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Tradizioni, riti e costumi

ACQUAVIVA DELLE FONTI

Sorta nell’Alto Medioevo sui resti di un villaggio peuceta di età preromana, Acquaviva deve il nome alla vasta falda acquifera che per secoli ha attirato le genti della “Siticulosa Apulia” di Orazio. L’acqua sotterranea, che ancor oggi si può “spiare” dai pozzi del Centro Antico, ha reso fertili i terreni e conferisce oggi la tipica, dolce freschezza alla rinomata Cipolla Rossa. L’importante tradizione religiosa è testimoniata dalle suggestive chiesette dei vicoli, dalla Festa della Madonna con il rito del “lancio del Pallone” e dalla Cattedrale che, con il suo bel rosone e la preziosa cripta dai sontuosi altari argentei, sfida da piazza dei Martiri l’elegante Palazzo De Mari, antico castello Normanno poi residenza principesca dei banchieri genovesi De Mari e oggi Municipio. Piazza Vittorio Emanuele mostra l’unica Cassarmonica in muratura dell’Italia centromeridionale, monumento alla Banda Musicale, fondata nel 1797, che nel suo curriculum vanta premi a Istanbul e Stoccolma. La città ospita anche il più grande Osservatorio Astronomico pugliese.

Eventi e Sagre

La ricorrenza che maggiormente riporta alla luce le tradizioni e le origini della comunità locale è la festa di Sant’Eustachio, patrono di Acquaviva, che si festeggia ogni anno il 20 maggio. La tradizione racconta che furono i Normanni a designare il santo come patrono della città. Nella cattedrale sono ancora visibili le sue reliquie e al santo è dedicato un altare costruito con un marmo di grande pregio e valore.

Altri appuntamenti che scandiscono il calendario di Acquaviva sono la festa dedicata a Maria Santissima di Costantinopoli, che ha luogo il primo martedì di settembre e durante la quale si può assistere al tradizionale lancio del pallone aerostatico, e la Sagra del calzone di cipolla, con degustazioni dei prodotti e dei piatti tipici del territorio.

Le Eccellenze Enogastronomiche

-          LA CIPOLLA ROSSA

-          IL CECE NERO

-          IL VINO PRIMITIVO

Ad Acquaviva esiste la più ampia popolazione di alberelli di Primitivo Gioia del Colle di tutta l’area interessata dalla Doc. La produzione di questo tipo di vino arriva ad Acquaviva intorno al 1820 e trova condizioni pedoclimatiche ideali – anche a causa della presenza di acqua nel sottosuolo – che ne consentono una notevole diffusione. Il rilancio delle produzioni, che erano state in parte abbandonate, avviene nei primi anni Duemila grazie alle cantine Chiaromonte e Polvanera, quest’ultima sul territorio di Gioia del Colle. Oggi il Primitivo di Acquaviva è ritenuto di particolare eleganza e longevità ed è di grande interesse sul piano enologico. Grazie al contenuto di polifenoli, a dosi moderate può avere effetti positivi sul sistema cardiovascolare. Di recente si sta promuovendo un censimento degli alberelli, per la creazione di un parco che ne garantisca la valorizzazione e la tutela.

ADELFIA

Adelfia (Adélfie in dialetto barese) è un comune italiano di 17.139 abitanti della città metropolitana di Bari, in Puglia. Fu istituito nel 1927 dalla fusione dei comuni di Canneto di Bari e Montrone. Per suggellarne l'unione, al nuovo comune fu posto il nome Adelfia, ossia "fratellanza" (dal greco adelphòs).

Montrone è rinomata specialmente per i fuochi d'artificio che illuminano la cittadina (considerata "capitale dei fuochi pirotecnici") nel corso della sua grandiosa festa patronale. I rinomati festeggiamenti in onore del protettore San Trifone hanno luogo in novembre; la festa di San Trifone è da anni ritenuta la "regina delle feste patronali di Puglia" ed attira annualmente migliaia di devoti pellegrini ed estimatori della pirotecnia da tutta la Puglia, Campania, Molise, Abruzzo e Lazio.

 

Eventi e Sagre

-          Festa della Madonna della Stella (ha cadenza nel lunedì dell'Angelo.

-          Festa di San Vittoriano (festa patronale del rione di Canneto - ha cadenza nell'ultima domenica di luglio)

-          Festa della Madonna della Pietà (ha cadenza nella prima domenica di settembre)

-          Giornata dell'Emigrante (fine agosto) con il ricordo, in due giorni di festeggiamenti, della rilevante emigrazione che ha caratterizzato il comune di Adelfia.

-          Festa dell'Uva (ha cadenza veRso la metà di settembre)

-          San Vittorianicchio (ha cadenza nella domenica successiva a quella di S. Vittoriano)

Negli ultimi anni le rassegne dedicate ai vini sono spesso presenti in associazione a musicisti jazz o spettacoli culturali (periodo estivo e vendemmia).

Festa di san Trifone martire

La festa più importante di Adelfia, è la venerazione di San Trifone, patrono di Montrone che secondo la tradizione protesse il paese durante l'epidemia di peste del 1691 e scacciò un'invasione di cavallette. L'evento è ricordato nell'iconografia del santo, che presenta sempre una cavalletta sulla lancia.

La festa si celebra ogni anno dal 1º novembre all'11 novembre e in particolare nei giorni conclusivi, per la sua celebre gara di giochi pirotecnici, fa convergere nella città molti turisti provenienti da tutta Italia. In particolare il cuore della festa è il 10 novembre.

Sin dal primo giorno, la Bassa Musica di Adelfia, localmente nota come u Tammorre ("il Tamburo"), percorre giorno e notte il centro abitato suonando instancabilmente pezzi popolari, tra i quali l'intramontabile "Marcie du ciuccie" ("Marcia dell'asino"). La sera del 9 novembre il quadro del santo viene portato in processione fino in piazza e si procede al lancio della mongolfiera. Da quel momento la serata si anima con i concerti di diverse bande giunte ad Adelfia per l'occasione, i quali si protraggono fino a notte inoltrata.

Il giorno successivo, alle 4 di notte, un colpo secco sparato da un mortaio di 12 cm di diametro sancisce l'inizio della giornata clou: molti fedeli raggiungono quindi la chiesa di San Nicola di Bariper assistere alla prima messa, alle 4.30.

I concerti bandistici, dalle 10, e la riffa, ossia un susseguirsi di offerte dei fedeli che desiderano portare a spalla la statua del santo, precedono la processione. Questa percorre le vie cittadine accompagnata - tra gli altri - da molti bambini che per devozione familiare indossano abiti analoghi a quelli del santo. Alcuni dei bambini accompagnano la processione su cavalli bardati a festa. La consegna delle chiavi della città da parte del sindaco chiude la processione. Nel pomeriggio ha luogo la celebre gara pirotecnica, della durata di circa tre ore.

A conclusione dei festeggiamenti, l'11 novembre la processione percorre nuovamente il paese, e la statua del santo è portata a spalla dagli emigranti tornati ad Adelfia. La domenica successiva alla festa, detta "San Trefon 'iinde a ua' 'nnicchie” ("San Trifone nella nicchia") gli adelfiesi festeggiano la posa della statua del santo patrono nella nicchia della chiesa di San Nicola, dove resterà per l'anno a venire.

Dal punto di vista gastronomico, nel giorno di san Trifone l'avventore si trova coinvolto in una sorta di "sagra dell'agnello" ove si possono degustare presso le rosticcerie allestite per strada, delle "costatine scottadito" e delle frattaglie alla brace ("'nghimmiredde"), accompagnate da costine di sedano e fette di provolone oltre che dal vino locale.

 

ALBEROBELLO

(Aiarubbédde in apulo-barese) è un comune italiano di 10 718 abitanti della città metropolitana di Bari (provincia di Bari), in Puglia.

Celebre per le sue caratteristiche abitazioni chiamate trulli (Casedda o Cummersa) che dal 1996 sono tutelate dall'UNESCO quali patrimonio dell'umanità, fa parte della Valle d'Itria e della Murgia dei Trulli.

Eventi e Sagre

-          Il Presepe Vivente

Il Presepe Vivente, si svolge nel periodo natalizio con la partecipazione di numerosi cittadini che indossano costumi d'epoca e tradizionali alberobellesi.La rappresentazione si svolge nel rione trulli  Aia Piccola. Ogni scena  viene allestita nelle abitazioni  : ogni trullo diventa una capanna di pastori. Si prega, si medita, si cantano nenie nastalizie, si gustano i dolci della tradizione.
L'iniziativa è curata nei minimi particolari dall'Associazione " Da Betlemme a Gerusalemme,che  cura la realizzazione impegnandosi per settimane.
La manifestazione religiosa, richiama ogni anno migliaia di visitatori.

-          Festa della Birra

E' una manifestazione all'insegna del mangiare giovane;

Si svolge nel mese di settembre.

E´ una  tre giorni di festa durante i quali i produttori di birra nazionali ed esteri mettono a disposizione il loro prodotto  e gli artigiani della pizza si incontrano per preparare  il tradizionale piatto italiano. La villa Donnaloja  luogo ameno nel Rione Monti è la location dell'iniziativa per trascorrere una serata  con gioia e gusto.

Gruppi musicali e gruppi di ballerini allietano la serata.

L'iniziativa  è organizzata dall'Associazione Pro-Loco.

-          A Tavola come una volta.... i Piatti Tipici della Vigilia

In questa manifestazione è protagonista il  Rione Monti. In ogni stradina che si inerpica fino a raggiungere  la Chiesa a Trullo di S. Antonio, si può gustare un piatto tipico della tradizione natalizia alberobellese come : "baccalè fritt", (baccalà fritto con la pastella);  "baccalè ca crsciaul", (baccalà con tagliatelle a mano di grossetto che è uno sfarinato ) ; "fcazz ca´ cpodd", ( focaccia ripiena di cipolle dolci, olive);"tmben d´ ciuchredd e vambascioun" (timballo di cicorielle selvatiche e muscari o lambascioni); "scarteddet i pettl" (dolci tipici : le cartellate e pettole  e condite con vin cotto o miele).

Gli zampognari e i musicali intonano nenie natalizie.

La manifestazione è organizzata dall'Associazione Arteca in collaborazione con l'Assessorato al Turismo e si svolge nei giorni precedenti il Natale.

-          La Notte dei Briganti

"La notte dei briganti" è una rievocazione storica, di fine "800, che si svolge nei boschi della Masseria Gigante.

 La rappresentazione comprende scene di guerra tra briganti e contadini alberobellesi e scene del vivere quotidiano dell´epoca. I personaggi, circa duecento comparse, recitano in costume.

La manifestazione, che si conclude con degustazione di piatti poveri e tipici, è  nuova e promozionale nel suo genere per la location e per il tema trattato. Si svolge nel mese di settembre ed è organizzata dall'Associazione Sylva Tour and Didactis, in collaborazione con l'Assessorato al Turismo.

-          Masseria sotto Le Stelle

" In masseria sotto le stelle".

organizzata dall'Associazione Trulli e Natura in collaborazione con l'Assessorato al Turismo, è un serata di promozione della gastronomia alberobelle più tipica e semplice resa prelibata da accostamenti culinari che sempre rispettano la  tradizione. 

Il clima è allietato da animatori, gruppi musicali, ballerini.

L'iniziativa si svolge in agosto.

-          Mostra dell'Artigianato Turistico

La mostra mercato dell´artigianato turistico, si svolge in agosto, solitamente nelle due settimane centrali del mese.

Realizzata nella villa don Giacomo Donnaloja,proprio in cima al Rione monti, dall' Associazione Artigianale e Artigianale Artistico, è una ricca  e prestigiosa esposizione di prodotti e manufatti, che esprimono la laboriosità,la professionalità e l´arte degli espositori.

E' possibile acquistare dal vaso artistico decorato a mano, al dipinto, da monili e oggetti in ferro battuto alle porte blindate, dallo scialle lavorato ai vecchi telai alle tovaglie e asciugamani di lino, dai fischietti in creta al cestame in giunco. Nell'area espositiva è possibile gustare i prodotti artigianali da forno, miele, dolci di mandorle, rosoli alle erbe e ai fiori, olio e vino.

Durante la mostra hanno luogo dibattiti ed incontri a tema.

-          La Passione Vivente

Inserita nel percorso " Settimana Santa in Puglia", l'iniziativa si svolge nella sera del venerdì santo. Dopo un itinerario cittadino, i personaggi della via crucis tutti in costume, ai piedi della zona monumentale in uno scenario, oltre che fiabesco, intriso di atmosfera  e raccoglimento,  rappresentano la passione di N.S.Gesù.

L'organizzazione della iniziativa è curata dall'Associazione Da Betlemme a Gerusalemme.

-          Rievocazione Storica della Liberazione di Alberobello

Rievocazione storica della liberazione di Alberobello dal dominio feudale.  (Luglio)

E´ una sorta di corteo raccontato con oltre 250 comparse in costumi del tardo `700, che  sfilano per le vie del paese in un susseguirsi di scene storiche: La corte, gruppi di borghesi, gruppi di bambini, gruppi di popolani, i nonni, gruppi di animali. Canti e  balli d´epoca vivacizzano il percorso che termina  con una  degustazione dei piatti semplici del periodo rappresentato.

La parte storica è attentamente curata come anche la scenografia.

I contenuti, i testi rivelano scene conflittuali tra il Conte, il feudatario di Alberobello e gli alberobellesi all'indomani della liberazione della città dal servaggio feudale e a ricevimento dell'editto reale di elevazione del feudo a città regia.

La manifestazione è organizzata dall'Associazione "Arteca" in collaborazione con l'Assessorato al Turismo e con la regia di Antonio Minelli.

-          Maratona di Artisti per Solidarietà

"Maratona di artisti per solidarietà "  (5-6 gennaio) 

E' un'iniziativa di solidarietà che vede protagonisti gli artisti o coloro che per due giorni si sentono tali e anche  gruppi musicali, gruppi teatrali, scolaresche, associazioni, gruppi sportivi, piccoli pianisti in erba, cantanti, artisti di strada, i pulcini del Gruppo Folkloristico, chi sa recitare una sola poesia o vuol mettersi in gioco pensando che tutto servirà per alleviare sofferenze.

Gli spettacoli  si susseguono e si alternano nei due giorni, scelti non a caso ma proprio perchè l'Epifania è la festa dei bambini,  poichè sono loro i protagonisti e i destinatari.

Nell'edizione 2009 si sono svolte, tra l'altro,  gare sportive,  gare di orientiring, giochi di piazza e con la Wii, l'esibizione di 4 gruppi musicali giovanili, monologhi teatrali e karaoke.

L'asta di quadri realizzati da  pittori qualificati e non  ha contribuito ad innalzare il raccolto per la causa.

Determinante è stata, come sempre,  la partecipazione  e la collaborazione delle associazioni di categoria e dei commercianti locali che hanno sostenuto l'iniziativa in vari modi.

La maratona si svolge in Piazza del Popolo e lo spettacolo è no-stop.

Gli spettatori, che accompagnano con ovazioni le varie esibizioni, trovano ristoro dal freddo gustando dolci,taralli, mozzarelle calde e soprattutto  vin brulè, quest'ultimo è stato introdotto per la prima volta nella cultura gastronomica locale proprio in questa manifestazione di solidarietà.

 L'Associazione Pannartè, che cura l'organizzazione  svolge tale operato in stretta collaborazione con l'Ass.Internazionale " Granello di Senape".

 Pannartè e l'Assessorato alla Solidarietà sostengono il Centro Nutrizionale del villaggio di Nyakinama in Rwanda, laddove, grazie a questa iniziativa, trovano conforto e cibo circa 1000 bimbi orfani.

-          Festival Folklorico Alberobello

Il Gruppo Folkloristico "Città dei Trulli" di Alberobello continua il lavoro dell´animatrice Isabella Sgobba che, già nel 1928, aveva  cominciato a riscoprire usi, costumi, danze e canti alberobellesi di fine Ottocento.

I costumi con i quali i componenti si esibiscono si rifanno a quelli indossati dagli alberobellesi di quell´epoca. Mentre le donne vestono l´abito da lavoro, gli uomini indossano quello caratteristico del carrettiere, reso particolare da una larga fascia rossa in vita.

Lo spettacolo  riproduce la serata del sabato sera che si organizzava nell´Aia a fine settimana lavorativa,  i balli e i canti riconducono alle esperienze quotidiane della civiltà contadina.

Festiva Folklorico Internazionale.  Nel 1984, nel suggestivo scenario dei Trulli, ha inizio questa manifestazione che si rivelerà da subito molto gradita e seguita dal pubblico, ottenendo nel tempo sempre maggiori successi e notorietà grazie alla varietà e alla bravura dei Gruppi partecipanti.

Il Festival si svolge nel primo fine settimana di Agosto, in due o tre serate, in cui importanti compagini folcloristiche italiane e straniere si esibiscono in una rassegna di suoni, balli e canti, offrendo uno spettacolo davvero unico e suggestivo.

Il festival, giunto ormai alla XXVI edizione, è da anni uno dei palcoscenici più qualificati per la diffusione della cultura dei Popoli

 

ALTAMURA

(Laltamùre in dialetto locale) è un comune italiano di 70 539 abitanti della città metropolitana di Bari in Puglia.

È l'ottavo comune della regione per popolazione, mentre per estensione è il tredicesimo in Italia e il primo nella provincia di Bari.

La cittadina è famosa per il pane DOP, tipico nella sua forma (nel dialetto locale sckuanéte, trad. alto). Il monumento principale è la cattedrale di Santa Maria Assunta, esempio di Romanico pugliese, stile gotico (secolo XIII); l'Uomo di Altamura, scheletro di Homo neanderthalensis, e la cava dei dinosauri, giacimento risalente al Cretacico con impronte di dinosauri.

Eventi e Sagre

Evento principale della città è la Festa della Madonna del Buoncammino, nato dalla cultura contadina come momento di ringraziamento per la Madonna e di propiziazione per il raccolto. Alla fine dell’estate (la domenica successiva al 15 agosto) la statua della Madonna viene portata in città in processione su un carro trainato da buoi, sul quale siedono festanti e bambini che intonano canti in onore della Vergine. Precede il carro un corteo di cavalli, la cavalchète, ornati di fiori e lampadine, mentre i cavalieri indossano pantaloni neri, camicia bianca e un drappo rosso legato alla vita, tipico abbigliamento del contadino altamurano. La Madonna viene festeggiata il secondo sabato di settembre.

Dialetto

Ad Altamura si parla una variante del dialetto apulo-barese. Tratti distintivi del dialetto sono:

a  > éi (es. informato > mburméite; mangiato > 

mangiéite; tuonato > ndurnéite);

o > ué (es. buono > buéne; duro > tuéste);

gr > r (es. grano > réine; grande > rànne);

uso di hé (es. devo andare a suonare > hé gì a suné);

uso del dittongo arcaico au (es. dove > addaue, carbone > carvaune)

inversione di nghe in gn (es. finghe per figne > sino a, vénghe per végne > vengo)

Ha ricevuto molte influenze dal vicino dialetto di Matera, ma anche di Gravina in Puglia e più in generale dalla fascia del dialetto barese. Un poemetto del Seicento in questo dialetto, con elementi dell'italiano arcaico, è il Capitolo di S.Iacopo.

Le Eccellenze Enogastronomiche:

La cucina altamurana offre molti piatti unici nel loro genere.

-          Paste fresche e prodotti della panetteria, pasticceria

 Il pane di Altamura, con le sue classiche forme skuanète (alto) e basso, ha ricevuto nel 2005 la denominazione di origine protetta (D.O.P.) dall'allora ministro dell'agricoltura Alemanno. Il pane di Altamura si ottiene mescolando la semola rimacinata di grano duro con acqua e lievito naturale, detto "lievito madre", che si ottiene facendo fermentare una piccola quantità di pasta di pane preparata in precedenza; il tutto si lascia riposare per qualche ora e, rispettando le tradizioni, viene cotto nei forni a legna all'alba per essere presente sui banconi già alle prime ore del mattino.

Il pane di Altamura è ufficialmente il primo prodotto in Europa a fregiarsi del marchio DOP nella categoria merceologica Panetteria e prodotti da forno. È prodotto solo all'interno della zona d'origine con grano raccolto esclusivamente dai dintorni. Ogni forma è garantita dal Consorzio di Tutela.

Durante gli anni del dopoguerra, il pane veniva preparato dalle massaie nelle proprie case (con dosi settimanali di diversi kg) e consegnato ai fornai, che passando casa per casa, si preoccupavano di raccogliere le pagnotte. Prima di cuocerle ad ogni pagnotta veniva impresso il marchio di ogni famiglia che aveva preparato il pane e una volta cotto veniva caricato su un carretto trainato da un mulo e riconsegnato alle famiglie.

-          Cialda fredda e Pane cotto

 Tra i piatti tipici preparati con il pane bisogna ricordare la ciallédde (italianizzato in cialda) preparata con pane di Altamura raffermo al quale vengono aggiunti pomodori, cipolla, uno spicchio di aglio, cime di rape (in alternativa patate e uova) e olive precedentemente bolliti, con l'aggiunta, a crudo, di un filo d'olio extravergine di oliva e u puène quétte (pan cotto) preparato facendo bollire direttamente in acqua salata il pane con verdure di stagione: il tutto viene spolverato con formaggio (meglio se pecorino murgiano).

-          Carni fresche

U cutturidde e la pecora alla rezzaule sono due piatti tipici a base di carne ovina. U cutturìdde è un lesso di agnello e varie erbe selvatiche, come il finocchietto selvatico, e piselli. Un piatto simile viene anche fatto a Venosa ed a Tricarico dove si suole, per questa preparazione, usare carne di pecora condendola anche con salsa di pomodoro e peperoncino piccante.

La péchere alla rezzaule è, invece, composta da carne pecorina con aromi e verdure selvatiche, cotta lentamente in anfore di terracotta e in forno a legna.

-          Prodotti vegetali

 I lambasciune (lampascione in italiano,vambasciule in gravinese): (Leopoldia comosa, muscari in italiano), sono dei bulbi di una pianta selvatica tipica dell'Italia meridionale, simili alla cipolla, dal sapore aspro e intenso, utilizzati come contorno per arrosti di carne. Sono degustati anche fritti, cotti sotto la cenere, lessati e conditi.

