio semi-ipogeo risalente al XVI secolo, testimonianza della grande importanza della trasformazione dell’olio, conservato all’interno delle cisterne del Castello, e della tradizione contadina della lavorazione delle olive nel territorio.

Il trappeto, attivo fino alla fine del 1800, è composto da quattro sale con una macina “alla calabrese” e pozzetti collegati ai torchi “alla genovese”.

Attualmente viene utilizzato per ospitare diversi eventi culturali della città.

 

MESAGNE, PROVINCIA DI BRINDISI

Via Eugenio Santacesarea, 17

 

Telefono:  +39 0831776065

Ecomuseo del Poggio delle Antiche Ville patrizie

Nato del 1999 da un accordo tra l'Associazione Le Antiche Ville e l'amministrazione comunale, l'Ecomuseo si propone di tutelare e valorizzare un'ampia area compresa tra le contrade rurali Brenca e San Materno, ricadenti nel territorio di Mola di Bari ma anche per porzioni della contrada Pozzovivo e per aree minori contigue, comprese nei territori di Rutigliano e Noicattaro.
 
Sono circa una trentina le ville che si sono conservate intatte fino ad oggi, edificate soprattutto tra il Settecento e i primi del novecento, come residenze estive e luogo di villeggiatura della nobiltà e borghesia molese, ritiglianese e noiana del tempo.
 
L'area, estremamente ricca per flora e fauna, presenta scorci paesaggistici di rara bellezza ed è ritenuta da tempo immemorabile balsamica per il clima mite.

L'Ecomuseo del Poggio delle Antiche Ville ha sede in una vecchia scuola rurale, trasformata in Centro Servizi e sede di mostre fotografiche permanenti e numerose attività culturali.

 

MOLA DI BARI, PROVINCIA DI BARI

Strada Chiancarelle, 19

 

Telefono: +39 0804734337

Straordinario habitat rupestre, la dolina del Pulo si apre a circa 2 chilometri da Molfetta, dando vita a un’ampia voragine carsica scavata nella roccia calcarea, in seguito al crollo della volta di numerose cavità sotterranee.
 
Il sito è frequentato fin dal Neolitico, come testimoniano gli abbondanti reperti archeologici e le grotte preistoriche a sviluppo orizzontale, i cui ingressi si aprono lungo le pareti della dolina, come la grotta 1, l’unica visitabile, le grotte Ferdinando e Carolina e la grotta del pilastro.
 
Nel Cinquecento, i Cappuccini hanno costruito sul ciglio occidentale un piccolo monastero che, dominando dall’alto il territorio, costituisce non solo luogo di meditazione, ma anche un osservatorio privilegiato dei singolari fenomeni naturalistici del Pulo.
 
Nella seconda metà del Settecento, il Pulo, con le sue grotte ricche di nitrati, componente naturale della polvere da sparo, diventa il centro dell’interesse scientifico ed economico del Regno di Napoli e dei Borbone, artefici della costruzione della preziosa nitriera, esempio unico di archeologia industriale. 

 

MOLFETTA, PROVINCIA DI BARI

Strada Provinciale Pulo

 

Telefono:  +39 0808850402

 +39 3408807038

 

Poco distante dal mare, in agro di Monopoli, sorge il complesso rurale di Masseria Spina Piccola e Spina Grande.
La prima è una torre-masseria del XVI secolo con evidente funzione difensiva, come dimostrano le caditoie e il coronamento decorato da beccatelli. Varcato lo spesso muro di cinta, una scalinata conduce a un ponte in muratura utilizzato in passato come ponte levatoio.

Una lama naturale separa la torre difensiva da Spina Grande, elegante esempio di villa-masseria edificata nel XVII secolo. Costruita su tre livelli, presenta al pian terreno gli ambienti che un tempo erano utilizzati come stalle, al piano superiore l’abitazione del colono e all’ultimo piano l’abitazione padronale.
 
Sono del ’700 la scenografica scalinata a doppia rampa e il loggiato a tre archi. Racchiusi dal grande cortile lastricato si adagiano invece l’ovile, le stalle, la cappella con motivi tardo barocchi e il frantoio del XVI secolo.
 
Attualmente la masseria ospita una struttura turistica.

 

MONOPOLI, PROVINCIA DI BARI

Contrada Spina, 437

 

Telefono: +39 080802141 

+39 3349127349

Lungo le pendici della Gravina di Sant’Andrea, in agro di Montemesola, un incantevole contesto naturale circonda ciò che resta dell’antico insediamento rupestre, un’area caratterizzata da una ricca biodiversità naturale.
 
Frequentata dal Neolitico fino alla seconda metà del Novecento, la gravina custodisce un frantoio ipogeo fra i più grandi di Puglia e i resti di antichi insediamenti, tipici del Tarantino.
 
Durante l’Ottocento, l’area è stata valorizzata dal marchese locale, che la dotò di un’armonia architettonica ancora visibile, mentre nei periodi piovosi è la natura a regalare all’insediamento una cascata.

 

MONTEMESOLA, PROVINCIA DI TARANTO

Strada Vicinale Gravina

 

Telefono: +39 0995664999

 +39 3807940157

Palmenti

Nell’abitato di Montesano Salentino, terra di vigneti e di buon vino, si possono ammirare i Palmenti, che nel 2005  il Comune ha acquisito riconoscendo il loro valore storico-culturale.
 
Si tratta di 8 vasche utilizzate per la pigiatura dell’uva a piedi nudi, indispensabili nel lungo processo di lavorazione del vino. Alle vasche, che un tempo erano collegate ad un torchio privato, sono annesse delle cisterne per la raccolta del mosto.
 
