ACQUAVIVA DELLE FONTI
Sorta nell’Alto Medioevo sui resti di un villaggio peuceta
di età preromana, Acquaviva deve il nome alla vasta falda acquifera che per
secoli ha attirato le genti della “Siticulosa Apulia” di Orazio. L’acqua
sotterranea, che ancor oggi si può “spiare” dai pozzi del Centro Antico, ha
reso fertili i terreni e conferisce oggi la tipica, dolce freschezza alla
rinomata Cipolla Rossa. L’importante tradizione religiosa è testimoniata dalle
suggestive chiesette dei vicoli, dalla Festa della Madonna con il rito del
“lancio del Pallone” e dalla Cattedrale che, con il suo bel rosone e la
preziosa cripta dai sontuosi altari argentei, sfida da piazza dei Martiri
l’elegante Palazzo De Mari, antico castello Normanno poi residenza principesca dei
banchieri genovesi De Mari e oggi Municipio. Piazza Vittorio Emanuele mostra
l’unica Cassarmonica in muratura dell’Italia centromeridionale, monumento alla
Banda Musicale, fondata nel 1797, che nel suo curriculum vanta premi a Istanbul
e Stoccolma. La città ospita anche il più grande Osservatorio Astronomico
pugliese.
Eventi e Sagre
La ricorrenza che maggiormente riporta alla luce le
tradizioni e le origini della comunità locale è la festa di Sant’Eustachio,
patrono di Acquaviva, che si festeggia ogni anno il 20 maggio. La tradizione
racconta che furono i Normanni a designare il santo come patrono della città.
Nella cattedrale sono ancora visibili le sue reliquie e al santo è dedicato un
altare costruito con un marmo di grande pregio e valore.
Altri appuntamenti che scandiscono il calendario di
Acquaviva sono la festa dedicata a Maria Santissima di Costantinopoli, che ha
luogo il primo martedì di settembre e durante la quale si può assistere al
tradizionale lancio del pallone aerostatico, e la Sagra del calzone di cipolla,
con degustazioni dei prodotti e dei piatti tipici del territorio.
Le Eccellenze Enogastronomiche
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LA CIPOLLA ROSSA
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IL CECE NERO
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IL VINO PRIMITIVO
Ad Acquaviva esiste la più ampia popolazione di alberelli di
Primitivo Gioia del Colle di tutta l’area interessata dalla Doc. La produzione
di questo tipo di vino arriva ad Acquaviva intorno al 1820 e trova condizioni
pedoclimatiche ideali – anche a causa della presenza di acqua nel sottosuolo –
che ne consentono una notevole diffusione. Il rilancio delle produzioni, che
erano state in parte abbandonate, avviene nei primi anni Duemila grazie alle
cantine Chiaromonte e Polvanera, quest’ultima sul territorio di Gioia del
Colle. Oggi il Primitivo di Acquaviva è ritenuto di particolare eleganza e longevità
ed è di grande interesse sul piano enologico. Grazie al contenuto di
polifenoli, a dosi moderate può avere effetti positivi sul sistema
cardiovascolare. Di recente si sta promuovendo un censimento degli alberelli,
per la creazione di un parco che ne garantisca la valorizzazione e la tutela.
ADELFIA
Adelfia (Adélfie in dialetto barese) è un comune italiano di
17.139 abitanti della città metropolitana di Bari, in Puglia. Fu istituito nel
1927 dalla fusione dei comuni di Canneto di Bari e Montrone. Per suggellarne
l'unione, al nuovo comune fu posto il nome Adelfia, ossia
"fratellanza" (dal greco adelphòs).
Montrone è rinomata specialmente per i fuochi d'artificio
che illuminano la cittadina (considerata "capitale dei fuochi
pirotecnici") nel corso della sua grandiosa festa patronale. I rinomati
festeggiamenti in onore del protettore San Trifone hanno luogo in novembre; la
festa di San Trifone è da anni ritenuta la "regina delle feste patronali
di Puglia" ed attira annualmente migliaia di devoti pellegrini ed
estimatori della pirotecnia da tutta la Puglia, Campania, Molise, Abruzzo e
Lazio.
Eventi e Sagre
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Festa della Madonna della Stella (ha cadenza nel
lunedì dell'Angelo.
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Festa di San Vittoriano (festa patronale del
rione di Canneto - ha cadenza nell'ultima domenica di luglio)
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Festa della Madonna della Pietà (ha cadenza
nella prima domenica di settembre)
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Giornata dell'Emigrante (fine agosto) con il
ricordo, in due giorni di festeggiamenti, della rilevante emigrazione che ha
caratterizzato il comune di Adelfia.
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Festa dell'Uva (ha cadenza veRso la metà di
settembre)
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San Vittorianicchio (ha cadenza nella domenica
successiva a quella di S. Vittoriano)
Negli ultimi anni le rassegne dedicate ai vini sono spesso
presenti in associazione a musicisti jazz o spettacoli culturali (periodo
estivo e vendemmia).
Festa di san Trifone martire
La festa più importante di Adelfia, è la venerazione di San
Trifone, patrono di Montrone che secondo la tradizione protesse il paese
durante l'epidemia di peste del 1691 e scacciò un'invasione di cavallette.
L'evento è ricordato nell'iconografia del santo, che presenta sempre una
cavalletta sulla lancia.
La festa si celebra ogni anno dal 1º novembre all'11
novembre e in particolare nei giorni conclusivi, per la sua celebre gara di
giochi pirotecnici, fa convergere nella città molti turisti provenienti da
tutta Italia. In particolare il cuore della festa è il 10 novembre.
Sin dal primo giorno, la Bassa Musica di Adelfia, localmente
nota come u Tammorre ("il Tamburo"), percorre giorno e notte il
centro abitato suonando instancabilmente pezzi popolari, tra i quali
l'intramontabile "Marcie du ciuccie" ("Marcia dell'asino").
La sera del 9 novembre il quadro del santo viene portato in processione fino in
piazza e si procede al lancio della mongolfiera. Da quel momento la serata si
anima con i concerti di diverse bande giunte ad Adelfia per l'occasione, i
quali si protraggono fino a notte inoltrata.
Il giorno successivo, alle 4 di notte, un colpo secco
sparato da un mortaio di 12 cm di diametro sancisce l'inizio della giornata
clou: molti fedeli raggiungono quindi la chiesa di San Nicola di Bariper
assistere alla prima messa, alle 4.30.
I concerti bandistici, dalle 10, e la riffa, ossia un
susseguirsi di offerte dei fedeli che desiderano portare a spalla la statua del
santo, precedono la processione. Questa percorre le vie cittadine accompagnata
- tra gli altri - da molti bambini che per devozione familiare indossano abiti
analoghi a quelli del santo. Alcuni dei bambini accompagnano la processione su
cavalli bardati a festa. La consegna delle chiavi della città da parte del
sindaco chiude la processione. Nel pomeriggio ha luogo la celebre gara
pirotecnica, della durata di circa tre ore.
A conclusione dei festeggiamenti, l'11 novembre la processione
percorre nuovamente il paese, e la statua del santo è portata a spalla dagli
emigranti tornati ad Adelfia. La domenica successiva alla festa, detta
"San Trefon 'iinde a ua' 'nnicchie” ("San Trifone nella
nicchia") gli adelfiesi festeggiano la posa della statua del santo patrono
nella nicchia della chiesa di San Nicola, dove resterà per l'anno a venire.
Dal punto di vista gastronomico, nel giorno di san Trifone
l'avventore si trova coinvolto in una sorta di "sagra dell'agnello"
ove si possono degustare presso le rosticcerie allestite per strada, delle
"costatine scottadito" e delle frattaglie alla brace
("'nghimmiredde"), accompagnate da costine di sedano e fette di
provolone oltre che dal vino locale.
ALBEROBELLO
(Aiarubbédde in apulo-barese) è un comune italiano di 10 718
abitanti della città metropolitana di Bari (provincia di Bari), in Puglia.
Celebre per le sue caratteristiche abitazioni chiamate
trulli (Casedda o Cummersa) che dal 1996 sono tutelate dall'UNESCO quali
patrimonio dell'umanità, fa parte della Valle d'Itria e della Murgia dei
Trulli.
Eventi e Sagre
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Il Presepe Vivente
Il Presepe Vivente, si svolge nel periodo natalizio
con la partecipazione di numerosi cittadini che indossano costumi d'epoca e
tradizionali alberobellesi.La rappresentazione si svolge nel rione trulli
Aia Piccola. Ogni scena viene allestita nelle abitazioni :
ogni trullo diventa una capanna di pastori. Si prega, si medita, si
cantano nenie nastalizie, si gustano i dolci della tradizione.
L'iniziativa è curata nei minimi particolari dall'Associazione "
Da Betlemme a Gerusalemme,che cura la realizzazione impegnandosi per
settimane.
La manifestazione religiosa, richiama ogni anno migliaia di visitatori.
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Festa della Birra
E' una manifestazione all'insegna del mangiare giovane;
Si svolge nel mese di settembre.
E´ una tre giorni di
festa durante i quali i produttori di birra nazionali ed esteri mettono a
disposizione il loro prodotto e gli
artigiani della pizza si incontrano per preparare il tradizionale piatto italiano. La villa
Donnaloja luogo ameno nel Rione Monti è
la location dell'iniziativa per trascorrere una serata con gioia e gusto.
Gruppi musicali e gruppi di ballerini allietano la serata.
L'iniziativa è
organizzata dall'Associazione Pro-Loco.
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A Tavola come una volta.... i Piatti Tipici
della Vigilia
In questa manifestazione è protagonista il Rione Monti. In ogni stradina che si inerpica
fino a raggiungere la Chiesa a Trullo di
S. Antonio, si può gustare un piatto tipico della tradizione natalizia alberobellese
come : "baccalè fritt", (baccalà fritto con la pastella); "baccalè ca crsciaul", (baccalà con
tagliatelle a mano di grossetto che è uno sfarinato ) ; "fcazz ca´
cpodd", ( focaccia ripiena di cipolle dolci, olive);"tmben d´
ciuchredd e vambascioun" (timballo di cicorielle selvatiche e muscari o
lambascioni); "scarteddet i pettl" (dolci tipici : le cartellate e
pettole e condite con vin cotto o
miele).
Gli zampognari e i musicali intonano nenie natalizie.
La manifestazione è organizzata dall'Associazione Arteca in
collaborazione con l'Assessorato al Turismo e si svolge nei giorni precedenti
il Natale.
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La Notte dei Briganti
"La notte dei briganti" è una rievocazione
storica, di fine "800, che si svolge nei boschi della Masseria Gigante.
La rappresentazione
comprende scene di guerra tra briganti e contadini alberobellesi e scene del
vivere quotidiano dell´epoca. I personaggi, circa duecento comparse, recitano
in costume.
La manifestazione, che si conclude con degustazione di
piatti poveri e tipici, è nuova e
promozionale nel suo genere per la location e per il tema trattato. Si svolge
nel mese di settembre ed è organizzata dall'Associazione Sylva Tour and
Didactis, in collaborazione con l'Assessorato al Turismo.
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Masseria sotto Le Stelle
" In masseria sotto le stelle".
organizzata dall'Associazione Trulli e Natura in
collaborazione con l'Assessorato al Turismo, è un serata di promozione della
gastronomia alberobelle più tipica e semplice resa prelibata da accostamenti
culinari che sempre rispettano la
tradizione.
Il clima è allietato da animatori, gruppi musicali,
ballerini.
L'iniziativa si svolge in agosto.
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Mostra dell'Artigianato Turistico
La mostra mercato dell´artigianato turistico, si svolge in
agosto, solitamente nelle due settimane centrali del mese.
Realizzata nella villa don Giacomo Donnaloja,proprio in cima
al Rione monti, dall' Associazione Artigianale e Artigianale Artistico, è una
ricca e prestigiosa esposizione di
prodotti e manufatti, che esprimono la laboriosità,la professionalità e l´arte
degli espositori.
E' possibile acquistare dal vaso artistico decorato a mano,
al dipinto, da monili e oggetti in ferro battuto alle porte blindate, dallo
scialle lavorato ai vecchi telai alle tovaglie e asciugamani di lino, dai
fischietti in creta al cestame in giunco. Nell'area espositiva è possibile
gustare i prodotti artigianali da forno, miele, dolci di mandorle, rosoli alle
erbe e ai fiori, olio e vino.
Durante la mostra hanno luogo dibattiti ed incontri a tema.
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La Passione Vivente
Inserita nel percorso " Settimana Santa in
Puglia", l'iniziativa si svolge nella sera del venerdì santo. Dopo un
itinerario cittadino, i personaggi della via crucis tutti in costume, ai piedi
della zona monumentale in uno scenario, oltre che fiabesco, intriso di
atmosfera e raccoglimento, rappresentano la passione di N.S.Gesù.
L'organizzazione della iniziativa è curata dall'Associazione
Da Betlemme a Gerusalemme.
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Rievocazione Storica della Liberazione di
Alberobello
Rievocazione storica della liberazione di Alberobello dal
dominio feudale. (Luglio)
E´ una sorta di corteo raccontato con oltre 250 comparse in
costumi del tardo `700, che sfilano per
le vie del paese in un susseguirsi di scene storiche: La corte, gruppi di
borghesi, gruppi di bambini, gruppi di popolani, i nonni, gruppi di animali.
Canti e balli d´epoca vivacizzano il
percorso che termina con una degustazione dei piatti semplici del periodo
rappresentato.
La parte storica è attentamente curata come anche la
scenografia.
I contenuti, i testi rivelano scene conflittuali tra il
Conte, il feudatario di Alberobello e gli alberobellesi all'indomani della
liberazione della città dal servaggio feudale e a ricevimento dell'editto reale
di elevazione del feudo a città regia.
La manifestazione è organizzata dall'Associazione "Arteca"
in collaborazione con l'Assessorato al Turismo e con la regia di Antonio
Minelli.
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Maratona di Artisti per Solidarietà
"Maratona di artisti per solidarietà " (5-6 gennaio)
E' un'iniziativa di solidarietà che vede protagonisti gli
artisti o coloro che per due giorni si sentono tali e anche gruppi musicali, gruppi teatrali,
scolaresche, associazioni, gruppi sportivi, piccoli pianisti in erba, cantanti,
artisti di strada, i pulcini del Gruppo Folkloristico, chi sa recitare una sola
poesia o vuol mettersi in gioco pensando che tutto servirà per alleviare
sofferenze.
Gli spettacoli si
susseguono e si alternano nei due giorni, scelti non a caso ma proprio perchè
l'Epifania è la festa dei bambini,
poichè sono loro i protagonisti e i destinatari.
Nell'edizione 2009 si sono svolte, tra l'altro, gare sportive, gare di orientiring, giochi di piazza e con
la Wii, l'esibizione di 4 gruppi musicali giovanili, monologhi teatrali e karaoke.
L'asta di quadri realizzati da pittori qualificati e non ha contribuito ad innalzare il raccolto per
la causa.
Determinante è stata, come sempre, la partecipazione e la collaborazione delle associazioni di
categoria e dei commercianti locali che hanno sostenuto l'iniziativa in vari
modi.
La maratona si svolge in Piazza del Popolo e lo spettacolo è
no-stop.
Gli spettatori, che accompagnano con ovazioni le varie
esibizioni, trovano ristoro dal freddo gustando dolci,taralli, mozzarelle calde
e soprattutto vin brulè, quest'ultimo è
stato introdotto per la prima volta nella cultura gastronomica locale proprio
in questa manifestazione di solidarietà.
L'Associazione
Pannartè, che cura l'organizzazione
svolge tale operato in stretta collaborazione con l'Ass.Internazionale
" Granello di Senape".
Pannartè e
l'Assessorato alla Solidarietà sostengono il Centro Nutrizionale del villaggio
di Nyakinama in Rwanda, laddove, grazie a questa iniziativa, trovano conforto e
cibo circa 1000 bimbi orfani.
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Festival Folklorico Alberobello
Il Gruppo Folkloristico "Città dei Trulli" di
Alberobello continua il lavoro dell´animatrice Isabella Sgobba che, già nel
1928, aveva cominciato a riscoprire usi,
costumi, danze e canti alberobellesi di fine Ottocento.
I costumi con i quali i componenti si esibiscono si rifanno
a quelli indossati dagli alberobellesi di quell´epoca. Mentre le donne vestono
l´abito da lavoro, gli uomini indossano quello caratteristico del carrettiere,
reso particolare da una larga fascia rossa in vita.
Lo spettacolo
riproduce la serata del sabato sera che si organizzava nell´Aia a fine
settimana lavorativa, i balli e i canti
riconducono alle esperienze quotidiane della civiltà contadina.
Festiva Folklorico Internazionale. Nel 1984, nel suggestivo scenario dei Trulli,
ha inizio questa manifestazione che si rivelerà da subito molto gradita e
seguita dal pubblico, ottenendo nel tempo sempre maggiori successi e notorietà
grazie alla varietà e alla bravura dei Gruppi partecipanti.
Il Festival si svolge nel primo fine settimana di Agosto, in
due o tre serate, in cui importanti compagini folcloristiche italiane e
straniere si esibiscono in una rassegna di suoni, balli e canti, offrendo uno
spettacolo davvero unico e suggestivo.
Il festival, giunto ormai alla XXVI edizione, è da anni uno
dei palcoscenici più qualificati per la diffusione della cultura dei Popoli
ALTAMURA
(Laltamùre in dialetto locale) è un comune
italiano di 70 539 abitanti della città metropolitana di
Bari in Puglia.
È l'ottavo comune della regione per popolazione,
mentre per estensione è il tredicesimo in Italia e il primo nella
provincia di Bari.
La cittadina è famosa per il pane DOP, tipico
nella sua forma (nel dialetto locale sckuanéte, trad. alto). Il
monumento principale è la cattedrale di Santa Maria Assunta, esempio
di Romanico pugliese, stile gotico (secolo XIII); l'Uomo di
Altamura, scheletro di Homo neanderthalensis, e la cava dei dinosauri,
giacimento risalente al Cretacico con impronte di dinosauri.
Eventi e Sagre
Evento principale della città è la Festa della Madonna
del Buoncammino, nato dalla cultura contadina come momento di ringraziamento
per la Madonna e di propiziazione per il raccolto. Alla fine dell’estate (la
domenica successiva al 15 agosto) la statua della Madonna viene portata in
città in processione su un carro trainato da buoi, sul quale siedono festanti e
bambini che intonano canti in onore della Vergine. Precede il carro un corteo
di cavalli, la cavalchète, ornati di fiori e lampadine, mentre i cavalieri
indossano pantaloni neri, camicia bianca e un drappo rosso legato alla vita,
tipico abbigliamento del contadino altamurano. La Madonna viene festeggiata il
secondo sabato di settembre.
Dialetto
Ad Altamura si parla una variante del dialetto apulo-barese.
Tratti distintivi del dialetto sono:
a > éi
(es. informato > mburméite; mangiato >
mangiéite; tuonato > ndurnéite);
o > ué
(es. buono > buéne; duro > tuéste);
gr > r
(es. grano > réine; grande > rànne);
uso di hé (es. devo andare a
suonare > hé gì a suné);
uso del dittongo
arcaico au (es. dove > addaue, carbone > carvaune)
inversione
di nghe in gn (es. finghe per figne > sino
a, vénghe per végne > vengo)
Ha ricevuto molte influenze dal vicino dialetto di
Matera, ma anche di Gravina in Puglia e più in generale dalla fascia
del dialetto barese. Un poemetto del Seicento in questo dialetto, con
elementi dell'italiano arcaico, è il Capitolo di S.Iacopo.
Le Eccellenze Enogastronomiche:
La cucina altamurana offre molti piatti unici nel loro
genere.
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Paste fresche e prodotti della panetteria,
pasticceria
Il pane di Altamura, con le sue classiche forme
skuanète (alto) e basso, ha ricevuto nel 2005 la denominazione
di origine protetta (D.O.P.) dall'allora ministro
dell'agricoltura Alemanno. Il pane di Altamura si ottiene mescolando la
semola rimacinata di grano
duro con acqua e lievito naturale, detto "lievito
madre", che si ottiene facendo fermentare una piccola quantità di pasta di
pane preparata in precedenza; il tutto si lascia riposare per qualche ora e,
rispettando le tradizioni, viene cotto nei forni a legna all'alba per essere
presente sui banconi già alle prime ore del mattino.
Il pane di Altamura è ufficialmente il primo prodotto
in Europa a fregiarsi del marchio DOP nella categoria
merceologica Panetteria e prodotti da forno. È prodotto solo all'interno
della zona d'origine con grano raccolto esclusivamente dai dintorni. Ogni forma
è garantita dal Consorzio di Tutela.
Durante gli anni del dopoguerra, il pane veniva
preparato dalle massaie nelle proprie case (con dosi settimanali di diversi kg)
e consegnato ai fornai, che passando casa per casa, si preoccupavano di
raccogliere le pagnotte. Prima di cuocerle ad ogni pagnotta veniva impresso il
marchio di ogni famiglia che aveva preparato il pane e una volta cotto veniva
caricato su un carretto trainato da un mulo e riconsegnato alle famiglie.
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Cialda fredda e Pane cotto
Tra i piatti tipici
preparati con il pane bisogna ricordare la ciallédde (italianizzato
in cialda) preparata con pane di Altamura raffermo al quale vengono
aggiunti pomodori, cipolla, uno spicchio di aglio, cime di rape (in alternativa
patate e uova) e olive precedentemente bolliti, con l'aggiunta, a crudo, di un
filo d'olio extravergine di oliva e u puène quétte (pan cotto)
preparato facendo bollire direttamente in acqua salata il pane con verdure di
stagione: il tutto viene spolverato con formaggio (meglio se pecorino
murgiano).
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Carni fresche
U cutturidde e la pecora alla rezzaule sono
due piatti tipici a base di carne ovina. U cutturìdde è un lesso di
agnello e varie erbe selvatiche, come il finocchietto selvatico, e piselli. Un
piatto simile viene anche fatto a Venosa ed
a Tricarico dove si suole, per questa preparazione, usare carne di
pecora condendola anche con salsa di pomodoro e peperoncino piccante.
La péchere alla rezzaule è, invece, composta da carne
pecorina con aromi e verdure selvatiche, cotta lentamente
in anfore di terracotta e in forno a legna.
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Prodotti vegetali
I lambasciune (lampascione in
italiano,vambasciule in gravinese): (Leopoldia comosa, muscari
in italiano), sono dei bulbi di una pianta selvatica tipica dell'Italia
meridionale, simili alla cipolla, dal sapore aspro e intenso, utilizzati come
contorno per arrosti di carne. Sono degustati anche fritti, cotti sotto la
cenere, lessati e conditi.