-          Bevande alcoliche, distillati, liquori

 Padre Peppe: prodotto per la prima volta da un frate cappuccino, Padre Giuseppe Ronchi, agli inizi del XIX secolo, è oggi il più importante, famoso, diffuso e commercializzato liquore altamurano. Di colore marrone scuro, ha un sapore e un profumo molto intensi, ma ovviamente ciò dipende dalla preparazione e dagli ingredienti. Secondo la tradizione il Padre Peppe si prepara immergendo i frutti verdi dell'albero delle noci a partire dal 24 giugno (giorno di San Giovanni Battista) in alcol, con l'aggiunta di erbe, spezie e aromi vari tra i quali caffè, chiodi di garofano, cannella e noce moscata. Il tempo di macerazione può variare dai 6 mesi (per i prodotti fatti per consumo personale) ai 4 anni (nel rispetto della tradizione).

All'olfatto meno esperto è possibile riconoscere solo una parte di tutti questi profumi, tra i quali spicca la cannella. Si abbina molto bene con la tradizionale pasticceria secca altamurana, a base di mandorle.

 

BARI

(Bàre  in barese, fino al 1931 Bari delle Puglie) è una città italiana di 325 230 abitanti capoluogo della regione Puglia.

È il nono comune italiano per popolazione, terzo del Mezzogiorno dopo Napoli e Palermo. La sua area metropolitana è la sesta d'Italia con quasi 1 300 000 abitanti.

È nota anche per essere la città nella quale riposano le reliquie di San Nicola. Tale condizione ha reso Bari e la sua basilica uno dei centri prediletti dalla Chiesa ortodossa in Occidente e anche un importante centro di comunicazione interconfessionale tra l'Ortodossia e il Cattolicesimo.

Bari ha una solida tradizione mercantile - imprenditoriale e da sempre è punto nevralgico nell'ambito del commercio e dei contatti politico-culturali con l'Est Europa e il Medio Oriente. Il suo porto è il maggiore scalo passeggeri del mare Adriatico. Dal 1930 si tiene a Bari la Fiera del Levante, tra le principali esposizioni fieristiche d'Italia. Più recentemente la città è diventata sede del segretariato per il Corridoio pan-europeo 8.

Eventi e Sagre

Tanti sono gli eventi che si tengono a Bari: oltre a kermesse temporanee, che variano di anno in anno, ci sono alcuni appuntamenti fissi che assolutamente non vanno persi. Ecco qui i principali: 

-          Fiera del Levante 

Nel quartiere di Fesca-San Girolamo si svolge uno degli eventi più importanti di Bari, ovvero la Fiera del Levante, con manifestazioni differenti a seconda dei periodi dell'anno. La kermesse più seguita, con oltre duemila espositori e un milione di visitatori all'anno, è la campionaria di settembre. Ad aprile è il momento dell'Expolevante, ovvero la fiera internazionale per il tempo libero, lo sport, il turismo e le vacanza. E ancora Smau Business, la fiera dell'Information & Communication Technology per le piccole e medie imprese locali e la Pubblica Amministrazione che si tiene a Febbraio, la biennale Levante Prof, ovvero il salone nazionale della panificazione, pasticceria, gelateria, pizzeria, birra, vini, bar, ristorazione, pasta fresca, pubblici esercizi & hotel che si svolge a marzo. Il salone dello studente, dei matrimoni, dell'ecologia e molti altri completano l'agenda di questa grande fiera di Bari. 

-          Acqua in testa 

Il festival di musica si tiene ogni anno, da cinque edizioni ormai e nel mese di luglio, è uno degli eventi musicali più importanti di Bari. In diverse location, come sul lungomare, si svolgono concerti, eventi e musica che animano le serate dei cittadini baresi e dei tanti turisti.

-          Festa di San Nicola 

Nella notte del 7 maggio si celebra la festa di San Nicola, il patrono della città di Bari: in questa occasione si ripercorrono le gesta dei 62 marinari baresi che nel 1087 trafugarono le ossa del santo di Myra e le portarono nel capoluogo della Puglia, costruendo una basilica per venerare il suo culto. Sfilate in abiti d'epoca, rievocazione storica, spettacoli teatrali si svolgono durante tutta la settimana dei festeggiamenti. Un concerto di musica sacra che si tiene nella Basilica celebra l'evento.

Dialetto

Il dialetto barese è un idioma che si è costruito e modificato a seguito delle innumerevoli occupazioni di popolazioni straniere che per secoli la città ha vissuto e che hanno donato alla parlata barese peculiarità diverse ed un'inflessione incomprensibile per molti italiani.

Dal punto di vista filologico, il dialetto barese ha avuto origine dalla comune lingua madre, il latino, prima del siciliano e poi del napoletano; conseguentemente a tale evoluzione si è creato, sotto vari influssi, il tipico idioma barese.

Il dialetto barese appartiene alla varietà linguistica romanza chiamata apulo-barese. Questa varietà linguistica, appunto l'apulo-barese, viene parlata grosso modo nella Città metropolitana di Bari, nella provincia di Barletta-Andria-Trani, nella parte occidentale della provincia di Taranto (Taranto inclusa) e in alcuni comuni della provincia di Brindisi, e nella parte nord-orientale della Basilicata, da 2.102.023 persone circa, sebbene il dialetto parlato nella provincia di Foggia può essere considerato come un dialetto apulo-barese con influenze napoletane e abruzzesi.

In particolare, esclusivamente nella zona di Bari Vecchia, sembra sussistere il frangimento vocalico in éu, oggi quasi scomparso nella parlata più moderna. Es. zucchina > var. antica zucchéune ; var. moderna zucchìne; limone > v.a. leméune > v.m. lemòne

Le Eccellenze Enogastronomiche

La cucina tipica di Bari si basa sui prodotti naturali, siano essi di terra o di mare, cucinati in modo semplice, ma gustoso. Le ricette tradizionali di questa terra sono così buone da essere riprodotte in tutte le parti del mondo, anche grazie agli emigrati baresi che, una volta trasferiti fuori dalla Puglia, hanno continuato a diffondere le proprie tradizioni enogastronomiche. 

La pasta è senza dubbio un must nella cucina barese: tipiche le orecchiette o cavatelli, fatti in casa ovviamente, servite con sughi diversi, ma quanto mai salutari. La Puglia non a caso vanta la nomea di "granaio d'Italia" perché è una delle regioni che maggiormente si dedica alla pasta fatta in casa. Oltre alle orecchiette, vi consigliamo di assaggiare le trie (tagliatelle), le lagane (lasagne, nel Salento fatte senza uovo), i cavatelli, ovvero gnocchetti si semola allungati, i maccheroncini e i troccoli ( rustici taglioloni che bene si adattano a condimenti robusti). A proposito di condimenti, assolutamente tipico della zona sono le orecchiette con le cime di rapa, o i cavatelli, i troccoli e le lasagne ai frutti di mare. A Bari molto diffuse sono inoltre le zuppe, la melanzanata e l'incapriata, ovvero l'agnello cucinato nei modi più variegati. 

Gli amanti del vino, poi sono venuti nel posto giusto, la Puglia è una terra rinomata per la produzione di vini: è possibile degustare quelli prodotti nella provincia barese e nello stesso tempo quelli delle altre province. Tra i più rinomati ci sono il Gioia del Colle, l'Aleatico di Puglia, il Copertino, il Gravina, il Castel Del Monte, il Brindisi, l'Alezio, il Leverano, il Cacc'e mitte di Lucera, il Lizzano e il Locorotondo.

 

BINETTO

(Venétte in dialetto barese) è un comune italiano di 2.225 abitanti della città metropolitana di Bari, in Puglia.

Eventi e Sagre

-          Festa patronale della Madonna di Costantinopoli, la cui devozione risale al 1784 quando le si attribuì il miracolo di aver salvato il raccolto dal gelo che aveva colpito i campi dei paesi limitrofi.

-          Festa di san Crescenzio martire, ultima domenica di agosto.

 

BITETTO

(Vetétte in dialetto locale,Vitetum, Bistictum o Bitectum in latino) è un comune italiano di 12.001 abitanti della città metropolitana di Bari, noto per la presenza delle spoglie del Beato Giacomo, un frate laico morto in odore di santità, il cui corpo è rimasto nei secoli intatto.

Nominata "Città dell'Oliva Termite", Bitetto ha ricevuto il titolo di città nel 2007 dal presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. Sede vescovilefino al 1818, conserva una pregevole cattedrale in stile romanico pugliese.

Eventi e Sagre

A Bitetto si svolgono tradizionalmente due fiere:

1.       il 25 marzo, festa dell'Annunziata

2.       il 22 luglio, giorno della Maddalena.

La prima, la più antica, si volge lungo quello che anticamente era un asse viario peuceta, sul quale i Romani avevano innestato l'Egnatina, una strada che dalla Premurgia giungeva al mare, passando per Grumo Appula, il casale di Santa Maria La Veterana e il casale di S. Marco. L'esistenza della fiera di Primavera è attestata da un documento del 14 marzo 1431 con il quale Lorenzo de Attendolis, per volere della regina Giovanna II, concedeva all'Universitas di spostare la fiera dell'Annunziata a luglio. A tal proposito bisogna ricordare che gli Angioini erano particolarmente devoti alla Maddalena e ne avevano portato il culto in Italia dalla Provenza.

Ogni anno, tra il 25 aprile e il 1º maggio, a Bitetto si svolge una rievocazione medievale, durante la quale il Borgo Antico torna all'epoca di Fra' Giacomo (XV secolo); in particolare viene rievocato un episodio storico, ovvero il Ringraziamento del duca d'Atri e signore di Bitetto Andrea Matteo Acquaviva al frate. Il duca, infatti, aveva partecipato alla Congiura dei baroni contro Ferdinando I e, sconfitto, si era rifugiato in convento: qui incontrò Fra' Giacomo che gli predisse il perdono del Re, a differenza degli altri congiurati che sarebbero stati decapitati; inoltre il Frate gli predisse la nascita di un figlio maschio. Verificatesi entrambe le predizioni, il Duca tornò a Bitetto con la famiglia e la corte per ringraziare il Frate, facendo costruire, in segno di devozione, la strada rettilinea che collega il Convento Francescano al paese (oggi via Beato Giacomo).

Presepe vivente

Ogni anno, dal 24 dicembre al 6 gennaio, all'interno del Santuario del Beato Giacomo, si svolge il Presepe vivente, organizzato dai frati francescani, diviso in due ambientazioni: da un lato scene di vita popolare, che ripropongono i mestieri del passato, dall'altro la scena sacra, ambientata nel '400, con il Beato Giacomo e la Sacra Famiglia in abiti del XV secolo, inseriti in un contesto rinascimentale.

Le Eccellenze Enogastronomiche:

La cucina bitettese racchiude diversi piatti, propri della tradizione pugliese.

In particolare:

-          la ciallédde, pane raffermo bagnato in acqua e servito con pomodoro, olio e sale;

-          le cartellatte, un dolce natalizio costituito da nastrini di sfoglia (preparata con farina, olio e vino bianco) avvolti a formare una sorta di rosa, fritti e imbevuti di vincotto;

-          la scarcella, dolce pasquale consistente in una colomba di pane addolcito e glassato, al cui centro è posto solitamente un uovo sodo;

-          le chiacchiere, dolce tipico di carnevale.

Tipiche della città sono l'uva, le percoche o percochi e, in particolare, l'Oliva Tèrmite, un cultivar di oliva da tavola originario del territorio bitettese, dove è presente da diversi secoli: un documento del 6 maggio 1186 pubblicato nel Codice Diplomatico Normanno di Alfonso Gallo, infatti, ripete più volte il termine Termitum per indicare la varietà di alberi coltivata.

 

BITONTO

(Vetònde/Vutònde in dialetto bitontino, Βυτοντινον in greco, Butuntum o Botontum in latino) è un comune italiano di 55 320 abitanti della città metropolitana di Bari in Puglia.

Bitonto è conosciuta come città degli ulivi per gli estesi oliveti che la circondano e la produzione olearia, rinomata già nel XIII secolo e perfezionata nel corso del XX secolo, che costituisce ancora oggi la più importante risorsa economica della città. Bitonto inoltre ha dato il nome alla cultivar locale, cima di Bitonto.

-          Beat Onto Jazz Festival

Si tratta di una manifestazione Jazz nata nel 2001 con finalità divulgative. Si svolge in alcuni giorni del mese di agosto presso piazza Cattedrale, e col tempo è diventata una realtà importante nel panorama jazz del Meridione.

-          Traetta Opera Festival

Il Traetta Opera Festival nasce nel 2005 con lo scopo di riscoprire e rivalorizzare la figura del musicista bitontino Tommaso Traetta. Si tiene a cavallo tra ottobre e novembre. In questo periodo si tengono convegni sulle opere di Traetta e sono eseguiti brani del musicista nelle piazze della città. Si esibiscono anche i vincitori dell'edizione precedente del concorso internazionale di canto lirico, organizzato dal festival.

-          Festival Italia – Giappone

Nell'edizione del 2011 del Traetta Opera Festival si è stretta una relazione culturale con la Tokio International Choir, che ha portato in città una ottantina di cantanti musicisti e appassionati giapponesi. È nato così anche il Festival Italia – Giappone, dove la Tokio International Choir e la Tokio Opera organizzano una serie di concerti a Bitonto e in altre località della Puglia. Il festival organizza un concorso per giovani cantanti lirici, intitolato al cantante lirico bitontino Caffarelli, che si tiene nella cornice del teatro Traetta.

Dialetto

Il dialetto bitontino è la variante locale del dialetto apulo-barese centrali. È stato oggetto di numerosi studi, e reca traccia della lunga presenza di dominazioni diverse (greca, francese, austriaca e spagnola).

Nella pronuncia dialettale tutte le vocali protoniche e postoniche, esclusa la "a" protonica, hanno ceduto il posto a una "e" muta simile a quella francese. Le vocali accentate sono rimaste tali in sillabe aperte (ad esempio l'italiano "mosca" diventa "mòsche"), mentre si sono trasformate in dittonghi diversi in sillabe aperte:

La "a" muta nel dittongo "èu" (ad esempio "mano" in italiano, diventa "mèune").
La "e" si trasforma nel dittongo "ài" o "èi" (ad esempio, l'italiano "treno" diventa "tràine" o "trèine").
La "i", muta nel dittongo "ói" (ad esempio, l'italiano "partita" diventa "partóite").
La "o", diviene invece "àu" (ad esempio l'italiano "scopa" diventa "scàupe").
La "u" si trasforma nel dittongo "ìu" o "éu" (ad esempio, l'italiano "tu" diventa téue o "tìue").

L'articolo singolare femminile è "la", quello singolare maschile "u", mentre il plurale di entrambi i generi è "re".

 

 

 

Le Eccellenze Enogastronomiche:

Ricca è la cucina bitontina, che annovera diversi piatti tipici. Tra questi è la ciallédde, preparato con pane bagnato, pomodorini, olio e sale. Piatti simili sono diffusi in tutta la Puglia. Diffusi sul territorio murgiano sono i lampascioni, una pianta che genera dei bulbi dalla forma di piccole cipolle. Tali bulbi sono raccolti e lasciati a mollo almeno due giorni, dopo i quali sono pronti per essere serviti, solitamente conditi con sale e olio d'oliva.

Rinomati i dolci legati alle tradizioni festive. Tipica del periodo di Ognissanti è la colva, preparata con grano ammorbidito nell'acqua, chicchi di melograno e di uva, scaglie di cioccolato fondente, il tutto legato insieme dal vin cotto di uva.

Tipiche del periodo natalizio sono, invece, le cartellate, e i cuscinetti. Le prime sono dei nastrini di una sottile sfoglia di pasta preparata con farina, olio e vino bianco, avvolti su sé stessi sino a formare una sorta di "rosa" che sono poi fritte in abbondante olio e passate nel vin cotto di uva, di fichi, o di fichi d'India. Talvolta il vino bianco è sostituito con del succo di arancia.

Con lo stesso impasto si preparano i cuscinetti: si ricavano piccoli rettangoli di pasta farciti con della pasta reale, ottenuta dalla triturazione delle mandorle e l'aggiunta di zucchero. Successivamente sono chiusi per formare piccoli cuscinetti che dopo saranno cotti: cosparsi di zucchero a velo se passati al forno oppure rigirati nello zucchero semolato se fritti.

A Pasqua, invece, si prepara la scarcella, una ciambella o colomba di cioccolato di pane addolcito con della glassa. La ricetta tipica prevede anche un uovo sodo al centro. Carnevale, infine, è l'occasione per la preparazione delle chiacchiere.

Tipica è anche la focaccia di patate, un piatto occasionale che per tradizione si mangia la domenica. L'impasto consiste in farina, olio d'oliva, pomodori e patate macinate. Il tutto viene poi cotto in forno per circa 15-20 minuti.

Il dolce simbolo della città è però il bocconotto. La ricetta era un segreto delle suore del monastero di Santa Maria delle Vergini.

 

BITRITTO

(Vetrìtte in dialetto barese) è un comune italiano di 11 234 abitanti della città metropolitana di Bari in Puglia.

 

CAPURSO

(Capùrse in dialetto locale) è un comune italiano di 15.685 abitanti della città metropolitana di Bari, in Puglia. Si trova a circa 6 km a sud-est del capoluogo. La cittadina è nota principalmente per il culto della Madonna del Pozzo, a cui nel 1779 è stata eretta una grande basilica, nominata successivamente da Pio IX reale basilica pontificia minore.

Eventi e Sagre

-          Festa di Sant'Antonio Abate, 17 gennaio con accensione dei falò e la tradizionale benedizione degli animali.

-          Festa parrocchiale di San Francesco da Paola, 2 aprile.

-          Festa dell'incoronazione della Madonna del Pozzo, 20 maggio.

-          Festa Patronale di San Giuseppe, patrono di Capurso, ultima domenica di maggio.

-          Processione di Sant'Antonio da Padova, 13 giugno.

-          Festa rionale della Madonna delle Grazie, 2 luglio (Madonne du Annicchie)

-           Festa della Madonna del Carmine, 16 luglio, celebrazioni religiose presso la chiesa del Purgatorio.

-           Festa Patronale della Madonna del Pozzo, patrona di Capurso, ultima domenica di agosto.

-          Festa dell'Ottava della Madonna del Pozzo, prima domenica di settembre.

-          Processione di San Francesco D'Assisi, 4 ottobre.

-          La Fanoj dell'Immacolata, 8 dicembre, accensione del grande falò, coronato da una serie di eventi per le vie della città vecchia.

-          Processione di Santa Lucia, 13 dicembre.

Le Eccellenze Enogastronomiche

-          Spaghetti alle cozze con pomodoro “scannato”

-          Fave bianche e cicorie

-          Zucchine e fave con buccia

-          Soffritto di pomodorini con peperoncino

-          Coniglio al forno con patate e lampagioni

-          Gnomerielli al fegato di agnellone cotti alla brace

-          Sfogliata di cipolle

-          Sanguinaccio di maiale

Tra i prodotti tipici ci sono olio extravergine di oliva e uva da tavola.

Tra le specialità gastronomiche locali sono da ricordare i deliziosi piatti di orecchiette e cavatelli (u’ s’ffritt’), “le cicerchie”, “fave e cicorie” e, in generale, i piatti tipici della cucina barese.

Capurso vanta una buona produzione di latticini, di taralli svariatamente aromatizzati e di ottimo olio extra vergine di oliva del locale Oleificio cooperativo attivo da oltre 50 anni.

 

CASAMASSIMA

(Casamàsseme in dialetto barese) è un comune italiano di 19 767 abitanti della città metropolitana di Bari in Puglia.

Eventi e Sagre

Numerosi sono gli eventi e le manifestazioni di Casamassima. Tra le più importanti la Pentolaccia che si svolge la prima domenica di Quaresima per festeggiare il Carnevale, una manifestazione che rievoca un rito del passato: nelle famiglie riunite si riempiva una pentola di terracotta di fichi secchi, taralli e ceci abbrustoliti e una persona bendata e armata di bastone doveva cercare di romperla. A partire dagli anni ’60 questo rito viene organizzato pubblicamente insieme alla sfilate dei carri allegorici.

Il 19 marzo si festeggia San Giuseppe con l’accensione, per il paese, di grandi fuochi propiziatori e beneauguranti per la bella stagione agricola.

L’ultima domenica di luglio il corso e la piazza vengono addobbati di luci in onore della Madonna del Carmine e, sempre durante lo stesso mese, nel Borgo antico viene organizzata la sagra del vino.

All’alba del 10 agosto, all’interno di un’antica badia campestre, viene officiata la messa in onore di San Lorenzo e si prosegue durante la serata con i festeggiamenti civili.

Settembre è il mese dedicato a San Rocco, patrono del Borgo, che viene festeggiato per tre giorni a partire dalla seconda domenica di settembre. La statua del Santo viene coperta con un mantello d’argento e condotta in processione per le vie del Borgo. La sera si svolgono concerti bandistici e spettacoli di fuochi pirotecnici. Bancarelle, gastronomia locale e mostre d’arte completano la festa, che richiama tantissima gente.

La prima domenica di ottobre si commemora il fatto storico della restituzione del Borgo, da parte di Corrado IV, alla famiglia Casamassima. Tantissimi figuranti partecipano al “Corteo storico Corrado IV di Svevia”, seguito da festeggiamenti con spettacoli e banchetti nel borgo antico.

Il 13 dicembre ricorre la festa di Santa Lucia che viene celebrata presso la millenaria chiesa basiliana di Santa Maria del Soccorso. Dopo la veglia, all’alba, si raggiunge a piedi la chiesa dove viene officiata la Santa Messa. Al termine i fedeli fanno ritorno a casa per mangiare le tradizionali pettole fritte e i biscottini con glassa colorata. La sera una lunga fiaccolata coinvolge le scuole, e raggiungendo la chiesa, onora la grande statua di Santa Lucia.

Uno spettacolo davvero suggestivo durante il periodo natalizio è rappresentato dal presepe vivente che viene organizzato ogni anno nel Borgo antico.  

Le Eccellenze Enogastronomiche:

La cucina di Casamassima è tipicamente mediterranea e realizzata con ingredienti genuini offerti dalla terra. Il pane e la pasta vengono ancora oggi fatti in casa in numerose varianti. Tipiche del territorio sono le orecchiette con cavoli, acciuga e mollica di pane frittocavatelli e rape con acciughecavatelli e ceci con sugo di pomodoro e formaggio.