Il complesso di vasche è un patrimonio rurale di notevole importanza e sono state recentemente ristrutturate. 

 

MONTESANO SALENTINO, PROVINCIA DI LECCE

Via Palmenti

 

Telefono: +39 0833777237

 

Trappeto Ipogeo

In tutto il Salento esistono diversi trappeti ipogei che testimoniano un’economia fiorente di un lontano passato. In Morciano di Leuca tale presenza è ancora più significativa: oggi se ne contano diciotto. Sono moltissimi se si pensa che nel XVIII secolo la comunità era costituita da appena 131 nuclei familiari. Significativa è la loro datazione: alcuni risalgono al IX sec. I trappeti di Morciano sono particolari soprattutto per il modo in cui sono stati realizzati, ovvero sulle ceneri dei contenitori di un’altra fiorente economia: i granai.

Japigi, messapi, romani sono le diverse popolazioni che hanno caratterizzato il nostro territorio. Nel IX sec. l’influsso bizantino ha determinato nel territorio del basso Salento una forte trasformazione passando dall’economia del grano a quella dell’ulivo e quindi dell’olio. I segni di tale trasformazione sono evidenti ancora oggi: paesaggi caratterizzati da argentee chiome e maestosi tronchi contorti di ulivi millenari.

 

MORICANO DI LEUCA, PROVINCIA DI LECCE

Morciano di Leuca

 

Telefono: +39 0833711403

Habitat rupestre di Mottola

Il territorio collinare di Mottola è popolato da importanti reperti ascrivibili al fenomeno medievale della civiltà rupestre. Veri e propri villaggi ipogei, Casalrotto e Petruscio sono adagiati sulle fiancate di lame e gravine e caratterizzati dalla presenza di numerose case-grotte disposte a gradoni sugli spalti.
 
Gli insediamenti si presentano complessi, brulicanti di sentieri, scalette, magazzini e impianti artigianali o industriali, pozzi, cisterne, canalizzazioni, scoli e impianti igienici, fino a sepolcreti organici con tombe familiari.

Tali ambienti erano utilizzati non solo come abitazioni ma anche come luoghi di culto: chiese, santuari e cripte rupestri sono esempi di architettura “in negativo” in cui si recuperano elementi architettonici e decorativi propri degli edifici di culto sub-divo di tradizione greco-bizantina e latina.

 

MOTTOLA, PROVINCIA DI TARANTO

Viale Jonio

 

Telefono: +39 0998867640 

+39 3401056269

E-Mail: info@mottolaturismo.it

 

Giorni e Orario Apertura

Invernale:
Dal martedì alla domenica la mattina dalle 9:00 alle 13:00 e il pomeriggio dalle 15:00 alle 18:00.

Estiva:
Tutti i giorni dalle 8:00 alle 13:00 e il pomeriggio dalle 14:00 alle 18:30.

 

 

VILLAGGI RUPESTRI DI CASALROTTO E PETRUSCIO

Lungo il fianco delle gravine, grotte, abitazioni primitive e chiese rupestri si aprono nella roccia: è una vera e propria finestra sulla storia, quella che si ritrova in territorio di Mottola, nei villaggi ipogei di Casalrotto e Petruscio, attraversati da sentieri, scalette, con magazzini e impianti artigianali, pozzi, cisterne, canalizzazioni, scoli e sepolcreti organici con tombe familiari.
 
Utilizzati non solo a scopo abitativo, ma soprattutto come luoghi di culto, i villaggi custodiscono ancora chiese, santuari e cripte rupestri, affascinanti esempi di architettura sotterranea in cui si recuperano elementi architettonici e decorativi propri degli edifici di culto ipogei di tradizione greco-bizantina e latina, tra cui alcuni splendidamente affrescati.
 
Da non perdere, all’interno del complesso di Casalrotto, è la chiesa rupestre di San Nicola, definita la Cappella Sistina della civiltà rupestre, e i santuari rupestri di San Cesario, Sant’Apollinare, Sant’Angelo e la Cripta di Santa Margherita.
 
Punti focali del villaggio di Petruscio sono, invece, le tre chiese, dei Polacchi, di Petruscio, la “Cattedrale” e inoltre la Casa dell’Igumeno, il capo della comunità ecclesiastica, la Prigione e il Rifugio De Rosa, utilizzato nell’Ottocento come rifugio dall’omonimo brigante.

 

MOTTOLA, PROVINCIA DI TARANTO

Strada Statale, 100

 

Telefono:  +39 0998867640

 +39 3479925429

Il frantoio oleario costruito a pochi metri dal Palazzo dei Protonobilissimo è parte integrante di un sistema di trappeti ipogei esistente nel comune di Muro Leccese. Nel 1880, infatti, nel territorio comunale erano attivi sette frantoi.

L’impianto è stato edificato entro il 1602, come attesta la data riportata sullo stemma araldico della famiglia, posto sul portale d’ingresso. Al frantoio, semi-ipogeo, si accede tramite una scala a rampa coperta da una volta a botte, che introduce in un enorme vano di forma rettangolare, anch’esso coperto con volta a botte, dove avveniva la molitura delle olive e la torchiatura della pasta per ricavare l’olio.

Al centro dell’ambiente si conserva ancora la grande vasca per la molitura, in pietra calcarenitica, con la pietra molare, mentre lungo il perimetro sono tre coppie di basi in calcare per l’appoggio dei torchi a due viti, del tipo detto “alla calabrese” e un alloggiamento per un grande torchio ad una vite del tipo detto “alla genovese”.