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Bevande alcoliche, distillati, liquori
Padre Peppe: prodotto per la prima volta da
un frate cappuccino, Padre Giuseppe Ronchi, agli inizi del XIX secolo,
è oggi il più importante, famoso, diffuso e commercializzato liquore
altamurano. Di colore marrone scuro, ha un sapore e un profumo molto intensi,
ma ovviamente ciò dipende dalla preparazione e dagli ingredienti. Secondo la
tradizione il Padre Peppe si prepara immergendo i frutti verdi dell'albero
delle noci a partire dal 24 giugno (giorno di San Giovanni Battista)
in alcol, con l'aggiunta di erbe, spezie e aromi vari tra i quali
caffè, chiodi di garofano, cannella e noce moscata. Il
tempo di macerazione può variare dai 6 mesi (per i prodotti fatti per consumo
personale) ai 4 anni (nel rispetto della tradizione).
All'olfatto meno esperto è possibile riconoscere solo una
parte di tutti questi profumi, tra i quali spicca la cannella. Si abbina molto
bene con la tradizionale pasticceria secca altamurana, a base di mandorle.
BARI
(Bàre in barese, fino al 1931 Bari
delle Puglie) è una città italiana di 325 230 abitanti capoluogo
della regione Puglia.
È il nono comune italiano per popolazione, terzo
del Mezzogiorno dopo Napoli e Palermo. La
sua area metropolitana è la sesta d'Italia con quasi 1 300
000 abitanti.
È nota anche per essere la città nella quale riposano le
reliquie di San Nicola. Tale condizione ha reso Bari e la
sua basilica uno dei centri prediletti dalla Chiesa
ortodossa in Occidente e anche un importante centro di comunicazione
interconfessionale tra l'Ortodossia e il Cattolicesimo.
Bari ha una solida tradizione mercantile - imprenditoriale e
da sempre è punto nevralgico nell'ambito del commercio e dei contatti
politico-culturali con l'Est Europa e il Medio Oriente. Il
suo porto è il maggiore scalo passeggeri del mare Adriatico.
Dal 1930 si tiene a Bari la Fiera del Levante, tra le principali
esposizioni fieristiche d'Italia. Più recentemente la città è diventata sede
del segretariato per il Corridoio pan-europeo 8.
Eventi e Sagre
Tanti sono gli eventi che si tengono a Bari: oltre a
kermesse temporanee, che variano di anno in anno, ci sono alcuni appuntamenti
fissi che assolutamente non vanno persi. Ecco qui i principali:
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Fiera del Levante
Nel quartiere di Fesca-San Girolamo si svolge uno degli
eventi più importanti di Bari, ovvero la Fiera del Levante, con manifestazioni
differenti a seconda dei periodi dell'anno. La kermesse più seguita, con oltre
duemila espositori e un milione di visitatori all'anno, è la campionaria
di settembre. Ad aprile è il momento dell'Expolevante, ovvero la fiera
internazionale per il tempo libero, lo sport, il turismo e le vacanza. E
ancora Smau Business, la fiera dell'Information & Communication
Technology per le piccole e medie imprese locali e la Pubblica Amministrazione
che si tiene a Febbraio, la biennale Levante Prof, ovvero il salone
nazionale della panificazione, pasticceria, gelateria, pizzeria, birra, vini,
bar, ristorazione, pasta fresca, pubblici esercizi & hotel che si svolge a
marzo. Il salone dello studente, dei matrimoni, dell'ecologia e
molti altri completano l'agenda di questa grande fiera di Bari.
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Acqua in testa
Il festival di musica si tiene ogni anno, da cinque edizioni
ormai e nel mese di luglio, è uno degli eventi musicali più importanti di Bari.
In diverse location, come sul lungomare, si svolgono concerti, eventi e musica
che animano le serate dei cittadini baresi e dei tanti turisti.
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Festa di San Nicola
Nella notte del 7 maggio si celebra la festa di San Nicola,
il patrono della città di Bari: in questa occasione si ripercorrono le gesta
dei 62 marinari baresi che nel 1087 trafugarono le ossa del santo di Myra e le
portarono nel capoluogo della Puglia, costruendo una basilica per venerare il
suo culto. Sfilate in abiti d'epoca, rievocazione storica, spettacoli teatrali
si svolgono durante tutta la settimana dei festeggiamenti. Un concerto di
musica sacra che si tiene nella Basilica celebra l'evento.
Dialetto
Il dialetto barese è un idioma che si è costruito
e modificato a seguito delle innumerevoli occupazioni di popolazioni straniere
che per secoli la città ha vissuto e che hanno donato alla parlata barese
peculiarità diverse ed un'inflessione incomprensibile per molti italiani.
Dal punto di vista filologico, il dialetto barese ha avuto
origine dalla comune lingua madre, il latino, prima
del siciliano e poi del napoletano; conseguentemente a tale
evoluzione si è creato, sotto vari influssi, il tipico idioma barese.
Il dialetto barese appartiene alla varietà linguistica
romanza chiamata apulo-barese. Questa varietà linguistica, appunto
l'apulo-barese, viene parlata grosso modo nella Città metropolitana di
Bari, nella provincia di Barletta-Andria-Trani, nella parte occidentale
della provincia di Taranto (Taranto inclusa) e in alcuni comuni
della provincia di Brindisi, e nella parte nord-orientale
della Basilicata, da 2.102.023 persone circa, sebbene il dialetto parlato
nella provincia di Foggia può essere considerato come un dialetto apulo-barese
con influenze napoletane e abruzzesi.
In particolare, esclusivamente nella zona di Bari
Vecchia, sembra sussistere il frangimento vocalico in éu, oggi quasi
scomparso nella parlata più moderna. Es. zucchina > var.
antica zucchéune ; var. moderna zucchìne; limone >
v.a. leméune > v.m. lemòne
Le Eccellenze Enogastronomiche
La cucina tipica di Bari si basa sui prodotti
naturali, siano essi di terra o di mare, cucinati in modo semplice, ma gustoso.
Le ricette tradizionali di questa terra sono così buone da essere riprodotte in
tutte le parti del mondo, anche grazie agli emigrati baresi che, una volta
trasferiti fuori dalla Puglia, hanno continuato a diffondere le proprie
tradizioni enogastronomiche.
La pasta è senza dubbio un must nella cucina barese: tipiche le orecchiette o
cavatelli, fatti in casa ovviamente, servite con sughi diversi, ma quanto mai
salutari. La Puglia non a caso vanta la nomea di "granaio d'Italia"
perché è una delle regioni che maggiormente si dedica alla pasta fatta in casa.
Oltre alle orecchiette, vi consigliamo di assaggiare le trie (tagliatelle), le
lagane (lasagne, nel Salento fatte senza uovo), i cavatelli, ovvero gnocchetti
si semola allungati, i maccheroncini e i troccoli ( rustici taglioloni che bene
si adattano a condimenti robusti). A proposito di condimenti, assolutamente
tipico della zona sono le orecchiette con le cime di rapa, o i
cavatelli, i troccoli e le lasagne ai frutti di mare. A Bari molto diffuse sono
inoltre le zuppe, la melanzanata e l'incapriata, ovvero l'agnello
cucinato nei modi più variegati.
Gli amanti del vino, poi sono venuti nel posto giusto, la Puglia è una terra
rinomata per la produzione di vini: è possibile degustare quelli prodotti nella
provincia barese e nello stesso tempo quelli delle altre province. Tra i più
rinomati ci sono il Gioia del Colle, l'Aleatico di Puglia, il Copertino, il
Gravina, il Castel Del Monte, il Brindisi, l'Alezio, il Leverano, il Cacc'e
mitte di Lucera, il Lizzano e il Locorotondo.
BINETTO
(Venétte in dialetto barese) è un comune
italiano di 2.225 abitanti della città metropolitana di Bari,
in Puglia.
Eventi e Sagre
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Festa patronale della Madonna di
Costantinopoli, la cui devozione risale al 1784 quando le si
attribuì il miracolo di aver salvato il raccolto dal gelo che aveva colpito i
campi dei paesi limitrofi.
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Festa di san Crescenzio martire, ultima
domenica di agosto.
BITETTO
(Vetétte in dialetto
locale,Vitetum, Bistictum o Bitectum in latino) è
un comune italiano di 12.001 abitanti della città metropolitana
di Bari, noto per la presenza delle spoglie del Beato Giacomo, un frate laico
morto in odore di santità, il cui corpo è rimasto nei secoli intatto.
Nominata "Città dell'Oliva Termite", Bitetto ha
ricevuto il titolo di città nel 2007 dal presidente della
Repubblica, Giorgio Napolitano. Sede vescovilefino al 1818,
conserva una pregevole cattedrale in stile romanico pugliese.
Eventi e Sagre
A Bitetto si svolgono tradizionalmente due fiere:
1.
il 25 marzo, festa dell'Annunziata
2.
il 22 luglio, giorno della Maddalena.
La prima, la più antica, si volge lungo quello che anticamente
era un asse viario peuceta, sul quale i Romani avevano innestato l'Egnatina,
una strada che dalla Premurgia giungeva al mare, passando per Grumo
Appula, il casale di Santa Maria La Veterana e il casale di S. Marco.
L'esistenza della fiera di Primavera è attestata da un documento del 14 marzo
1431 con il quale Lorenzo de Attendolis, per volere della
regina Giovanna II, concedeva all'Universitas di spostare la fiera
dell'Annunziata a luglio. A tal proposito bisogna ricordare che gli Angioini erano
particolarmente devoti alla Maddalena e ne avevano portato il culto in Italia
dalla Provenza.
Ogni anno, tra il 25 aprile e il 1º maggio, a Bitetto si
svolge una rievocazione medievale, durante la quale il Borgo Antico
torna all'epoca di Fra' Giacomo (XV secolo); in particolare viene
rievocato un episodio storico, ovvero il Ringraziamento del duca d'Atri e
signore di Bitetto Andrea Matteo Acquaviva al frate. Il duca,
infatti, aveva partecipato alla Congiura dei
baroni contro Ferdinando I e, sconfitto, si era rifugiato in
convento: qui incontrò Fra' Giacomo che gli predisse il perdono del Re, a
differenza degli altri congiurati che sarebbero stati decapitati; inoltre il
Frate gli predisse la nascita di un figlio maschio. Verificatesi entrambe le
predizioni, il Duca tornò a Bitetto con la famiglia e la corte per ringraziare
il Frate, facendo costruire, in segno di devozione, la strada rettilinea che
collega il Convento Francescano al paese (oggi via Beato Giacomo).
Presepe vivente
Ogni anno, dal 24 dicembre al 6 gennaio, all'interno del
Santuario del Beato Giacomo, si svolge il Presepe vivente, organizzato dai
frati francescani, diviso in due ambientazioni: da un lato scene di vita
popolare, che ripropongono i mestieri del passato, dall'altro la scena sacra,
ambientata nel '400, con il Beato Giacomo e la Sacra Famiglia in abiti del XV
secolo, inseriti in un contesto rinascimentale.
Le Eccellenze Enogastronomiche:
La cucina bitettese racchiude diversi piatti,
propri della tradizione pugliese.
In particolare:
-
la ciallédde, pane raffermo bagnato
in acqua e servito con pomodoro, olio e sale;
-
le cartellatte, un dolce natalizio
costituito da nastrini di sfoglia (preparata con farina, olio e vino bianco)
avvolti a formare una sorta di rosa, fritti e imbevuti di vincotto;
-
la scarcella, dolce pasquale
consistente in una colomba di pane addolcito e glassato, al cui centro è posto
solitamente un uovo sodo;
-
le chiacchiere, dolce tipico di
carnevale.
Tipiche della città sono l'uva, le percoche o percochi e,
in particolare, l'Oliva Tèrmite, un cultivar di oliva da tavola
originario del territorio bitettese, dove è presente da diversi secoli: un
documento del 6 maggio 1186 pubblicato nel Codice Diplomatico Normanno di
Alfonso Gallo, infatti, ripete più volte il termine Termitum per
indicare la varietà di alberi coltivata.
BITONTO
(Vetònde/Vutònde in dialetto
bitontino, Βυτοντινον in
greco, Butuntum o Botontum in latino) è un comune
italiano di 55 320 abitanti della città metropolitana
di Bari in Puglia.
Bitonto è conosciuta come città degli ulivi per
gli estesi oliveti che la circondano e la produzione olearia,
rinomata già nel XIII secolo e perfezionata nel corso del XX
secolo, che costituisce ancora oggi la più importante risorsa economica
della città. Bitonto inoltre ha dato il nome alla cultivar locale, cima
di Bitonto.
-
Beat Onto Jazz Festival
Si tratta di una manifestazione Jazz nata
nel 2001 con finalità divulgative. Si svolge in alcuni giorni del
mese di agosto presso piazza Cattedrale, e col tempo è diventata una realtà
importante nel panorama jazz del Meridione.
-
Traetta Opera Festival
Il Traetta Opera Festival nasce nel 2005 con lo
scopo di riscoprire e rivalorizzare la figura del musicista
bitontino Tommaso Traetta. Si tiene a cavallo tra ottobre e novembre. In
questo periodo si tengono convegni sulle opere di Traetta e sono eseguiti brani
del musicista nelle piazze della città. Si esibiscono anche i vincitori
dell'edizione precedente del concorso internazionale di canto lirico,
organizzato dal festival.
-
Festival Italia – Giappone
Nell'edizione del 2011 del Traetta Opera Festival
si è stretta una relazione culturale con la Tokio International Choir, che ha
portato in città una ottantina di cantanti musicisti e
appassionati giapponesi. È nato così anche il Festival Italia – Giappone,
dove la Tokio International Choir e la Tokio Opera organizzano una serie di
concerti a Bitonto e in altre località della Puglia. Il festival organizza un
concorso per giovani cantanti lirici, intitolato al cantante lirico
bitontino Caffarelli, che si tiene nella cornice del teatro Traetta.
Dialetto
Il dialetto bitontino è la variante locale del dialetto
apulo-barese centrali. È stato oggetto di numerosi studi, e reca traccia
della lunga presenza di dominazioni diverse (greca, francese, austriaca e
spagnola).
Nella pronuncia dialettale tutte le vocali protoniche e postoniche,
esclusa la "a" protonica, hanno ceduto il posto a una "e"
muta simile a quella francese. Le vocali accentate sono rimaste tali in sillabe
aperte (ad esempio l'italiano "mosca" diventa "mòsche"),
mentre si sono trasformate in dittonghi diversi in sillabe aperte:
La "a" muta nel dittongo "èu" (ad
esempio "mano" in italiano, diventa "mèune").
La "e" si trasforma nel dittongo "ài" o "èi" (ad
esempio, l'italiano "treno" diventa "tràine" o
"trèine").
La "i", muta nel dittongo "ói" (ad esempio, l'italiano
"partita" diventa "partóite").
La "o", diviene invece "àu" (ad esempio l'italiano
"scopa" diventa "scàupe").
La "u" si trasforma nel dittongo "ìu" o "éu" (ad
esempio, l'italiano "tu" diventa téue o "tìue").
L'articolo singolare femminile è "la", quello
singolare maschile "u", mentre il plurale di entrambi i generi è
"re".
Le Eccellenze Enogastronomiche:
Ricca è la cucina bitontina, che annovera diversi piatti
tipici. Tra questi è la ciallédde, preparato con pane bagnato,
pomodorini, olio e sale. Piatti simili sono diffusi in tutta la Puglia. Diffusi
sul territorio murgiano sono i lampascioni, una pianta che genera dei
bulbi dalla forma di piccole cipolle. Tali bulbi sono raccolti e lasciati a
mollo almeno due giorni, dopo i quali sono pronti per essere serviti,
solitamente conditi con sale e olio d'oliva.
Rinomati i dolci legati alle tradizioni festive. Tipica del
periodo di Ognissanti è la colva, preparata con grano ammorbidito
nell'acqua, chicchi di melograno e di uva, scaglie di cioccolato fondente, il
tutto legato insieme dal vin cotto di uva.
Tipiche del periodo natalizio sono, invece,
le cartellate, e i cuscinetti. Le prime sono dei nastrini di una sottile
sfoglia di pasta preparata con farina, olio e vino bianco, avvolti su sé stessi
sino a formare una sorta di "rosa" che sono poi fritte in abbondante
olio e passate nel vin cotto di uva, di fichi, o di fichi d'India. Talvolta il
vino bianco è sostituito con del succo di arancia.
Con lo stesso impasto si preparano i cuscinetti: si ricavano
piccoli rettangoli di pasta farciti con della pasta reale, ottenuta dalla
triturazione delle mandorle e l'aggiunta di zucchero. Successivamente sono
chiusi per formare piccoli cuscinetti che dopo saranno cotti: cosparsi di
zucchero a velo se passati al forno oppure rigirati nello zucchero semolato se
fritti.
A Pasqua, invece, si prepara la scarcella,
una ciambella o colomba di cioccolato di pane addolcito con della glassa. La
ricetta tipica prevede anche un uovo sodo al centro. Carnevale, infine, è
l'occasione per la preparazione delle chiacchiere.
Tipica è anche la focaccia di patate, un
piatto occasionale che per tradizione si mangia la domenica. L'impasto consiste
in farina, olio d'oliva, pomodori e patate macinate. Il tutto viene poi cotto
in forno per circa 15-20 minuti.
Il dolce simbolo della città è però il bocconotto.
La ricetta era un segreto delle suore del monastero di Santa Maria delle
Vergini.
BITRITTO
(Vetrìtte in dialetto barese) è un comune
italiano di 11 234 abitanti della città metropolitana di
Bari in Puglia.
CAPURSO
(Capùrse in dialetto locale) è un comune
italiano di 15.685 abitanti della città metropolitana di Bari,
in Puglia. Si trova a circa 6 km a sud-est del capoluogo. La
cittadina è nota principalmente per il culto della Madonna del Pozzo, a
cui nel 1779 è stata eretta una grande basilica, nominata
successivamente da Pio IX reale basilica pontificia minore.
Eventi e Sagre
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Festa di Sant'Antonio Abate, 17 gennaio con
accensione dei falò e la tradizionale benedizione degli animali.
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Festa parrocchiale di San Francesco da
Paola, 2 aprile.
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Festa dell'incoronazione della Madonna del
Pozzo, 20 maggio.
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Festa Patronale di San
Giuseppe, patrono di Capurso, ultima domenica di maggio.
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Processione di Sant'Antonio da Padova, 13
giugno.
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Festa rionale della Madonna delle Grazie, 2
luglio (Madonne du Annicchie)
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Festa della Madonna del Carmine, 16
luglio, celebrazioni religiose presso la chiesa del Purgatorio.
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Festa Patronale della Madonna del
Pozzo, patrona di Capurso, ultima domenica di agosto.
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Festa dell'Ottava della Madonna del Pozzo, prima
domenica di settembre.
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Processione di San Francesco D'Assisi, 4
ottobre.
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La Fanoj dell'Immacolata, 8 dicembre,
accensione del grande falò, coronato da una serie di eventi per le vie della
città vecchia.
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Processione di Santa Lucia, 13 dicembre.
Le Eccellenze Enogastronomiche
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Spaghetti alle cozze con pomodoro “scannato”
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Fave bianche e cicorie
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Zucchine e fave con buccia
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Soffritto di pomodorini con peperoncino
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Coniglio al forno con patate e lampagioni
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Gnomerielli al fegato di agnellone cotti alla
brace
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Sfogliata di cipolle
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Sanguinaccio di maiale
Tra i prodotti tipici ci sono olio extravergine di oliva
e uva da tavola.
Tra le specialità gastronomiche locali sono da ricordare i
deliziosi piatti di orecchiette e cavatelli (u’ s’ffritt’), “le
cicerchie”, “fave e cicorie” e, in generale, i piatti tipici della
cucina barese.
Capurso vanta una buona produzione di latticini, di taralli
svariatamente aromatizzati e di ottimo olio extra vergine di oliva del
locale Oleificio cooperativo attivo da oltre 50 anni.
CASAMASSIMA
(Casamàsseme in dialetto barese) è un comune
italiano di 19 767 abitanti della città metropolitana di
Bari in Puglia.
Eventi e Sagre
Numerosi sono gli eventi e
le manifestazioni di Casamassima. Tra le più importanti la Pentolaccia che
si svolge la prima domenica di Quaresima per festeggiare il Carnevale, una
manifestazione che rievoca un rito del passato: nelle famiglie riunite si
riempiva una pentola di terracotta di fichi secchi, taralli e ceci abbrustoliti
e una persona bendata e armata di bastone doveva cercare di romperla. A partire
dagli anni ’60 questo rito viene organizzato pubblicamente insieme alla sfilate
dei carri allegorici.
Il 19 marzo si festeggia San Giuseppe con
l’accensione, per il paese, di grandi fuochi propiziatori e beneauguranti per
la bella stagione agricola.
L’ultima domenica di luglio il corso e la piazza vengono
addobbati di luci in onore della Madonna del Carmine e, sempre
durante lo stesso mese, nel Borgo antico viene organizzata la sagra del
vino.
All’alba del 10 agosto, all’interno di un’antica badia
campestre, viene officiata la messa in onore di San Lorenzo e
si prosegue durante la serata con i festeggiamenti civili.
Settembre è il mese dedicato a San Rocco,
patrono del Borgo, che viene festeggiato per tre giorni a partire dalla seconda
domenica di settembre. La statua del Santo viene coperta con un mantello
d’argento e condotta in processione per le vie del Borgo. La sera si svolgono
concerti bandistici e spettacoli di fuochi pirotecnici. Bancarelle, gastronomia
locale e mostre d’arte completano la festa, che richiama tantissima gente.
La prima domenica di ottobre si commemora il fatto storico
della restituzione del Borgo, da parte di Corrado IV, alla famiglia
Casamassima. Tantissimi figuranti partecipano al “Corteo storico
Corrado IV di Svevia”, seguito da festeggiamenti con spettacoli e
banchetti nel borgo antico.
Il 13 dicembre ricorre la festa di Santa Lucia che
viene celebrata presso la millenaria chiesa basiliana di Santa Maria del
Soccorso. Dopo la veglia, all’alba, si raggiunge a piedi la chiesa dove viene
officiata la Santa Messa. Al termine i fedeli fanno ritorno a casa per mangiare
le tradizionali pettole fritte e i biscottini con glassa colorata. La
sera una lunga fiaccolata coinvolge le scuole, e raggiungendo la chiesa, onora
la grande statua di Santa Lucia.
Uno spettacolo davvero suggestivo durante il periodo
natalizio è rappresentato dal presepe vivente che viene organizzato
ogni anno nel Borgo antico.
Le Eccellenze Enogastronomiche:
La cucina di Casamassima è tipicamente
mediterranea e realizzata con ingredienti genuini offerti dalla terra. Il pane
e la pasta vengono ancora oggi fatti in casa in numerose varianti. Tipiche del
territorio sono le orecchiette con cavoli, acciuga e mollica
di pane fritto, cavatelli e rape con acciughe, cavatelli
e ceci con sugo di pomodoro e formaggio.