Le fave novelle e le cipolle sono tra gli alimenti al centro della cucina locale. Le fave vengono cucinate da sole, con le cicorie o con le cipolle che spesso si cucinano arrostite nella cenere e condito con olio e sale.

Altre specialità sono il ragù di carni miste, cucinato nei giorni di festa, le braciole al sugo, il coniglio ripieno e le focacce di patate. Buon cibo accompagnato da vini prelibati come il Primitivo (vino nero secco) che ha ottenuto la DOC, il Moscato (vino bianco filtrato), il Sangiovese (vino rosato da tavola) e la Malvasia.

 

CASSANO DELLE MURGE

(Casséne in dialetto locale, fino al 1863 chiamata Cassano) è un comune italiano di 14 740 abitanti della città metropolitana di Bari, in Puglia. Il comune è noto soprattutto per la presenza, nel suo territorio della Foresta Mercadante, una vasta pineta attrezzata risalente al 1928, quando fu realizzata allo scopo di evitare il dissesto idrogeologico della Murgia.

Eventi e Sagre

-          Festa Patronale

1-2-3 Agosto:
Festa Patronale in onore di "Maria SS. degli Angeli" che si venera nella millenaria grotta naturale dell'omonimo Santuario della Murgia Barese.

-          Feste religiose

19 Marzo:
Festa di San Giuseppe con falò.

Venerdì Santo:
Processione dei Misteri e tradizioni Pasquali.

Pasquetta

3 Maggio:
Processione della Reliquia del "Sacro Legno della Croce", dalla Chiesa Matrice al Santuario "S. Maria degli Angeli".

Terza Domenica di Maggio:
Processione della "Madonn' d' basc'".

Processione dell'Ascensione

Processione del Corpus Domini

16 Giugno:
Processione di San Pio da Pietrelcina (Padre Pio), a cura della Parrocchia "Santa Maria delle Grazie".

16 Luglio:
Processione della Madonna del Carmine.

16 Agosto:
Processione di San Rocco.

8 Settembre:
Festa in onore della "Madonna delle Grazie", titolare dell'omonima Parrocchia.

14 Settembre:
Processione di "Mezzogiorno" del Crocifisso argenteo (con teca della Reliquia del "Sacro Legno"), lungo le vie del Centro Storico; processione serale con "Cavalcata del SS. Crocifisso", compatrono della città.

15 Settembre o domenica successiva:
Processione della "SS. Vergine Addolorata".

26 Settembre:
Processione dei "Santi Medici".

7 Ottobre:
Processione della "Vergine SS. del Rosario".

25 Ottobre:
Festa di San Crispino, protettore dei Calzolai, a cura del Comiitato "Amici di Tutti".

8 Dicembre:
Festa dell'Immacolata con "Sagra delle Pettole",a cura del Comitato "Amici di Tutti".

13 Dicembre:
"Sagra Campestre di Santa Lucia" sull'omonima Collina.

-          Altre manifestazioni

Luglio-Settembre:
"Estate Cassanese", manifestazioni di interesse turistico-culturale programmate dalla Civica Amministrazione.

Terza o ultima domenica di Agosto:
"Sagra della Focaccia".

Novembre:
"Pane e olio in frantoio" manifestazione il cui obiettivo è valorizzare due ingredienti fondamentali che sono alla base della nostra tradizione culinaria: l’olio e il pane.

Dicembre:
Manifestazioni natalizie

Fiere e mercati

1 Agosto:
Fiera del bestiame e di merci varie
piazza Garibaldi, via Cadorna, piazza Galilei, ultimo tratto di via Gramsci e via Cap. Galietti.

Ogni martedì:
Mercato settimanale della frutta e verdura
piazza Galilei

-          Ogni venerdì:
Mercato settimanale merci varie e generi alimentari
piazzale Caponuovo

-          Ogni giorno:
Mercato giornaliero
nuova "area mercatale" del rione "Caponuovo".

Tra le manifestazioni civili di maggiore successo ricordiamo l’Estate Cassanese, una serie di numerose manifestazioni di interesse turistico-culturale programmate dall’Amministrazione nei mesi da luglio a settembre. Nella terza o nell’ ultima domenica di agosto viene organizzata la "Sagra della Focaccia".

"Pane e olio in frantoio", durante il mese di novembre, è una manifestazione il cui obiettivo è valorizzare l’olio e il pane, ingredienti fondamentali della tradizione culinaria di Cassano. 

Le Eccellenze Enogastronomiche

L’agricoltura ha da sempre rappresentato l’attività prevalente di Cassano delle Murge che oggi vanta una grande produzione di mandorle, olive e uva. Inoltre, negli ultimi anni, si è sviluppato il processo di trasformazione dei prodotti agricoli locali: olive e uva vengono lavorati e imbottigliati e vengono prodotti un ottimo vino e un olio eccellente.

Altre produzioni tipiche del borgo sono quelle relative a latticini e formaggi, tutti lavorati in loco.

Ancora oggi nel borgo di Cassano sono in uso i tradizionali “fornelli all’aperto” dove si possono gustare piatti tipici locali come: la carn' ca cipodd' (costate di agnellone con cipolla allo spiedo), il capretto e l’agnello alla brace, la salsiccia (insaccato misto di vitello e agnellone), i fumanti ghiimiridd' (involtini allo spiedo composti di interiora di agnello o capretto con prezzemolo).

Altri piatti tipici della cucina di Cassano sono: cavatidd' chi cime de rape; orecchiette al ragù misto (carne di vitello, agnellone, agnello e maiale); cavatidd' ca ricotte asc'quand' (cavatelli al ragù con ricotta forte); ciquariedde e fave bianche (cicorielle campestri e purè di fave);palmeggiane (tegame al forno di melanzane affettate e fritte con pasta, latticini e carne tritata); uagnill' au furn chi cardengidde (agnello al forno con i funghi "cardoncelli"); fecazze au furne (pizza al forno con i pomodori, olive nere e origano); frittate chi sprascene (frittata di uova con gli asparagi selvatici); chnigghie ripiene au furn (coniglio di allevamento domestico ripieno di uova e frattaglie).

 

CASTELLANA GROTTE

(Casteddône in dialetto Castellanese) è un comune italiano di 19.570 abitanti della città metropolitana di Bari, in Puglia. Situata sull'altopiano calcareo della Terra dei Trulli e delle Grotte, è conosciuta soprattutto per il complesso carsico delle Grotte di Castellana.

Eventi e Sagre

-          La "Festa delle Fanòve" è una manifestazione religiosa radicata nella tradizione popolare castellanese. L'accensione dei caratteristici falò avviene l'11 gennaio. Le Fanòve sono grosse cataste di legno che  vengono fatte ardere in tutto il paese nel corso della notte. La festa è il riconoscimento alla Madonna della Vetrana che, secondo la tradizione, pose fine all'epidemia di peste del XVII secolo. I visitatori assaggiano volentieri i prodotti tipici offerti da chi ha allestito la "fanòva", quali taralli, ceci e fave abbrustolite, solitamente accompagnati da un bicchiere di vino. Il giorno dopo, il 12 gennaio, la statua della Madonna della Vetrana viene portata, con solenne processione, dal convento dei frati minori in città, nella chiesa matrice di San Leone Magno, restandoci per una settimana di fronte alla venerazione riconoscente dei numerosi fedeli che la visitano. La Festa delle Fanòve è preceduta dalla Diana, una processione che parte da piazza Nicola e Costa alle tre del mattino. I fedeli che vi partecipano sono accompagnati dalla locale Banda Cittadina che esegue un'antica nenia popolare. Scopo della processione è effettuare la tradizionale questua andando in giro per i frantoi del territorio, per raccogliere l'olio con cui alimentare, per il resto dell'anno, la lampada votiva posta ai piedi della sacra effigie della Madonna della Vetrana.

-          La festa principale, solenne, si svolge nell'ultimo weekend di aprile fra luminarie,  processioni, concerti di varie bande e fuochi pirotecnici in onore della Madonna della Vetrana.

-          La Consolatrice. Festa particolarmente semplice e intima, che segna la fine delle ferie, il 21 agosto. Con processioni solenni si venerano la Madonna Maria SS. Consolatrice e San Leone Magno, antichi patroni di Castellana.

-          Festa del Caroseno e Sagra del Pollo e del Coniglio. Dal 1692 viene festeggiata la Madonna del Caroseno, rendendo omaggio al Caroseno di Maria che evince il ruolo della vergine come madre del popolo. Festa molto sentita anche dal territorio circondario, il 7 e l'8 settembre si arricchisce con la Sagra del Pollo e del Coniglio, in cui vengono allestite caratteristiche vetrine satiriche e grandi tavolate imbandite per le strade con le macellerie del paese.

 

CELLAMARE

è un comune italiano di 5.775 abitanti della città metropolitana di Bari, in Puglia. Vi si conserva il vecchio castello baronale di origine medievale (XIII sec.) ma ricostruito e riadattato da fortezza militare a residenza signorile nel XVI sec. Nelle campagne, sulla via per Rutigliano, si conserva un menhir di imprecisata datazione.

Eventi e Sagre

L'ultima domenica di aprile per l'intera mattinata è presente il cosiddetto mercato generale. Nel pomeriggio c'è il corteo storico per rievocare la consegna delle reliquie di sant'Amatore alla chiesa matrice di Santa Maria Annunziata.

La domenica successiva, che è la prima di maggio, c'è la celebrazione eucaristica officiata nella chiesa di Santa Maria Annunziata, e la processione. In serata fuochi artificiali e concerto di musica classica in piazza Aldo Moro.

-          Pasqua: riti e processioni della Settimana Santa

-          Natale: presepe artistico in piazza don Bosco; presepe vivente nel borgo antico del paese

-          San Raffaele Arcangelo: seconda festa patronale del paese, si svolge la prima domenica di ottobre.

Dialetto

Il dialetto è veicolo di trasmissione della cultura di un popolo. Il dialetto cellamarese è caratterizzato da una pronuncia aperta. Soprattutto alla fine delle parole, si verifica la caduta delle vocali. La e finale non si pronuncia.

 

CONVERSANO

(Cunverséne in dialetto locale, Norba apula in latino) è un comune italiano di 26.131 abitanti della città metropolitana di Bari, in Puglia. Sorge a circa 30 km a sud di Bari, sui primi rilievi della Murgia, a 219 m s.l.m. Di origine preromana, nell'XI secolo divenne sede di una contea estesa su una parte significativa della Puglia centro-meridionale la cui importanza non venne sminuita che con il tramonto della struttura feudale. Importante diocesi e centro religioso sin dal Medioevo, la cittadina è oggi sede della diocesi di Conversano-Monopoli.

Dal 2011 al comune di Conversano è riconosciuto il titolo di città.

Eventi e Sagre

-          Sant'Antonio Abate (17 gennaio)

La festa si svolge nel quartiere cittadino della parrocchia Sacro Cuore, nel quale esisteva un'antica chiesetta oggi scomparsa ma sostituita da una struttura nuova e più grande. A sera, dopo la tradizionale messa con la benedizione degli animali, i festeggiamenti civili con il tradizionale grandissimo falò, il piccolo luna park, la pesca di beneficenza, le specialità caserecce alimentari e l'estrazione di premi.

-          Settimana Santa

 Uno dei riti più sentiti e partecipati dalla popolazione conversanese è senz'altro quello delle manifestazioni religiose legate alla Settimana Santa. Il giovedì Santo, così, vi è l'addobbo dei "Sepolcri" nelle chiese parrocchiali e del centro storico: una rappresentazione dell'ultima cena che nella tradizione locale i cittadini amano ricordare (seppur erroneamente) come "visita dei sepolcri". La visita si conclude presso il monastero di Santa Maria dell'Isola (sulla provinciale per Rutigliano, ad 1,5 km dal centro abitato) dove si venera il "Cristo Nero", un antico crocifisso che viene esposto al culto dei conversanesi i quali, spesso a piedi, raggiungono il complesso per baciare il piede della sacra effigie. Il Cristo Nero poi viene portato in processione alle prime luci dell'alba sino al centro della città, laddove giunge intorno a mezzogiorno. La tradizione vuole che il Cristo arrivi sempre prima della statua della Vergine Addolorata, la quale incomincia dalla Chiesa del Carmine, in tarda mattinata, il suo angoscioso peregrinare per le strade di Conversano alla "ricerca" del Figlio. Nel pomeriggio del venerdì, poi, il momento più suggestivo dei riti pasquali con la processione delle statue dei "Misteri", che rappresentano Passione e morte di Cristo (conservate nella chiesetta della Passione appunto) e di una seconda statua della Vergine Addolorata, venerata nella chiesa del Purgatorio. La toccante processione, che si snoda lungo le vie del centro storico fino a sera, viene accompagnata dalle note della banda e dei cantori del "Miserere".

-          Festa patronale della Madonna della Fonte (quarta domenica di maggio)

Festeggiamenti civili e religiosi con processioni, bande musicali, illuminazioni, fuochi d'artificio, lancio di palloni, attività sportive e culturali.

 

-          Sant'Antonio di Padova (13 giugno)

La festa si svolge presso la chiesa di S. Francesco: novena, processione, altarini allestiti dai bambini nei vicoli del centro storico, distribuzione del pane di Sant' Antonio, come da tradizione.

-          Madonna S.S. del Carmine (16 luglio)

 La chiesa ex conventuale del Carmine, oggi parrocchia, festeggia il 16 luglio la Vergine del Carmelo, portando in processione insieme alla statua della Madonna anche quella di S. Elia. Molto antica è la confraternita che fa capo alla chiesa. Festeggiamenti con luminarie, bande musicali e fuochi d'artificio.

-          Maris Stella (prima domenica di agosto)

La festa si svolge presso l'omonima parrocchia: Sagra del bocconotto, musica folcloristica.

-          San Rocco (16 agosto)

 La chiesetta medievale di San Rocco si occupa del mantenimento e della organizzazione della festa, che viene accompagnata da una tradizionale "Cavalcata": cavalli appositamente addobbati, cavalcati da bambini e da giovani in costume.

-          Imaginaria Film Festival (fine agosto)

dal 2003 è il principale festival internazionale pugliese dedicato al cinema d'animazione e si svolge prevalentemente nel Complesso di San Benedetto.

-          SS. Medici e S. Rita (prima domenica di ottobre)

Nella chiesa conventuale di S. Cosma (sec. XVII), recentemente restaurata nei suoi splendidi stucchi barocchi, si celebrano le funzioni religiose per i SS. Medici (antichi protettori della città) e Santa Rita. La ricorrenza, che tradizionalmente sancisce l'arrivo dell'autunno, è di grande richiamo tra i fedeli: le statue sfilano in processione con il loro ricchissimo corredo di oggetti preziosi (donativi di devoti). Nella chiesa si conservano antiche reliquie. La festa civile (luminarie, bande musicali, fuochi d'artificio, luna park) è la seconda per importanza nel paese, dopo quella sentitissima della protettrice Madonna della Fonte.

-          Festa patronale di San Flaviano (24 novembre)

Semplice ma seguita dai fedeli la processione della statua del Santo, venerata nella Basilica Cattedrale. Nel giorno della festa si tiene anche la tradizionale fiera con stand di abbigliamento, vendita di animali, mobilia e complementi d'arredo.

-          Sagra delle ciliegie (giugno)

Allestimento di stands per la degustazione e la vendita di tipiche e rinomate varietà di questa importante produzione locale come la ciliegia Ferrovia.

-          Immacolata (8 dicembre)

La festa, che apre l'imminente Natale, si svolge presso la chiesa di S. Francesco: novena, processione, Sagra della pettola natalizia.

-          Santa Lucia (13 dicembre)

La festa è organizzata dalla Rettoria della Passione: novena, processione, presepe artistico, musica e gastronomia

 

Le Eccellenze Enogastronomiche

Alcuni dei piatti tipici di questa terra sono i cavatelli e fagioli, pasta e ceci, fave e cicorielle, calzone di cipolle, le “brasciole”al ragù.La regina è la “focaccia” che accompagnerà praticamente qualsiasi piatto; squisite sono le carni locali alla brace, i “torcinelli” e le salsicce.

 

CORATO

(Quaràte in dialetto barese o Quaréte nei dialetti murgiani) è un comune italiano di 48.316 abitanti della città metropolitana di Bari, in Puglia.

Le Eccellenze Enogastronomiche:

Un primo piatto tipico è il 'ragù' con braciole (involtini) di carne d'asino o di cavallo, con cui si condiscono le orecchiette, dette strascenàte, che legano anche molto bene in un altro piatto tradizionale... gli "strascenàte e cime de rape". La pignatta di trippa e il calzone (una focaccia riempita da cipolle cotte a vapore, olive nere, acciughe sotto sale ed uva sultanina) costituiscono la seconda parte del pasto. Ma sono anche molto comuni la scamorza, i nodini e la Burrata, queste ultime originarie di Andria. Fra i dolci tipici del luogo, si ricordano in occasione del Natale le cartellate con Vincotto e miele, Marzapane, sasamello e taralli, mentre per le festività pasquali è consuetudine cucinare la scarcella.

Dialetto

Il dialetto coratino è una variante del dialetto barese. Esso si configura come un dialetto a metà strada tra la fascia murgiana e la fascia sud-ovest barese. Ad esempio, si riscontrerà nan (tipico dei dialetti murgiani ed assente nell'hinterland barese), ma poi sàpe (tipico dell'hinterland barese ed assente nei dialetti murgiani, dove spesso l'apertura è in é, quindi sépe, séipe, o a volte si chiude in è, quindi sèpe).


GIOIA DEL COLLE

(Sciò in dialetto locale, fino al 1863 chiamata Gioia) è un comune italiano di 27 651 abitanti della città metropolitana di Bari in Puglia. La cittadina sorge sull'altopiano delle Murge, a 365 metri sul livello del mare.

Eventi e Sagre

-          "Festa della Candelora" 2 febbraio

-          Festa della Madonna dell'Annunziata, 25 marzo in località Monte Sannace

-          Processione dei "Sacri Misteri della

-          Passione" della Chiesa di San Rocco (Gioia del Colle)

-          Festa di san Giuseppe Lavoratore in Località

-          Montursi (Gioia del Colle), 1º maggio

-          Festa patronale di San Filippo, 26 maggio

-          Festa di san Vito Martire, 15 giugno

-          "Festa del Sacro Cuore di Gesù", venerdì dopo la seconda domenica dopo Pentecoste

-          "Festa di Maria SS.del Monte Camelo", 16 luglio

-          "Festa di Sant'Anna e delle Madri Cristiane", 26 luglio

-          Festa di San Rocco, 16 agosto

-          Sagra della mozzarella, agosto

-          Ultima domenica di agosto, pellegrinaggio al santuario di Capurso per i solenni festeggiamenti in onore della Madonna del Pozzo 

-          Sagra del vino primitivo, settembre

-          "Festa di Maria SS. Addolorata in Sant'Angelo", terza domenica di Settembre

-          Festa campestre del pupo in località Montursi, settembre

-          "Festa della Madonna del SS.Rosario in San Domenico" prima domenica di ottobre

-          "Festa di Maria SS. Immacolata" 8 dicembre

-          Festa di santa Lucia, 13 dicembre

Le Eccellenze Enogastronomiche

LATTICINI (mozzarelle, burratine, giuncata, ecc.)

Le prime mozzarelle furono prodotte presso le masserie per uso familiare. Successivamente (dagli anni ‘40 del secolo scorso) le mozzarelle e gli altri latticini, prodotti artigianalmente presso i caseifici con il latte delle mucche di razza bruno-alpina allevate nelle masserie gioiesi, hanno invaso, con uno sviluppo sempre crescente, i mercati locali, regionale e nazionale. Attualmente i latticini di Gioia del Colle possono essere acquistati e gustati in quasi tutte le città italiane, rappresentando il vanto della produzione casearia nazionale.

VINO “PRIMITIVO DI GIOIA”

Il Primitivo di Gioia del Colle ha ricevuto la DOC nel 1987 ed attualmente viene prodotto e imbottigliato da diverse aziende locali.

E’ stato anche creato un Consorzio volontario per la tutela e valorizzazione dei vini a Denominazione di Origine Controllata “Gioia del Colle” che partecipa con proprio stand alle principali manifestazioni del settore.

Il Primitivo è ottenuto dall’uva di un vitigno selezionato e coltivato in forma intensiva a Gioia del Colle già nel XIX secolo. Solo successivamente tale vitigno fu coltivato anche nei comuni vicini e della provincia di Taranto.

Per il carattere forte e robusto (anche 18 – 20 gradi) fu utilizzato in passato anche come vino da taglio.

 

GOVINAZZO

(Scevenàzze in dialetto locale) è un comune italiano di 20 376 abitanti della città metropolitana di Bari in Puglia.

Eventi e Sagre

Manifestazioni dove provare anche le pietanze tipiche del posto, magari da abbinare a un buon bicchiere di vino. La Sagra del Fiorone che si svolge a giungo, e la Sagra del Panino della Nonna in programma nel mese di agosto, per i buongustai sono delle occasioni imperdibili. 

Nel corso di questi eventi vengono valorizzate le prelibatezze locali, prodotti tradizionali inevitabilmente legati al territorio. Prendere parte ad una sola di queste manifestazioni significa condividere insieme alla gente del posto l'atmosfera festosa, resa coinvolgente dai molti artisti di strada e dai vari spettacoli canori e di danza.
Per i giovani, invece, l'evento cult dell'estate è il Giovinazzo Rock Festival, una manifestazione gratuita che si svolge l'ultimo fine settimana di luglio e che ospita ogni anno artisti importanti del rock italiano e internazionale.

-          Il Corteo Storico

La leggenda

Si narra che tra i cristiani che riuscirono a fuggire da Gerusalemme, sottraendosi alle ire di Saladino, Sultano d’Egitto e di Siria, dopo che questi aveva sbaragliato le armate crociate il 2 ottobre 1187, vi fosse un capitano francese di nome Geretéo.

Egli, fuggendo, aveva portato con sé, sottraendolo agli infedeli, un dipinto della Madonna e, dopo un viaggio avventuroso, si era fermato presso il lazzaretto che sorgeva nel Casale di Corsignano nella campagna giovinazzese. Nell’intento, forse, di ricambiare le attenzioni e le cure ricevute, il crociato donò al parroco del Villaggio il dipinto della Vergine.