 

MURO LECCESE, PROVINCIA DI LECCE

Via Isonzo, 40

 

Telefono: +08 36343824

 

ORARI DI APERTURA

Dal Lunedì al Sabato dalle ore 08:30 alle 12:30; dalle 14:30 alle 18:30

Domenica dalle ore 09:00 alle 12:30; dalle ore
15:00 alle 18:00

 

N

Compiuta nel secolo che fu del David e della Gioconda, in origine fu dimora del Capitolo dei Canonici, lascito benevolo della pia Silvia Saraceno. Fu possedimento del casato De Tintis prima e di Giangirolamo Acquaviva, Conte di Conversano poi.
Constò originariamente di tre sottani, di un portone con vestibolo, da cui si ascende ad una loggia sporgente e tre stanze soprane, di uno stallone, di una chiesa ed altri comodi. Fu accresciuta con terreni chiusi da parieti e aperti, con vigne, pozzi, palmeto, porcile, piazzile e altri comodi rurali.

Era il tredicesimo anno del secolo decimonono allorchè Gaetano Murena, creditore del Conte Giangirolamo Acquaviva, ne ottenne l’esproprio.
Vicissitudini giudiziarie consegnarono la masseria al patrimonio del comune di Noci (Bari). Suddivisa in ventidue quote fu assegnata ai cittadini più bisognosi.
Posseduta tanto da signori quanto da plebei, acquisì nei secoli un fascino indecifrabile che ancora custodisce tra le sue mura. Un fascino che indusse, alcuni anni orsono, il signor Vito Passaro, ad acquistarne la proprietà e a ricondurla agli antichi fasti restituendola a nuova vita.

 

Attualmente la masseria ospita una struttura ricettiva.

NOCI, PROVINCIA DI BARI

S.P. 116 Noci – Castellaneta Km. 10,4

 

Telefono: +39 080 4972555
+39 346 830 1756

E-Mail: info@masseriabonelli.it

L’Ecomuseo del Paesaggio delle Serre di Neviano è dedicato alle ultime propaggini delle Murge Salentine, protagoniste della storia del territorio.
 
Dall’antica Abbazia di San Nicola di Macugno alla Chiesa della Madonna della Neve, dalla raccolta delle olive alle specialità gastronomiche, si possono vivere da vicino anche le tradizioni popolari e religiose di Neviano.
 
A partire dalla Mappa di comunità, la cultura del luogo si scopre attraverso passeggiate a contatto con la natura tra ulivi e muretti a secco, ma anche attraverso progetti di educazione ambientale, mostre ed eventi. 

 

NEVIANO, PROVINCIA DI LECCE

Strada Provinciale Neviano

 

Telefono: +39 0836618155 

+39 3335359193

 

Villaggio rupestre di Macugno

Alle porte di Neviano, l’insediamento di San Nicola di Macugno era un tempo il polo di attrazione dell’intero villaggio rurale di Macugno, luogo di sosta e riposo per mercanti, pellegrini, ecclesiastici, contadini, pastori, durante i tratti di lunga percorrenza.
 
Dell’antico insediamento bizantino oggi rimangono il Casale, avamposto cinquecentesco a due piani, che conserva sulla facciata una raffigurazione di San Nicola e quella di una Santa Martire ormai illeggibile, il largo muraglione medievale e quattro grotte ipogee, una delle quali molto vasta e con un pilastro al centro.
 
Una pista ciclabile collega l’insediamento al centro urbano di Neviano, attraversando il paesaggio delle Serre salentine, il modo migliore per scoprire la fauna e la lussureggiante vegetazione della zona.

O

Frantoio ipogeo "Lacopagliaro"

Coccolato della Piana degli Ulivi, in agro di Ostuni, il Frantoio Ipogeo Lacopagliaro si presenta come un vero museo della civiltà rurale.
 
Di epoca medievale, conserva al suo interno diversi ambienti tra cui la fucagna, primitiva cucina col focolare sempre acceso, il ricovero per gli animali, i luoghi dello stoccaggio e lavorazione dell’olio con le antiche presse in legno e le macine in pietra.

Di particolare fascino sono gli antichi alloggi delle maestranze dell'epoca che, a turno, lavoravano in questi ambienti sotterranei da ottobre fino a giugno.

 

OSTUNI, PROVINCIA DI BRINDISI

Strada Provinciale, 21

 

Telefono: +39 0831301268

 

Masseria Lo Spagnulo

Coccolata dalla macchia mediterranea in agro di Ostuni, Masseria Lo Spagnulo è un’antica azienda agricola risalente al 1600.
 
Edificata per volere del vescovo protonotario Don Saverio Lopez y Royo, originario di Pamplona, si mostra oggi come un imponente complesso fortificato composto da più corpi di fabbrica tra cui una torre quadrangolare, una chiesa, la casa padronale, gli stabili un tempo adibiti a stalle e ad abitazione dei coloni, e l’antico frantoio.
 
Oltre all’alta torre, l’antica funzione difensiva era assicurata dalla poderosa cinta muraria, aperta da due porte di accesso, di cui la principale sormontata dallo stemma dei Lopez. Di particolare pregio sono la scalinata a doppia rampa di accesso agli appartamenti nobiliari e la piccola chiesa con facciata barocca e timpano di coronamento mistilineo.

 

OSTUNI, PROVINCIA DI BRINDISI

Contrada Spagnulo

 

Telefono:  +39 0831339627

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Grotta dei Millenari

Attraverso un percorso naturalistico fra sentieri panoramici e in un contesto paesaggistico unico nell’area collinare ostunese di Agnano, è possibile raggiungere, con l’aiuto di una guida esperta, una grotta naturale da poco scoperta da un gruppo di studiosi e speleologi.