Le fave novelle e le cipolle sono tra gli alimenti al
centro della cucina locale. Le fave vengono cucinate da sole, con le
cicorie o con le cipolle che spesso si cucinano arrostite nella
cenere e condito con olio e sale.
Altre specialità sono il ragù di carni miste,
cucinato nei giorni di festa, le braciole al sugo, il coniglio
ripieno e le focacce di patate. Buon cibo accompagnato
da vini prelibati come il Primitivo (vino nero
secco) che ha ottenuto la DOC, il Moscato (vino bianco
filtrato), il Sangiovese (vino rosato da tavola) e la Malvasia.
CASSANO DELLE MURGE
(Casséne in dialetto locale, fino
al 1863 chiamata Cassano) è un comune italiano di
14 740 abitanti della città metropolitana di Bari,
in Puglia. Il comune è noto soprattutto per la presenza, nel suo
territorio della Foresta Mercadante, una vasta pineta attrezzata risalente
al 1928, quando fu realizzata allo scopo di evitare il dissesto idrogeologico
della Murgia.
Eventi e Sagre
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Festa Patronale
1-2-3 Agosto:
Festa Patronale in onore di "Maria SS. degli Angeli" che si
venera nella millenaria grotta naturale dell'omonimo Santuario della Murgia
Barese.
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Feste religiose
19 Marzo:
Festa di San Giuseppe con falò.
Venerdì Santo:
Processione dei Misteri e tradizioni Pasquali.
Pasquetta
3 Maggio:
Processione della Reliquia del "Sacro Legno della Croce", dalla
Chiesa Matrice al Santuario "S. Maria degli Angeli".
Terza Domenica di Maggio:
Processione della "Madonn' d' basc'".
Processione dell'Ascensione
Processione del Corpus Domini
16 Giugno:
Processione di San Pio da Pietrelcina (Padre Pio), a cura della Parrocchia
"Santa Maria delle Grazie".
16 Luglio:
Processione della Madonna del Carmine.
16 Agosto:
Processione di San Rocco.
8 Settembre:
Festa in onore della "Madonna delle Grazie", titolare dell'omonima
Parrocchia.
14 Settembre:
Processione di "Mezzogiorno" del Crocifisso argenteo (con teca della
Reliquia del "Sacro Legno"), lungo le vie del Centro Storico;
processione serale con "Cavalcata del SS. Crocifisso", compatrono
della città.
15 Settembre o domenica successiva:
Processione della "SS. Vergine Addolorata".
26 Settembre:
Processione dei "Santi Medici".
7 Ottobre:
Processione della "Vergine SS. del Rosario".
25 Ottobre:
Festa di San Crispino, protettore dei Calzolai, a cura del Comiitato "Amici
di Tutti".
8 Dicembre:
Festa dell'Immacolata con "Sagra delle Pettole",a cura del Comitato
"Amici di Tutti".
13 Dicembre:
"Sagra Campestre di Santa Lucia" sull'omonima Collina.
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Altre manifestazioni
Luglio-Settembre:
"Estate Cassanese", manifestazioni di interesse turistico-culturale
programmate dalla Civica Amministrazione.
Terza o ultima domenica di Agosto:
"Sagra della Focaccia".
Novembre:
"Pane e olio in frantoio" manifestazione il cui obiettivo è
valorizzare due ingredienti fondamentali che sono alla base della nostra
tradizione culinaria: l’olio e il pane.
Dicembre:
Manifestazioni natalizie
Fiere e mercati
1 Agosto:
Fiera del bestiame e di merci varie
piazza Garibaldi, via Cadorna, piazza Galilei, ultimo tratto di via Gramsci e
via Cap. Galietti.
Ogni martedì:
Mercato settimanale della frutta e verdura
piazza Galilei
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Ogni venerdì:
Mercato settimanale merci varie e generi alimentari
piazzale Caponuovo
-
Ogni giorno:
Mercato giornaliero
nuova "area mercatale" del rione "Caponuovo".
Tra le manifestazioni civili di maggiore successo ricordiamo
l’Estate Cassanese, una serie di numerose manifestazioni di interesse
turistico-culturale programmate dall’Amministrazione nei mesi da luglio a
settembre. Nella terza o nell’ ultima domenica di agosto viene organizzata la
"Sagra della Focaccia".
"Pane e olio in frantoio", durante il mese
di novembre, è una manifestazione il cui obiettivo è valorizzare l’olio e il
pane, ingredienti fondamentali della tradizione culinaria di Cassano.
Le Eccellenze Enogastronomiche
L’agricoltura ha da sempre rappresentato l’attività
prevalente di Cassano delle Murge che oggi vanta una grande produzione di mandorle,
olive e uva. Inoltre, negli ultimi anni, si è sviluppato il processo di
trasformazione dei prodotti agricoli locali: olive e uva vengono lavorati e
imbottigliati e vengono prodotti un ottimo vino e un olio eccellente.
Altre produzioni tipiche del borgo sono quelle relative a latticini
e formaggi, tutti lavorati in loco.
Ancora oggi nel borgo di Cassano sono in uso i tradizionali
“fornelli all’aperto” dove si possono gustare piatti tipici
locali come: la carn' ca cipodd' (costate di agnellone
con cipolla allo spiedo), il capretto e l’agnello alla brace, la salsiccia (insaccato
misto di vitello e agnellone), i fumanti ghiimiridd' (involtini
allo spiedo composti di interiora di agnello o capretto con prezzemolo).
Altri piatti tipici della cucina di Cassano sono: cavatidd' chi
cime de rape; orecchiette al ragù misto (carne di vitello, agnellone,
agnello e maiale); cavatidd' ca ricotte asc'quand' (cavatelli
al ragù con ricotta forte); ciquariedde e fave bianche (cicorielle
campestri e purè di fave);palmeggiane (tegame al forno di melanzane
affettate e fritte con pasta, latticini e carne tritata); uagnill' au furn
chi cardengidde (agnello al forno con i funghi
"cardoncelli"); fecazze au furne (pizza al forno con i
pomodori, olive nere e origano); frittate chi sprascene (frittata di
uova con gli asparagi selvatici); chnigghie ripiene au furn (coniglio
di allevamento domestico ripieno di uova e frattaglie).
CASTELLANA GROTTE
(Casteddône in dialetto Castellanese) è un comune
italiano di 19.570 abitanti della città metropolitana di Bari,
in Puglia. Situata sull'altopiano calcareo della Terra dei
Trulli e delle Grotte, è conosciuta soprattutto per il
complesso carsico delle Grotte di Castellana.
Eventi e Sagre
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La "Festa delle Fanòve" è
una manifestazione religiosa radicata nella tradizione popolare castellanese.
L'accensione dei caratteristici falò avviene l'11 gennaio. Le Fanòve
sono grosse cataste di legno che vengono fatte ardere in tutto il
paese nel corso della notte. La festa è il riconoscimento alla Madonna della
Vetrana che, secondo la tradizione, pose fine all'epidemia
di peste del XVII secolo. I visitatori assaggiano volentieri i
prodotti tipici offerti da chi ha allestito la "fanòva", quali
taralli, ceci e fave abbrustolite, solitamente accompagnati da un bicchiere di
vino. Il giorno dopo, il 12 gennaio, la statua della Madonna della Vetrana
viene portata, con solenne processione, dal convento dei frati minori in città,
nella chiesa matrice di San Leone Magno, restandoci per una settimana di fronte
alla venerazione riconoscente dei numerosi fedeli che la visitano. La Festa
delle Fanòve è preceduta dalla Diana, una processione che parte da piazza
Nicola e Costa alle tre del mattino. I fedeli che vi partecipano sono
accompagnati dalla locale Banda Cittadina che esegue un'antica nenia popolare.
Scopo della processione è effettuare la tradizionale questua andando in giro
per i frantoi del territorio, per raccogliere l'olio con cui alimentare, per il
resto dell'anno, la lampada votiva posta ai piedi della sacra effigie della
Madonna della Vetrana.
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La festa principale, solenne, si
svolge nell'ultimo weekend di aprile fra luminarie, processioni,
concerti di varie bande e fuochi pirotecnici in onore della Madonna della
Vetrana.
-
La Consolatrice. Festa
particolarmente semplice e intima, che segna la fine delle ferie, il 21 agosto.
Con processioni solenni si venerano la Madonna Maria SS.
Consolatrice e San Leone Magno, antichi patroni di Castellana.
-
Festa del Caroseno e Sagra del Pollo e del
Coniglio. Dal 1692 viene festeggiata la Madonna del Caroseno, rendendo
omaggio al Caroseno di Maria che evince il ruolo della vergine come
madre del popolo. Festa molto sentita anche dal territorio circondario, il 7 e
l'8 settembre si arricchisce con la Sagra del Pollo e del Coniglio, in cui
vengono allestite caratteristiche vetrine satiriche e grandi tavolate imbandite
per le strade con le macellerie del paese.
CELLAMARE
è un comune italiano di 5.775 abitanti
della città metropolitana di Bari, in Puglia. Vi si conserva il
vecchio castello baronale di origine medievale (XIII sec.) ma
ricostruito e riadattato da fortezza militare a residenza signorile nel XVI
sec. Nelle campagne, sulla via per Rutigliano, si conserva
un menhir di imprecisata datazione.
Eventi e Sagre
L'ultima domenica di aprile per l'intera mattinata è
presente il cosiddetto mercato generale. Nel pomeriggio c'è il corteo
storico per rievocare la consegna delle reliquie di sant'Amatore alla
chiesa matrice di Santa Maria Annunziata.
La domenica successiva, che è la prima di maggio, c'è
la celebrazione eucaristica officiata nella chiesa di Santa Maria
Annunziata, e la processione. In serata fuochi artificiali e
concerto di musica classica in piazza Aldo Moro.
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Pasqua: riti e processioni
della Settimana Santa
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Natale: presepe artistico in
piazza don Bosco; presepe vivente nel borgo antico del paese
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San Raffaele Arcangelo: seconda festa
patronale del paese, si svolge la prima domenica di ottobre.
Dialetto
Il dialetto è veicolo di trasmissione della cultura di un
popolo. Il dialetto cellamarese è caratterizzato da una pronuncia aperta.
Soprattutto alla fine delle parole, si verifica la caduta delle vocali. La e
finale non si pronuncia.
CONVERSANO
(Cunverséne in dialetto locale, Norba
apula in latino) è un comune italiano di 26.131 abitanti
della città metropolitana di Bari, in Puglia. Sorge a circa
30 km a sud di Bari, sui primi rilievi della Murgia, a
219 m s.l.m. Di origine preromana, nell'XI secolo divenne sede
di una contea estesa su una parte significativa della Puglia centro-meridionale
la cui importanza non venne sminuita che con il tramonto della struttura
feudale. Importante diocesi e centro religioso sin dal Medioevo, la
cittadina è oggi sede della diocesi di Conversano-Monopoli.
Dal 2011 al comune di Conversano è riconosciuto il titolo
di città.
Eventi e Sagre
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Sant'Antonio Abate (17 gennaio)
La festa si svolge nel quartiere cittadino della parrocchia
Sacro Cuore, nel quale esisteva un'antica chiesetta oggi scomparsa ma
sostituita da una struttura nuova e più grande. A sera, dopo la tradizionale
messa con la benedizione degli animali, i festeggiamenti civili con il
tradizionale grandissimo falò, il piccolo luna park, la pesca di
beneficenza, le specialità caserecce alimentari e l'estrazione di premi.
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Settimana Santa
Uno dei riti più
sentiti e partecipati dalla popolazione conversanese è senz'altro quello delle
manifestazioni religiose legate alla Settimana Santa. Il giovedì Santo, così,
vi è l'addobbo dei "Sepolcri" nelle chiese parrocchiali e del centro
storico: una rappresentazione dell'ultima cena che nella tradizione locale i
cittadini amano ricordare (seppur erroneamente) come "visita dei
sepolcri". La visita si conclude presso il monastero di Santa Maria
dell'Isola (sulla provinciale per Rutigliano, ad 1,5 km dal centro
abitato) dove si venera il "Cristo Nero", un antico crocifisso che
viene esposto al culto dei conversanesi i quali, spesso a piedi, raggiungono il
complesso per baciare il piede della sacra effigie. Il Cristo Nero poi viene
portato in processione alle prime luci dell'alba sino al centro della città,
laddove giunge intorno a mezzogiorno. La tradizione vuole che il Cristo arrivi
sempre prima della statua della Vergine Addolorata, la quale incomincia dalla
Chiesa del Carmine, in tarda mattinata, il suo angoscioso peregrinare per le
strade di Conversano alla "ricerca" del Figlio. Nel pomeriggio del
venerdì, poi, il momento più suggestivo dei riti pasquali con la processione
delle statue dei "Misteri", che rappresentano Passione e morte di
Cristo (conservate nella chiesetta della Passione appunto) e di una seconda
statua della Vergine Addolorata, venerata nella chiesa del Purgatorio. La
toccante processione, che si snoda lungo le vie del centro storico fino a sera,
viene accompagnata dalle note della banda e dei cantori del
"Miserere".
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Festa patronale della Madonna della Fonte
(quarta domenica di maggio)
Festeggiamenti civili e religiosi con processioni, bande
musicali, illuminazioni, fuochi d'artificio, lancio di palloni, attività
sportive e culturali.
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Sant'Antonio di Padova (13 giugno)
La festa si svolge presso la chiesa di S. Francesco: novena,
processione, altarini allestiti dai bambini nei vicoli del centro storico,
distribuzione del pane di Sant' Antonio, come da tradizione.
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Madonna S.S. del Carmine (16 luglio)
La chiesa ex
conventuale del Carmine, oggi parrocchia, festeggia il 16 luglio la Vergine del
Carmelo, portando in processione insieme alla statua della Madonna anche quella
di S. Elia. Molto antica è la confraternita che fa capo alla chiesa.
Festeggiamenti con luminarie, bande musicali e fuochi d'artificio.
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Maris Stella (prima domenica di agosto)
La festa si svolge presso l'omonima parrocchia: Sagra del
bocconotto, musica folcloristica.
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San Rocco (16 agosto)
La chiesetta
medievale di San Rocco si occupa del mantenimento e della organizzazione della
festa, che viene accompagnata da una tradizionale "Cavalcata":
cavalli appositamente addobbati, cavalcati da bambini e da giovani in costume.
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Imaginaria Film Festival (fine agosto)
dal 2003 è il principale festival internazionale pugliese
dedicato al cinema d'animazione e si svolge prevalentemente nel Complesso di
San Benedetto.
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SS. Medici e S. Rita (prima domenica di
ottobre)
Nella chiesa conventuale di S. Cosma (sec. XVII),
recentemente restaurata nei suoi splendidi stucchi barocchi, si celebrano le
funzioni religiose per i SS. Medici (antichi protettori della città) e Santa
Rita. La ricorrenza, che tradizionalmente sancisce l'arrivo dell'autunno, è di
grande richiamo tra i fedeli: le statue sfilano in processione con il loro
ricchissimo corredo di oggetti preziosi (donativi di devoti). Nella chiesa si
conservano antiche reliquie. La festa civile (luminarie, bande musicali, fuochi
d'artificio, luna park) è la seconda per importanza nel paese, dopo quella
sentitissima della protettrice Madonna della Fonte.
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Festa patronale di San Flaviano (24 novembre)
Semplice ma seguita dai fedeli la processione della statua
del Santo, venerata nella Basilica Cattedrale. Nel giorno della festa si tiene
anche la tradizionale fiera con stand di abbigliamento, vendita di animali,
mobilia e complementi d'arredo.
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Sagra delle ciliegie (giugno)
Allestimento di stands per la degustazione e la vendita di
tipiche e rinomate varietà di questa importante produzione locale come
la ciliegia Ferrovia.
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Immacolata (8 dicembre)
La festa, che apre l'imminente Natale, si svolge presso la
chiesa di S. Francesco: novena, processione, Sagra della pettola natalizia.
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Santa Lucia (13 dicembre)
La festa è organizzata dalla Rettoria della Passione:
novena, processione, presepe artistico, musica e gastronomia
Le Eccellenze Enogastronomiche
Alcuni dei piatti tipici di questa terra sono i cavatelli
e fagioli, pasta e ceci, fave e cicorielle, calzone di cipolle, le
“brasciole”al ragù.La regina è la “focaccia” che accompagnerà praticamente
qualsiasi piatto; squisite sono le carni locali alla brace, i “torcinelli” e le
salsicce.
CORATO
(Quaràte in dialetto
barese o Quaréte nei dialetti murgiani) è un comune
italiano di 48.316 abitanti della città metropolitana di Bari,
in Puglia.
Le Eccellenze Enogastronomiche:
Un primo piatto tipico è il 'ragù' con braciole
(involtini) di carne d'asino o di cavallo, con cui si condiscono le
orecchiette, dette strascenàte, che legano anche molto bene in un altro
piatto tradizionale... gli "strascenàte e cime de rape". La pignatta di trippa e
il calzone (una focaccia riempita da cipolle cotte a
vapore, olive nere, acciughe sotto sale ed uva
sultanina) costituiscono la seconda parte del pasto. Ma sono anche molto comuni
la scamorza, i nodini e la Burrata, queste ultime originarie
di Andria. Fra i dolci tipici del luogo, si ricordano in occasione
del Natale le cartellate con Vincotto e
miele, Marzapane, sasamello e taralli, mentre per le festività
pasquali è consuetudine cucinare la scarcella.
Dialetto
Il dialetto coratino è una variante del dialetto
barese. Esso si configura come un dialetto a metà strada tra la fascia murgiana
e la fascia sud-ovest barese. Ad esempio, si riscontrerà nan (tipico
dei dialetti murgiani ed assente nell'hinterland barese), ma
poi sàpe (tipico dell'hinterland barese ed assente nei dialetti
murgiani, dove spesso l'apertura è in é, quindi sépe, séipe, o a
volte si chiude in è, quindi sèpe).
GIOIA DEL COLLE
(Sciò in dialetto locale, fino
al 1863 chiamata Gioia) è un comune italiano di
27 651 abitanti della città metropolitana di
Bari in Puglia. La cittadina sorge sull'altopiano delle Murge, a
365 metri sul livello del mare.
Eventi e Sagre
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"Festa della Candelora" 2 febbraio
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Festa della Madonna dell'Annunziata, 25 marzo in
località Monte Sannace
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Processione dei "Sacri Misteri della
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Passione" della Chiesa di San Rocco
(Gioia del Colle)
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Festa di san Giuseppe Lavoratore in
Località
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Montursi (Gioia del Colle), 1º maggio
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Festa patronale di San Filippo, 26 maggio
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Festa di san Vito Martire, 15 giugno
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"Festa del Sacro Cuore di Gesù",
venerdì dopo la seconda domenica dopo Pentecoste
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"Festa di Maria SS.del Monte Camelo",
16 luglio
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"Festa di Sant'Anna e delle Madri
Cristiane", 26 luglio
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Festa di San Rocco, 16 agosto
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Sagra della mozzarella, agosto
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Ultima domenica di agosto, pellegrinaggio al
santuario di Capurso per i solenni festeggiamenti in onore della Madonna
del Pozzo
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Sagra del vino primitivo, settembre
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"Festa di Maria SS. Addolorata in
Sant'Angelo", terza domenica di Settembre
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Festa campestre del pupo in
località Montursi, settembre
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"Festa della Madonna del SS.Rosario in San
Domenico" prima domenica di ottobre
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"Festa di Maria SS. Immacolata" 8 dicembre
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Festa di santa Lucia, 13 dicembre
Le Eccellenze Enogastronomiche
LATTICINI (mozzarelle, burratine, giuncata, ecc.)
Le prime mozzarelle furono prodotte presso le masserie per
uso familiare. Successivamente (dagli anni ‘40 del secolo scorso) le mozzarelle
e gli altri latticini, prodotti artigianalmente presso i caseifici con il latte
delle mucche di razza bruno-alpina allevate nelle masserie gioiesi, hanno
invaso, con uno sviluppo sempre crescente, i mercati locali, regionale e
nazionale. Attualmente i latticini di Gioia del Colle possono essere acquistati
e gustati in quasi tutte le città italiane, rappresentando il vanto della
produzione casearia nazionale.
VINO “PRIMITIVO DI GIOIA”
Il Primitivo di Gioia del Colle ha ricevuto la DOC nel 1987
ed attualmente viene prodotto e imbottigliato da diverse aziende locali.
E’ stato anche creato un Consorzio volontario per la tutela
e valorizzazione dei vini a Denominazione di Origine Controllata “Gioia del
Colle” che partecipa con proprio stand alle principali manifestazioni del
settore.
Il Primitivo è ottenuto dall’uva di un vitigno selezionato e
coltivato in forma intensiva a Gioia del Colle già nel XIX secolo. Solo
successivamente tale vitigno fu coltivato anche nei comuni vicini e della
provincia di Taranto.
Per il carattere forte e robusto (anche 18 – 20 gradi) fu
utilizzato in passato anche come vino da taglio.
GOVINAZZO
(Scevenàzze in dialetto locale) è un comune
italiano di 20 376 abitanti della città metropolitana di
Bari in Puglia.
Eventi e Sagre
Manifestazioni dove provare anche le pietanze tipiche del
posto, magari da abbinare a un buon bicchiere di vino. La Sagra del
Fiorone che si svolge a giungo, e la Sagra del Panino della
Nonna in programma nel mese di agosto, per i buongustai sono delle occasioni
imperdibili.
Nel corso di questi eventi vengono valorizzate le
prelibatezze locali, prodotti tradizionali inevitabilmente legati al
territorio. Prendere parte ad una sola di queste manifestazioni significa
condividere insieme alla gente del posto l'atmosfera festosa, resa coinvolgente
dai molti artisti di strada e dai vari spettacoli canori e di danza.
Per i giovani, invece, l'evento cult dell'estate è il Giovinazzo Rock
Festival, una manifestazione gratuita che si svolge l'ultimo fine settimana di
luglio e che ospita ogni anno artisti importanti del rock italiano e
internazionale.
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Il Corteo Storico
La leggenda
Si narra che tra i cristiani che riuscirono a fuggire da
Gerusalemme, sottraendosi alle ire di Saladino, Sultano d’Egitto e di Siria,
dopo che questi aveva sbaragliato le armate crociate il 2 ottobre 1187, vi
fosse un capitano francese di nome Geretéo.
Egli, fuggendo, aveva portato con sé, sottraendolo agli
infedeli, un dipinto della Madonna e, dopo un viaggio avventuroso, si era
fermato presso il lazzaretto che sorgeva nel Casale di Corsignano nella
campagna giovinazzese. Nell’intento, forse, di ricambiare le attenzioni e le
cure ricevute, il crociato donò al parroco del Villaggio il dipinto della
Vergine.