-          La fede

Per molti secoli il quadro della Vergine, detto appunto Madonna di Corsignano, fu esposto nella chiesa dell’omonimo casale ed era venerato per i molti miracoli che operava. Il suo culto crebbe sempre più, tanto che, nella terza domenica dell’agosto 1388, fu solennemente proclamata, dal Vescovo Nicola, patrona di Giovinazzo.

-          Il Corteo

La prima parte del corteo rievoca la traslazione del miracoloso dipinto dal Casale di Corsignano alla Cattedrale, avvenuta nel 1677, per volere del Vescovo di Giovinazzo, Agnello Alfieri. L’episodio, avvenuto in piena dominazione spagnola, si evidenzia nelle vesti dei figuranti, policrome e barocche. Danno inizio alla sfilata gli Araldi con le loro lunghe e argentee chiarine. Allo squillo delle trombe fa eco il rullare dei tamburi. Entrambi annunziano il cavaliere che, solenne e austero, regge il gonfalone della città precedendo un folto numero di giovani in rappresentanza della nobiltà dell’epoca che, con incedere lento, fa sfoggio dei suoi variopinti costumi. Seguono i valletti comunali, i cui abiti hanno il colore del civico bandierone che sorreggono; essi rappresentano l’Universitas, il popolo tutto. E dopo il popolo segue, sorretta da un dignitario, l’insegna del Vescovo Agnello Alfieri. Indi le Dame, la cui giovane bellezza è essa in risalto dai ricchi costumi che indossano, ed infine il Duca, superbo feudatario, che con la sua corte chiude la prima parte della sfilata.

Nella seconda parte, gli abiti non sono più quelli ampollosi e policromi ma diventano austeri e castigati, riportandoci in quel lontano 1188 in una atmosfera contrita quale in effetti dovette essere la circostanza in cui il popolo, l’8 maggio di quell’anno, portò penitenzialmente in Cattedrale l’immagine della Madonna, chiedendo ed ottenendo il miracolo della pioggia, dopo una lunga e nefasta siccità che avviliva uomini e campagna. Ecco allora i nobili cittadini, i Chiurlia, i Lupis, i Braida, i Saraceno, i Sindolfi e tutti gli altri sfilare col saio da penitente e con gli stemmi delle loro casate. Seguono i dignitari dell’epoca. Il Giudice, il Protontino, il Signator, il Catapano, il Baglivo; il rullare dei tamburi cadenza il passo degli arceri, a cui fan seguito gli alabardieri e i tedofori. Il chiarore delle fiaccole rischiara l’incedere del sacerdote che impersona il parroco del Casale di Corsignano, al suo fianco il famoso capitano francese, il Crociato Geretéo. Seguono i paggetti; un gruppo di fanciulle con candidi sai e cesti di fiori apre la strada al quadro della Vergine, che, portato a spalla da rappresentanti dei vari ceti popolari, ritorna ancora una volta in Cattedrale a proteggere il suo popolo che tanti e tanti secoli fa, fiducioso, l’elesse patrona

 

 

 

 

GRAVINA IN PUGLIA

(Gravéine in dialetto locale, fino al 1863 chiamata Gravina), è un comune italiano di 43 775 abitanti della città metropolitana di Bari, in Puglia. Ivi ha sede il Parco nazionale dell'Alta Murgia.

Eventi e Sagre

-          Ss. Crocifisso: si svolge l'ultima domenica di maggio o la prima domenica di giugno;

-          Sant'Antonio di Padova: si svolge il 13 giugno presso la chiesa di S. Francesco;

-          San Giuseppe: cade il 19 marzo. Per vecchia consuetudine, all'esterno del comune, presso la zona Paip, si accendono i falò;

-          Santa Lucia: si svolge il 13 dicembre, e solo in tale occasione viene aperta la chiesa, sita nel vecchio rione Piaggio;

-          San Michele Arcangelo e San Filippo Neri: festa del patrono e del compatrono della città. Si svolge il 28, 29 e 30 settembre. Il 29 settembre, giorno del patrono, si svolge una processione che esce dalla cappella cosiddetta di Bruno, sita sul Corso Aldo Moro, per poi procedere verso la piazza comunale, e infine alla chiesa di Sant'Agostino, dove viene pubblicata la statua del patrono;

-          San Michele delle Grotte: si svolge l'8 maggio;

-          Settimana Santa: celebrata tramite la processione del legno sacro;

-          Madonna della Grazia (in dialetto Madònne de le Gràzie): preceduta da una novena, si svolge l'8 settembre, concludendosi portando in processione la statua di Maria con in braccio Gesù, entrambi incoronati da Papa Giovanni Paolo II in Piazza S.Pietro a Roma;

-          Murgia Film Festival: Rassegna cinematografica internazionale di cortometraggi e medio metraggi;

-          Raduno internazionale del folclore;

-          Raduno internazionale dei Cortei Storici; Medioevali.

Fiera di San Giorgio

La Fiera Regionale di San Giorgio è la fiera più antica d'Italia, si svolge di solito nella quarta settimana di aprile nel quartiere fieristico in via Spinazzola. Vi è un documento che attesta il ripristino della fiera, concesso da Carlo d'Angiò risalente al 1294, la fiera vede l'esposizione dei propri prodotti da parte degli operatori nel settore dell'agricoltura, artigianato, enogastronomia. Durante i giorni fieristici, viene anche organizzata una rievocazione storica medioevale.

In concomitanza con la secolare fiera, l'associazione "Conte Giovanni di Montfort" rievoca la I edizione della fiera, con una sfilata di figuranti con abiti dell'epoca e la lettura dell'editto d'apertura.

Le Eccellenze Enogastronomiche

Già da alcuni cenni storici “Grana Dat et Vina” (offre grano e vino) è possibile capire che la tradizione culinaria di Gravina in Puglia è famosa sin dall’antichità.

Tra i cibi più famosi del luogo troviamo il Cardoncello, ottimo fungo usato per contorno da assaporare con le carni o da mangiare sott’olio. Meritano di essere degustati anche il Pallone de il Fallone, due tipici formaggi del luogo. Ottimo anche il Sasanello gravinese, un biscotto che viene preparato con la farina di semola, con i chiodi di garofano e con tanto vino cotto.

Famosa è anche la Focaccia di San Giuseppe che racchiude un ripieno di aggiughe, cipolle ed uva sultanina. Tra gli altri prodotti consigliamo di assaporare anche la ventresca, la soppressata e la pizzintella. Per chi non ha paura di assaggiare i sapori molto forti consigliamo invie i marri e gli gnomerelli, degli involtini di animelle di capretto cotti alla brace.

 

Il comune fa parte della rete delle città slow promossada Slowfood.

 L'agroalimentare gravinese offre pietanze che rappresentano unicità e salubrità nel genere culinario. Cenni storiografici indicano Gravina come città del grano e del vino ("Grana Dat et Vina": "offre grano e vino") come scritto nello stemma araldico cittadino.Nei manoscritti presenti presso la Fondazione Ettore Pomarici Santomasi, lo scrittore Domenico Nardone citava l'agro di Gravina come uno dei terreni più fertili della provincia che offre in ogni genere di prodotti abbondanza ed eccellenza, dello stesso parere era l'imperatore Federico II di Svevia, che descrisse Gravina come "giardino di delizie":

Qui di seguito una lista delle prelibatezze note:

-          Cardoncello (cardungìdde / pl. cardungéddere): è un fungo che cresce nella murgia gravinese. Lo si può aggiungere a sughi per accompagnare primi con pasta fatta in casa; ottimo come contorno per carni o anche da mangiare da solo in sott'olio o al forno, gratinato;

-          Pallone (pallòune);

-          Fallone (fallòune) un caratteristico formaggio fresco da consumare appena fatto;

-          Verdeca di Gravina (verdèche): particolare vino bianco prodotto esclusivamente in agro Gravinese, con un retrogusto dolce-frizzante. Ha ricevuto anche la DOP;

-          Sasanello gravinese (sing. sasanìdde / pl. sasanéddere): biscotto friabile preparato con vino cotto, semola (o farina di grano duro), chiodi di garofano, ammoniaca (per la lievitazione), aromi naturali (quali bucce d'arancia);

-          Tarallo dolce al vincotto (sing. peccelatìdde/ pl. peccelatéddere);

-          Focaccia di San Giuseppe: (sing. rùcchele o fecàzze de Sande Geséppe), viene preparato con l'impasto della focaccia intanto olio extravergine d'oliva e ripieno con acciughe sotto sale, cipolla lunga, uva sultanina. Assieme ad altre pietanze come i calzoni alla ricotta dolce e il pollo ripieno dolce rappresentano il sapore agro-dolce della cucina gravinese nella propria autenticità;

-          Lampascioni (loc. vambasciùle): lo si ritrova esclusivamente nella murgia gravinese. È un ottimo contorno se conservato in Olio Extra Vergine di Oliva, può essere cotto a mo' di minestra;

-          Soppressata (loc. suvversète);

-          Pizzintella (loc. pezzendédde): una caratteristica salsiccia preparata con le parti meno nobili del maiale, fresca viene usata per preparare sughi, secca viene servita come insaccato;

-          Ventresca (loc. vendrésche): una caratteristica pancetta di maiale arrotolata;

-          Crapiata (loc. Crapiète) (fave e cicorie): una minestra a base di cicorie selvatiche e fave, cotte fino ad ottenere una minestra simile ad una purea;

-          Cicerchie: (loc. cecérchie) un legume di varietà particolare solitamente preparato in una minestra con aggiunta di pasta fresca (tagliolini);

-          Calzoni di ricotta dolce al ragù (sing. calzòune - pl. calzùne): pasta ripiena simile ai ravioli con un ripieno di ricotta, zucchero, cannella e scorza di limone grattugiato. Vengono serviti come primo piatto con sugo di ragù, creando un piacevole contrasto dolce-salato. Vengono solitamente serviti durante le feste;

-          Tagliatelle col vincotto: un piatto tipico Gravinese solitamente servito durante la festa di San Giuseppe;

-          Calariello (calarìdde): è un commisto di verdure e carne di agnello, che viene fatto rosolare in olio extravergine di oliva, aglio, peperoncino e una cipolla con una spruzzata di vino bianco; Successivamente vengono aggiunte le verdure murgiane a scelta: senape, cime di rape (cène de rèpe), bietole selvatiche (iàitele), finocchietti (detti fenucchìtte) selvatici murgiani, cicorie ed un gambo di sedano (àcce) fungeva da piatto unico per i pastori della Murgia, che oltre ad agnello utilizzavano verdure, funghi ed erbe spontanee.;

-          Pane cotto (pène cùtte): è un misto di verdure e pane raffermo. Vengono fatte bollire le verdure quali: bietole, cime di rape e cicorie. In seguito aggiungere un uovo per ogni banchettante e pane raffermo. Tolta l'acqua in eccesso viene aggiunto aglio fritto in olio extravergine di oliva e peperoncino.;

-          Composta di peperoni dolci (cumbòste): conserva ottenuta da peperoncini dolci tagliati a pezzettini piccoli, che dopo l'asciugatura sotto pressa vengono conservati in vasi di vetro in abbondante olio extra-vergine di oliva, aglio, seme di finocchio. Vengono serviti come contorno o come companatico;

-          Marro e gnomerello (màrre - pl. invariato/gnumerìdde - pl. gnumeréddere): il primo si differenzia dal secondo solo quanto a dimensione, essendo il primo un involtino gigante. Sono involtini composti da animelle di capretto alla brace, conditi con sale e pepe cotto a fuoco lento alla brace.

-          Cartellate di Natale (loc. chiòsere): analoghe al dolce diffuso in tutta Italia, preparate anche con la variante del vincotto al posto dello zucchero a velo;

-          Calzoncelli dolci ai ceci: un dolce ripieno, di forma circolare, tipico del natale è preparato con l'impasto delle cartellate (chiacchiere). Vengono farciti con una crema a base di ceci arrostiti, zucchero, cannella, chiodi di garofano, scorza di limone, vincotto e cacao. In seguito vengono fritti e spolverati di zucchero a velo;

-          Sanguinaccio: una crema dolce a base di sangue di maiale, cioccolato, cacao amaro zucchero, mandorle;

-          Scarcella di Pasqua (loc. scarcédde): un dolce a forma di bambola (pupa) o cesto, preparato per i bambini durante le festività pasquali;

Il dialetto gravinese

(/gra və:nə'sə/) viene classificato dal Mancarella e dal Mastromatteo come appartenente alla fascia centrale dei dialetti pugliesi(erroneamente definita apulo-barese), con influenze lucane dovute alla vicinanza con la parte nord-orientale della Basilicata.

 

GRUMO APPULA

(Gréume in dialetto locale, Grumum in latino) è un comune italiano di 12 709 abitanti della città metropolitana di Bari, in Puglia. Situato a sud-ovest dal capoluogo a circa 16 km.

Come superficie è uno tra i comuni più grandi della città metropolitana di Bari. È stato, fino a qualche tempo fa, caratterizzato da un'economia basata prevalentemente sull'agricoltura. L'abitato si impernia su un nucleo medievale di forma subcircolare.

Nel 2005 riceve il titolo onorifico di Città per mezzo del Decreto del Presidente della Repubblica e nel 2011 riceve il titolo di "Città Garibaldina".

Eventi e Sagre

Di grande importanza a Grumo Appula sono le feste patronali di San Rocco e di Maria di Monteverde che ricorrono rispettivamente nel mese di settembre e maggio.

-          Festa della Madonna di Mellitto

Degna di nota è la festa della Madonna di Mellitto che si svolge in estate. Nei giorni di festa, per le vie del paese, si tiene una processione nella quale sono presenti, oltre che la statua della Madonna di Mellitto, anche carri realizzati con fiori di carta. Questi carri, che raffigurano figure religiose, sono trainati da cavalli. Il mattino seguente alla processione in paese, la statua della Madonna e i carri vengono portati, accompagnati da molti fedeli, nella frazione di Mellitto, distante circa 9 km dal centro cittadino.

 

-          Festival dei Tammurr

Esibizione di un gruppo folkloristico durante il Festival dei Tammurr

Altra festività importante è il Festival dei Tammurr, nato nel 1969 e che si svolge anch'esso nei mesi estivi. Durante i giorni di festa si esibiscono per il paese vari gruppi folkloristici internazionali assieme alle basse bande, piccoli gruppi di musicisti che di solito aprono le processioni.

 

LOCOROTONDO

(U Curdunne in dialetto apulo-barese) è un comune italiano di 14 174 abitanti della città metropolitana di Bari, in Puglia.

Eventi e Sagre

Tra gli altri eventi e le sagre ricordiamo la Sagra d’A’ Cialled’, il Palio delle contrade, la Galvalcata, la Sagra dei Gnumeredde suffuchet, la Sagra del fungo porcino e la Sagra del Vino Novello e Caldarroste.

-          Festa patronale di San Giorgio Martire e della Madonna della Greca

La festa di San Giorgio Martire (fino al 1786 patrono del paese) e della Madonna della Greca, protettori di Locorotondo, si tiene ogni anno nei giorni 21, 22, 23 e 24 aprile.

Si inizia con il triduo 20,21,22 (in passato si svolgeva addirittura la novena). Durante la festa, le vie cittadine ,soprattutto il corso via Nardelli vengono illuminate da luminarie e si tengono vari spettacoli pirotecnici, concerti bandistici e fiere di vario tipo. Tra gli eventi degni di nota ci sono la cerimonia del dono il 22 aprile, ovvero la consegna delle chiavi del paese a San Giorgio da parte del sindaco, e la processione serale del 23 aprile che attraversa le vie principali del paese e a cui segue il lancio di un pallone aerostatico.

-          Festa patronale di San Rocco

La festa religiosa più importante del paese è quella di San Rocco, patrono di Locorotondo dal 1787. La festa inizia il 6 agosto con la novena nella chiesa dedicata al santo e termina il 17 agosto.

Il 15 agosto si svolge la fiera di Ferragosto. In serata nella chiesa di San Rocco la messa vigiliare e a seguire la processione con i simulacri della Vergine Maria Assunta in cielo e di San Rocco che dalla chiesetta a lui dedicata viene portato nella chiesa madre.

Il 16 agosto la mattina alle ore 4:00 la banda gira in paese, giorno dedicato a San Rocco, le celebrazioni hanno il culmine con la processione solenne. A mezzanotte gara di fuochi pirotecnici la cui prima edizione risale al 1957.

L'ultimo giorno dei festeggiamenti (17 agosto) il simulacro dalla chiesa madre, in pomeriggio attraversando gran parte della zona periferica del paese, ritorna nella chiesetta dedicata allo stesso San Rocco e si bacia il reliquario. A conclusione dei festeggiamenti "Saga di fuochi pirotecnici" a mezzanotte.

Le feste patronali di San Giorgio e San Rocco sono organizzate dal Comitato Feste Patronali Locorotondo presente dal 1984, dal Comune di Locorotondo e dalla Parrocchia di San Giorgio Martire e dal gruppo Ministranti.

A Locorotondo ci sono oggi ben 4 confraternite La confraternita di San Rocco , la confraternita dell'Addolorata situata al corso , la confraternita dell'Annunziata situata vicino alla chiesa madre e la confraternita del Santissimo Sacramento situata al corso.

-           Sagra d' A' Cialled' (acqua e pane), ultima domenica di giugno nella Contrada San Giuseppe. Organizzata dall'Associazione Il Paese delle Contrade;

-          Palio delle contrade, primo sabato e domenica di luglio. Organizzata dall'Associazione Il Paese delle Contrade;

-          La Galvalcata - Rievocazione storica della giostra "du Iardidd" (del gallo), ultimo sabato di luglio. Organizzata dall'Associazione Culturale Santa Famiglia con sede nella contrada Lamie D'Olimpia;

-          Sagra dei Gnumeredde suffuchet (Involtini soffocati), prima domenica di agosto. Organizzata dalla Pro Loco di Locorotondo;

-          Sagra del Fungo Porcino, seconda domenica di agosto. Organizzata dal Gruppo Micologico "Walter Zinzi" di Locorotondo;

-          Un Libro nel Centro Storico: presentazione di vari libri nel Centro storico di Locorotondo, si tiene durante l'estate;

-          Sagra del Vino Novello e delle Caldarroste, seconda domenica di novembre. Organizzata dalla Pro Loco di Locorotondo e dalla Cantina Sociale.

-          ° Gara del "balcone Fiorito", luglio-agosto, con premiazione a conclusione della festa patronale di San Rocco ad agosto.

-          In Quaresima nel centro città vengono appese dei pupazzi dette "quarantane" ,che è il simbolo del periodo quaresimale.

-          Dal 2016 si è costituito il gruppo folkloristico di Locorotondo.

Tradizioni Religiose

-          Riti Religiosi della Settimana Santa, processione dei sacri misteri nel venerdì Santo sera; e concerto di marce funebri.

-          Festa Patronale di San Giorgio martire e della Madonna della Greca, 21,22,23 e 24 aprile

-          Processione di Santa Lucia martire e vergine, 6 luglio;

-          Festa della Santa Famiglia in Contrada Lamie di Olimpia, prima domenica di agosto;

-          Processione di Santa Maria Assunta insieme a San Rocco 15 agosto sera;

-          Festa Patronale di San Rocco, 14,15, 16 e 17 agosto;

-          Festa del Crocifisso, in Contrada Crocifisso, terza domenica di settembre;

-          Processione di Madonna del Pozzo in Contrada Lamie di Olimpia, quarta domenica di settembre;

-          Processione della Madonna Addolorata, 15 settembre;

-          Festa di San Marco evangelista e della Maddalena, in Contrada San Marco Sopra e Sotto il 22 luglio;

-          Festa minore dei Santi Medici e Martiri Cosma e Damiano e della Madonna della Catena, 16 ottobre e domenica successiva a tale data. 

Eventi musicali

-          Locus Festival: festival nato nel 2001, con vari concerti musicali durante l'estate di artisti nazionali e internazionali;

-          Natale in musica: settimane precedenti al Santo Natale nel Centro Storico.

-          Viva Festival (prima edizione nel mese di agosto 2017) Festival di musica elettronica e masserie.

Le Eccellenze Enogastronomiche

-          Gnumeredd Suffuchet (Involtini soffocati);

-          Carne al fornello,carni miste arrostite nei forni delle macellerie;

-          Orecchiette con un caratteristico sugo di carni miste, spesso di coniglio, ben diverso dal ragù;

-          I Fev (Le Fave);

-          La Cottiè (Cotoletta con mozzarella e funghi);

-          Galletto castrato al forno;

-          Calzone di carne e cipolla;

-          A' Cialled' (Insalata di pane e acqua).

 

MODUGNO

(Medùgne in dialetto locale) è un comune italiano di 38 448 abitanti della città metropolitana di Bari in Puglia.

Posto nell'immediato entroterra barese, a pochi chilometri a sud-ovest dal capoluogo, a partire dagli anni sessanta, con la costruzione della zona industriale di Bari che occupa la parte nord del territorio comunale, ha sostituito la tradizionale vocazione agricola per diventare un centro manifatturiero caratterizzato da un rapido sviluppo economico e demografico. Il 7 gennaio 2010, con un decreto, il Presidente della repubblicaGiorgio Napolitano, ha dato a Modugno il titolo di città.

Eventi e Sagre

-          Festa patronale di san Rocco e san Nicola da Tolentino

La festa patronale di Modugno festeggia congiuntamente due santi: Nicola da Tolentino e Rocco di Montpellier, rispettivamente patrono e protettore della Città. I festeggiamenti della ricorrenza prevedono sia manifestazioni popolari, le quali avvengono la quarta domenica di settembre, sia religiose, che iniziano il venerdì precedente e si concludono il lunedì.

Il venerdì, il sabato e la domenica tre processioni accompagnano la statua di san Rocco per le strade del centro cittadino e delle periferie. Il lunedì si festeggia san Nicola. La lunga processione si ferma in piazza Sedile dove il sindaco, a nome della comunità modugnese, consegna le chiavi della città al Santo di Tolentino. Durante la manifestazione, festose luminarie rischiarano a giorno le vie principali e la piazza Sedile, bande locali eseguono concerti, fuochi pirotecnici colorano il cielo ed un Luna Park allietano le serate.