Davanti alla grotta si può scorgere la presenza di piccole selci e alcuni frammenti ceramici di età neolitica, oltre ad un probabile focolare, testimonianze tangibili della vita dei primi uomini che la abitarono.

La grotta è denominata “Grotta dei Millenari” in riferimento al nome dell’associazione che l’ha portata alla luce e soprattutto perché, arrivati in cima al percorso ed entrando nella meravigliosa cavità naturale, è possibile guardare l’intera piana degli ulivi secolari e millenari che si estende da Ostuni verso Fasano.

Il sito, in una proprietà privata, è raggiungibile con un percorso a piedi di circa 2 ore unicamente con visita guidata su prenotazione, insieme ad una guida esperta. Consultare il sito dell’Associazione Millenari di Puglia per maggiori informazioni.

 

OSTUNI, PROVINCIA DI BRINDISI

Contrada Agnano

 

Telefono: +39 3735293970

E-Mail: info@millenaridipuglia.com

Lungo la strada che da Fasano corre verso Ostuni, in località Montalbano, si conserva uno dei più affascinanti complessi agricoli del Brindisino, il borgo fortificato di Montalbano Vecchio, oggi conosciuto come Masseria Montalbano.
 
Masseria del XVI secolo, acquistata dagli Acquaviva di Aragona, conti di  Conversano, è una struttura a due piani che si affaccia sulla grande corte interna che raccorda gli altri edifici sorti tra le mura fortificate: gli alloggi della servitù, le stalle, le scuderie, tre grandi frantoi e la piccola chiesa affrescata dedicata alla Beata Vergine del Rosario.
 
Un tempo, gli abitanti del villaggio occupavano unità abitative basse e a schiera, disposte parallelamente e poco distanti dal corpo di fabbrica principale, la casa padronale.
 
Attualmente la masseria ospita una struttura ricettiva.

OSTUNI, PROVINCIA DI BRINDISI

Strada Statale, 16

 

Telefono: +39 0831359945 

+39 3939871915

E-Mail: info@masseriamontalbano.it

 

 

 

Insediamento rupestre di Torre Pinta

Appena fuori dall’abitato di Otranto, lungo l’affascinante tratto della Valle delle Memorie, dove scorre il fiume Idro, si erge l’ipogeo di Torre Pinta, scoperto solo nel 1976, parte di un complesso rupestre, nel cuore di un’area caratterizzata da testimonianze archeologiche e antropologiche attestate fin dall’età paleocristiana.
 
È un camminamento a condurre alla torre, ipogeo a croce latina, particolarmente suggestivo grazie alle tante nicchie scavate lungo le pareti, una sorta di merletto di pietrache ingentilisce la struttura.
 
Il vano circolare originario, al termine del corridoio di ingresso, ha perso la volta originaria e risulta quindi scoperto in alto. Al di sopra è stata quindi costruita nel Seicento una colombaia a forma di torre cilindrica.
 
Secondo l’ipotesi più accreditata, si tratta di un ambiente pre-cristiano adibito a culto funerario e trasformato poi in un luogo liturgico dalle primitive comunità cristiane in età pre-costantiniana.
 
L’area in cui sorgono la torre e l’ipogeo è di pertinenza di una struttura ricettiva.

P

Habitat rupestre di Palagianello

A ridosso della gravina, a pochi passi dal centro abitato di Palagianello, l’evoluzione dell’antico villaggio rupestre si presenta oggi come un complesso sistema di case grotta e chiese ipogee, circondate da un affascinante paesaggio aspro e selvatico.
 
Scavato interamente nella roccia calcarea, il villaggio rupestre di epoca medievale, ubicato sullo spalto orientale della gravina, è in linea di continuità con il centro abitato del paese, caratterizzato da case grotte dislocate su più piani sovrapposti intercomunicanti tra loro da sentieri e scalinate.
 
All’interno dell’insediamento, si ritrovano anche numerose chiese rupestri alcune delle quali affrescate e di particolare valore artistico, come le chiese di San Girolamo, di Sant’Andrea, di San Nicola e dei Santi Eremiti, risalente quest’ultima all’anno Mille.
 
La valorizzazione di quest’area ha portato alla realizzazione di percorsi escursionistici sui margini e sul fondo della gravina, per circa 6 chilometri e l’attrezzamento con apposite bacheche e pannelli illustrativi.

 

PALAGIANELLO, PROVINCIA DI TARANTO

Vico Precipizio

 

Telefono: +39 0998434215

Frantoi Ipogei

 

Presicce è il comune salentino con il maggior numero di trappeti a grotta, frantoi scavati nella pietra. La sua tradizione olivicola si perde nella notte dei tempi e gli antichi insediamenti produttivi si estendono dalla zona delle serre fino alla parte sottostante del piano stradale nel centro storico.
 
Si dice, infatti, che sotto la centrale piazza del Popolo si estenda un’altra città fatta di antri in cui fino agli inizi del ‘900 si svolgeva la frenetica attività dei frantoiani. 
 
I più antichi sono ancora identificabili sulla Serra di Pozzomauro, scavati nella roccia probabilmente da comunità agricole pastorali con l’ausilio e l'esperienza dei monaci basiliani, nel tentativo di riorganizzare le popolazioni scampate alle invasioni dei saraceni. Documenti del Seicento riportano notizia della presenza in paese di ben 23 frantoi in attività. Alcuni di questi sono stati recuperati e resi fruibili dal Comune come il frantoio Sant’Anna, il frantoio in via Gramsci e i tre sotto il livello di piazza del Popolo, databili tra il XIV e il XV secolo.