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La fede
Per molti secoli il quadro della Vergine, detto appunto
Madonna di Corsignano, fu esposto nella chiesa dell’omonimo casale ed era
venerato per i molti miracoli che operava. Il suo culto crebbe sempre più,
tanto che, nella terza domenica dell’agosto 1388, fu solennemente proclamata,
dal Vescovo Nicola, patrona di Giovinazzo.
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Il Corteo
La prima parte del corteo rievoca la traslazione del
miracoloso dipinto dal Casale di Corsignano alla Cattedrale, avvenuta nel 1677,
per volere del Vescovo di Giovinazzo, Agnello Alfieri. L’episodio, avvenuto in
piena dominazione spagnola, si evidenzia nelle vesti dei figuranti, policrome e
barocche. Danno inizio alla sfilata gli Araldi con le loro lunghe e argentee
chiarine. Allo squillo delle trombe fa eco il rullare dei tamburi. Entrambi
annunziano il cavaliere che, solenne e austero, regge il gonfalone della città
precedendo un folto numero di giovani in rappresentanza della nobiltà
dell’epoca che, con incedere lento, fa sfoggio dei suoi variopinti costumi.
Seguono i valletti comunali, i cui abiti hanno il colore del civico bandierone
che sorreggono; essi rappresentano l’Universitas, il popolo tutto. E dopo il
popolo segue, sorretta da un dignitario, l’insegna del Vescovo Agnello Alfieri.
Indi le Dame, la cui giovane bellezza è essa in risalto dai ricchi costumi che
indossano, ed infine il Duca, superbo feudatario, che con la sua corte chiude
la prima parte della sfilata.
Nella seconda parte, gli abiti non sono più quelli ampollosi
e policromi ma diventano austeri e castigati, riportandoci in quel lontano 1188
in una atmosfera contrita quale in effetti dovette essere la circostanza in cui
il popolo, l’8 maggio di quell’anno, portò penitenzialmente in Cattedrale
l’immagine della Madonna, chiedendo ed ottenendo il miracolo della pioggia,
dopo una lunga e nefasta siccità che avviliva uomini e campagna. Ecco allora i
nobili cittadini, i Chiurlia, i Lupis, i Braida, i Saraceno, i Sindolfi e tutti
gli altri sfilare col saio da penitente e con gli stemmi delle loro casate.
Seguono i dignitari dell’epoca. Il Giudice, il Protontino, il Signator, il
Catapano, il Baglivo; il rullare dei tamburi cadenza il passo degli arceri, a
cui fan seguito gli alabardieri e i tedofori. Il chiarore delle fiaccole
rischiara l’incedere del sacerdote che impersona il parroco del Casale di
Corsignano, al suo fianco il famoso capitano francese, il Crociato Geretéo.
Seguono i paggetti; un gruppo di fanciulle con candidi sai e cesti di fiori
apre la strada al quadro della Vergine, che, portato a spalla da rappresentanti
dei vari ceti popolari, ritorna ancora una volta in Cattedrale a proteggere il
suo popolo che tanti e tanti secoli fa, fiducioso, l’elesse patrona
GRAVINA IN PUGLIA
(Gravéine in dialetto locale, fino
al 1863 chiamata Gravina), è un comune italiano di
43 775 abitanti della città metropolitana di Bari, in Puglia.
Ivi ha sede il Parco nazionale dell'Alta Murgia.
Eventi e Sagre
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Ss. Crocifisso: si svolge l'ultima domenica di
maggio o la prima domenica di giugno;
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Sant'Antonio di Padova: si svolge il 13 giugno
presso la chiesa di S. Francesco;
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San Giuseppe: cade il 19 marzo. Per vecchia
consuetudine, all'esterno del comune, presso la zona Paip, si accendono
i falò;
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Santa Lucia: si svolge il 13 dicembre, e solo in
tale occasione viene aperta la chiesa, sita nel vecchio rione Piaggio;
-
San Michele Arcangelo e San Filippo
Neri: festa del patrono e del compatrono della città. Si svolge il 28, 29 e 30
settembre. Il 29 settembre, giorno del patrono, si svolge una processione che
esce dalla cappella cosiddetta di Bruno, sita sul Corso Aldo Moro, per poi
procedere verso la piazza comunale, e infine alla chiesa di Sant'Agostino,
dove viene pubblicata la statua del patrono;
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San Michele delle Grotte: si svolge l'8
maggio;
-
Settimana Santa: celebrata tramite la
processione del legno sacro;
-
Madonna della Grazia (in dialetto Madònne
de le Gràzie): preceduta da una novena, si svolge l'8 settembre, concludendosi
portando in processione la statua di Maria con in braccio Gesù, entrambi
incoronati da Papa Giovanni Paolo II in Piazza S.Pietro a Roma;
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Murgia Film Festival: Rassegna cinematografica
internazionale di cortometraggi e medio metraggi;
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Raduno internazionale del folclore;
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Raduno internazionale dei Cortei Storici;
Medioevali.
Fiera di San Giorgio
La Fiera Regionale di San Giorgio è la fiera più antica
d'Italia, si svolge di solito nella quarta settimana di aprile nel quartiere
fieristico in via Spinazzola. Vi è un documento che attesta il ripristino della
fiera, concesso da Carlo d'Angiò risalente al 1294, la fiera vede l'esposizione
dei propri prodotti da parte degli operatori nel settore dell'agricoltura,
artigianato, enogastronomia. Durante i giorni fieristici, viene anche
organizzata una rievocazione storica medioevale.
In concomitanza con la secolare fiera, l'associazione
"Conte Giovanni di Montfort" rievoca la I edizione della fiera, con
una sfilata di figuranti con abiti dell'epoca e la lettura dell'editto
d'apertura.
Le Eccellenze Enogastronomiche
Già da alcuni cenni storici “Grana Dat et Vina” (offre
grano e vino) è possibile capire che la tradizione culinaria di Gravina in
Puglia è famosa sin dall’antichità.
Tra i cibi più famosi del luogo troviamo il Cardoncello,
ottimo fungo usato per contorno da assaporare con le carni o da mangiare
sott’olio. Meritano di essere degustati anche il Pallone de il Fallone,
due tipici formaggi del luogo. Ottimo anche il Sasanello gravinese, un
biscotto che viene preparato con la farina di semola, con i chiodi di garofano
e con tanto vino cotto.
Famosa è anche la Focaccia di San Giuseppe che
racchiude un ripieno di aggiughe, cipolle ed uva sultanina. Tra gli altri
prodotti consigliamo di assaporare anche la ventresca, la soppressata e la
pizzintella. Per chi non ha paura di assaggiare i sapori molto forti
consigliamo invie i marri e gli gnomerelli, degli involtini di animelle di
capretto cotti alla brace.
Il comune fa parte della rete delle città
slow promossada Slowfood.
L'agroalimentare gravinese offre pietanze che
rappresentano unicità e salubrità nel genere culinario. Cenni storiografici
indicano Gravina come città del grano e del vino ("Grana Dat et
Vina": "offre grano e vino") come scritto nello stemma araldico
cittadino.Nei manoscritti presenti presso la Fondazione Ettore Pomarici
Santomasi, lo scrittore Domenico Nardone citava l'agro di Gravina
come uno dei terreni più fertili della provincia che offre in ogni genere di
prodotti abbondanza ed eccellenza, dello stesso parere era
l'imperatore Federico II di Svevia, che descrisse Gravina come
"giardino di delizie":
Qui di seguito una lista delle prelibatezze note:
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Cardoncello (cardungìdde /
pl. cardungéddere): è un fungo che cresce
nella murgia gravinese. Lo si può aggiungere a sughi per accompagnare
primi con pasta fatta in casa; ottimo come contorno per carni o anche da
mangiare da solo in sott'olio o al forno, gratinato;
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Pallone (pallòune);
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Fallone (fallòune) un caratteristico
formaggio fresco da consumare appena fatto;
-
Verdeca di Gravina (verdèche): particolare
vino bianco prodotto esclusivamente in agro Gravinese, con un retrogusto
dolce-frizzante. Ha ricevuto anche la DOP;
-
Sasanello
gravinese (sing. sasanìdde / pl. sasanéddere): biscotto
friabile preparato con vino cotto, semola (o farina di grano duro), chiodi di
garofano, ammoniaca (per la lievitazione), aromi naturali (quali bucce
d'arancia);
-
Tarallo dolce al vincotto
(sing. peccelatìdde/ pl. peccelatéddere);
-
Focaccia di San Giuseppe: (sing. rùcchele o fecàzze
de Sande Geséppe), viene preparato con l'impasto della focaccia intanto olio
extravergine d'oliva e ripieno con acciughe sotto sale, cipolla lunga, uva
sultanina. Assieme ad altre pietanze come i calzoni alla ricotta dolce e il
pollo ripieno dolce rappresentano il sapore agro-dolce della cucina gravinese
nella propria autenticità;
-
Lampascioni (loc. vambasciùle): lo si
ritrova esclusivamente nella murgia gravinese. È un ottimo contorno se
conservato in Olio Extra Vergine di Oliva, può essere cotto a mo' di minestra;
-
Soppressata (loc. suvversète);
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Pizzintella (loc. pezzendédde): una
caratteristica salsiccia preparata con le parti meno nobili del maiale, fresca
viene usata per preparare sughi, secca viene servita come insaccato;
-
Ventresca (loc. vendrésche): una
caratteristica pancetta di maiale arrotolata;
-
Crapiata (loc. Crapiète) (fave e
cicorie): una minestra a base di cicorie selvatiche e fave, cotte fino ad
ottenere una minestra simile ad una purea;
-
Cicerchie: (loc. cecérchie) un legume di
varietà particolare solitamente preparato in una minestra con aggiunta di pasta
fresca (tagliolini);
-
Calzoni di ricotta dolce al ragù
(sing. calzòune - pl. calzùne): pasta ripiena simile ai ravioli
con un ripieno di ricotta, zucchero, cannella e scorza di limone grattugiato.
Vengono serviti come primo piatto con sugo di ragù, creando un piacevole
contrasto dolce-salato. Vengono solitamente serviti durante le feste;
-
Tagliatelle col vincotto: un piatto
tipico Gravinese solitamente servito durante la festa di San Giuseppe;
-
Calariello (calarìdde): è un commisto di verdure
e carne di agnello, che viene fatto rosolare in olio extravergine di oliva,
aglio, peperoncino e una cipolla con una spruzzata di vino bianco;
Successivamente vengono aggiunte le verdure murgiane a scelta: senape, cime di
rape (cène de rèpe), bietole selvatiche (iàitele), finocchietti
(detti fenucchìtte) selvatici murgiani, cicorie ed un gambo di sedano
(àcce) fungeva da piatto unico per i pastori della Murgia, che oltre ad agnello
utilizzavano verdure, funghi ed erbe spontanee.;
-
Pane cotto (pène cùtte): è un misto di verdure e
pane raffermo. Vengono fatte bollire le verdure quali: bietole, cime di rape e
cicorie. In seguito aggiungere un uovo per ogni banchettante e pane raffermo.
Tolta l'acqua in eccesso viene aggiunto aglio fritto in olio extravergine di
oliva e peperoncino.;
-
Composta di peperoni dolci (cumbòste): conserva
ottenuta da peperoncini dolci tagliati a pezzettini piccoli, che dopo
l'asciugatura sotto pressa vengono conservati in vasi di vetro in abbondante
olio extra-vergine di oliva, aglio, seme di finocchio. Vengono serviti come
contorno o come companatico;
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Marro e gnomerello (màrre - pl.
invariato/gnumerìdde - pl. gnumeréddere): il primo si differenzia dal
secondo solo quanto a dimensione, essendo il primo un involtino gigante. Sono
involtini composti da animelle di capretto alla brace, conditi con sale e pepe
cotto a fuoco lento alla brace.
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Cartellate di Natale (loc. chiòsere):
analoghe al dolce diffuso in tutta Italia, preparate anche con la variante
del vincotto al posto dello zucchero a velo;
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Calzoncelli dolci ai ceci: un dolce
ripieno, di forma circolare, tipico del natale è preparato con l'impasto delle
cartellate (chiacchiere). Vengono farciti con una crema a base di ceci arrostiti,
zucchero, cannella, chiodi di garofano, scorza di limone, vincotto e cacao. In
seguito vengono fritti e spolverati di zucchero a velo;
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Sanguinaccio: una crema dolce a base di sangue
di maiale, cioccolato, cacao amaro zucchero, mandorle;
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Scarcella di Pasqua (loc. scarcédde):
un dolce a forma di bambola (pupa) o cesto, preparato per i bambini durante le
festività pasquali;
Il dialetto gravinese
(/gra və:nə'sə/) viene classificato dal Mancarella e
dal Mastromatteo come appartenente alla fascia centrale dei dialetti
pugliesi(erroneamente definita apulo-barese), con influenze lucane dovute
alla vicinanza con la parte nord-orientale della Basilicata.
GRUMO APPULA
(Gréume in dialetto
locale, Grumum in latino) è un comune italiano di
12 709 abitanti della città metropolitana di Bari, in Puglia.
Situato a sud-ovest dal capoluogo a circa 16 km.
Come superficie è uno tra i comuni più grandi della città
metropolitana di Bari. È stato, fino a qualche tempo fa, caratterizzato da
un'economia basata prevalentemente sull'agricoltura. L'abitato si impernia su
un nucleo medievale di forma subcircolare.
Nel 2005 riceve il titolo onorifico
di Città per mezzo del Decreto del Presidente della
Repubblica e nel 2011 riceve il titolo di "Città
Garibaldina".
Eventi e Sagre
Di grande importanza a Grumo Appula sono le feste patronali
di San Rocco e di Maria di Monteverde che ricorrono rispettivamente
nel mese di settembre e maggio.
-
Festa della Madonna di Mellitto
Degna di nota è la festa della Madonna
di Mellitto che si svolge in estate. Nei giorni di festa, per le vie
del paese, si tiene una processione nella quale sono presenti, oltre che la
statua della Madonna di Mellitto, anche carri realizzati con fiori di
carta. Questi carri, che raffigurano figure religiose, sono trainati da
cavalli. Il mattino seguente alla processione in paese, la statua della Madonna
e i carri vengono portati, accompagnati da molti fedeli, nella frazione
di Mellitto, distante circa 9 km dal centro cittadino.
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Festival dei Tammurr
Esibizione di un gruppo folkloristico durante il Festival
dei Tammurr
Altra festività importante è il Festival dei Tammurr, nato
nel 1969 e che si svolge anch'esso nei mesi estivi. Durante i giorni di festa
si esibiscono per il paese vari gruppi folkloristici internazionali assieme
alle basse bande, piccoli gruppi di musicisti che di solito aprono le
processioni.
LOCOROTONDO
(U Curdunne in dialetto apulo-barese) è
un comune italiano di 14 174 abitanti della città
metropolitana di Bari, in Puglia.
Eventi e Sagre
Tra gli altri eventi e le sagre ricordiamo la Sagra d’A’
Cialled’, il Palio delle contrade, la Galvalcata, la Sagra dei Gnumeredde
suffuchet, la Sagra del fungo porcino e la Sagra del Vino Novello e
Caldarroste.
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Festa patronale di San Giorgio Martire e della
Madonna della Greca
La festa di San Giorgio Martire (fino al 1786
patrono del paese) e della Madonna della Greca, protettori di Locorotondo, si
tiene ogni anno nei giorni 21, 22, 23 e 24 aprile.
Si inizia con il triduo 20,21,22 (in passato si svolgeva addirittura
la novena). Durante la festa, le vie cittadine ,soprattutto il corso via
Nardelli vengono illuminate da luminarie e si tengono vari spettacoli
pirotecnici, concerti bandistici e fiere di vario tipo. Tra gli eventi degni di
nota ci sono la cerimonia del dono il 22 aprile, ovvero la consegna delle
chiavi del paese a San Giorgio da parte del sindaco, e la processione serale
del 23 aprile che attraversa le vie principali del paese e a cui segue il
lancio di un pallone aerostatico.
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Festa patronale di San Rocco
La festa religiosa più importante del paese è quella
di San Rocco, patrono di Locorotondo dal 1787. La festa inizia il 6 agosto
con la novena nella chiesa dedicata al santo e termina il 17 agosto.
Il 15 agosto si svolge la fiera di Ferragosto. In
serata nella chiesa di San Rocco la messa vigiliare e a seguire la processione
con i simulacri della Vergine Maria Assunta in cielo e di San Rocco che dalla
chiesetta a lui dedicata viene portato nella chiesa madre.
Il 16 agosto la mattina alle ore 4:00 la banda gira in
paese, giorno dedicato a San Rocco, le celebrazioni hanno il culmine con la
processione solenne. A mezzanotte gara di fuochi pirotecnici la cui prima
edizione risale al 1957.
L'ultimo giorno dei festeggiamenti (17 agosto) il simulacro
dalla chiesa madre, in pomeriggio attraversando gran parte della zona
periferica del paese, ritorna nella chiesetta dedicata allo stesso San Rocco e
si bacia il reliquario. A conclusione dei festeggiamenti "Saga di fuochi
pirotecnici" a mezzanotte.
Le feste patronali di San Giorgio e San Rocco sono
organizzate dal Comitato Feste Patronali Locorotondo presente dal 1984, dal
Comune di Locorotondo e dalla Parrocchia di San Giorgio Martire e dal gruppo
Ministranti.
A Locorotondo ci sono oggi ben 4 confraternite La confraternita
di San Rocco , la confraternita dell'Addolorata situata al corso , la
confraternita dell'Annunziata situata vicino alla chiesa madre e la
confraternita del Santissimo Sacramento situata al corso.
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Sagra d' A' Cialled' (acqua e
pane), ultima domenica di giugno nella Contrada San Giuseppe. Organizzata
dall'Associazione Il Paese delle Contrade;
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Palio delle contrade, primo sabato e domenica di
luglio. Organizzata dall'Associazione Il Paese delle Contrade;
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La Galvalcata - Rievocazione storica della giostra
"du Iardidd" (del gallo), ultimo sabato di luglio. Organizzata
dall'Associazione Culturale Santa Famiglia con sede nella contrada Lamie
D'Olimpia;
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Sagra dei Gnumeredde
suffuchet (Involtini soffocati), prima domenica di agosto. Organizzata
dalla Pro Loco di Locorotondo;
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Sagra del Fungo Porcino, seconda domenica di
agosto. Organizzata dal Gruppo Micologico "Walter Zinzi" di
Locorotondo;
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Un Libro nel Centro Storico: presentazione di
vari libri nel Centro storico di Locorotondo, si tiene durante l'estate;
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Sagra del Vino Novello e delle Caldarroste,
seconda domenica di novembre. Organizzata dalla Pro Loco di
Locorotondo e dalla Cantina Sociale.
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° Gara del "balcone Fiorito",
luglio-agosto, con premiazione a conclusione della festa patronale di San Rocco
ad agosto.
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In Quaresima nel centro città vengono appese dei
pupazzi dette "quarantane" ,che è il simbolo del periodo quaresimale.
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Dal 2016 si è costituito il gruppo folkloristico
di Locorotondo.
Tradizioni Religiose
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Riti Religiosi della Settimana Santa,
processione dei sacri misteri nel venerdì Santo sera; e concerto di marce
funebri.
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Festa Patronale di San Giorgio martire
e della Madonna della Greca, 21,22,23 e 24 aprile
-
Processione di Santa Lucia martire e
vergine, 6 luglio;
-
Festa della Santa Famiglia in Contrada
Lamie di Olimpia, prima domenica di agosto;
-
Processione di Santa Maria
Assunta insieme a San Rocco 15 agosto sera;
-
Festa Patronale di San Rocco, 14,15, 16 e
17 agosto;
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Festa del Crocifisso, in Contrada Crocifisso,
terza domenica di settembre;
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Processione di Madonna del Pozzo in
Contrada Lamie di Olimpia, quarta domenica di settembre;
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Processione della Madonna Addolorata, 15
settembre;
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Festa di San Marco evangelista e della
Maddalena, in Contrada San Marco Sopra e Sotto il 22 luglio;
-
Festa minore dei Santi Medici e
Martiri Cosma e Damiano e della Madonna della Catena, 16 ottobre
e domenica successiva a tale data.
Eventi musicali
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Locus Festival: festival nato nel 2001, con vari
concerti musicali durante l'estate di artisti nazionali e internazionali;
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Natale in musica: settimane precedenti al Santo
Natale nel Centro Storico.
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Viva Festival (prima edizione nel mese di
agosto 2017) Festival di musica elettronica e masserie.
Le Eccellenze Enogastronomiche
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Gnumeredd Suffuchet (Involtini soffocati);
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Carne al fornello,carni miste arrostite nei
forni delle macellerie;
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Orecchiette con un caratteristico sugo di carni
miste, spesso di coniglio, ben diverso dal ragù;
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I Fev (Le Fave);
-
La Cottiè (Cotoletta con mozzarella e funghi);
-
Galletto castrato al forno;
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Calzone di carne e cipolla;
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A' Cialled' (Insalata di pane e acqua).
MODUGNO
(Medùgne in dialetto locale) è un comune
italiano di 38 448 abitanti della città metropolitana di
Bari in Puglia.
Posto nell'immediato entroterra barese, a pochi chilometri a
sud-ovest dal capoluogo, a partire dagli anni sessanta, con la
costruzione della zona industriale di Bari che occupa la parte nord
del territorio comunale, ha sostituito la tradizionale vocazione agricola per
diventare un centro manifatturiero caratterizzato da un rapido sviluppo
economico e demografico. Il 7 gennaio 2010, con un decreto,
il Presidente della repubblicaGiorgio Napolitano, ha dato a Modugno il
titolo di città.
Eventi e Sagre
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Festa patronale di san Rocco e san Nicola da
Tolentino
La festa patronale di Modugno festeggia
congiuntamente due santi: Nicola da Tolentino e Rocco di
Montpellier, rispettivamente patrono e protettore della Città. I
festeggiamenti della ricorrenza prevedono sia manifestazioni popolari, le quali
avvengono la quarta domenica di settembre, sia religiose, che iniziano il
venerdì precedente e si concludono il lunedì.
Il venerdì, il sabato e la domenica tre processioni
accompagnano la statua di san Rocco per le strade del centro cittadino e delle
periferie. Il lunedì si festeggia san Nicola. La lunga processione si ferma
in piazza Sedile dove il sindaco, a nome della comunità modugnese,
consegna le chiavi della città al Santo di Tolentino. Durante la
manifestazione, festose luminarie rischiarano a giorno le vie
principali e la piazza Sedile, bande locali eseguono concerti, fuochi
pirotecnici colorano il cielo ed un Luna Park allietano le
serate.
San Rocco è il protettore di Modugno. La sua statua di
legno che viene portata in processione durante le celebrazioni della festa
patronale risale al 1522, quando fu invocato l'intervento del santo a
protezione dalla peste e nominato patrono minore della città. I gambali e il
cappello d'argento furono donati, nel 1836, dal canonico Luigi Loiacono,
come ringraziamento per lo scampato pericolo dell'epidemia
di colera che aveva colpito tutta la regione. Nel 1907 la
statua del santo venne spostata in un altare della chiesa Matrice.