San Rocco è il protettore di Modugno. La sua statua di legno che viene portata in processione durante le celebrazioni della festa patronale risale al 1522, quando fu invocato l'intervento del santo a protezione dalla peste e nominato patrono minore della città. I gambali e il cappello d'argento furono donati, nel 1836, dal canonico Luigi Loiacono, come ringraziamento per lo scampato pericolo dell'epidemia di colera che aveva colpito tutta la regione. Nel 1907 la statua del santo venne spostata in un altare della chiesa Matrice.

Secondo la tradizione, san Nicola da Tolentino fu concepito a Modugno dai suoi genitori in ritorno dal viaggio votivo presso la tomba di San Nicola di Bari. Invocato, insieme alla Madonna Addolorata, come protettore dalla peste del 1656, venne proclamato l'anno successivo patrono di Modugno. Inizialmente, la sua festa era il 10 settembre. Venne perdendo di popolarità, fino al 1930 quando la Confraternita di san Nicola da Tolentino riprese gli originari fasti nei festeggiamenti. Dal 1952 i festeggiamenti di san Nicola vennero abbinati a quelli di San Rocco. Nel 2001Modugno ha ospitato le reliquie del Santo che uscivano per la prima volta dalla basilica di Tolentino.

-          Culto della Madonna Addolorata

La venerazione della figura di Maria a Modugno ha inizio con la fondazione della città: infatti, il primo nucleo cittadino sembra sia nato intorno alla chiesa di Santa Maria di Modugno, e moltissime sono le chiese dedicate alla Madonna (la quasi totalità delle chiese modugnesi: SS.ma Maria Annunziata, Assunta, S. Maria del Carmine, S. Maria della Croce, Immacolata, S. Maria delle Grazie, S. Maria dei Martiri, ecc.). Numerose sono le edicole sacre, le immagini venerate e le manifestazioni in onore della Vergine promosse dalle Confraternite modugnesi.

Molto forte è la devozione verso la Madonna Addolorata che trae origine nel XVII secolo quando venne invocato il suo aiuto contro la pestilenza del 1656. I modugnesi, come segno di ringraziamento, costruirono la Chiesa della Madonna dello Spasimo e ogni terza domenica di settembre veniva celebrata una festa in cui si facevano opere di beneficenza, e il lunedì seguente veniva offerto da mangiare ai poveri. Nel 1691 venne nuovamente invocato l'aiuto della Madonna a protezione dalla nuova epidemia di peste. Nel 1722 il culto della Madonna venne trasferito nella chiesa Madre, per ragioni di spazio, e venne sistemata sull'altare dell'Addolorata una nuova statua.

Alla Madonna Addolorata vennero indirizzate le preghiere dei modugnesi durante gli avvenimenti del 10 marzo del 1799. Quel giorno una massa di sanfedisti filoborbonici provenienti dal contiguo comune di Carbonara di Bari (oggi frazione del capoluogo) si riunì per saccheggiare Modugno. In quell'occasione diversi testimoni assistettero all'apparizione di una donna di bianco vestita, con un fazzoletto in mano, sul tetto di un palazzo al limite sud del paese, che impediva che le cannonate del nemico colpissero le abitazioni. Si ritenne un miracoloso intervento della Madonna Addolorata apparsa sui tetti modugnesi per proteggere la città dagli assalitori.

Da quel momento, la festa della Madonna Addolorata venne spostata da ottobre al X marzo e celebrata con grande solennità. Nel 1876 venne proclamata patrona di Modugno.

-          Festa di Sant'Antonio di Padova

Dal 1980 riprende vita questa festa religiosa dopo anni di oblio causati da scarso interesse dei comitati feste religiose; unisce manifestazioni di carattere religioso, con iniziative di carattere culturale e solidale. I festeggiamenti iniziano il primo giorno di giugno nella chiesa di Sant'Antonio e trovano il loro apice i giorni 12 e 13 di giugno. Il 12 giugno c'è la benedizione del pane che viene distribuito ai modugnesi, l'immagine del Santo viene trasferita nella chiesa Matrice. Subito dopo dalla Chiesa Padronale di Sant'Anna parte il "Corteo Antico" del Quadro del Santo che attraverso le vie del centro storico, fa il suo ingresso trionfale in Piazza Sedile per essere Intronizzato nell'altare eretto nella Piazza. Il 13 giugno è il giorno solenne; Grandi Concerti Bandistici si esibiscono in cassarmonica e in serata, dopo la messa solenne, si svolge la "Processione di Gala". Il Lancio di una Grandiosa "Mongolfiera" e la "Gara Pirotecnica" di fine festa, concludono i Solenni Festeggiamenti per il Santo Protettore.

-          Festa di San Giuseppe e sagra del Calzone

Il 19 marzo si festeggia il padre putativo di Gesù con l'allestimento di falò, la preparazione delle zeppole e di pane che viene benedetto e distribuito alla cittadinanza. I festeggiamenti di San Giuseppe, trovandosi alla fine dell'inverno, si sovrappongono ai riti pagani che celebravano l'inizio della primavera e il rifiorire dei germogli. Nei falò che vengono accesi ai margini delle piazze della città (e in quello più grande che viene allestito nella piazza principale) si bruciano grandi cataste di legna e nei campi si incendiano i residui del raccolto precedente. Al fuoco del falò venivano arrostite le rape e si consumavano taralli, ceci abbrustoliti nella cenere ("le cìcere a la rena" nel dialetto modugnese) e il calzone di cipolla. Per questa ragione, alla festa di San Giuseppe è abbinata la Sagra del Calzone.

La sagra del Calzone consiste nella vendita del calzone di cipolla e di altri prodotti tipici modugnesi nella Piazza principale, accanto al grande falò. La serata è animata da canti popolari, danze e spettacoli di vario genere. Il connubio tra falò e calzone di cipolla ha le proprie origini in un episodio glorioso della storia modugnse, quando, sull'onda degli sconvolgimenti della Rivoluzione Francese, Modugno aveva aderito alla Repubblica partenopea erigendo in città l'"albero della libertà ". Quando, il 10 marzo 1799, le truppe filoborboniche, provenienti da Carbonara, Ceglie e Loseto, assediarono senza successo la città, gli assalitori fecero razzia di quanto trovarono nei campi e negli orti delle case fuori le mura cittadine, soprattutto cipolle e rape, e le arrostirono sui dei fuochi preparati fuori le mura. In quell'occasione si registra l'evento ritenuto miracoloso dell'apparizione della Madonna Addolorata.

-          Presepe vivente

Dal 1995 i parrocchiani della chiesa Immacolata, organizzano un presepe vivente. Nella suggestiva cornice del giardino interno dell'ex convento dei Cappuccini, figuranti in costume animano un museo degli antichi mestieri. L'iniziativa culmina il 6 gennaio con l'arrivo di figuranti negli abiti dei Re Magi e si accompagna alla degustazione di pettole e fagiolata. Il presepe vivente di Modugno attrae ogni anno un gran numero di visitatori, anche dai paesi vicini.

Sempre nel periodo di Natale, la locale Pro Loco organizza un concorso per premiare i più bel presepe di Modugno. Il concorso prevede diverse categorie in base alla grandezza del presepe e all'età dei partecipanti.

Le Eccellenze Enogastronomiche

La cucina tradizionale modugnese fa largo uso di prodotti agricoli come l'olio e le olive, ortaggi (zucchine e melanzane), legumi (fave, fagioli, lenticchie, ceci, piselli), verdura (rape, cavolfiori, carciofi, cardi), frutta (mandorle, fichi, ciliegie, uva) e alcune erbe selvatiche usate per insalate (perchjazze, recquasce, sporchja). Un elemento caratteristico della cucina modugnese è una particolare varietà di uva bianca da tavola, dall'acino di forma allungata, detta uva còrnola (in dialetto "ciuarèdde"). Viene coltivata in pergolati in cortili o terrazzi e produce frutti da agosto a dicembre.

Nei giorni feriali, i pasti erano generalmente costituiti da un piatti unici molto poveri, principalmente a base di legumi. La carne (di solito coniglio) e il pesce venivano consumati solo nei giorni di festa. Della tradizione culinaria modugnese, derivante dalla cultura rurale e contadina, si conservano ancora oggi le ricette di alcune specialità gastronomiche; alcuni esempi sono: fagiolini con pasta e ricotta dura, fave e cime di rape, cavoli con pan grattato, ceci neri e cipolla rossa. Formati tipici di pasta sono le strascinate (una specie di orecchiette con farina di semola) e i cavatelli (una sorta di gnocchi di semolino grezzo). Caratteristici della gastronomia modugnese sono i calzoni farciti con cipolle, acciughe sotto sale, baccalà e olive. I dolci tipici delle feste sono: pettole, boconotti, cartellate, castagnelle, torroni di mandorle per Natale; scarcelle, uova dipinte di rosso con alghe marine, friselle, mostaccioli per il periodo pasquale.

-          Fiera del Santissimo Crocifisso

La fiera del Crocifisso si svolge la seconda e la terza domenica di novembre. Nasce nel 1622 per celebrare un evento giudicato miracoloso: un fulmine caduto sulla chiesa Matrice uccise alcuni sacerdoti e bruciò l'asta del Crocifisso, lasciando intatta la figura del Cristo. Questa figura del Cristo in croce è conservata ancora oggi nella stessa chiesa ed è posta in una nicchia sovrastante la cappella della Madonna Addolorata. A partire dal 1656, la fiera acquisì una forte importanza per la popolazione in quanto la peste che colpì Modugno quell'anno terminò i primi giorni di novembre, poco prima dell'inizio della fiera.

In origine la fiera durava otto giorni, per tutto il periodo compreso tra la seconda e la terza domenica di novembre. Nei primi secoli, la fiera vendeva quasi esclusivamente prodotti agricoli e animali; col tempo si è evoluta allargandosi anche al settore dell'artigianato locale, ai mezzi per lavorare la terra, ai tessuti, ai vestiti, alle piante e a diversi generi alimentari. Negli ultimi anni, in concomitanza con la fiera, vengono organizzate manifestazioni culturali collaterali.

-          Iniziative Pro Loco

La Pro Loco di Modugno è attiva nell'organizzazione di diverse iniziative. La Biodomenica è una giornata dedicata in cui viene allestita una fiera mercato di prodotti biologici, con lo scopo di sensibilizzare ai problemi dell'ambiente e promuovere l'agricoltura biologica. In Piazza Sedile diversi produttori di prodotti biologici espongono i loro prodotti illustrando le tecniche ecocompatibili utilizzate.

Il Concerto per Modugno è sorto in collaborazione con l'UPSA-Confartigianato di Modugno e raccoglie una serie di brani classici e contemporanei a tema natalizio, fornendo una guida all'ascolto. L'iniziativa permette di allietare la cittadinanza e di valorizzare le realtà musicali del territorio.

Modugno in bicicletta è una passeggiata non competitiva che consente di percorrere in bicicletta le vie della città e quelle fuori del centro abitato lungo un percorso di circa 10 km che segue la pista ciclabile inaugurata dal Comune qualche anno fa. Alla manifestazione partecipano diversi gruppi come i Bersaglieri in bicicletta o rappresentanti di organizzazioni con finalità sociale come l'UNITALSI. La chiusura al traffico delle strade consente le iniziative legate alla "giornata ecologica".

La Pro Arte è una mostra pittorica e di arti visive che permette agli artisti, soci della Pro Loco, di esporre le loro opere e di far conoscere la propria arte.

Le Rioniadi sono una competizione giocosa tra ragazzi, in costume, divisi in squadre rappresentanti le sei contrade storiche modugnesi. Le squadre della Motta, dei Cappuccini, della Marina, del Lago, di Gammarola e di Cecilia, si affrontano in diversi giochi che ricordano tempi passati. Essi sono (da pronunciarsi rigorosamente in dialetto): "Cors iind o sacc" (corsa nel sacco), "Cors a tre iamme" (corsa a tre gambe), "U fazzuett" (il fazzoletto), "La pall d'pezz" (la palla di pezza), "Tir a la zoche" (tiro alla fune).

Ritmika è un festival musica a carattere nazionale nato nel 2000. Riveste un importante ruolo promozionale per giovani talenti che hanno l'opportunità di farsi conoscere dal pubblico e dagli addetti ai lavori. Lo stesso festival è anche un'opportunità di confronto e di crescita per le band e coinvolge gruppi musicali di tutta Italia.

-          Iniziative dell'Archeoclub

La sede modugnese dell'Archeoclub d'Italia si pone lo scopo di diffondere tra i cittadini l'interesse per i beni culturali di Modugno e di favorirne la tutela. Fondata nel 1994 ha sede nel complesso monumentale di Santa Maria di Modugno che apre ai visitatori nelle domeniche della bella stagione e in occasioni particolari come la fiera del Crocifisso. L'Archoclub di Modugno organizza diversi convegni, concerti e manifestazioni, la più importante delle quali è "Chiese aperte"che permette l'apertura al pubblico di antichi luoghi di culto, fornendo guide e materiale illustrativo. Nell'occasione vengono organizzati, in alcune chiese, dei concerti di musica classica.

Dialetto

Il dialetto di Modugno è una varietà del dialetto barese. Vasta è la produzione vernacolare modugnese.

A Modugno, nel passato, esistevano due dialetti:

1.    quello “du soine e naune”, più accentuato, più duro, usato da “le zappatéure” (contadini);

2.    quello “du sine e none”, meno forte, meno accentuato, usato dalle classi signorili e dagli artigiani.

Osserviamo nei due dialetti alcune espressioni:

-          Joie e téue (io e tu); ji e tu.

-          U zappataure se jalze subete la matoine (il contadino si alza presto al mattino); U zappatore se jalze subete la matine.

I gruppi di vocali che caratterizzano il dialetto “du soine e naune”, rendendolo più forte, sono euoiau.

Le vocali del dialetto modugnese sono cinque: a e i o u. Ma, in particolare della vocale e bisogna sottolineare che può essere:

1.    Aperta, se ha l'accento grave, come in fèmmene (donna), cannèdde (molletta per stendere i panni);

2.    Chiusa, se ha l'accento acuto, come in tembéste (tempesta), zéppe (zoppo);

3.    Semimuta, se non è accentata, e quindi non si pronunzia o si sente appena, come in mamme (mamma), besciarde (bugiardo). Essa ha la funzione di formare la sillaba.

Esiste poi una semiconsonante, la lettera j, che ha vari usi: in principio di parola, come jidde (lui), jatte (gatto); tra due vocali, come moje (adesso), mangiaje (cibo); nei suoni liquidi –glje -cchje -gghje, come battagjie (battaglia), jacchje (trovi), pagghje (paglia).

Si può incontrare, infine, la lettera K come variante del c duro e del ch, come in kapeche (scelgo), kièche (piega).

 

MOLFETTA

(Melfétte in dialetto locale) è un comune italiano di 59.491 abitanti della città metropolitana di Bari, in Puglia. La città sorge 25 km a nord-ovest di Bari, sulla costa del mare Adriatico.

Eventi e Sagre

-          La Quaresima

I molfettesi attribuiscono un'attenzione tutta particolare al culto delle tradizioni pasquali, adeguatamente celebrate e che portano in paese un clima di preghiera e riflessione. La Quaresima è ricca di momenti di celebrazione, che si concentrano nelle chiese di Santo Stefano, a cura dell'omonima Arciconfraternita, e del Purgatorio, a cura dell'Arciconfraternita della Morte.

I primi quattro venerdì di Quaresima, nella chiesa di Santo Stefano, a cura dell'Arciconfraternita omonima, si contemplano i misteri del dolore: Gesù che prega nell'orto degli ulivi, Gesù flagellato, Gesù coronato di spine, Gesù sale al Calvario carico della Croce. In queste celebrazioni, viene proposto l'ascolto di meditazioni cantate e recitate su questi misteri.

Durante il corso della Quaresima, la banda cittadina esegue, presso la sua sede, le prove delle marce funebri che faranno da accompagnamento alle tre processioni della Settimana Santa. In gergo queste prove sono chiamate "i concerti delle marce funebri" e richiamano sempre un cospicuo numero di affezionati spettatori, che si ritrovano per scambiarsi aneddoti, ricordare le annate trascorse e il gusto di cose belle e perdute

Le marce funebri sono in parte di autori locali (Valente, Calò, Peruzzi e Inglese tra i più noti) tutti di fine Ottocento - inizio Novecento e in parte di autori di fama internazionale come Chopin, Giuseppe Verdi, Gioachino Rossini, Raffaele Caravaglios, Amodeo Vella, Petrella.

I riti della Settimana Santa sono, assieme alla festa patronale della "Madonna dei Martiri",indubbiamente i più sentiti dalla popolazione.

-          Festa patronale della Madonna dei Martiri

La città di Molfetta ha un antico e forte legame con il mare e sin dalla prima metà del XIX secolo i marinai hanno eletto la Madonna dei Martiri, venerata nell'omonimo santuario, a loro protettrice. Quello molfettese è infatti un popolo marinaio: migliaia erano i molfettesi impiegati nella flotta peschereccia locale che comprendeva centinaia di battelli.

L'8 settembre 1846 la statua della Vergine, opera dello scultore napoletano Giuseppe Verzella, fu posta su due bilancelle a vela e trasportata fino alla banchina dell'antico Seminario, accanto al "Duomo vecchio".

 

La statua della Madonna disposta sulle barche, qui tre, accostate tra di loro, nel porto.

Da questa iniziale consuetudine prese piede la tradizione della Sagra a mare, che si ripete annualmente con grandissimo concorso di popolo, compreso un numero considerevole di emigrati, che per l'occasione tornano da tutto il mondo nel paese natio.

Anche oggi che, con la crisi, il numero dei pescherecci si è paurosamente assottigliato, il privilegio di essere scelti per il percorso a mare della processione costituisce motivo di orgoglio, ma anche di grande responsabilità, per gli equipaggi delle barche prescelte.

La festa della Madonna, come da quel lontano 1846, si esplica in tre giorni della prima decade di settembre (7, 8, 9) e coincide con la Fiera di Molfetta, accordata il 24 aprile 1399 da Ladislao di Durazzo .

Occasione per secoli di proficui scambi commerciali, la Fiera della Madonna dei Martiri si è trasformata, negli anni del "benessere", in una variopinta e gioiosa festa cittadina che culmina, nelle serate principali, con un appassionante concorso di fuochi pirotecnici tra i migliori maestri artigiani del settore. Tale spettacolo coinvolge ogni anno migliaia di persone di tutte le età, anche provenienti da altre città, disposte ad affrontare ingorghi paurosi e code snervanti, pur di riuscire a conquistare il posto più idoneo per goderlo al meglio e commentarlo poi con grande felicità.

Le Eccellenze Gastronomiche

Trovandosi sul mare sono vari i piatti a base di pesce che è possibile assaporare. Il piatto tipico è rappresentato infatti da una zuppa di pesce di scoglio che viene lessato e unito ad un leggero soffritto composto da pomodorini, aglio, olio e prezzemolo. I frutti di mare si trovano in abbondanza, dalle cozze alle ostriche, da assaporare con le alici crude.

Siamo sempre nella provincia di Bari ed anche qui quindi le orecchiette non mancano. Si tratta di pasta fresca, con una forma particolare, a base di farina di semola. Solitamente le orecchiette vanno gustate con le cime di rapa o con del ragù a base di carne di maiale.

La gastronomia molfettese è molto vasta, comprende piatti semplici, rustici, e piatti più raffinati, atti a conquistare l'interesse e il piacere dei buongustai. Essendo Molfetta una città marittima, i piatti tradizionali Molfettesi non possono che essere a base di pesce; tra questi ricordiamo il famoso che consiste in una zuppa di pesce fresco di scoglio lesso insieme ad un soffritto di pomodori freschi, aglio e prezzemolo in olio extravergine d'oliva (u’ cembotte). Consuetudine alimentare dei molfettesi, tranne che nel periodo in cui vige il fermo biologico, è mangiare sia frutti di mare (dai ricci alle cozze, dalle capesante alle ostriche, dai taratuffi alle cozze pelose, ecc.) che pesce crudo. Alici crude intere (quelle più minuscole) o spinate (talvolta marinate mettendole a macerare in olio e limone), le am(e)rosche (piccolissimi pesciolini, poco più che avannotti), le agh(e)stenèdde (triglie di piccolissima taglia, dette così perché si pescavano tra la fine di agosto e la metà di settembre), al(e)cedd(e) e sarachedd(e) (alici e salacchine), pulp' a' tenèri(e)dde (piccoli polpi che vengono inteneriti arricciandoli a mano) e infine salìp(e)ce (piccoli gamberetti) sono tutti usualmente consumati senza cottura.

Tra i primi piatti caratteristici troviamo u' tridde, una pasta per brodo fatta a mano con semola, uova, prezzemolo e formaggio, che si presenta in sfoglie sottili spezzettate a mano. Le altre specialità molfettesi vengono preparate in occasione delle festività.

Un piatto che si ritrova esclusivamente nella tradizione molfettese, quasi totalmente sconosciuto persino nei paesi vicini è u' calzòene. La sua preparazione è particolarmente lunga e va fatta con ingredienti ben precisi, per rispettare l'originale ricetta. Consiste sostanzialmente in una focaccia ripiena. Al suo interno si trova di solito: merluzzo fritto e sbriciolato (il merluzzo usato è di taglia più grande di quello solitamente consumato, ed è detto in gergo "nùzze stùbete" ), cipolle bianche tagliate molto sottili e stufate assieme a cavolfiori, olive denocciolate (solitamente si usano le cosiddette "pasòele") e un cucchiaino di ricotta forte (in gergo chiamata "recòtt'a'scquènde"). Una variante prevede anche l'uso del pomodoro nello stufato di cipolla. Affinché esso assuma un sapore inconfondibile e unico al palato, molti molfettesi usano portarlo a cuocere nei pochi forni a legna rimasti (detti "fùrne nostrène"), di cui la città era disseminata fino a una trentina di anni or sono. Il piatto si accompagna bene a frutti di mare e vino, e costituisce anche un piatto unico. Si usa preparare questa pietanza specialmente nel periodo quaresimale, specialmente di venerdì (in cui si pratica l'astinenza dalle carni). Antica consuetudine vuole che esso venga consumato il giorno di mezzaquaresima (Giovedì della quarta settimana di Quaresima). Una tradizione gastronomica che si rinnova ogni anno il Venerdì Santo è mangiare "u pizzari(e)dde", filoncino di pane farcito con tonno e capperi.