 

PRESICCE, PROVINCIA DI LECCE

 

Telefono: +39 0833555476

La Grotta del Trullo, a poca distanza dal centro abitato di Putignano, sulla strada che conduce a Turi, è stata scoperta il 29 maggio del 1931 durante alcuni lavori di scavo, ed è la prima grotta turistica aperta in Puglia in cui i visitatori possono ammirare un tesoro naturale nascosto nelle profondità della terra.

Per facilitare la visita, all’ingresso è stata realizzata una struttura a forma di trullo, da cui il complesso prende il nome. Grazie ad una comoda scala a chiocciola, i visitatori possono scendere diversi metri nel sottosuolo e restare sorpresi dallo spettacolo straordinario offerto da miriadi di stalattiti e stalagmiti delle tinte rossastredovute al terreno ricco di ossidi di ferro e alluminio, che creano contrasto con le bianche infiorescenze calcaree.

La visita è guidata da esperti speleologi del Gruppo Ricerche Carsiche di Putignano.

 

PUTIGNANO, PROVINCIA DI BARI

Strada Statale 172 per Turi

 

Telefono: +39 080491213

E-Mail: info@grottadeltrullo.com

 

Giorni e Orario apertura

Aperta tutti i giorni dell’anno escluso il 25 dicembre

 

01 Ottobre – 31 Maggio

Dalle 10:00 alle 12:30 - Dalle 14:30 alle 17:00

 

01 giugno – 30 settembre

Dalle 9.00 alle 12.30 - Dalle 14.30 alle 18.30

 

Ingresso

Visite sempre guidate anche in lingua senza prenotazione

Adulti - € 5,00 / persona

Bambini 4 – 14 anni - € 2,50 / bambino

Bambini sotto i 4 anni - GRATIS

 

 

Tra Noci e Putignano, nell’antico Casale di Barsentum, sorgono la Masseria I Monti e l’annessa chiesetta di Santa Maria di Barsento, complesso di straordinario fascino che testimonia le lunghe e continuative fasi di occupazione del territorio.

La masseria risale al XVI secolo, anche se recenti lavori di restauro hanno messo in luce strutture architettoniche ben più antiche: sono del XII secolo gli archi a sesto acuto e a tutto sesto riconducibili a un originario insediamento monastico annesso alla vicina chiesa, luogo che si presenta come uno straordinario esempio di architettura romanica ante litteram.
 
Edificato tra XI e XII secolo, il piccolo tempio presenta una facciata monocuspide preceduta da un protiro, mentre all’interno, tre navate con copertura a botte. A rivestire gli spioventi sono piccole chianche giustapposte e autoportanti, caratteristica dell’edilizia civile che troverà largo impiego nei secoli successivi nei trulli e nelle numerose costruzioni rurali di tipo a secco.

PUTIGNANO, PROVINCIA DI BARI

Strada Provinciale Noci

 

Telefono: +39 0804973235

 

R

Dolina Centopozzi

Il promontorio del Gargano è ricco di doline, grandi depressioni carsiche generate dall’erosione degli agenti atmosferici, simili a piccoli crateri. La più grande, seconda solo a quella di Pozzatina in agro di Sannicandro Garganico, è la dolina Centopozzi, la terza più estesa in Europa, che prende il nome dagli innumerevoli pozzi creati, oggi in parte interrati, una volta utilizzati come cisterne di acqua.
 
Inserita all’interno del Parco Nazionale del Gargano, la dolina ha beneficiato di efficaci interventi di recupero e di ripristino delle sue principali cisterne, dei muri a secco e delle numerose bellezze naturalistiche che compongono il suo paesaggio.
 
Intorno alla dolina, infatti, si snodano interessanti percorsi tematici presenti nell’area di Rignano Garganico che comprendono, in particolare, la Grotta Paglicci, con il suo museo, e la Cappella rurale della Madonna di Cristo.

 

RIGNANO GARGANICO, PROVINCIA DI FOGGIA

Dolina Centopozzi

 

Telefono:  +39 0884568911

Insediamento rupestre in località Annunziata

Conosciuta come il Lamone, la lama dell’Annunziata prende origine nel territorio di Sammichele e sfocia nel mare nei pressi di cala San Giorgio, dopo aver attraversato il territorio di Casamassima, Rutigliano, Noicattaro e Triggiano: è qui che sorge l’affascinante habitat rupestre.
 
I fianchi della lama non sono particolarmente ripidi, mentre il fondo si presenta ampio e pianeggiante: ciò ha permesso nel corso dei secoli un’intensa attività antropica, di cui resta traccia nelle numerose grotte, differenti per tipologia e ampiezza, situate sul versante occidentale.
 
Di fronte, si erge l’omonima chiesa risalente al XII secolo, dove sono state rivenute 22 stratificazioni, mentre un’estensione dell’habitat rupestre dell’Annunziata è venuto alla luce in contrada San Martino, dove è emersa la struttura di un’antica capanna. 

RUTIGLIANO, PROVINCIA DI BARI

Località Cicciopinto

 

Telefono:  +39 3490880450

 

 S

Frantoio "Nova"

L'antico frantoio di Sant’Agata di Puglia, fu costruito intorno al 1600 per volere della famiglia Nova, nel cuore di una grotta appositamente scavata.
 
Inizialmente, il frantoio era composto da una macina in pietra mossa da un asino o da un mulo, e da due presse in legno mosse manualmente attraverso l'uso di un monaco, cioè un asse in legno a forma cilindrica mosso  da quattro uomini. La barra era collegata, tamite una corda robustissima, a un asse in ferro che permetteva alle presse di girare e schiacciare i sacchi contenenti le olive macinate, determinando così la fuoriuscita dell'olio.
 