Secondo la tradizione, san Nicola da Tolentino fu
concepito a Modugno dai suoi genitori in ritorno dal viaggio votivo presso la
tomba di San Nicola di Bari. Invocato, insieme alla Madonna Addolorata,
come protettore dalla peste del 1656, venne proclamato l'anno
successivo patrono di Modugno. Inizialmente, la sua festa era il 10 settembre.
Venne perdendo di popolarità, fino al 1930 quando la Confraternita di
san Nicola da Tolentino riprese gli originari fasti nei festeggiamenti.
Dal 1952 i festeggiamenti di san Nicola vennero abbinati a quelli di
San Rocco. Nel 2001Modugno ha ospitato le reliquie del Santo che uscivano
per la prima volta dalla basilica di Tolentino.
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Culto della Madonna Addolorata
La venerazione della figura di Maria a Modugno ha
inizio con la fondazione della città: infatti, il primo nucleo cittadino sembra
sia nato intorno alla chiesa di Santa Maria di Modugno, e moltissime sono
le chiese dedicate alla Madonna (la quasi totalità delle chiese
modugnesi: SS.ma Maria Annunziata, Assunta, S. Maria del
Carmine, S. Maria della Croce, Immacolata, S. Maria delle
Grazie, S. Maria dei Martiri, ecc.). Numerose sono le edicole sacre,
le immagini venerate e le manifestazioni in onore della Vergine promosse dalle
Confraternite modugnesi.
Molto forte è la devozione verso la Madonna
Addolorata che trae origine nel XVII secolo quando venne
invocato il suo aiuto contro la pestilenza del 1656. I
modugnesi, come segno di ringraziamento, costruirono la Chiesa della Madonna
dello Spasimo e ogni terza domenica di settembre veniva celebrata una festa in
cui si facevano opere di beneficenza, e il lunedì seguente veniva offerto da
mangiare ai poveri. Nel 1691 venne nuovamente invocato l'aiuto della
Madonna a protezione dalla nuova epidemia di peste. Nel 1722 il
culto della Madonna venne trasferito nella chiesa Madre, per ragioni di spazio,
e venne sistemata sull'altare dell'Addolorata una nuova statua.
Alla Madonna Addolorata vennero indirizzate le preghiere dei
modugnesi durante gli avvenimenti del 10 marzo del 1799. Quel
giorno una massa di sanfedisti filoborbonici provenienti dal contiguo comune
di Carbonara di Bari (oggi frazione del capoluogo) si riunì
per saccheggiare Modugno. In quell'occasione diversi testimoni
assistettero all'apparizione di una donna di bianco vestita, con un fazzoletto
in mano, sul tetto di un palazzo al limite sud del paese, che impediva che le
cannonate del nemico colpissero le abitazioni. Si ritenne un miracoloso
intervento della Madonna Addolorata apparsa sui tetti modugnesi per proteggere
la città dagli assalitori.
Da quel momento, la festa della Madonna Addolorata venne
spostata da ottobre al X marzo e celebrata con grande solennità.
Nel 1876 venne proclamata patrona di Modugno.
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Festa di Sant'Antonio di Padova
Dal 1980 riprende vita questa festa religiosa dopo
anni di oblio causati da scarso interesse dei comitati feste religiose; unisce
manifestazioni di carattere religioso, con iniziative di carattere culturale e
solidale. I festeggiamenti iniziano il primo giorno di giugno nella chiesa
di Sant'Antonio e trovano il loro apice i giorni 12 e 13 di giugno.
Il 12 giugno c'è la benedizione del pane che viene distribuito ai modugnesi,
l'immagine del Santo viene trasferita nella chiesa Matrice. Subito dopo dalla
Chiesa Padronale di Sant'Anna parte il "Corteo Antico" del Quadro del
Santo che attraverso le vie del centro storico, fa il suo ingresso trionfale in
Piazza Sedile per essere Intronizzato nell'altare eretto nella Piazza. Il 13
giugno è il giorno solenne; Grandi Concerti Bandistici si esibiscono in
cassarmonica e in serata, dopo la messa solenne, si svolge la "Processione
di Gala". Il Lancio di una Grandiosa "Mongolfiera" e la
"Gara Pirotecnica" di fine festa, concludono i Solenni Festeggiamenti
per il Santo Protettore.
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Festa di San Giuseppe e sagra del Calzone
Il 19 marzo si festeggia il padre putativo
di Gesù con l'allestimento di falò, la preparazione
delle zeppole e di pane che viene benedetto e distribuito alla
cittadinanza. I festeggiamenti di San Giuseppe, trovandosi alla fine
dell'inverno, si sovrappongono ai riti pagani che celebravano l'inizio della
primavera e il rifiorire dei germogli. Nei falò che vengono accesi ai margini
delle piazze della città (e in quello più grande che viene allestito nella
piazza principale) si bruciano grandi cataste di legna e nei campi si
incendiano i residui del raccolto precedente. Al fuoco del falò venivano
arrostite le rape e si consumavano taralli, ceci abbrustoliti nella cenere
("le cìcere a la rena" nel dialetto modugnese) e il calzone di
cipolla. Per questa ragione, alla festa di San Giuseppe è abbinata la Sagra del
Calzone.
La sagra del Calzone consiste nella vendita del calzone di
cipolla e di altri prodotti tipici modugnesi nella Piazza principale,
accanto al grande falò. La serata è animata da canti popolari, danze e
spettacoli di vario genere. Il connubio tra falò e calzone di cipolla ha le
proprie origini in un episodio glorioso della storia modugnse, quando,
sull'onda degli sconvolgimenti della Rivoluzione Francese, Modugno aveva
aderito alla Repubblica partenopea erigendo in città l'"albero
della libertà ". Quando, il 10 marzo 1799, le truppe filoborboniche,
provenienti da
Carbonara, Ceglie e Loseto, assediarono senza successo
la città, gli assalitori fecero razzia di quanto trovarono nei campi
e negli orti delle case fuori le mura cittadine, soprattutto cipolle e rape, e
le arrostirono sui dei fuochi preparati fuori le mura. In quell'occasione si
registra l'evento ritenuto miracoloso dell'apparizione della Madonna
Addolorata.
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Presepe vivente
Dal 1995 i parrocchiani della chiesa Immacolata,
organizzano un presepe vivente. Nella suggestiva cornice del giardino interno
dell'ex convento dei Cappuccini, figuranti in costume animano un museo degli
antichi mestieri. L'iniziativa culmina il 6 gennaio con l'arrivo di figuranti
negli abiti dei Re Magi e si accompagna alla degustazione di pettole
e fagiolata. Il presepe vivente di Modugno attrae ogni anno un gran numero di
visitatori, anche dai paesi vicini.
Sempre nel periodo di Natale, la locale Pro
Loco organizza un concorso per premiare i più bel presepe di Modugno. Il
concorso prevede diverse categorie in base alla grandezza
del presepe e all'età dei partecipanti.
Le Eccellenze Enogastronomiche
La cucina tradizionale modugnese fa largo uso di prodotti
agricoli come l'olio e le olive, ortaggi (zucchine e melanzane), legumi
(fave, fagioli, lenticchie, ceci, piselli), verdura (rape, cavolfiori,
carciofi, cardi), frutta (mandorle, fichi, ciliegie, uva) e alcune erbe
selvatiche usate per insalate (perchjazze, recquasce, sporchja). Un
elemento caratteristico della cucina modugnese è una particolare varietà
di uva bianca da tavola, dall'acino di forma allungata, detta uva
còrnola (in dialetto "ciuarèdde"). Viene coltivata in pergolati
in cortili o terrazzi e produce frutti da agosto a dicembre.
Nei giorni feriali, i pasti erano generalmente
costituiti da un piatti unici molto poveri, principalmente a base di legumi. La
carne (di solito coniglio) e il pesce venivano consumati solo nei giorni di
festa. Della tradizione culinaria modugnese, derivante dalla cultura rurale e
contadina, si conservano ancora oggi le ricette di alcune specialità
gastronomiche; alcuni esempi sono: fagiolini con pasta e ricotta dura, fave e
cime di rape, cavoli con pan grattato, ceci neri e cipolla rossa. Formati
tipici di pasta sono le strascinate (una specie di orecchiette con
farina di semola) e i cavatelli (una sorta di gnocchi di semolino
grezzo). Caratteristici della gastronomia modugnese sono i calzoni farciti
con cipolle, acciughe sotto sale, baccalà e olive. I dolci tipici
delle feste sono: pettole, boconotti, cartellate,
castagnelle, torroni di mandorle per Natale; scarcelle, uova
dipinte di rosso con alghe marine, friselle, mostaccioli per
il periodo pasquale.
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Fiera del Santissimo Crocifisso
La fiera del Crocifisso si svolge la seconda e la
terza domenica di novembre. Nasce nel 1622 per celebrare un
evento giudicato miracoloso: un fulmine caduto sulla chiesa Matrice uccise
alcuni sacerdoti e bruciò l'asta del Crocifisso, lasciando intatta la figura
del Cristo. Questa figura del Cristo in croce è conservata ancora oggi nella
stessa chiesa ed è posta in una nicchia sovrastante la cappella della Madonna
Addolorata. A partire dal 1656, la fiera acquisì una forte importanza per
la popolazione in quanto la peste che colpì Modugno quell'anno terminò i primi
giorni di novembre, poco prima dell'inizio della fiera.
In origine la fiera durava otto giorni, per tutto il periodo
compreso tra la seconda e la terza domenica di novembre. Nei primi secoli, la
fiera vendeva quasi esclusivamente prodotti agricoli e animali; col tempo si è
evoluta allargandosi anche al settore dell'artigianato locale, ai mezzi per
lavorare la terra, ai tessuti, ai vestiti, alle piante e a diversi generi
alimentari. Negli ultimi anni, in concomitanza con la fiera, vengono
organizzate manifestazioni culturali collaterali.
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Iniziative Pro Loco
La Pro Loco di Modugno è attiva nell'organizzazione di
diverse iniziative. La Biodomenica è una giornata dedicata in cui
viene allestita una fiera mercato di prodotti biologici, con lo scopo di
sensibilizzare ai problemi dell'ambiente e promuovere l'agricoltura biologica.
In Piazza Sedile diversi produttori di prodotti biologici espongono i
loro prodotti illustrando le tecniche ecocompatibili utilizzate.
Il Concerto per Modugno è sorto in collaborazione
con l'UPSA-Confartigianato di Modugno e raccoglie una serie di brani classici e
contemporanei a tema natalizio, fornendo una guida all'ascolto. L'iniziativa
permette di allietare la cittadinanza e di valorizzare le realtà musicali del
territorio.
Modugno in bicicletta è una passeggiata non competitiva
che consente di percorrere in bicicletta le vie della città e quelle
fuori del centro abitato lungo un percorso di circa 10 km che segue
la pista ciclabile inaugurata dal Comune qualche anno fa. Alla
manifestazione partecipano diversi gruppi come i Bersaglieri in
bicicletta o rappresentanti di organizzazioni con finalità sociale come
l'UNITALSI. La chiusura al traffico delle strade consente le iniziative legate
alla "giornata ecologica".
La Pro Arte è una mostra pittorica e di arti
visive che permette agli artisti, soci della Pro Loco, di esporre le loro opere
e di far conoscere la propria arte.
Le Rioniadi sono una competizione giocosa tra ragazzi,
in costume, divisi in squadre rappresentanti le sei contrade storiche modugnesi.
Le squadre della Motta, dei Cappuccini, della Marina, del Lago, di Gammarola e
di Cecilia, si affrontano in diversi giochi che ricordano tempi passati. Essi
sono (da pronunciarsi rigorosamente in dialetto): "Cors iind o sacc"
(corsa nel sacco), "Cors a tre iamme" (corsa a tre gambe), "U
fazzuett" (il fazzoletto), "La pall d'pezz" (la palla di pezza),
"Tir a la zoche" (tiro alla fune).
Ritmika è un festival musica a carattere nazionale nato
nel 2000. Riveste un importante ruolo promozionale per giovani talenti che
hanno l'opportunità di farsi conoscere dal pubblico e dagli addetti ai lavori.
Lo stesso festival è anche un'opportunità di confronto e di crescita per le
band e coinvolge gruppi musicali di tutta Italia.
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Iniziative dell'Archeoclub
La sede modugnese dell'Archeoclub d'Italia si pone lo scopo
di diffondere tra i cittadini l'interesse per i beni culturali di Modugno e di
favorirne la tutela. Fondata nel 1994 ha sede nel complesso
monumentale di Santa Maria di Modugno che apre ai visitatori nelle
domeniche della bella stagione e in occasioni particolari come la fiera del
Crocifisso. L'Archoclub di Modugno organizza diversi convegni, concerti e
manifestazioni, la più importante delle quali è "Chiese aperte"che
permette l'apertura al pubblico di antichi luoghi di culto, fornendo guide e
materiale illustrativo. Nell'occasione vengono organizzati, in alcune chiese,
dei concerti di musica classica.
Dialetto
Il dialetto di Modugno è una varietà del dialetto
barese. Vasta è la produzione vernacolare modugnese.
A Modugno, nel passato, esistevano due dialetti:
1. quello “du soine e naune”,
più accentuato, più duro, usato da “le zappatéure” (contadini);
2. quello “du sine e none”,
meno forte, meno accentuato, usato dalle classi signorili e dagli artigiani.
Osserviamo nei due dialetti alcune espressioni:
-
Joie e téue (io e tu); ji e tu.
-
U zappataure se jalze subete la matoine (il
contadino si alza presto al mattino); U zappatore se jalze subete la
matine.
I gruppi di vocali che caratterizzano il dialetto “du
soine e naune”, rendendolo più forte, sono eu, oi, au.
Le vocali del dialetto modugnese sono cinque: a e i
o u. Ma, in particolare della vocale e bisogna
sottolineare che può essere:
1. Aperta, se ha l'accento grave,
come in fèmmene (donna), cannèdde (molletta
per stendere i panni);
2. Chiusa, se ha l'accento acuto,
come in tembéste (tempesta), zéppe (zoppo);
3. Semimuta, se non è accentata, e
quindi non si pronunzia o si sente appena, come in mamme (mamma), besciarde (bugiardo).
Essa ha la funzione di formare la sillaba.
Esiste poi una semiconsonante, la lettera j, che
ha vari usi: in principio di parola, come jidde (lui), jatte (gatto);
tra due vocali, come moje (adesso), mangiaje (cibo);
nei suoni liquidi –glje -cchje -gghje,
come battagjie (battaglia), jacchje (trovi), pagghje (paglia).
Si può incontrare, infine, la lettera K come
variante del c duro e del ch, come in kapeche (scelgo), kièche (piega).
MOLFETTA
(Melfétte in dialetto locale) è un comune italiano di 59.491
abitanti della città metropolitana di Bari, in Puglia. La città sorge 25 km a
nord-ovest di Bari, sulla costa del mare Adriatico.
Eventi e Sagre
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La Quaresima
I molfettesi attribuiscono un'attenzione tutta particolare
al culto delle tradizioni pasquali, adeguatamente celebrate e che portano in
paese un clima di preghiera e riflessione. La Quaresima è ricca di momenti di
celebrazione, che si concentrano nelle chiese di Santo Stefano, a cura
dell'omonima Arciconfraternita, e del Purgatorio, a cura dell'Arciconfraternita
della Morte.
I primi quattro venerdì di Quaresima, nella chiesa di Santo
Stefano, a cura dell'Arciconfraternita omonima, si contemplano i misteri del
dolore: Gesù che prega nell'orto degli ulivi, Gesù flagellato, Gesù coronato di
spine, Gesù sale al Calvario carico della Croce. In queste celebrazioni, viene
proposto l'ascolto di meditazioni cantate e recitate su questi misteri.
Durante il corso della Quaresima, la banda cittadina esegue,
presso la sua sede, le prove delle marce funebri che faranno da accompagnamento
alle tre processioni della Settimana Santa. In gergo queste prove sono chiamate
"i concerti delle marce funebri" e richiamano sempre un cospicuo
numero di affezionati spettatori, che si ritrovano per scambiarsi aneddoti,
ricordare le annate trascorse e il gusto di cose belle e perdute
Le marce funebri sono in parte di autori locali (Valente,
Calò, Peruzzi e Inglese tra i più noti) tutti di fine Ottocento - inizio
Novecento e in parte di autori di fama internazionale come Chopin, Giuseppe
Verdi, Gioachino Rossini, Raffaele Caravaglios, Amodeo Vella, Petrella.
I riti della Settimana Santa sono, assieme alla festa
patronale della "Madonna dei Martiri",indubbiamente i più sentiti
dalla popolazione.
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Festa patronale della Madonna dei Martiri
La città di Molfetta ha un antico e forte legame con il mare
e sin dalla prima metà del XIX secolo i marinai hanno eletto la Madonna dei
Martiri, venerata nell'omonimo santuario, a loro protettrice. Quello molfettese
è infatti un popolo marinaio: migliaia erano i molfettesi impiegati nella
flotta peschereccia locale che comprendeva centinaia di battelli.
L'8 settembre 1846 la statua della Vergine, opera dello
scultore napoletano Giuseppe Verzella, fu posta su due bilancelle a vela e
trasportata fino alla banchina dell'antico Seminario, accanto al "Duomo
vecchio".
La statua della Madonna disposta sulle barche, qui tre,
accostate tra di loro, nel porto.
Da questa iniziale consuetudine prese piede la tradizione
della Sagra a mare, che si ripete annualmente con grandissimo concorso di
popolo, compreso un numero considerevole di emigrati, che per l'occasione
tornano da tutto il mondo nel paese natio.
Anche oggi che, con la crisi, il numero dei pescherecci si è
paurosamente assottigliato, il privilegio di essere scelti per il percorso a
mare della processione costituisce motivo di orgoglio, ma anche di grande
responsabilità, per gli equipaggi delle barche prescelte.
La festa della Madonna, come da quel lontano 1846, si
esplica in tre giorni della prima decade di settembre (7, 8, 9) e coincide con
la Fiera di Molfetta, accordata il 24 aprile 1399 da Ladislao di Durazzo .
Occasione per secoli di proficui scambi commerciali, la
Fiera della Madonna dei Martiri si è trasformata, negli anni del
"benessere", in una variopinta e gioiosa festa cittadina che culmina,
nelle serate principali, con un appassionante concorso di fuochi pirotecnici
tra i migliori maestri artigiani del settore. Tale spettacolo coinvolge ogni
anno migliaia di persone di tutte le età, anche provenienti da altre città,
disposte ad affrontare ingorghi paurosi e code snervanti, pur di riuscire a
conquistare il posto più idoneo per goderlo al meglio e commentarlo poi con
grande felicità.
Le Eccellenze Gastronomiche
Trovandosi sul mare sono vari i piatti a base di pesce che è
possibile assaporare. Il piatto tipico è rappresentato infatti da una zuppa
di pesce di scoglio che viene lessato e unito ad un leggero soffritto
composto da pomodorini, aglio, olio e prezzemolo. I frutti di mare si trovano
in abbondanza, dalle cozze alle ostriche, da assaporare con le alici crude.
Siamo sempre nella provincia di Bari ed anche qui quindi le
orecchiette non mancano. Si tratta di pasta fresca, con una forma particolare,
a base di farina di semola. Solitamente le orecchiette vanno gustate con le
cime di rapa o con del ragù a base di carne di maiale.
La gastronomia molfettese è molto vasta, comprende piatti
semplici, rustici, e piatti più raffinati, atti a conquistare l'interesse e il
piacere dei buongustai. Essendo Molfetta una città marittima, i piatti
tradizionali Molfettesi non possono che essere a base di pesce; tra questi
ricordiamo il famoso che consiste in una zuppa di pesce fresco di scoglio lesso
insieme ad un soffritto di pomodori freschi, aglio e prezzemolo in olio
extravergine d'oliva (u’ cembotte). Consuetudine alimentare dei molfettesi,
tranne che nel periodo in cui vige il fermo biologico, è mangiare sia frutti
di mare (dai ricci alle cozze, dalle capesante alle ostriche, dai taratuffi
alle cozze pelose, ecc.) che pesce crudo. Alici crude intere (quelle più
minuscole) o spinate (talvolta marinate mettendole a macerare in olio e
limone), le am(e)rosche (piccolissimi pesciolini, poco più che avannotti), le
agh(e)stenèdde (triglie di piccolissima taglia, dette così perché si pescavano
tra la fine di agosto e la metà di settembre), al(e)cedd(e) e sarachedd(e)
(alici e salacchine), pulp' a' tenèri(e)dde (piccoli polpi che vengono
inteneriti arricciandoli a mano) e infine salìp(e)ce (piccoli gamberetti) sono
tutti usualmente consumati senza cottura.
Tra i primi piatti caratteristici troviamo u' tridde,
una pasta per brodo fatta a mano con semola, uova, prezzemolo e formaggio, che
si presenta in sfoglie sottili spezzettate a mano. Le altre specialità
molfettesi vengono preparate in occasione delle festività.
Un piatto che si ritrova esclusivamente nella tradizione
molfettese, quasi totalmente sconosciuto persino nei paesi vicini è u'
calzòene. La sua preparazione è particolarmente lunga e va fatta con
ingredienti ben precisi, per rispettare l'originale ricetta. Consiste
sostanzialmente in una focaccia ripiena. Al suo interno si trova di solito:
merluzzo fritto e sbriciolato (il merluzzo usato è di taglia più grande di
quello solitamente consumato, ed è detto in gergo "nùzze stùbete" ),
cipolle bianche tagliate molto sottili e stufate assieme a cavolfiori, olive
denocciolate (solitamente si usano le cosiddette "pasòele") e un
cucchiaino di ricotta forte (in gergo chiamata "recòtt'a'scquènde"). Una
variante prevede anche l'uso del pomodoro nello stufato di cipolla. Affinché
esso assuma un sapore inconfondibile e unico al palato, molti molfettesi usano
portarlo a cuocere nei pochi forni a legna rimasti (detti "fùrne
nostrène"), di cui la città era disseminata fino a una trentina di anni or
sono. Il piatto si accompagna bene a frutti di mare e vino, e costituisce anche
un piatto unico. Si usa preparare questa pietanza specialmente nel periodo
quaresimale, specialmente di venerdì (in cui si pratica l'astinenza dalle
carni). Antica consuetudine vuole che esso venga consumato il giorno di
mezzaquaresima (Giovedì della quarta settimana di Quaresima). Una tradizione
gastronomica che si rinnova ogni anno il Venerdì Santo è mangiare "u
pizzari(e)dde", filoncino di pane farcito con tonno e capperi.