Per la Pasqua troviamo "la scarcèdd(e)", un dolce cui si danno le forme più varie (sempre attinenti al periodo pasquale) fatto di pasta frolla farcito con marmellate (di fichi, di ciliegie o di uva) rigorosamente fatte in casa e pasta di mandorle e ricoperto di zucchero fondente - detto Sc(e) lepp -, decorato con confetti di vari colori, ovetti di cioccolato o anche uova sode.

Per la vigilia del Santo Natale il menù tradizionale comprende: rape bollite condite con olio e limone, frittelle (piccoli panzerotti ripieni) e l'immancabile capitone.

Durante i vari periodi dell'anno, secondo le stagioni, le massaie molfettesi usano preparare delle conserve sott'olio con pomodori, peperoni (chiamata nel gergo pric-o-prac), melanzane e carciofi.

Per il periodo natalizio vengono preparati diverse varietà di dolci, principalmente a base di pasta di mandorle e pasta frolla tra cui "cart(e)ddate", "calz(e)ngicchie", "ses(e)mi(e)dde", "spume di mandorla", "occhi di Santa Lucia", "mestazzul(e)", "canigliate" e piccole imitazioni di frutti a base di "pasta reale".

Prende il nome dalla città anche una tipologia di cicoria, la cicoria puntarelle molfettese. Il 17 giugno 2015 la cicoria molfettese è stata inserita nell'elenco nazionale dei Prodotti Agroalimentari Tradizionali (PAT), con decreto del Ministero delle Politiche agricole e alimentari, oltre a rappresentare la città all'Expo di Milano.

Dialetto

Il dialetto molfettese si distingue dalle caratteristiche linguistiche della città metropolitana di Bari per l'utilizzo di tutte le "e".

Lo scioglilingua utilizzato per testare la "pugliesità" di un soggetto trova la sua variante nel molfettese "Ci nge n'ame a sciaje scimeninne, ci nen ge n'ame a sciaje nen ge ne sime scenne" (se dobbiamo andarcene, andiamocene, se non ce ne dobbiamo andare, non ce ne andiamo). A differenza del dialetto barese, quello parlato a Molfetta è caratterizzato da un'aggiunta costante della "a", soprattutto, prima della vocale "u".

Ad esempio: sciute sciAute (andato); june Aune (uno); pajure pagAure (paura).

 

MONOPOLI

(Menòpele in dialetto monopolitano) è un comune italiano di 48 949 abitanti della città metropolitana di Bari, in Puglia. Si trova a 43 chilometri a sud-est del capoluogo metropolitano. Monopoli rappresenta, sull'Adriatico, uno dei porti più attivi e popolosi della regione. Il suo caratteristico centro storico di origine alto-medievale, sovrapposto ai resti di un abitato messapico fortificato già nel V secolo a.C., si affaccia sul mare circondato da alte mura. Monopoli è anche detta la città delle cento contrade. L'agro infatti è diviso in varie località denominate contrade (sebbene il loro numero sia inferiore alle cento unità), i cui toponimi rievocano antichi casali scomparsi, la presenza di una masseria, di una chiesa o altri riferimenti storico-geografici.

Eventi e Sagre

-          19 marzo - Sagra di San Giuseppe, con l'accensione dei falò.

-          Nel periodo pasquale si tiene la rappresentazione vivente della Via Crucis per le vie del centro storico, a cura del Corteo Storico della città.

-          La processioni dei Misteri la sera del Venerdì Santo con la partecipazione di tutte le confraternite e la reliquia della Croce di Gesù

-          Primo fine settimana di maggio - Festa di San Francesco da Paola, patrono secondario della Città, con processione a mare con la statua del Santo.

-          Primo fine settimana di giugno - Festa dei Santi Medici.

-          13 giugno - Festa di Sant'Antonio da Padova con benedizione del pane e processione.

-          16 luglio - Festa di Santa Maria del Carmine.

-          26 luglio - Festa di Sant'Anna - sagra del panzerotto e processione.

-          14 e 15 agosto - Rievocazione del miracoloso approdo della Madonna della Madia. L'appuntamento estivo riprende quello del 16 dicembre (data effettiva del primo approdo) che in estate, oltre al programma religioso, prevede anche un nutrito programma civile.

-          13 dicembre - Fiera di Santa Lucia.

-          16 dicembre - Sagra a mare, con arrivo alle ore 5 del mattino, al porto di Monopoli, della zattera della Madonna della Madia e successiva processione per le vie della città, fino in Cattedrale dove si svolge una messa solenne.

-          Nel periodo natalizio si tengono in città e nell'agro numerosi presepi viventi fra i quali si ricordano quello organizzato presso la chiesa di San Francesco da Paola, o quello che si estende su una superficie di diversi km² in contrada Cozzana, caratterizzato dalla presenza di antichi mestieri svolti in campagna. Si segnala la Cavalcata dei Magi, in contrada Antonelli.

Durante tutto l'anno si tengono inoltre le celebrazioni e i festeggiamenti dei titolari delle parrocchie cittadine e dell'agro, con programmi religiosi, sportivi, gastronomici e civili, oltre a sagre come quella del panzerotto, della frittella, del pesce fritto, delle orecchiette e degli altri prodotti tipici locali (pettole, zucchine ecc.).

Le Eccellenze Enogastronomiche

Oltre ai piatti tipici pugliesi (taralli, focacce, patate riso e cozze, panzerotti, braciole, olive fritte, timballi, pesce e crostacei fritti e così via) vi sono alcuni i piatti tipicamente monopolitani, cioè:

-          Le orecchiette preparate con semola di grano duro o con il "grossetto", condito con cime di rape, pomodoro, basilico e cacio ricotta, o con il sugo del fungo che nasce ai piedi o sul tronco del Carrubo, il rarissimo Laetiporus sulphureus.

-          Il cjambotto, zuppa di pesce assortito con pomodori, aglio, prezzemolo, olio, sale, pepe, e fette di pane casereccio raffermo.

-          L'ingrapiata, di fatto un macco con fave e cicorie, il cui nome deriva forse da un antico modo di condirla con i capperi (incapperata).

-          Polpo in pignatta.

-          Alici marinate, una marinatura di alici in olio extravergine di oliva, aceto, succo di limone e sale

-          Cialledda, zuppa fredda di pane raffermo o taralloni immersi in acqua, con olio, sale, pomodori e origano.

-          Le cartellate (n'cartddet): dolce natalizio di origine greca, a base di sfoglie di pasta a forma di nastro tagliato con tagliapasta dentellato, fritti e ricoperti di vincotto.

-          Le pettole: pallottole di pasta lievitata molto morbida (farina, patata, lievito di birra, acqua e sale) fritte nell'olio bollente. Vengono servite calde, con zucchero o con vino cotto o miele. Tipicamente vengono preparate il 7 dicembre in occasione della Vigilia dell'Immacolata, il 16 dicembre, il 24 dicembre, e in alcune delle feste nelle contrade.

-          I purcidde: piccoli dolci di pasta con miele o vincotto.

-          I boconotti: dolci di pasta ripieni di marmellata e pasta di mandorle.

-          Le zeppola di San Giuseppe, ciambelle fritte o al forno, decorate esternamente con crema, amarena e un po' di cannella; vengono fatte in occasione della festività di San Giuseppe.

-          I cherrocl, grandi frollini di forma umana con le braccia che stringono un uovo sodo. Tipico delle festività di Pasqua, preparato da nonne e mamme, per nipoti e figli, raffigurando le sembianze di maschi o femmine a seconda del sesso degli stessi.

Dialetto

Il dialetto monopolitano è un dialetto di famiglia barese, caratterizzato da alcune particolarità morfologiche e fonologiche derivate dal latino, dal francese, dallo slavo, dall'arabo e dalla lunga dominazione spagnola a cui la città adriatica è stata sottoposta. Notevoli sono inoltre le influenze longobarde nei toponimi, negli antroponimi e soprattutto nel campo del diritto. Un esempio per tutti: in molti documenti del Codice Diplomatico Brindisino, quasi tutti posteriori al 1076, viene riportato - in atti di compravendita, il termine pizzulo o latinizzato in pizulus, riferibile a angolo di un muretto o di una parte sporgente di un edificio. Attualmente nel dialetto monopolitano pizzulo ha esattamente lo stesso significato.

Tuttavia, ad oggi, il dialetto monopolitano sopravvive nel pieno del suo fulgore soltanto nel centro storico della città e in alcune aree dell'agro monopolitano, dove tra l'altro il dialetto presenta delle notevoli varianti rispetto al centro cittadino, e inoltre con variazioni anche a seconda della contrada in cui esso viene parlato. Un esempio per tutti: il termine originario per indicare le fave novelle, nel nucleo cittadino, è vongole. Nel dialetto parlato nell'agro invece esse sono indicate come cuzzele, termine oggi utilizzato anche nel nucleo cittadino ma in misura minore.

Nel resto di Monopoli si assiste ad un progressivo processo di italianizzazione dello stesso. Si registrano molte produzioni poetiche in vernacolo, tra le quali ricordiamo in particolare quelle di Luigi Reho, autore anche del monumentale Dizionario Etimologico del Monopolitano, e di Tonio d'Arienzo.

 

NOCI

(I Nusce in dialetto nocese) è un comune italiano di 19 283 abitanti della città metropolitana di Bari in Puglia. Sorge sulle Murgemeridionali ed è incluso tra i comuni appartenenti alla Valle d'Itria e della Terra dei Trulli, comprensorio turistico dei trulli e delle grotte.

Eventi e Sagre

-          Riti della Settimana santa: Processione dei Misteri la domenica delle Palme, processione di Cristo di Casaboli il Venerdì santo.

-          Festa di Santa Maria della Croce, patrona minore di Noci: dal 30 aprile al 4 maggio.

-          Festa patronale di San Rocco: festa liturgica il 16 agosto e 1ª domenica di settembre. La domenica successiva si tiene l'omonima fiera.

-          Festa della Madonna del Rosario e dei Ss. Medici Cosma e Damiano: 2ª domenica di ottobre.

-          Nocicortinfestival, festival internazionale di cortometraggi in collaborazione con la Beijing Film Academy, con l'HollyShorts Film Festival e sette accademie di cinema europee: si è tenuto dal 2006 al 2014.

-          Bacco nelle gnostre, sagra del vino novello e delle castagne, celebrata il primo fine settimana di novembre. Nel 2016 è arrivata alla sua XVII edizione. Il nome richiama i tipici atri che si aprono tra le abiazioni del centro storico, da sempre luogo di socializzazione tra vicini di casa.

-          Pettole nelle gnostre e cioccolato in sagra: sagra enogastronomica, si tiene a dicembre ed è imperniata sulle tradizionali pettole, frittelline dolci o salate di pasta lievitata.

 

NOICATTARO

(Naòie in dialetto barese, fino al 1863 chiamata Noja) è un comune italiano di 26 115 abitanti della città metropolitana di Bari in Puglia.

Centro culturale per il suo importante patrimonio storico e religioso, è rinomato anche per le processioni che si svolgono durante la settimana santa in particolar modo caratterizzate dalla figura dei Crociferi. "Capitale dell'uva", soprattutto dell'uva da tavola, con la maggior parte della produzione esportata all'estero, dista 15 km dal capoluogo in direzione sud-est e 6 km dalla costa adriatica.

Eventi e sagre

-          La sagra del Bacco delle Gnostre prende tale nome proprio perchè viene effettuata all’interno di tali spazi, detti appunto Gnostre. Per chi volesse partecipare, ricordiamo che si tratta di una sagra del vino e delle castegne che si svolge, tutti gli anni, nel mese di novembre. Si tratta di una festa ben organizzata che, negli ultimi anni, è stata “copiata” anche dai Paesi limitrofi. E’ bellissimo, ogni anno, attendere questo particolare evento che coinvolge sempre più persone da tutta la Regione e non solo, ci sono tantissimi pullman con turisti che provengono anche da altre Regioni d’Italia. Insomma, questa festa è il fiore all’occhiello di Noci!

-          Festa Patronale della Madonna del Carmine (domenica successiva al 16 luglio). Solenni festeggiamenti (che durano 4 giorni compresa la fiera omonima) della Patrona di Noicàttaro. Già nel 1742 la Madonna del Carmine era stata proclamata protettrice di Noja. La lunga processione, formata dal bellissimo simulacro della Vergine e accompagnata dal simulacro del profeta Elia che impugna una spada infuocata, si snoda per le vie del paese. Le chiavi della città vengono date nella piazza centrale del paese, queste furono offerte dal popolo nojano alla Madonna in occasione della grande siccità che colpì il paese nel 1876. Gran concerto bandistico, fuochi pirici con effetti speciali e luminarie animano queste giornate di festa.

-          Festa in onore di San Rocco (prima domenica di settembre). Seconda festa più importante del paese, dopo quella del Carmine. La festa è molto caratteristica perché vengono fatte sfilare in processione ben due simulacri; il primo simulacro è fatto in cartapesta e viene posizionato su un grande altare in Piazza Umberto I e resta per tutti i tre giorni della festa in esposizione ai fedeli; mentre il secondo simulacro è in argento e viene accompagnato in processione per le vie del paese da un'innumerevole schiera di fedeli (quest'ultima statua è ricoperta da ex voto). I pellegrini accompagnano il Santo portando un cero molto pesante che, a termine della processione, lasceranno ai piedi della statua.

-          Festa della Madonna del Rito e della "Pupa" (ultimo sabato di settembre). Questa festa è una delle più sentite dal popolo nojano e sicuramente la più attesa dai più piccoli, si articola in diverse serate (dall'arrivo del simulacro della Madonna in Chiesa Madre sino al suo rientro). La seconda domenica di ottobre prima del passaggio della Vergine viene fatta esplodere "la Pupa", un fantoccio imbottito di fuochi d'artificio.

-          Settimana Santa. Il popolo nojano, profondamente religioso, è rimasto fortemente ancorato a questa cerimonia. Simbolo evidente di questo attaccamento è la figura del crocifero (penitente incappucciato) che porta sulle spalle una pesante croce e alla caviglia una catena di ferro che gli servirà per darsi la cosiddetta disciplina. Durante il Giovedì Santo ad ogni chiesa lasciano la propria croce e si fustigano le spalle a colpi di catene. Di particolare importanza sono i gruppi statuari della Passione: la "Naka" che nel gergo paesano significa "culla", ovvero il letto di morte di Gesù Cristo, l'Addolorata che viene portata in processione nel cuore della notte, e la terza ed ultima processione è quella dei Misteri composta da bellissimi simulacri in cartapesta leccese di fine Ottocento.

-          Festa della Madonna Annunziata (seconda domenica di maggio, Chiesa dell'Annunziata) Viene portata in processione anche il piccolo simulacro di Santa Filomena.

-          Processione di Santa Rita (22 maggio, Chiesa della Madonna della Lama). Nella chiesa di Santa Maria della Lama è molto forte la devozione alla Santa, infatti le bambine del paese vengono vestite con i tradizionali abiti monacali. Il 22 maggio, dopo la solenne celebrazione della santa messa e dopo la benedizione delle rose, viene fatto sfilare il gruppo statuario della Santa, sorretta da un angelo, inginocchiata ai piedi del crocifisso. Al rientro della processione vengono fatti esplodere i fuochi pirici.

-          Processione di Sant'Antonio da Padova (13 giugno, Chiesa dei Cappuccini). I terziari dell'ordine Francescano distribuiscono durante la processione il cosiddetto pane di Sant'Antonio.

-          Processione dei S.S. Cosma e Damiano (26 settembre, Chiesa dell'Immacolata).

-          Processione dell'Immacolata (8 dicembre, Chiesa dell'Immacolata). È l'unica processione diurna del paese.

-          Processione di Santa Lucia (13 dicembre, Chiesetta di Santa Lucia). In via San Tommaso si organizza il mercatino natalizio.

Dialetto

l dialetto nojano è un dialetto di famiglia barese caratterizzato da alcune particolarità morfologiche e fonologiche date dalle diverse dominazioni a cui la città è stata sottoposta. Appartenente al gruppo dell'Apulo-barese, il nojano si differenzia per l'uso di vocali diverse o dalla totale caduta di queste.

Caom jà cà t u'ì deic? = Come te lo devo dire?

N ma scé 'mménz à pézze? = Ce ne andiamo in villa?

A catt-t 'a frutt? = hai comprato la frutta?

Ci n'à? = Chi è?

Molte sono le produzioni poetiche in vernacolo, tra le quali ricordiamo in particolare quelle di Rita Tagarelli.

 

PALO DEL COLLE

(Pàle in dialetto palese, anticamente designata con Terra di Palo, fino al 1863 chiamata Palo) è un comune italiano di 21 700 abitanti della città metropolitana di Bari situato a circa 17 km dal capoluogo pugliese.

Unico nella zona, il centro abitato insiste su un colle alto 177 m s.l.m. dominato dal settecentesco Palazzo Filomarino Della Rocca, dall'edificio della chiesa matrice Santa Maria La Porta e dal trecentesco campanile in stile romanico pugliese, tra i più imponenti e maestosi di Puglia, indicato dai Palesi con il nomignolo: u Spiàune ("lo Spione"). Famoso è il Palio del viccio che vi si svolge il martedì grasso.

Eventi e Sagre

-          Palio del viccio: il martedì grasso si tiene una corsa di cavalli tra i rioni cittadini con in palio un viccio (tacchino in dialetto); per vincerlo occorre forare con una lancia un vescica sospesa a diversi metri di altezza. Spettacolare è l'abilità del cavaliere che, per poter centrare la minuscola vescica, esegue acrobazie equestri cavalcando quasi in piedi. Il resto della manifestazione continua con la sfilata dei carri allegorici e dei gruppi mascherati per poi finire con la degustazione del tacchino, cucinato in tutte le salse, nella principale piazza del paese.

-          Festa di Santa Croce: il 3 maggio ad Auricarro, frazione agricola del paese, si svolge la tradizionale festa religiosa dedicata al Patrono ed in memoria del Santo Crocifisso che la tradizione vuole sia stato rinvenuto in questa località. La parte religiosa rievoca tale ritrovamento con una processione per riportare il Crocifisso, che durante i mesi invernali è venerato nella chiesa matrice, nella chiesetta medioevale appositamente dedicata, successivamente il Parco di Auricarro diventa il palcoscenico della festa più propriamente laica. Tutte le campagne circostanti diventano il luogo d'incontro della prima scampagnata primaverile, per poi finire la serata con la tradizionale festa a base di musica sul sagrato del Parco. La festa viene anche ricordata per la rituale distribuzione del pane benedetto e la sfilata dei carri votivi ornati di fiori e trainati da buoi o cavalli, che accompagnano la processione. È tradizione, alla fine della festa spogliare i carri dei loro ornamenti.

Dialetto

Il dialetto palese (u dialétte palàise) appartiene al gruppo dei dialetti della Puglia centrale. Come qualsiasi altro idioma locale, la "parlata" palese si è strutturata e formata nel tempo modificandosi con l'avvicendarsi dei vari popoli che hanno interessato la Terra di Bari. Un susseguirsi di avvenimenti storici e conseguenziali influenze sul dialetto medesimo che giustificano – almeno in parte – l'attuale struttura fonosintattica e morfologica. Non è un caso che nel lessico sopravvivano termini provenienti dallo spagnolo, francese (es. sciafférre = autista dal fr. chauffeur; buàtte = scatola dal fr. boite), longobardo, arabo (es: lemòne = limone dall'arabo limun; caràffe = caraffa dall'arabo carrafa; marànge = arancia dall'arabo narangí) e bizantino. Mancando studi sistematici e specialistici – supportatati da scientifica coerenza –, la "volgarizzazione" del palese, in termini letterari e grafologici, è affidata all'opera di studiosi ed appassionati di storia locale e non. Rimane da segnalare la diversa dizione che contraddistingue il dialetto "corrente-popolare" da quello "arcaico-ingentilito" (quest'ultimo sempre più raro e quasi scomparso del tutto), il primo caratterizzato da una pronuncia più aperta (es. faròine = it. farina), il secondo più chiuso (faríne).

Accento

Sulle "a" è sempre grave, sulle "i" e "u" acuto. Sulle vocali "e" e "o" è grave quando hanno suono aperto (es. arellògge = orologio; sécce = seppia) acuto se stretto (affòre = fuori; mméle = miele). In ogni caso ha sempre funzione tonica e nelle parole piane non viene utilizzato sulle "a", "i" e "u", se non quando serva per altre esigenze. Nelle parole sdrucciole è sempre utilizzato e sulle "e" e "o" assume anche funzione fonica.

 

POGGIORSINI

(Paggiarsìne o Poggiorséine in dialetto poggiorsinese) è un comune italiano di 1 450 abitanti della città metropolitana di Bari in Puglia. Fu un tempo feudo della famiglia Orsini che diede il proprio nome al paese. È il più piccolo centro urbano della città metropolitana e fa parte del Parco nazionale dell'Alta Murgia.

Eventi e Sagre

Le tradizioni del borgo di Poggiorsini sono legate alla devozione e alle attività contadine.

-          La prima domenica di agosto è dedicata alla Festa della civiltà contadina, organizzata dalla Pro Loco del borgo con lo scopo di valorizzare e promuovere le antiche attività contadine del territorio. La giornata è caratterizzata da musica in piazza, esposizioni di antichi utensili rurali e degustazioni, in particolare durante la sagra du Gnumridd(involtino di fegatini, cuore, polmone e di "endrame" (budella) di vitello.

-          Dal 9 all’11 agosto il borgo festeggia la santa patrona, la Vergine Addolorata, la cui devozione non è legata ad alcun fatto storico documentato ma a fatti leggendari. Uno dei momenti più suggestivi e importanti dell’evento è la processione lungo le vie del paese.

-          Durante il periodo autunnale da non perdere è sicuramente la Sagra del cardoncello.

Le Eccellenze Enogastronomiche

La cucina tradizionale di Poggiorsini è legata ai prodotti spontanei e alle coltivazioni del territorio.

La Tagliolina con purea di cicerchie e funghi cardoncelli è un primo piatto realizzato con la pasta fresca, legumi e l’immancabile cardoncello considerato come il re dei prodotti tipici della Murgia.

Elemento base di molti piatti caratteristici sono anche i lampascioni che, raccolti durante il periodo estivo – autunnale, vengono gustati freschi, sott’olio, fritti, lessati o cotti al forno.