Con il passare degli anni il frantoio fu impiegato anche per uso pubblico, rendendo necessaria l’installazione di altre due presse per aumentare la quantità di olive da macinare. Unico del suo genere, è rimasto attivo fino al 1927, mentre dal 1993 è agibile e visitabile.

 

Sant'Agata di Puglia, PROVINCIA DI FOGGIA

Via Volpe

 

Telefono: +39 0881984433

 

Canale San Vincenzo

In agro di Castrignano del Capo, a pochi passi da Finibus Terrae, all’orizzonte s’intravede il faro bianco e, in mezzo al verde, scorre per circa 3 chilometri il Canale San Vincenzo, una delle tre incisioni naturali, a terrazze, prodotte da fenomeni carsici, che si sviluppano lungo la strada che porta a Santa Maria di Leuca.
 
È una scalinata di pietra a introdurre in questo mondo magico, dove la natura opera insieme alla mano dell’uomo, dando vita a circa 40 grotte, in parte scavate nel banco roccioso, in parte naturali,  affacciate lungo le due sponde del canale, collegate da un ponte di cemento.
 
Alcune vuote, altre ornate d’affreschi, altre ancora decorate con una semplice croce, unico ultimo arredo di quello che doveva essere un vasto insediamento rupestre, di cui oggi resta solo questo complesso di anfratti, mimetizzati tra gli ulivi e la roccia.
 
Il canale scorre lungo le ultime due tappe della via dei pellegrini diretti al Santuario di Finibus Terrae. 

 

Santa Maria di Leuca

Strada provinciale Castrignano del Capo

 

Telefono: +3908331821155 

+393779904071

Le tagghjate di San Giorgio Ionico si sviluppano per circa due chilometri sul fianco della collina Belvedere, e sono visibili lungo la strada provinciale che da San Giorgio conduce a Pulsano.

Si tratta di cave per l'estrazione di materiale edilizio, che veniva effettuata con la sola forza delle braccia per mezzo di utensili primitivi. Si presentano come un'estesa area di "tagli" nella roccia tufacea, spesso profondi anche 10-15 metri, eccezionale testimonianza silenziosa dei modi di vivere, di lavorare e di sentire della comunità locale.

Le tagghjate sono costituite da un’articolata e suggestiva successione di stanze, gradoni, facciate e blocchi risparmiati durante le operazioni di estrazione, un insieme complesso di luoghi circondati da un paesaggio di macchia mediterranea dalla grande valenza naturalistica. Per quest’area sono previste azioni di valorizzazione al fine di realizzare un parco archeologico e naturalistico, percorribile con diversi itinerari.

 

San Giorgio Ionico, PROVINCIA DI TARANTO

Strada Provinciale

 

Telefono: +39 0995915213

Il Frantoio ipogeo Scupola è ubicato nella corte G. Carducci, poco distante da Piazza del Popolo, nel centro della cittadina di Specchia.

È composto da due diversi ambienti. Il primo, scavato nel tufo intorno al secolo XV, conserva una macina utilizzata nella vasca di spremitura, quattro torchi “alla genovese” e le relative vasche di decantazione. Il secondo ambiente, scavato intorno al secolo XVII, conserva invece altre tre macine, con i relativi “pozzi di calata”, otto torchi “alla calabrese” e altre vasche di decantazione. Nel perimetro dell’intero frantoio è inoltre possibile notare più ambienti chiusi utilizzati come depositi per la raccolta delle olive o come luoghi di riposo per gli operai.

A Specchia è inoltre possibile visitare il frantoio ipogeo di via Perrone e il frantoio del Convento dei Francescani Neri, eretto fra IX e XVI secolo.

 

SPECCHIA, PROVINCIA DI LECCE

Via Garibaldi

 

Telefono: +39 08331831722 

+39 03463740648

 

 

 

 

 

 

 

Cave di Bauxite

Sulla strada tra Andria e Spinazzola, a poca distanza dal castello medievale del Garagnone, vi è un luogo che è stato un tempo sede di un’importantissima attività di estrazione della  bauxite, roccia dalla quale è possibile ottenere l’alluminio.

Le cave, che fanno attualmente parte del Parco Nazionale dell’Alta Murgia, furono utilizzate negli anni compresi tra il 1950 e il 1978, e costituirono una importantissima fonte di guadagno per l’economia pugliese. Il materiale grezzo veniva estratto, caricato su camion, trasportato al porto di Trani e imbarcato per Porto Marghera, dove si trovavano le fonderie che avrebbero trasformato il prodotto.

All’inizio degli anni ’80, a causa della forte concorrenza di materiale proveniente  dall’Africa, più puro ed economico da ricavare, l’attività pugliese di estrazione diminuì e le cave di Spinazzola furono chiuse. La cavità non fu tuttavia ricoperta, lasciando un suggestivo scenario, con un cratere profondo 50 metri in cui il rosso, il rosa, l’arancione e mille altre sfumature si mescolano in un meraviglioso paesaggio.

Le cave si trovano a circa 10 km dalla città di Spinazzola.
Da Spinazzola prendere la SP 230 e proseguire fino alla SP 138, in direzione Andria. A circa 4 km dallo svincolo, imboccare la strada sterrata che si apre sul lato destro della carreggiata e proseguire fino alle cave, che si trovano subito dopo il bosco.