Per la Pasqua troviamo "la scarcèdd(e)", un
dolce cui si danno le forme più varie (sempre attinenti al periodo pasquale)
fatto di pasta frolla farcito con marmellate (di fichi, di ciliegie o di uva)
rigorosamente fatte in casa e pasta di mandorle e ricoperto di zucchero
fondente - detto Sc(e) lepp -, decorato con confetti di vari colori, ovetti di
cioccolato o anche uova sode.
Per la vigilia del Santo Natale il menù tradizionale
comprende: rape bollite condite con olio e limone, frittelle (piccoli
panzerotti ripieni) e l'immancabile capitone.
Durante i vari periodi dell'anno, secondo le stagioni, le
massaie molfettesi usano preparare delle conserve sott'olio con pomodori,
peperoni (chiamata nel gergo pric-o-prac), melanzane e carciofi.
Per il periodo natalizio vengono preparati diverse varietà
di dolci, principalmente a base di pasta di mandorle e pasta frolla tra cui
"cart(e)ddate", "calz(e)ngicchie",
"ses(e)mi(e)dde", "spume di mandorla", "occhi di Santa
Lucia", "mestazzul(e)", "canigliate" e piccole
imitazioni di frutti a base di "pasta reale".
Prende il nome dalla città anche una tipologia di cicoria,
la cicoria puntarelle molfettese. Il 17 giugno 2015 la cicoria molfettese è
stata inserita nell'elenco nazionale dei Prodotti Agroalimentari Tradizionali
(PAT), con decreto del Ministero delle Politiche agricole e alimentari, oltre a
rappresentare la città all'Expo di Milano.
Dialetto
Il dialetto molfettese si distingue dalle caratteristiche
linguistiche della città metropolitana di Bari per l'utilizzo di tutte le
"e".
Lo scioglilingua utilizzato per testare la
"pugliesità" di un soggetto trova la sua variante nel molfettese
"Ci nge n'ame a sciaje scimeninne, ci nen ge n'ame a sciaje nen ge ne sime
scenne" (se dobbiamo andarcene, andiamocene, se non ce ne dobbiamo andare,
non ce ne andiamo). A differenza del dialetto barese, quello parlato a Molfetta
è caratterizzato da un'aggiunta costante della "a", soprattutto,
prima della vocale "u".
Ad esempio: sciute ⇒ sciAute (andato); june ⇒
Aune (uno); pajure ⇒ pagAure (paura).
MONOPOLI
(Menòpele in dialetto monopolitano) è un comune italiano di
48 949 abitanti della città metropolitana di Bari, in Puglia. Si trova a 43
chilometri a sud-est del capoluogo metropolitano. Monopoli rappresenta,
sull'Adriatico, uno dei porti più attivi e popolosi della regione. Il suo
caratteristico centro storico di origine alto-medievale, sovrapposto ai resti
di un abitato messapico fortificato già nel V secolo a.C., si affaccia sul mare
circondato da alte mura. Monopoli è anche detta la città delle cento contrade.
L'agro infatti è diviso in varie località denominate contrade (sebbene il loro
numero sia inferiore alle cento unità), i cui toponimi rievocano antichi casali
scomparsi, la presenza di una masseria, di una chiesa o altri riferimenti
storico-geografici.
Eventi e Sagre
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19 marzo - Sagra di San Giuseppe, con
l'accensione dei falò.
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Nel periodo pasquale si tiene la
rappresentazione vivente della Via Crucis per le vie del centro storico, a cura
del Corteo Storico della città.
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La processioni dei Misteri la sera del Venerdì
Santo con la partecipazione di tutte le confraternite e la reliquia della Croce
di Gesù
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Primo fine settimana di maggio - Festa di San
Francesco da Paola, patrono secondario della Città, con processione a mare con
la statua del Santo.
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Primo fine settimana di giugno - Festa dei Santi
Medici.
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13 giugno - Festa di Sant'Antonio da Padova con
benedizione del pane e processione.
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16 luglio - Festa di Santa Maria del Carmine.
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26 luglio - Festa di Sant'Anna - sagra del
panzerotto e processione.
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14 e 15 agosto - Rievocazione del miracoloso
approdo della Madonna della Madia. L'appuntamento estivo riprende quello del 16
dicembre (data effettiva del primo approdo) che in estate, oltre al programma
religioso, prevede anche un nutrito programma civile.
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13 dicembre - Fiera di Santa Lucia.
-
16 dicembre - Sagra a mare, con arrivo alle ore
5 del mattino, al porto di Monopoli, della zattera della Madonna della Madia e
successiva processione per le vie della città, fino in Cattedrale dove si
svolge una messa solenne.
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Nel periodo natalizio si tengono in città e
nell'agro numerosi presepi viventi fra i quali si ricordano quello organizzato
presso la chiesa di San Francesco da Paola, o quello che si estende su una
superficie di diversi km² in contrada Cozzana, caratterizzato dalla presenza di
antichi mestieri svolti in campagna. Si segnala la Cavalcata dei Magi, in
contrada Antonelli.
Durante tutto l'anno si tengono inoltre le celebrazioni e i
festeggiamenti dei titolari delle parrocchie cittadine e dell'agro, con
programmi religiosi, sportivi, gastronomici e civili, oltre a sagre come quella
del panzerotto, della frittella, del pesce fritto, delle orecchiette e degli
altri prodotti tipici locali (pettole, zucchine ecc.).
Le Eccellenze Enogastronomiche
Oltre ai piatti tipici pugliesi (taralli, focacce, patate
riso e cozze, panzerotti, braciole, olive fritte, timballi, pesce e crostacei
fritti e così via) vi sono alcuni i piatti tipicamente monopolitani, cioè:
-
Le orecchiette preparate con semola di grano
duro o con il "grossetto", condito con cime di rape, pomodoro,
basilico e cacio ricotta, o con il sugo del fungo che nasce ai piedi o sul
tronco del Carrubo, il rarissimo Laetiporus sulphureus.
-
Il cjambotto, zuppa di pesce assortito con
pomodori, aglio, prezzemolo, olio, sale, pepe, e fette di pane casereccio
raffermo.
-
L'ingrapiata, di fatto un macco con fave e
cicorie, il cui nome deriva forse da un antico modo di condirla con i capperi
(incapperata).
-
Polpo in pignatta.
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Alici marinate, una marinatura di alici in olio
extravergine di oliva, aceto, succo di limone e sale
-
Cialledda, zuppa fredda di pane raffermo o
taralloni immersi in acqua, con olio, sale, pomodori e origano.
-
Le cartellate (n'cartddet): dolce natalizio di
origine greca, a base di sfoglie di pasta a forma di nastro tagliato con
tagliapasta dentellato, fritti e ricoperti di vincotto.
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Le pettole: pallottole di pasta lievitata molto
morbida (farina, patata, lievito di birra, acqua e sale) fritte nell'olio
bollente. Vengono servite calde, con zucchero o con vino cotto o miele.
Tipicamente vengono preparate il 7 dicembre in occasione della Vigilia
dell'Immacolata, il 16 dicembre, il 24 dicembre, e in alcune delle feste nelle
contrade.
-
I purcidde: piccoli dolci di pasta con miele o
vincotto.
-
I boconotti: dolci di pasta ripieni di
marmellata e pasta di mandorle.
-
Le zeppola di San Giuseppe, ciambelle fritte o
al forno, decorate esternamente con crema, amarena e un po' di cannella;
vengono fatte in occasione della festività di San Giuseppe.
-
I cherrocl, grandi frollini di forma umana con
le braccia che stringono un uovo sodo. Tipico delle festività di Pasqua,
preparato da nonne e mamme, per nipoti e figli, raffigurando le sembianze di
maschi o femmine a seconda del sesso degli stessi.
Dialetto
Il dialetto monopolitano è un dialetto di famiglia barese,
caratterizzato da alcune particolarità morfologiche e fonologiche derivate dal
latino, dal francese, dallo slavo, dall'arabo e dalla lunga dominazione
spagnola a cui la città adriatica è stata sottoposta. Notevoli sono inoltre le
influenze longobarde nei toponimi, negli antroponimi e soprattutto nel campo
del diritto. Un esempio per tutti: in molti documenti del Codice Diplomatico
Brindisino, quasi tutti posteriori al 1076, viene riportato - in atti di
compravendita, il termine pizzulo o latinizzato in pizulus, riferibile a angolo
di un muretto o di una parte sporgente di un edificio. Attualmente nel dialetto
monopolitano pizzulo ha esattamente lo stesso significato.
Tuttavia, ad oggi, il dialetto monopolitano sopravvive nel
pieno del suo fulgore soltanto nel centro storico della città e in alcune aree
dell'agro monopolitano, dove tra l'altro il dialetto presenta delle notevoli
varianti rispetto al centro cittadino, e inoltre con variazioni anche a seconda
della contrada in cui esso viene parlato. Un esempio per tutti: il termine
originario per indicare le fave novelle, nel nucleo cittadino, è vongole. Nel
dialetto parlato nell'agro invece esse sono indicate come cuzzele, termine oggi
utilizzato anche nel nucleo cittadino ma in misura minore.
Nel resto di Monopoli si assiste ad un progressivo processo
di italianizzazione dello stesso. Si registrano molte produzioni poetiche in
vernacolo, tra le quali ricordiamo in particolare quelle di Luigi Reho, autore
anche del monumentale Dizionario Etimologico del Monopolitano, e di Tonio
d'Arienzo.
NOCI
(I Nusce in dialetto nocese) è un comune italiano di 19 283
abitanti della città metropolitana di Bari in Puglia. Sorge sulle
Murgemeridionali ed è incluso tra i comuni appartenenti alla Valle d'Itria e
della Terra dei Trulli, comprensorio turistico dei trulli e delle grotte.
Eventi e Sagre
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Riti della Settimana santa: Processione dei
Misteri la domenica delle Palme, processione di Cristo di Casaboli il Venerdì
santo.
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Festa di Santa Maria della Croce, patrona minore
di Noci: dal 30 aprile al 4 maggio.
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Festa patronale di San Rocco: festa liturgica il
16 agosto e 1ª domenica di settembre. La domenica successiva si tiene l'omonima
fiera.
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Festa della Madonna del Rosario e dei Ss. Medici
Cosma e Damiano: 2ª domenica di ottobre.
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Nocicortinfestival, festival internazionale di
cortometraggi in collaborazione con la Beijing Film Academy, con l'HollyShorts
Film Festival e sette accademie di cinema europee: si è tenuto dal 2006 al 2014.
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Bacco nelle gnostre, sagra del vino novello e
delle castagne, celebrata il primo fine settimana di novembre. Nel 2016 è
arrivata alla sua XVII edizione. Il nome richiama i tipici atri che si aprono
tra le abiazioni del centro storico, da sempre luogo di socializzazione tra
vicini di casa.
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Pettole nelle gnostre e cioccolato in sagra:
sagra enogastronomica, si tiene a dicembre ed è imperniata sulle tradizionali
pettole, frittelline dolci o salate di pasta lievitata.
NOICATTARO
(Naòie in dialetto barese, fino al 1863 chiamata Noja) è un
comune italiano di 26 115 abitanti della città metropolitana di Bari in Puglia.
Centro culturale per il suo importante patrimonio storico e
religioso, è rinomato anche per le processioni che si svolgono durante la
settimana santa in particolar modo caratterizzate dalla figura dei Crociferi.
"Capitale dell'uva", soprattutto dell'uva da tavola, con la maggior
parte della produzione esportata all'estero, dista 15 km dal capoluogo in
direzione sud-est e 6 km dalla costa adriatica.
Eventi e sagre
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La sagra del Bacco delle Gnostre prende tale
nome proprio perchè viene effettuata all’interno di tali spazi, detti appunto
Gnostre. Per chi volesse partecipare, ricordiamo che si tratta di una sagra del
vino e delle castegne che si svolge, tutti gli anni, nel mese di novembre. Si
tratta di una festa ben organizzata che, negli ultimi anni, è stata “copiata”
anche dai Paesi limitrofi. E’ bellissimo, ogni anno, attendere questo
particolare evento che coinvolge sempre più persone da tutta la Regione e non
solo, ci sono tantissimi pullman con turisti che provengono anche da altre Regioni
d’Italia. Insomma, questa festa è il fiore all’occhiello di Noci!
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Festa Patronale della Madonna del Carmine
(domenica successiva al 16 luglio). Solenni festeggiamenti (che durano 4 giorni
compresa la fiera omonima) della Patrona di Noicàttaro. Già nel 1742 la Madonna
del Carmine era stata proclamata protettrice di Noja. La lunga processione,
formata dal bellissimo simulacro della Vergine e accompagnata dal simulacro del
profeta Elia che impugna una spada infuocata, si snoda per le vie del paese. Le
chiavi della città vengono date nella piazza centrale del paese, queste furono
offerte dal popolo nojano alla Madonna in occasione della grande siccità che
colpì il paese nel 1876. Gran concerto bandistico, fuochi pirici con effetti
speciali e luminarie animano queste giornate di festa.
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Festa in onore di San Rocco (prima domenica di
settembre). Seconda festa più importante del paese, dopo quella del Carmine. La
festa è molto caratteristica perché vengono fatte sfilare in processione ben
due simulacri; il primo simulacro è fatto in cartapesta e viene posizionato su
un grande altare in Piazza Umberto I e resta per tutti i tre giorni della festa
in esposizione ai fedeli; mentre il secondo simulacro è in argento e viene
accompagnato in processione per le vie del paese da un'innumerevole schiera di
fedeli (quest'ultima statua è ricoperta da ex voto). I pellegrini accompagnano
il Santo portando un cero molto pesante che, a termine della processione,
lasceranno ai piedi della statua.
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Festa della Madonna del Rito e della
"Pupa" (ultimo sabato di settembre). Questa festa è una delle più
sentite dal popolo nojano e sicuramente la più attesa dai più piccoli, si
articola in diverse serate (dall'arrivo del simulacro della Madonna in Chiesa
Madre sino al suo rientro). La seconda domenica di ottobre prima del passaggio
della Vergine viene fatta esplodere "la Pupa", un fantoccio imbottito
di fuochi d'artificio.
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Settimana Santa. Il popolo nojano, profondamente
religioso, è rimasto fortemente ancorato a questa cerimonia. Simbolo evidente
di questo attaccamento è la figura del crocifero (penitente incappucciato) che
porta sulle spalle una pesante croce e alla caviglia una catena di ferro che
gli servirà per darsi la cosiddetta disciplina. Durante il Giovedì Santo ad
ogni chiesa lasciano la propria croce e si fustigano le spalle a colpi di
catene. Di particolare importanza sono i gruppi statuari della Passione: la
"Naka" che nel gergo paesano significa "culla", ovvero il
letto di morte di Gesù Cristo, l'Addolorata che viene portata in processione
nel cuore della notte, e la terza ed ultima processione è quella dei Misteri
composta da bellissimi simulacri in cartapesta leccese di fine Ottocento.
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Festa della Madonna Annunziata (seconda domenica
di maggio, Chiesa dell'Annunziata) Viene portata in processione anche il
piccolo simulacro di Santa Filomena.
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Processione di Santa Rita (22 maggio, Chiesa
della Madonna della Lama). Nella chiesa di Santa Maria della Lama è molto forte
la devozione alla Santa, infatti le bambine del paese vengono vestite con i
tradizionali abiti monacali. Il 22 maggio, dopo la solenne celebrazione della
santa messa e dopo la benedizione delle rose, viene fatto sfilare il gruppo
statuario della Santa, sorretta da un angelo, inginocchiata ai piedi del
crocifisso. Al rientro della processione vengono fatti esplodere i fuochi
pirici.
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Processione di Sant'Antonio da Padova (13
giugno, Chiesa dei Cappuccini). I terziari dell'ordine Francescano distribuiscono
durante la processione il cosiddetto pane di Sant'Antonio.
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Processione dei S.S. Cosma e Damiano (26
settembre, Chiesa dell'Immacolata).
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Processione dell'Immacolata (8 dicembre, Chiesa
dell'Immacolata). È l'unica processione diurna del paese.
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Processione di Santa Lucia (13 dicembre, Chiesetta
di Santa Lucia). In via San Tommaso si organizza il mercatino natalizio.
Dialetto
l dialetto nojano è un dialetto di famiglia barese
caratterizzato da alcune particolarità morfologiche e fonologiche date dalle
diverse dominazioni a cui la città è stata sottoposta. Appartenente al gruppo
dell'Apulo-barese, il nojano si differenzia per l'uso di vocali diverse o dalla
totale caduta di queste.
Caom jà cà t u'ì deic? = Come te lo devo dire?
N ma scé 'mménz à pézze? = Ce ne andiamo in villa?
A catt-t 'a frutt? = hai comprato la frutta?
Ci n'à? = Chi è?
Molte sono le produzioni poetiche in vernacolo, tra le quali
ricordiamo in particolare quelle di Rita Tagarelli.
PALO DEL COLLE
(Pàle in dialetto palese, anticamente designata con Terra di
Palo, fino al 1863 chiamata Palo) è un comune italiano di 21 700 abitanti della
città metropolitana di Bari situato a circa 17 km dal capoluogo pugliese.
Unico nella zona, il centro abitato insiste su un colle alto
177 m s.l.m. dominato dal settecentesco Palazzo Filomarino Della Rocca,
dall'edificio della chiesa matrice Santa Maria La Porta e dal trecentesco
campanile in stile romanico pugliese, tra i più imponenti e maestosi di Puglia,
indicato dai Palesi con il nomignolo: u Spiàune ("lo Spione"). Famoso
è il Palio del viccio che vi si svolge il martedì grasso.
Eventi e Sagre
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Palio del viccio: il martedì grasso si tiene una
corsa di cavalli tra i rioni cittadini con in palio un viccio (tacchino in
dialetto); per vincerlo occorre forare con una lancia un vescica sospesa a
diversi metri di altezza. Spettacolare è l'abilità del cavaliere che, per poter
centrare la minuscola vescica, esegue acrobazie equestri cavalcando quasi in
piedi. Il resto della manifestazione continua con la sfilata dei carri
allegorici e dei gruppi mascherati per poi finire con la degustazione del
tacchino, cucinato in tutte le salse, nella principale piazza del paese.
-
Festa di Santa Croce: il 3 maggio ad Auricarro,
frazione agricola del paese, si svolge la tradizionale festa religiosa dedicata
al Patrono ed in memoria del Santo Crocifisso che la tradizione vuole sia stato
rinvenuto in questa località. La parte religiosa rievoca tale ritrovamento con
una processione per riportare il Crocifisso, che durante i mesi invernali è
venerato nella chiesa matrice, nella chiesetta medioevale appositamente
dedicata, successivamente il Parco di Auricarro diventa il palcoscenico della
festa più propriamente laica. Tutte le campagne circostanti diventano il luogo
d'incontro della prima scampagnata primaverile, per poi finire la serata con la
tradizionale festa a base di musica sul sagrato del Parco. La festa viene anche
ricordata per la rituale distribuzione del pane benedetto e la sfilata dei
carri votivi ornati di fiori e trainati da buoi o cavalli, che accompagnano la
processione. È tradizione, alla fine della festa spogliare i carri dei loro
ornamenti.
Dialetto
Il dialetto palese (u dialétte palàise) appartiene al gruppo
dei dialetti della Puglia centrale. Come qualsiasi altro idioma locale, la
"parlata" palese si è strutturata e formata nel tempo modificandosi
con l'avvicendarsi dei vari popoli che hanno interessato la Terra di Bari. Un
susseguirsi di avvenimenti storici e conseguenziali influenze sul dialetto
medesimo che giustificano – almeno in parte – l'attuale struttura
fonosintattica e morfologica. Non è un caso che nel lessico sopravvivano
termini provenienti dallo spagnolo, francese (es. sciafférre = autista dal fr.
chauffeur; buàtte = scatola dal fr. boite), longobardo, arabo (es: lemòne =
limone dall'arabo limun; caràffe = caraffa dall'arabo carrafa; marànge =
arancia dall'arabo narangí) e bizantino. Mancando studi sistematici e
specialistici – supportatati da scientifica coerenza –, la
"volgarizzazione" del palese, in termini letterari e grafologici, è
affidata all'opera di studiosi ed appassionati di storia locale e non. Rimane
da segnalare la diversa dizione che contraddistingue il dialetto
"corrente-popolare" da quello "arcaico-ingentilito" (quest'ultimo
sempre più raro e quasi scomparso del tutto), il primo caratterizzato da una
pronuncia più aperta (es. faròine = it. farina), il secondo più chiuso
(faríne).
Accento
Sulle "a" è sempre grave, sulle "i" e
"u" acuto. Sulle vocali "e" e "o" è grave quando
hanno suono aperto (es. arellògge = orologio; sécce = seppia) acuto se stretto
(affòre = fuori; mméle = miele). In ogni caso ha sempre funzione tonica e nelle
parole piane non viene utilizzato sulle "a", "i" e
"u", se non quando serva per altre esigenze. Nelle parole sdrucciole
è sempre utilizzato e sulle "e" e "o" assume anche funzione
fonica.
POGGIORSINI
(Paggiarsìne o Poggiorséine in dialetto poggiorsinese) è un
comune italiano di 1 450 abitanti della città metropolitana di Bari in Puglia.
Fu un tempo feudo della famiglia Orsini che diede il proprio nome al paese. È
il più piccolo centro urbano della città metropolitana e fa parte del Parco
nazionale dell'Alta Murgia.
Eventi e Sagre
Le tradizioni del borgo di Poggiorsini sono legate alla devozione
e alle attività contadine.
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La prima domenica di agosto è dedicata alla
Festa della civiltà contadina, organizzata dalla Pro Loco del borgo con lo
scopo di valorizzare e promuovere le antiche attività contadine del territorio.
La giornata è caratterizzata da musica in piazza, esposizioni di antichi
utensili rurali e degustazioni, in particolare durante la sagra du
Gnumridd(involtino di fegatini, cuore, polmone e di "endrame"
(budella) di vitello.
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Dal 9 all’11 agosto il borgo festeggia la santa
patrona, la Vergine Addolorata, la cui devozione non è legata ad alcun fatto
storico documentato ma a fatti leggendari. Uno dei momenti più suggestivi e
importanti dell’evento è la processione lungo le vie del paese.
-
Durante il periodo autunnale da non perdere è
sicuramente la Sagra del cardoncello.
Le Eccellenze Enogastronomiche
La cucina tradizionale di Poggiorsini è legata ai prodotti
spontanei e alle coltivazioni del territorio.
La Tagliolina con purea di cicerchie e funghi
cardoncelli è un primo piatto realizzato con la pasta fresca, legumi e
l’immancabile cardoncello considerato come il re dei prodotti tipici della
Murgia.
Elemento base di molti piatti caratteristici sono anche i lampascioni
che, raccolti durante il periodo estivo – autunnale, vengono gustati freschi,
sott’olio, fritti, lessati o cotti al forno.