Verdure murgiane miste a scelta come cime di rapa, cicoria, bietole e finocchietto selvatico e carne d’agnello sono gli ingredienti del calariello. Un piatto unico che veniva consumato dai pastori della Murgia.

La capriata è un mix di erbe selvatiche bollite, tra le quali domina la cicoriella, che vengono accompagnate insieme al purè di fave.

Le verdure e il pane raffermo sono i protagonisti principali della ricetta del pane cotto. Bietole, cime di rapa e cicorie bollite vengono consumate con pane raffermo e un uovo per ogni banchettante.

Dialetto

Il dialetto poggiorsinese costituisce la variante locale del dialetto apulo-barese, appartenente al sottogruppo pugliese della famiglia dei dialetti italiani meridionali. Molto simile, per pronuncia e vocabolario, al gravinese e agli altri dialetti dei comuni dell'Alta Murgia, se ne discosta tuttavia per via di più spiccate influenze del dialetto apulo-lucano, parlato nella Basilicata orientale, oltre che di limitati apporti dovuti all'origine degli abitanti provenienti da regioni diverse dalla Puglia.

 

POLIGNANO A MARE

(Peghegnéne IPA: ['pəgəɲe:nə] in dialetto barese, fino al 1863 chiamata Polignano) è un comune italiano di 18 023 abitanti della città metropolitana di Bari in Puglia. Il nucleo più antico della cittadina sorge su uno sperone roccioso a strapiombo sul mare Adriatico a 33 chilometri a sud del capoluogo.

L'economia del paese è essenzialmente basata sul turismo e l'orticoltura.

Di notevole interesse naturalistico sono le sue grotte marine e storicamente importanti sono il centro storico e i resti della dominazione romana. Tra questi ultimi il ponte della via Traiana, tuttora percorribile, che attraversa Lama Monachile.

Dal 2008, Polignano a Mare ha sempre ricevuto la Bandiera Blu, riconoscimento conferito dalla Foundation for Environmental Education alle località costiere europee che soddisfano criteri di qualità relativi a parametri delle acque di balneazione e al servizio offerto in relazione a parametri quali la pulizia delle spiagge e gli approdi turistici.

Eventi e Sagre

Manifestazioni religiose

-          19 marzo: festa di San Giuseppe con sante messe e accensione di falò in tutto il paese.

-          Lunedì in Albis: processione della reliquia di San Vito dalla chiesa matrice all'abbazia e viceversa.

-          Venerdì antecedente la Domenica delle Palme: processione per le vie cittadine della Madonna Addolorata.

-          Venerdì Santo: processione per il paese delle immagini di Gesù morto e della Madonna Addolorata.

-          26 aprile: processione e fuochi pirotecnici in onore della venuta della reliquie di San Vito.

-          14-15-16 giugno Festa Patronale di San Vito la più importante del paese. Nel tardo pomeriggio del 14, il santo viene messo a bordo di uno zatterone e esegue la processione via mare dal porto di San Vito fino alla spiaggia di Cala Paura dove viene accolto dai fedeli, poi viene portato in processione per il paese e al termine il Santo ascende su un altare allestito in Piazza Vittorio Emanuele dove il sindaco posa le chiavi del paese. Il 15, dopo la messa del Vescovo in piazza Vittorio Emanuele le reliquie del santo vengono portate in processione dal Vescovo. Il 16 il santo viene sceso dall'altare e viene eseguita una breve processione di chiusura. Gran concerto bandistico, fuochi pirici con effetti speciali e luminarie animano queste giornate di festa.

-          15-16-17 luglio Festa della Madonna del Carmine, l'effigie della Madonna viene portata in processione il giorno 15 e successivamente messa su un altare allestito in via Roma. Il giorno 17 la figura viene scesa dall'altare, effettua una breve processione e viene rimessa nella Chiesa della Natività. Animano la festa il concerto bandistico, fuochi pirici e luminarie.

-          Secondo week-end d'agosto Festa dei Santi Cosma e Damiano, la seconda domenica d'agosto le immagini dei Santi Cosma e Damiano, Sant'Espedito vengono portate in processione per le vie del paese e al termine vengono esposte in chiesa per l'adorazione. Animano la festa il concerto bandistico, fuochi pirici e luminarie.

-          Terza domenica d'agosto Festa della Madonna della Pace, festa in contrada Chiesa Nuova con la processione dell'immagine, banda musicale, fuochi pirotecnici e sagre locali.

-          Terza domenica di settembre Festa del SS.Crocifisso, la più importante festa di campagna che si tiene in contrada Foggia Notarnicola. La domenica pomeriggio si tiene la messa della Masseria del Crocifisso e di seguito viene effettuata una processione. Animano la festa il concerto bandistico, fuochi pirici, luminarie e numerose sagre locali.

-          23 settembre adorazione di San Pio da Pietrelcina: processione per le vie del paese dell'immagine del santo.

-          Quarta domenica di settembre Festa dei Santi Cosma e Damiano, festa di campagna che si tiene in contrada San Cosimo. La domenica pomeriggio dopo la messa le immagini dei santi vengono portati in processione e poi esposti per l'adorazione.

-          13 dicembre, festa di Santa Lucia con s. messe e fuochi pirotecnici al parcheggio San Francesco D'Assisi.

Manifestazioni ricreative

-          Seconda domenica di maggio: la Festa Dell'Aquilone, momento ricreativo della cittadina, organizzato dalla locale Pro Loco, dove centinaia di aquiloni vengono fatti volare nel cielo sul lungomare Grotta Ardito.

-          Prima metà di luglio: il Festival Il Libro Possibile, grande rassegna letteraria realizzata dall'associazione culturale Artes, dove decine di scrittori e personalità di rilievo raccontano dei propri libri e ne discutono col pubblico nei luoghi principali del centro storico. Ogni anno la kermesse attira migliaia di appassionati.

-          Prima metà di agosto: Meraviglioso Modugno, concerto in memoria di Domenico Modugno, solitamente organizzato in piazza Aldo Moro e diretto da Maria Cristina Zoppa.Tanti gli artisti che si susseguono ogni anno sul palco: tra i tanti, Daniele Silvestri, Paola Turci, Beppe Fiorello, Piero Pelù, Malika Ayane, Brunori Sas, Gino Paoli, Nicolò Carnesi e tanti altri.

-          Ultima domenica di settembre: Targa Crocifisso, tradizionale corsa ciclistica per la categoria élite-under 23 che si svolge sull'antico circuito delle grotte tra Polignano, Conversano e Monopoli.

Le Eccellenze Enogastronomiche

Il percorso enogastronomico che viene proposto in questo luogo, il cui centro storico sorge su uno sperone roccioso a strapiombo sul mare Adriatico, non può che vedere il pesce protagonista a tavola. Piatti particolarmente deliziosi prendono forma dalle abili mani degli chef.

E’ possibile ritrovare piatti tipici della tradizione pugliese come il riso alla barese con cozze e patate e i cavatelli fatti a mano con cozze, ma anche piatti di terra di indubbio gusto e sapore, come la cicoria con la purea di fave.

Un tipico piatto è anche quello a base di carne di agnello, cotta al forno con contorno di piselli, che vanta nella sua preparazione anche uova e formaggio tipico. Un prodotto di immenso valore biologico e qui coltivato è senza dubbio la cosiddetta carota di San Vito, entrata da poco nel circuito Slow Food, che vanta potenti principi nutritivi ed antiossidanti, utili per la prevenzione di malattie tumorali. Grazie alle falde acquifere marine dei terreni presenti in località San Vito, la carota assume un colore piuttosto violaceo, caratteristica che la rende unica ed introvabile in altre regioni d’Italia. La carota rossa di San Vito si può preparare in vari modi, ma è soprattutto ingrediente principe delle insalate.

Altri prodotti tipici che si possono gustare ed acquistare sono le cime di rapa sott’olio e il pecorino stagionato. Vari, inoltre, sono i formaggi gustosi, come la burrata pugliese e la ricotta squanda, ossia dal gusto forte. Un nuovo modo di gustare piatti a base di pesce è offerto dai nuovi locali che  promuovono lo street food pugliese, permettendo ai turisti di assaporare piatti tipici della cucina garganica senza lunghe soste a tavola.

Panini ripieni e profumati di mare sono accompagnati a da ottime verdure fritte. Anche i dolci fanno parte della tradizione di Polignano ed oltre ai pasticciotti ricchi di crema e marmellata di amarene, ideali per una sostanziosa colazione, è possibile gustare le intorchiate dolci con mandorle o taralli dell’amore, chiamati così per la loro forma particolare.

Anche per quanto riguarda i vini la zona è particolarmente ricca e molti sono gli eventi dedicati all’ottimo Primitivo ig, ivi presente, ma anche tipologie come Fiano e Negroamaro sono molto richiesti per imbandire le tavole dei turisti, che ogni anno scelgono Polignano a Mare come destinazione delle loro vacanze.

Dialetto

Il dialetto polignanese è una variante del barese anche se costituisce un unicum tra i dialetti del sud barese dai quali si discosta per diverse peculiarità (ad esempio, molte delle parole che in barese presentano la lettera "L", non raddoppiata, in polignanese sono pronunciate con il suono "G" gutturale. La trasformazione non avviene nelle parole di recente importazione dall'italiano: ad esempio "la luce" si pronuncia "'a gouc" per riferirsi a quella naturale e "'a louc" in riferimento alla luce elettrica). Il dialetto polignanese ha in parte origini sicuramente nel Latino come la maggior parte dei dialetti dei paesi circostanti (la matita è "laps" direttamente dal latino "lapis") e nel Greco, ma un'analisi anche superficiale rivela immediatamente che al di là delle contaminazioni che ne causano il continuo mutare levigandone le peculiarità (il rapporto nel tempo con i paesi limitrofi e nell'ultimo secolo la televisione e l'istruzione scolastica che lo fanno somigliare sempre più all'Italiano -il suddetto "lapis" è diventato nella maggior parte degli usi anche di persone adulte un adattamento della parola italiana che diventa "mateit"), esso deve aver avuto una genesi profonda e una storia del tutto differenti da quella degli altri dialetti del sud barese.

 

 

PUTIGNANO

(Putignàane in dialetto barese) è un comune italiano di 26 859 abitanti della Murgia della città metropolitana di Bari, in Puglia. È noto per l'antico Carnevale, per le aziende manifatturiere e per le grotte carsiche.

Eventi e Sagre

Il Carnevale di Putignano è uno dei più lunghi per durata. Comincia infatti il 26 dicembre con le Propaggini ricordando l'arrivo delle reliquie di San Stefano poi ci sono i giovedì soprattutto quello dei cornuti e si conclude il martedì grasso, con la ultima sfilata serale e il funerale del Carnevale. Il Carnevale di Putignano è il più conosciuto del Sud Italia ma anche il più antico d'Europa. Ha ben 622 anni. Nel 2017 si terrà la 623 esima edizione.

-          Processione della Madonna delle Grazie nell'omonima contrada e sagra nel bosco, a maggio

-          Festa della Madonna del Carmine, terza domenica di luglio.

-          Festa patronale di Santo Stefano, dal 1º al 4 agosto

-          Processione della Madonna del Pozzo insieme a San Lorenzo, ultima domenica di agosto.

-          Festa del S.S. Crocifisso presso la Contrada Spine Rossine, seconda domenica di settembre.

-          Festa della Madonna Addolorata, terza domenica di settembre

-          Processione dei Santi Medici Cosma e Damiano nella sera simili a quelli di Alberobello, 27 settembre

-          Sagra di san Michele Arcangelo in contrada S. Biagio e a Monte Laureto, 29 settembre.

-          Processione della Madonna del Rosario, seconda domenica di ottobre.

-          Sagra del fungo, a ottobre.

-          Falò di santa Lucia, 12 e 13 dicembre.

-          Processione di santo Stefano, 26 dicembre la mattina con lo scambio del clero.

-          Settimana Santa con due processioni la sera del Venerdì Santo con la processione dei Misteri dalla chiesa di San Domenico e la seconda la mattina del Sabato San to dalla Chiesa Matrice con l'incontro con Gesù Morto e l'Addolorata.

-          Il 31 ottobre la serata di Halloween con il centro storico da paura.

Altri eventi da vedere sono il Falò di Santa Lucia il 12 dicembre, la Sagra della Frisella che si tiene nel mese di luglio e la Sagra della Farinella che si tiene nel mese di Settembre.

Le Eccellenze Enogastronomiche

Cibo tipico della città è la farinella. Il nome della maschera simbolo del Carnevale di Putignano è preso in prestito proprio dal piatto tipico della cucina putignanese: la farinella. Questa finissima farina ricavata da ceci e orzo abbrustoliti, si sposa perfettamente con sughi e olio, sostituisce il pane nel sacro rito della ‘scarpetta’, è eccezionale se cosparsa sui fichi freschi, appagante se accompagnata a un buon piatto di cicorielle selvatiche. In passato era un’immancabile presenza sulle povere tavole contadine: durante il lavoro nei campi, i braccianti la portavano in un sacchetto di tela e la consumavano in polvere, accompagnandola a fichi secchi, cipolle ed erbe selvatiche. Si otteneva sbriciolando in un mortaio di pietra i legumi a disposizione, fino ad ottenere la sostanziosa e proteica polvere. Oggi la Farinella è, invece, assoluta protagonista della cucina putignanese, preziosa eredità di sapori passati, nonché perfetto souvenir da regalare o regalarsi.

Tra i piatti tipici di Putignano, diverse specialità della leggendaria cucina pugliese: orecchiette con le cime di rapa, fave e cicorie, grano con olio e formaggio, polpette di pane, braciole classiche o di asino e agnello con patate, sono solo alcune tra le specialità proposte nei ristoranti di Putignano.

Assolutamente imperdibili i celebri taralli di Putignano a base di farina, olio e vino bianco, spesso insaporiti con peperoncino o semi di finocchio, da accompagnare rigorosamente con un buon calice di vino.

Mangiare a Putignano significa concludere il pasto con il suo dolce più tipico, la intorchiata (o intorcinata) con mandorle, un biscotto interamente lavorato a mano e dalla forma intrecciata, quasi a voler ricordare un abbraccio. Tra i dolci tipici di Putignano ricordiamo anche il calzoncello ripieno di marmellata, il sasanello a base di noci, mandorle e vincotto di fichi e ultima, ma non per fama, la famosa cartellata.

Dialetto

Il dialetto putignanese è una variante del ceppo barese e come questo si caratterizza per la sedimentazione linguistica dovuta alle dominazioni susseguitesi nei secoli. Cospicua è la presenza di vocaboli di origine greca, acquisiti durante il periodo della Magna Grecia e durante la posteriore dominazione bizantina:

Ceras (ciliegia), deriva da εράσιον;

Panar (cesto di vimini), deriva da Παναριον;

Grast (vaso con pianta), deriva da γράστις, che vuol dire erba;

Zeit (fidanzati), deriva da Ζυγή, che vuol dire paio, coppia.

 

RUTIGLIANO

(Retegghiéne nel dialetto rutiglianese) è un comune italiano di 18.644 abitanti della città metropolitana di Bari, in Puglia. La cittadina del sud-est barese, insieme ad altri sei comuni pugliesi, nel 2010 è stata fregiata del titolo di "Città d'arte" in rapporto al suo inestimabile patrimonio storico-artistico-architettonico.

Il centro è noto come "Città dell'Uva" per la produzione su larga scala di pregiate varietà da tavola (Uva Italia, Vittoria e Red Globe). È inoltre, nel mezzogiorno, conosciuta quale capitale dei "Fischietti in Terracotta". La cittadina è difatti famosa per la tradizionale attività figulina, praticata sin dal neolitico, ed oggi legata ai tegami di creta per la cottura di vivande e la produzione dei tipici "fischietti" in terracotta (finissime opere d'arte artigiana). Ad essi è dedicata la tradizionale "Fiera del Fischietto in terracotta Città di Rutigliano" che si tiene il 17 gennaio di ogni anno in occasione della festa liturgica di Sant'Antonio Abate.

Eventi e Sagre

-          17 gennaio: Festa di Sant'Antonio Abate e Fiera dei fischietti in terracotta con vendita di castagne, frutta secca, focacce e dei caratteristici "fischietti" di argilla, caricature di personaggi classici della vita di paese (il carabiniere, il monaco, la signora formosa, il bandista, ecc.).

-          Febbraio: Carnevale in piazza, sfilata di carri allegorici organizzata da Il Prato Fiorito, e le associazioni di volontariato

-          25 marzo si festeggia l'Annunziata presso l'omonima chiesa rurale, aperta al culto anche la terza domenica di maggio e il Lunedì di Pasqua. La pasquetta è occasione per il rito del "pas-a-pas", una specie di comparizio tra amici di scampagnata.

-          Domenica delle Palme: Via Crucis Vivente per le vie della città.

-          Il Venerdì Santo ha luogo la processione del Sacro Legno, reliquia conservata nella Chiesa Matrice di Rutigliano, a cui partecipano tutte le congreghe, le associazioni ecclesiali, le autorità ed una gran massa di popolo.

-          25 aprile festa di S. Marco, presso la Chiesa della Madonna delle Grazie.

-          3 maggio si festeggia la Croce presso il Santuario del Crocifisso.

-          17 maggio i Rutiglianesi si recano presso il convento della Madonna del Palazzo (restaurato recentemente), per festeggiare S. Pasquale.

-          Secondo fine settimana di maggio: Festa di Nicola di Bari, patrono.

-          31 maggio festa della Mater Domini, presso l'omonima chiesa rurale.

-          Prima domenica di luglio: Festa del Grano.

-          16 luglio si festeggia, con luminarie e processione, la Madonna del Carmine.

-          Ultima domenica di Luglio "Sagra della bruschetta".

-          9-10 agosto: Fiera di san Lorenzo.

-          14-16 agosto: Altarini di Ferragosto.

-          13-14-15 settembre: Festa del SS. Crocifisso.

-          Settembre: Sagra dell'Uva .

-          Seconda domenica di dicembre: Sagra della Pettola (prodotto tipico).

-          23 dicembre: è d'uso che gruppi di musici e cantori vaghino per le vie del borgo antico e non solo intonando le tradizionali "Pastorelle", dolci nenie a Gesù bambino che nasce, fino alle prime luci dell'alba.

-          6 gennaio: Cavalcata dei Magi.

-          Ogni prima domenica del mese: borgo antico, Mercato dell'antiquariato e del collezionismo

Le Eccellenze Enogastronomiche

-          Le Pettole

Piatto tipico, lavorate da eccellenti massaie con impasto di acqua e farina,saranno fritte e insaporite con svariate salse, ottime gustate anche dolci.

Le pettole dolci sono condite semplicemente con zucchero, oppure farcite con crema o vincotto di fichi.

-          I Cavatelli

Sono uno dei piatti più tipici di Rutigliano. Li si possono fare con i ceci, con le rape, con il grano o semplicemente col sugo, di carne e no, oppure col pomodoro fresco e basilico, con i funghi e le verdure.

Come si sa i cavatelli sono fatti di farina e acqua, lavorati a mano sui tipici tavolieri di legno, la forma è quella di un confetto allungato incavato al centro con le dita.

E’ difficile a Rutigliano trovare qualcuno che non abbia nei ricordi l’immagine della nonna seduta sulla sedia di paglia con il tavoliere all’altezza della ginocchia a fare i cavatelli. E’ uno dei piatti della cucina tradizionale locale e  pugliese in generale.

-          Grano cotto

Grano (cotto in caratteristici “pignatieddi” e “tiedde” di terracotta) abbinato con legumi, verdure, frutti di mare, zampina, ecc.

-          Taralli di Rutigliano

Taralli preparati rigorosamente a mano utilizzando gli ingredienti migliori e naturali come l’olio extra-vergine di oliva e la farina di grano duro tipica del territorio.

 

RUVO DI PUGLIA

(Rìuve in dialetto ruvese) è un comune italiano di 25 366 abitanti della città metropolitana di Bari in Puglia.

Fa parte del Parco nazionale dell'Alta Murgia, del quale ospita un ufficio operativo, ed era inclusa nella Comunità montana della Murgia Barese Nord-Ovest. Vi ha anche sede il Museo archeologico nazionale Jatta che ha accresciuto la fama della città grazie alle migliaia di reperti archeologici di età ellenistica ivi

conservati, tanto da assurgere a simbolo comunitario il vaso di Talos, pezzo pregiato della collezione. È inoltre il terzo comune per estensione della città metropolitana ed è una città dell'olio oltre che città d'arte.

Eventi e Sagre

Talos Festival. È una manifestazione jazz che si svolge nella seconda decade di settembre ed è nata nel 1993 per volere del jazzista ruvestino Pino Minafra. Al festival prendono parte jazzisti di fama internazionale ma viene dato spazio anche alle bande musicali, punto cardine del panorama musicale del mezzogiorno.

Le Eccellenze Enogastronomiche

Il piatto tipico della gastronomia locale è la tiédde, detta anche vaso di Ruvo, ovvero un pasticcio di maccheroni cotto al forno in un tegame di terracotta. Tipiche della cucina barese sono le orecchiette (strascenòte in dialetto ruvestino), anche se a Ruvo non sono condite solo con le rape ma con sugo e ricotta dura, e il purè di fave e cicorie (in dialetto faviétte e cecurìdde). Il menù tipico della festa dell'Immacolata Concezione e della Vigilia di Natale prevede le lagane (in dialetto làghene) condite con mollica fritta, baccalà e pomodori. Durante la Quaresima invece, poiché secondo la tradizione è proibito mangiare carne, si usa consumare il calzone (calzàune in ruvestino), ripieno di spaghetti, cipolle, baccalà, olive nere o acciughe sotto sale. Inoltre, sono tipici i dolci di pasta reale.