 

SPINAZZOLA, PROVINCIA DI BARLETTA-ANDRIA-TRANI

Strada Provinciale 138

 

Telefono: +39 0833721106

Villaggio rupestre di Triglie

 Al confine tra Statte e Crispiano, si conserva intatto lungo il declivio della gravina omonima, il villaggio rupestre di Triglie, composto da numerose grotte scavate nella roccia e dalle chiese di San Cipriano e di San Michele.
 
Le case-grotta sono prevalentemente a ambiente unico, dalla forma irregolare, con una sola apertura, ma vi sono anche grotte costituite da due o più ambienti, mentre nell’area del villaggio sono state rinvenute anche delle tombe.
 
Importante scrigno di storia, l’insediamento ha restituito materiali archeologici importanti che hanno permesso di datare il periodo di vita del villaggio stesso: dai numerosi reperti ceramici rinvenuti si deduce che il periodo di maggior sviluppo sia stato quello intorno all’anno Mille.

 

STATTE, PROVINCIA DI TARANTO

Strada Provinciale, 46

Telefono: +39 0994746316 

+39 3288344727

 

 

A pochi passi da Statte, l’insediamento di Capocanale è uno degli esempi più rappresentativi della civiltà rupestre nel territorio di Taranto, caratterizzato da gravine e lame frequentati dall’uomo dal Basso Impero all’inizio del secondo millennio.
 
Le lame sono attraversate dalle antiche vie di comunicazione dell’insediamento, in parte realizzato in pietra a secco e in parte scavato nella roccia. Qui è facile imbattersi in grotte, basamenti di edifici, tombe a fossa e a camera. Molto interessante è l’insediamento della lama dello jazzo, costituito da una serie di strutture destinate al ricovero di ovini e caprini.
 
Nell’area sorge la Masseria Capocanale, risalente al Seicento, antica casa padronale, affascinante esempio di azienda agricola nel territorio tarantino, cuore di un parco naturale esteso per circa 52 ettari.

 

STATTE, PROVINCIA DI TARANTO

Masseria Capocanale

 

Telefono:  +39 0994742222

 +39 3205734949

 

 

Frantoio ipogeo "Granafei"

Adagiato nei pressi della porta Filìa, all’ingresso del centro storico di Sternatia, nel luogo un tempo destinato ad accogliere il giardino del palazzo marchesale, il frantoio ipogeo Granafei è oggi l’unico fruibile di in una rete di diciannove frantoi in passato collegati da camminamenti sotterranei.

Utilizzato fino al XIX secolo, risulta caratterizzato da diversi spazi funzionali tra cui due ambienti per la spremitura, due tavoli da pranzo, due inghiottitoi di scarico.Il frantoio Granafei era il più importante tra quelli presenti in paese sicuramente fino al 1700, quando ne venne costruito un altro, semi-ipogeo, nei pressi del convento domenicano e di proprietà dei frati.
 
L’accesso è regolato da una scala coperta da volta a botte che conduce in un ambiente illuminato da un lucernario, con la vasca e le macine. Torchi alla calabrese e alla genovese servivano alla spremitura della pasta di olive che, successivamente, veniva raccolta in grandi vasche per essere poi prelevata con una larga pala a opera del nachiro, il responsabile del frantoio.

 

STERNATIA, PROVINCIA DI LECCE

 

Telefono: +39 0836666227

Masseria Melcarne

Coccolata da una distesa di ulivi secolari, in agro di Surbo, a poca distanza dall'abbazia medievale di Santa Maria di Cerrate, Masseria Melcarne è un'antica fortificazione che nel tempo è stata trasformata in elegante residenza nobiliare.
 
Costruita tra la fine del XVI e l’inizio del XVII secolo a difesa delle campagne dalle incursioni via mare, come dimostrano le antiche caditoie lungo i prospetti esterni, la torre era funzionale allo svolgimento delle attività produttive come fa pensare la presenza di ambienti destinati ai coloni, all'allevamento e alla trasformazione delle derrate agricole.
 
Nel corso del XVIII secolo la struttura subì importanti rifacimenti che ne trasformarono definitivamente la sua destinazione d'uso. Risalgono a questo periodo i due eleganti balconi sorretti da robuste mensole, mentre a arricchire il complesso sono le due colombaie a pianta quadrata adagiate ai lati della torre.
 
Da qualche anno la masseria è stata trasformata in azienda agrituristica, che produce olio, confetture e conserve ma anche grano, orzo e patate

SURBO, PROVINCIA DI LECCE

Strada Provinciale Surba-Torre Rinalda

 

Telefono: +39 368958324

 

 

T

A pochi passi dal Mar Piccolo, la Masseria San Pietro di Taranto è un grandioso complesso architettonico caratterizzato dall’aggregazione di più corpi di fabbrica risalenti ad epoche differenti.
 
I tre edifici principali sono la casa padronale, i locali utilizzati come alloggio dei coloni e la chiesa medievale, mentre due corti interne mettono in comunicazione i diversi ambienti.

A chiudere prospetticamente il lato sud della struttura è la basilica dei Santi Pietro e Andrea, edificata probabilmente tra il X e XII secolo, edificio che nel sottosuolo custodisce gallerie riconducibili ad opere di idraulica del periodo romano. 
 
Poco distanti dal complesso, si possono ammirare una piccola torre, un portico utilizzato come ovile e un grande frantoio ipogeo, oltre che il rinvenimento di reperti provenienti da una villa romana e di una necropoli di età medievale.
 
Attualmente la masseria è adibita a struttura ricettiva.