Verdure murgiane miste a scelta come cime di rapa, cicoria,
bietole e finocchietto selvatico e carne d’agnello sono gli ingredienti del
calariello. Un piatto unico che veniva consumato dai pastori della Murgia.
La capriata è un mix di erbe selvatiche bollite, tra
le quali domina la cicoriella, che vengono accompagnate insieme al purè di
fave.
Le verdure e il pane raffermo sono i protagonisti principali
della ricetta del pane cotto. Bietole, cime di rapa e cicorie bollite vengono
consumate con pane raffermo e un uovo per ogni banchettante.
Dialetto
Il dialetto poggiorsinese costituisce la variante locale del
dialetto apulo-barese, appartenente al sottogruppo pugliese della famiglia dei
dialetti italiani meridionali. Molto simile, per pronuncia e vocabolario, al
gravinese e agli altri dialetti dei comuni dell'Alta Murgia, se ne discosta
tuttavia per via di più spiccate influenze del dialetto apulo-lucano, parlato
nella Basilicata orientale, oltre che di limitati apporti dovuti all'origine
degli abitanti provenienti da regioni diverse dalla Puglia.
POLIGNANO A MARE
(Peghegnéne IPA: ['pəgəɲe:nə] in dialetto barese, fino al
1863 chiamata Polignano) è un comune italiano di 18 023 abitanti della città
metropolitana di Bari in Puglia. Il nucleo più antico della cittadina sorge su
uno sperone roccioso a strapiombo sul mare Adriatico a 33 chilometri a sud del
capoluogo.
L'economia del paese è essenzialmente basata sul turismo e
l'orticoltura.
Di notevole interesse naturalistico sono le sue grotte
marine e storicamente importanti sono il centro storico e i resti della
dominazione romana. Tra questi ultimi il ponte della via Traiana, tuttora
percorribile, che attraversa Lama Monachile.
Dal 2008, Polignano a Mare ha sempre ricevuto la Bandiera
Blu, riconoscimento conferito dalla Foundation for Environmental Education alle
località costiere europee che soddisfano criteri di qualità relativi a
parametri delle acque di balneazione e al servizio offerto in relazione a parametri
quali la pulizia delle spiagge e gli approdi turistici.
Eventi e Sagre
Manifestazioni religiose
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19 marzo: festa di San Giuseppe con sante messe
e accensione di falò in tutto il paese.
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Lunedì in Albis: processione della reliquia di
San Vito dalla chiesa matrice all'abbazia e viceversa.
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Venerdì antecedente la Domenica delle Palme:
processione per le vie cittadine della Madonna Addolorata.
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Venerdì Santo: processione per il paese delle
immagini di Gesù morto e della Madonna Addolorata.
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26 aprile: processione e fuochi pirotecnici in
onore della venuta della reliquie di San Vito.
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14-15-16 giugno Festa Patronale di San Vito la
più importante del paese. Nel tardo pomeriggio del 14, il santo viene messo a
bordo di uno zatterone e esegue la processione via mare dal porto di San Vito
fino alla spiaggia di Cala Paura dove viene accolto dai fedeli, poi viene
portato in processione per il paese e al termine il Santo ascende su un altare
allestito in Piazza Vittorio Emanuele dove il sindaco posa le chiavi del paese.
Il 15, dopo la messa del Vescovo in piazza Vittorio Emanuele le reliquie del
santo vengono portate in processione dal Vescovo. Il 16 il santo viene sceso
dall'altare e viene eseguita una breve processione di chiusura. Gran concerto
bandistico, fuochi pirici con effetti speciali e luminarie animano queste
giornate di festa.
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15-16-17 luglio Festa della Madonna del Carmine,
l'effigie della Madonna viene portata in processione il giorno 15 e
successivamente messa su un altare allestito in via Roma. Il giorno 17 la
figura viene scesa dall'altare, effettua una breve processione e viene rimessa
nella Chiesa della Natività. Animano la festa il concerto bandistico, fuochi
pirici e luminarie.
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Secondo week-end d'agosto Festa dei Santi Cosma e
Damiano, la seconda domenica d'agosto le immagini dei Santi Cosma e Damiano,
Sant'Espedito vengono portate in processione per le vie del paese e al termine
vengono esposte in chiesa per l'adorazione. Animano la festa il concerto
bandistico, fuochi pirici e luminarie.
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Terza domenica d'agosto Festa della Madonna
della Pace, festa in contrada Chiesa Nuova con la processione dell'immagine,
banda musicale, fuochi pirotecnici e sagre locali.
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Terza domenica di settembre Festa del SS.Crocifisso,
la più importante festa di campagna che si tiene in contrada Foggia
Notarnicola. La domenica pomeriggio si tiene la messa della Masseria del
Crocifisso e di seguito viene effettuata una processione. Animano la festa il
concerto bandistico, fuochi pirici, luminarie e numerose sagre locali.
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23 settembre adorazione di San Pio da
Pietrelcina: processione per le vie del paese dell'immagine del santo.
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Quarta domenica di settembre Festa dei Santi
Cosma e Damiano, festa di campagna che si tiene in contrada San Cosimo. La
domenica pomeriggio dopo la messa le immagini dei santi vengono portati in
processione e poi esposti per l'adorazione.
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13 dicembre, festa di Santa Lucia con s. messe e
fuochi pirotecnici al parcheggio San Francesco D'Assisi.
Manifestazioni ricreative
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Seconda domenica di maggio: la Festa
Dell'Aquilone, momento ricreativo della cittadina, organizzato dalla locale Pro
Loco, dove centinaia di aquiloni vengono fatti volare nel cielo sul lungomare
Grotta Ardito.
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Prima metà di luglio: il Festival Il Libro
Possibile, grande rassegna letteraria realizzata dall'associazione culturale
Artes, dove decine di scrittori e personalità di rilievo raccontano dei propri
libri e ne discutono col pubblico nei luoghi principali del centro storico.
Ogni anno la kermesse attira migliaia di appassionati.
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Prima metà di agosto: Meraviglioso Modugno,
concerto in memoria di Domenico Modugno, solitamente organizzato in piazza Aldo
Moro e diretto da Maria Cristina Zoppa.Tanti gli artisti che si susseguono ogni
anno sul palco: tra i tanti, Daniele Silvestri, Paola Turci, Beppe Fiorello,
Piero Pelù, Malika Ayane, Brunori Sas, Gino Paoli, Nicolò Carnesi e tanti
altri.
-
Ultima domenica di settembre: Targa Crocifisso,
tradizionale corsa ciclistica per la categoria élite-under 23 che si svolge
sull'antico circuito delle grotte tra Polignano, Conversano e Monopoli.
Le Eccellenze Enogastronomiche
Il percorso enogastronomico che
viene proposto in questo luogo, il cui centro storico sorge su uno sperone
roccioso a strapiombo sul mare Adriatico, non può che vedere il pesce
protagonista a tavola. Piatti particolarmente deliziosi prendono forma dalle
abili mani degli chef.
E’ possibile ritrovare piatti
tipici della tradizione pugliese come il riso alla barese con cozze e patate
e i cavatelli fatti a mano con cozze, ma anche piatti di terra di indubbio
gusto e sapore, come la cicoria con la purea di fave.
Un tipico piatto è anche quello a
base di carne di agnello, cotta al forno con contorno di piselli, che
vanta nella sua preparazione anche uova e formaggio tipico. Un prodotto di
immenso valore biologico e qui coltivato è senza dubbio la cosiddetta carota
di San Vito, entrata da poco nel circuito Slow Food, che vanta potenti
principi nutritivi ed antiossidanti, utili per la prevenzione di malattie
tumorali. Grazie alle falde acquifere marine dei terreni presenti in località
San Vito, la carota assume un colore piuttosto violaceo, caratteristica che la
rende unica ed introvabile in altre regioni d’Italia. La carota rossa di San
Vito si può preparare in vari modi, ma è soprattutto ingrediente principe delle
insalate.
Altri prodotti tipici che si
possono gustare ed acquistare sono le cime di rapa sott’olio e il pecorino
stagionato. Vari, inoltre, sono i formaggi gustosi, come la burrata
pugliese e la ricotta squanda, ossia dal gusto forte. Un nuovo modo di
gustare piatti a base di pesce è offerto dai nuovi locali che promuovono lo street food pugliese, permettendo
ai turisti di assaporare piatti tipici della cucina garganica senza lunghe
soste a tavola.
Panini ripieni e profumati di
mare sono accompagnati a da ottime verdure fritte. Anche i dolci fanno parte
della tradizione di Polignano ed oltre ai pasticciotti ricchi di crema e
marmellata di amarene, ideali per una sostanziosa colazione, è possibile
gustare le intorchiate dolci con mandorle o taralli dell’amore, chiamati
così per la loro forma particolare.
Anche per quanto riguarda i vini
la zona è particolarmente ricca e molti sono gli eventi dedicati all’ottimo
Primitivo ig, ivi presente, ma anche tipologie come Fiano e Negroamaro sono
molto richiesti per imbandire le tavole dei turisti, che ogni anno scelgono
Polignano a Mare come destinazione delle loro vacanze.
Dialetto
Il dialetto polignanese è una
variante del barese anche se costituisce un unicum tra i dialetti del sud
barese dai quali si discosta per diverse peculiarità (ad esempio, molte delle
parole che in barese presentano la lettera "L", non raddoppiata, in
polignanese sono pronunciate con il suono "G" gutturale. La
trasformazione non avviene nelle parole di recente importazione dall'italiano:
ad esempio "la luce" si pronuncia "'a gouc" per riferirsi a
quella naturale e "'a louc" in riferimento alla luce elettrica). Il
dialetto polignanese ha in parte origini sicuramente nel Latino come la maggior
parte dei dialetti dei paesi circostanti (la matita è "laps"
direttamente dal latino "lapis") e nel Greco, ma un'analisi anche
superficiale rivela immediatamente che al di là delle contaminazioni che ne
causano il continuo mutare levigandone le peculiarità (il rapporto nel tempo
con i paesi limitrofi e nell'ultimo secolo la televisione e l'istruzione
scolastica che lo fanno somigliare sempre più all'Italiano -il suddetto
"lapis" è diventato nella maggior parte degli usi anche di persone
adulte un adattamento della parola italiana che diventa "mateit"),
esso deve aver avuto una genesi profonda e una storia del tutto differenti da
quella degli altri dialetti del sud barese.
PUTIGNANO
(Putignàane in dialetto barese) è un comune italiano di 26
859 abitanti della Murgia della città metropolitana di Bari, in Puglia. È noto
per l'antico Carnevale, per le aziende manifatturiere e per le grotte carsiche.
Eventi e Sagre
Il Carnevale di Putignano è uno dei più lunghi per durata.
Comincia infatti il 26 dicembre con le Propaggini ricordando l'arrivo delle
reliquie di San Stefano poi ci sono i giovedì soprattutto quello dei cornuti e
si conclude il martedì grasso, con la ultima sfilata serale e il funerale del
Carnevale. Il Carnevale di Putignano è il più conosciuto del Sud Italia ma
anche il più antico d'Europa. Ha ben 622 anni. Nel 2017 si terrà la 623 esima
edizione.
-
Processione della Madonna delle Grazie
nell'omonima contrada e sagra nel bosco, a maggio
-
Festa della Madonna del Carmine, terza domenica
di luglio.
-
Festa patronale di Santo Stefano, dal 1º al 4
agosto
-
Processione della Madonna del Pozzo insieme a
San Lorenzo, ultima domenica di agosto.
-
Festa del S.S. Crocifisso presso la Contrada
Spine Rossine, seconda domenica di settembre.
-
Festa della Madonna Addolorata, terza domenica
di settembre
-
Processione dei Santi Medici Cosma e Damiano
nella sera simili a quelli di Alberobello, 27 settembre
-
Sagra di san Michele Arcangelo in contrada S.
Biagio e a Monte Laureto, 29 settembre.
-
Processione della Madonna del Rosario, seconda
domenica di ottobre.
-
Sagra del fungo, a ottobre.
-
Falò di santa Lucia, 12 e 13 dicembre.
-
Processione di santo Stefano, 26 dicembre la
mattina con lo scambio del clero.
-
Settimana Santa con due processioni la sera del
Venerdì Santo con la processione dei Misteri dalla chiesa di San Domenico e la
seconda la mattina del Sabato San to dalla Chiesa Matrice con l'incontro con
Gesù Morto e l'Addolorata.
-
Il 31 ottobre la serata di Halloween con il
centro storico da paura.
Altri eventi da vedere sono il Falò di Santa Lucia il 12
dicembre, la Sagra della Frisella che si tiene nel mese di luglio e la Sagra
della Farinella che si tiene nel mese di Settembre.
Le Eccellenze Enogastronomiche
Cibo tipico della città è la farinella. Il nome della
maschera simbolo del Carnevale di Putignano è preso in prestito proprio dal
piatto tipico della cucina putignanese: la farinella. Questa finissima farina
ricavata da ceci e orzo abbrustoliti, si sposa perfettamente con sughi e olio,
sostituisce il pane nel sacro rito della ‘scarpetta’, è eccezionale se cosparsa
sui fichi freschi, appagante se accompagnata a un buon piatto di cicorielle
selvatiche. In passato era un’immancabile presenza sulle povere tavole
contadine: durante il lavoro nei campi, i braccianti la portavano in un
sacchetto di tela e la consumavano in polvere, accompagnandola a fichi secchi,
cipolle ed erbe selvatiche. Si otteneva sbriciolando in un mortaio di pietra i
legumi a disposizione, fino ad ottenere la sostanziosa e proteica polvere. Oggi
la Farinella è, invece, assoluta protagonista della cucina putignanese,
preziosa eredità di sapori passati, nonché perfetto souvenir da regalare o
regalarsi.
Tra i piatti tipici di Putignano, diverse specialità della
leggendaria cucina pugliese: orecchiette con le cime di rapa, fave e cicorie,
grano con olio e formaggio, polpette di pane, braciole classiche o di asino e
agnello con patate, sono solo alcune tra le specialità proposte nei ristoranti
di Putignano.
Assolutamente imperdibili i celebri taralli di Putignano a
base di farina, olio e vino bianco, spesso insaporiti con peperoncino o semi di
finocchio, da accompagnare rigorosamente con un buon calice di vino.
Mangiare a Putignano significa concludere il pasto con il
suo dolce più tipico, la intorchiata (o intorcinata) con mandorle, un
biscotto interamente lavorato a mano e dalla forma intrecciata, quasi a voler
ricordare un abbraccio. Tra i dolci tipici di Putignano ricordiamo anche il calzoncello
ripieno di marmellata, il sasanello a base di noci, mandorle e vincotto
di fichi e ultima, ma non per fama, la famosa cartellata.
Dialetto
Il dialetto putignanese è una variante del ceppo barese e
come questo si caratterizza per la sedimentazione linguistica dovuta alle
dominazioni susseguitesi nei secoli. Cospicua è la presenza di vocaboli di
origine greca, acquisiti durante il periodo della Magna Grecia e durante la
posteriore dominazione bizantina:
Ceras (ciliegia), deriva da εράσιον;
Panar (cesto di vimini), deriva da Παναριον;
Grast (vaso con pianta), deriva da γράστις, che vuol dire
erba;
Zeit (fidanzati), deriva da Ζυγή, che vuol dire paio,
coppia.
RUTIGLIANO
(Retegghiéne nel dialetto rutiglianese) è un comune italiano
di 18.644 abitanti della città metropolitana di Bari, in Puglia. La cittadina
del sud-est barese, insieme ad altri sei comuni pugliesi, nel 2010 è stata
fregiata del titolo di "Città d'arte" in rapporto al suo inestimabile
patrimonio storico-artistico-architettonico.
Il centro è noto come "Città dell'Uva" per la
produzione su larga scala di pregiate varietà da tavola (Uva Italia, Vittoria e
Red Globe). È inoltre, nel mezzogiorno, conosciuta quale capitale dei "Fischietti
in Terracotta". La cittadina è difatti famosa per la tradizionale attività
figulina, praticata sin dal neolitico, ed oggi legata ai tegami di creta per la
cottura di vivande e la produzione dei tipici "fischietti" in
terracotta (finissime opere d'arte artigiana). Ad essi è dedicata la
tradizionale "Fiera del Fischietto in terracotta Città di Rutigliano"
che si tiene il 17 gennaio di ogni anno in occasione della festa liturgica di
Sant'Antonio Abate.
Eventi e Sagre
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17 gennaio: Festa di Sant'Antonio Abate e Fiera
dei fischietti in terracotta con vendita di castagne, frutta secca, focacce e
dei caratteristici "fischietti" di argilla, caricature di personaggi
classici della vita di paese (il carabiniere, il monaco, la signora formosa, il
bandista, ecc.).
-
Febbraio: Carnevale in piazza, sfilata di carri
allegorici organizzata da Il Prato Fiorito, e le associazioni di volontariato
-
25 marzo si festeggia l'Annunziata presso
l'omonima chiesa rurale, aperta al culto anche la terza domenica di maggio e il
Lunedì di Pasqua. La pasquetta è occasione per il rito del
"pas-a-pas", una specie di comparizio tra amici di scampagnata.
-
Domenica delle Palme: Via Crucis Vivente per le
vie della città.
-
Il Venerdì Santo ha luogo la processione del
Sacro Legno, reliquia conservata nella Chiesa Matrice di Rutigliano, a cui
partecipano tutte le congreghe, le associazioni ecclesiali, le autorità ed una
gran massa di popolo.
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25 aprile festa di S. Marco, presso la Chiesa
della Madonna delle Grazie.
-
3 maggio si festeggia la Croce presso il
Santuario del Crocifisso.
-
17 maggio i Rutiglianesi si recano presso il
convento della Madonna del Palazzo (restaurato recentemente), per festeggiare
S. Pasquale.
-
Secondo fine settimana di maggio: Festa di
Nicola di Bari, patrono.
-
31 maggio festa della Mater Domini, presso
l'omonima chiesa rurale.
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Prima domenica di luglio: Festa del Grano.
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16 luglio si festeggia, con luminarie e
processione, la Madonna del Carmine.
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Ultima domenica di Luglio "Sagra della
bruschetta".
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9-10 agosto: Fiera di san Lorenzo.
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14-16 agosto: Altarini di Ferragosto.
-
13-14-15 settembre: Festa del SS. Crocifisso.
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Settembre: Sagra dell'Uva .
-
Seconda domenica di dicembre: Sagra della
Pettola (prodotto tipico).
-
23 dicembre: è d'uso che gruppi di musici e
cantori vaghino per le vie del borgo antico e non solo intonando le
tradizionali "Pastorelle", dolci nenie a Gesù bambino che nasce, fino
alle prime luci dell'alba.
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6 gennaio: Cavalcata dei Magi.
-
Ogni prima domenica del mese: borgo antico,
Mercato dell'antiquariato e del collezionismo
Le Eccellenze Enogastronomiche
-
Le Pettole
Piatto tipico, lavorate da eccellenti massaie con impasto di
acqua e farina,saranno fritte e insaporite con svariate salse, ottime gustate
anche dolci.
Le pettole dolci sono condite semplicemente con zucchero,
oppure farcite con crema o vincotto di fichi.
-
I Cavatelli
Sono uno dei piatti più tipici di Rutigliano. Li si possono
fare con i ceci, con le rape, con il grano o semplicemente col sugo, di carne e
no, oppure col pomodoro fresco e basilico, con i funghi e le verdure.
Come si sa i cavatelli sono fatti di farina e acqua,
lavorati a mano sui tipici tavolieri di legno, la forma è quella di un confetto
allungato incavato al centro con le dita.
E’ difficile a Rutigliano trovare qualcuno che non abbia nei
ricordi l’immagine della nonna seduta sulla sedia di paglia con il tavoliere
all’altezza della ginocchia a fare i cavatelli. E’ uno dei piatti della cucina
tradizionale locale e pugliese in generale.
-
Grano cotto
Grano (cotto in caratteristici “pignatieddi” e “tiedde” di
terracotta) abbinato con legumi, verdure, frutti di mare, zampina, ecc.
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Taralli di Rutigliano
Taralli preparati rigorosamente a mano utilizzando gli
ingredienti migliori e naturali come l’olio extra-vergine di oliva e la farina
di grano duro tipica del territorio.
RUVO DI PUGLIA
(Rìuve in dialetto ruvese) è un comune italiano di 25 366
abitanti della città metropolitana di Bari in Puglia.
Fa parte del Parco nazionale dell'Alta Murgia, del quale
ospita un ufficio operativo, ed era inclusa nella Comunità montana della Murgia
Barese Nord-Ovest. Vi ha anche sede il Museo archeologico nazionale Jatta che
ha accresciuto la fama della città grazie alle migliaia di reperti archeologici
di età ellenistica ivi
conservati, tanto da assurgere a simbolo comunitario il vaso
di Talos, pezzo pregiato della collezione. È inoltre il terzo comune per
estensione della città metropolitana ed è una città dell'olio oltre che città
d'arte.
Eventi e Sagre
Talos Festival. È una manifestazione jazz che si svolge
nella seconda decade di settembre ed è nata nel 1993 per volere del jazzista
ruvestino Pino Minafra. Al festival prendono parte jazzisti di fama
internazionale ma viene dato spazio anche alle bande musicali, punto cardine
del panorama musicale del mezzogiorno.
Le Eccellenze Enogastronomiche
Il piatto tipico della gastronomia locale è la tiédde,
detta anche vaso di Ruvo, ovvero un pasticcio di maccheroni cotto al forno in
un tegame di terracotta. Tipiche della cucina barese sono le orecchiette (strascenòte
in dialetto ruvestino), anche se a Ruvo non sono condite solo con le rape ma
con sugo e ricotta dura, e il purè di fave e cicorie (in dialetto faviétte e
cecurìdde). Il menù tipico della festa dell'Immacolata Concezione e della
Vigilia di Natale prevede le lagane (in dialetto làghene) condite con
mollica fritta, baccalà e pomodori. Durante la Quaresima invece, poiché secondo
la tradizione è proibito mangiare carne, si usa consumare il calzone
(calzàune in ruvestino), ripieno di spaghetti, cipolle, baccalà, olive nere o
acciughe sotto sale. Inoltre, sono tipici i dolci di pasta reale.