Dialetto

Il dialetto ruvestino si differenzia da quello degli altri comuni in cui si parla il barese per la ruvidità del suono. Esso infatti, oltre alle comuni regole del dialetto barese, come la "e" semimuta e la tendenza a sfumare le vocali finali, presenta delle variazioni fonetiche nel passaggio dall'italiano al ruvestino: la "a" tende a trasformarsi in "o" (esempio: "casa" diventa "còse"), la "e" si tramuta in "ai" o "ei" (es.: sàire per "sera") e la "o" muta in "au", "iu", "u" o "uo" (ad esempio "ora" diventa "àure", "padrone" muta in patrìune o "dolce" diventa dùolce). Inoltre il dialetto ruvestino ha subito l'influenza della varie lingue che hanno abitato Ruvo, si ricordano infatti termini provenienti dalla lingua indigena come "làmie" (ovvero la lama, tipico solco che caratterizza la Terra di Bari), dal greco antico "cùcue" (da "κυκλος", ovvero il cerchio), dalla lingua latina iòsce, cré e pescré ("hodie", "cras" e "postcras" che significano "oggi", "domani" e "dopodomani"), dallo spagnolo proviene il termine scarcédde (ovvero scarcella da "escarceras"), dal francese derivano i lemmi togliétte (da "toilette", ovvero la specchiera) e travagghiàune (indica il pipistrello da "travailleur", poiché esso tende a muoversi di continuo) e la locuzione "mo hav'a venì" (da "il va venir" che significa "a momenti verrà". Questa soluzione proposta da Massone nella sua Monografia è, però, da rivedere: invece che "mo va venì" sarebbe più opportuno trascrivere la locuzione con "mo hove a venì" che può essere tradotto letteralmente con "ora ha a venire" con valore di indicativo futuro data l'assenza nei dialetti baresi del tempo indicativo futuro soppiantato dal costrutto con il verbo "dovere", reso in dialetto con "avere da") e dall'arabo provengono zaràffe (lo zingaro venditore di cavalli) e tavìute (la bara).

 

SAMMICHELE DI BARI

(U Casàle) è un comune italiano di 6473 abitanti della città metropolitana di Bari, in Puglia.

È noto per il suo prodotto tipico, la zampina.

Eventi e Sagre

-          Sagra della zampina

L'ultimo sabato di settembre si tiene la Sagra della zampina, del bocconcino e del buon vino, ideata nel 1967 dall'allora assessore alla cultura, Dino Bianco, per celebrare i prodotti tipici locali, in particolar modo la zampina (vedi box a lato).

Ogni anno la sagra attrae decine di migliaia di turisti da tutta la regione per gustare le specialità della terra ed assistere a concerti di cantanti famosi a livello nazionale. Nella 51ª edizione della Sagra della Zampina, Sammichele ha ospitato Renzo Arbore e L'Orchestra Italiana.

-          Carnevale sammichelino

Protagonisti indiscussi del carnevale sammichelino sono i festini, serate di ballo con compagnie di maschere organizzate perlopiù presso abitazioni private, regolamentate secondo un'antica e tradizionale disciplina, dal 17 gennaio al martedì grasso (vedi box a lato).

-          I falò di san Giuseppe

(I fanóve de San Geséppe)

Il 19 marzo, giorno di San Giuseppe, dopo la scuola gruppetti di bambini girano per le strade del paese portando un ramo di risulta della potatura del ciliegio ("u zippe"), ben ramificato, bussando porta a porta e chiedendo: "Cè 'nge mitte a San Geséppe?"  "Cosa ci metti a San Giuseppe?"). Il padrone di casa offre un frutto, un dolcetto o un piccolo dono che viene appeso a una delle ramificazioni d'u zippe.

In serata tutti i rami colmi di doni vengono posati alla base di grossi cumuli di fascine ai quali viene dato fuoco creando dei falò attorno ai quali la gente si raduna gioiosamente chiacchierando e mangiando ceci tostati e bevendo del vino.

-          Feste patronali in onore di san Michele Arcangelo e San Vito martire

-          8 maggio e 9 maggio. Dal 2009 per Decreto Arcivescovile le due feste sono state spostate alla seconda domenica e secondo lunedì di maggio. Fino a qualche tempo fa si festeggiava l'8 e il 9 maggio in ricordo della grazia che il santo concesse al paese e a tutti quelli limitrofi poiché, durante una grave siccità, la popolazione, come estrema ratio, chiese di portare la sacra statua in processione. Qualche memoria storica della comunità sammichelina narra che: al momento dell'uscita sul sagrato della chiesa, dopo un violento tuono, cominciò a scendere una pioggia che durò per qualche giorno e che mise fine ai disagi causati dalla mancanza d'acqua. Per questo miracolo, il comune limitrofo, Acquaviva delle Fonti, regalò alla comunità di Sammichele una giornata per poter svolgere la fiera paesana.

-          Festa della Madonna del Carmine

-          Il 16 luglio viene portata in processione una statua della patrona dell'unica parrocchia di Sammichele.

-          Festa di San Rocco.

-          Primi sabato e domenica di settembre. Festa tradizionalmente organizzata dai muratori e scalpellini di Sammichele che affidavano al santo la loro incolumità sul lavoro.

-          Processione di San Michele della vendemmia.

-          Il 29 settembre festa liturgica.

-          Passione Vivente che si organizza dal 1993 il mercoledì santo o se piove il martedì dopo pasqua.

Le Eccellenze Enogastronomiche

-          La zampina è un prodotto a base di carne mista fresca (bovino, ovino e suino) ed altri ingredienti che si presenta a forma di spirale ed è fermata da spiedini. Le dimensioni sono di 70-100 cm per kg di prodotto. Ha un colore rosso più o meno intenso. E' commercializzata sotto forma di prodotto sfuso in piccole e medie macellerie. Nei grandi supermercati è possibile trovare la Zampina confezionata in vaschette ad atmosfera controllata per prolungare la qualità e freschezza. Questo tipo di confezionamento consente di mantenere il prodotto in ottimo stato per circa 7-8 giorni, senza utilizzare conservanti e senza alterazioni del colore.

Processo Produttivo

La preparazione è effettuata con carne mista, bovina (primo taglio), ovina (ritagli) e suina (ritagli), tritata al momento e condita con formaggio pecorino 50g, basilico 10g, pomodoro 200g, sale 18g e pepe 2g per kg di prodotto. L'impasto e insaccato in budella di agnello o capretto. Il prodotto deve essere conservato in condizioni di refrigerazione ed essere consumato entro qualche giorno dalla preparazione. Generalmente, la zampina si arrotola in spire e si cuoce alla brace.

Periodo di produzione

Tutto l'anno.

Storia e tradizione

Alla zampina è legata una importante manifestazione della cucina tipica regionale. La Sagra della Zampina è sorta nel 1967 con il fine di promuovere e commercializzare i prodotti tipici di Sammichele di Bari, grazie agli operatori del settore che, attenti alle tradizioni popolari, continuano a credere nella tipicità e qualità dei prodotti alimentari. La zampina è conosciuta per il suo particolare gusto e per il tradizionale protocollo di produzione.

-          La focaccia a libro presenta una forma circolare con diametro di circa 30-35 cm e spessore di circa 3-4 cm; esternamente è croccante e ha un colore tendente al bruno, mentre è soffice e di colore bianco all'interno. Il prodotto viene venduto a pezzi oppure a forme intere che vanno da piccole pezzature di circa 130g a quelle più grandi che arrivano a 600-700g.

Processo Produttivo

Ingredienti: farina tipo 00, acqua, lievito naturale o di birra, sale, olio extra vergine di oliva e, a scelta, patate lesse passate.

Il processo produttivo segue quattro fasi essenziali:

Preparazione dell'impasto: si mescolano in un'impastatrice per un tempo di 25 minuti i vari ingredienti, quali acqua, farina tipo 00, il lievito naturale e il lievito di birra, sale, un pò di olio e, a scelta, le patate lesse passate;

Lievitazione per circa 30 minuti;

Preparazione delle forme: si stende la pasta e si condisce con origano ed olio (facoltativamente si posso aggiungere pomodori freschi a pezzi ed olive verdi denocciolate); quindi la pasta si richiude prima su se stessa a formare un rotolo e poi si arrotola a spirale in modo tale da avere una forma circolare;

Cottura: si effettua in forni a legna (metodo tradizionale) o elettrici per un tempo di 20-25 minuti.

Periodo di produzione

Tutto l'anno.

Storia e tradizione

Non sono stati ritrovati documenti scritti essendo il processo produttivo tramandato di generazione in generazione. La tradizionalità è assicurata dalla costanza del metodo di produzione adottato da un tempo superiore a quello previsto dalla normativa.

Dialetto

Il dialetto sammichelino o casalino (Casaline) è un dialetto parlato nel comune di Sammichele di Bari appartenente al gruppo dell'Apulo-barese.

Col passare del tempo, l'italianizzazione ne ha segnato una graduale evoluzione, facendo cadere in disuso termini arcaici.

Come te lo devo dire? = Accòme te l'ià disce?

Non si vede nulla! = Nan s'affítte nudde!

Che vuoi? = Ce ué?

Chi è? = Ci jé?

Hai comprato la frutta? = Ha'ccattate la frutte?

C'è solamente una padella = Stè sckitte na frezzòle

Andiamo a coricarci = Sciàmene a còlche

Otto = Uétte

 

SANTERAMO IN COLLE

(Sandéreme in dialetto locale) è un comune italiano di 26 734 abitanti della città metropolitana di Bari, in Puglia. Fino al 1863 era chiamato Santeramo.

Le Eccellenze Enogastronomiche

La cucina tipica santermana è basata essenzialmente sui prodotti locali: grano, olio, vino, carni, formaggi, ortaggi e frutta.   La produzione di rilevanti quantità di cereali nella zona pianeggiante delle Matine permette la realizzazione di prodotti quali pane cotto nel forno a legna, biscotti, taralli, focacce, friselle. La pasta tipica è fatta a mano con semola di grano duro e prende la forma di cavatelli, orecchiette, fricelli.

Piatti tipici sono:

-          Le orecchiette con i fricelli

-          Le orecchiette con le cime di rape,

-          I cavatelli con il sugo di braciole

-          I cavatelli lunghi con i cavolfiori e la mollica soffritta

-          I cavatelli con i funghi cardoncelli

-          Le fave bianche con le cicorielle campestri

-          L'agnello allo spiedo con patate e cipolle

-          Le "gnumiredde" (involtini di frattaglie di agnello o agnellone avvolti dalle budella dello stesso animale)

-          I lampascioni lessi con olio e pepe.

-          Molto diffuso è anche il consumo di carne equina (cavallo e asino).

Tra i dolci tipici vi sono:

-          Le castagnelle di marzapane

-          Le carteddate e i purciddi con il vincotto ricavato dalla cottura dei fichi

-          Le scarcedde pasquali con uova lesse a forma di colombe, cavalli e borsette.

-          Da segnalare la produzione di vini, tra cui il Primitivo ed il Novello.

 

TERLIZZI

(Tərrèzz in dialetto barese), è un comune italiano di 26.983 abitanti della città metropolitana di Bari, in Puglia. Dista 30 km a Ovest del capoluogo. È stata denominata città dei fiori, considerata l'importanza dell'attività florovivaistica per l'economia della cittadina. All'interno del territorio di Ruvo di Puglia c'é un'exclave appartenente a Terlizzi.

L'orologio della torre normanna di Terlizzi, con i suoi 3.45 metri di diametro, trova pochi eguali in tutta Europa. (al primo posto si trova l'orologio della torre dell'orologio di Londra: il Big Ben).

 

TORITTO

(Trìtt o Torìtte in dialetto barese) è un comune italiano di 8.475 abitanti della città metropolitana di Bari, in Puglia.

Si trova a 22 km a sud-ovest da Bari, presso la ex strada statale 96 (ora declassata a via provinciale).

Parte del territorio si trova all'interno del parco nazionale dell'Alta Murgia.

Eventi e Sagre

-         Pasqua: riti della Settimana Santa e "processione dei Misteri".

-          Terza domenica di giugno: festa di Santa Maria degli Angeli di Quasano, con processione da Toritto verso Quasano di carri addobbati che trasportano le panelle, pani che verranno benedetti e distribuiti ai devoti.

-          Prima domenica di settembre: festa patronale in onore della Madonna delle Grazie e di san Rocco, istituita nel 1724 dopo la fine di un'epidemia di tifo e "mal di canna". Sfila in processione un "carro trionfale", alto dodici metri e tirato a braccia da una carovana di dodici tiratori con la statua della Madonna; viene inoltre portata a spalle la statua di San Rocco interamente in argento.

-          Antivigilia di Natale (notte tra il 23 e 24 dicembre) "La notte dei Fornai", una tradizione di questua con squadre di suonatori e cantanti che girando per la città al suono di fisarmoniche e chitarre, portano di casa in casa il suono della "Pastorale" e della "Tarantella Torittese".

 

TRIGGIANO

(Triggiàne in dialetto barese) è un comune italiano di 27 269 abitanti della città metropolitana di Bari in Puglia.

Eventi e Sagre

-          Festa di San Rocco compatrono di Triggiano, terza domenica di agosto;

-          Festa della Madonna della Croce patrona di Triggiano, terza domenica di settembre

 

TURI

(Tùre in dialetto turese) è un comune italiano di 13035 abitanti della città metropolitana di Bari in Puglia. Sorge a 251 m s.l.m. sull'altopiano della Murgia, 31 km a sud-est di Bari. Importante centro cerasicolo, il suo

prodotto tipico è la ciliegia ferrovia. Durante il periodo fascista è stato luogo di detenzione di Antonio Gramsci e Sandro Pertini.

Eventi e Sagre

-          Festa patronale di Sant'Oronzo (24-25-26-27-28 agosto) i momenti più spettacolari e di intensa partecipazione popolare e religiosa sono essenzialmente due: la sera del 25 un'imponente processione di fedeli accompagna, pregando, il busto del Santo Vescovo, dalla Chiesa Madre alla periferica Chiesa di Sant'Oronzo alla Grotta; la stessa "ritornerà" in paese, tra ali di folla festante, la sera del giorno dopo, il 26 agosto, sul Carro Trionfale, una torre lignea tutta decorata, opera di maestri locali, tirata da 6 mule, che viene accolta in piazza dalle luminarie, lanci di fiori, palloncini, fuochi d'artificio e la musica delle Bande (quella di Turi, sul Carro, quella ospite sulla cassa armonica) che si danno "battaglia" a suon di... note.

Festa di Sant’Oronzo

La Processione di Gala di Sant'Oronzo nella tarda mattinata del 26 agosto (dalle 11 alle 14), rappresenta, invece, il momento più "istituzionale" della Festa più importante di Turi; dalla chiesa Madre, infatti, parte una lunga processione accompagnata esclusivamente dalle Autorità Civili, Militari e Religiose, e dai rappresentanti del Comitato Feste Patronali, delle Associazioni e dei Partiti politici.

Suggestiva è la selva dei Gonfaloni comunali che fanno da cornice ai rappresentanti dei Comuni limitrofi.

In serata, prima dell'arrivo del Carro Trionfale, un grande pallone aerostatico viene lanciato dal piazzale antistante la Chiesa di San Giovanni Battista.

Imponente è anche la gara pirotecnica che, da qualche anno, si svolge il 28 di agosto in onore del Protettore.

-          Sagra della ciliegia "ferrovia"

Le ciliegie sono il prodotto che più di ogni altro caratterizza il mondo produttivo-agricolo di Turi. .

Tra le diverse qualità coltivate su un'area pari a quasi la metà dell'intero territorio comunale (nell'altra metà sono in pieno sviluppo i vigneti a "tendone" dell'uva da tavola) spicca la cosiddetta "Ferrovia", una ciliegia polposa e profumata, apprezzata in tutto il mondo.

In giugno, in pieno periodo di raccolta del prelibato frutto rosso, si tiene la "Sagra della ciliegia Ferrovia", organizzata dalla Pro Loco e dall'Amministrazione comunale per far conoscere i prodotti tipici della nostra terra, tra i quali vi sono anche i buonissimi dolci realizzati con la 'pasta di mandorla', da "gustare" con gli occhi e l'olfatto, i vini, l'olio, le 'zampine' di vitello tritato e aromi vari.

Le Eccellenze Enogastronomiche

L’economia di Turi è incentrata sull’agricoltura, in particolare sulla coltura delle ciliegie, dette “l’oro rosso di Turi”. Il borgo di Turi è infatti leader nella produzione della Ciliegia Ferrovia, una qualità del frutto che ha molto successo all’estero per il suo sapore e per la sua durezza, che la rende esportabile anche sulla lunga distanza.

Altri prodotti tradizionali che caratterizzano la tavola di Turi sono le mandorle, l’olio e l’uva, utilizzata sia come prodotto da consumare sulle tavole che per la produzione di vino primitivo.

Tra i piatti tipici, che raccontano ancora oggi la tradizione agricola del territorio, ricordiamo i “trònere”, braciole condite con pomodori, peperoncino e cipolla, e la “faldacchèa”, un dolce a base di mandorle, insaporito con cannella, limone e marmellata di ciliegie o amarene.

Dialetto

Il dialetto turese (Terèse), molto simile al dialetto sammichelino, è un dialetto parlato nel comune di Turi appartenente al gruppo dell'Apulo-barese.

Col passare del tempo, l'italianizzazione ne ha segnato una graduale evoluzione, facendo cadere in disuso termini arcaici.

 

VALENZANO

(Valzàne in dialetto barese) è un comune italiano di 17 993 abitanti della città metropolitana di Bari in Puglia. Situato a circa dieci chilometri dal capoluogo in direzione sud-est, è conosciuto principalmente come sede di alcuni centri di ricerca scientifica, tra cui il parco scientifico e tecnologico Tecnopolis, l'Istituto Agronomico Mediterraneo e la facoltà di Veterinaria dell'ateneo barese.

Nei tempi recenti la città è stata anche riscoperta dal punto di vista turistico e culturale, per la valorizzazione della presenza di monumenti e costruzioni di valore storico, fra cui figura la chiesa di Ognissanti di Cuti, e del folclore popolare.

Eventi e Sagre

-          Fiera di Ognissanti

A Valenzano il 1º novembre di ogni anno si tiene la fiera di "Tutti i Santi", la quale richiama visitatori da molti comuni limitrofi. Questa fiera ha una lunga storia: inizialmente si teneva nei dintorni dell'omonima chiesa di Ognissanti, concepita come fiera prevalentemente agricola; in seguito si è spostata verso il paese, abbandonando le sue radici contadine. La fiera, che dura per l'intero giorno, occupa gran parte del paese e vi si possono trovare gli oggetti più disparati come piante, animali, utensili per la casa, giocattoli, capi di vestiario, attrezzi agricoli, ecc.

-          Processione del Venerdì Santo

Evento annuale di antiche origini datato dal data 10 aprile 1675 lettera di richiesta dai Frati Francescani è la processione dei misteri che si tiene ogni Venerdì Santo mattina nel paese , nell'anno 1947 annovera ben 27 misteri. La processione consiste nell'esposizione per le vie del paese di 50 misteri statue raffiguranti eventi della Passione di Gesù (i misteri o i santi), in un percorso che si snoda a partire dalla chiesa matrice alle ore 10:30 dopo L'Incontro per percorrere tutte le principali strade del borgo. passando dalla chiesa di Santa Maria di San Luca Particolarità dei misteri valenzanesi è quella di appartenere tutti, con due sole eccezioni, a famiglie, che ne curano il trasporto durante il Venerdì Santo e il mantenimento durante l'anno. Dal 2017 annovera come già detto di ben 50 statue anche se purtroppo non tutti sono presenti, anche da diversi anni, essendo appartenente privati e cosa unica che i bambini dei privati indossano vestiti che raffigurano Gesù, madonne, veroniche, angeli, ecc. e in ogni statua ai lati viene scortata da quattro donne che indossano il pizzo nero in segno di lutto.

Nella sera tardi del Venerdì Santo se ne fa una seconda chiamata Maria che accompagna Gesù Morto nel Sepolcro solamente con l'Addolorata e Gesù Morto, organizzata dalla chiesa di Santa Maria di San Luca.

Se piove la processione dei misteri viene spostata alla mattina successiva cioè il Sabato Santo.

Al ritorno verso le ore 16:30 il parroco dal balcone della canonica fa un discorso e alla fine dona alla statua della Addolorata un crocifisso.

Alla processione viene portato la Reliquia della Croce di Gesù e il Crocifisso delle Missioni.Apre la processione un gruppo di incappucciati neri che portano una troccola, un grappo nero, un tamburo per percussioni, e la Croce dei Misteri.Vi partecipano ben 8 bande dai paesi limitrofi che intonano marce funebri.Nei giorni precedenti il comitato delle feste fa una mostra fotografica chiamata Misterium Voltus.

Il mistero l'Ultima Cena la sera del Giove Santo viene fatto esporre nel centro storico.E sempre la sera del Giovedì Santo i misteri vengono esposti fuori dalla loro abitazioni.

I primi 4 venerdì di Quaresima vengono esposti nella chiesa matrice 4 misteri scelti dal Comitato.

-          La notte dei Re Magi

La Comunità francescana del Convento di Santa Maria di San Luca organizza ogni anno, alla vigilia dell'Epifania, "La notte dei Magi", una rappresentazione rievocativa dell'arrivo dei re Magi a Betlemme. I testi e la regia sono di Ninni Matera. Vi partecipano più di un centinaio tra attori e figuranti che danno vita a numerose scene lungo il percorso della cavalcata dove vengono allestite varie postazioni: Il mercato, la reggia di Erode, il bivacco dei pastori, varie botteghe di artigiani ed infine la capanna con il Santo Bambino.

-          Festa Patronale di San Rocco

Valenzano festeggia dal 15 al 17 agosto San Rocco. Feste Parrocchiali: Santa Rita da Cascia chiesetta del Carmine, Sant'Antonio di Padova, Madonna del Carmine chiesetta, San Francesco d'Assisi, Santa Maria di San Luca a maggio, M.SS.Addolorata compatrona .

-        Premio nazionale di Letteratura e Teatro N. Martucci - Città di Valenzano

La manifestazione di fatto apre l'estate valenzanese. Il "Premio nazionale di Letteratura e Teatro Nicola Martucci – Città di Valenzano" concorso nazionale di poesia, narrativa e teatro, ideata dal regista Ninni Matera e organizzata dal gruppo teatrale "Compagnia del mulino", richiama ogni anno Poeti, Scrittori e Attori di tutta Italia che convengono a Valenzano in occasione della manifestazione. La solenne cerimonia di premiazione si svolge ai primi di giugno nel Castello baronale Martucci, messo a disposizione dalla baronessa Matilde Falagario Martucci. Nell'ambito del premio si svolge anche la finale del Premio attore che ogni volta vede in gara cinque finalisti che si disputano un montepremi di mille euro. Gli attori si esibiscono in un monologo e vengono votati dal pubblico che poi assiste interessato allo spoglio delle schede e alla proclamazione del vincitore.


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