V

Insediamento rupestre di Monte Pucci

Affacciati sul versante nord-occidentale di un piccolo promontorio tra San Menaio e Peschici, nel territorio di Vico del Gargano, si aprono i circa 27 ipogei paleocristiani dell’insediamento rupestre di Monte Pucci.
 
Databile tra il IV e il VII secolo dopo Cristo, il complesso conta più di ottocento sepolture, scavate sotto il pavimento, a varie altezze nelle pareti, o elevate, su ripiani. In tali grotte trovarono sepoltura, nei primi periodi del cristianesimo, intere comunità garganiche medievali.
 
La necropoli si srotola ai piedi della torre cinquecentescacostruita dagli spagnoli per avvistare in tempo le navi saracene e poi utilizzata come torre d’avvistamento, per la dogana e il pagamento dei dazi. Oltre alle sepolture, sono presenti anche ambienti destinati alla liturgia cristiana. 

 

VICO DEL GARGANO, PROVINCIA DI FOGGIA

Strada Statale

 

Telefono: +39 0884991007

Museo comunale Trappeto Maratea

All’ingresso del borgo medievale di Vico del Gargano, il principale museo cittadino è allestito all’interno dell’antico frantoio, appartenuto alle nobili famiglie di Vico, situato alle spalle del castello federiciano.
 
Il museo ripercorre la trafila della produzione dell’olio d’oliva, con le antiche macine, le presse in legno e i torchi ricavati nella roccia, insieme alla collezione che conta circa 150 utensili e attrezzi necessari alla produzione del prezioso oro da tavola.
 
Nel museo è anche possibile ammirare la cucina monacesca, una sorta di focolaio domestico con i tanti oggetti della vita quotidiana di un tempo, come gli antichi calessi, gli strumenti per la caseificazione e abiti d’epoca.
 
Completano l’affresco della vita di una volta le sezioni sulla pastorizia e la cerealicoltura, mentre, soprattutto d’estate, sono frequenti le degustazioni di olio extravergine d’oliva o di frutti del Gargano, come gli ottimi agrumi o le pere, in occasione delle mostre pomologiche. 

 

VICO DEL GARGANO, PROVINCIA DI FOGGIA

Via Chiesa Madre, 3

 

Telefono: +39 3283523450

 

Conosciuto come Trappeto del Duca, l’ipogeo di Villa Castelli fu utilizzato fin dal XVII secolo come frantoio oleario raggiungibile attraverso il percorso che corre lungo il fondo dell’insenatura naturale della Gravina in contrada Guardiola.
 
Completamente scavato nella roccia, a una profondità media di circa tre metri rispetto al fondo della Gravina, e di circa dieci metri rispetto al piano stradale di vico Caliandro, il Trappeto del Duca ha una superficie di circa trecento metri quadrati con una pianta a forma di T irregolare.
 
È munito di un grande lucernario in corrispondenza di vico Caliandro e di due ingressi con affaccio sulla gravina. All’interno, sopravvivono l’antica macina in pietra calcarea e alcune presse in legno incastonate nelle apposite nicchie ricavate nella roccia. 

VILLA CASTELLI, PROVINCIA DI BRINDISI

Contrada Guardiola

 

Telefono: +39 0831811262

Gravina Parco Pubblico

La Gravina è una profonda insenatura naturale, che divide il centro storico cittadino dal quartiere “Lizzito”, la cui formazione risale ai primi anni ’50 del secolo scorso.

È caratterizzata dalla presenza al suo interno di tutte le essenze arboree endogene della Murgia e della macchia mediterranea, di un grande frantoio ipogeo (Trappeto del Duca, che sin dal XVII secolo e fino agli anni ’50 del secolo scorso, ha prodotto tra i migliori olii del territorio), e di un ponte a nove arcate a tutto sesto, che congiunge i due versanti della profonda insenatura carsica naturale.

La Gravina di Villa Castelli è l’unica della provincia di Brindisi, ed è stata inserita con provvedimento regionale del 2006, nel Parco delle Gravine dell’Arco Jonico.

 

VILLA CASTELLI, PROVINCIA DI BRINDISI

Zona Lizzitto

 

Telefono: +39 0831869208

 +39 0831869209

Nel cuore della città di Vernole, al centro della piazza principale, si scorge una scalinata dalla quale si accede ad un antiico frantoio iogeo, denominato "Caffa", scavato interamente nella pietra locale.

Al centro dell'ambiente principale si trova la vasca per la spremitura delle olive, del 1500 circa, ed ai lati le presse del tipo "alla calabrese" e "genovese", del 1700.

Interamente conservata anche la stalla con la mangiatoia per gli animali ed i vani per la conservazione dell'olio e delle olove ancora non lavorate.

VERNOLE, PROVINCIA DI LECCE

Piazza Vittorio Veneto

 

Telefono: +39 3498653610

Frantoio ipogeo di Zollino

Posto alla periferia di Zollino, il frantoio è stato edificato tra la fine del XVII e il XVIII secolo. Di modeste dimensioni, è rimasto attivo fino al 1940 e poi abbandonato.

Interamente scavato nel banco roccioso, presenta solo un vano in muratura di conci in pietra leccese. Vi si accede tramite una scala che presenta sui suoi lati quattro rientranze nella roccia, che fungevano da magazzino per le olive.

Dalla scala si giunge alla stanza circolare dove è posta la pietra molare, circondata da ambienti come la stalla con le mangiatoie ed altri vani di varia funzione, come la cucina e la zona per il riposo dei contadini. Si conserva perfettamente la parte della macina delle olive e della deposizione e conservazione dell’olio.

ZOLLINO, PROVINCIA DI LECCE

Via Giacomo Matteotti

 

Telefono: +39 0836600003

 

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