Dialetto
Il dialetto ruvestino si differenzia da quello degli altri
comuni in cui si parla il barese per la ruvidità del suono. Esso infatti, oltre
alle comuni regole del dialetto barese, come la "e" semimuta e la
tendenza a sfumare le vocali finali, presenta delle variazioni fonetiche nel
passaggio dall'italiano al ruvestino: la "a" tende a trasformarsi in
"o" (esempio: "casa" diventa "còse"), la
"e" si tramuta in "ai" o "ei" (es.: sàire per
"sera") e la "o" muta in "au", "iu",
"u" o "uo" (ad esempio "ora" diventa
"àure", "padrone" muta in patrìune o "dolce"
diventa dùolce). Inoltre il dialetto ruvestino ha subito l'influenza della
varie lingue che hanno abitato Ruvo, si ricordano infatti termini provenienti
dalla lingua indigena come "làmie" (ovvero la lama, tipico solco che
caratterizza la Terra di Bari), dal greco antico "cùcue" (da
"κυκλος", ovvero il cerchio), dalla lingua latina iòsce, cré e pescré
("hodie", "cras" e "postcras" che significano
"oggi", "domani" e "dopodomani"), dallo spagnolo
proviene il termine scarcédde (ovvero scarcella da "escarceras"), dal
francese derivano i lemmi togliétte (da "toilette", ovvero la
specchiera) e travagghiàune (indica il pipistrello da "travailleur",
poiché esso tende a muoversi di continuo) e la locuzione "mo hav'a
venì" (da "il va venir" che significa "a momenti verrà".
Questa soluzione proposta da Massone nella sua Monografia è, però, da rivedere:
invece che "mo va venì" sarebbe più opportuno trascrivere la
locuzione con "mo hove a venì" che può essere tradotto letteralmente
con "ora ha a venire" con valore di indicativo futuro data l'assenza
nei dialetti baresi del tempo indicativo futuro soppiantato dal costrutto con
il verbo "dovere", reso in dialetto con "avere da") e
dall'arabo provengono zaràffe (lo zingaro venditore di cavalli) e tavìute (la
bara).
SAMMICHELE DI BARI
(U Casàle) è un comune italiano di 6473 abitanti della città
metropolitana di Bari, in Puglia.
È noto per il suo prodotto tipico, la zampina.
Eventi e Sagre
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Sagra della zampina
L'ultimo sabato di settembre si tiene la Sagra della
zampina, del bocconcino e del buon vino, ideata nel 1967 dall'allora assessore
alla cultura, Dino Bianco, per celebrare i prodotti tipici locali, in
particolar modo la zampina (vedi box a lato).
Ogni anno la sagra attrae decine di migliaia di turisti da
tutta la regione per gustare le specialità della terra ed assistere a concerti
di cantanti famosi a livello nazionale. Nella 51ª edizione della Sagra
della Zampina, Sammichele ha ospitato Renzo Arbore e L'Orchestra Italiana.
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Carnevale sammichelino
Protagonisti indiscussi del carnevale sammichelino sono i
festini, serate di ballo con compagnie di maschere organizzate perlopiù presso
abitazioni private, regolamentate secondo un'antica e tradizionale disciplina,
dal 17 gennaio al martedì grasso (vedi box a lato).
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I falò di san Giuseppe
(I fanóve de San Geséppe)
Il 19 marzo, giorno di San Giuseppe, dopo la scuola
gruppetti di bambini girano per le strade del paese portando un ramo di risulta
della potatura del ciliegio ("u zippe"), ben ramificato, bussando
porta a porta e chiedendo: "Cè 'nge mitte a San Geséppe?" "Cosa ci metti a San Giuseppe?").
Il padrone di casa offre un frutto, un dolcetto o un piccolo dono che viene
appeso a una delle ramificazioni d'u zippe.
In serata tutti i rami colmi di doni vengono posati alla
base di grossi cumuli di fascine ai quali viene dato fuoco creando dei falò
attorno ai quali la gente si raduna gioiosamente chiacchierando e mangiando
ceci tostati e bevendo del vino.
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Feste patronali in onore di san Michele
Arcangelo e San Vito martire
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8 maggio e 9 maggio. Dal 2009 per Decreto
Arcivescovile le due feste sono state spostate alla seconda domenica e secondo
lunedì di maggio. Fino a qualche tempo fa si festeggiava l'8 e il 9 maggio in
ricordo della grazia che il santo concesse al paese e a tutti quelli limitrofi
poiché, durante una grave siccità, la popolazione, come estrema ratio, chiese
di portare la sacra statua in processione. Qualche memoria storica della
comunità sammichelina narra che: al momento dell'uscita sul sagrato della
chiesa, dopo un violento tuono, cominciò a scendere una pioggia che durò per
qualche giorno e che mise fine ai disagi causati dalla mancanza d'acqua. Per
questo miracolo, il comune limitrofo, Acquaviva delle Fonti, regalò alla
comunità di Sammichele una giornata per poter svolgere la fiera paesana.
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Festa della Madonna del Carmine
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Il 16 luglio viene portata in processione una
statua della patrona dell'unica parrocchia di Sammichele.
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Festa di San Rocco.
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Primi sabato e domenica di settembre. Festa
tradizionalmente organizzata dai muratori e scalpellini di Sammichele che
affidavano al santo la loro incolumità sul lavoro.
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Processione di San Michele della vendemmia.
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Il 29 settembre festa liturgica.
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Passione Vivente che si organizza dal 1993 il
mercoledì santo o se piove il martedì dopo pasqua.
Le Eccellenze Enogastronomiche
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La zampina è un prodotto a base di carne
mista fresca (bovino, ovino e suino) ed altri ingredienti che si presenta a
forma di spirale ed è fermata da spiedini. Le dimensioni sono di 70-100 cm per
kg di prodotto. Ha un colore rosso più o meno intenso. E' commercializzata
sotto forma di prodotto sfuso in piccole e medie macellerie. Nei grandi
supermercati è possibile trovare la Zampina confezionata in vaschette ad
atmosfera controllata per prolungare la qualità e freschezza. Questo tipo di
confezionamento consente di mantenere il prodotto in ottimo stato per circa 7-8
giorni, senza utilizzare conservanti e senza alterazioni del colore.
Processo Produttivo
La preparazione è effettuata con carne mista, bovina (primo
taglio), ovina (ritagli) e suina (ritagli), tritata al momento e condita con
formaggio pecorino 50g, basilico 10g, pomodoro 200g, sale 18g e pepe 2g per kg
di prodotto. L'impasto e insaccato in budella di agnello o capretto. Il
prodotto deve essere conservato in condizioni di refrigerazione ed essere
consumato entro qualche giorno dalla preparazione. Generalmente, la zampina si
arrotola in spire e si cuoce alla brace.
Periodo di produzione
Tutto l'anno.
Storia e tradizione
Alla zampina è legata una importante manifestazione della
cucina tipica regionale. La Sagra della Zampina è sorta nel 1967 con il fine di
promuovere e commercializzare i prodotti tipici di Sammichele di Bari, grazie
agli operatori del settore che, attenti alle tradizioni popolari, continuano a
credere nella tipicità e qualità dei prodotti alimentari. La zampina è
conosciuta per il suo particolare gusto e per il tradizionale protocollo di
produzione.
-
La focaccia a libro presenta una forma
circolare con diametro di circa 30-35 cm e spessore di circa 3-4 cm;
esternamente è croccante e ha un colore tendente al bruno, mentre è soffice e
di colore bianco all'interno. Il prodotto viene venduto a pezzi oppure a forme
intere che vanno da piccole pezzature di circa 130g a quelle più grandi che
arrivano a 600-700g.
Processo Produttivo
Ingredienti: farina tipo 00, acqua, lievito naturale o di
birra, sale, olio extra vergine di oliva e, a scelta, patate lesse passate.
Il processo produttivo segue quattro fasi essenziali:
Preparazione dell'impasto: si mescolano in un'impastatrice
per un tempo di 25 minuti i vari ingredienti, quali acqua, farina tipo 00, il
lievito naturale e il lievito di birra, sale, un pò di olio e, a scelta, le
patate lesse passate;
Lievitazione per circa 30 minuti;
Preparazione delle forme: si stende la pasta e si condisce
con origano ed olio (facoltativamente si posso aggiungere pomodori freschi a
pezzi ed olive verdi denocciolate); quindi la pasta si richiude prima su se
stessa a formare un rotolo e poi si arrotola a spirale in modo tale da avere
una forma circolare;
Cottura: si effettua in forni a legna (metodo tradizionale)
o elettrici per un tempo di 20-25 minuti.
Periodo di produzione
Tutto l'anno.
Storia e tradizione
Non sono stati ritrovati documenti scritti essendo il processo produttivo tramandato di generazione in generazione. La tradizionalità è assicurata dalla costanza del metodo di produzione adottato da un tempo superiore a quello previsto dalla normativa.
Dialetto
Il dialetto sammichelino o casalino (Casaline) è un dialetto
parlato nel comune di Sammichele di Bari appartenente al gruppo
dell'Apulo-barese.
Col passare del tempo, l'italianizzazione ne ha segnato una
graduale evoluzione, facendo cadere in disuso termini arcaici.
Come te lo devo dire? = Accòme te l'ià disce?
Non si vede nulla! = Nan s'affítte nudde!
Che vuoi? = Ce ué?
Chi è? = Ci jé?
Hai comprato la frutta? = Ha'ccattate la frutte?
C'è solamente una padella = Stè sckitte na frezzòle
Andiamo a coricarci = Sciàmene a còlche
Otto = Uétte
SANTERAMO IN COLLE
(Sandéreme in dialetto locale) è un comune italiano di 26
734 abitanti della città metropolitana di Bari, in Puglia. Fino al 1863 era
chiamato Santeramo.
Le Eccellenze Enogastronomiche
La cucina tipica santermana è basata essenzialmente sui
prodotti locali: grano, olio, vino, carni, formaggi, ortaggi e frutta. La produzione di rilevanti quantità di
cereali nella zona pianeggiante delle Matine permette la realizzazione di
prodotti quali pane cotto nel forno a legna, biscotti, taralli, focacce,
friselle. La pasta tipica è fatta a mano con semola di grano duro e prende la
forma di cavatelli, orecchiette, fricelli.
Piatti tipici sono:
-
Le orecchiette con i fricelli
-
Le orecchiette con le cime di rape,
-
I cavatelli con il sugo di braciole
-
I cavatelli lunghi con i cavolfiori e la mollica
soffritta
-
I cavatelli con i funghi cardoncelli
-
Le fave bianche con le cicorielle campestri
-
L'agnello allo spiedo con patate e cipolle
-
Le "gnumiredde" (involtini di
frattaglie di agnello o agnellone avvolti dalle budella dello stesso animale)
-
I lampascioni lessi con olio e pepe.
-
Molto diffuso è anche il consumo di carne equina
(cavallo e asino).
Tra i dolci tipici vi sono:
-
Le castagnelle di marzapane
-
Le carteddate e i purciddi con il vincotto
ricavato dalla cottura dei fichi
-
Le scarcedde pasquali con uova lesse a forma di
colombe, cavalli e borsette.
-
Da segnalare la produzione di vini, tra cui il
Primitivo ed il Novello.
TERLIZZI
(Tərrèzz in dialetto barese), è un comune italiano di 26.983
abitanti della città metropolitana di Bari, in Puglia. Dista 30 km a Ovest del
capoluogo. È stata denominata città dei fiori, considerata l'importanza
dell'attività florovivaistica per l'economia della cittadina. All'interno del
territorio di Ruvo di Puglia c'é un'exclave appartenente a Terlizzi.
L'orologio della torre normanna di Terlizzi, con i suoi 3.45
metri di diametro, trova pochi eguali in tutta Europa. (al primo posto si trova
l'orologio della torre dell'orologio di Londra: il Big Ben).
TORITTO
(Trìtt o Torìtte in dialetto barese) è un comune italiano di
8.475 abitanti della città metropolitana di Bari, in Puglia.
Si trova a 22 km a sud-ovest da Bari, presso la ex strada
statale 96 (ora declassata a via provinciale).
Parte del territorio si trova all'interno del parco
nazionale dell'Alta Murgia.
Eventi e Sagre
- Pasqua: riti della Settimana Santa e
"processione dei Misteri".
-
Terza domenica di giugno: festa di Santa Maria
degli Angeli di Quasano, con processione da Toritto verso Quasano di carri
addobbati che trasportano le panelle, pani che verranno benedetti e distribuiti
ai devoti.
-
Prima domenica di settembre: festa patronale in
onore della Madonna delle Grazie e di san Rocco, istituita nel 1724 dopo la
fine di un'epidemia di tifo e "mal di canna". Sfila in processione un
"carro trionfale", alto dodici metri e tirato a braccia da una
carovana di dodici tiratori con la statua della Madonna; viene inoltre portata
a spalle la statua di San Rocco interamente in argento.
-
Antivigilia di Natale (notte tra il 23 e 24
dicembre) "La notte dei Fornai", una tradizione di questua con
squadre di suonatori e cantanti che girando per la città al suono di fisarmoniche
e chitarre, portano di casa in casa il suono della "Pastorale" e
della "Tarantella Torittese".
TRIGGIANO
(Triggiàne in dialetto barese) è un comune italiano di 27
269 abitanti della città metropolitana di Bari in Puglia.
Eventi e Sagre
-
Festa di San Rocco compatrono di Triggiano,
terza domenica di agosto;
-
Festa della Madonna della Croce patrona di
Triggiano, terza domenica di settembre
TURI
(Tùre in dialetto turese) è un comune italiano di 13035
abitanti della città metropolitana di Bari in Puglia. Sorge a 251 m s.l.m.
sull'altopiano della Murgia, 31 km a sud-est di Bari. Importante centro
cerasicolo, il suo
prodotto tipico è la ciliegia ferrovia. Durante il periodo
fascista è stato luogo di detenzione di Antonio Gramsci e Sandro Pertini.
Eventi e Sagre
-
Festa patronale di Sant'Oronzo (24-25-26-27-28
agosto) i momenti più spettacolari e di intensa partecipazione popolare e
religiosa sono essenzialmente due: la sera del 25 un'imponente processione di
fedeli accompagna, pregando, il busto del Santo Vescovo, dalla Chiesa Madre
alla periferica Chiesa di Sant'Oronzo alla Grotta; la stessa
"ritornerà" in paese, tra ali di folla festante, la sera del giorno
dopo, il 26 agosto, sul Carro Trionfale, una torre lignea tutta decorata, opera
di maestri locali, tirata da 6 mule, che viene accolta in piazza dalle
luminarie, lanci di fiori, palloncini, fuochi d'artificio e la musica delle
Bande (quella di Turi, sul Carro, quella ospite sulla cassa armonica) che si
danno "battaglia" a suon di... note.
Festa di Sant’Oronzo
La Processione di Gala di Sant'Oronzo nella tarda mattinata
del 26 agosto (dalle 11 alle 14), rappresenta, invece, il momento più
"istituzionale" della Festa più importante di Turi; dalla chiesa
Madre, infatti, parte una lunga processione accompagnata esclusivamente dalle
Autorità Civili, Militari e Religiose, e dai rappresentanti del Comitato Feste
Patronali, delle Associazioni e dei Partiti politici.
Suggestiva è la selva dei Gonfaloni comunali che fanno da
cornice ai rappresentanti dei Comuni limitrofi.
In serata, prima dell'arrivo del Carro Trionfale, un grande
pallone aerostatico viene lanciato dal piazzale antistante la Chiesa di San
Giovanni Battista.
Imponente è anche la gara pirotecnica che, da qualche anno,
si svolge il 28 di agosto in onore del Protettore.
-
Sagra della ciliegia "ferrovia"
Le ciliegie sono il prodotto che più di ogni altro
caratterizza il mondo produttivo-agricolo di Turi. .
Tra le diverse qualità coltivate su un'area pari a quasi la
metà dell'intero territorio comunale (nell'altra metà sono in pieno sviluppo i
vigneti a "tendone" dell'uva da tavola) spicca la cosiddetta
"Ferrovia", una ciliegia polposa e profumata, apprezzata in tutto il
mondo.
In giugno, in pieno periodo di raccolta del prelibato frutto
rosso, si tiene la "Sagra della ciliegia Ferrovia", organizzata dalla
Pro Loco e dall'Amministrazione comunale per far conoscere i prodotti tipici
della nostra terra, tra i quali vi sono anche i buonissimi dolci realizzati con
la 'pasta di mandorla', da "gustare" con gli occhi e l'olfatto, i
vini, l'olio, le 'zampine' di vitello tritato e aromi vari.
Le Eccellenze Enogastronomiche
L’economia di Turi è incentrata sull’agricoltura, in
particolare sulla coltura delle ciliegie, dette “l’oro rosso di Turi”. Il borgo
di Turi è infatti leader nella produzione della Ciliegia Ferrovia, una
qualità del frutto che ha molto successo all’estero per il suo sapore e per la
sua durezza, che la rende esportabile anche sulla lunga distanza.
Altri prodotti tradizionali che caratterizzano la tavola di
Turi sono le mandorle, l’olio e l’uva, utilizzata sia come prodotto da
consumare sulle tavole che per la produzione di vino primitivo.
Tra i piatti tipici, che raccontano ancora oggi la
tradizione agricola del territorio, ricordiamo i “trònere”, braciole
condite con pomodori, peperoncino e cipolla, e la “faldacchèa”, un dolce
a base di mandorle, insaporito con cannella, limone e marmellata di ciliegie o
amarene.
Dialetto
Il dialetto turese (Terèse), molto simile al dialetto
sammichelino, è un dialetto parlato nel comune di Turi appartenente al gruppo
dell'Apulo-barese.
Col passare del tempo, l'italianizzazione ne ha segnato una
graduale evoluzione, facendo cadere in disuso termini arcaici.
VALENZANO
(Valzàne in dialetto barese) è un comune italiano di 17 993
abitanti della città metropolitana di Bari in Puglia. Situato a circa dieci
chilometri dal capoluogo in direzione sud-est, è conosciuto principalmente come
sede di alcuni centri di ricerca scientifica, tra cui il parco scientifico e
tecnologico Tecnopolis, l'Istituto Agronomico Mediterraneo e la facoltà di
Veterinaria dell'ateneo barese.
Nei tempi recenti la città è stata anche riscoperta dal punto
di vista turistico e culturale, per la valorizzazione della presenza di
monumenti e costruzioni di valore storico, fra cui figura la chiesa di
Ognissanti di Cuti, e del folclore popolare.
Eventi e Sagre
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Fiera di Ognissanti
A Valenzano il 1º novembre di ogni anno si tiene la fiera di
"Tutti i Santi", la quale richiama visitatori da molti comuni
limitrofi. Questa fiera ha una lunga storia: inizialmente si teneva nei
dintorni dell'omonima chiesa di Ognissanti, concepita come fiera prevalentemente
agricola; in seguito si è spostata verso il paese, abbandonando le sue radici
contadine. La fiera, che dura per l'intero giorno, occupa gran parte del paese
e vi si possono trovare gli oggetti più disparati come piante, animali,
utensili per la casa, giocattoli, capi di vestiario, attrezzi agricoli, ecc.
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Processione del Venerdì Santo
Evento annuale di antiche origini datato dal data 10 aprile
1675 lettera di richiesta dai Frati Francescani è la processione dei misteri
che si tiene ogni Venerdì Santo mattina nel paese , nell'anno 1947 annovera ben
27 misteri. La processione consiste nell'esposizione per le vie del paese di 50
misteri statue raffiguranti eventi della Passione di Gesù (i misteri o i
santi), in un percorso che si snoda a partire dalla chiesa matrice alle ore
10:30 dopo L'Incontro per percorrere tutte le principali strade del borgo.
passando dalla chiesa di Santa Maria di San Luca Particolarità dei misteri
valenzanesi è quella di appartenere tutti, con due sole eccezioni, a famiglie,
che ne curano il trasporto durante il Venerdì Santo e il mantenimento durante
l'anno. Dal 2017 annovera come già detto di ben 50 statue anche se purtroppo
non tutti sono presenti, anche da diversi anni, essendo appartenente privati e
cosa unica che i bambini dei privati indossano vestiti che raffigurano Gesù,
madonne, veroniche, angeli, ecc. e in ogni statua ai lati viene scortata da
quattro donne che indossano il pizzo nero in segno di lutto.
Nella sera tardi del Venerdì Santo se ne fa una seconda
chiamata Maria che accompagna Gesù Morto nel Sepolcro solamente con
l'Addolorata e Gesù Morto, organizzata dalla chiesa di Santa Maria di San Luca.
Se piove la processione dei misteri viene spostata alla
mattina successiva cioè il Sabato Santo.
Al ritorno verso le ore 16:30 il parroco dal balcone della
canonica fa un discorso e alla fine dona alla statua della Addolorata un
crocifisso.
Alla processione viene portato la Reliquia della Croce di
Gesù e il Crocifisso delle Missioni.Apre la processione un gruppo di
incappucciati neri che portano una troccola, un grappo nero, un tamburo per
percussioni, e la Croce dei Misteri.Vi partecipano ben 8 bande dai paesi
limitrofi che intonano marce funebri.Nei giorni precedenti il comitato delle
feste fa una mostra fotografica chiamata Misterium Voltus.
Il mistero l'Ultima Cena la sera del Giove Santo viene fatto
esporre nel centro storico.E sempre la sera del Giovedì Santo i misteri vengono
esposti fuori dalla loro abitazioni.
I primi 4 venerdì di Quaresima vengono esposti nella chiesa
matrice 4 misteri scelti dal Comitato.
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La notte dei Re Magi
La Comunità francescana del Convento di Santa Maria di San
Luca organizza ogni anno, alla vigilia dell'Epifania, "La notte dei
Magi", una rappresentazione rievocativa dell'arrivo dei re Magi a
Betlemme. I testi e la regia sono di Ninni Matera. Vi partecipano più di un
centinaio tra attori e figuranti che danno vita a numerose scene lungo il
percorso della cavalcata dove vengono allestite varie postazioni: Il mercato,
la reggia di Erode, il bivacco dei pastori, varie botteghe di artigiani ed
infine la capanna con il Santo Bambino.
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Festa Patronale di San Rocco
Valenzano festeggia dal 15 al 17 agosto San Rocco. Feste
Parrocchiali: Santa Rita da Cascia chiesetta del Carmine, Sant'Antonio di
Padova, Madonna del Carmine chiesetta, San Francesco d'Assisi, Santa Maria di
San Luca a maggio, M.SS.Addolorata compatrona .
- Premio nazionale di Letteratura e Teatro N.
Martucci - Città di Valenzano
La manifestazione di fatto apre l'estate valenzanese. Il
"Premio nazionale di Letteratura e Teatro Nicola Martucci – Città di
Valenzano" concorso nazionale di poesia, narrativa e teatro, ideata dal
regista Ninni Matera e organizzata dal gruppo teatrale "Compagnia del
mulino", richiama ogni anno Poeti, Scrittori e Attori di tutta Italia che
convengono a Valenzano in occasione della manifestazione. La solenne cerimonia
di premiazione si svolge ai primi di giugno nel Castello baronale Martucci,
messo a disposizione dalla baronessa Matilde Falagario Martucci. Nell'ambito
del premio si svolge anche la finale del Premio attore che ogni volta vede in
gara cinque finalisti che si disputano un montepremi di mille euro. Gli attori
si esibiscono in un monologo e vengono votati dal pubblico che poi assiste
interessato allo spoglio delle schede e alla proclamazione del vincitore.
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